In che senso l’Europa unita?

Tre periodi storici di altissima crisi, dovuta a corruzione, conflitti di ceti e classi, abusi d’ogni tipo, portarono in Italia a soluzioni che all’apparenza sembravano convincenti, ma che, alla resa dei conti, si rivelarono peggiori dei mali che volevano combattere.

Il periodo più antico fu quello della tarda repubblica romana, che, dopo l’eliminazione dei Gracchi, dopo le sanguinose guerre sociali e civili e dopo la sconfitta della rivolta di Spartaco, portò alla dittatura degli imperatori, durata mezzo millennio, e non solo in Italia ma in tutta Europa.

Mille anni dopo fu la volta del tardo alto Medioevo, la cui corruzione portò alla nascita della teocrazia pontificia, che durò sino alla riforma protestante e al sorgere degli Stati nazionali europei.

Circa mille anni dopo fu la volta delle dittature nazi-fasciste, che insanguinarono l’intera Europa per tutta la prima metà del Novecento, in risposta alla crisi strutturale dei regimi liberali e parlamentari.

A queste dittature fasciste di tipo cesarista, in cui cioè la mistica del duce dominava incontrastata, si opposero con successo sia la dittatura stalinista, che poteva avvalersi di un apparato statale e di una persuasione ideologica più efficace; sia (con un successo che col tempo si rivelò ancora più grande) la dittatura economica degli Stati Uniti, capaci di applicare allo sviluppo produttivo tutte le principali conquiste tecnico-scientifiche, capaci di fare del consumismo di massa un’ideologia mondiale attraverso un uso spregiudicato dei mass-media e capaci di fare della finanza una potente arma di ricatto mondiale nei confronti dei paesi più deboli.

In tutti e tre i periodi storici non si riuscì a fare altro che sostenere, senza rendersene conto (in un primo momento), le dittature più feroci, nella convinzione che in tal modo le classi privilegiate avrebbero potuto essere meglio controllate. L’illusione di una maggiore democrazia fece nascere le peggiori dittature della storia (cui si possono aggiungere quelle del socialismo reale, che sfruttarono il declino del tardo feudalesimo dei loro paesi).

Dunque quale può essere oggi l’illusione popolare in grado di far nascere in Europa una potente dittatura, che sia molto più efficace di quella bonapartista dei vari Mussolini, Hitler, Franco, Pétain…

L’illusione può essere solo questa: i parlamenti nazionali non sono in alcun modo in grado di risolvere i problemi economici e i conflitti sociali, dunque ci vuole un unico parlamento sovranazionale, un vero parlamento europeo dotato di tutti gli effettivi poteri di uno Stato centralizzato.

Così, invece di sviluppare la democrazia diretta, la democrazia sarà ancora più delegata; invece di sviluppare l’autogestione, saremo completamente eterodiretti, invece di sviluppare l’autoconsumo, resteremo totalmente in balìa dei mercati e delle borse mondiali. Si farà di un Superstato democratico un Leviatano mai visto. E questo nella convinzione di realizzare una maggiore uguaglianza.

Alla luce dei precedenti storici, è evidente che per poter arrivare a questo saranno necessari rovinosi crolli di borsa, un generale impoverimento economico della società, un’acuirsi della corruzione e naturalmente una sanguinosa guerra civile.

Gli Stati nazionali scompariranno e tutto verrà gestito da un unico organismo europeo, i cui nuovi burocrati non mancheranno di dire che solo in tal modo saremo in grado di fronteggiare meglio il globalismo aggressivo della nuova superpotenza cinese.

3 commenti
  1. Enrico Galavotti
    Enrico Galavotti says:

    Noi europei dovremmo prepararci all’idea che le dittature nazifasciste sono state solo delle prove generali per le future e irreversibili dittature.
    Il loro limite è stato nell’eccessivo cesarismo (la nostra cultura in fondo è sempre stata individualistica). Ci vogliono dittature più spersonalizzate e, proprio per questo, più temibili e più granitiche. Ci vuole qualcosa che prescinda dagli inevitabili limiti del singolo duce.
    Lo stalinismo ebbe la meglio perché in un certo senso era una forma di dittatura più sofisticata, legata non soltanto al duce ma anche allo Stato, all’ideologia, alla burocrazia… (che nell’Europa orientale, di religione ortodossa, han sempre avuto un certo peso sin dai tempi dell’impero bizantino).
    Quella stalinista (che poi in realtà continuò fino a Gorbaciov) era una dittatura che si avvaleva di strutture apparentemente democratiche (quelle strutture che il nazifascismo aveva soppresso).
    Se ci pensi gli imperatori romani rappresentavano un sistema che si autoriproduceva anche quando gli imperatori erano del tutto folli e megalomani. In fondo son stati quasi tutti assassinati, ma questo non ha impedito che l’impero durasse per mezzo millennio, con una ferocia inusitata.
    Se i conti tornano, il capitalismo futuro, quello dittatoriale sotto la maschera della democrazia, dovrebbe durare all’incirca mezzo millennio. Secondo me però un paese come la Cina è più adatto al nuovo capitalismo, poiché nella loro cultura l’individuo singolo, rispetto alle istituzioni, ha sempre contato poco.
    D’altra parte i più grandi imperatori romani non avevano nulla a che fare con l’aristocrazia: Diocleziano, p.es., era addirittura figlio di due liberti.
    ciaooo

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