Milano Ittaglia: per metterla in ginocchio non serve il generale Inverno, basta il caporale Un Po’ Di Neve. Mentre passa per martire tipo S. Sebastiano il Berlusconi che vorrebbe strangolare qualche regista e fa il gesto “scherzoso” di sparare a una giornalista, il presidente Napolitano ha fatto passi da gigante: per definire aggressione quella di Tartaglia a Berlusconi non ha aspettato decenni come nel caso dell’Urss contro l’Ungheria e non s’è voltato dall’altra parte come per la mattanza di Gaza


http://www.youtube.com/watch?v=cbfeGUI6Ltc&feature=rec-LGOUT-exp_fresh+div-1r-3-HM

Il lato comico è che a Milano quando c’è un accenno di neve la gente veste come se dovesse attraversare il polo Nord o la Siberia. Ovunque, cappotti e giubbottoni o pellicce esagerate, cappucci stile Natasha, guanti iper, doposcì o stivali a tenuta stagna che neppure Napoleone alla Beresina. Con un grado sotto zero i milanesi si convincono di essere tutti in Lapponia, e più sono ricchi più sono ridicoli nel loro vestire demenzial siberiano e andare anche al bar sotto casa con il fuoristrada o comunque il mega cafone macchinose galattico. Poi però, a conferma che l’importante è fare scena e fregarsene della realtà reale, far finta di essere qualcuno e qualcosa senza in realtà essere niente e nessuno, insomma sotto il vestito e i capelli niente di niente, ecco che ogni volta che nevica sul serio Milano va in tilt, 10-20 centimetri di neve – per giunta previsti da una settimana – le fanno l’effetto di 10-20 vodke a un astemio. Napoleone e l’Italia di Mussolini furono sconfitti in Russia dal generale Inverno, Milano e l’intero Strapaese sono invece regolarmente messi in ginocchio dal caporale Un Po’ Di Neve. A Washington sono caduti 60 centimetri di neve, oltre il triplo che a Milano, eppure non c’è stata nessuna paralisi. A Milano invece con una spazzolatina di neve sparisce l’acqua in posti come Rozzano, senza che nessuno sappia o dica il perché, e non reggono i trasporti, il traffico e neppure il cervello degli amministratori cittadini, come fosse già debole di suo. Ho sentito con le mie orecchie il vicesindaco De Corato, persona seria e credo anche onesta, straparlare di soli otto mezzi “spargineve” in una intervista a Radio Popolare. Solo dopo molti minuti si è accorto che stava confondendo gli autocarri spargisale con gli inesistenti “spargineve”, per fortuna appunto inesistenti: ci manca solo che a Milano già al tracollo per la neve ci fossero pure camion che ne spargono ancora. Il brutto però è che, e mi duole dirlo, anche l’intervistatore di Radio Popolare è andato avanti un bel pezzo ripetendo degli “spargineve” che uscivano dalla bocca del vicesindaco.

Non ricordo se era il1985 o qualche anno dopo, ma a Milano ci furono una quindicina di centimetri di neve e andò tutto in malora, esattamente come questa volta. Feci una inchiesta per L’Espresso in tandem con il mio collega Roberto Di Caro. Chissà se gli sono cadute le braccia anche a lui in questi giorni…

Martedì 22 ho fatto dieci ore all’aeroporto di Linate per tentare di partire per Bari. Volo Meridiana IG 827 delle ore 9,55. Per prudenza sono arrivato alle 8. Volo già rinviato alle 14,20. Non m’è rimasto che aggirarmi tra centinaia di brandine della Protezione civile distribuite credo la sera prima a un esercito di disgraziati muniti di biglietto aereo. A un certo punto si sono formate code paurose davanti a due soli sportelli della Meridiana e dopo 50 minuti di fila è arrivato il mio turno. Sul monitor sopra il bancone il volo era previsto per le 17. Senza dirmi né bi e né ba mi hanno dato quello che avrebbe dovuto essere il biglietto di imbarco, il famoso check in, dove però oltre al numero del volo – IG 827 – non era specificato nient’altro: né ora di imbarco, né gate né posto a sedere. Altri 40 minuti di fila per il controllo bagaglio, dove mi hanno sequestrato la bomboletta del sapone da barba. Poi per ammazzare il tempo mi sono seduto da qualche parte e ho aperto il computer portatile per seguire il blog.  Ogni volta che l’altoparlante diceva qualcosa rizzavo le orecchie: del mio volo mano l’ombra. Ogni tanto un alterco e forse anche una rissa, mi pare al gate 4, perché la gente oltre che sfatta era anche esasperata.

A un certo punto mi accorgo che dai monitor il volo IG 827 della Meridiana per Bari era sparito. Dissolto. C’era una bella sfilza di voli di varie linee aeree con scritto affianco “Cancellato”, compreso il volo della Meridiana immediatamente successivo al mio, cioè il volo IG 828, ma dell’827 neppure l’ombra dell’ombra.
Il dramma è che nessuno ne sapeva nulla. Il personale delle altre linee aeree, il personale dei controlli dei bagagli e i poliziotti rispondevano tutti piuttosto seccati che loro si occupavano di ben altro. Per poter chiedere al banco della Meridiana, che nella zona imbarchi non esiste, avrei dovuto uscire dall’aeroporto, entrare di nuovo nello stesso aeroporto, andare al banco Meridiana e poi rifare la fila del controllo bagagli…
Ho telefonato all’agenzia che mi aveva venduto il biglietto, ma dopo vari tentativi di contattare Meridiana o Linate si sono arresi. Una impiegata, gentile come sempre, mi ha spiegato che sui computer il volo figurava sempre per le 14,20, anche se ormai erano quasi le 17.

A Bari mio fratello e sua moglie hanno telefonato, o meglio tentato di telefonate alla Sea, la società che gestisce l’aeroporto di Linate e alla Meridiana, con risultato zero. Alla fine sono riusciti a sapere dall’aeroporto di Bari, che in realtà si trova a Palese Macchie, che il volo era stato annullato. E così l’ho saputo da mio fratello. Alle 17,30. Incazzato nero sono uscito dall’aeroporto e armato di gelida pazienza ho fatto la fila davanti all’ufficio informazioni della Sea, dove nessuno sapeva niente, e a quello della Meridiana, dove nessuno sapeva niente. Sono anche andato all’ufficio informazioni turistiche che si trova davanti al piano delle partenze e di fronte al piccolo bar-caffè subito prima che il corridoio giri a sinistra. Ci sono andato perché in passato mi hanno dato informazioni sui voli, per esempio una volta ho saputo da loro che il volo che aspettavo da Londra atterrava a Malpensa e non a Linate. Beh, non ci crederete: l’impiegata, che per 15 minuti era sparita, ha avuto il fegato di dirmi che loro non danno informazioni sui voli, ma solo su alberghi, taxi, ecc.
Alle 20 sono uscito dall’aeroporto. Il giorno dopo l’agenzia mi ha detto che mi sarebbe stato rimborsato dalla Meridiana il viaggio di andata, ma non quello di ritorno dell’Alitalia. Perché Perché l’Alitalia non è responsabile dalla cancellazione di un volo della Meridiana.  Sì, ma io come avrei potuto partire da Bari con l’Alitalia se non mi è stato possibile arrivarci? Viva l’Ittaglia!
Ma andiamo avanti e non badiamo al mio caso personale.

Il ministro della Difesa La Russa ha suonato la tromba per annunciare che avrebbe “mandato l’Esercito a spalare la neve a Milano”. Vero. I militari si sono visti. Ma SOLO ed ESCLUSIVAMENTE in centro. Dove, si noti bene, il traffico, i portinai e l’andirivieni della gente avevano già in parte risolto il problema. Più che spalare pareva fossero stati mandati  a fare una sfilata: da far riprendere dalle telecamere e trasmettere in tv…. Viva l’Ittaglia! Quella del caporale Neve e del blablablà “politico”. Anche in questo nuovo Ventennio la mentalità è sempre quella del Ventennio del “bel tempo che fu”: invadere la Russia armati di sacra retorica del menga, benedizione papalina, mantellina da alpino, scarpe di cartone e fucili di latta, il tutto venduto alla Patria a caro prezzo dai soliti padani che avevano già lucrato con le guerre d’Africa.

Insomma, non si tratta di essere disfattisti, specie in una situazione già disfatta, ma l’ex capitale morale d’Italia diventata con Tangentopoli la capitale della corruzione, con Berlusconi la capitale delle tv private e commerciali nonché la capitale della pubblicità, con Bossi la capitale del blablablà e dell’ignoranza legaiola, con Formigoni la capitale degli affari di Comunione e Liberazione e con i vari Versace, Krizia, Dolce e Gabbana, ecc., la capitale della moda e della mutanda griffata, l’ex capitale morale ha dimostrato di essere quello che è: una ex grande città in crisi tronca, un baraccone dove tutti badano ad arraffare dal pubblico denaro e a trarre profitto dalla spese dei soldi pubblici, specie da quelli per la Sanità e per la Pubblica istruzione,  e dove nessuno ha più idee e programmi che non siano altre chiacchiere e un canagliesco assalto alla diligenza dell’enorme spesa pubblica e alla diligenza dell’Expò del 2015. Un ex grande città rimasta in mutande, griffate sì, ma tipo perizoma, e perciò si vede bene che la città è a culo scoperto…

E che sia a culo volgarmente scoperto lo dimostra l’arresto – ovviamente per mazzette e affini – dell’assessore regionale ai Giovani, allo Sport e al Turismo, il leghista straparlatore in dialetto meneghino Prosperini. Con un assessore così, poveri giovani… oltre che addio allo sport e al turismo. Poiché credo sia sconveniente parlare di un simile individuo, preferisco che di lui parlino le due immagini che ha messo nel suo sito. Le potete ammirare qui vicino.

A parte la fissazione maniacal-razzista sul “camèl” riguardo gli extracomunitari, la grande baracconata legaiol-sanfedista di questo strano ginecologo assessore ai Giovani&C è il manifesto a favore del crocefisso. Con crociati come questi, e altri imbecilli convinti di essere i difensori della fede, dell’Europa e dell’Occidente, il cattolicesimo è spacciato. Deve essere per questo che il povero Ratzinger tenta impossibili capriole cercando di salvare capra e cavoli, e cioè di  beatificare sia Wojtyla che Pio XII. Su Pio XII ha già detto la sua la comunità ebraica, e non c’è molto da aggiungere nonostante le squisite spiegazioni arzigogologiche del portavoce del Vaticano che – as usual – esercita l’arte pretesca dello spiegare con sottili (?) e dotti (?) distinguo, roba che neppure Azzeccagarbugli e donna Prassede, come il colore bianco sia in realtà anche nero e viceversa… Su Wojtyla, che tutti osannano solo perché ha tolto per tutti le castagne dal fuoco dell’anticomunismo più viscerale, ci sarebbe da dire che deve essere uno strano beato colui che ha sulla coscienza o almeno sul suo curriculum se non altro due grosse pecche, anzi tre: avere sempre avvalorato le menzogne più varie sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi; avere avvalorato la sepoltura dell’inchiesta sulla strage delle guardie svizzere, trattando a pesci in faccia la madre di quel Cedric Tornay al quale è stata data la colpa di tutto; e avere ordinato a Ratzinger e Bertone, all’epoca rispettivamente il capo e il vice capo dell’ex Sant’Uffizio, di emanare – come avvenuto nel giugno 2001 – ai vescovi di tutto il mondo l’ordine tassativo di nascondere alle autorità civili tutti i casi di pedofilia del clero.

A proposito di pedofilia di troppi sacerdoti, vizio che ha deturpato il clero, e violato troppi giovanissimi, negli Usa, in Polonia, in Austria, in Australia, in Irlanda, ma anche in Italia pur se qui vige la sordina più servile: da tempo si usa strombazzare che Ratzinger sul clero pedofilo ha ordinato “tolleranza zero” e si esalta il suo avere accettato le dimissioni del prelato che per troppo tempo ha protetto i preti stupratori della cara Irlanda di S. Patrizio. Sì, vabbè: ma il vergognoso ordine del giugno 2001 è stato ritirato sì o no? Parrebbe di no, visto anche che non c’è stato da parte né di Ratzinger né di Bertone il pur necessario mea culpa pubblico.
Certo la Chiesa è libera di dichiarare beato o santo chi le pare e piace, visto anche che tra i santi e i santissimi ci sono fior di criminali e sadici, come ha documentato per esempio Walter Peruzzi, ma non può pretendere di prenderci per il sedere facendo il gioco delle tre carte. Per esempio: Ratzinger fa un audace discorso di apertura alle altre fedi e perfino agli atei, in più aggiunge – finalmente! – che la Chiesa non deve fare politica, ma ecco che il cardinale Camillo Ruini, colui che ha risanato i bilanci vaticani a spese della Repubblica italiana, dice nel contempo l’esatto contrario. Al punto che si permette di dire come devono essere e come non devono essere i partiti politici!

E veniamo a quella che era una cosa seria e grave ed è diventata un’altra pochade, un’altra farsa  nazionalpopolare, secondo il ben noto motto e canone italiota “La situazione è tragica, ma non seria”. Che Berlusconi si sia preso un lancio in faccia di un oggetto contundente che gli ha rotto due o tre denti, il setto nasale, un labbro e procurato un taglio sotto l’occhio sinistro, è cosa grave, molto grave. Sulla quale non c’è né da scherzare né da arzigogolare né fare sottili distinguo. Ma ormai siamo al delirio: Berlusconi si equipara e viene equiparato a S. Sebastiano trafitto a morte da mille frecce, sembra un Kennedy della Brianza assassinato con un missile russo-alquedista in piazza Duomo a Milano anziché in auto a Dallas, tra poco verrà confuso con Cristo in croce risorto dopo tre giorni al S. Raffaele. Il tutto mentre continuiamo a fottercene dei lavoratori spiaccicati cadendo dalle impalcature sui luoghi di lavoro o ammazzati o storpiati in mille altri modi sui luoghi di lavoro e dal lavoro, dove ci rimettono non il setto nasale e qualche pezzetto di denti, ma l’intera vita. Anche questa storia del generoso perdono è in realtà un bidone da usare come spottone autopubblicitario e autoincensatorio, con effetto aumentato dalla bella lettera al papa, usato come lustrascarpe per togliersi la merda dalla suola e dalla tomaia. La lettera per dire che “il mio governo promuove i valori cristiani” è un atto di ipocrisia sterminata e un atto di grave abdicazione politica sanfedista. Facciamo allora un  bel governo tutto in mano a Comunione e Liberazione e abbiamo risolto il problema.

Ormai si rivolgono tutti al papa, dal povero Marrazzo, che dovrebbe invece chiedere scusa ai suoi elettori e cittadini laziali tutti, al capo del governo. Comunque, la frase “io lo perdono, ma la magistratura non dia segni di arrendevolezza” da una parte equivale a dire “io lo perdono, ma che venga bastonato comunque” e dall’altra è una vera e propria truffa. A meno di forzatura ordinate dall’alto o dal malanimo, Tartaglia ben difficilmente potrà essere condannato. Certo non perché sia lecito rompere i denti a qualcuno, che sia il capo del governo o un operaio di Bagnoli o un “marocchino di merda”, come Borghezio chiama gli immigrati, ma per il semplice motivo che con un buon avvocato Tartaglia può far valere il fatto che essendo uno squilibrato non è punibile, se non altro perché molto probabilmente incapace di intendere e di volere nel momento in cui ha commesso la sua grave cazzata. Negli Usa se la caverebbe senza neppure l’ombra della condanna. Ed è strano che lo stesso Berlusconi che da sempre accusa i magistrati di essere persecutori non raccomandi loro di non esserlo anche con Tartaglia. Embé, due pesi e due misure fanno sempre bene. O no?

Tutto questo baccano sovradimensionato serve come al solito a nascondere qualcosa. Cosa? Si tenta di nascondere che la responsabilità di quanto purtroppo successo a Berlusconi è solo ed esclusivamente del servizio d’ordine, fin troppo menefreghista e cieco, oltre che di Tartaglia. Si tratta di evidenze ormai più che assodate, pur tralasciando il fatto che le registrazioni video mostrano chiaramente che l’oggetto lanciato da Tartaglia ha colpito il capo del governo all’altezza del mento se non del collo o del petto, e quindi resta inspiegabile almeno il vistoso taglio sotto l’occhio sinistro. Non voglio fare miei i sospetti di chi mormora che i troppi minuti di Berlusconi nella sua auto ferma, dalla quale poi ridiscendere per mostrare al pubblico il volto insanguinato, anziché partita a gran velocità possono essere serviti per una messa in scena. Preferisco stare ai fatti certi. E i fatti certi sono  che essendo Massimo Tartaglia uno squilibrato il suo pessimo gesto non ha significato né retroterra politici. Solo dei disonesti in malafede possono sostenere il contrario. Ebbene, assistiamo con un certo raccapriccio alla gara nazionale a chi è più disonesto e in malafede. Non potendo dare la colpa né ai “comunisti” né ai soliti “anarchici” capri espiatori di tutto sempre, ecco che va in scena lo psicodramma, varato dal Chiavaliere in persona, il cui canovaccio prevede che il gesto di Tartaglia “è frutto di chi semina odio”.

Ovviamente a seminare odio sono i magistrati che fanno il proprio dovere anziché vendersi anche loro a Berlusconi come si è venduto a suo tempo uno dei magistrati che ha scippato la Mondadori a Carlo Caracciolo e a De Benedetti per regalarla a Sua Emittenza, i politici che fanno il proprio dovere anziché vendersi a Berlusconi come hanno fatto in blocco quelli della Lega che una volta lo definivano in continuazione mafioso e Berluskaz e ora gli parano il culo, e i giornalisti che fanno il proprio dovere anziché vendersi a Berlusconi o farsi da lui arruolare come Feltri o addomesticare come Minzo-Spazzolini.
Nessuno rimprovera a Berlusconi&C il contenuto di questo video che li ichioda al LORO seminare odio e MINACCE FISICHE: http://www.youtube.com/watch?v=cbfeGUI6Ltc&feature=rec-LGOUT-exp_fresh+div-1r-3-HM
. Nessuno fa notare che mimare il gesto di sparare contro giornalisti che fanno domande scomode al suo amico Putin non è propriamente un gesto d’amore,  e forse stimola l’odio verso chi non tace. Dichiarare al mondo “strangolerei con le mie mani” qualcuno, come ha fatto Berlusconi riferendosi ai produttori di filmoni sulla mafia (peraltro trasmessi dalle sue tv se non realizzati con i loro soldi), non è propriamente una dichiarazione pacifista e di amore. Se qualcuno avesse poi davvero sparato alla giornalista della domanda imbarazzante a Putin o avesse strangolato un produttore di film sulla mafia, o almeno lanciato loro in faccia un simulacro del duomo di Milano, gli stessi che ora per Tartaglia accusano di responsabilità politico-morale la sinistra avrebbero a spada tratta negato qualunque rapporto di causa-effetto tra le gravi parole accompagnate da grave gesto di Berlusconi e quanto eventualmente capitato di male a coloro che lui ha minacciosamente indicati. Ma si sa, Berlusconi è buono per definizione e scherza anche quando fa cose orribili, come tentare di fare del suo avvocato corruttore di magistrati il ministro della Giustizia. Il Chiavaliere scherza anche quando emette editti bulgari per cacciare dalla Rai il Tale o il Talaltro. Per non dire del programma televisivo affidato anni or sono a Vittorio Sgarbi che accusava in continuazione i magistrati, arrivando ad accusarli perfino di essere assassini. Sgarbi – per conto del Signor Padrone non ancora “sceso in campo” – seminava forse amore? O non piuttosto odio e a piene mani? E già da prima del ’94! E senza contare che il primo a minacciare sberle e botte da orbi anche in diretta televisiva è stato il loro campione ed ex ministro (!) Giuliano Ferrara, a suo tempo al soldo della Cia, ed ex direttore di Panorama, proprietà anche quela di di Berlusconi. Il grande, di panza, Ferrara ha infatti minacciato Giampaolo Pansa di prenderlo a sberle durante una trasmissione televisiva nella quale si parlava di mezzette e Tangentopoli, per poi in una occasione successiva minacciare non ricordo chi con un romanesco e volgarissimo “ti scorchio!”, che è come dire “ti storpio!”.

Che dire dei leghisti che si scagliano contro un presepe che osa avere il bambin Gesù di pelle nera? Questi ignoranti matricolati neppure sanno che se c’è qualcuno che abusa e fa il furbo è che il Bambinello lo rappresenta con un tipico neonato europeo, di pura razza ariana che poco ci manca sia pure biondo. Gesù, cari legaioli beoti, NON era europeo, bensì palestinese. Un semita. Un ebreo. Capisco che sia dura per chi detesta gli ebrei da quasi duemila anni e ora detesta i palestinesi ammettere che il bambin Gesù, come del resto il Cristo adulto, era un ebreo palestinese, però è così. Bara meno chi nel presepe ci mette un Bambinello di pelle nera che chi ce ne mette uno di pelle lattea e occhi celesti! E in ogni caso, da quando in quà Dio ha una nazionalità e un colore della pelle? Non ce l’ha lui, ergo non ce l’ha neppure lui sotto forma di figlio di se stesso. Ogni popolo si faccia il suo Bambinello a propria immagine e somiglianza, e la si faccia finita con questa adorazione del bambin Gesù di razza bianca che altro non è se non un evidente caso di disolatria imposta dagli europei ad indios, africani, orientali, ecc., cioè a tutti quei popoli che oggi sono cattolici ma NON sono di pelle bianca, NON sono europei, NON sono di razza ariana né pura né impura.

Questi sono i maestri di pensiero – e di amore! – della gentaglia berluscona, ipocrita e violenta. I maestri di pensiero dell’Italia che ha in mente mister B, il cui progetto di nuova italianizzazione salta fuori chiaramente con l’invito a regalare tessere del suo partito. Regalate magari a chi acquista abbonamenti per le partite del suo Milan,  a chi va a cinema in sale o per film della sua Medusa o è assiduo telespettatore di Mediaset o magari fa la spesa alla Standa o va alla Scala. E chissà, tramite accordi con altri “produttori” la tessera del suo partito si potrebbe regalare a chi compra un abito o anche solo una mutanda griffata purché made in Italy o comunque “firmata” da uno dei nostri tanto modaioli, un panettone per il santo Natale, un pieno di benzina raffinata dai Moratti, o anche solo un chilo di polenta taragna cara a Bossi e al coro dei lumbàrd. Idea! E’ Natale e arriva l’anno nuovo? Perché allora non far trovare la tessera del partito come dono di Babbo Natale sotto l’albero e nel presepe del povero Cristo bambin Gesù?
Il partito deve essere infatti l’equivalente politico di Mediaset, dei cinema targati Medusa e della tifoseria del Milan. Gli italiani è meglio che si limitino a fare da spettatori felici di ciò che trasmette e proietta il Signor Padrone, questa sorta di Reuccio d’Ittaglia e Padania, scopatore indefesso, puttaniere incallito e stramiliardario perpetuo, ma sempre camuffato da Masaniello e S. Sebastiano oltre che da sciùra della porta accanto. Gli italiani è bene diventino spettatori e consumatori delle merci pubblicizzate dai mass media del Reuccio, da andare a rivotare felici ogni 4 o 5 anni, e chi non è d’accordo è uno che semina odio, in attesa di essere definito e punito come terrorista, ovviamente al soldo dell’Islam. Ma poi, perché votare? Non sarebbe meglio il voto espresso con il telecomando come quando si vota per S. Remo e miss Italia? Magari si potrebbe far votare anche i 16enni, e per essere moderni li si potrebbe far votare tramite sms o postando il voto come commento in un qualche home page o blog del partito….

Come direbbe il fallimentare e ormai macchiettistico Uòlterloo, “Se po’ fa’!”. Con un Parlamento ridotto a tifoseria, del Milan o dell’Inter anziché Guelfi e Ghibellini o anziché Rossi e Bianchi o Neri e Rossi, e ridotto ad Isola dei Famosi – e degli Ignoti – dove tutti sgomitano solo per il proprio interesse privato e nessuno conta più niente eccetto B. Un Parlamento dove la follia berluscona e l’ignoranza presuntuoso legaiola hanno portato e acclamato perfino come ministri e presidenti dei camere nullità politiche quali Irene Pivetti, Urbani, Pera, Scognamiglio, ecc., per non dire di Cesare Previsti. Tante belle meteore o peti della politica, con qualche loffa fetida già corruttrice di magistrati e scippatrice di imperi editoriali.

Una sinistra di ormai senza palle, senza qualità e soprattutto senza linea politica, sciaguratamente al rimorchio di giornalisti, editori, magistrati e Spatuzza vari proprio perché priva di idee e di nerbo, non solo è incapace di ricordare che a Togliatti sparò un Pallante e non un Tartaglia e che Bill Clinton, presidente di una grande nazione con una delle sue tante guerre in pieno corso, si sottomise a interrogatori e visite mediche nudo come un verme senza fare tante manfrine, ma arriva col solito D’Alema a gettare un salvagente al Cavaliere sul viale di un tramonto più traumatico del previsto. Oddio: l’idea di D’Alema non è poi così malvagia, visto che alla fin fine da Adamo ed Eva in poi è sempre “il Paese reale”, cioè la società umana con tutti i suoi difetti e le sue colpe spesso orrende, a scrivere le leggi DOPO avere conquistato potere e ricchezza con mezzi animaleschi, dalle guerre alle confische e sfruttamenti schiavistico coloniali. Non la farò tanto lunga, ma per capirci basta considerare qualunque proprietà terriera: risalendo man mano verso i primi proprietari e venditori, alla fine si arriva SEMPRE, inevitabilmente, a un qualche sopruso od occupazione prima avvenuta e poi legalizzata. Forse che le ricchezze e quindi il potere della Chiesa hanno origini più pulite di quelle di Berlusconi? Forse che la Compagnia delle Indie, la pirateria al servizio di Sua Maestà e la flotta inglese, che ha forgiato il mondo come lo conosciamo oggi arruolando per secoli uomini rapiti dove capitava, hanno dato all’Inghilterra ricchezze e potere in modo più pulito di quello di Berlusconi? Forse che la Fiat ha usato mezzi più decenti di quelli di Berlusconi&C? Forse che la stessa unità d’Italia è avvenuta in modo virtuoso, con mezzi migliori di quelli berlusconiani? Ragazzi, ma l’unità d’Italia è stata fatta con una invasione e con battaglie e guerre di “conquista”, cioè di rapina della terra di altri regni, da quello dei Borboni a quello della Chiesa….

Il lato debole della proposta di D’Alema  è che lui vende – e solo pro domo sua – tutto per il piatto di lenticchie chiamato Berlusconi  Silvio, quando invece la lista degli epurandi dovrebbe essere molto più lunga, dovrebbe infatti comprendere chi gli ha tenuto bordone e si è venduto a lui platealmente. Dovrebbe anche comprendere i Berlusconi in blocco, onde evitare che con i Berlusconi Piersilvio, Marina, ecc., si faccia ciò che non si è fatto con gli Agnelli, cioè  una dinastia politica che regna usando i suoi molti quattrini, accumulati spesso a spese dello Stato o con modi non sempre encomiabili. Se il Chiavaliere va a Caprera, o meglio a villa Certosa nel golfo di Marinella, ma restano i Dell’Utri e i boss di Mediaset, siamo al solito gattopardismo nazionale del cambiare tutto per non cambiare nulla.

Su tutto questo campeggia la figura del nostro presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Del quale più volte abbiamo già detto. Ma sul quale c’è ora da aggiungere e riconoscere che ha fatto passi da gigante. Per bollare come aggressione a Berlusconi il gesto di un matto come Tartaglia – per giunta eddebitandolo pure lui chissà perché al “clima politico” – è stato fulmineo: non ha aspettato qualche decennio come nel caso dell’aggressione dell’Urss all’Ungheria, che anziché lesionare addirittura due o tre denti e un setto nasale fece solo qualche decina di migliaia di morti, e non s’è neppure voltato dall’altra parte come nel caso della mattanza israeliana a Gaza.
Viva l’Ittaglia! E buon Natale a tutti.

585 commenti
« Commenti più vecchi
  1. ber
    ber says:

    Incominciamo con il fare le primarie via Internet.
    Suggeriamo a questi signori,” chiusi nei palazzi romani” che ci sono degli ingegneri che possono fare le infrastrutture meglio di Scaioia,avvocati,migliori dell’azzeccagarbuglio,…etc,…etc…

    insomma spingere dal basso le” riforme che vuole il popolo”,…
    non quella che voleva il Craxi e sta portando avanti il bauscia.

    Ho letto un’articolo di Giglioli su Craxi molto istruttivo,…la dice lunga sui “milanesi riformisti”,….è ora che anche il mezzoggiorno si svegli….
    Buongiornoatutti,Ber

  2. Linosse
    Linosse says:

    L’Italia imbiancata,neve al nord e al sud
    Come è il detto?
    Già,già
    PIOVE GOVERNO LADRO
    e quando nevica?
    NEVICA GOVERNO…
    Ma che GOVERNO,forse abbiamo un governo?
    Insomma nevica
    L.

  3. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Il pazzoide s’è espresso!

    Stabilire che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla.

    La riforma della Costituzione non dovrà riguardare solo la seconda parte della Carta ma anche la prima.

    A partire dall’articolo 1

    Renato Brunetta, ministro,

    2 gennaio 2010

  4. Anita
    Anita says:

    x Ber -#542

    Caro Ber,

    conosciamo bene El Niño e La Niña, sono importanti variazioni periodiche della temperatura dell’Oceano Pacifico orientale.

    Le nostre variazioni climatiche sono regolate da questi due fenomeni, che si alternano ad intervalli di circa 5 anni…o meno.

    Negli anni del El Niño gli uragani e disastri naturali sono piu’ frequenti.

    El Niño e La Niña portano conseguenze sul clima di tutto il pianeta e in particolare su quelli della zona centro-occidentale dell’America.

    Ma noi parlavamo delle sabbie del Sahara che vengono dalla parte opposta.

    Buon Anno anche a te.
    Anita

  5. Shalom : a proposito di Fiamma Nierenstein, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera del  parlaneto italiano
    Shalom : a proposito di Fiamma Nierenstein, vicepresidente della Commissione Esteri della Camera del parlaneto italiano says:

    Bene Italia su rapporto Goldstone all’ONU: così si aiuta la pace

    Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein, Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera

    “Purtroppo, come era prevedibile, dopo il Consiglio per i Diritti Umani, ieri anche l’Assemblea Generale dell’ONU ha votato, grazie alla solita maggioranza automatica data dal connubio tra Paesi Islamici e del Movimento dei Non Allineati, una risoluzione di sostegno al rapporto Goldstone sul conflitto del gennaio scorso tra Israele e Hamas.

    Tale rapporto, l’abbiamo ribadito più volte, fornisce una visione unilaterale e ingiusta di un conflitto che Israele ha cercato a lungo di evitare e che ha dovuto affrontare infine perché Hamas da Gaza bombardava incessantemente, da quasi dieci anni, i suoi civili, sconvolgendo la vita del sud del paese.

    44 paesi si sono astenuti, 18 hanno votato contro e l’Italia è tra questi ultimi. Mi congratulo quindi con la delegazione italiana all’ONU che ha saputo capire come aiutare veramente il processo di pace. Infatti, se si preclude a Israele il diritto all’autodifesa, le si impedisce di affrontare con le dovute garanzie di sicurezza il percorso delle concessioni territoriali che, come nel caso di Gaza nelle mani di Hamas da quando Israele si è ritirata nel 2005 o come il Sud del Libano in ostaggio di Hezbollah, la mettono di fatto in pericolo di vita”.
    ———————————–

    Il cinismo, l’ipocrisia e il doppiopesismo di questa tizia parlano da soli. E parla da solo anche il fatto che nessun giornale e nessuna televisione italiana abbiano mai dato notizia del voto italiano all’Onu contrario al rapporto Goldstone. Contrario cioè ai fatti e alla verità.
    Shalom

  6. Shalom : ecco come Fiamma Nierenstein, si strappa i capelli per i diritti umani in Iran, lei che supporta con forza chi calpesta quelli dei palestinesi
    Shalom : ecco come Fiamma Nierenstein, si strappa i capelli per i diritti umani in Iran, lei che supporta con forza chi calpesta quelli dei palestinesi says:

    IRAN: NECESSARIO INTERVENTO COMUNITA’ INTERNAZIONALE
    lunedì 28 dicembre 2009 – 1 commento

    Dichiarazione dell’On. Fiamma Nirenstein (Pdl), Vicepresidente della Commissione Esteri della Camera

    “In questi momenti, con incredibile sprezzo del pericolo, i giovani e i dissidenti iraniani tutti stanno dimostrando il loro desiderio di libertà di fronte alla spietatezza della repressione messa in atto dalle Guardie della Rivoluzione Islamica. La preoccupazione che deriva dalla mancanza di informazioni, a causa della censura governativa, su quanto sta avvenendo nelle piazze iraniane, aumenta di fronte al fatto che fonti iraniane ci dicono che il numero reale delle vittime, dei feriti e degli arrestati tra i manifestanti è ben superiore rispetto alle cifre ufficiali rilasciate dal regime iraniano.
    Inoltre è ormai alle porte il 31 dicembre, la data stabilita dal Presidente Obama come nuova scadenza per la valutazione di una più dura politica di sanzioni da parte del gruppo 5+1.
    In queste ore è quindi quanto più necessario che gli Stati Uniti e l’Unione Europea intraprendano subito una seria e determinata politica che costringa il governo di Ahmadinejad a piegarsi alla volontà del popolo iraniano, che da mesi chiede un cambiamento radicale.
    Auspichiamo che un forte segnale da parte della comunità internazionale possa spostare l’asse della politica estera iraniana, oggi diretto in maniera sempre più preoccupante verso la corsa agli armamenti atomici e al sostegno del terrorismo internazionale”.

  7. AZ Cecina LI
    AZ Cecina LI says:

    Caro Marco.

    Alla parola DEMOCRAZIA ci si può girare intorno per un anno facendo tripli salti mortali carpiati su forme di governo, di elezione, inventando le più fantasiose “”ingegnerie elettorali”” e non si caverà mai il classico ragno da un buco.
    La risposta però e semplice, per codificarla non servono saggi e trattati di sociologia, basta una vecchia canzonetta del ’72, “La Libertà” di Giorgio Gaber anzi basta la sintesi del solo ritornello, (sostituendo LIBERÀ con DEMOCRAZIA)

    La libertà non è star sopra un albero,
    non è neanche il volo di un moscone,
    la libertà non è uno spazio libero,
    libertà è partecipazione.

    Dove la seconda strofa “… neanche il volo di un moscone,..” si alterna con
    “.. neanche avere un’opinione,”
    “ .. neanche un gesto o un’invenzione,”

    “ Libertà è PARTECIPAZIONE. Appunto la risposta è TUTTA li in quella parola estremamente semplice ma anche estremamente faticosa da praticare PARTECIPAZIONE.
    Il fatto che la Democrazia è e sarà sempre imperfetta non ci esime dal fare tutto il possibile perché sia meno imperfetta, e la sola strada che conosco è convincere quanta più gente possibile che, tanto per restare in chiave canzonettistica, “la storia siamo noi” (De Gregori)

    Antonio antonio.zaimbri@tiscali.it

  8. E mo'? Che si fa senza più punto G?
    E mo'? Che si fa senza più punto G? says:

    “Il punto G è solo fantasia”
    Scienziati scatenano la polemica
    Per la ricerca pubblicata dal Journal of Sexual Medicine, il fulcro del piacere femminile è una leggenda. I risultati sono stati ottenuti studiando 900 coppie di gemelle

    LONDRA – Il punto G esiste, il punto G non esiste. M’ama non m’ama. La zona erogena più discussa del pianeta, adesso è stata di nuovo messa in discussione. Ad affermare che sia frutto dell’immaginazione di alcuni stavolta è un gruppo di scienziati del King’s College di Londra guidati dal ricercatore Andrea Burri. Secondo loro non esistono prove certe del punto erogeno che resta più probabilmente frutto della fantasia della donna. La ricerca, pubblicata dal Journal of Sexual Medicine, sostiene che il fulcro del piacere femminile sarebbe un mito propagandato dalle riviste e da alcuni terapisti.

    “Alcune donne sostengono non solo di avere il punto G, ma anche che la sua maggiore o minore attività sia dipendente da fattori come la dieta o l’esercizio fisico. In realtà è praticamente impossibile trovare prove tangibili dell’esistenza di questo punto erogeno” ha spiegato Tim Spector, docente di Epidemiologia genetica e coautore della ricerca inglese.

    La conclusione dei ricercatori si basa sul risultato di un sondaggio effettuato su oltre 900 coppie di gemelle britanniche, mono o eterozigoti. Nonostante i gemelli identici condividano i geni, infatti, durante lo studio all’interno delle coppie di gemelle identiche sono emerse forti differenze tra le donne che affermavano di avere il punto G e le loro sorelle gemelle identiche che dicevano di non averlo.

    “Questo è di gran lunga il più grande studio mai effettuato sull’argomento – ha detto Burri – e dimostra abbastanza definitivamente come l’idea di un punto G sia del tutto soggettiva. Spesso quella che viene considerata l’assenza del punto G è un modo per dare una spiegazione alle sensazioni di inadeguatezza o scarso rendimento sessuale. Non si può affermare l’esistenza di qualcosa che non è mai stato realmente individuato”.

    Il punto Gräfenberg, o punto G, è stato chiamato così in onore del ginecologo tedesco Ernst Gräfenberg, che lo descrisse per la prima volta oltre 50 anni fa, e recentemente, proprio in Italia, nuove ricerche sembravano aver reso possibile la sua individuazione utilizzando scanner a ultrasuoni. Contro la ricerca inglese si è subito espressa la sessuologa Beverley Whipple, che da sempre avvalora l’idea del punto G. Secondo il suo giudizio lo studio dei ricercatori del King’s College “è pieno di crepe”: avrebbero ignorato le esperienze delle lesbiche o delle donne bisessuali ed errato nel considerare gli effetti di avere differenti partner sessuali con differenti tecniche amatorie.

    Contro la ricerca anche Emmanuele Jannini, ricercatore e docente di sessuologia medica all’università dell’Aquila, che il punto G l’ha proprio fotografato. A prova del suo scetticismo, Jannini punta il dito su alcuni aspetti deboli dello studio londinese. “Non è detto che il punto G abbia un’origine genetica – spiega – e non sia piuttosto legato a una differente esposizione agli ormoni durante la vita fetale, diversità che può sussistere anche tra gemelli. A maggior ragione considerando che il clitoride è tra gli organi più sensibili al testosterone”. Con questo il sessuologo riapre la questione che, a suo avviso, la ricerca inglese non ha risolto. E aggiunge così un altro tassello per sollevare ulteriori, amletici, dubbi.
    —————————————————–

    E mo’ so’ Ratzy a Maryssymy!

  9. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Spero di sbagliarmi ma mi sembra che la fiammetta sia la moglie o compagna dell’ippopotamo-spia-della-cia che dirige Il Foglio.
    Se tanto porta tanto, figuriamoci..
    C.G.

  10. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Dici bene, caro Antonio: libertà è partecipazione.
    Togliamo il diritto di voto a chi non partecipa. Il voto non è uno strumento di culto ma uno strumento di amministrazione. Deve essere dato in mano a chi abbia qualche cognizione di amministrazione, qualche minima competenza e, soprattutto, capacità di partecipare a un progetto in maniera attiva. Il voto di massa è esposto fortissimamente a manipolazioni di tipo pubblicitario, emotivo, mafioso. I risultati li abbiamo sotto gli occhi e a me non piacciono.

  11. marco tempesta
    marco tempesta says:

    La moglie del direttore del Foglio è di origini biscegliesi.
    Come dire che i biscegliesi stanno dappertutto.

  12. Peter
    Peter says:

    mi aspettavo che Marco T. ci facesse sapere, dall’alto della vetta della torre antica del campanile di Bisceglie, che i marinai baresi che andarono in Antiochia nel 1087 a prelevare le spoglie di S. Nicola erano in realta’ (secondo lui) biscegliesi doc. O almeno lo era il nostromo, o il capitano, o il nocchiero…

    Peter

  13. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Cerutti Gino

    Fiamma Nierenstien matrimonialmente non c’entra nulla. La moglie dell’Arcitaliano Ferrara Giuliano, ingaggiato dalla Cia mentre invece suo padre aveve rifiutato ingaggi del Kgb a Mosca, è la signora Selma Dall’Olio. Selma e non Anselma come molti scrivono. Figlia di un immigrato pugliese negli Usa, firma – o firmava, non ho mai letto Il Foglio – sul giornale del marito (e della moglie di Berlusconi) con il logo di un cagnolino. O meglio, della cagnolina che ha preso il posto del cane lupo con il quale Ferrara viveva a Torino quando, raccomandato da Giuliano Pajetta, anziché essere spedito a far gavetta nel partito partendo dal basso venne spedito a fare il responsabile del PCI delle fabbriche di Torino! Fiat compresa. Solo perché era figlio di papà: figlio cioè di Maurizio Ferrara, ex corripondente da Mosca de L’Unità e poi presidente della Regione Lazio.
    Il resto è storia nota. Non quanto sarebbe opportuno, però…. Trovi tutto scritto nel mio libro “L’Arcitaliano Ferrara Giuliano”, edito dalla Kaos.
    Un saluto lambrettesco.
    pino
    P.S. Se poi Ferrara scaldi la propria intimità alla Fiamma non saprei dire. Ma insomma so’ cavoli privati loro. A spingere Ferrara sulla via non di Damasco ma di Tel Aviv, dirottandolo dalle vie di Beirut e da Sabra e Chatila, è stata la mogliera Selma. A sua volta “forgiata” dalla propria madre. La matrilinearità non è meno condizionante della patrilinearità.

  14. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Per Peter, 562:
    potrebbe essere l’inverso. Poichè c’è un’antica famiglia barese di marinai ed armatori, stabilita a Bisceglie da lungo tempo, nulla esclude che qualche loro capostipite abbia avuto un ruolo nella faccenda in questione.

  15. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Buono a sapersi.
    Credevo davvero che fosse la moglie e mi sbagliavo. Comunque sia, la fiammetta e l’ippopotamo rimangono culo e camicia.
    Due pennivendoli, in gergo.
    C.G.

  16. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Se vogliamo mantenere il voto di massa (è un’opzione percorribile, benchè
    sconsigliata), dobbiamo entrare come competitors, ovvero comportarci come in
    regime di concorrenza commerciale. Dobbiamo offrire un prodotto allettante,
    renderlo decisamente appetibile come costi e possibilità di realizzazione in
    tempi rapidi. Soprattutto, dobbiamo cercare di conquistare non tanto la
    clientela altrui, ma i tantissimi che non comprano perchè non trovano la merce
    adatta.
    In termini politici, una drastica moralizzazione della politica, un
    abbattimento dei costi, una partecipazione estesa ( tramite internet) alla
    maggior parte di gente possibile, un tuffo nella creazione di posti di lavoro
    meritocratici di iniziativa statale (informatizzazione spinta, tecnologie
    verdi, organizzazione commerciale di riferimento, esempi giusto per dare una
    minima idea di partenza), una campagna pubblicitaria ben studiata e mirata, al
    di fuori delle logiche strategiche di partito. Chi dovrebbe farlo? Qui viene il
    bello: organizzazioni apartitiche trasversali, composte di ‘cervelli’
    propositivi e concreti. E’ un’idea che in questo blog è già stata espressa da
    altri e credo sia un’idea vincente. Le organizzazioni apartitiche dovrebbero
    nascere tra i giovani, ma sorge il problema dei soldi: la politica attiva
    necessita di denaro che i giovani non hanno. Allora? Sponsors commerciali. La
    Coop, per esempio.
    E’ una via percorribile. Che poi ci sia gente in grado di innescare il
    meccanismo e di camminare senza infangarsi, è tutto da vedere.

  17. gv x tempesta
    gv x tempesta says:

    Caro Tempesta

    le rispondo solo brevemente perchè oggi ho poco tempo, ma spero di averne in futuro.

    Guardi che anche il meglio del pensiero economico capitalista sta mettendo fortemente in dubbio il mercato come migliore sistema di allocazione delle risorse e la “concorrenza” come base di un meccanismo di selezione del meglio.
    In relatà si osserva dalle più parti che sarebbe assai auspicabile un sistema di “cooperazione” e “correlazione” nel regolare i rapporti tra le persone: quelli di scambio economico e non solo.
    Lei mi sembra un po’ prigioniero di una logica neoliberista che ha semplicemente fatto il suo tempo.
    Perintenderci, nonostante quanto auspicato da molti, il mercato non si è affatto rivelato il miglio sistema di selezione di qualità.
    Anzi: i dati dimostrano come per esempio la crescita reale negli US dal 1999 al 2009 sia zero.
    non ci credete? andate a leggervi Paul Krugman: era tradotto su repubblica di aluni giorni fa e il suo column in inglese lo trovate qui:
    http://www.nytimes.com/2009/12/28/opinion/28krugman.html?_r=1
    e in italiano qui (se funziona)
    http://rassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=search&currentArticle=P1497

  18. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Fiamma Nirenstein e’ sposata con un ufficiale Israeliano.
    E’ nata a Firenze.

    Ogni tanto leggo articoli su quotidiani che ricevo online.

    Anita

  19. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Ahh, adesso capisco meglio certe cose. Qualche mese fa ho sentito una sua intervista a Radio radicale nel corso della quale ha parlato molto bene Ehud Barak (o di Bibi Netanyahu? No, credo fosse Barak) dicendo che era un bravo ragazzo perché da giovane alle gite scolastiche, dipinte più come una esercitazione che come una gita, portava gentilmente lo zaino a sua cugina (sua di Nierentein). Stavo guidando l’auto e ho avuto un sobbalzo quando per magnificare Barak ha detto le seguenti parole: “Era un vero ragazzo di kibbuz, cresciuto con la zappa in una mano e il fucile nell’altra”. Il sobbalzo è dovuto al fatto che m’è venuto in mente il “libro e moschetto” di mussoliniana memoria. Insomma, direi proprio “No bbuono”.
    Forse il fatto che la Camera del parlamento italiano abbia un tale vicepresidente della commissione Esteri dovrebbe far riflettere. Che succederebbe se Nierenstein fosse invece una musulmana sposata a un ufficiale siriano o iraniano o a un ufficiale della polizia dell’Autorità nazionale palestinese? Scoppierebbe uno scandalo e dovrebbe dimettersi di corsa, stando anche bene attenta all’uscire e al rientrare a casa di non trovare qualche “padano” davanti al portone. Stiamo diventando un Paese ben strano.
    Mi è stato detto che a suo tempo Nierenstein è stata responsabile dell’Ufficio culturale italiano in Israele, e che più d’uno non capiva bene se tifasse per la cultura italiana in Israele o per quella israeliana in Italia. Io l’ho conosciuta – molto poco – quando era in redazione de L’espresso a Roma assieme a Gad Lerner. Oltre all’evidente antagonismo con Gad, da primadonna piuttosto presuntuosa, era chiaro anche a un cieco che si riteneva molto superiore a chicchessia.
    Mi fermo qui ed evito i commenti. Mi limito a far notare che la definizione di “Partito dell’Amore” di Berlusconi fa proprio ridere i polli, pieno com’è di gente che non vede l’ora di diventare un condottiero… O almeno di menare le mani. Armate, ovviamente.
    Un saluto.
    pino

  20. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Soprattutto noi di IDV non possiamo più aspettare il tuo silenzio, rispetto alle mille richieste che ti vengono da più parti circa il ruolo e la costruzione della coalizione del centrosinistra che hai in mente. E’ una coalizione che vuoi realizzare o no anche con Italia dei Valori? O pensi che siamo buoni solo in occasione delle varie elezioni per poi continuare a trattarci come appestati? Davvero anche tu pensi che il tipo di opposizione che fa IDV al Governo – opposizione che noi intendiamo continuare a fare con parole chiare ed in modo determinato ed inequivocabile – aiuti Berlusconi? Se è così, ebbene sappi che noi di IDV siamo invece convinti che siano le continue accondiscendenze ed i continui tentennamenti del vostro modo di fare opposizione (da signorini primi della classe che solo loro capiscono tutto) a creare sconcerto ed incertezze nell’elettorato.
    ——————————-
    E’ una parte della lettera aperta di Di Pietro a Bersani.
    Attendiamo risposta.

  21. marco tempesta
    marco tempesta says:

    Caro Pino, sai bene che apprezzo grandemente la tua attenzione e generosità verso i deboli e gli oppressi. Generosità che in parte è anche la mia. In parte, perchè certe volte i deboli ed oppressi sono tali solo per un rapporto di forze invertito, non certo per indole o tendenza morale. A me i palestinesi non piacciono. O meglio, non mi piace quella parte dei palestinesi che ha in comune con gli israeliani il culto della violenza e della prevaricazione. Non dimentichiamo il comportamento dei palestinesi in Libano negli anni ’70 e in Giordania, stesso periodo. Io sto male per gli omosessuali impiccati in Iran, sto male per il trattamento che viene inflitto alle donne in gran parte del mondo, non sto male invece per chi fa della violenza la sua religione. In Israele esiste una gran quantità di persone che vorrebbe la pace, tanto quanto la vorrebbe una gran quantità di palestinesi. Esiste da entrambe le parti una minoranza che, per interessi personali, sacrifica le esigenze delle persone miti, incurante degli effetti devastanti delle proprie azioni. In Palestina, tu mi insegni, l’unico periodo di pace duratura risale a re Salomone. A questo punto, sono dell’opinione che qualsiasi tentativo proveniente dall’esterno non abbia alcuna probabilità di pacificare quell’area. Dovremo aspettare che il petrolio perda d’importanza, il chè avverrà tra non molto ( decine d’anni, non centinaia), per poter sperare in un cambiamento d’importanza strategica di certe aree ( non dimentichiamo il Caucaso, per favore). Io punterei fortemente nello sforzo di spingere il più fortemente possibile la proliferazione delle energie alternative, per ottenere una possibilità di pace nelle aree di interesse petrolifero. L’Africa avrebbe enormi potenzialità di sviluppo, se solo si puntasse al solare termico nelle aree desertiche. Un’Africa sviluppata tecnologicamente porterebbe il vantaggio di migliorare enormemente la qualità di vita degli africani, con tutto ciò che ne consegue, nonchè di aprire all’Occidente un nuovo enorme mercato. Conviene a tutti tranne che ai petrolieri.
    E’ contro di loro che dovremmo combattere, ancor prima che con le prepotenze dei vari Hitler che imperversano in Asia e in Africa.

  22. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Per carità! Del sito della signora non sono mai riuscito a guardare neppure la home page, tanto trasuda “amore” (!)….
    Mi è stato fatto notare che, guarda caso, il signor hviggino è un fan su Facebook della signora in questione. Come dice il proverbio, Dio li fa e poi li accoppia.
    Buona serata.
    pino

  23. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Marco,
    la democrazia italiana – pur zoppa e monca com’è, a dimostrazione del fatto che si tratta di una merce estremamente delicata, difficile da trovare ed ancor più difficile da trasportare – funziona sempre meglio della dittatura.
    Direi anzi che, per certi versi, noi stiamo pagando ancora ora i debiti verso la dittatura fascista che in soli vent’anni ha del tutto annullato i progressi della troppo breve età giolittiana. Ad esempio le disfunzioni della Pubblica Amministrazione, il fatto che per tanti funzionari pubblici il lavoro sia una specie di sinecura, sono il prodotto del fascismo perché quel criminale del Truce ha dovuto collocare i suoi manutengoli, molti ex-arditi diventati squadristi e del tutto incapaci di adattarsi alle necessità ed ai doveri della vita civile, nella Pubblica Amministrazione perché costoro non facessero danni ancora più gravi. A dimostrazione del fatto che i nodi prima o poi vengono sempre al pettine …..
    Ed anche l’oligarchia parlamentare che ha retto il paese fino alla fine dell’Ottocento ha dato risultati sicuramente peggiori della democrazia attuale, che quanto meno non ha tra i suoi eroi il generale Bava Becaris, medaglia d’oro al valor militare!
    Il fatto è che tu, come in generale gl’ittagliani, non studi e quindi non conosci la storia, quindi bonsai da dove veniamo ed attraverso cosa siamo GIA’ passati.
    Io non difendo questo paese ma tuttavia il fatto che ci sia ancora un certo equilibrio di poteri rende il sistema diverso e migliore di un sistema totalitario, che sarebbe poi quello che vorrebbe instaurare il Banana, cui ti unisce un identico disprezzo per la democrazia. Quanto meno ci sono delle regioni che hanno amministrazioni decenti. Ed anche dove le amministrazioni, nella fattispecie di sinistra, funzionano male come in Campania, sono comunque meglio di quelle di destra.
    Tu non sei un reazionario, caro Marco, sei un confusionario anarcoide che confonde i propri voli pindarici con la realtà. Insomma sei un artista, irrazionale, anche in politica.
    Un caro saluto e tanti auguri di buon anno. U.

  24. marco tempesta
    marco tempesta says:

    No, caro Uro, il mio non è disprezzo verso la democrazia. E’ disprezzo verso ‘questa’ democrazia, che di fatto democrazia non è.
    Il popolo non conta niente, in ‘questa’ democrazia, Che, quindi NON è democrazia. Se fosse demo-crazia sarei ben contento. Non lo è. Il ‘demos’ conta, nel nostro caso, quanto il due di briscola. E allora, che ‘crazia’ può fare?
    Un caro saluto anche a te.

  25. marco tempesta
    marco tempesta says:

    No, caro Uro, il mio non è disprezzo verso la democrazia. E’ disprezzo verso ‘questa’ democrazia, che di fatto democrazia non è.
    Il popolo non conta niente, in ‘questa’ democrazia, Che, quindi NON è democrazia. Se fosse demo-crazia sarei ben contento. Non lo è. Il ‘demos’ conta, nel nostro caso, quanto il due di briscola. E allora, che ‘crazia’ può fare?
    Un caro saluto anche a te. Oltre all’augurio di un anno proficuo e sereno.

  26. Uroburo
    Uroburo says:

    Specialmente dedicato agli estimatori del sistema capitalistico e del neoliberismo. Dall’Anita a Marco, alla Silvy ecc.
    ——————————————–
    ECUADOR, IL PARADISO CANCELLATO DALLA TEXACO
    di Kerry Kennedy
    Sono ancora visibili tracce di paradiso. Dall’alto, la foresta pluviale del nord dell’Ecuador – nota con il nome di Oriente – sembra un arazzo di nebbia argentata punteggiato da chiazze di fogliame verde. Ma sotto il manto di nubi e di vegetazione, la giungla è un groviglio di chiazze nere di petrolio, di torbida fanghiglia e di tubature ossidate. Colonne di fumo sgorgano dal suolo vomitando aria calda che brucia la gola. Le acque di riflusso filtrano nel terreno raggiungendo le acque del sottosuolo per poi passare nei fiumi e nei ruscelli.
    Questo paesaggio da incubo è l’eredità lasciata dalla multinazionale petrolifera Texaco. Tra il 1964 e il 1990 la Texaco (comprata dalla Chevron nel 2001) scavò nella foresta pluviale amazzonica all’incirca 350 pozzi su una superficie di 2.700 miglia quadrate. Ne ricavo più o meno 30 miliardi di dollari di profitti scaricando nei ruscelli e nei fiumi nei quali la popolazione prende l’acqua potabile, pesca, fa il bagno e nuota, 18 miliardi di galloni di liquidi inquinanti, una sorta di miscela tossica di petrolio, acido solforico e altre sostanze cancerogene. Durante la sua attività la Texaco costruì oltre 900 pozzi per la raccolta dei residui petroliferi, alcuni delle dimensioni di una piscina olimpica. Ma a differenza delle piscine olimpiche questi pozzi erano vere e proprie ferite nella Terra. In assenza di muri di cemento atti a proteggere il suolo circostante, le sostanze inquinanti penetrarono nelle acque freatiche…. ecc. ecc. ecc.
    http://www.unita.it/news/mondo/93311/ecuador_il_paradiso_cancellato_dalla_texaco

  27. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x marco tempesta

    Caro marco, a me ancora meno piaciamo noi. Noi che in Europa e in Occidente facciamo finta di volere la pace ovunque, ma in realtà poi puntiamo tutto sulle fazioni più estremiste, in Israele come in Palestina e ovunque. I documenti americani e inglesi desecratati hanno permesso di scoprire “cosa turche”, ma purtroppo americane degli Usa, riguardo il concepimento, la gestazione, la nascita e l’allevamento dei talebani e in genere dell’estremismo islamista. Le cellule cancerogene sono state create dagli Usa, che tramite l’Arabia Saudita ha versato fiumi di danaro in Afganistan FIN DA PRIMA dell’invasione sovietica con due scopi ben precisi: spingere l’Urss all’invasione; 2) farle avere “il suo Vietnam”, come scrisse Brzezinsky all’allora presidente Usa. Poi il cancro si è espanso a macchia d’olio. Ora ne godiamo i frutti tutti, a partire dagli Usa che l’11 settembre hanno visto anche il frutto della gratitudine saudita… E lo stesso Pakistan, ormai minato dal cancro made in Usa.
    Gli gnomi di Wall Street e dintorni hanno piani grandiosi per il Medio Oriente, ma da decenni: è per questo che i palestinesi devono essere spazzati via. Sic et simpliciter. E infatti….
    Lascia stare re Salomone e le altre leggende, tipo “la schiavitù a Babilonia”, “la schiavitù in Egitto” e annesso Mar Rosso con relativa Pasqua: leggiti qualche buon libro, ne bastano tre: uno, piccolo, di Mario Liverani; uno, di 300 pagine, di Giovanni Pettinato; e “Le orme di Mosè” di Israel Finkelstein e Neil Silberman: ne uscirai disintossicato.
    Da quando Napoleone ha invaso l’Egitto sono due secoli che in Medio Oriente invadiamo, sfruttiamo, dividiamo, sobilliamo, stabiliamo che deve avere “un focolare” e chi deve invece andare a farsi fottere. In totale, un gigantesco fallimento: morale, politico, culturale, religioso, civile e ora anche militare. Quanti “11 settembre” abbiamo provocato negli ultimi 200 anni in Medio Oriente? E se applaudiamo gli Usa che al loro 11 settembre hanno reagito come hanno reagito, cioè aggravando i problemi anziché risolverli – il bolo velenoso e nodo da scioglere è infatti sempre quello del destino dei palestinesi – è ben strano e contradditorio – due pesi e due misure, as usual – che ci si meravigli che anche gli altri reagiscano in qualche modo alla miriade di 11 settembre che gli abbiamo procurato noi.

    Caro marco, i fatti sono testardi. Più delle miserabili propagande di parte e dei giornalismi servili. Arti nelle quali eccelliamo.
    Un abbraccio.
    pino

  28. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    Leggiti il libro edito di recente “Guerra alla Terra”. E dire che cita solo tre argomenti. Uno dei quali è la continua sottrazione di acqua ai palestinesi da parte degli israeliani.
    Quello delle varie Texaco è il lato della “modernizzazione” e “globalizzazione” che NON vogliono farci vedere….
    Un abbraccio.
    pino

  29. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Marco,
    nella vita non contano i sogni conta la dura realtà quotidiana.
    Nella dura realtà quotidiana questa specie di democrazia è il massimo di progresso a cui può arrivare il nostro paese per tutto un insieme di ragioni che solo in parte sono responsabilità del popppolo,solo in parte poppolo-bue, ma che rimangono, in grandissima parte responsabilità delle classi digggerenti. Che truffano perfino sul piano elettorale, come dimostrano gli abituali brogli elettorali.
    Qualunque altro sistema sarebbe peggiore di questo, naturalmente anche questo potrebbe essere migliorato ma la nostra classe diggerente, di destra, non lo farà. Quindi facciamo il possibile e teniamo duro.
    Ah… a proposito: lo sapevi che i magistrati italiani lavorano quattro volte di più di quelli tedeschi, almeno confrontando il numero delle cause arrivate e sentenza. Non lo sa nessuno e questo dimostra che il problema non è la magistratura pigra ma i politici, di destra, che non vogliono farla funzionare.
    Un saluto U.

  30. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Le ho risposto in riguardo al suo post # 577, ma non passa.
    Ci provero’ piu’ tardi o domani.

    Anita

Trackbacks & Pingbacks

  1. […] Milano Ittaglia: per metterla in ginocchio non serve il generale … […]

  2. […] Milano Ittaglia: per metterla in ginocchio non serve il generale … […]

I commenti sono chiusi.