Chi e perché ha ucciso Vittorio Arrigoni, Cristo laico dei nostri tempi, eliminato con un altro “omicidio mirato”. Certamente Roberto Saviano vorrà illuminarci riguardo “la macchina del fango” all’opera contro Gaza. Che non a caso pur con 1.500 uccisi dalle bombe israeliane non è una “città martire” come invece la libica Misurata con molte meno vittime

Obama ha torto. Le ONG (Organizzazioni NON Governative) italiane hanno ragione. Obama ha deto che “l’uccisione di Vittorio Arrigoni a Gaza è un atto insensato”. Non è vero, signor presidente Usa. Lei che ha tradito il discorso che fece a Il Cairo quando promise una “nuova era di rapporti” con il mondo islamico e con quello arabo sa bene che l’assassinio di Arrigoni ha un senso ben preciso. Ci duole doverlo dire, signor presidente Usa, ma il senso dell’uccisione di Vittorio Arrigoni è lo stesso di tutti gli omicidi – e gli espropri di terre – che il suo Paese, gli Usa, e il nostro Paese, l’Europa, hanno permesso a Israele di compiere impunemente, a partire dall’uccisione dell’inviato dell’Onu conte Folke Bernadotte nel ’48 e alla cacciata dei palestinesi da quasi 500 loro villaggi. L’uccisione di Vittorio Arrigoni non è insensato, ha infatti lo stesso senso dei 300 “omicidi” mirati compiuti propio nella zona di Gaza dai militari israeliani su ordine dei loro governi. Il senso dell’uccisione di Vittorio Arrigoni c’è, ed è lo stesso senso che hanno tutti gli omicidi del terrorismo palestinese, lasciati compiere dal “civilissimo” Occidente senza mai intervenire sulla cause che hanno partorito anche tale mostro.

Le ONG hanno ragione: “E’ impensabile che Arrigoni sia morto per mano palestinese”. E’ talmente impensabile che, appunto, non lo pensa nessuno, a parte i mandanti della sua soppressione per mano anagraficamente palestinese. L’uccisione di Vittorio ricorda quella della sua compagna di volontariato Raquel Corrie, assassinata con un bulldozer perché si opponeva alla demolizione per rappresaglia di case palestinesi così come Arrigoni si opponeva alla demolizion e allo strangolamento di Gaza, l’odierna mega Masada palestinese. Che gli aguzzini e i carnefici finali siano palestinesi o meno, sta di fatto che sono comunque uno dei prodotti tossici di una situazione di degrado, disperazione, disgregazione, corruttibilià e ricattabilità voluta, perseguita, ottenuta e mantenuta armi alla mano dai governi israeliani. I libri degli israeliani Tania Reinhart, Ilan Pappe, Shlomo Sand, Israel Shahak ed altri parlano chiaro, puntano il dito, prove alla mano, contro i governi, i politici e i capi militari responsabili di volere la distruzione e il collasso delle strutture portanti della società palestinese, andare ben oltre l'”Ultima fermata Gaza” per meglio spingerla alla disperazione senza sbocchi e quindi ad atti utili ad aizzarle contro l’opinione pubblica occidentale.

Obama ha torto. Le ONG italiane hanno ragione. Il governo israeliano e i fanatici che lo supportano si fregano le mani: è stato tolto di mezzo l’unico varco rimasto aperto tra la prigione chiamata Striscia di Gaza, un milione e mezzo di anime e corpi, e il resto del mondo. Ma spesso il sangue di certi delitti ricade, come nel caso di Aldo Moro, su chi li ha compiuti, su chi ha voluto fossero compiuti, su chi ha lasciato venissero compiuti.

Sorprende – ed è sintomatica della direzione in cui guardare per capire – la fulmineità con la quale molti giornalisti hanno scritto e parlato dei vari “gruppi salafiti” presenti a Gaza. Domanda: visto che oltretutto nessuno di loro ha potuto mettere piede a Gaza, e visto che di tali gruppi non s’è mai letto nulla da nessuna parte, come facevano i giornalisti che ne hanno scritto ad essere così bene informati in “tempo reale”? Non c’è bisogno di avere sul groppone 35 anni di giornalismo investigativo e una dozzina di libri per capire che questi colleghi sono stati imbeccati. Da chi? Certo non ha Hamas…

Per rispetto a Vittorio Arrigoni, vero e proprio santo laico, vero volto e vera imitazione laica di Cristo, non mi dilungo su altri temi. Mi limito a far notare come la disonestà professionale e la sporcizia morale dei professionisti del supporto alla “esportazione della democrazia” a suon di bombe e cannonate siano arrivati al punto da definire “città martire” la libica Misurata perché a quanto pare le forze armate libiche – o se si preferisce “di Gheddafy” – hanno sparato razzi che hanno ucciso non ho capito se 8 o 10 rivoltosi. Tralasciamo che i bombardamenti Usa, francesi e inglesi di morti ne hanno fati ben di più, tra i civili e gli stessi rivoltosi. Non si può invece tralasciare che Gaza, dove la mattanza israeliana – testimoniata da Vittorio Arrigoni e dal collega israeliano Gideon Levy  – ha massacrato in sole due settimane 1.500 esseri umani, varie centinaia dei quali bambine e bambini,  viene definita non “città martire”, quale in realtà è, ma “covo di terroristi”. Che si possono quindi uccidere a piacimento, ora per fame e mancanza di medicine e ora per bombardamento o con fucilate dal confine. Ecco perché Misurata è “città martire”fin dai primi con 8 o 10 morti, purtroppo a quanto pare man mano aumentati, mentre l’ultima ventina di morti di Gaza per rappresaglia israeliana in soli 3 o 4 giorni non fanno neppure notizia. Eppure già solo loro sono il doppio dei morti di Misurata al momento dell’elezione a “città martire”. Qui non si tratta di fare classifiche improponibili, ma di cattivo giornalismo. E cattiva coscienza, disonestà politica.
L’uso miserabile dei due pesi e due misure così tanto amato dai nostri maestri di pensiero, privi di vergogna e amanti delle guerre “umanitarie” e “contro il terrorismo”, è ormai arrivato anche “a sinistra” (?) a vette o meglio ad abissi impensabili.

Sono certo che Roberto Saviano, il nuovo giovin di successo schierato a favore di Israele, vorrà dire la sua su questa “strana” uccisione di Arrigoni e la annessa “macchina del fango” che l’ha indicato ai sicari “salafiti”. Saviano potrebbe se non altro rispondere ora all’invito “restiamo umani” rivolto anche a lui da Arrigoni in occasione del videomessaggio ( http://www.youtube.com/watch?v=UPzZwNnq2nc ) inviato il 6 ottobre scorso in amorevole soccorso al vincitore durante la “maratona oratoria” romana dal sobrio e modesto titolo “Per la verità, per Israele”.
Ah, ecco, appunto: la verità. Come quella testimoniata da Vittorio Arrigoni, Cristo dei nostri giorni.

217 commenti
« Commenti più vecchi
  1. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    volevo risponderti su Rienzi, Sindaco di Firenze.
    Come politico è un ragazzo-vecchio perchè ha la struttura mentale della “solita” politica; se sostituisse i dinosauri forse non ce ne accorgeremmo; dinosauro con un po’ più di energia!!!
    Ho appena ascoltato Don Ciotti, sulla Tv7! Un 65enne fresco e verace!!!

    Invece per il lavoro festivo…e del 1° maggio.
    Fino a una decina di anni fa se andavi a Klagenfurt, a Salisburgo e anche a Vienna il sabato pomeriggio e la domenica trovavi tutto chiuso… una desolazione.Ora non più!
    Lignano, Grado, tutti i centri turistici tengono aperto fino a notte.
    Firenze è città d’arte…se, come diciamo noi, “non prendono gli uccelli quando passano”…
    Tutte belle cose la famiglia, i figli…ma oltre trentanni fa io stavo lontano da mia figlia piccola dal lunedì al venerdì!

    Medici, infermieri, VVF, poliziotti, operai a turno ecc.ecc….hanno famiglia anche loro!
    E non hanno Natali, Pasque e 1° maggio!

    Che tu mi dica che dovremmo rinunciare a un consumismo insulso e sfrenato…apri una porta aperta…non ho mai fatto la spesa di domenica…ma il turismo è lavoro!
    Oppure, lo chiedo a te: il lavoro è stare otto ore in un posto…e poi chiudere bottega e la “produttività” è una variabile indipendente???

    Sylvi

    Sylvi

  2. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Venerdì Santo….ricordando Augusto Daolio, Nomadi.

    Ho visto
    La gente della mia età andare via
    Lungo le strade che non portano mai a niente
    Cercare il sogno che conduce alla pazzia
    Nella ricerca di qualcosa che non trovano nel mondo che hanno già
    Lungo le notti che dal vino son bagnate
    Dentro le stanze da pastiglie trasformate
    Lungo le nuvole di fumo, nel mondo fatto di città,
    Essere contro od ingoiare la nostra stanca civiltà
    E un Dio che è morto
    Ai bordi delle strade Dio è morto
    Nelle auto prese a rate Dio è morto
    Nei miti dell’estate Dio è morto.
    Mi han detto che questa mia generazione ormai non crede
    In ciò che spesso han mascherato con la fede
    Nei miti eterni della patria o dell’eroe
    Perché è venuto il momento di negare tutto ciò che è falsità
    Le fedi fatte di abitudini e paura
    Una politica che è solo far carriera
    Il perbenismo interessato, la dignità fatta di vuoto
    L’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto
    E un Dio che è morto
    Nei campi di sterminio Dio è morto
    Coi miti della razza Dio è morto
    Con gli odi di partito Dio è morto.
    Ma penso
    Che questa mia generazione è preparata
    A un mondo nuovo e a una speranza appena nata
    Ad un futuro che ha già in mano, a una rivolta senza armi
    Perché noi tutti ormai sappiamo che se Dio muore è per tre giorni
    E poi risorge
    In ciò che noi crediamo Dio è risorto

    C.G.

  3. sylvi
    sylvi says:

    Richiamandomi all’ultimo verso di C.G.

    racconto, a chi è interessato, una storia vera sulla Dalmazia; me l’ha ricordata Peter!
    Subito più a sud di Lussino, splendida isola che ricorda, con Lussinpiccolo, Portofino, c’è un’isola , Premuda, famosa per l’affondamento nel 1918 della corazzata S.Stefano, austrougarica, da parte di Luigi Rizzo, meridionale, per far contento Peter!!!
    Ma vado un po’ più indietro ….verso il 1870…non ricordo bene!

    l’isola di Premuda, con lo scoglio della Gruiza, apparteneva a un nobile austriaco che decise di vendere.
    A Premuda, sette km di lunghezza, rocciosa e a strapiombo sul mare verso nordest, brulla e spazzata dalla bora; a sudovest con piccole insenature e minuscole baie,un mare splendido, c’era, c’è, nella parte più alta, un unico piccolo villaggio abitato da sempre da croati marinai che, al solito, “stampavano” un figlio ogni volta che sbarcavano!
    Nell’isola erano naturalmente servi del padrone austriaco!
    Seppero che voleva vendere…ed allora si riunirono i capifamiglia per comprare …comprarono!
    Anni dopo, l’Austria-Ungheria chiese ai premudini lo scoglio della Gruiza, abitato solo da pecore e capre, per metterci un faro.
    I premudini, privi di porto e che ricoveravano le loro barche in un’unica insenatura troppo esposta a maestrale, cedettero la Gruiza in cambio della costruzione di un piccolo porto; a forma di ferro di cavallo, bello e robusto…e del quale sono stata a volte grata a Dio per la sua esistenza…rifugiandoci in barca!
    Nell’insenatura, più riparata, hanno costruito una chiesetta dedicata a S. Ciriaco di Ancona, e attorno c’è il cimitero.

    Ho visto la suddivisione catastale dell’isola: a ogni famiglia un pezzetto di roccia, uno di spiaggia, uno a uliveto, altro a patate…ecc.ecc.
    molto interessante!!!

    Tito non potè espropriare un bel niente…si limitò a costruirvi un Forte militare con le casematte e i cannoni naturalmente puntati verso l’Italia.
    Oggi i premudini discendenti vivono di turismo! Padroni a casa loro!
    Dio è morto, ma risorge!

    buonanotte Sylvi

  4. Vox
    Vox says:

    A PROPOSITO DI SAVIANO
    SANTO SUBITO

    Saviano ha denunciato il quotidiano Liberazione

    di Paolo Persichetti

    ..Sembra che Saviano non abbia gradito il modo in cui ho raccontato, lo scorso 14 ottobre, la vicenda della diffida inoltrata dal centro Peppino Impastato all’editore del suo penultimo libro, La parola contro la camorra.

    La parola appunto, quella che Saviano dice fin dal titolo di utilizzare come strumento per combattere il crimine organizzato, veicolo di libertà che lui sostiene di difendere contro le molte censure, sempre denunciate ma mai viste; quella parola che distribuisce su tutti i supporti mediatici, a destra e manca degli schieramenti politici, resta legittima solo se da lui pronunciata.

    La sua parola, intesa come unica parola possibile, che perciostesso esclude le altre, soprattutto se sono critiche nei suoi confronti, se ne raccontano limiti e inesattezze, se ne mettono in mostra la faccia nascosta o molto più semplicemente se dicono: «Noi la pensiamo diversamente da te. Le verità che affermi sembrano prese dal dizionario di monsieur de Lapalisse, per non dire le volte che travalicano la realtà dissolvendosi in fantasie».

    Come dimostra la sistematica omissione delle fonti che rende impossibile la verifica di quel che scrive. Marta Herling, nipote di Benedetto Croce, l’ha recentemente colto in fallo per aver narrato un aneddoto della vita del filosofo napoletano ripreso da una fonte che – si è poi scoperto – riportava una testimonianza anonima…

    I familiari e il centro intitolato a Peppino Impastato (militante di Democrazia proletaria, animatore a Cinisi di una emittente libera, “Radio aut”, assassinato nel maggio 1978 dai sicari di Tano Badalamenti, boss ferocemente anticomunista saldamente legato al potere democristiano), avevano segnalato alcune inesattezze presenti nel suo testo e chiedevano di apportare le dovute correzioni.

    Messo in discussione come amministratore della storia di un’antimafia che non conosce, anche per evidenti ragioni anagrafiche, Saviano non solo ha opposto uno sprezzante silenzio, un’indifferenza che segnala come il rifiuto di adularlo sia per lui una insopportabile e delittuosa ferita narcisistica, ma non ha impedito a Einaudi di comportarsi ancora peggio. La casa torinese acquistata da Berlusconi ha minacciato i familiari di ritorsioni legali se non avessero smesso di agitarsi pubblicamente…

    Il crociato è fervente e virtuoso, e spesso si considera più giusto e virtuoso degli altri». Il dispositivo Saviano con le sue parole, i suoi libri, le sue prese di posizione, la sua semplice presenza, legittimate dalla postura cristica e l’interpretazione vittimistica del proprio ruolo, garantisce sulla verità morale, sempre più distante da quella storica. Una macchina da guerra mediatica messa a totale disposizione degli imprenditori delle emergenze.

    …Del personaggio Saviano meglio tacere. Gli preferiamo uomini come Vittorio Arrigoni che non si ritenevano depositari di nulla e mettevano in gioco le proprie idee senza imboscarsi dietro potenti gruppi editoriali-finanziari.

    liberazione.it/news-file/Denuncia-per-diffamazione–Saviano-vuole-mettere-il-bavaglio-a–Liberazione—-LIBERAZIONE-IT.htm

    Mi tornano in mente le parole di un altro giornalista (campano) che mi racconto’ di come fossero stati utilizzati pezzi interi di articoli di vari giornalisti, senza citare gli autori e (va da se’) senza ringraziarli.
    Se le cose stanno cosi’, siamo di fronte al solito fenomeno mediatico effetto trompe l’oeil.

  5. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    il nazionalismo è cosa assai diversa dal sentimento di appartenenza ad una nazione, che ovviamente risale all’esistenza degli stati nazionali (Inghilterra, Francia, Portogallo, Spagna e Russia). Il nazionalismo è, secondo me, una visione sconosciuta fino a tutto il Settecento, nata in Germania in epoca napoleonica e poi diffusosi in tutt’Europa, soprattutto nei paesi che non avevano raggiunto l’unità nazionale. Secondo me è un prodotto tardo o tardissimo, rapidamente diventato di estrema destra, sopraffattore, arrogantemente affermante diritti propri ma prepotentemente negante i diritti altrui.
    A me non piace la cultura romantica ma questo non vuol dire che fosse tutta mediocre. Il romanzo come genere letterario si diffonde nel Settecento ma diventa comune in epoca romantica e raggiunge vette altissime.
    Il senso nazionale è anch’esso una realtà per lo più recente. Certamente alcuni paesi l’hanno avuto prestissimo ma solitamente per ragioni particolari, quando dovevano difendersi da nemici esterni. E’ il caso, giustappunto, della Svizzera, della Castiglia, della Polonia e della Russia. Ma era un sentimento poco conosciuto in Inghilterra ed in Francia.
    La coesione interna è certamente un pregio, quando c’è; e quando non c’è non si può fabbricare.

    Il termine di riferimento culturale per triestini e trentini è ancora ora Vienna. Certo Svevo si sentiva italiano, come le altre persona da lei citate, ma secondo me erano minoranze abbastanza slegate dalla società cui appartenevano. Non penso neppure che fossero di cultura italiane (e conto Venezia come stato “italiano”): erano mitteleuropei, soprattutto, ma di lingua italiana. Svevo ne è un esempio: era italiano di lingua (mal parlata tra l’altro) ma di cultura proprio non lo era.
    Non capisco perché i crucchi avrebbero spadroneggiato in Italia per sei secoli: il dominio austriaco inizia nel 1702. E comunque erano decisamente meglio degli spagnoli.
    La Lombardia attuale è priva non solo di senso nazionale ma soprattutto di senso civico. Una regione bananiera. Ognuno ha le sue disgrazie.
    Un saluto. U.

  6. peter
    peter says:

    x Uroburo

    il Nord-Italia era in buona parte del Sacro Romano Impero Germanico, mi pare. Comunque, Trieste era austriaca dal XIV secolo, o cosi’ dice la Wiki…
    La Wiki mi dice anche che il sindaco attuale di Trento e’ del PD, il che mi rallegra

    un saluto e buona Pasqua

    Peter

  7. peter
    peter says:

    x Sylvi 202

    sono certo che tutti ci sentiamo piu’ felici ed arricchiti moralmente dalla toccante storia di Premuda da lei riportata.
    Traduzione: ma che ce frega, ma che ce importa??!!

    Peter

    ps
    buona Pasqua anche a lei ed a tutti i ‘nobili decaduti’ austroungarici delle sue contrade, ad ogni buon fine

  8. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Cara Sylvi,
    ma mi dispiace assai, ma non funziona così almeno nei”discorsi di lana caprina” che sovente facciamo su questo Blog.
    Che il Commercio sia il commercio ed il danè sia il danè lo so da solo ,senza bisogno che me lo dica tu,,sono appena andato dal macellaio ed ho pure scritto due “righe..in proposito…

    Ricordati di santificare le “feste” non ammette deroghe…sennò di deroga in deroga si finisce per “prendere la tessera del cristiano” con una serie di bollini a punti..confessione, comunione in deroga,,ogni dieci confessioni,che se uno sconto di purgatorio..e via dicendo…

    Poi sai capisco tutto, il nuovo che avanza il danè ,il turismo,echhè se la mucca deve essere munta che famo..la mungiamo domani ..rischiando l’esposione delle tette ?
    Andiamo ..lo so, il capitolismo vuole le sue vittime…,ma per favore allora diciamolo chiaro, pane al pane ,vino al vinosenza tanti “seghe mentali” e sfrugugliamenti di sani principia,alla Domenica..
    Facciamo così un catechismo per ogni giorno della settimana..a seconda delle convenienze..e tutti in paradiso !!!con la tessera se si raggiungono Tot bollini..e affanculo tradizioni, fogolar domestico ecte, ecct madonne e santi pellegrini , natale a pasqua e pasqua a natale tanto cosa cambia , quando convien “basta il pensiero…

    Così mia cara tanto per scherzare un Poò,….poi come sai le vere questioni sono altre..e più complesse..per esempio pure io che ho lavorato nei servizi, so che bisogna lavorar quando gli altri fan festa..per esempio da noi però il disturbo era remunerato 20% in più..così SAantificavamo con pù gaudio la santa Festa ed eravamo più contenti tutti..ovviamente meno qualcuno…ma che Vuoi..due tre volte l’anno quel qualcuno poteva fare il “broncio” o noh.?. èLui è già Santo tuttol’ano.
    Facciamo qualche santo in più,…che non guasta..

    Viva i santi et i beati ed il sacro fogolar..
    amen

    cc
    Scherzavo naturalmente, mica si può essere seri sempre..almeno a Pasqua facciamoci quattro risate..!!

  9. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    ha ragione: mi ero del tutto scordato del Sacro Romano Impero.
    Sì Trieste era austriaca da tempi antichissimi. E Fiume è sempre stata ungherese, anche qui da tempi antichissimi.
    Un saluto e buona Pasqua U.

  10. Linosse
    Linosse says:

    Ma che dito e luna!
    Per insistere a guardarci unicamente l’ombelico siamo giunti ad un nuovo fine aprile sopraffatti da un’astigmatismo galoppante che ci impedisce di focalizzare la realtà.
    Fortuna che abbiamo l’agnello sacrificale bell’è pronto nel piatto.
    Buone Feste a tutti.
    L.

  11. Controccorrente
    Controccorrente says:

    Caro linosse,
    Buona pasqua anche a te, ma attento all’agnello …”costa” un sacco, e non ti dico il “capretto”, ma per rispettar il sacro fogolar , pure lo povero pensionato si sacrifica per il sacro et il sacro -profano, che è la giusta misura del danè…
    Pensa un pò , pure Lo “crisantemo” per la festa dello defunto , ci giunge dall’africa, ove “sacre ” multinazionali , c’è fanno arrivà a basso costo…sì con un centinaio di pesticidi in più,ma pure pagando a basso costo de produssion i Faticator locali ..non ho capito se ha 75 cent di euro l’ora o al giorno…
    madonna santa madre di cristo..cosa non se fa per santificar le feste, e conciliar il danè,,….. !!

    cc

  12. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    Trieste divenne libero Comune, così come Fiume, prima del Mille.

    Chiese sì la protezione del SRI,attorno al Mille, perchè appetita alternativamente da Aquileia, Venezia e Gorizia ben più potenti …ma godette sostanzialmente di un’ampia autonomia.
    Stesso discorso vale per Fiume con l’Ungheria!
    Così dicono, portando dati, grafici e cartine un paio di libri che ho!

    Credo convenga com me che essere libero Comune e poi Porto franco non voglia dire essere austriaci o italiani!

    Buona Pasqua …che come lei sa significa “passaggio”!!!
    A lei e famigliari!
    Sylvi

  13. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    che sappia io, lavoro straordinario, lavoro festivo e lavoro “fuori casa” sono ancora così ben pagati da far passare ogni scrupolo “religioso”, soprattutto agli atei!
    Questo almeno nel privato!
    So benissimo che ” nel pubblico ( medici, infermieri ecc.) sono pagati in maniera vergognosa…ma questa non è una novità!

    Vedo però che se c’è da rivendicare sindacalmente diritti ridiventi subito pio, praticante e propugnatore dei sacri diritti della famiglia!
    Non hai risposto però alle mie domande…al solito!

    L’agnello e soprattutto il capretto, sotto Pasqua, sono sempre “schizzati” alle stelle…anche se li compri dal pastore….
    Soluzione: non mangiarli o allevarne un paio che bruchino in giardino!

    Sylvi

  14. sylvi
    sylvi says:

    sono certo che tutti ci sentiamo piu’ felici ed arricchiti moralmente dalla toccante storia di Premuda da lei riportata. Peter

    Caro Peter,

    mi rende lieta e festosa di averla resa felice…almeno passerà la Pasqua senza il suo solito “grugno” e il suoi “umori” umidi inglesi saranno più sopportabili.

    Le auguro buona Pasqua di uova colorate, e…un frinire assordante di cicale come a Premuda e dintorni!

    Sylvi

  15. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
    BUONA LETTURA.
    E – NONOSTANTE TUTTO – BUONA PASQUA.
    pino nicotri

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