I patiti delle esecuzioni capitali. Non sono solo gli Usa a non dimenticare…
Le polemiche sulle foto di Bin Laden morto da mostrare o no stanno assumendo toni surreali. Strano che nessuno ricordi che nel ’79 quando l’allora direttore de L’Europeo Giovanni Valentini pubblicò le foto del cavadere di Aldo Moro sottopposto ad autopsia venne sanzionato dall’Ordine dei giornalisti. Le foto erano state ritenute infatti non solo raccapriccianti, ma anche una profonda mancanza di rispetto, se non vilipendio, sia del morto che della sua famiglia. L’attuale polemica sulle foto del cadavere di Bin Laden è particolarmente surreale in Italia, Paese nel quale – nonostante le promesse e le minacce di qualche ministro di pubblicarle per far diminuire il nostro record europeo di morti sull’asfalto – il governo le foto dei cadaveri degli incidenti d’auto, specie di quelli con incendio delle vetture, NON le pubblica da nessuna parte, né su giornali né in televisione. L’Italia è anche il Paese nel quale il sindaco di Milano “capitale morale” (?) d’Italia, signora Letizia Moratti, riesce a far sparire i cartelloni pubblicitari con la foto shockante di una ragazza anoressica nuda, foto scattata la Oliviero Toscani per una campagna contro l’anoressia che pure miete vittime. Tant’è che di recente è morta, per anoressia spinta alle estreme conseguenze, proprio la modella di quella foto.
Pubblicare le foto per convincere il pubblico che Osama è davvero morto serve a poco: negli Usa c’è gente convinta che Elvis Presley non sia affatto morto. Gente che non c’è prova provata che la possa convincere. Fiato sprecato. Foto pure.
Trovo sbalorditivo, di pessimo gusto e segno di inciviltà, il dilagare di festeggiamenti e gadget negli Usa. Posso capire il tirare un sospiro di sollievo, magari anche una certa soddisfazione data l’ecatombe dell’11 settembre, ma questa specie di carnevale di Rio su quello che è pur sempre un omicidio, anzi più d’uno, per giunta compiuto in mezzo a un nugolo di familiari, mogli e figli piccoli, non fa onore a nessuno. Non si tratta di fare il facile moralista né di fare paragoni con chi festeggia l’abbattimento delle Twin Tower, però c’è uno zoccolo duro di cittadini Usa che quando c’è una esecuzione capitale gode e ci tiene a farlo in pubblico. Vittorio Zucconi ha scritto più di un reportage raccapricciante sui patiti della sedia elettrica che radunati davanti al carcere delle esecuzioni esibivano T-shirt con la scritta “Friggi maledetto!”ongi volta che nel carcere ammazzavano qualcuno con la sedia elettrica.
Mi colpisce anche che i nostri giornali tra un articolo e l’altro sull’uccisione di Bin Laden e annessi cadaveri malconci pubblichino inserzioni pubblicitarie su beni di consumo pregiati, preferibilmente con foto di modelle piuttosto svestite. Cadaveri e bonazze. Morte e fica consumista. Variazione postmoderna di eros e thanatos?
Del dibattito negli Usa sull’uccisione di Bin Laden colpiscono le dichiarazioni di quei politici e militari secondo i quali si è trattato di “una operazione legale e perciò legittima perché ha rispettato le leggi degli Stati Uniti”. Strana affermazione, visto che l'”operazione” non si è svolta sul suolo degli Stati Uniti, ma in una Paese sovrano distante migliaia di chilometri e dotato di proprie leggi, ben diverse da quelle degli Usa. Le affermazioni di quei politici e militari Usa pare non tengano in nessun conto dell’esistenza del Pakistan… E’ ammissibile?
Obama ci ha tenuto a dichiarare che “L’America non dimentica”. Se è per questo, nessuno dimentica i torti subiti: dagli africani schiavizzati ai “pellerossa” eliminati, fino ai palestinesi cacciati dalle loro case e dalle loro terre. I libici, per esempio, di sicuro non dimenticano le migliaia di loro patrioti che abbiamo deportato e lasciato crepare di fame e malattie alle isole Tremiti quando li abbiamo invasi. Non credo che gli indigeni delle Americhe, da quelli del Canadà a quelli di Ushuaia, dimentichino i torti e le angherie subite…
So di toccare un tasto pericoloso, ma è un fatto che gli unici Stati che vanno a “farsi giustizia” armi alla mano anche in Stati altrui sono gli Usa e Israele. Quando certe cose le fanno gli altri, per esempio la Bulgaria con il famoso “ombrello bulgaro” dalla punta avvelenata per uccidere un dissidente a Londra, o la Libia per sbarazzarsi a revolverate di qualcuno a Roma o il Cile di Pinochet che fa assassinare esponenti in esilio, allora le proteste si sprecano. Anche l’Italia ha avuto i suoi problemi con un’altro Stato, l’Austria, che proteggeva i terroristi altoatesini responsabili negli anni ’60 di non pochi morti, compresi militari della Finanza. Non per questo l’Italia s’è sognata di bombardare Vienna. E che dire di Cuba dopo il tentativo degli Usa di rovesciarne il governo facendo invadere l’isola ai fuorusciti fascisti armati e organizzati a Miami e portati a sbarcare sulla spiaggia cubana della Baia dei Porci? Fidel Castro doveva bombardare Miami o la Casa Bianca?
Forse ognuno di noi nei panni di Obama avrebbe fatto anche di più e di peggio. Però credo ci sia da riflettere su come vanno le cose e soprattutto sulle tifoserie che le accompagnano. Poiché infatti non siamo alla stadio e quella cui assistiamo non è una partita di calcio o di baseball, certe tifoserie spingono a esiti spesso molto tragici. Basta sfogliare qualche libro di Storia per accorgersene.
Termino pubblicando la traduzione in italiano dell’articolo scritto sulla pagina FaceBook della scuola militare Burn Hall, vicina di casa di Bin Laden ad Abbottabad, dal giornalista Hamid Mir che ha vissuto con Bin Laden per intervistarlo più volte e scrivere un libro sulla sua vita. L’articolo non sempre è credibile. Alla fine ne elenco i passi che non convincono.
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L’Osama bin Laden che ho conosciuto
Hamid Mir 3 Maggio 2011
http://www.thenews.com.pk/TodaysPrintDetail.aspx?ID=5713&Cat=13&dt=5%2F3%2F2011
“Io sono il figlio di un padre ricco, potrei aver passato la mia vita nel lusso, in Europa e in America, come molti altri sauditi. Invece, ho imbracciato le armi e sono andato nelle montagne afghane. Era il guadagno personale a spingermi a trascorrere la mia vita all’ombra della morte? No! Svolgevo un obbligo religioso, minacciando la Jihad contro i nemici dei musulmani. Non importa se morirò nell’assolvere questo compito, un giorno la mia morte e quella di altri come me, risveglierà milioni di musulmani dall’apatia”.
Queste parole me le disse Osama bin Laden una mattina di marzo, nel 1997, in una caverna di Tora Bora, tra le montagne dell’Afghanistan orientale. Ero il primo giornalista pakistano a intervistarlo. Nel maggio del 1998 lo incontrai una seconda volta in un rifugio vicino all’aereoporto Kandahar. Parlò più volte della possibilità di morire. Durante la nostra lunga conversazione, mi disse: “Si, lo so che il mio nemico è molto potente, ma lascia che ti assicuri: potranno anche uccidermi, ma non mi prenderanno vivo”. Ricevetti un suo messaggio poche ore dopo gli attacchi del 9/11, in cui lodò coloro che li avevano realizzati, ma non ne accettò mai la responsabilità. La cosa mi lasciò confuso. Provai a incontrarlo di nuovo. Mi arrischiai a entrare in Afghanistan nel novembre del 2001, quando gli aerie da Guerra americani già prendevano di mira Al Qaeda e i Talebani da Jalalabad a Kabul.
Fui abbastanza fortunato da incontrarlo per la terza volta la mattina dell’8 novembre 2001. Fui il primo e l’ultimo giornalista a intervistarlo dopo il 9/11. Bombardamenti intensi stavano colpendo dentro e fuori la città di Kabul. Egli mi accolse con un sorriso e mi disse: “L’ultima volta [che ci siamo visti] ti ho detto che il nemico può uccidermi, ma non può catturarmi vivo. E sono ancora vivo”. Dopo l’intervista, disse: “Ricorda le mie parole, Hamid Mir, possono uccidermi in qualunque momento, ma non possono catturarmi vivo; possono cantare vittoria solo se mi prendono vivo, ma se dovessero catturare il mio cadavere, sarà per loro una sconfitta e la Guerra contro gli americani non finirà neanche dopo la mia morte. Combatterò fino all’ultima pallottola enl mio fucile, il martirio è il mio sogno più grande e creerà molti altri Osama bin Ladens”.
Osama ha mantenuto la promessa. Non si è mai arreso. Il presidente degli Usa Barack Obama ne ha finalmente annunciato la morte il 2 Maggio 2011. LE’ la notizia più clamorosa del 2011 per gli americani, ma i simpatizzanti sono soddisfatti che Osama bin Laden non sia stato preso vivo, o gli americani l’avrebbero umiliato come fecero con Saddam Hussain. Per me è stata una grande sorpresa venire a sapere che l’uomo più ricercato del mondo si nascondesse in una città del Pakistan, Abbotabad, quartier generale dell’Accademia Militare Pakistana (PMA), nella stessa zona in cui l’intelligence pakistana ISI aveva fatto delle ricerche e arrestato Aby Faraj al Libbi nel 2004, ma si era lasciata sfuggire il genero Osama (scappato a Mardan, dove l’ISI lo catturò dopo poche settimane).
Si è venuti a sapere che gli americani hanno condotto le operazioni senza informare la controparte pakistana. Due elicotteri americani Chinook hanno violato lo spazio aereo del Pakistan dall’Afghanistan orientale. Fonti governative riportano: “Eravamo all’oscuroperchè gli americani hanno bloccato i nostri sistemi radar”. D’altro canto, fonti altolocate del governo hanno confermato che il Pakistan ha condiviso con la CIA delle informazioni importanti su Osama bin Laden nel maggio del 2010. Le forze di sicurezza del Pakistan avrebbero intercettato una telefonata fatta da un arabo dalla zona tra Taxila e Abbotabad. La CIA fu informata nell’agosto del 2010 sulla possible presenza di un importante leader di Al Qaeda. E’ probabile che questa telefonata fosse stata fatta da Osama bin Laden e che questo fosse un abbaglio. Secondo le mie informazioni, egli era sfuggito alla morte almeno 4 volte dopo il 9/11. A volte, era riuscito a eludere i sistemi più sofisticati, i missili più pericolosi, grazie alla sua intelligenza. Altre volte, si era salvato per pura fortuna, per un pugno di minuti, dagli attacchi nemici.
Gli attacchi Usa contro i Talebani e Al Qaeda cominciarono il 7 ottobre del 2001 e Osama bin Laden fu notato, assieme al dr. Ayman al Zawahiri, l’8 novembre 2001 a Kabul. Erano venuti a Kabul da Jalalab per partecipare a una riunione di Al Qaeda e per rendere omaggio al loro compagno uzbeko, Jummah Khan Namangani, che aveva perso la vita nella città di Mazar-e-Sharif, a nord dell’Afghanistan il 6 novembre.
Fu lo stesso giorno in cui mi fu concessa un’intervista con l’uomo più ricercato di Kabul. Non mi fu concesso di usare la mia macchina fotografica per scattare delle foto a bin Laden. Uno dei suoi figli, Abdul Rehman, mi fotografò accanto a suo padre e al dr. Ayman al Zawahri, usando la sua macchina fotografica e poi mi diede il rullino. Malgrado tutte le misure di sicurezza, una donna-spia riuscì a notare movimenti sospetti di parecchi arabi a Kabul.
Ricordo un incidente occorso mentre prendevo il tè con bin Laden e il dr. Zawahiri dopo l’intervista. Bin Laden mi ricordò che quella era la terza intervista che avevo fatto con lui. Mi informò che avevo fatto degli errori nella traduzione dell’articolo pubblicato dopo la prima intervista nel 1997, ma che non lo avevo rappresentato in modo sbagliato. Sperava, mi disse, che non lo avrei descritto male neanche stavolta. Nella piccola stanza in cui oprendevamo il tè erano presenti più di 20 leader di al-Qaeda. La conversazione di quel giorno mostrò che la maggior parte di loro riteneva che l’Alleanza del Nord (sostenuta dagli Usa) si stava avvicinando a Kabul grazie al generale Pervaiz Musharraf, il quale metteva a disposizione degli americani le basi aeree in Pakistan. Improvvisamente, un combattente arabo di al-Qaeda entrò nella stanza e informò i leader che era appena stata arrestata una donna vestita di un burqa blu, che si aggirava a pochi metri dal luogo della riunione. Stava spiando, fingendosi una mendicante, chiedendo soldi perfino dalle guardie di sicurezza di al-Qaeda messe fuori a custodire l’ingresso. Ma dopo pochi minuti, una guardia aveva notato che la donna sembrava più intenta a guardarlo che a mendicare. Così, il combattente di al-Qaeda si era messo a studiarne i movimenti e presto la scoprì a parlare di uno “sceicco”a un telefono satellitare Thoraya.
La notizia fu data in arabo al consesso, ma riuscii a capirne il contenuto. Bin Laden ordinò immediatamente a uno dei suoi collaboratori più stretti di non fare alcun male all’ “ospite. Il collaboratore, che si chiamava Muhammad, mi disse che mi avrebbe riportato a Jalalabad. Dovetti salutare Osama bin Laden di fretta e partire con Muhammad in un’auto privata. Fummo arrestati da delle guardie Talebane fuori Kabul, perchè io non avevo la barba ed ero in possesso di una macchina fotografica, (non usata durante l’intervista). Muhammad non informò i Talebani di essere di al Qaeda. Disse loro, invece, che lavorava per il ministro degli Interni Mullah Abdul Raze Ached. I Talibani verificarono l’informazione presso il ministro degli interni e ci rilasciarono dopo tre ore.
Raggiungemmo Jalalabad la sera tardi. Muhammad mi lasciò vicino una grande casa e sparì. Tornò dopo un paio d’ore con delle notizie sorprendenti. Affermò che il luogo in cui, quel giorno, avevo incontrato il suo “sceicco” era stato bombardato 15 minuti dopo la nostra partenza, ma che per fortuna lo “sceicco” e gli altri avevano già lasciato il posto e nessuno era stato ferito. Muhammad mi disse: “Fratello, hai mancato assieme a noi il martirio”. Io non conoscevo l’esatta ubicazione del luogo dell’intervista. Muhammad mi disse che si trovava nel quartiere di Weir Akbar Khan di Kabul.
Trascorsi la notte a Jalalabad, sopravvivendo a un intenso bombardamento Usa. La mattina seguente, Muhammad si accommiatò e io ripartii per il Pakistan su Quattro ruote. Ci incontrammo di nuovo nel 2004 a Kunar, quando stavo riportando le notizie sulle elezioni presidenziali in Afghanistan. Fu in quell’occasione che mi narrò tutta la storia di come lui e il suo “sceicco” erano sopravvissuti ai bombardamenti a tappeto delle forze aeree americane e di come erano fuggiti attraverso le montagne del Tora Bora nell’Afghanistan orientale. Solo dopo la terza settimana del dicembre bin Laden e I suoi combattenti riuscirono a rompere l’accerchiamento degli americani con l’aiuto di Haji Zahir, Haji Zaman e Hazrat Ali.
La strategia di al Qaeda a volte somiglia a quella dei cacciati nei film western americani. Un gran numero di combattenti al Qaeda erano entrati nell’area tribale del Kurram in Pakistan, attraverso Tora Bora, ma Osama bin Laden andò in un’altra direzione con un piccolo gurppo. Il testimone oculare Muhammad faceva parte anche lui di quel gruppo. Dei combattenti ceceni e sauditi gli assicurarono una copertura armata e camminarono tutta la notte verso la salvezza, a Paktia.
Più tardi, un alto ufficiale della sicurezza afghana, Lutfullah Mashal, mi confermò che Osama bin Laden era fuggito a Paktia da Tora Bora ne dicembre 2001. Mashal lo aveva segretamente seguito e affermò che Osama bin Laden aveva raggiunto il North Wazirastan da Paktia. Trascorse là qualche tempo, nell’area di Shawal e poi si mosse verso le montagne nell’ Afghanistan orientale, nella provincia di Khost. Mashal oggi collabora col presidente Hamid Karzai ed è sicuro che gli americani abbiano mancato la cattura di bin Laden a Tora Bora perchè non erano ancora pronti a dislocare le proprie truppe di terra. Gli americani dipendevano di più dal comandante dell’Alleanza del Nord, Hazrat Ali, ma quest’uomo li tradì. Secondo fonti afghane molto affidabili, Hazrat Ali assicurò ai membri di al-Qaeda un passaggio sicuro, dopo aver ricevuto molto denaro da loro.
Osama bin Laden rimase nascosto per l’intero 2002. Lui e I suoi collaboratori erano sempre in fuga e continuavano a cambiare nascondiglio. Erano determinati a salvarsi e per questo non combattevano.
Nell’ aprile del 2003 l’uomo più ricercato del mondo riaffiorò in Afghanistan, dopo che gli Usa avevano invaso l’Iraq. Organizzò una riunione nella Pech Valley della provincia del Kunar e fece un discorso altisonante, in cui annunciò i suoi piani di resistere agli americani in Iraq. Disse: “Bisogna colpire gli americani in Iraq, prima che colpiscano noi in Afghanistan”. Dichiarò che Saiful Adil sarebbe stato incaricato di opporre resistenza in Iraq e gli consigliò di contattare Abu Musab Al Zarqawi, che. All’epoca, si stava nascondendo in Iran. Bin Laden cominciò a parlare anche durante piccole riunioni di suoi compagni nel Kunar e a Paktia.
Una delle sue nuore morì di parto nelle montagne del Kunar. Ci fu molta gente al funerale. Gli afghani locali seppero della morte della nuora e vennero a visitare le case di alcuni combattenti di al-Qaeda che si erano sposati nel Kunar. La notiza raggiunse anche gli americani e questi lanciarono un’operazione nel Kunar, ma di nuovo Osama bin Laden fuggì verso sud, prima che cominciassero a bombardare la Pech Valley.
Fu nel tardo 2004 che bin Laden si ritrovò accerchiato dale truppe britanniche nella provincia afghana meridionale di Helmand. Bin Laden si nascondeva in una zona montuosa dietro tre linee di difesa. Alte fonti diplomatiche mi hanno rivelato di recente a Kabul che le forze britanniche erano sul punto di catturare Osama bin Laden, vivo o morto. Lo assediarono per oltre 24 ore, ma egli riuscì a eludere uno degli eserciti meglio armati del mondo. Secondo i dettagli raccolti da alcune fonti Talebane nell’ Helmand, le forze britanniche avevano spezzato due delle linee difensive di al-Qaeda lungo un tratto di 5 Km.
Stava per cominciare un combattimento corpo a corpo, ma il giorno volse al termine e l’oscurità portò sollievo ad al-Qaeda. Osama bin Laden voleva combattere sulla linea del fronte, ma i suoi collaboratori lo fermarono, ebbero un acceso diverbio. Bin Laden era arrabbiato, ma Abu Hamza Al Jazeeri lo convinse a darsi alla fuga. Sistemarono diversi razzi a orologeria, orientati in 2 direzioni diverse, per creare un diversivo. Decisero di rompere l’accerchiamento nemico dirigendosi in una terza direzione con un gruppo di combattenti. Quel gruppo assicurò a bin Laden una copertura. La maggior parte dei combattenti persero la vita, ma il piano funzionò.
Osama bin Laden scivolò via dalle mani dei britannici, assieme ad Abu Hamza Al Jazeeri e pochi altri combattenti. Queste fonti hanno negato che bin Laden abbia ordinato alle sue guardie di sparargli, nel caso in cui stesse per essere arrestato. Le fonti al-Qaeda affermano che egli non credeva nel suicidio e che preferiva sacrificarsi combattendo contro il nemico all’ultimo sangue.
Dopo quest’ultima fuga, divenne molto attento. Smise di spostarsi dentro Afghanistan e scelse le zone tribali del Pakistan. La sua grande famiglia era stata sparpagliata dopo il 9/11. Alcuni dei suoi figli vivevano in Iran, altri sembra che fossero a Karachi per breve tempo, ma nessuno credeva che Osama sarebbe stato catturato ad Abbottabad.
Si nascondeva in Abbottabad con una delle sue mogli, un figlio e una figlia. Quando gli americani attaccarono il suo nascondiglio, cominciò immediatamente a combattere. Sua moglie fu ferita [dagli americani] al piede. Secondo la moglie, Osama era corso sul tetto e si era unito alle sue guardie per resistere all’attacco. La sua bambina di 10 anni, Safia, vide il commando americano entrare in casa e portarsi via il corpo di suo padre. Più tardi, disse: “Gli americani hanno trascinato il cadavere di mio padre per le scale”.
Osama bin Laden è morto, ma al-Qaeda e i suoi alleati non lo sono. Osama ha sempre approfittato degli errori delle politiche americane. La sua vera forza era l’odio per l’America, non l’Islam.. L’eliminazione fisica di Osama bin Laden è una grande notizia per gli americani, ma molti fuori dell’America auspicano l’eliminazione delle politiche che producono i bin Laden. Gli Usa sono venuti in Afghanistan a cercare Osama bin Laden. Non c’è dubbio che egli era responsabile della morte di molti innocenti, ma gli americani non possono giustificare l’uccisione di altri innocenti coi Droni, solo perchè Osama ha ucciso degli americani. Sia Osama bin Laden che gli Americani hanno violato la sovranità del Pakistan. Questo deve finire. Osama è morto. Se gli Usa non lasciano l’ Afghanistan dopo la morte di Osama bin Laden, questa Guerra non finirà presto e il mondo continuerà a essere un posto pericoloso.
(Hamid Mir lavora per Geo TV. Ha intervistato Osama bin Laden 3 volte. E’ stato l’ultimo giornalista a intervistarlo dopo il after 9/11. Sta anche scrivendo una biografia di Osama).
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Tutto l’articolo sa di ingenuità totale da parte del giornalista o di poco abile montatura per confermare tutte le tesi americane basandosi, soprattutto dopo il 2001, su voci e “testimonianze” di fantomatici personaggi “altolocati” e “affidabili”. Il “piu’ stretto collaboratore” di Osama, vedi un po’, si chiama Mohammed: milioni di musulmani si chiamano così e questo qui non ha neanche uno straccio di cognome!
Osama manda i suoi combattenti a resistere in Iraq. Mah. Ha proprio resistito bene. Si vede dai risultati.
Strano combattente, poi. Ha una grave malattia renale e ha bisogno di dialisi ogni due giorni (in ospedale): come può nascondersi tra montagne brulle e impervie e scapparsene di qua e di là per anni e poi sistemarsi ad Abbottabad senza avere in casa una apparecchiatura per la dialisi? Andava nell’ospedale vicino casa ad Abottabad? E nessuno si è mai accorto di chi fosse l’illustre dialisizzato? L’apparecchio della dialisi, un affare grande e grosso che pesa un accidenti, come lo trasportavano durante le fughe? Con la jeep? E come lo alimentavano, lassù tra le montagne? A batterie? Magari solari? E le soluzioni e i medicinali indispensabili alla procedura e al malato? L’apparecchio per la dialisi non è certo una cosa tascabile: http://it.wikipedia.org/wiki/Emodialisi
PRIMO MINISTRO SCOZZESE APPOGGIA
SANZIONI CONTRO ISRAELE
http://weeklyintercept.blogspot.com/2011/05/scottish-first-minister-supports.html
Scottish First Minister supports sanctions against Israel
London, (Pal Telegraph) – First Minister Alex Salmond supported economic sanctions against Israel. He described Israel’s massacre of nine Mavi Marmara passengers as an “atrocity on the high seas” and put Israel firmly beyond the pale. “This has implications for example in trading relationships—you can’t have normal relationships if you believe another country has been involved in what Israel has been involved in.”
LA FBI AMMETTE DI NON AVER MAI AVUTO PROVE
DEL COINVOLGIMENTO DI OBAMA COL 9/11
Video
http://www.youtube.com/watch?v=PrnZd0H7o68
FBI says no evidence linking Bin Laden to 9/11
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Grottesco.
Adesso lo dicono.
x VOX
Non sapendo di quale nazione lei e’ cittadino/a non le posso rispondere.
Anita
x VOX
La FBI o la CIA non hanno prove concrete.
Solo i video tapes rilasciati da Osama bin Laden nel 2004.
Warning the world (September 11, 2001)In spring 2001, Ahmad Shah Massoud addressed the European Parliament in Brussels stating that behind the situation in Afghanistan there was the regime in Pakistan.
He also stated his conviction that without the support of Pakistan, Osama Bin Laden and Saudi Arabia the Taliban would not be able to sustain their military campaign for up to a year, also because the Afghan population was ready to rise against them.
Addressing the United States specifically he issued the warning that should the U.S. not work for peace in Afghanistan and put pressure on Pakistan to cease their support to the Taliban, the problems of Afghanistan would soon become the problems of the U.S. and the world.
Declassified Defense Intelligence Agency documents from November 2001 show that Massoud had gained “limited knowledge… regarding the intentions of [al-Qaeda] to perform a terrorist act against the US on a scale larger than the 1998 bombing of the US Embassies in Kenya and Tanzania.”
They also point out that he warned about such attacks.
Massoud warned the U.S. intelligence agents of the coming U.S. attack by al-Qaeda and Massoud’s was assassinated September 9, 2001.
Anita
Vox { 10.05.11 alle 23:31 } In secondo luogo, ho detto fin dall’inizio che Obama sarebbe stato una gran delusione, visto che la sua campagna era stata riccamente sostenuta da Wall Street.
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Perdinci ma è quel che ho sempre sostenuto anch’io, che Obama fosse l’uomo di Wall Street! Avevano bisogno di un debolissimo sconosciuto per far fuori la Clinton. U.
x Uroburo
veramente ho idea che Vox sia stata ‘illuminata’ proprio da lei, mio caro…
Io comunque ho sempre detto, e mantengo, che tra i due preferisco Obama
Peter
Caro Peter,
telegeni -“ticamente” parlando , Obama non poteva non essere “piu” simpatico al mondo “variegato” della Sinistra europea.
Primo uomo di coloroe sul “soglio” degli USA,primo uomo a proporre una riforma sanitaria,che in qualche modo “garantisse” a tutti la possibilità di un accesso a cure mediche di livello medio uguali per tutte.
Infatti sono d’accordo con Anita quando afferma che non è vero che non c’erano cure per i più deboli e diseredati o semplicemente per i “caduti” sulla strada del Successo..ci sono i lazzaretti” dove magari una botta di rianimazione non si nega a nessuno,purchè non si consumi troppa corrente.
Detto ciò finisce tutto più o meno lì, la riforma epocale stenta a partire e la Politica Estera ..beh la politica estera..E’ dura per tutti cambiare il registro di una Politica Imperiale e passare ad una sorta di Multipolarismo..dura da far digerire …,anche perchè i Signori , dovranno mollare qualche “osso”sul piano economico..internazionale…la democrazia non c’entra un fico secco..!!
Per il resto ,tutto nella normalità o tu vedi delle sostanziali differenze da Prima ?
Superiamo il “complesso Anita”,di essere PER , solo perchè Lei è Per altro..Anita è quella che si stupisce quando gurdando un Film come ladri di Biciclette, scopre un’italia poverissima, e ci racconta che lei in gioventù era poverissima, aveva solo il bagno, l’elettricità ,il telefono, l’acqua calda e magari un grammofono, più un’automibile ..che per carità veniva usata pochissimo..mica come adesso..
E’ vissuta troppo poco in Italia e ha scoperto la durezza del mondo in Amerika,non puoi fargliene una colpa !
cc
cc
Per Peter
Tra i due: Obama e la Clinton? Ohibò!!??
Credo proprio di non essere minimamente d’accordo con lei: la Clinton è un altro pianeta. Con la Clinton il potere non l’avrebbero certo avuto i gnomi di Wall Street (non tutto almeno).
Se la scelta fosse tra Obama ed un repubblicano capirei ma verso la Clinton proprio non la seguo.
Il resto del suo messaggio non l’ho capito.
Che io possa “illuminare” qualcuno mi sembra un po’ strano: io mi limito ad esporre il mio punto di vista.
Che la persona “illuminata” possa essere Vox (detto inter nos: una persona di grande cultura, che legge moltissimo e che si informa con impegno; e dico questo senza minimamente accantonare il fatto che io e Vox abbiamo idee assai diverse su molte questioni) lo escludo a priori. Vox non è proprio una persona che si fa montar la testa.
Un saluto U.
x Uroburo
non so bene su cosa lei si basi per considerare Hillary un’avversaria di Wall Street, la sua bestia nera…
Non pretendo certo di avere la verita’ in tasca, ma mi sento sicuro di due cosette: in politica estera la Clinton avrebbe agito molto piu’ ‘bushanamente’ di Obama, che ha la tempra del mediatore.
In politica interna, la signora avrebbe ripiegato in buon ordine sulla politica sanitaria, come gia’ fece quella pappamolla inconcludente di suo marito.
Terzo, apprezzo moltissimo che Obama sia il primo presidente USA nero o di colore che dir si voglia.
un saluto
Peter
@ Anita
Cittadinanza Italiana, ovviamente.
What else?!
Se potessi acquisirne una extraterrestre, lo farei volentieri.
Altrimenti, non avrebbe senso cambiare.
@ Uroburo
Grazie per la stima, ricambiata.
Purtroppo, non basta avere la pelle scura per essere un Martin Luther King, o almeno un grande e coerente politico.
Bisogna guardare a quello che c’e’ dentro. Non e’ un caso che Obama sia stato soprannominato “Oreo” (il famoso biscotto americano fatto di due cialde al cioccolato, con crema bianca in mezzo): in altre parole, nero fuori, bianco dentro. Darei un 10 e lode a questa definizione per arguzia e precisione.
Del resto, Obama non e’ l’unico “Oreo”. Prima di lui ci sono stati la Condomleeza Rice e l’ appena-appena-moderato Colin Powell.
Obama sara’ anche partito con qualche buona intenzione, ma oggi sta dimostrando che il suo ideale piu’ radicato e’ quello comune a tutti gli altri politici: potere e denaro.
Sulla Clinton concordo con l’opinione di Peter, non si sarebbe distaccata molto dallo stile guerrafondaio di tutti gli altri. Anche come persona la trovo fredda, autoritaria, dura. E allineata. Per lei, stesso discorso di Obama: non basta essere donne per essere piu’ umane, piu’ giuste, piu’ sensibili ai veri bisogni di un popolo.
Non credo sia per forza saggio o liberal lasciarsi ammaliare dagli attributi esteriori di un politico (nero, giallo, a quadretti rosa, donna, trans o chimera), perche’ temo che possano essere usati come uno schermo dietro cui nascondere non meno turpitudine e infamia di chiunque altro.
Ci sono neri e neri, ci sono donne e donne, come uomini e uomini.
I grandi, i mediocri e gli spregevoli sono equamente spalmati fra tutte le razze e tutti i sessi.
x Uroburo
“e ci racconta che lei in gioventù era poverissima, aveva solo il bagno, l’elettricità ,il telefono, l’acqua calda e magari un grammofono, più un’automibile ..che per carità veniva usata pochissimo..mica come adesso..
E’ vissuta troppo poco in Italia e ha scoperto la durezza del mondo in Amerika,non puoi fargliene una colpa !
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Caro Uroburo,
ha fatto dei brutti sogni?
Non ho mai scritto di essere stata poverissima in gioventu’.
Proprio il contrario.
A Milano abitavamo in Viale Piave, mio papa’ era vice presidente della Brambilla di Verres, avevamo la cameriera fissa, andavo a scuole private, in casa avevamo tutte le comodita’ di allora.
Papa’ aveva l’auto, ma andava al lavoro in tram.
Due mesi di vacanze estive, papa’ ci raggiungeva per due settimane.
Avevo una stanza piena di giocattoli tedeschi.
La mia famiglia era l’invidio del palazzo.
Le cose cambiarono dopo la separazione dei miei, io fui relegata in collegio.
La poverta’ assoluta l’ho conosciuta in America, un inizio molto forte.
No, non sono mai vissuta o neanche visto un ambiente come quello nel film “Il ladro di biciclette”.
Ma anche in America la nostra poverta’ era dignitosa, non mi sono mai sentita povera, sapevo fare ed insegnare.
Non sapevo cucinare.
Anita
x Anita
il ladro di biciclette era infatti ambientato nella Roma del Dopoguerra…ho poi saputo che e’ il film preferito di Leo DiCaprio, chissa’ poi perche’.
Io l’ho sempre trovato un film tristissimo, l’ho visto da bambino, ora ce l’ho in DVD.
Che fossi poverissima da giovane lo diceva CC, non Uroburo.
Peter
x VOX
Una volta per sempre le dico da dove e’ nata la confusione, e non solo mia.
Ele scriveva come lei, era come lei, il suo doppio.
Lunghi post, medesimi websites di preferenza.
Ele era napoletana, vissuta per anni in Russia, fluente in Russo ed in Inglese, poi si sposto’ in Scozia o Irlanda, non ricordo bene.
Ele spari’ dal forum ed entro’ VOX.
That’s all.
Anita
Alcune note
AD ANITA
Ma io non ho scritto nulla!…..
A PETER
Non ho detto che la Clinton sia un’avversaria di Wall Street ma che ne sarebbe stata meno succube.
In generale mi sembra una persona molto più decisa, con migliori conoscenze del potere con legami più variati.
E comunque se la destra ha preferito Obama a lei una qualche ragione ci sarà pure.
Sono ovviamente d’accordo sul presidente nero, ma anche una donna sarebbe stata una grossa novità
A VOX.
Per la Clinton ho già detto a Peter. Senza illusioni sarebbe stata meno condizionabile. E poi certe cose,certi meccanismi, certe manovre, lei le conosce ultra-bene.
Un saluto a tutti U.
x Peter
Hai ragione, di mattina leggo troppo in fretta.
Sono sempre di premura…specialmente quando mi sveglio tardi, come oggi.
Fa freddo, il riscaldamento funziona ancora, giornate tristi e piovigginose, i prati sono color smeraldo….
Anita
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Il mio post #112 era per CC, non per Uroburo.
Sorry,
Anita
@Anita (114)
Embe’? Me ne dovrebbe importare qualcosa?
x Uroburo
La destra ha preferito Obama sulla Clinton?
Non credo.
Anita
Dal “The Guardian”
http://bit.ly/iAH06w
– “The Guardian” intervista lo sceicco yemenita Rashad Mohammed Saeed Ismael, che racconta di quando, nel settembre del 1999, all’alba dei suoi vent’anni, ricevette la più importante telefonata della sua vita. Era Osama Bin Laden in persona che voleva sposarsi per la quinta volta. “Mi disse ‘trovami la moglie giusta'”, svela Rashad, che allora era un membro di spicco di Al Qaeda a Kabul, molto vicino al Re del terrore.
Deve essere pia, obbediente, giovane (preferibilmente tra i 16 e i 18 anni), ben educata e di famiglia rispettabile. Lei dovrà essere in grado di sopportare la mia condizione particolare”. Furono queste le indicazioni che Osama Bin Laden gli dette e che Rashad Mohammed Saeed Ismael seguì scrupolosamente arrivando a scegliere Amal Ahmed al-Sadah, una ragazza di 17 anni, figlia di un funzionario e sua ex allieva. La “sposa perfetta” per Osama, che allora aveva 44 anni. Amal adesso è in Pakistan. Gli Usa ne chiedono l’estradizione per interrogarla.
“Quando una donna come Amal rimane vedova – aggiunge Rashad – è compito di tutti i musulmani badare a lei e assicurare la sua sicurezza. Tutto lo Yemen vuole che faccia ritorno a casa”. Ogni tentativo da parte degli americani di colpire Amal o qualche altro membro della famiglia di Bin Laden, “causerebbe una reazione violentissima del mondo musulmano contro l’Occidente. Le donne non sono soldati e l’America sa che Bin Laden non mai fatto partecipare donne alle sue battaglie”.
Ad Amal fu spiegato chi era e come era Bin Laden e che tipo di esistenza conducesse, sempre in movimento tra un paese e l’altro. Lei accettò. Osama dette alla sua famiglia 5mila dollari e così Amal lasciò lo Yemen per l’Afghanistan. Il matrimonio venne celebrato a Kandahar, che allora era il cuore delle operazioni talebane. Fu una cerimonia in linea con la tradizione yemenita.
Oggi Rashad ritiene che il destino delle mogli di Bin Laden della sua famiglia sia molto più importante della morte di Osama. “Quando abbiamo appreso dell’uccisione di Osama – racconta – siamo stati felici. Lui ha sempre voluto morire come un martire, ucciso dagli americani. Ma la questione relativa alla sua famiglia riguarda l’onore delle donne ed è qualcosa che consideriamo intoccabile”
x Uroburo
La destra non aveva un buon candidato.
McCain-Palin, una pessima ticket.
Ho votato a malincuore.
Cio’ non toglie McCain sia un onorevole persona.
Anita
Ma come , non si è dichiarata una supporter dei Tea Partyes di quella sgallettata della Palin repubblikina dove sguazzano neonazi, fascisti nostalgici dell’Apertheid e, come le mosche bianche, anche qualche brava persona decisamente sprovveduta?
Le bugie (legga: il quaglieggio) hanno le gambe corte…
C.G.
x C.G.
Supporter dei “Tea Parties” si’.
Sarah Palin non era pronta un ufficio importante come Vice Presidente.
Quote:
Tea Partyes di quella sgallettata della Palin repubblikina dove sguazzano neonazi, fascisti nostalgici dell’Apertheid e, come le mosche bianche, anche qualche brava persona decisamente sprovveduta?
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Lei dimostra la sua immensa ignoranza dei milioni di partecipanti e aderenti ai “Tea Parties”.
Infatti hanno riconquistato il Congresso, John Boehner e’ lo Speaker of the House al posto di Nancy Pelosi.
Ron Paul e’ un Tea Partier.
“Il movimento si basa su sentimenti populisti e si basa su; meno governo, sulla riduzione delle tasse, la spesa pubblica e il debito nazionale.”
Ha il 36% di approvazione.
Anita
Prove di Fascismo pratico..
http://www.repubblica.it/scuola/2011/05/11/news/professori_politicizzati_sospensione_per_3_mesi-16101869/?ref=HREC1-2
E’ senza dubbio molto pratico mettere a libro paga alcune Centinaia di Dirigenti scolastici che migliaia di professori..
Cara Anita ,
..“Il movimento si basa su sentimenti populisti e si basa su; meno governo, sulla riduzione delle tasse, la spesa pubblica e il debito nazionale.”…
Come sempre cara Anita efficace, e dai lezioni di chiarezza..infatti il Populismo Mondiale
odierno si basa proprio su Questi principi..
Sul come realizzarli poi, è un altro discorso,infatti qui entra in campo la Politica , la democrazia…ecct , si spazia per l’applicazione dei principi esposti dal neo.nazismo ,ai battaglioni della morte ecte,cet, ma questo è un’altro discorso !
Complimenti ancora per la chiarezza espositiva ,efficae e concisa !
cc
x C.G.
Questo e’ un candidato Presidenziale del Tea Party:
http://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/thumb/6/60/Herman_Cain_by_Gage_Skidmore.jpg/482px-Herman_Cain_by_Gage_Skidmore.jpg
Abbronzato, come direbbe il vostro Silvio.
Anita
x CC
Mi sono dimenticata : aderire all Costituzione come originata dai Founding Fathers.
Anita
Thank you!
Carto Anita, e chi si dimentica I Padri, I fratelli,Bianchi fondatori, cristianissimi, devotissimi (con qualche scappatella), ma così seri !!
cc
x CC
I Padri Fondatori erano 55, tutti con un ottima educazione.
Con un’estesa esperienza politica.
Le religioni degli appartenenti erano 11, con un alta maggioranza
di Episcopali/Anglicani e Presbiteriani.
Anche oggi i principi religiosi sono molto importanti.
” WE THE PEOPLE ”
http://constitutionus.com/
Anita
Che strana l’Europa!
Mettiamo, storia vera, una ragazza slovena, una croata, una serba e una bosniaca, …tutte laureate nella stessa Università, medesima facoltà.
La Yugoslavia si sgretola…la Slovenia entra nella EU! Gli altri no!
La ragazza slovena può esercitare la professione in tutta Europa!
Le altre no!
Per le altre ci sono, unica speranza, esami su esami, a Roma, per il riconoscimento del titolo accademico.
Sette volte, fra scritti e orali, bocciati ora l’uno ora l’altro, programmi sempre cambiati e allungati…ora manca un “pelo”, poi un’altro pelo…
Ma una non molla…per sette anni!!!
Lavora sottopagata e studia, studia e lavora.
Un po’ testarda, a dire il vero!!!
Le consigliavo…tieni duro…fai mollare i romani …per sfinimento!!!
Ce l’ha fatta! I romani hanno dato forfait…e ora è dott. anche per tutta Europa!
Uno su mille ce la fa…canta Morandi!
Buonanotte a tutti
Sylvi
x Sylvi
di laureati senza speranza l’Italia, e l’Europa ormai, ce ne hanno abbastanza di loro, senza bisogno di altre importazioni…
Secondo me, in EU non dovevano esserci neanche Grecia e Portogallo, ma soprattutto non dovevano entrare in zona euro.
Se vogliamo un suicidio al completo, che si facciano entrare i Balcani in blocco in EU. Ma a quel punto, perche’ non anche la Turchia, carissima Sylvi?
O Israele…
Peter
caro Peter,
la laureata di cui parlo è da oltre dieci anni in Italia, è sempre stata in regola con tutti i permessi, ha fatto richiesta di cittadinanza, ha sempre lavorato…diciamo così per spiegare…da medico, ma pagata da infermiera!!!
Così per chiarire…è come il bidello che fa lezione …pagato da bidello!
Lei dice che l’Europa ha anche troppi dei suoi laureati… sicuramente è vero, anche se dovremmo vedere che laureati….!!!
Forse un avvocato o un filosofo hanno difficoltà a fare l’ingegnere!!!
ma se io dico che l’Europa ha anche troppi dei suoi disoccupati, senza accogliere clandestini che non sono rifugiati…apriti cielo!!
Se la signora, senza permesso di soggiorno ovviamente, si fosse iscritta alla cgil, e avesse indossato una tuta da lavoro, fosse scesa in piazza…o salita sui tetti e sulle gru avrebbe trovato più comprensione politica!
Senza essere costretta a fare il pendolare a Roma …per rispettare tutte le leggi del Paese che la ospita!
Ma ho letto che cose simili sono successe anche in GB…e non solo!!!
Ps: che cosa mi consiglia di regalarle?
una corona d’alloro con nastri tricolori……..oppure con nastri azzurro stellati????????
Sulla sua seconda parte, che trovo interessante, le risponderò appena posso.
buonagiornata
Sylvi
Cara Sylvi,
ho molta comprensione e stima,per la tua Dott, ma ti pregherei ci citare la CGIL a proposito, e non a sproposito come quasi sempre fai sempre.
Come ben saprai in Italia nel passato e nel presente, altre sono sempre state di Massima le vie del Signore e della misericordia, che hanno innalzato sugli altari “un sacco ” di santi per vie molto brevi .
Amen
cc
In alcuni settori del pubblico, forse la CGIL ha giocato una partita alla pari , ma ti assicuro che nel privato la tessera della CGIL è stata per tempi lunghissimi un buon viatico per restare fermi al palo…se vuoi ti mando ampia documentazione con cui sotterrare l’intero Friuli.
Riamen
x CC
oltre che la CGIL, e’ patetico che la Sylvi se la prenda poi con Roma ed i romani…come se? cosa?! forse che a Roma comandano i romani come 16 secoli fa??! o forse che i leghisti delle parti sue sarebbero piu’ accoglienti e condiscendenti verso gli stranieri? quelli vogliono pure la prova di conoscenza dei dialettacci, pardon, ‘lingue’ del loco…
Che la povera croata, o bosniaca, o serba, sia venuta a fare il medico in Italia, poi, e’ peggio, molto peggio che portare vasi a Samo, direi…
Un proverbio delle mie parti, che non saprei tradurre in italiano, era ‘a casa brusciata minti focu…’, o ‘mintire focu alla casa brusciata’…
Peter
Peter
x TUTTI
E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
BUONA LETTURA.
pino nicotri
SATIRA DI GUERRA
Vale la pena di leggere questo articolo, in cui la realtà è ironicamente ribaltata. Divertente e istruttivo.
Il raffronto tra l’uccisione extragiusdiziale di Osama e quella fantasiosa di Obama, dà un botta all’assuefazione a vedere il male da una sola parte, riafferma la necessità di ritornare obiettivi, di abbandonare i doppi standard e vedere finalmente le cose in tutto il loro reale orrore.
15 MAGGIO 2021 – EDIZIONE STRAORDINARIA…
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=8291