I patiti delle esecuzioni capitali. Non sono solo gli Usa a non dimenticare…
Le polemiche sulle foto di Bin Laden morto da mostrare o no stanno assumendo toni surreali. Strano che nessuno ricordi che nel ’79 quando l’allora direttore de L’Europeo Giovanni Valentini pubblicò le foto del cavadere di Aldo Moro sottopposto ad autopsia venne sanzionato dall’Ordine dei giornalisti. Le foto erano state ritenute infatti non solo raccapriccianti, ma anche una profonda mancanza di rispetto, se non vilipendio, sia del morto che della sua famiglia. L’attuale polemica sulle foto del cadavere di Bin Laden è particolarmente surreale in Italia, Paese nel quale – nonostante le promesse e le minacce di qualche ministro di pubblicarle per far diminuire il nostro record europeo di morti sull’asfalto – il governo le foto dei cadaveri degli incidenti d’auto, specie di quelli con incendio delle vetture, NON le pubblica da nessuna parte, né su giornali né in televisione. L’Italia è anche il Paese nel quale il sindaco di Milano “capitale morale” (?) d’Italia, signora Letizia Moratti, riesce a far sparire i cartelloni pubblicitari con la foto shockante di una ragazza anoressica nuda, foto scattata la Oliviero Toscani per una campagna contro l’anoressia che pure miete vittime. Tant’è che di recente è morta, per anoressia spinta alle estreme conseguenze, proprio la modella di quella foto.
Pubblicare le foto per convincere il pubblico che Osama è davvero morto serve a poco: negli Usa c’è gente convinta che Elvis Presley non sia affatto morto. Gente che non c’è prova provata che la possa convincere. Fiato sprecato. Foto pure.
Trovo sbalorditivo, di pessimo gusto e segno di inciviltà, il dilagare di festeggiamenti e gadget negli Usa. Posso capire il tirare un sospiro di sollievo, magari anche una certa soddisfazione data l’ecatombe dell’11 settembre, ma questa specie di carnevale di Rio su quello che è pur sempre un omicidio, anzi più d’uno, per giunta compiuto in mezzo a un nugolo di familiari, mogli e figli piccoli, non fa onore a nessuno. Non si tratta di fare il facile moralista né di fare paragoni con chi festeggia l’abbattimento delle Twin Tower, però c’è uno zoccolo duro di cittadini Usa che quando c’è una esecuzione capitale gode e ci tiene a farlo in pubblico. Vittorio Zucconi ha scritto più di un reportage raccapricciante sui patiti della sedia elettrica che radunati davanti al carcere delle esecuzioni esibivano T-shirt con la scritta “Friggi maledetto!”ongi volta che nel carcere ammazzavano qualcuno con la sedia elettrica.
Mi colpisce anche che i nostri giornali tra un articolo e l’altro sull’uccisione di Bin Laden e annessi cadaveri malconci pubblichino inserzioni pubblicitarie su beni di consumo pregiati, preferibilmente con foto di modelle piuttosto svestite. Cadaveri e bonazze. Morte e fica consumista. Variazione postmoderna di eros e thanatos?
Del dibattito negli Usa sull’uccisione di Bin Laden colpiscono le dichiarazioni di quei politici e militari secondo i quali si è trattato di “una operazione legale e perciò legittima perché ha rispettato le leggi degli Stati Uniti”. Strana affermazione, visto che l'”operazione” non si è svolta sul suolo degli Stati Uniti, ma in una Paese sovrano distante migliaia di chilometri e dotato di proprie leggi, ben diverse da quelle degli Usa. Le affermazioni di quei politici e militari Usa pare non tengano in nessun conto dell’esistenza del Pakistan… E’ ammissibile?
Obama ci ha tenuto a dichiarare che “L’America non dimentica”. Se è per questo, nessuno dimentica i torti subiti: dagli africani schiavizzati ai “pellerossa” eliminati, fino ai palestinesi cacciati dalle loro case e dalle loro terre. I libici, per esempio, di sicuro non dimenticano le migliaia di loro patrioti che abbiamo deportato e lasciato crepare di fame e malattie alle isole Tremiti quando li abbiamo invasi. Non credo che gli indigeni delle Americhe, da quelli del Canadà a quelli di Ushuaia, dimentichino i torti e le angherie subite…
So di toccare un tasto pericoloso, ma è un fatto che gli unici Stati che vanno a “farsi giustizia” armi alla mano anche in Stati altrui sono gli Usa e Israele. Quando certe cose le fanno gli altri, per esempio la Bulgaria con il famoso “ombrello bulgaro” dalla punta avvelenata per uccidere un dissidente a Londra, o la Libia per sbarazzarsi a revolverate di qualcuno a Roma o il Cile di Pinochet che fa assassinare esponenti in esilio, allora le proteste si sprecano. Anche l’Italia ha avuto i suoi problemi con un’altro Stato, l’Austria, che proteggeva i terroristi altoatesini responsabili negli anni ’60 di non pochi morti, compresi militari della Finanza. Non per questo l’Italia s’è sognata di bombardare Vienna. E che dire di Cuba dopo il tentativo degli Usa di rovesciarne il governo facendo invadere l’isola ai fuorusciti fascisti armati e organizzati a Miami e portati a sbarcare sulla spiaggia cubana della Baia dei Porci? Fidel Castro doveva bombardare Miami o la Casa Bianca?
Forse ognuno di noi nei panni di Obama avrebbe fatto anche di più e di peggio. Però credo ci sia da riflettere su come vanno le cose e soprattutto sulle tifoserie che le accompagnano. Poiché infatti non siamo alla stadio e quella cui assistiamo non è una partita di calcio o di baseball, certe tifoserie spingono a esiti spesso molto tragici. Basta sfogliare qualche libro di Storia per accorgersene.
Termino pubblicando la traduzione in italiano dell’articolo scritto sulla pagina FaceBook della scuola militare Burn Hall, vicina di casa di Bin Laden ad Abbottabad, dal giornalista Hamid Mir che ha vissuto con Bin Laden per intervistarlo più volte e scrivere un libro sulla sua vita. L’articolo non sempre è credibile. Alla fine ne elenco i passi che non convincono.
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L’Osama bin Laden che ho conosciuto
Hamid Mir 3 Maggio 2011
http://www.thenews.com.pk/TodaysPrintDetail.aspx?ID=5713&Cat=13&dt=5%2F3%2F2011
“Io sono il figlio di un padre ricco, potrei aver passato la mia vita nel lusso, in Europa e in America, come molti altri sauditi. Invece, ho imbracciato le armi e sono andato nelle montagne afghane. Era il guadagno personale a spingermi a trascorrere la mia vita all’ombra della morte? No! Svolgevo un obbligo religioso, minacciando la Jihad contro i nemici dei musulmani. Non importa se morirò nell’assolvere questo compito, un giorno la mia morte e quella di altri come me, risveglierà milioni di musulmani dall’apatia”.
Queste parole me le disse Osama bin Laden una mattina di marzo, nel 1997, in una caverna di Tora Bora, tra le montagne dell’Afghanistan orientale. Ero il primo giornalista pakistano a intervistarlo. Nel maggio del 1998 lo incontrai una seconda volta in un rifugio vicino all’aereoporto Kandahar. Parlò più volte della possibilità di morire. Durante la nostra lunga conversazione, mi disse: “Si, lo so che il mio nemico è molto potente, ma lascia che ti assicuri: potranno anche uccidermi, ma non mi prenderanno vivo”. Ricevetti un suo messaggio poche ore dopo gli attacchi del 9/11, in cui lodò coloro che li avevano realizzati, ma non ne accettò mai la responsabilità. La cosa mi lasciò confuso. Provai a incontrarlo di nuovo. Mi arrischiai a entrare in Afghanistan nel novembre del 2001, quando gli aerie da Guerra americani già prendevano di mira Al Qaeda e i Talebani da Jalalabad a Kabul.
Fui abbastanza fortunato da incontrarlo per la terza volta la mattina dell’8 novembre 2001. Fui il primo e l’ultimo giornalista a intervistarlo dopo il 9/11. Bombardamenti intensi stavano colpendo dentro e fuori la città di Kabul. Egli mi accolse con un sorriso e mi disse: “L’ultima volta [che ci siamo visti] ti ho detto che il nemico può uccidermi, ma non può catturarmi vivo. E sono ancora vivo”. Dopo l’intervista, disse: “Ricorda le mie parole, Hamid Mir, possono uccidermi in qualunque momento, ma non possono catturarmi vivo; possono cantare vittoria solo se mi prendono vivo, ma se dovessero catturare il mio cadavere, sarà per loro una sconfitta e la Guerra contro gli americani non finirà neanche dopo la mia morte. Combatterò fino all’ultima pallottola enl mio fucile, il martirio è il mio sogno più grande e creerà molti altri Osama bin Ladens”.
Osama ha mantenuto la promessa. Non si è mai arreso. Il presidente degli Usa Barack Obama ne ha finalmente annunciato la morte il 2 Maggio 2011. LE’ la notizia più clamorosa del 2011 per gli americani, ma i simpatizzanti sono soddisfatti che Osama bin Laden non sia stato preso vivo, o gli americani l’avrebbero umiliato come fecero con Saddam Hussain. Per me è stata una grande sorpresa venire a sapere che l’uomo più ricercato del mondo si nascondesse in una città del Pakistan, Abbotabad, quartier generale dell’Accademia Militare Pakistana (PMA), nella stessa zona in cui l’intelligence pakistana ISI aveva fatto delle ricerche e arrestato Aby Faraj al Libbi nel 2004, ma si era lasciata sfuggire il genero Osama (scappato a Mardan, dove l’ISI lo catturò dopo poche settimane).
Si è venuti a sapere che gli americani hanno condotto le operazioni senza informare la controparte pakistana. Due elicotteri americani Chinook hanno violato lo spazio aereo del Pakistan dall’Afghanistan orientale. Fonti governative riportano: “Eravamo all’oscuroperchè gli americani hanno bloccato i nostri sistemi radar”. D’altro canto, fonti altolocate del governo hanno confermato che il Pakistan ha condiviso con la CIA delle informazioni importanti su Osama bin Laden nel maggio del 2010. Le forze di sicurezza del Pakistan avrebbero intercettato una telefonata fatta da un arabo dalla zona tra Taxila e Abbotabad. La CIA fu informata nell’agosto del 2010 sulla possible presenza di un importante leader di Al Qaeda. E’ probabile che questa telefonata fosse stata fatta da Osama bin Laden e che questo fosse un abbaglio. Secondo le mie informazioni, egli era sfuggito alla morte almeno 4 volte dopo il 9/11. A volte, era riuscito a eludere i sistemi più sofisticati, i missili più pericolosi, grazie alla sua intelligenza. Altre volte, si era salvato per pura fortuna, per un pugno di minuti, dagli attacchi nemici.
Gli attacchi Usa contro i Talebani e Al Qaeda cominciarono il 7 ottobre del 2001 e Osama bin Laden fu notato, assieme al dr. Ayman al Zawahiri, l’8 novembre 2001 a Kabul. Erano venuti a Kabul da Jalalab per partecipare a una riunione di Al Qaeda e per rendere omaggio al loro compagno uzbeko, Jummah Khan Namangani, che aveva perso la vita nella città di Mazar-e-Sharif, a nord dell’Afghanistan il 6 novembre.
Fu lo stesso giorno in cui mi fu concessa un’intervista con l’uomo più ricercato di Kabul. Non mi fu concesso di usare la mia macchina fotografica per scattare delle foto a bin Laden. Uno dei suoi figli, Abdul Rehman, mi fotografò accanto a suo padre e al dr. Ayman al Zawahri, usando la sua macchina fotografica e poi mi diede il rullino. Malgrado tutte le misure di sicurezza, una donna-spia riuscì a notare movimenti sospetti di parecchi arabi a Kabul.
Ricordo un incidente occorso mentre prendevo il tè con bin Laden e il dr. Zawahiri dopo l’intervista. Bin Laden mi ricordò che quella era la terza intervista che avevo fatto con lui. Mi informò che avevo fatto degli errori nella traduzione dell’articolo pubblicato dopo la prima intervista nel 1997, ma che non lo avevo rappresentato in modo sbagliato. Sperava, mi disse, che non lo avrei descritto male neanche stavolta. Nella piccola stanza in cui oprendevamo il tè erano presenti più di 20 leader di al-Qaeda. La conversazione di quel giorno mostrò che la maggior parte di loro riteneva che l’Alleanza del Nord (sostenuta dagli Usa) si stava avvicinando a Kabul grazie al generale Pervaiz Musharraf, il quale metteva a disposizione degli americani le basi aeree in Pakistan. Improvvisamente, un combattente arabo di al-Qaeda entrò nella stanza e informò i leader che era appena stata arrestata una donna vestita di un burqa blu, che si aggirava a pochi metri dal luogo della riunione. Stava spiando, fingendosi una mendicante, chiedendo soldi perfino dalle guardie di sicurezza di al-Qaeda messe fuori a custodire l’ingresso. Ma dopo pochi minuti, una guardia aveva notato che la donna sembrava più intenta a guardarlo che a mendicare. Così, il combattente di al-Qaeda si era messo a studiarne i movimenti e presto la scoprì a parlare di uno “sceicco”a un telefono satellitare Thoraya.
La notizia fu data in arabo al consesso, ma riuscii a capirne il contenuto. Bin Laden ordinò immediatamente a uno dei suoi collaboratori più stretti di non fare alcun male all’ “ospite. Il collaboratore, che si chiamava Muhammad, mi disse che mi avrebbe riportato a Jalalabad. Dovetti salutare Osama bin Laden di fretta e partire con Muhammad in un’auto privata. Fummo arrestati da delle guardie Talebane fuori Kabul, perchè io non avevo la barba ed ero in possesso di una macchina fotografica, (non usata durante l’intervista). Muhammad non informò i Talebani di essere di al Qaeda. Disse loro, invece, che lavorava per il ministro degli Interni Mullah Abdul Raze Ached. I Talibani verificarono l’informazione presso il ministro degli interni e ci rilasciarono dopo tre ore.
Raggiungemmo Jalalabad la sera tardi. Muhammad mi lasciò vicino una grande casa e sparì. Tornò dopo un paio d’ore con delle notizie sorprendenti. Affermò che il luogo in cui, quel giorno, avevo incontrato il suo “sceicco” era stato bombardato 15 minuti dopo la nostra partenza, ma che per fortuna lo “sceicco” e gli altri avevano già lasciato il posto e nessuno era stato ferito. Muhammad mi disse: “Fratello, hai mancato assieme a noi il martirio”. Io non conoscevo l’esatta ubicazione del luogo dell’intervista. Muhammad mi disse che si trovava nel quartiere di Weir Akbar Khan di Kabul.
Trascorsi la notte a Jalalabad, sopravvivendo a un intenso bombardamento Usa. La mattina seguente, Muhammad si accommiatò e io ripartii per il Pakistan su Quattro ruote. Ci incontrammo di nuovo nel 2004 a Kunar, quando stavo riportando le notizie sulle elezioni presidenziali in Afghanistan. Fu in quell’occasione che mi narrò tutta la storia di come lui e il suo “sceicco” erano sopravvissuti ai bombardamenti a tappeto delle forze aeree americane e di come erano fuggiti attraverso le montagne del Tora Bora nell’Afghanistan orientale. Solo dopo la terza settimana del dicembre bin Laden e I suoi combattenti riuscirono a rompere l’accerchiamento degli americani con l’aiuto di Haji Zahir, Haji Zaman e Hazrat Ali.
La strategia di al Qaeda a volte somiglia a quella dei cacciati nei film western americani. Un gran numero di combattenti al Qaeda erano entrati nell’area tribale del Kurram in Pakistan, attraverso Tora Bora, ma Osama bin Laden andò in un’altra direzione con un piccolo gurppo. Il testimone oculare Muhammad faceva parte anche lui di quel gruppo. Dei combattenti ceceni e sauditi gli assicurarono una copertura armata e camminarono tutta la notte verso la salvezza, a Paktia.
Più tardi, un alto ufficiale della sicurezza afghana, Lutfullah Mashal, mi confermò che Osama bin Laden era fuggito a Paktia da Tora Bora ne dicembre 2001. Mashal lo aveva segretamente seguito e affermò che Osama bin Laden aveva raggiunto il North Wazirastan da Paktia. Trascorse là qualche tempo, nell’area di Shawal e poi si mosse verso le montagne nell’ Afghanistan orientale, nella provincia di Khost. Mashal oggi collabora col presidente Hamid Karzai ed è sicuro che gli americani abbiano mancato la cattura di bin Laden a Tora Bora perchè non erano ancora pronti a dislocare le proprie truppe di terra. Gli americani dipendevano di più dal comandante dell’Alleanza del Nord, Hazrat Ali, ma quest’uomo li tradì. Secondo fonti afghane molto affidabili, Hazrat Ali assicurò ai membri di al-Qaeda un passaggio sicuro, dopo aver ricevuto molto denaro da loro.
Osama bin Laden rimase nascosto per l’intero 2002. Lui e I suoi collaboratori erano sempre in fuga e continuavano a cambiare nascondiglio. Erano determinati a salvarsi e per questo non combattevano.
Nell’ aprile del 2003 l’uomo più ricercato del mondo riaffiorò in Afghanistan, dopo che gli Usa avevano invaso l’Iraq. Organizzò una riunione nella Pech Valley della provincia del Kunar e fece un discorso altisonante, in cui annunciò i suoi piani di resistere agli americani in Iraq. Disse: “Bisogna colpire gli americani in Iraq, prima che colpiscano noi in Afghanistan”. Dichiarò che Saiful Adil sarebbe stato incaricato di opporre resistenza in Iraq e gli consigliò di contattare Abu Musab Al Zarqawi, che. All’epoca, si stava nascondendo in Iran. Bin Laden cominciò a parlare anche durante piccole riunioni di suoi compagni nel Kunar e a Paktia.
Una delle sue nuore morì di parto nelle montagne del Kunar. Ci fu molta gente al funerale. Gli afghani locali seppero della morte della nuora e vennero a visitare le case di alcuni combattenti di al-Qaeda che si erano sposati nel Kunar. La notiza raggiunse anche gli americani e questi lanciarono un’operazione nel Kunar, ma di nuovo Osama bin Laden fuggì verso sud, prima che cominciassero a bombardare la Pech Valley.
Fu nel tardo 2004 che bin Laden si ritrovò accerchiato dale truppe britanniche nella provincia afghana meridionale di Helmand. Bin Laden si nascondeva in una zona montuosa dietro tre linee di difesa. Alte fonti diplomatiche mi hanno rivelato di recente a Kabul che le forze britanniche erano sul punto di catturare Osama bin Laden, vivo o morto. Lo assediarono per oltre 24 ore, ma egli riuscì a eludere uno degli eserciti meglio armati del mondo. Secondo i dettagli raccolti da alcune fonti Talebane nell’ Helmand, le forze britanniche avevano spezzato due delle linee difensive di al-Qaeda lungo un tratto di 5 Km.
Stava per cominciare un combattimento corpo a corpo, ma il giorno volse al termine e l’oscurità portò sollievo ad al-Qaeda. Osama bin Laden voleva combattere sulla linea del fronte, ma i suoi collaboratori lo fermarono, ebbero un acceso diverbio. Bin Laden era arrabbiato, ma Abu Hamza Al Jazeeri lo convinse a darsi alla fuga. Sistemarono diversi razzi a orologeria, orientati in 2 direzioni diverse, per creare un diversivo. Decisero di rompere l’accerchiamento nemico dirigendosi in una terza direzione con un gruppo di combattenti. Quel gruppo assicurò a bin Laden una copertura. La maggior parte dei combattenti persero la vita, ma il piano funzionò.
Osama bin Laden scivolò via dalle mani dei britannici, assieme ad Abu Hamza Al Jazeeri e pochi altri combattenti. Queste fonti hanno negato che bin Laden abbia ordinato alle sue guardie di sparargli, nel caso in cui stesse per essere arrestato. Le fonti al-Qaeda affermano che egli non credeva nel suicidio e che preferiva sacrificarsi combattendo contro il nemico all’ultimo sangue.
Dopo quest’ultima fuga, divenne molto attento. Smise di spostarsi dentro Afghanistan e scelse le zone tribali del Pakistan. La sua grande famiglia era stata sparpagliata dopo il 9/11. Alcuni dei suoi figli vivevano in Iran, altri sembra che fossero a Karachi per breve tempo, ma nessuno credeva che Osama sarebbe stato catturato ad Abbottabad.
Si nascondeva in Abbottabad con una delle sue mogli, un figlio e una figlia. Quando gli americani attaccarono il suo nascondiglio, cominciò immediatamente a combattere. Sua moglie fu ferita [dagli americani] al piede. Secondo la moglie, Osama era corso sul tetto e si era unito alle sue guardie per resistere all’attacco. La sua bambina di 10 anni, Safia, vide il commando americano entrare in casa e portarsi via il corpo di suo padre. Più tardi, disse: “Gli americani hanno trascinato il cadavere di mio padre per le scale”.
Osama bin Laden è morto, ma al-Qaeda e i suoi alleati non lo sono. Osama ha sempre approfittato degli errori delle politiche americane. La sua vera forza era l’odio per l’America, non l’Islam.. L’eliminazione fisica di Osama bin Laden è una grande notizia per gli americani, ma molti fuori dell’America auspicano l’eliminazione delle politiche che producono i bin Laden. Gli Usa sono venuti in Afghanistan a cercare Osama bin Laden. Non c’è dubbio che egli era responsabile della morte di molti innocenti, ma gli americani non possono giustificare l’uccisione di altri innocenti coi Droni, solo perchè Osama ha ucciso degli americani. Sia Osama bin Laden che gli Americani hanno violato la sovranità del Pakistan. Questo deve finire. Osama è morto. Se gli Usa non lasciano l’ Afghanistan dopo la morte di Osama bin Laden, questa Guerra non finirà presto e il mondo continuerà a essere un posto pericoloso.
(Hamid Mir lavora per Geo TV. Ha intervistato Osama bin Laden 3 volte. E’ stato l’ultimo giornalista a intervistarlo dopo il after 9/11. Sta anche scrivendo una biografia di Osama).
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Tutto l’articolo sa di ingenuità totale da parte del giornalista o di poco abile montatura per confermare tutte le tesi americane basandosi, soprattutto dopo il 2001, su voci e “testimonianze” di fantomatici personaggi “altolocati” e “affidabili”. Il “piu’ stretto collaboratore” di Osama, vedi un po’, si chiama Mohammed: milioni di musulmani si chiamano così e questo qui non ha neanche uno straccio di cognome!
Osama manda i suoi combattenti a resistere in Iraq. Mah. Ha proprio resistito bene. Si vede dai risultati.
Strano combattente, poi. Ha una grave malattia renale e ha bisogno di dialisi ogni due giorni (in ospedale): come può nascondersi tra montagne brulle e impervie e scapparsene di qua e di là per anni e poi sistemarsi ad Abbottabad senza avere in casa una apparecchiatura per la dialisi? Andava nell’ospedale vicino casa ad Abottabad? E nessuno si è mai accorto di chi fosse l’illustre dialisizzato? L’apparecchio della dialisi, un affare grande e grosso che pesa un accidenti, come lo trasportavano durante le fughe? Con la jeep? E come lo alimentavano, lassù tra le montagne? A batterie? Magari solari? E le soluzioni e i medicinali indispensabili alla procedura e al malato? L’apparecchio per la dialisi non è certo una cosa tascabile: http://it.wikipedia.org/wiki/Emodialisi
x Peter
hai ragione, non passa….
La mi.ste.rio.sa – fia.m.ma – della – re.gi.na – Lo.a.na · Il – ci.mi.te.ro – di – Pra.ga
La benedetta ignoranza e’ solo sua, se crede che Odino derivi il nome da UDINE.Peter
mio caro Peter,
delusional sarà lei, e senza scomodare mia figlia!
Ma per deformazione professionale…le spiegherò l’italiano!
Messi nell’ordine significa: DA Odino deriva Utinum cioè Udine!
E non il contrario!!!
Gesumariasangiuseppe…quanta pazienza !!!
Ma se proprio deve contestare quel che scrivo…si informi , almeno!
Non pretendo che si legga la Historia longobardorum di Paolo Diacono….ma almeno Wiki!!!
buonagiornata
Sylvi
x Sylvi
mia cara, e’ lei che si arrampica su specchi lacustri alpini, se da una parte o l’altra delle maledettissime alpi non m’interessa. O meglio, i suoi sono veri voli pindarici. O forse li fa il suo Diacono per lei?! ipotesi…
Oddhin (piu’ o meno), la Wiki mi dice che e’ norreno (nordrenano, direi io), tedesco Wotan, longobardo Godan…
Udine esiste da prima dell’epoca romana (quando i barbari ancora non c’erano…e di certo non i longobardi…), ed il latino era appunto Utinum…
Mi vuole spiegare (ma la prego di non farlo…) come cribbio i romani si sarebbero inspirati ad una divinita’ nordica, germanica, ‘barbarica’, molto al di la’ da venire??!! e per giunta nella versione ‘nordrenana’ del nome Odino…
O gli antenati dei suoi astuti montanari carnici erano anche chiaroveggenti?
buona giornata a lei, e si riguardi
Peter
x TUTTI
http://www.youtube.com/watch?v=B1rZRRm5WcY
Il video del “disturbatore” del comizio del Chiavaliere al Palasharp, e del trattamento che gli riservano gli uomini del “partito dell’amore”. Embé, c’è amore e amore….
pino nicotri
caro Peter,
quello che, al mio solito, posso dimostrare è che anche da poco sono stati ritrovati in pieno centro a Udine resti di un “castelliere” di 4000anni A.C….ma il primo documento scritto che cita Utinum, anche Odine e del 900d.c.
Nel mezzo, mio caro, c’è di tutto e di più…compreso un’innumerevole mescolamento di popoli, quasi tutti provenienti oltralpe!
Paolo Diacono dice che i Longobardi trovarono vari popoli…
la via Julia Augusta che va al Norico fu tracciata dai romani su percorsi preesistenti…
i romani fondarono Aquileia nel 181 a.c….ci misero del tempo per fare la strada.
In tedesco Udine si dice Weidem…insomma la metta come vuole…è un dato di fatto che qui allora non c’erano gli Arabi…
che sia un bene o un male…non lo so!
Vado a controllare il mio sugo con gli “uccelli scappati” che comincia a profumare di cotto!!!
E i volatili non c’entrano per nulla!
Sylvi
x Sylvi
suvvia, io non la metto in nessun modo…
Aquileia si trovava a 35 km dalla moderna Udine, dice la Wiki…
Utinum mi suona simile a uti nam…cioe’ volesse il cielo che.
Forse il nome viene da li’. Chi lo diede, poteva pensare, volesse il cielo che questi montanari mettessero un po’ di sale in zucca…
Gli arabi, in Italia, ci sono stati in pianta stabile per un po’ solo in Sicilia.
In effetti non dovevo maledire le Alpi, il Petrarca scrisse ‘l’Alpe che ci divide dalla tedesca rabbia’…
Lo sa che penso persino di visitare Vienna e Salisburgo quest’anno? penso a fine giugno. Volero’ a Vienna, andro’ a Salisburgo in treno, mi dicono 2 ore circa.
Se crede, potremmo vederci al caffe’ Tomaselli a Salisburgo, visto che si trova ad un tiro di schioppo da lei…
Il ‘brunch will be on me’, come dicono qui, cioe’ la colazione o pasto di mezzo tra colazione e pranzo, sarebbe sul mio conto
Peter
Odinooooooooooooo!!
Tipica imprecazione nordica, che il Falegname Carpentiere della penisola scandinava “caccia”, quando inavvertitamente,anzichè colpire il chiodo , si colpisce il “pollice”.
Potremmo sempre fare una tavola rotonda,in cui oltre alle origini di Udine, si parli pure della guerra di Troia, ove da recenti “insinuazioni storiche”pare che la Guerra si sia svolta in Scandinavia,e solo più tardi “romanticicizzata” sulle sponde della Turchia, portata da popolazioni nordiche che avevano invaso la Grecia..(inonni degli Achei)..
Almeno potremmo definire scientificamente le origini della famosa Elena di Troia, se bionda con gli ochhi azzurri o mora con guizzanti occhi scuri mediterranei..mah!!
cc
sylvi { 08.05.11 alle 20:38 } Dimenticavo… ma tutta quella fiumana di gente, tutte quelle belle facce…tutti imbecilli come la sottoscritta???
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Mia cara, buona, povera Silvy,
circa metà del poppppolo ittagliano vota per il Banana; ma solo una piccola parte di questa ha un guadagno nel votarlo.
Se non è una prova di rincoglionimento questa …..
Un saluto mia cara …. e si riguardi …. U.
PS. Come i negri che agitano la bandiera useggetta … se non è rincoglionimento quello …
Cara Sylvi,
spero che Fricassea di osei ti sia riuscita bene..ora so che puoi guradarti con calma CLAUDIO MAGRIS…sul problema dell’identità..
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-9ae9f121-23d7-4753-a665-958a404acbdb.html#p=0
e magari riflettere,sul tipo di olio di Semi o Olive , per la fricassa di Osei, al Conte piacevano le quaglie farcite con il risotto eh eh..
cc
Se crede, potremmo vederci al caffe’ Tomaselli a Salisburgo, visto che si trova ad un tiro di schioppo da lei…
Il ‘brunch will be on me’, come dicono qui, cioe’ la colazione o pasto di mezzo tra colazione e pranzo, sarebbe sul mio conto. Peter
caro Peter,
non credo ai miei occhi!!!
E’ proprio lei? che da me non accetterebbe nemmeno una fetta di prosciutto, S.Daniele, avvolta nel grissino???
E nemmeno un calice di vino di pinot o friulano ( ex tokai)?
Giugno, per noi, crisi permettendo, è sempre tempo di migrare…ma chissà…a Salisburgo ci torno sempre volentieri.
Se è la prima volta che ci va, non faccia l’errore di confonderla con Vienna!
Vienna è una metropoli cosmopolita, anche se alla sera, girando per il centro succede a volte di pensare di essere in una città provinciale!
Ma Salisburgo è signorile, pulita, ordinata, silenziosa…bisogna aver voglia di scoprirla…di andare nelle sue pieghe…di salire in Castello…di visitare la casa di Mozart, di non mangiare i terribili cioccolatini industriali, di scovare le pasticcerie giuste!
Di respirare quell’aura “colta” , musicalmente armoniosa!
Fra il molto altro, non si perda il Cimitero di S. Pietro, scavato nella roccia: ci riposa la sorella di Mozart e un certo Santino Solari, architetto, costruttore della Cattedrale e del Castello…..
friul-carnico doc!!!! Eh,eh,eh…
Mi sappia dire…non è detto che non possiamo guardarci in faccia…con un sorriso, senza polemiche!!!
Sylvi
Mia cara e buona Silvy,
CI vuol dire semplicemente che ho fatto anch’io il servizio militare. E che, come tutti, non ho imparato nulla. Neppure a far la guerra.
Quanto ai corsi di alfabetizzazione dell’Esercito, se il servizio militare fosse servito a quello il loro costo sarebbe stato spropositato e molto superiore a dei normali corsi serali.
Quindi sia gentile: la smetta di mettere sempre e solo se stessa al centro del mondo.
Le altre sue opinioni sul mio conto non valgono neppure la carta su cui sono scritte, quand’anche fosse solo una carta informatica. Dico solo che lei non mi conosce e di me non sa nulla. Io invece la giudico ESCLUSIVAMENTE da quel che lei scrive.
E’ questa la differenza, mia cara: io esamino testi, lei invece parte via con i suoi pensieri dereistici.
Un caro saluto, e, mi raccomando, si riguardi …. U.
caro cc,
che io ami parlare di geografia dovrebbe essere chiaro…!!
c’è chi ama parlar (male) degli americani o degli israeliani, chi degli imprenditori e chi…sempre dei blogghisti “disubbidienti” non allineati!!!
Così è!!!
Senti, e non potremmo trovarci a Salisburgo, con Peter…il brunch rigorosamente a spese degli imprenditori…di m. del nordest???
Crisi permettendo, e considerando che l’Austria è più conveniente che l’Italia… ce la possiamo fare, …e sono finiti i tempi in cui si mangiava solo crauti e wurtel…con fiumi di birra!!!
Allungo l’invito al blogmaster…e allo zoccolo duro, diciamo anche ai bidelli, dei blogghisti…purchè non ne spunti un esercito!!!!!!!
Furlana generosa, …ma ocio al portafoglio!!!
Claudio Magris l’ho preso per la coda ieri sera…
sento per lui e pochi altri una “corrispondenza d’amorosi sensi”…anche se pare che abbia un caratterino piuttosto ruvido,…da triestino colto!!!
Se vuoi la ricetta del mio sughetto con gli “uccelli scappati”…roba semplice, di quarto anteriore di manzo…quando i pezzi pregiati li mangiavano a Ovest, o in Toscana!!!!
Sylvi
E Fini attacca: “Non andrà mai (Berlusconi) al Colle”
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Siamo fatti!!! Di solito il Principe del Nulla non ne azzecca una ….
sylvi { 09.05.11 alle 13:11 } … che io ami parlare di geografia dovrebbe essere chiaro…!! c’è chi ama parlar (male) degli americani o degli israeliani, chi degli imprenditori e chi…sempre dei blogghisti “disubbidienti” non allineati!!!
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Cara,
SE si riferisce a me, sbaglia di grosso.
Per me non esistono blogger non allineati ed io mi limito ad esporre le mie opinioni (su tutto, anche sui blogger) proprio come fa lei.
Con la differenza che io mi baso sui testi scritti e lei sulle sue fantasie.
Si riguardi …. U.
caro Uroburo,
mi ci gioco una gara di cucina, fra me e lei…che lei NON ha fatto l’Alpino!!!! Si vede lontano un miglio!
Anch’io leggo…e uso quel cervello da gallina padovana che mi ha fornito il Buon Dio!!!
Checchè lei creda, non è quantitativamente paragonabile al suo…è qualitativamente! Se ne faccia una ragione!
Altro che centro del mondo!!! CHI???
Intanto: non è vero che metà italiani votano Banana…non arrivano a un terzo…vede che lei è sempre impreciso?
Aggiungo che lei dovrebbe informarsi da AZ su chi sono i “maestri di strada” e su quanto costa il loro lavoro… ovviamente non il loro stipendio!!!!
Acchiappare “gli uccelli” quando passano non è cosa facile, nè tantomeno economica!!!
Com’è simpatico lei!!! direbbe Fantozzi!!!!
Sylvi
Bin Laden era stato riconosciuto colpevole di uno dei più vergognosi crimini della storia: la rielezione di George Bush.
(da Spinoza.it)
C.G.
x C.G.
Oggi non ci casco……
Anita
Non serve, ci è già cascata.
Votando quell’idiota.
C.G.
Le barzellette spontanee e personali sono sempre le migliori:
“L’avvocato David Mills era uno dei tantissimi avvocati di cui all’estero si era servito occasionalmente il gruppo Fininvest. Io non ricordo di averlo mai conosciuto”
Non perde l’occasione mai ed ovunque si trovi.
Non bisogna nemmeno mettere il sottofondo di finta risata perchè questa è tutta da ridere in perfetta sintonia del “contastorie barzellettiere a tempo pieno”,naturalmente tra un bunga bunga & altro.
L.
Varrebbe la pena di Votarlo solo per questo..
http://milano.repubblica.it/cronaca/2011/05/09/news/segrate_la_fatwa_dell_imam_contro_sel_non_votatela_perch_vendola_gay-15999700/?ref=HREC1-12
Il giorno che sti Preti la smetteranno di dire “cacchiate” sarà sempre tardi !
Amen
x C.G.
Non ci casco con le sue pizzicate….
Anita
Caro Uroboro 63
“E Fini attacca: “Non andrà mai (Berlusconi) al Colle”
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Siamo fatti!!! Di solito il Principe del Nulla non ne azzecca una ….
Quelli che dovrebbero azzeccarci restiamo noi con il voto,per adesso alle amministrative ,a Milan e dintorni in particolare.
Sarebbe un bel no a questi arraffa arraffa e tutto il resto(molto lungo ed articolato)
L.
Caro CC 70
Ci stai?
“Ci vorrebbe per tutti un mondo migliore
senza iman messe papi tutti in combutta
senza blessati da Dio qui e l’àin ogni momento
e vedere alla fine l’effetto che fa…
L.
x linosse
Vengo anch’IO !
CONFINDUSTRIA DI ASSASSINI
[…] applausi tributati da una platea di confindustria… all’amministratore delegato di Thyssenkrupp, Espenhahn, un assassino condannato a 16 anni e 6 mesi per omicidio volontario, in seguito alla morte di sette operai nello stabilimento di Torino il 7 dicembre del 2007.
Qualsiasi giustificazione si può addurre, davanti alle ovazioni tributate dal consesso di industriali ad un assassino e stragista, nato dalla putrefazione del peggior capitalismo mutante, non è sufficiente, non basta per non farci dire: ecco cos’è veramente confindustria, un covo di sfruttatori e parassiti disposti alla strage, abituati da troppo tempo al caviale dei contributi erogati con i soldi pubblici ed allo champagne del profitto estorto ai lavoratori.
Dietro l’aspetto austero, moderatamente piacente ed elegante di Emma Marcegaglia, si malcela un nido di serpenti, assassini e sfruttatori che si fanno apertamente beffe della sicurezza sul lavoro, degli stessi operai caduti sulle linee di produzione, perché tanto il lavoro è interamente a carico degli altri, e la cosa non li riguarda, se non nel momento di intascare gli utili e di consolidare la loro posizione di privilegio.
La vecchia immagine dell’imprenditore-puttaniere privato usata dai soliti “comunisti” otto-novecenteschi, il quale sfruttava cinicamente i lavoratori, costringendoli ad oltre dieci ore di lavoro giornaliere per la mera sopravvivenza, mentre lui se ne andava tranquillamente a puttane [ieri cocotte ed oggi escort] e si baloccava nel vizio con i frutti del lavoro coatto altrui, oggi ci sembra tornata prepotentemente di moda, quanto mai veritiera ed attuale[…]
Eugenio Orso
http://pauperclass.myblog.it/archive/2011/05/09/una-confindustria-di-assassini-e-stragisti-di-eugenio-orso.html
http://www.leggo.it/articolo.php?id=120640
La Santanchè si rispecchia nelle contestatrici, anzi lei si differenzia ,come quelle “vecchiesignore” della nobile arte agli angoli delle strade,che ispiravano tenerezza …serate brutte a litigar con vecchi ubriaconi…alle quattro del mattino..!!
Fuori mercato !
cc
PAKISTAN
MA OSAMA C’ ERA MAI STATO IN QUELLA CASA?
I vicini di casa dicono che nella palazzina attaccata dal commando americano il 1 maggio, non c’era mai stato alcun Osama bin Laden. Se fosse stato vero che e’ vissuto la’ per oltre 6 anni, qualcuno lo avrebbe pur visto.
Eppure, stando agli Usa, uno straniero malato con tanto di famiglia, senza un apparecchio per dialisi o medicine specifiche in casa (non ne e’ stata trovata alcuna traccia), bisognoso di recarsi all’ospedale un giorno si e uno no, non e’ mai stato visto dai vicini, fino a quando i gloriosi SEALS lo hanno scovato e fatto fuori e poi gettato in mare. La cosa fa come minimo inarcare un sopracciglio.
E per quanto riguarda le fotografie vere del cadavere, dobbiamo anche credere a Obama sulla parola. Il massimo della fiducia.
Il buon Toto’, se fosse vivo, si toccherebbe la palpebra sinistra (gesto napoletano che sta a significare: ma siamo fessi?)
http://news.xinhuanet.com/english2010/video/2011-05/05/c_13859845.htm
Abbottabad residents: Operation of killing Bin Laden a hoax
… those who live close to this compound say bin Laden was never in that house… “I have lived here all my life, I have never seen Osama Bin Laden come or go from here. We are a close knit community. At least we would have seen him once, but we did not. And even if he was killed, the Pakistan army should have conducted the operation”
x VOX
Non credo che sia a HOAX.
Qui ci sono molte critiche del come si sono svolte le cose.
L’ho gia’ scritto prima di leggere i commenti.
Solo quello che mi ha colpita dopo la notizia dell’uccisione.
Ne sapremo di piu’ una volta che decifreranno i cache di informazioni sugli hard drives e quello che e’ stato rimosso dalla casa di bin Laden.
Vicini hanno visto un uomo molto alto nel cortile del compound, la moglie dice che usciva raramente.
Io non mi fisso sulle congetture, attendo con pazienza prima di pronunciarmi.
Peccato che la casa non sia stata messa sotto sigillo dai Pakistani.
Anita
Strano! (…poi mica tanto)
Quando governavano i suoi beniamini repubblikini si fissava sulle congetture andando in catalessi.
Critiche sull’operato di quei sciagurati?
Quando mai…
C.G.
Caro Gino,
per noi è difficile copmprendere “le profonde divergenze ideologiche tra Demokrat e Repubblikaner,made in USA.
Un’altro pianeta, bisogna rassegnarsi!
cc
leggo con dispiacere del giovane ciclista belga tragicamente deceduto nel giro d’Italia. Un pedale si e’ bloccato ed e’ caduto per 20 metri in uno strapiombo…
Incidentalmente, mi compiaccio che ora il giro d’Italia passi anche per il Sud, Sicilia compresa…peccato che la Puglia sia accuratamente evitata…Sembra che i ciclisti tocchino appena la Sicilia, il meno possibile, poi vengano messi in volo da li’ a Termoli (Molise, se ricordo bene…). Comunque, meglio di prima
Peter
ps
cosa farebbero i meridionali senza i cugini esteri che li difendono?!
Saranno le tonnellate di tacchini abbrustoliti nel giorno del loro Ringraziamento (de chè?) che li rende patriottardi del menga incapaci di orizzonti che vadano al di là del loro setto nasale?
Chi lo sa?
màh, contenti loro…basterebbe che non escano dai loro confini territoriali a fare danni in continuazione. Che se la menino a casa loro.
C.G.
x CC
riproviamo…
la Pravda era il giornale della guerra fredda, e sia, ma le guerre continuano.
‘On balance of probability’, nessuno qui dubita che Bin Laden sia morto, ucciso, o assassinato, giorni fa in Pakistan da un commando americano. Tranne Vox, s’intende.
Aggiungo che trovo le esecuzioni senza processo barbariche, e quelle con processo quasi altrettanto.
Quasi tutti i miei conoscenti di qui hanno trovato disgustoso che molti americani abbiano festeggiato l’omicidio del ricercato.
U. Eco, nel suo scritto ‘la misteriosa fiamma…’, rilevava che persino durante il Fascismo storico la gente poteva capire come realmente andasse la guerra dai titoli dei giornali…
Tutti trovavano assurde espressioni come ‘resistere e vincere’…
Quindi, non era solo la censura a fare cilecca, e’ che la verita’ e’ una forza troppo grande per tutti.
un saluto
Peter
x Peter
Caro Peter,
i festeggiamenti degli Americani riportati dai media sono esageratissimi.
Sono stati ripresi alcuni filmati a New York, principalmente studenti, a Boston di gente che usciva dallo Stadio, gia’ euforia
per la partita e di famiglie colpite il 9/11.
Era anche l’orario in cui e’ arrivata la notizia.
Erano gruppi, non masse.
Anita
Cara Silvy,
ma secondo lei se uno non ha fatto l’alpino non ha fatto il militare? Ma che strane idee …E che differenza ci sarebbe mai? E’ comunque una perdita di tempo.
Quanto alle elezioni, lei ha ragione e mi correggo: metà degli italiani che hanno votato l’hanno fatto per il Banana.
LIBIA
ANCORA UNA VOLTA, L’OCCIDENTE SPARGE SANGUE INNOCENTE PER I LOSCHI PROFITTI DI UN MANIPOLO DI CRIMINALI ALTOLOCATI
Nella notte, ore di bombardamenti su Tripoli
colpito bunker di Gheddafi
Colpita anche la televisione di Stato e l’agenzia ufficiale di stampa Jana.
I profughi sarebbero 750 mila.
===
Perche’ non mi sorprendo affatto?
Anche quando bombardarono umanitariamente l’Iraq, l’Afghanistan e Belgrado, la prima cosa che colpirono furono proprio le TV di stato e le sedi dei principali quotidiani. Non sono affatto “effetti collaterali” casuali, ma i bersagli che intendevano colpire, per lasciare il paese senza notiziari e trascinare la gente nel panico. E’ pieno di vittime civili, anche tra i bambini, per ora non si sa quanti.
A questo punto, spero che anche i piu’ lobotomizzati dalla stampa occidentale abbiano cominciato a capire che in questa nuova missione umanitaria di umanitario non c’e’ piu’ neanche il nome.
Questi criminali che si fregiano dell’altisonante titolo di presidenti e primi ministri, restano pur sempre dei criminali, niente di meno di Bush, Cheney, Rumsfeld, Tony Blair & Cricca di contorno. Stanno cercando anche di assuefarci all’idea che andare a compiere assassini mirati in altri paesi sovrani sia una cosa normale.
A quando Norimberga anche per loro?
Un’altra considerazione.
Quando tutto questo scempio sara’ finito, all’interno del popolo libico comincera’ la resa dei conti. La guerra civile sara’ inevitabile. La maggioranza della popolazione e delle tribu’ sono con Gheddafi (ovvero avrebbero voluto il loro paese cosi’ com’era) e adesso odieranno a morte coloro che vedono come traditori, perche’ hanno svenduto il proprio paese, insistendo sull’intervento della NATO.
Chi attira scientemente le bombe sulla propria terra e’ un traditore dei quella terra, e il sangue ricadra’ su di lui. La Libia, come l’Iraq e la Yugoslavia, sara’ spezzettato, spolpato, ridotto in macerie, asservito alle banche inglesi e americane. E noi ci guadagneremo soltanto i profughi.
x VOX
Se la prenda solo con Sarkozy, Obama ed anche l’UK.
Obama si e’ intromesso senza alcuna autorizzazione del congresso e tanto meno dei cittadini degli US.
Obama, il vostro idolo, il premio Nobel per la pace.
Come potra’ notare anche i media sono silenziosi…qui si dimostra il bias, omettendo.
Gli USA non avevano alcun interesse di entrare in questa nuova guerra, tanto Mubarak che Gheddafi erano ‘amici’ o almeno non nemici.
Adesso ci troveremo con i Muslims Brothers al timone…..
Anita
Quando quei due sciagurati, Cheney&Rumsfeld (il terzo,l’imbecille, si sa che non contava un tubo) decisero, attraverso un imbroglio gigantesco, la mattanza in Iraq chiesero il permesso al popolo US?
Sapesse per quanti decenni, qui in Europa, abbiamo dovuto subire come “timonieri” gli yankee-brothers…..
Fortuna che il banchetto è finito e vi abbiamo rispediti à la maison.
Rimaneteci.
C.G.
A formal Declaration of War is not really required in order for the US to actively engage its military.
Cases in point: there was never a state of declared war for Korea or Vietnam.
In the case of Iraq, there was a Congress Resolution passed to support Presidential action, including military action, in regards to dealing with Iraq.
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English to Italian translation
Una dichiarazione formale di guerra non è davvero necessaria per per gli Stati Uniti ad impegnare attivamente per il suo esercito.
Casi in punto: non c’è mai stato uno stato di guerra dichiarata per la Corea o in Vietnam.
Nel caso dell’Iraq, c’è stata una risoluzione del Congresso che ha approvato di sostenere l’azione presidenziale, con l’azione militare, in quanto ad affrontare l’Iraq.
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Il presidente Bill Clinton ha considerato e presa azione militare in Bosnia, Haiti, Corea, Kosovo e Somalia senza un cenno del Congresso.
caro Uroburo,
mio figlio sarebbe stato “abile” in Marina…è sopravvenuta l’abolizione della naia obbligatoria.
A me è un po’ dispiaciuto…ma lui ha detto: mi faccio un anno all’estero! Mi serve di più!
Due sono gli argomenti: fare la naia e farla negli alpini!
Ho girato Caserme per essermene fatta un’idea!
Quello che mi colpiva era soprattutto era la mancanza di obbiettivi alla “truppa” per far diventare il tempo “passato” improduttivamente, in tempo “costruttivo”.
Non è necessario “fare la guerra” anche se credo che imparare “la difesa” che poi spesso è “offesa” non faccia altro che “ordinare” gli istinti umani , dei quali non possiamo prescindere!
I chi fa il pacifista a tutti i costi, come Gino Strada, sarà un bravissimo medico che non ha capito niente della natura umana.
Don Chisciotte, al suo confronto, è un dilettante!
Piaccia o non piaccia a certe anime candide, la naia ha fatto quel po’ di Unità d’Italia che c’è, ha favorito l’amicizia fra ragazzi assolutamente diversi, per usi, cultura, geografia!
Ovviamente in tempo di pace!
Ha preceduto Internet…in tempi in cui non c’era nemmeno il telefono!
Ha dato un po’ di sana umiltà nell’obbedire agli ordini, un po’ di disciplina che è propedeutica a qualsiasi lavoro, a tutti i livelli, se fatto bene!
Poi…ho delle bellissime esperienze fatte in quasi tutti i corpi…mi mancano i “Lagunari e la Folgore”.
Gli Alpini…hanno saputo mantenere il ricordo della fatica sulla montagna…che secondo me è spesso più infida persino del mare in burrasca!!!
Ecco perchè sono un po’ speciali!
Sylvi
“Nel caso dell’Iraq, c’è stata una risoluzione del Congresso che ha approvato di sostenere l’azione presidenziale, con l’azione militare, in quanto ad affrontare l’Iraq”.
Quaglieggia la signora Anita quaglieggiando una fonte dove vanno ad abbeverarsi quaglie e, in genere, volatili con le penne spuntate.
Ma omette di soffermarsi sull’imbroglio e le spudorate menzogne che scatenò l’oscena mattanza.
Affrontare l’Iraq…un esercito dotato di fucili a baionetta!
Ma si faccia il piacere, si faccia!
C.G.
x Anita (e x tutti)
Oggi il quotidiano la Repubblica riporta il testo di una intervista a presidente Usa Obama, il quale dichiara esplicitamente che Geronimo era il nome in codice dato ad Osama Bin Laden. Non si tratta quindi di una innocente espressione tipo “alleluia”, contrariamente a quanto da lei sostenuto in un suo commento. E mente il Pentagono, che ha infatti affermato che la parola Geronimo non era il nome in codice di Bin Laden, ma “solo” dell'”atto della sua cattura o uccisione”.
Questi i fatti. Che puzzano chiaramente di razzismo anti “pellerossa”. E’ particolarmente triste che un tale atto di razzismo sia stato permesso da un presidente nero. Che non credo avrebbe gradito l’eventuale scelta di assegnare ad Osama il nome in codice “Zio Tom” oppure “Kinta Kunte”….
Un saluto.
pino nicotri
x Pino.
Da notare che gli estensori della Carta Costituzionale US furono i primi, nei tempi per così dire moderni, nel dichiarare che gli uomini erano tutti “uguali”.
Poi però per lunghi, lunghissimi anni tolleravano se non addirittura supportavano lo schiavismo a scapito della gente di colore.
Valli a capire ..
màh.
C.G.
x Pino
Ha ragione lei.
Ma questo e’ stato diffuso dopo l’accaduto.
E fu anche la risposta (una sola parola) dai Navy Seals quando gli chiesero se era infatti Osama bin Laden.
Rimane il fatto che e’ una parola di achievement usata comunemente.
Noi, il pubblico, non sappiamo i codici segreti.
Il Presidente o chi per lui hanno usato un codice infelice.
I code names dovrebbero essere segreti, dovrebbero, ma non lo sono.
Per esempio i code names del Presidente e della sua famiglia sono in internet, non so se sono quelli veri o per un disguido.
Anita
x Pino
Non si preoccupi, i bianchi ricevono molti nick names offensivi, razzisti, nazionalisti, secondo la discendenza o religione.
Il maggior razzismo e’ proprio tra gente di colore, gli Indu’ contro i neri, i neri contro gli Indu’, i neri africani contro i neri afro-americani, i latinos contro i neri….
I nativi Indiani contro I nativi che fanno carriera fuori dalle reservations e viceversa.
Io sento i loro rappresentanti in TV, in interviste, filmati e racconti.
Sono stata chiamata “white trash” piu’ di una volta, a casa nostra, durante convegni o banchetti di afro-americani, tanto che i camerieri e busboys si rifiutavano di lavorare.
Saluti,
Anita
Beh,,c’entra poco con i nostri discorsi , ma questa raccolta dell’Espresso di Grillate è un capolavoro di archivio..in quanto a CAZZATE Grillo non teme nessuno , nemmeno Berlusconi…se questo è il nuovo che avanza..io sono Giolittiano !
http://espresso.repubblica.it/dettaglio/grillo-razzismo-e-bufale/2150945
cc
Democrazia in Otalia,
(troppo difficile per Anita , che è esentata dal commentare )..
L’AgCom dopo l’esposto PD multa il TG1 e ordina alle tv: limitare la presenza di Berlusconi
Dopo la denuncia dei democratici e le minacce di Bersani di salire sul tetto l’Autorità multa Minzolini. Zaccaria: “Paghi lui” e denuncia la nuova violazione del tg Rai con la messa in onda di un videomessaggio del premier. LEGGI TUTTI I NUMERI DELLA DIS-PAR CONDICIO
100.000 Euro di Multa chissà chi li paga ?
cc
Cara Silvy,
le truppe alpine sono un po’ speciali in tutti i paesi. Lo erano gli Alpen Jaeger tedeschi (del cui corpo era ufficiale Rommel a Caporetto) ed austriaci; gli Chasseurs des Alpes francesi.
Probabilmente perchè un ambiente ostile e pericoloso come la montagna stimola lo spirito di corpo, o, se si preferisce, il senso del collettivo.
Non so bene quanto il suo giudizio su Gino strada sia attendibile, comunque il servizio militare dovrebbe addestrare a fare la guerra in modo sufficientemente professionale: da noi non è mai stato così. Ed in effetti il principale scopo del’Esercito Italiano è sempre stato quello di mantenere l’ordine pubblico, insomma il nemico erano i propri concittadini (soprattutto se di sinistra).
La disciplina la si impara altrettanto bene in fabbrica, dove è meno stupida.
Le amicizie in tempo di naja non sono tanto diverse da quelle che si sviluppano nei collegi o nelle carceri.
Francamente faccio fatica a riconoscere il minimo valore ad un periodo che ha rappresentato solo uno spreco durato generazioni e generazioni.
Almeno i crucchi imparavano a combattere.
Un saluto U.
x CC
E quando mai mi sono immischiata con faccende Italiane?
Ti posso dire che negli US c’era molta lamentela per la continua presenza do Obama in TV, ogni suo discorso finisce ad essere una campagna elettorale, compreso quello di oggi in riguardo ai confini col Messico e l’immigrazione clandestina.
Tutto per aggraziarsi voti dei latinos, lo scopo della sua “prima” visita al confine era per rassicurare la popolazione, non per darsi del bello e YES WE CAN.
Anita
@ Anita
Obama non e’ mai stato il mio “idolo”.
In primo luogo, perche’ non ho idoli. Al massimo ammiro profondamente qualcuno e questi “qualcuni” si possono contare su mezza mano.
In secondo luogo, ho detto fin dall’inizio che Obama sarebbe stato una gran delusione, visto che la sua campagna era stata riccamente sostenuta da Wall Street.
Obama non e’ che la dimostrazione che la divisione in Repubblicani e Democratici e’ una grandissima frode. Non sono altro che le due facce della stessa medaglia appesa sul gancio della federal reserve, della banca mondiale, delle multinazionali e di Israele.
Obama e’ un continuatore delle politiche Usa precedenti (e comunque e’ molto probabioe che non siano i presidenti di turno a prendere le decisioni). Fa anche lui parte di una lunga tradizione, a cominciare da Corea e Vietnam, continuata in Afghanistan, Iraq, Yugoslavia, ora Libia, domani chissa’, almeno fino a quando qualcuno li fermera’. Prima o poi, tutti incontrano la roccia sulla quale si sfracelano.