Dopo il Biafra, la Libia: la Francia non perde il vizio. E non lo perde neppure l’Occidente

Chissà se anche questa volta i bombardamenti “chirurgici” contro Gheddafy gli ammazzeranno un’altra bambina, figlia adottiva, come quella ammazzata nel 1986 dai piloti americani che per cercare di ucciderlo su ordine criminale del presidente Reagan bombardarono casa Gheddafy massacrando un po’ di gente, ma mancando l’obiettivo designato. In ogni caso, non trattandosi di bambina e vittime israeliane e tanto meno ebree non ce ne può, come si dice a Roma, “fregà de meno”. “Tripoli brucia”, titolano infatti giulivi i nostri giornali. Al nostro cinismo e alla nostra mancanza di scrupoli e memoria non c’è limite.

Come che sia, ha ragione il marito di Carla Bruni, noto anche come Sarkozy: “La Francia si assume le proprie responsabilità di Fronte alla Storia”. La Storia però non è smemorata e contrariamente alle signore tipo Carla Bruni e affini non si lascia incantare e portare a letto con belle frasi ad effetto. La Francia infatti di fronte alla Storia ha già la responsabilità dell’invasione napoleonica dell’Egitto e del sanguinoso sfruttamento coloniale non solo dell’Algeria vicina di casa della Libia aggredita in queste ore. Il marito di Carla Bruni farebbe meglio a tenere a mente che in tempi più recenti la Francia ha di fronte alla Storia la grave responsabilità della tragedia del Biafra, la cui secessione dalla Nigeria fu criminalmente foraggiata da Parigi per poter mettere le mani sul petrolio di quelle terre.  Prima della lunga guerra civile per il Biafra, con il solito per noi irrilevante contorno di qualche milione di morti ammazzati con armi vendute dall’Europa, la Nigeria era un Paese in via di forte sviluppo grazie al suo petrolio. Dopo la guerra per il Biafra la Nigeria è diventata terra di emigrazione di donne venute a migliaia anche in Italia per vendere sesso a basso costo. Senza dimenticare le precedenti responsabilità inglesi nel devastare parte di quel territorio, specie il Benin, dal quale quando ne hanno conquistato la capitale hanno razziato in un solo giorno, tra molto altro, migliaia di splendide statue in bronzo, parte delle quali fanno sfoggio di sé nei musei londinesi. Era l’epoca in cui i re del Benin facevano a gara con i re di Francia e Versailles in fatto di sfarzo. Visto che il marito di Carla Bruni evoca la Storia è bene essere precisi, completi e non barare. Anche perché con la Storia non si può barare.
Duole dover sospettare che il marito di Carla Bruni abbia fretta di far fuori Gheddafy per evitare che questi renda di pubblico dominio, come un suo figlio ha imprudentemente minacciato di fare, i documenti comprovanti il suo accettare finanziamenti sottobanco anche proprio dai libici per la sua scalata alla presidenza della Francia. Non è dignitoso, tanto meno di fronte alla Storia, accettare quattrini che quando fa comodo si definiscono ufficialmente puzzolenti. Soprattutto non è dignitoso, di fronte alla Storia, scatenare una guerra per evitare di essere sputtanato in piazza per motivi privati. Il Chiavaliere si limita a fare una guerra contro i magistrati a base di parole e leggi su misura, finora non ha ammazzato nessuno né invaso terre altrui. Dove ha inviato soldati, Iraq e Afganistan, lo ha fatto solo come appoggio di serie B e comunque trascurabile, finora non s’è ancora sognato, a differenza del marito di Carla Bruni, di scatenare una guerra vera, con bombardamenti e morti ammazzati.

Due piccioni con una fava: all’estero mettere le mani sul petrolio altrui e all’interno creare una situazione di emergenza tale da permettere al marito di Carla Bruni e al suo governo di rafforzarsi e durare. Ne trae vantaggio anche il nostro capo del governo, che con una guerra in atto scatenata da Stati europei può di schivare meglio i processi e indicare i magistrati addirittura come nemici della Patria. Non c’è nessun bisogno di ricorrere magari alle bombe di “terroristi” armati dai servizi segreti come avvenne in Italia nel ’69, fino alla strage di piazza Fontana a Milano, le bombe infatti i berlusconiani sperano arrivino sotto forma di missili o attentati “libici”, e più in generake “islamici”. In ogni caso il governo e il Chiavaliere sono salvi, sono più sicuri di andare avanti.
La Francia però di piccioni ne prende uno in più, tre anziché due: lanciandosi in avanti prima di tutti all’assalto della Libia favorisce la sua Total e la mette in quel posto alla nostra Eni, che dalla Libia prende il 26% del nostro fabbisogno petrolifero. Lo scopo è semplice, anche se lo negherebbero tutti sdegnati: acuire le difficoltà economiche dell’Italia e anche quelle politiche tramite il diluvio di nuovi arrivi di disperati, che esaspererà la Lega fino magari a un qualche punto di rottura. La Francia infatti assieme alla Germania non vede l’ora di cacciarci dalla Comunità Europea, almeno dalla moneta unica, perché siamo un peso economico e una mina politica vagante data la incapacità di fare le riforme necessarie e la capacità dei poteri parassiti di restare al comando fottendosene del debito pubblico. Berlusconi tempo fa per fare un piacere a Israele e agli Usa, ai quali anche a causa del bunga bunga non può dire troppi no, ha ordinato all’Eni di interrompere ogni rapporto con l’Iran, che non solo ci fornisce petrolio non meno della Libia, ma ci ha anche reso partners di alcuni grandi impianti di estrazione. Una mossa, quella contro l’Iran e di fatto contro l’Eni, che aveva anche il pregio di favorire le tasche del giro berluscone: meno petrolio arriva dall’Iran più ne deve arrivare dalla Libia dell’amico – e maestro di bunga bunga – Gheddafy e assieme al gas dalla Russia dell’amico Putin, due bei tipi con i quali il Chiavaliere secondo gli Usa è in affari. Ora però grazie al marito di Carla Bruni rischiamo di trovarci non solo senza il petrolio iraniano, ma anche senza quello libico: in totale, sparisce oltre il 50% dei nostri rifornimenti petroliferi! In altre parole, una tragedia. Di quelle vere. Oltre al pericolo di disastro militare o terroristico anche in casa nostra.
Tutte cose che però in Rai gli augusti Spazzolini e le ex spie della Cia modello Ferrara si guardano bene dal dire, occupati come sono ad applaudire, così come si limita sempre ad applaudire la stampa più o meno prona modello Il Giornale o Panorama, ai quali ormai fa concorrenza perfino un rotocalco di pettegolezzi e vacuità varie come “Chi” dell’impagabile, si fa per dire, signorino Signorini.

Il metodo è sempre quello: foraggiare e armare una qualche opposizione che ci faccia comodo, dai generali golpisti argentini ai talebani, per abbattere i governi che non fanno i nostri interessi, oppure invadere Paesi altrui con la scusa di “difendere la popolazione”, come è stato fatto in Iraq due volte di fila. Mi pare fosse il generale Fabio Mini a scrivere pochi anni fa su L’espresso che con la scusa dell'”intervento umanitario” abbiamo trovato il modo di fare le guerre facendo finta di volere la pace. E, in Italia, di rispettare la Costituzione, che le guerre le ripudia di qualunque tipo esse siano. Siamo talmente abituati a stuprare la verità e la realtà da non renderci conto della profonda follia, ipocrisia e contraddizione insite nel concetto, e nella pratica, della “guerra umanitaria”! I bombardamenti francesi e americani stanno facendo in Libia una marea di morti, esattamente come quelli israeliani a Gaza, ma noi siamo felici perché “difendiamo la popolazione”, “difendiamo i civili”. Strano modo di difenderli quello di accopparli in misura maggiore di quanto potrebbe fare Gheddafy per riportare la situazione alla normalità. Vedo che i siti internet titolano giulivi “Tripoli brucia”. Durante la prima guerra del Golfo, cioè durante il primo attacco contro l’Iraq voluto dagli Usa i bombardieri e i missili americani si sono accaniti contro le truppe di Saddam ormai in fuga, massacrando non meno di 40-60 mila uomini. Di morti Saddam ne avrebbe fatti molto meno se si fosse tenuto lui il Kuwait. Per la “libertà e la democrazia” del quale abbiamo fatto una guerra, partecipandovi anche noi italiani con l’aviazione, per poi ovviamente fottercene e della democrazia e della libertà, tant’è che il Kuwait è ancora un regno proprietà privata del solito parassita messo sul trono da Londra o da Washington o da Parigi. Non a caso teniamo in piedi un potere come quello che opprima quanto meno le donne in Arabia Saudita e lasciamo che il solito sceicco parassita massacri nel suo Barhain chiede libertà né più e né meno come l’hanno chiesta in Tunisia e in Egitto. Anzi, facciamo finta di niente di fronte al fatto che il parassita padrone del Barhain il massacro lo ha fatto fare grazie all’arrivo proprio di truppe saudite. Accorse su mezzi corazzati made in Usa e dintorni. Per la seconda guerra contro l’Iraq abbiamo inventato la formula della “guerra preventiva”, ovviamente una guerra “giusta” perché faceva comodo a noi. E’ anche sulle laudi a quella guerra che hanno fatto carriera giornalistica spie della Cia come Giuliano Ferrara. Non guardo mai la tv, ma immagino che Ferrara, che combinazione vuole sia tornato da poco nuovamente sui teleschermi Rai, tesserà le lodi di questa nuova guerra, e con lui i vari augusti Spazzolini e simili cantori.

“Chi pensa che la guerra è bella e che valga più della pace, è storpio di mente”: lo ha detto Cartesio, francese e fondatore del pensiero moderno, scientifico. Ma evidentemente il marito di Carla Bruni non ha letto Cartesio. Non lo hanno letto neppure tutti i laudatori interessati che intonano il solito coro della “guerra giusta”. Con la loro logica danno ragione a chi per esempio volesse la guerra a Israele o invadere la cosiddetta Padania per dar man forte alle Camicie Verdi che vogliono la secessione dall’Italia. Ognuno infatti di ciò che è giusto ha un suo concetto, una sua visione. Ciò che è giusto per noi può essere ingiusto per altri, e viceversa. Ovviamente. Però come sempre anziché trattare per trovare un punto di equilibrio comune preferiamo ricorrere alla forza  quando siamo convinti di poterla fare franca. Sono secoli che invadiamo terre altrui seguendo questa logica. Ho già fatto notare più volte come il Medio Oriente sia dall’invasione dell’Egitto da parte di Napoleone in poi la prova clamorosa del nostro fallimento anche e soprattutto morale. Von Clausewitz diceva che la guerra è la prosecuzione, con altri mezzi, della politica. L’Occidente della famosa “civiltà superiore” ha invece capovolto il concetto: per noi la politica è solo la prosecuzione, con altri mezzi, della guerra…. Alla quale amiamo tornare ogni volta che se ne presenta l’occasione. Prima abbiamo “esportato la civiltà” di Roma. Poi abbiamo “esportato la vera religione”. Poi abbiamo nuovamente “esportato la civiltà”, questa volta non più di Roma ma dell’Europa coloniale. Poi abbiamo “esportato il liberalismo”, in nome del quale gli Usa hanno trascinato il Giappone nell’epoca industriale, con le note tragiche conseguenze. Poi abbiamo “esportato la libertà”, cioè la nostra contro i sistemi socialisti o comunisti foraggiando un gran numero di colpi di Stato e di massacri di “comunisti”.
Ora “esportiamo la democrazia”. Sempre a cannonate. Ma, cosa curiosa, dopo averla uccisa in culla quando nasceva da sola, come in Iran, Cile, Congo, Argentina, Indonesia, Grenada, ecc.

Duole dirlo, ma il metodo classico, di cui ho parlato sopra, si è affinato imparando dal metodo israeliano usato da 60 anni in Palestina: bastonare il “nemico” per frantumarne gli assi portanti della società, che senza ossatura non può che collassare e rifugiarsi nel fanatismo religioso, peraltro speculare al fanatismo talmudico, o in governi più o meno proni. Il fanatismo religioso del “nemico” è per noi cosa comodissima e utilissima, ci permette infatti di avere un ottimo alibi per bollarlo come nemico e mobilitare di conseguenza l’opinione pubblica, vedi il caso Gaza e Hamas. In quanto a governi fantocci, l’Afganistan, l’Iraq e l’Anp ne sono begli esempi. Copiare dagli israeliani ci porta però al contagio del delirio di onnipotenza e della guerra continua. In Israele infatti la reazione al “vento della democrazia” arrivato il 15 marzo anche a Gaza e nei rimasugli della Palestina provoca reazioni tanto per cambiare scomposte. Il leader dell’ANP Abu Mazen e il leader di Hamas, Ismail Haniyeh dovrebbero vedersi nei prossimi giorni, sull’onda della forte richiesta di unità e riconciliazione nazionale dei movimenti esplosa in piazza il 15 marzo. Forse saranno costretti a risolvere anche la questione della riforma dell’Olp, dove Hamas non è presente ma dovrebbe entrare. Forse risolveranno anche il problema delle divergenze sulle elezioni, che Abu Mazen dice di prevedere entro i prossimi sei mesi mentre Hamas le ha sempre bollate come “illegittime”.
Il possibile incontro è visto di buon occhio dall’inviato ONU, Robert Serry, che lo ha pubblicamente auspicato. Sono invece negativi e di condanna i commenti delle  autorità israeliane, che grazie alla divisione tra Hamas e ANP hanno buon gioco nel continuare all’infinito l’occupazione della Cisgiordania e l’assedio di Gaza. In un’intervista rilasciata alla rete Usa CNN il capo del governo israeliano Netanyahu non solo ha barato paragonando Hamas ad Al-Qaeda, ma ha addirittura affermto che la riconciliazione tra le due parti palestinesi significherebbe “la fine del processo di pace”. Facendo finta che il “processo di pace” non sia già stato ucciso e sotterrato da tempo proprio dai governi israeliani, come hanno inequivocabilmente dimostrato di recente anche i “palestinian papers”.

L’Italia ha compito 150 anni. Il papa ha avuto la faccia di bronzo di dire che la Chiesa è un buon collante per gli italiani. Dimenticando di dire che proprio la Chiesa ha impedito che l’unità d’Italia fosse realizzata quasi mille anni prima, per l’esattezza dai longobardi, e ha poi pure impedito che fosse realizzata dagli svevi. Senza contare che Garibaldi e i Savoia per arrivare finalmente a fare l’Italia unita hanno dovuto prendere a cannonate proprio l’esercito pontificio e le mura della forcaiola Roma papalina.

466 commenti
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  1. Uroburo
    Uroburo says:

    sylvi { 24.03.11 alle 8:44 }
    1) dove accanto a concetti di giustizia, di uguaglianza di solidarietà, di cui molti qui si riempiono la bocca, ci sta anche, ci deve stare, la RICONOSCENZA!!!
    2) ciò che gli americani hanno fatto in Italia e per l’Italia, per l’Europa!
    3) Vigliacchi e senza nerbo…gli americani? Da che pulpito, italiano, viene la predica!!!
    ———————————————
    Cara Silvy,
    rispondo per punti.
    3) Ho già spiegato i parametri all’interno dei quali ho giudicato i soldati useggetta ed il popolo useggetta un popolo di vigliacchi. Sono parametri ben definiti ed il giudizio vale solo all’interno di quelli.
    I soldati hanno i nervi fragili, l’hanno detto tutti i loro nemici.
    Il popolo non vuole fare i sacrifici necessari per creare un impero (cosa che me li renderebbe molto simpatici se solo votassero in un altro modo).
    Il fatto che gli useggetta siano dei cattivi soldati mica è modificato dal fatto che i soldati italiani possano essere ancora peggiori di loro: io non ho mai fatto la gara tra l’Itttaglia e loro.
    1-2) Il governo useggetta ha convinto, con l’inganno, per due volte il parlamento ed il paese ad entrare in una guerra non voluta L’obiettivo di queste guerre (e di tutte le altre) non è MAI stato quello di portare da qualche parte libbbertà e democrazzzzia, neppure a casa loro, ma solo quello di conquistare un potere sempre più vasto nel mondo. Per creare la sua talassocrazia l’Useggetta ha prima dovuto distruggere quella inglese e l’ha fatto al prezzo di due guerre mondiali.
    I concetti di cui parla lei (giustizia, di uguaglianza di solidarietà) semplicemente non esistono nella politica useggetta, che sarebbe poi la politica di Wall Street.
    Lo si vede bene proprio con le guerre recenti: Irak, Afghanistan, Libia.
    Io sarei un po’ meno rettorico.
    Un saluto U.

    Rispondi
  2. Popeye
    Popeye says:

    CERMIS 1998:
    Il pilota dell’aereo militare, capitano Richard J. Ashby e suo navigatore, capitano Joseph Schweitzer, sono stati messi sotto processo negli Stati Uniti e sono stati trovati non colpevole di omicidio involontario e omicidio negligente. Successivamente sono stati trovati colpevoli di ostruzione della giustizia e condotta unbecoming un ufficiale e gentiluomo (condotta indecorosa) per aver distrutto una videocassetta registrata nell aeroplano e sono stati espulsi dal corpo militare Marines dell’Usa.
    20 erano i morti.

    CERMIS 1976
    42 morti tra cui 15 bambini causati dalla caduta della navetta. La causa fu attribuita allo spezzamento di uno dei cavi di acciaio che si era accavallato con un altro. Si nota pure che il sistema di sicurezza che avrebbe potuto evitare il disastro era spento.
    ———————
    Nelle nostre corte non e’ sufficiente avere un sospetto di come e’ accaduto il delitto bisogna avere prove oltre i ragionevoli dubiti. Il fatto che il nastro fu distrutto non centra perché non c’è nessuna prova che il nastro conteneva prove conclusive. Nelle nostre corte non si condanna alla Amanda Knox.

    Rispondi
  3. Popeye
    Popeye says:

    Se il c. della camicia del professo’ si incontrasse in battaglia con il crucco-padano ti assicuro che sarà lui a comprare un altro paio di mutande e cambiarsele … finalmente.
    Ovviousli, quello che scrive sono sue opinione basati sui conticini che fa mentre si pulisce il naso con l’indice destro. Ma vai a …

    Rispondi
  4. Anita
    Anita says:

    x Popeye

    Cermis

    Nella strage morirono i 19 passeggeri e il manovratore, tutti cittadini di Stati europei, tra i quali tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese.
    ————————

    Nel 1976 un’altro cable car incidente causo’ la morte di 46 persone. BBC

    Anita

    Rispondi
  5. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    CERMIS 1998:
    Il pilota dell’aereo militare, capitano Richard J. Ashby e suo navigatore, capitano Joseph Schweitzer, sono stati messi sotto processo negli Stati Uniti e sono stati trovati non colpevole di omicidio involontario e omicidio negligente.

    Ne deduco, quindi che l’omicidio di quei fottuti contro quei turisti è stato.. volontario!
    E sì, se non sono colpevoli di venti omicidi (20)involontari lo saranno per quelli volontari..

    Difficile capire quello che starnazza il Poppy.
    Sehr schwierig ihm zu verstehen.
    C.G.

    Rispondi
  6. sylvi
    sylvi says:

    …lei sta ancora insultando i soldati italiani “costretti”ad andare in guerra e quindi ad uccidere o essere uccisi… Sylvi

    Caro Uroburo,
    non devo spiegarle certamente io che le frasi vanno citate interamente, altrimenti…si parla d’altro!
    So che lei tiene i suoi post, io no, ma la memoria ancora mi assiste…
    Vada a vedere che cosa ha scritto dei soldati italiani in Libia, Albania, Russia……
    La confusione fra Mussolini, il regime fascista …e i soldatini di leva costretti a partire, mettendoli tutti nel calderone degli infami fascisti guerrafondai ed aggressori, l’ha fatta lei e alcuni altri bloggers…e quel che è peggio è che a quasi 70anni dalla fine della guerra…mi pare non abbiate cambiato idea.
    Il comunismo in Italia ha perso per colpa della Chiesa???
    Sbagliato!
    Ha perso per la sua arroganza, la sua disumanità nel riguardi dei “vinti” e soprattutto per la sua incapacità di dire le verità scomode, anzi negandole, negandole come se avesse di fronte solo imbecilli da indottrinare.
    Retorica? Può darsi …ma avete per decenni negato anche la bandiera, nella quale ora vi avvolgete, …con un po’ di disagio, a dire la verità!

    Rispetto questa posizione, io sì,…ma è solo che non ci porterà senz’altro a farci Nazione.
    A lei non interessa? Beh, io non ne faccio una malattia!
    Sarà quel che sarà!

    Ps: sul resto…è Storia…Fatti, con tante visuali…come la Storia di Venezia e delle Crociate.
    O della supremazia intellettiva di Genova rispetto a Venezia!
    Lei a volte mi diverte!

    Sylvi

    Rispondi
  7. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    “Per di più i soldati useggetta, per il riconoscimento unanime di tutti coloro che hanno combattuto contro di loro, sono dei pessimi soldati dai nervi molto fragili (nei film urlano sempre, cosa curiosissima).”
    ————————————————————————-

    Chi ha intervistato lei in persona?

    Ha visto troppi film…….Le consiglio un altro passatempo.

    Anita

    Rispondi
  8. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Un’altro starnazzo del Poppy.
    (cito):
    “Senti ignorante, credi veramente che quei militari si erano alzato quella mattina e si hanno detto andiamo a ammazzare civili?”

    (rispondo):
    Si, ci sono fottuti dentro le carlinghe di aereo che sanno benissimo, alzandosi al mattino, dove vanno a finire quando li sparano, i loro missili (del kazzo) e chi viene colpito quando gli viene ordinato da altrettanti fottuti di dirigerli su palazzine abitate.

    Vigliacchi senza il coraggio di dire: nò questo è massacro, not in my name!

    Ordini superiori (sob!), legge militare, ubbidienza cieca?
    Spesso un nò è infinitamente più coraggioso di un “yes sir”.

    C.G.

    Rispondi
  9. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro pino,
    hai fatto bene ad introdurre la “questione dei costi” nella gestione di una guerra.(quelle antiche come quelle moderne)
    Soprattutto perchè parole come Democrazia e Libertà , di fronte al problema della saccoccia finiscono presto per “impatanarsi”in starne elucubrazioni di carattere di “convenienza”.
    Un territorio “molto minato”dove escono le teorie filosofiche più astruse.
    L’entusiasmo finisce presto e restano i problemi.
    Soprattutto poi per quelli che sono stati abituati nel passato a mandare in guerra i “figli ” degli altri e far soldi con le commesse.
    Oggi è diverso i Militari sono dei prof , ma bisogna pagarli e bene.
    Ecco sta lì il punto…come diceva il “mio vecio”,se la guerra sela dovessero pagare di tasca propria quelli che la dichiarano , si alzerebbe il tasso di pacifismo.
    Purtroppo così non è e le guerre Le paghoamo tutti Noi.
    Detto ciò mi pare chiaro che se la cosa non si risolve saremo impantanati nelle sabbie con una guerra semi-civile in corso.

    Ancora è presto per vedere trasformati “quei ragazzotti” in coscienti , ma bisogna sperare che tutta la situazione muti rapidamente ..e che un pò di laicità si affermi nelle sabbie del Golfo,tra Arabia ed Emirati Arabi ..poi …vedremo.

    Voglio terminare ricordando il tuo appello alla pace.
    Io ne farei un’aggiuntina…Guerra alla Guerra,come disse L’Internazionale Socialista , prima che la maggior parte di loro si calassero in massa i pantaloni alla vigilia della I GM

    un saluto

    cc

    Ps _ cara Anita hai piantato le Begonie quest’anno, magari che dici ….potresti scambiare i “Semini ” con popppone , Lui cUltiva i Tulipani.
    Begonie

    Rispondi
  10. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro pino,
    hai fatto bene ad introdurre la “questione dei costi” nella gestione di una guerra.(quelle antiche come quelle moderne)
    Soprattutto perchè parole come Democrazia e Libertà , di fronte al problema della saccoccia finiscono presto per “impatanarsi”in starne elucubrazioni di carattere di “convenienza”.
    Un territorio “molto minato”dove escono le teorie filosofiche più astruse.
    L’entusiasmo finisce presto e restano i problemi.
    Soprattutto poi per quelli che sono stati abituati nel passato a mandare in guerra i “figli ” degli altri e far soldi con le commesse.
    Oggi è diverso i Militari sono dei prof , ma bisogna pagarli e bene.
    Ecco sta lì il punto…come diceva il “mio vecio”,se la guerra sela dovessero pagare di tasca propria quelli che la dichiarano , si alzerebbe il tasso di pacifismo.
    Purtroppo così non è e le guerre Le paghoamo tutti Noi.
    Detto ciò mi pare chiaro che se la cosa non si risolve saremo impantanati nelle sabbie con una guerra semi-civile in corso.

    Ancora è presto per vedere trasformati “quei ragazzotti” in coscienti , ma bisogna sperare che tutta la situazione muti rapidamente ..e che un pò di laicità si affermi nelle sabbie del Golfo,tra Arabia ed Emirati Arabi ..poi …vedremo.

    Voglio terminare ricordando il tuo appello alla pace.
    Io ne farei un’aggiuntina…Guerra alla Guerra,come disse L’Internazionale Socialista , prima che la maggior parte di loro si calassero in massa i pantaloni alla vigilia della I GM

    un saluto

    cc

    Ps _ cara Anita hai piantato le Begonie quest’anno,magari che dici ….potresti scambiare i “Semini ” con popppone , Lui cUltiva i Tulipani.

    Rispondi
  11. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    sulla bandiera italiana e chi si avvolge ti rivolgo il gentile invito di parlare per te.(esattamente come per il cappello di alpino )
    In effetti constato che 70 anni sono passati inveno per te.
    Nel 40 dov’era la bandiera italiana ?
    Dov’erano Nenni, Togliatti ,Saragat, de Gasperi ??
    E soprattutto mi spieghi come potevano avvolgersi nel tricolore in Patria, loro e qualche migliaio di esuli ?
    Chi ha gettato nel disonore il tricolore ?
    Fatti salvi , I “comandati con cartolina precetto !
    No, con il tuo Post dimostri una volta di più ,se mai ce ne fosse stato bisogno, che 70 anni non sono passati invano per TE

    cc

    e poi smettila con Noi , Voi e chi sei L’Oracolo che parla per tutti, stai diventando ridicoletta !

    Rispondi
  12. yiqpkmxw
    yiqpkmxw says:

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