Per la Chiesa ci sono copti e copti: protesta, giustamente, per la strage dei 21 ad Alessandria d’Egitto, ma continua a tacere sui 1.600 monaci copti etiopi massacrati dagli italiani. Le (inesistenti) “offese agli ebrei” dell’ex Nar romano Francesco Bianco, ultimo caso delle sempre più sbracate bufale sul “dilagare dell’antisemitismo”

1) – Il Vaticano e la Chiesa italiana continuano a mantenere viva l’attenzione e la condanna per la strage di 21 cristiani copti a Capodanno ad Alessandria d’Egitto. Il cardinale Bagnasco nelle ultime ore ha pubblicamente invocato l’intervento della Comunità Europea a protezione dei copti e dei cristiani in genere nei Paesi dove non sono ben visti. Iniziativa condivisibile. Le stragi di fedeli, per giunta in una chiesa mentre pregano, sono infatti una cosa particolarmente orribile, quale che sia la fede delle vittime. Però in questo caso l’intervento della Chiesa italiana e del Vaticano sorprendono. Il problema non è solo il loro silenzio nei confronti delle vittime musulmane della guerra angloamericana in Iraq, silenzio denunciato nei giorni scorsi dalla maggiore autorità religiosa musulmana d’Egitto, o nei confronti dei bombardamenti “per errore” della Nato in Afganistan che fanno stragi di civili innocenti, bambini compresi, anche alle feste di matrimonio. A essere pignoli ci sarebbe da notare che papa Wojtyla dopo avere inutilmente scongiurato l’intervento in Iraq, patrocinando di fatto il movimento pacifista Arcobaleno, si è poi affrettato a invocare “Dio benedica l’America!” non appena il mentitore guerrafondaio George W. Bush andò a fargli visita in Vaticano. Ma tralasciamo.

Quello che non convince è invece il fatto che il Vaticano e la Chiesa italiana PRIMA di protestare, giustamente, per la strage dei copti d’Alessandria dovrebbero pubblicamente ammettere d’avere sbagliato e chiedere perdono per il silenzio tombale con il quale nascosero la strage di almeno 1.600 monaci copti per mano italiana nel 1937 in Abissinia, oggi Etiopia ed Eritrea. Pur di non dispiacere al Cavaliere di turno, l'”uomo della Provvidenza” Benito Mussolini e ai suoi fascisti, che avevano invaso l’Abissinia, il Vaticano fece spallucce per la rappresaglia al fallito attentato al maresciallo Graziani, rappresaglia che sterminò dai 4.000 ai 20.000 civili abissini, e tacque totalmente e vergognosamente per la strage di tutto il clero copto della capitale religiosa di Debre Libanos: almeno 1.600 tra monaci, giovani seminaristi e ragazzini chierici. In totale, l’equivalente di 20-50 volte la strage delle Fosse Ardeatine perpetrata a Roma dai nazisti tedeschi.
Della rappresaglia di Graziani, ordinata da Mussolini, si seppe abbastanza dopo la fine della seconda guerra mondiale, ma della strage di Debre Libanos e delle sue esatte dimensioni s’è saputo solo pochi anni fa e solo grazie alle ricerche del nostro storico Angelo Del Boca e dei suoi colleghi Ian Campbell, inglese, e Degife Kabré Sadik, etiope.  Però il Vaticano e la Chiesa italiana hanno continuato a tacere, facendo finta di niente. Forse che 1.600 cristiani copti massacrati dai fascisti italiani valgono meno di 21 cristiani copti egiziani massacrati non è ancora ben chiaro da chi anche se si dà per assodato che siano stati dei terroristi islamisti? E’ inevitabile il sospetto che l’uso anche questa volta di due pesi e due misure nasconda un uso politico e strumentale degli avvenimenti, da parte vaticana ma non solo, con l’usuale obiettivo ormai maniacale di dare addosso all’islam presentandolo ad ogni piè sospinto come terrorista. Non dimentichiamo che grazie a WikiLeaks s’è scoperto che il Vaticano è il manggiore responsabile del mancato inserimento della Turchia nella Comunità Europea: un errore clamoroso, compiuto in nome dei più gretti interessi di potere del Vaticano e che all’Europa costerà carissimo. Senza la Turchia non avremo un interlocutore europeo autorevole con il mondo islamico, dopo che con la dissoluzione della Jugoslavia, foraggiata dalla Germania e ben tollerata dal Vaticano, abbiamo distrutto l’islam europeo, pacifico e cosmopolita, della Serbia (e del Kosovo).

2) – Prima ci siamo strappati i capelli e si è gridato allo scandalo perché l’azienda dei trasporti di Roma, l’ATAC, ha assunto una ragazza che per campare aveva fatto la cubista, come se fosse un delitto anziché un lavoro oggi come un altro. E certo più onesto dello stare in parlamento per vendersi al migliore offerente e non molto più sbracato dello sfilare come modella o posare per la pubblicità spesso indecente che dilaga ovunque, in tv come sui giornali e sui cartelloni stradali. Poi c’è stato un altro delirio al grido di “antisemita!” contro un altro dipendente dell’Atac accusato di avere offeso e attaccato gli ebrei nella sua pagina su Facebook. Che questo impiegato, Francesco Bianco,  sia stato un fascista dei Nar (Nuclei armati rivoluzionari) pare assodato, ed è un fatto certamente grave, ma se può diventare ministro della Difesa uno come Ignazio La Russa che ancora oggi si vanta pubblicamente di essere fascista, non si vede perché non possa essere assunto in un posto di lavoro, anche se di azienda pubblica, un cittadino della Repubblica italiana che ha pagato i suoi debiti con la giustizia. Forse che Bianco è stato condannato come l’ex ministro della Difesa Cesare Previti all’interdizione dai pubblici uffici e dai pubblici impieghi?
Ma veniamo all’accusa che è costata, se non ho capito male, per ora la sospensione dal lavoro dell’ex militante dei Nar. Cosa ha scritto di così infame nella sua pagina Facebook? Niente! Assolutamente niente. Incredibile, ma vero, e del resto lo hanno scritto anche i giornali, compresi quelli che assieme al portavoce della comunità ebraica romana ne hanno preteso la pubblica lapidazione. Nel corso della manifestazione studentesca del 22 dicembre, manifestazione pacifica, Bianco alle ore 13,20 scrive su Facebook “ci ho i rossi sotto la rimessa”, che è la rimessa dei veicoli dell’Atac. Certo, visto che questa frase banale e per nulla minacciosa ha dato la stura a una serie di altri interventi e commenti sempre su Facebook dalle ore 13,20 alle ore 15,48, cioè anche durante l’orario di lavoro, può essere spiacevole o illecito che nel corso dell’orario di lavoro si smanetti su Facebook, come peraltro fanno ormai centinaia di migliaia di persone anche del pubblici impiego, ministeriali compresi. Alle ore 13,20 comunque dovrebbe esserci la pausa pranzo, perciò mi pare che Bianco, anche se ex Nar e forse tuttora fascista, non abbia commesso nessun illecito. Ma procediamo la caccia all’antisemitismo selvaggio di cui si sarebbe macchiato Bianco.

A un certo punto, tale Stefano scrive in romanesco “Che famo? Caricamo?”, chiedendo cioè se i “rossi” devono essere presi a botte, e una certa Silvia risponde “Napalm a pioggia, Frà”. Frasi idiote, ma certo non pericolose più dell’innocua idiozia parolaia visto che di napalm questi Silvia-Stefano-Francesco&C non ne dispongono di sicuro e visto anche che nessuno ha caricato nessuno. Anzi, Francesco Bianco scrive: “Ero tentato di tirà qualche cosa dal terrazzo, ma co’ ‘sta panza rischiavo de cadè sotto“. Dal che si deducono due cose, anzi tre: 1) l’impiegato Bianco deve essere obeso; 2) oltre a sparare cazzate a parole non se l’è sentita neppure di tirare in strada una lattina vuota; 3) non manca di ironia, alla luce della quale dunque andrebbero letti i dialoghi e i commenti di quelle ore sulla pagina Facebook. Di ironia invece hanno difettato gli indignati “filosemiti” di professione, che hanno scatenato una tempesta per meno di un bicchier d’acqua. A un certo punto infatti tale Jessica scrive la banalissima e veritiera frase “mi sembrano pacifici”, al che Silvia risponde “Giusto pacifici, praticamente giudei”.

Tutto qui. Come hanno fatto i grandi giornali e i vari mass media ad arrivare, se non con il sensazionalismo a tutti i costi e la disonestà programmata, a titolare a tutta pagina “L’ex Nar insulta gli ebrei”? Dove sono gli “insulti agli ebrei”? E si noti che NON è “l’ex Nar”, cioè l’impiegato Francesco Bianco, ad avere scritto la parola “giudei”, che di per sé NON significa nulla. NON ha scritto lui neppure l’intera frase incriminata, “Giusto pacifici, praticamente giudei”, comunque assolutamente priva di senso. Tale frase l’ha infatti scritta Lucia, NON Bianco. Se Lucia avesse scritto, che so, “Giusto pacifici, praticamente musulmani” oppure “praticamente cinesi” o “praticamente francesi”, non sarebbe successo assolutamete nulla, visto che la frase di per sé non contiene né insulti né minacce. Anzi, dire che si tratta di gente pacifica, giudei o eschimesi che fossero, a me – e alla logica – pare piuttosto un riconoscimento positivo, NON un’offesa. Si dà però il caso che il portavoce della comunità ebraica romana si chiami Riccardo di nome e Pacifici di cognome. Da notare che Pacifici cognome si scrive con la P maiuscola, e non minuscola come ha scritto Silvia usando la parola come un aggettivo. Forse Silvia scrivendo “pacifici” alludeva al signor Pacifici Riccardo? A me pare cretino pensarlo, cretino e anche un po’ presuntuoso: quanta gente sa che il signor Pacifici è il portavoce della comunità ebraica, o giudea (l’ebraismo è nato infatti nello Stato della Giudea) che dir si voglia? Forse che tutti i frequentatori di Facebook, Lucia compresa, sono tenuti a sapere che esiste una comunità ebraica romana? E che ha un portavoce? E che il portavoce si chiama Pacifici di cognome? A me l’interpretazione che si è voluta dare per scatenare la pubblica lapidazione e chiedere il licenziamento di Bianco appare capziosa. Forzata. Una forzatura forsennata. Ma procediamo.

Ammesso e non necessariamente concesso che questa Lucia – ripeto: Lucia e NON Bianco – alludesse al signor Riccardo Pacifici, dove sono “l’offesa e la violenza antisemita”? Al massimo c’è dell’ironia, forse benevola, forse malevola, ma l’ironia in Italia NON è un reato, non ancora, e come si può fare dell’ironia sui cattolici, sul papa, sui musulmani e anessi imam, mufti e ayatollah, così è legittimo e lecito farla anche sugli ebrei come sugli ottentotti, i palestinesi, gli eschimesi, i turchi, i circassi, ecc. A me la tempesta scatenata contro “la violenza e le minacce antisemite” appare davvero montata ad arte. E anche disonestamente, ad opera dei soliti noti e col solito fine di passare per vittime in modo da poter lanciare sassi in faccia a chi critica Israele, che il partito degli oltranzisti, sempre più in difficoltà e quindi sempre più a caccia di pretesti, vuole assolutamente venga da tutti identificato con gli ebrei tout court. Pretesa ridicola e quanto mai immotivata, visto non solo che una non trascurabile fetta dell’ebraismo mondiale rifiuta questa equazione, ma visto anche che israeliani ebrei come il docente di storia Shlomo Sand, il suo collega Ilan Pappè e una miriade di altri studiosi – ripeto: spesso israeliani ed ebrei! – l’hanno smontata e fatta a pezzi dimostrandone l’assoluta falsità e faziosità. Argomento, questo, sul quale dovremo tornare in modo più approfondito, perché non se ne può più delle imposizioni mitologiche usate come una clava e un carro armato per imposizioni politiche che a loro volta hanno provocato, provocano e forse provocheranno ancora grandi danni.

Mi meraviglia che una persona intelligente come Riccardo Pacifici, grazie al quale ho potuto visitare l’interno della grande sinagoga di Roma,  si sia prestato, e con zelo, a quella che ha tutta l’aria di una montatura e che, anche a voler per forza ammettere sia una “attacco antisemita”, NON è opera del malcapitato Bianco. Che in quanto fascista più o meno ex non gode certo delle mie simpatie, ma che – come la ex cubista assunta all’Atac – ha comunque gli stessi diritti miei e di Pacifici. O no?
Qualche anno fa una tempesta simile è stata scatenata contro Michele Santoro, pubblicamente accusato di antisemitismo da Leone Paserman, all’epoca portavoce o presidente della comunità ebraica romana. Santoro aveva osato nientepopòdimenoché fare il suo mestiere di giornalista, mostrando nella sua trasmissione televisiva su Raitre una piccola parte dei soprusi consumati quotidianamente da Israele nei confronti dei palestinesi. Paserman arrivò a chiedere per lettera al consiglio di amministrazione della Rai il licenziamento di Santoro, così come oggi viene chiesto ancor più ingiustificatamente il licenziamento di Bianco. Santoro reagì citando per danni Paserman e il magistrato gli dette ragione condannando Paserman a pagargli 50.000 euro di danni alla pubblica immagine. Vedremo come andrà a finire con l’impiegato dell’Atac Francesco Bianco.

3) – Purtroppo non è la prima volta che si scatena surrettiziamente una polemica nazionale sulle “aggressioni antisemite” che tiene banco sui mass media per giorni e giorni per poi finire nel ridicolo senza però che lo si dica. La più macabra, almeno in apparenza, è certo quella che nel 2002 per giorni e giorni fece parlare di violazione di ben 26 tra tombe e cappelle nella parte ebraica del cimitero del Verano a Roma. Dopo una fitta serie di lapidazioni a colpo sicuro contro “neonazisti o islamici”, in base a deduzioni che rivelano solo ignoranza e malefede da parte di chi le rifila e di chi le avvalora, si scoprì che si trattava del racket dei servizi abusivi di manutenzione delle tombe, tutti ovviamente più o meno pii cattolici e certo NON islamici, che colpiva chi non pagava il pizzo di 15-20 euro al mese. Nel 2008 la Fiera del Libro di Torino invitò come ospite d’onore lo Stato di Israele, nella persona dei suoi rappresentanti, in occasione del 60° della fondazione, sollevando le comprensibili proteste non solo dei palestinesi. Apriti cielo! Altra canea al grido lapidatorio contro “l’antisemitismo crescente”. Si arrivò a (stra)parlare di “roghi di libri” solo perché si trattava di una fiera del libro e nonostante non ci fosse non solo nessun rogo, ma neppure nessuna protesta sia pure vagamente violenta. Il lato comico, o meglio grottesco, è che se c’era qualcuno che aveva mandato al rogo un libro questo qualcuno era Israele! Che con i suoi fans oltranzisti aveva preteso – e ottenuto – che il professore di storia italiano Ariel Toaff, ebreo e figlio del rabbino capo di Roma, eliminasse dalle nuove edizioni  del suo libro “Pasque di sangue” tutte le pagine sgradite. La protesta contro il libro di Toaff era nata nel parlamento israeliano, senza che il nostro governo avesse nulla da ridire su una così clamorosa interferenza nella vita culturale ed editoriale italiana. Le code di paglia lunghe qualche chilometro e il solito servilismo verso i vincenti di turno evitarono ci fosse qualcuno che invitasse amichevolmente ed educatamente Israele a farsi gli affari suoi senza interferire nei nostri.
Il conformismo e le code di paglia sono arrivate a far fare una brutta figura anche al nostro attuale capo dello Stato, Giorgio Napolitano, in occasione di un’altra montatura. Forse qualcuno ricorda che nel febbraio 2008 le sirene suonarono l’allarme per il solito “antisemitismo dilagante” a causa di una “lista di proscrizione di 162 professori universitari ebrei come quelle stilate a suo tempo dalle SS naziste”. Lista  che però si rivelò un’altra bufala: era la lista di chi aveva firmato contro una raccolta di firme di prestigiosi intellettuali ebrei inglesi, tra i quali lo storico Eric Hobsbawm, che condannavano le prepotenze israeliane verso i palestinesi! Nella solita foga di lapidare gli (inesistenti) “antisemiti” l’allarme e lo sdegno nazionalpopolare arrivarono a un tale livello che intervenne pubblicamente anche Napolitano. Due docenti torinesi, Ugo Volli e Daniela Santuz, si presentarono a lezione all’Università avvolti nella bandiera israeliana. Santuz proclamò indignata che “ormai s’è scatenata una vera e propria caccia all’israeliano”, caccia che la signora chissà dove aveva visto a Torino e in Italia.

4) – In realtà le liste di proscrizione  di ebrei esistono, ma sono quelle stilate da ebrei oltranzisti in California, Stati Uniti, a danno di ebrei pacifisti o comunque impegnati contro la mala politica israeliana. Le liste, suddivise coscienziosamente in ordine alfaberico e corredate spesso da foto, indirizzo e altre indicazioni utili per eventuali rappresaglie, si trovano sul sito dei fanatici di http://masada2000.org/ . Ma tutti preferiscono eroicamente far finta di niente, nascondere la testa sotto la sabbia e blaterare periodicamente contro il “dilagare dell’antisemitismo”, che non dilaga da nessuna parte, ma che periodicamente tirato in ballo si presta egregiamente a zittire in malo modo chi critica Israele facendo finta che criticare Israele significhi volerla distruggere, per giunta assieme a tutti gli ebrei. Volere cioè una nuova e più grande Shoà. Ovviamente in combutta con lo “Stato canaglia” iraniano…

5) – La cosa buffa è che mentre si sono dedicate pagine e pagine al “dilagare dell’antisemitismo” e alle “offese agli ebrei” del malcapitato ex Nar Francesco Bianco, impiegato dell’Atac di Roma, si sono invece relegate in poche righe alcune notizie decisamente più allarmanti e molto meno campare per aria. Solo 7 righe in un riquadrino su due colonne a fondo pagina 21 di Repubblica per dire che “In una lettera-shock 27 mogli di rabbini della corrente nazionalista, vicina al movimento dei coloni, rivolgono un appello alle donne ebree perché non abbiano alcun rapporto – tanto meno sentimentale – con gli arabi, specie gli arabi israeliani. Tra le firmatarie, la figlia di Rabbi Ovadia Josef, il leader spirituale del partito ultraortodosso Shas, che è parte della coalizione di governo in Israele”. Da notare che Rabbi, cioè il rabbino, Ovadia un mesetto fa ha augurato la morte a tutti i palestinesi! Come si vede, il volgare e realissimo razzismo antiarabo merita solo 7 righe, come una notiziola di folclore, mentre le inesistenti “offese agli ebrei” di Bianco meritano pagine e pagine a partire dallo sbattere il mostro in prima pagina. A Nazareth finisce in galera per corruzione il sindaco israeliano Shimon Gapso, leader di una campagna per eliminare la celebrazione delle feste di Natale – nella città dove la tradizione vuole sia nato Gesù! – accusate di essere “dei baccanali”. Ma di questo ruolo di Gapso si viene a sapere solo nelle ultime righe dell’articolo, relegato a pagina 16, dedicato al suo arresto. Così come solo in quelle righe finali si viene a sapere che da diversi anni “i rabbini oltranzisti e gli attivisti nazional-radicali conducono una battaglia, a colpi di anatemi ed editti, contro i retaggi pagani e “gli stolti simboli cristiani””. Ripeto: “Stolti simboli cristiani”!

Chissà cosa esploderebbe in Italia se qualcuno facesse non dico una campagna contro gli “stolti simboli ebraici”, per fortuna impossibile da organizzare perché si finirebbe sul lastrico o in galera prima, ma si permettese anche solo di scriverla una tale espressione beota: “Stolti simboli ebraici”: Eppure è equivalente a quella usata in Israele contro i simboli cristiani senza che nessuno, Vaticano e Saviano compresi, ci trovi nulla da ridire. E se poi la scritta comparisse i nqualche stato arabo o comunque islamico…. mamma li turchi! Chissà cosa tuonerebbe il buon Roberto Saviano… Magari anche gratis anziché in cambio di 50 mila euro per tuonarla in tv.

6) – Ormai si bolla come “antisemita” chiunque non applauda freneticamente qualunque scelta dei governi israeliani, dalla mattanza di Sabra e Chatila a quella di Piombo Fuso, dal Muro al divieto di matrimoni civili, dagli espropri di terre palestinesi agli “omicidi mirati”, dal dilagare delle colonie alla demolizione per rappresaglia di case e uliveti palestinesi sino dearabizzazione di Gerusalemme come se si trattasse di derattizzazione. E’ un po’ come per le vecchie femministe romane degli anni ’80, che ti davano del maschilista fascista se non applaudivi qualunque loro sproloquio, pretesa e cazzata, e sì che ne hanno fatte talmente tante da finire come sono finite, cosa che dovrebbe far meditare non solo le femministe, ma anche i cosiddetti “amici di Israele”. Che in realtà, come scrivono gli storici israeliani Shlomo Sand e Ilan Pappè e l’intellettuale ebreo americano Noam Chomsky, nonché Ian Buruma di recente sul Corsera, sono i suoi peggiori nemici. E’ un po’ come per Giampaolo Pansa: ormai si bolla come “fascista” chiunque lo prenda a pernacchie anziché incensarlo come nuovo Eroe dei Due Mondi: il mondo di sinistra quando era vincente e gli faceva comodo per la carriera e lo stipendio, e il mondo della destra per addolcirsi il viale del tramonto salendo sul carro del vincitore di turno. E fors’anche per vendicarsi di non essere diventato il direttore di un qualche grande giornale.

Non ci rediamo conto che stiamo diventando talmente intolleranti da non ammettere più critiche in nessun campo, il che è il modo migliore per correre verso il burrone: se prendi a sassate chiunque ti avverte che sei sulla strada sbagliata, il burrone non puoi certo evitarlo…

7) – Il combinato disposto del sensazionalismo giornalistico demenziale e dell’ignoranza produce corbellerie anche esilaranti, ma non per questo innocue. Dell'”enorme carrarmato parcheggiato al bar” ho già parlato, con tanto di foto che dimostravano come si trattasse in realtà solo di un banale fuoristrada – con targa civile! – sia pure dipinto a mo’ di mezzo militare mimetizzato. Ora una didascalia tra due foto dell’articolo “Il Grande Orecchio della politica”, a pagina 8 del  Corriere della Sera del 4 gennaio dell’anno nuovo,  ci informa che il famoso Piano Solo preparato dal generale dei carabinieri Giovanni De Lorenzo negli anni ’60 era addirittura “un progetto di colpo di Stato militare che avrebbe assegnato all’Arma dei carabinieri il potere in Italia”. Boom! Mi chiedo quali siano le letture e le fonti informative di certi colleghi. Ma sono costretto a chiedermi anche cosa bevono o “fumano” per avere di queste visioni…

Strano: Saviano su tutto ciò tace. Non “viene via con me”…

446 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Peter
    Peter says:

    mi immagino come saranno le classi dirigenti tra 5-10 anni, quelle nate a partire da universita’ esclusive dopo si paga anche per l’aria che si respira, per dirla chiara…

    Peter

  2. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Lei continui a credere VOX…..

    A proposito di quello che sta succedendo ai cristiani in Egitto ed nel medio oriente.
    I Cristiani erano in Iraq e Medio Oriente prima della religione mussulmana e dell’ Islam.
    Entro l’inizio del 3 ° secolo DC, i cristiani costituivano la maggioranza della popolazione egiziana.

    Stavo leggendo un articolo di Nicolas Sarkozy………

    Anita

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    saranno, con qualche rara eccezione, come le classi digggerenti dell’Ottocento: borghesi; ma questa volta probabilmente un po’ ottuse e poco capaci di capire i punti di vista degli altri.
    Saranno loro a realizzare, temo, il socialismo dei banchieri.
    Un saluto U.

  4. controcorrente
    controcorrente says:

    caro peter,

    da come descrivi la situazione in UK, direi che sono proprio alla frutta .
    Se chiudono anche “gli accessi” al sapere all’estero e alle classi subalterne,hanno veramente “gli anni contati”.
    I Cinesi stanno cominciando ad attrarre “cervelli ” dall’estero , Il caso di Luc Montagnier è emblamtico e anche se “molto pubblicitario” per il momento…,ma molto , molto ,indicativo..soprattutto alla Luce degli investimenti e dei brevetti nel confronto con L’Occidente.
    Agli Snob altro non resterà che “annusare” feticisticamente le Mutande della Regina e del Re e questa volta l’isola potrà anche affondare tranquillamente, che non se accorgerà nessuno..!!

    cc

  5. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Per darti un idea.

    Questo e’ il costo di quest’anno per l’Universita’ statale nel mio Stato.

    Ma devi leggere fino in fondo, non tutto e’ compreso nella tuition iniziale.
    Non include room and board on campus o i libri.

    University of Rhode Island – Enrollment Services – Tuition and Fee Information

    http://www.uri.edu/es/acadinfo/acadyear/tuition.html

    Mio nipote ha frequentata la stessa Universita’ iniziando circa 10 anni fa’, e pagavo la meta’.

    Anita

    Per i miei figli….$800 per semestre e non universita’ statali.
    Times have changed.

    Anita

  6. Anita
    Anita says:

    Universita’

    Negli USA le donne superano gli uomini in arruolamento universitario.

    Mi sembra che sia il 64%, l’ho sentito per radio.

    Anita

  7. Mario Lettieri* e Paolo Raimondi*: nche l’Intelligence in campo contro i derivati dei Comuni!
    Mario Lettieri* e Paolo Raimondi*: nche l’Intelligence in campo contro i derivati dei Comuni! says:

    Anche l’Intelligence in campo contro i derivati dei Comuni!

    di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

    La capillarità geografica della diffusione della finanza derivata nei bilanci degli Enti locali rappresenta un aspetto sconosciuto della crisi finanziaria. La pericolosità dei derivati nei bilanci degli Enti locali è alta. Lo dimostra anche la recente presa di posizione dei nostri servizi segreti. L’ultimo numero di “Gnosis”, Rivista Italiana di Intelligence dell’Agenzia Informazioni Sicurezza Interna (AISI), infatti riporta una competente e dettagliata analisi dal titolo: “Sicurezza nazionale e supporto agli Enti locali: Intelligence economico-finanziaria contro il “virus” dei derivati”.

    Attingendo dai dati forniti nei mesi passati dalla Banca d’Italia, dalla Corte dei Conti e dalla Commissione Finanze del Senato, l’AISI spiega come “l’ammontare dei contratti in essere è all’origine di un intreccio economico-finanziario nel quale l’Ente locale viene “guidato” nella sua scelta da consulenti (advisor) non sempre indipendenti nelle loro valutazioni e in palese conflitto di interesse, i quali danno vita a transazioni in cui spesso gli interessi finanziari delle pubbliche amministrazioni e quelli delle banche di investimento proponenti i contratti, divergono”.

    L’ultimo rapporto della Banca d’Italia dimostra come il valore di mercato (mark to market) dei contratti derivati stipulati da privati e da Enti pubblici italiani sia negativo e sia aumentato dai 47,9 miliardi di euro del periodo ottobre-dicembre 2009 ai 57,5 miliardi del primo trimestre 2010. Sarebbero coinvolti oltre 42.000 operatori, tra imprese, enti locali, famiglie e società finanziarie.

    Secondo via Nazionale, nel primo trimestre 2010, le perdite per le amministrazioni pubbliche dalla stipula di contratti derivati sono aumentate di 2,5 miliardi di euro, pari al 10% in più rispetto al 2009, e si sono maggiormente concentrate passando da 470 a 404 amministrazioni pubbliche sottoscrittrici. Soltanto per gli Enti locali l’ammontare dei derivati sarebbe di circa 36 miliardi di euro.

    Oltre all’aspetto finanziario ve n’è un altro tutto politico “per la presenza di costi occulti che acuiscono le forti pressioni già in atto sulla sostenibilità dei debiti pubblici nazionali”, e di conseguenza, l’AISI stigmatizza, “ per i riflessi negativi sul Bilancio pubblico, locale e nazionale, lo spreco e le inefficienze causate da un abuso di tali contratti possono rappresentare un obiettivo di sicurezza economica nazionale”.

    Ne è un esempio il caso del Comune di Milano, che ha sottoscritto a suo tempo derivati per 1,7 miliardi di euro con 4 grandi banche estere, che è approdato davanti al Tribunale del capoluogo lombardo con il rinvio a giudizio per truffa aggravata delle stesse banche. Esso dimostra come amministratori troppo “disinvolti” hanno spesso operato in maniera assolutamente incauta e non orientata al benessere collettivo.

    Anche la Corte dei Conti ha più volte rilevato la sproporzione tra il rischio assunto dall’Ente locale rispetto a quello assunto dall’operatore finanziario, avanzando perplessità circa la “convenienza economica” di molte operazioni.

    Recentemente sono scattate numerose verifiche sui “buchi” causati dai derivati. Sono difficilmente quantificabili in quanto sono tutti contratti Otc e quindi sottratti a qualsiasi supervisione delle agenzie di controllo preposte. La Regione Lazio ha evidenziato 82,8 milioni di euro di “costi occulti”, tra commissioni e simili, applicati dalle 11 banche coinvolte nel periodo 1998-2007. Ben 59 milioni riguardano 4 banche soltanto: l’Ubs, la Citigroup, la Merryl Linch e la Lehman Brothers.
    La Procura di Firenze ha messo sotto sequestro preventivo valori per 22 milioni di euro di 6 banche nazionali e internazionali, con la Merryl Linch in testa, accusate di “illecito profitto” derivante da contratti derivati stipulati con il Comune di Firenze, con la Regione Toscana e con altri Enti.

    Anche molti privati, Pmi e commercianti, hanno iniziato procedimenti legali presso i vari tribunali italiani per sottrarsi al cappio dei derivati. In alcun casi le sentenze stanno dando ragione alle vittime.

    Da ultimo, il documento pubblicato in Gnosis ammonisce che “la vulnerabilità della situazione attuale è elevata: improvvisi default da parte degli enti locali sottoscrittori, causati da insolvenze, potrebbero determinare effetti negativi e comportamenti di panico a catena, gravemente pregiudizievoli per la stabilità della finanza pubblica non solo locale, ma anche nazionale”.

    L’AISI auspica che “aldilà di modifiche normative, che hanno effetti solo sui comportamenti futuri, è necessaria una gestione “corrente” e “territoriale” del problema. In tal senso, una capacità di intelligence finanziaria da parte dei Servizi di Informazione nazionali, che affianchi le Amministrazioni locali e gli Organismi di vigilanza, potrebbe fornire un apporto rilevante nel tutelare il sistema di finanza locale.”

    Questa valutazione è pienamente condivisibile. Tuttavia riteniamo che il Governo e il Parlamento abbiano il dovere di intervenire più energicamente nei confronti di quelle banche che hanno approfittato dell’ignoranza o della complicità interessata di molti amministratori. Senza indulgere in inutili e controproducenti rimpalli di responsabilità.

    *Sottosegretario all’Economia nel governo Prodi ** Economista

  8. Mario Lettieri* e Paolo Raimondi*: Le banche dei derivati vogliono più potere
    Mario Lettieri* e Paolo Raimondi*: Le banche dei derivati vogliono più potere says:

    Le banche dei derivati vogliono più potere

    di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

    Quando inizia un nuovo anno gli auspici di ottimismo sono d’obbligo. Ma a volte si sprecano.
    Secondo molti il 2011 sarà l’anno della ripresa economica americana a cui tanti, anche di casa nostra, sperano di agganciarsi. Nessuno può esimersi dal fare i migliori auguri di stabilità e di benessere alle famiglie e alle industrie pesantemente indebolite da più di due anni di crisi. Ma occorre essere realisti e sempre più esigenti nel rivendicare le riforme finora promesse ma non realizzate.

    La finanza speculativa, tra cui quella delle banche “too big too fail”, è stata la causa dell’onda anomala. Non possiamo dire che essa sia stata messa sotto controllo. Al contrario, dopo due anni di tentativi di riforma del sistema finanziario, il presidente Obama, con la sconfitta di novembre, sembra aver buttato la spugna. Le leggi approvate lo scorso luglio sembrano perdere sempre più la loro efficacia.

    Lo ha ammesso lo stesso Gary Gensler, presidente della US. Commodity Futures Trading Commission (CFTC), incaricato dal presidente americano per regolare i derivati finanziari e far pulizia nel mondo della speculazione. “Il funzionamento di questi mercati finanziari aggrava di costi i cittadini americani”, ha recentemente dichiarato, richiedendo anche un maggior controllo sulle banche che trattano questi prodotti.

    Qualora le nuove regole finanziarie previste dalla legge Dodd-Frank entrassero in vigore, la maggior parte dei derivati dovrebbe essere contrattata e regolata attraverso le camere di compensazione. Queste però sono largamente controllate dalle banche stesse. Il compito di Gensler e dei riformatori sarebbe proprio quello di sottrarle ad una simile interessata manipolazione.

    La realtà è ben diversa, sembra che si torni indietro. Secondo il New York Times, ogni terzo mercoledì del mese i rappresentanti delle 9 banche dominanti a Wall Street, JP Morgan, Citigroup, Bank of America, Goldman Sachs, Morgan Stanley, Ubs, Credit Suisse, Barclays, Deutsche Bank, si ritrovano per definire l’andamento del mercato dei derivati e per proteggere i propri interessi di cartello finanziario.

    Il mercato dei derivati è fonte di grandi profitti, anche perchè i governi sono diventati i prestatori e i garanti di ultima istanza in caso di rischio di default. Il “turn over” giornaliero globale dei derivati stipulati è di circa 15.000 miliardi di dollari, di cui il 38% è in derivati over the counter (Otc).

    Le banche suddette vogliono mantenere il monopolio di questo mercato, tenendo fuori le banche minori e gli hedge fund desiderosi di partecipare al banchetto. Esse intendono mantenere i loro uomini nei direttivi delle camere di compensazione e degli altri istituti preposti alla supervisione, come quello dell’International Swaps and Derivatives Association. Vogliono quindi evitare che ci sia troppa trasparenza nelle operazioni in derivati, che i listini dei prezzi siano pubblici, che si conosca l’ammontare delle commissioni incassate e che i derivati Otc, oggi trattati direttamente tra le banche, passino attraverso un centro di scambio controllato, come avviene per le altre operazioni di Borsa.

    E’ soprattutto il mercato sui cambi esteri quello più appetibile. Dal 2007 è aumentato del 20% e oggi ha un turnover giornaliero di 4.000 miliardi di dollari. Ma questo aumento è in gran parte dovuto a operazioni fatte elettronicamente on line e per l’85% da altre istituzioni finanziarie, come le assicurazioni e i fondi. Cioè non dal club esclusivo delle grandi banche in questione.

    Il ministero di Giustizia americano sta conducendo numerose indagini antitrust sui mercati dei derivati. Anche la Security Exchange Commission ha in corso numerose verifiche. In oltre cento casi le banche e le finanziarie coinvolte hanno pagato multe, anche salate, ma nessun “alto papavero” è stato condannato. Fino ad oggi nessun dirigente della Lehman Brothers, della Merril Lynch, della Citigroup, del gigante assicurativo AIG o dei gestori di ipoteche, è stato accusato e condannato per frode. Perciò il Procuratore generale di New York ammette che “l’insider trading illegale è in grande crescita”.

    Si tratta di una prospettiva poco rassicurante per gli Usa e per il resto del mondo. Il nostro augurio per il 2011 è quello di un maggior impegno dell’Italia e dell’Europa per giungere a una vera unità di intenti con gli Stati Uniti al fine di portare proposte condivise e stringenti per l’approvazione delle nuove regole finanziarie in sede di G20.

    *Sottosegretario all’Economia nel governo Prodi ** Economista

  9. Popeye
    Popeye says:

    x U. di P.
    Lascio passare commenti da perdenti come te e la Vox.
    Gneww Gnewww Gnewwwwwwww…..

  10. Anita
    Anita says:

    x Popeye

    Did you hear about congresswoman Gabrielle Giffords in Arizona?
    I am listening as it evolves, so far very bad news…she has died and more of her staff…
    They are being very careful with details.
    Very sad…

    Anita

  11. Peter
    Peter says:

    x Anita

    se i tempi sono cambiati, almeno qui in GB, e’ stato il risultato di precise scelte politiche.
    Non c’e’ stato un aumento vertiginoso dei salari, anzi. Ergo far pagare rette altissime agli studenti equivale a selezionare moltissimo il ceto degli studenti, ovvero ‘privatizzare’ le universita’.
    Il che non va bene, perche’ i quadri di domani saranno formati dagli studenti di oggi, e gli studenti selezionati per CENSO hanno una visione molto parziale, selezionata, ovattata, prefabbricata della societa’ e delle sue componenti.
    Potrei essere piu’ chiaro e fare degli esempi, ma non voglio scendere nel personale

    un saluto

    Peter

  12. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita, Popeye e TUTTI

    http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/08/news/spari_tucson-10990096/?ref=HREA-1

    Tucson, uomo spara e fa una strage
    deputata in fin di vita, morte 6 persone
    Sparatoria nella città dell’Ariziona, un uomo ha colpito alla testa la parlamentare democratica Gabrielle Giffords, 40 anni, che stava parlando a un’iniziativa pubblica. Altre sei persone sono rimaste sul terreno, ci sono anche 11 feriti. Il killer è stato arrestato

    TUCSON (ARIZONA) – Ha cominciato a sparare all’impazzata, ha ucciso sei persone e ha ferito in modo grave Gabrielle Giffords, 40 anni, deputata del Congresso americano, e altre dieci persone. Uno sconosciuto ha compiuto una strage a Tucson, in Arizona, durante un’iniziativa pubblica alla quale stava partecipando la parlamentare, raggiunta alla testa da un colpo sparato a bruciapelo. Anche un bambino sarebbe stato ucciso. Il nuovo speaker della Camera Usa John Boehner, eletto un paio di giorni fa 1, si è detto “inorridito”: “L’attacco contro uno di noi è contro tutti noi. Oggi è un giorno molto triste per gli Stati Uniti, attacchi e minaccie di violenza contro pubblici funzionari non devono aver posto nella nostra società”.

  13. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Come ho scritto a Popeye, sto seguendo la storia.

    Avevano detto che Gabby Giffords era morta, un secondo notiziario ha smentito, e’ grave ed in surgery.
    Non si sa quanti morti…
    Le notizie sul luogo cambiano, comprese quelle sull’assalitore.

    Gabrielle Giffords e’ democratica moderata, “a blue dog democrat”, molto ben voluta ed il suo interesse e’ per il suo stato e per fermare l’immigrazione dal Messico.

    Sembra che il numero dei feriti sia piu’ alto. (19?)

    Un giudice federale e’ stato ucciso, John M. Roll, le notizie stanno sgocciolando, sempre dal luogo.

    Ci sono “Privacy Laws” e non possono dare notizie prima che i famigliari vengano avvisati.

    Anita

  14. controcorrente
    controcorrente says:

    caro pino,

    sono sicuro trattasi certamente di uno “squilibrato”.
    Una cosa”normale”,che entra nel calcolo delle probabilità.
    Una questione statistica, come ci verrà confermato a breve..!!
    (stretto giro di post-a )

    cc

    D :_- Siamo sicuro che nei Tea Party, venga bevuto esclusivamente The ??

  15. Popeye
    Popeye says:

    Cara Anita,
    Grazie! Non lo sapevo. Adesso sto guardando Fox News. Gabrielle Giffords e’ stata operata e risponde ai comandi dei dottori. Tra i 19 sparati cinque sono morti. Un uomo (22 anni, bianco) e’ stato fermato e sotto interrogazione dai FBI.
    Tra i morti un giudice federale John Roll.

  16. Anita
    Anita says:

    ….il giudice federale John M. Roll NON e’ stato ucciso, e’ gravemente ferito…..

    Hanno il nome e l’eta’ dell’assalitore, un uomo bianco di 22 anni.

    Anita

  17. controcorrente
    controcorrente says:

    E The pareva….!!

    Gabrielle Giffords e’ democratica moderata, “a blue dog democrat”, molto ben voluta ed il suo interesse e’ per il suo stato e per fermare l’immigrazione dal Messico.

    L’attentatore è un seguace di Hugo Chavez !!

    cc
    Da Repubblica .. sperando di non incorrere in sanzioni..

    … Vuole l’aumento del salario minimo, è impegnata su questioni di immigrazione, appoggiando programmi di integrazioni per migranti e per la legalizzazione dei clandestini, ma anche il rafforzamento delle frontiere del paese. Si definisce “al 100%” a favore della libertà di aborto, e ha votato a favore dell’incremento dei fonti della ricerca sulla cellule staminali di origine embrionale. E’ critica della legge di Barack Obama “No Child Left Behind” (nessuno bambino deve restare indietro), in quanto a suo avviso non finanziata adeguatamente. Ironicamente, la parlamentare si è adoperata per i diritti dei possessori di armi, e si è opposta fermamente alle proposte di limitazioni in proposito. Solo ieri era stata intervistata dalla Fox News su un progetto di legge per tagliare del 5% i salari dei parlamentari Usa. Nel suo primo mese al congresso, Giffords votò per per ridurre i sussidi alle grosse compagnie petrolifere e investire i risparmi nelle energie rinnovabili….

  18. Popeye
    Popeye says:

    Cara Anita,
    Il giudice e’ morto (Fox News confermato da Associated Press).
    Ospedale University Medical Center hanno 10 persone, 5 gravi e 5 sotto interventi, e una ragazzina di nove anni morta.
    Gabrielle Giffords ha subito solo un colpo alla testa. Il colpo e’ entrato e uscito danneggiando il cervello. Operata e risponde ai dottori.

  19. Anita
    Anita says:

    Repubblica.it scrive:

    “Gabrielle Giffords è sposata con l’astronauta Mark Kelly, veterano dello Shuttle.
    Dal matrimonio, avvenuto nel novembre del 2007, sono nati due figli”.

    I figli sono del primo matrimonio di Mark Kelly.

    Un’amica mi leggeva dall’Italia (per telefono) che Gabrielle Giffords e’ contraria alla legge in favore delle armi fuoco, no, e’ in favore del secondo emendamento della costituzione.

    Anita
    ———————————–

    x P.

    Ero al telefono con Milano, si’, hanno cambiato l’annuncio in TV, Judge John M.Roll e’ morto.

  20. Anita
    Anita says:

    x P.

    I watched the video…fast forward…

    This guy is nuts, imagine, he read the Manifesto and Main Kampf… really…
    Another flag burning young mind.

    Anita

  21. Vox
    Vox says:

    Anche l’assassinio di Kennedy e’ stato a lungo attribuito (dalle ricostruzioni “ufficiali”) a UNO squilibrato. Aspettiamo di saperne di piu’, prima di trarre conclusioni su questo omicidio. Puo’ essere vero e puo’ non esserlo. Specialmente se e’ vero che la deputata democratica era benvoluta dalla gente.
    Magari, dava fastidio proprio per questo.

  22. Vox
    Vox says:

    AGGIORNAMENTO SULLA DEPUTATA FERITA (NON UCCISA)

    http://theintelhub.com/2011/01/08/u-s-rep-giffords-shot-and-11-others-shot-or-injured/

    U.S. Rep. Giffords Shot In The Head At Tucson Community Event – UPDATED

    A nurse at the hospital where the victims have been taken is reporting that Giffords is NOT dead but in surgery. She also confirmed that Giffords was shot in the head. Giffords is in surgery and a press conference is scheduled for the next 40 minutes. At least one child was shot and is in surgery.

  23. Anita
    Anita says:

    x VOX

    Incominciamo con le “spin doctor theories” ????
    Almeno aspetti che si sappiano i fatti.

    Anita

  24. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita, Popeye e TUTTI

    Mi dicono che un proietile ha trapassato il cervello della Giffords. E’ cioè entrato ed uscito dopo averlo attraversato in un qualche tratto. Se è vero, mi chiedo che senso abbia l’ottimismo dei medici riguardo il “può farcela”.
    In ogni caso, non resta che aspettare.
    Credo che anche questa tragedia dimostri che la lobby delle armi ad uso personale vada sconfitta. Mi sono sempre chiesto come possa un Paese civile affermare che “è un diritto di ogni cittadino portare armi da fuoco per difendersi”. A parte il fatto che spesso le portano non per difendersi, ma per offendere, dire che si ha il diritto alla difesa privata a mano armata equivale a dire che si ha il diritto di processare il prossimo in privato. Aboliamo perciò i tribunali?
    ‘Notte.
    pino

  25. Anita
    Anita says:

    x CC -#73-

    E The pareva….!!

    Gabrielle Giffords e’ democratica moderata, “a blue dog democrat”, molto ben voluta ed il suo interesse e’ per il suo stato e per fermare l’immigrazione dal Messico.

    L’attentatore è un seguace di Hugo Chavez !!
    ————————————————————————

    Caro CC,

    o non sai quello che scrivi, o non capisci, o fai finta di non capire..

    La Congresswoman Giffords e’ una democratica moderata, spesso dalla parte di centro o di destra.
    Quindi una “Blue dog democrat”.
    Cosi’ come ci sono i ” Blue dog republicans”, di centro e spesso votano con i democratici.

    Cosa c’entra Ugo Chavez?

    E’ una tragedia e non mi sembra che il tuo sarcasmo sia di buon gusto.

    Il colore dei democratici e’ Blue
    Il colore dei Repubblicani e’ Rosso.
    Cosi’ chi e’ nel mezzo diventa “Blue dog”.

    Veramente nella paletta dei colori sarebbe Viola.

    Il nostro nuovo Governatore era un Blue dog repubblicano, adesso e’ indipendente.

    Piu’ dog che altro.

    Anita

    PS:

    Il distretto (8) della signora Giffords confina per 100 miglia col Messico.

    Proprio ieri 7 teste decapitate sono state appese ad un ponte…to improve the view.

  26. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Sulla condizione della Signora Giffords si puo’ sempre sperare, ci sono stati casi nel passato anche senza intervento medico, rari o rarissimi.

    Il porto d’armi e’ nella nostra costituzione, dipende anche dagli stati, in Arizona mi sembra che non si debbano dichiarare.

    Se lei vivesse al confine forse cambierebbe idea, non avrebbe una pistola ma un bazooka.

    Non e’ ancora accertato ma sembra che l’assalitore sia stato fermato da un bystander armato.

    ‘Notte,
    Anita

  27. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Relazione tra armi e numero dei delitti

    http://www.earmi.it/varie/crimine.htm

    Lei parla, in Italia, Sicilia, il tassista aveva una pistola sul sedile dei passeggeri.
    Una volta per attraversare Catania, doveva passare per una zona non sicura, una volta per andare da Siracusa a Caltanissetta, strade montagnose e isolate.

  28. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Anita,
    ovviamente Hugo Chavez ,non c’entra nulla…
    Ma io ho fatto finta di non capire, certo mia cara…ma da noi esiste un proverbio che dice che la prima Gallina che canta è quella che ha fatto l’uovo…
    __
    Gabrielle Giffords e’ democratica moderata, “a blue dog democrat”, molto ben voluta ed il suo interesse e’ per il suo stato e per fermare l’immigrazione dal Messico.


    Questo è il tuo primissimo commento !
    E per favore , non venire a fare a me dei “pistolotti moralisti”su cosa sia o meno il buon gusto…
    Sinceramente Anita le notizie arrivano anche qui ed anche i commenti…

    Puo piacere o meno , ma questo è il clima ..dalle vostre parti..

    http://www.repubblica.it/esteri/2011/01/09/news/frontiera_odio-10997465/?ref=HREA-1

    Noi stiamo facendo grandi passi per copiarvi…come al solito,con qualche annetto di ritardo, ma sono sicuro che in queste cose colmeremo presto il distacco che ci separa!!!

    cc

  29. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    AFGANISTAN, PALCOSCENICO DELL’IMBECILLITA’, DELL’OPPORTUNISMO E DEL PROVOCATORIO CINISMO ITALIOTA

    Ho letto che il prode ministro della Difesa Ignazio La Russa ha progettato di portare alle truppe italiane disclocate in Afganistan, circa 3.500 anime, uno spettacolino a base di anticipazioni sul prossimo festival di S. Remo, con la partecipazione di due “grandi gnocche”, Elisabetta Canalis e tale Belen Rodrighuez, e il sempre sorridente e giovanile a tutti i costi Gianni Morandi. Chissà il piacere degli afgani, talebani e non, a vedere il loro territorio e la loro morale violati dall’esibizione sfacciata del noto pudore femminile delle signore Canalis e Belen, che mi dicono ribattezzata Belìn a Genova, pudore rintracciabile anche online con una infinità di esibizioni di culo e tette en plen aire. E chissà il piacere di vedere l’ex pacifista Morandi, quello che faceva lacrimare la chitarra per la guerra del Vietnam, riverniciato in salsa afgana al docile guinzaglio del nostro ministro della Difesa, che pacifista non era ai tempi del Vietnam e tale è rimasto. Venghino, siòri, venghino…
    Ma a parte il sicurissimo piacere degli afgani, e delle afgane, la morale è sempre quella, orribile: un po’ di pelo di fica perché gli uomini al fronte si facciano delle belle seghe in modo poi da ammazzare e farsi ammazzare più lieti e contenti. Proprio come per le truppe della guerra nel Vietnam, fatte strategicamente arrapare da grandi bernarde a stelle e strisce. Tanto se crepano è pronta una bella sciacquonata di chiacchiere, un po’ di latta medagliera e forse una manciata di euro di pensione a vedove e orfani.
    Pena per Morandi buono per tutte le stagioni? Ma no, questa è l’Italia, dove per il successo e il quattrino si diventa tutti l’Arcitaliano e per vendere copie e aizzare virtuosamente l’odio contro i “cattivi” si sbattono cinicamente in prima pagina mostri inventati di sana pianta. Pena semmai per lo Strapaese. Che anziché applaudire il progettato exploit canterìn segaiolo del signor ministro della Difesa meglio farebbe a pretendere il ritorno a casa dei nostri militari spediti in guerra non solo contro la nostra Costituzione, ma anche contro la Storia. A combattere cioè una guerra persa in partenza. E che serve solo per il petrolio e gas degli Stati Uniti.
    W l’Ittaglia! Da Paese dei cachi a Paese delle spremute di cachi.
    pino nicotri

  30. controcorrente
    controcorrente says:

    Intanto buone notizie dall’Algeria e dalla Tunisia..

    Disordini, gente che si dà fuoco…e la minaccia di una nuova e grave crisi alimentare,a causa delle speculazioni “mondiali” sui generi alimentari…Pane, pane,pane..!!
    Algeria e Tunisia sono stati se non erro ,due dei paesi che maggiormente hanno “represso” il terrorismo di matrice integralista islamica…, mi sembra che nel corso degli anni , l?occidente non abbia mai fatto mancare un buon appoggio politico..un buon turismo di massa..ricordate ..tutti ad Hammamet..a passare il Natale..magari con la foto di Lady Belin..!

    Ora ci diranno ,a strerto giro di Post-a, che in fondo carestie ect,ectsono sempre esistite nel corso dei secoli..quindi nulla di nuovo,…il Libero mercato garantisce le speculazioni che sono cosa “giusta e santa”,tanto poi si rimette tutto a posto..!!
    Sono d’accordo, basta non lamentarsi poi, se si consegnano intere regioni del mondo , in “mano” ai terroristi islamici..
    Un Cargo pieno di”Briosche “è partito per la Tunisia..è Frattini, che lo manda..!!
    Tutto va ben,madama la Marchesa Pompadour..!!

    cc

  31. Shalom: il colonialismo e il suo trascinarci in guerra procedono bene, da Gerusalemme.
    Shalom: il colonialismo e il suo trascinarci in guerra procedono bene, da Gerusalemme. says:

    http://www.en.justjlm.org/

    Sheikh Jarrah Solidarity is an Israeli-Palestinian grassroots movement. It draws its strength from a large cross-section of people: women and men, Muslims, Christians, Jews, young and old, religious and secular, who have joined together to struggle against the gross injustice and folly that has forced a number of Sheikh Jarrah’s Palestinian residents out of their homes and many others to live under the shadow of imminent eviction.

    Through the actions of hundreds of activists and with the support of public figures and various organizations in Jerusalem, the movement has succeeded in highlighting the issues of discrimination and systematic racism that blight the lives of too many in Jerusalem, placing them on the public agenda both in Israel and abroad. It has become a counter-force against the increasingly strident racist incitements that have become commonplace in the city, and has brought Israel’s criminal policies against the Arabs in East Jerusalem into the arena of public debate.

    The Sheikh Jarrah Solidarity movement grew out of the struggle in Sheikh Jarrah but our actions have expanded far and wide from there. Today we are involved in additional struggles against discrimination, oppression, hooliganism and racism in places such as Silwan in East Jerusalem as well as the unrecognized villages of Dahmash in central Israel and Al-Araqib in the Negev.

    The movement continues to harness itself to similar struggles throughout Israel and Occupied Palestine in order to create a voice for justice and democracy and against discrimination and arbitrariness; against the growing wave of fascism and for a more decent and just society in Israel.

  32. Uroburo
    Uroburo says:

    Popeye { 08.01.11 alle 19:15 } Lascio passare commenti da perdenti come te e la Vox. Gneww Gnewww Gnewwwwwwww…..
    ——————————————————-
    Mio pregevole e buon signor Popeye,
    leggo il suo commento con vero spasso.
    I suoi messaggi al blog sono quasi sempre caratterizzati da toni ingiuriosi, da battute aggressive o sprezzanti e comunque gravemente irriguardose, oppure da espressioni del tutto incomprensibili per chiunque non sia lei stesso. Un vero e proprio caso di autismo.
    Le pochissime volte nelle quali lei si butta a proporre un’argomentazione ci mostra una povertà argomentativa, culturale, intellettuale e morale veramente rare nel nostro blog: i suoi messaggi sono, come ho già detto, delle vere e proprie débacle intellettuali. Nessun altro riesce mai a scendere così in basso come lei.
    Ed ora lei se ne vien fuori dicendo che “lascia passare” i commenti miei e di Vox. Ma lei non sarebbe comunque in grado di opporre argomentazioni a quel che io e Vox scriviamo, non l’ha mai fatto. Lei non lascia passare proprio nulla mio caro e buon signor Popeye, più semplicemente non è in grado di rispondere.
    Naturalmente una tale evidente verità non può giungere alla sua comprensione, non tanto per ragioni intellettuali, il fatto è semplicissimo, ma per ragioni caratteriali: nella sua megalomanica onnipotenza lei non è strutturalmente in grado di rendersi conto dei suoi limiti. E quindi non riesce a trovare alcun altro mezzo di difesa se non quello di distruggere (metaforicamente) il suo avversario: chi non la pensa come lei è un perdente. Infatti in questo blog, tranne i suoi rarissimi estimatori, siamo o siamo stati tutti considerati perdenti… Un po’ troppo perché la sua opinione possa essere ritenuta attendibile.
    Oltre a tutto lei parla di persone di cui non sa assolutamente nulla e senza avere alcun motivo che giustifichi le sue affermazioni: dare del perdente a Vox è un’affermazione ridicola!
    Ed infine, mio buon signor Popeye, debbo dirle che io non mi aspetto affatto alcuna risposta da lei: si tratterebbe quasi sicuramente di una sciocchezza inframmezzata da considerazioni e battute volgari e del tutto inadeguate.
    Resta per me un mistero il come sia possibile che un personaggio primitivo, volgare, ignorante e rozzo come lei possa essere una specie di genio professionale come lei ha sempre detto di essere. Ma forse un trattato di psichiatria potrebbe svelarci il mistero. Si curi signor Popeye, con fiducia: Comunque non potrà stare peggio di come sta.
    Un cordiale saluto U.

  33. carlino
    carlino says:

    Fabio Mini si definisce un generale in cosiddetta ‘ausiliaria’. Anche il capo di Stato maggiore della Difesa, il generale Vincenzo Camporini, tra due mesi andrà in pensione.

    D. Lei è stato a lungo impegnato nei Balcani, ma anche in Cina, negli Stati Uniti, sia in veste di generale sul campo, sia come portavoce e responsabile della comunicazione dei vertici militari. Ha mai assistito a uno scambio di accuse così aspro e frontale tra il ministro della Difesa e il suo capo di Stato maggiore?
    R. No. Non ho mai nemmeno visto in tv un ministro della Difesa mimare come un attore di un film di ultima categoria, la ricostruzione di un episodio fatale che ha coinvolto l’esercito del suo Paese.

    D. Perché, secondo lei?
    R. Intanto perché uno dei due si è sempre dimesso prima di arrivare a tal punto. Secondo perché non si arriva a questo punto: l’insipienza non è prevista per certi ruoli. La malafede magari sì, ma l’incapacità no.

    D. Senta generale, ma c’è ancora un punto in comune tra il vertice politico e quello militare?
    R. Sì, purtroppo: nessuno dei due dice chiaramente che questa non è una missione di supporto e assistenza all’esercito e alla polizia afghana, altrimenti avremmo mandato sempre più ingegneri e infermieri, invece abbiamo aumentato le forze militari, passando da 9 mila a 140 mila soldati. Questa è una guerra e si va “alla guerra come alla guerra”.

    D. Cioè?
    R. I nostri soldati partecipano a battaglie vere e proprie, le nostre Forze Speciali (sabotatori e incursori), che ubbidiscono direttamente agli ordini della Nato, ogni notte si lanciano dagli elicotteri o marciano per decine di chilometri al buio per infiltrarsi nei territori non ancora controllati. E lo fanno a costo di eliminare tutti gli avversari che incontrano sul loro cammino. In guerra eliminare significa ammazzare.

    D. Stiamo trasgredendo l’articolo 11 della Costituzione?
    R. Far rispettare l’articolo 11 alla lettera (L’Italia ripudia la guerra, ndr) sarebbe ottimo, tuttavia il diritto internazionale, autorizzando l’intervento armato in casi particolari, di fatto permette di aggirare l’articolo 11. Dobbiamo quindi badare alla sostanza, che è quella di far riconoscere a tutti che siamo in guerra, in un teatro di guerra, contro avversari che ci fanno la guerra.

    di Roberta Zunini

    da Il Fatto Quotidiano dell’8 gennaio 2011

  34. carlino
    carlino says:

    Arretrare nei diritti o perdere il lavoro: è questa la modernità?

    di Stefano Fassina*, da l’Unità, 7 gennaio 2011

    L’essenza della cultura riformista è fare un’analisi autonoma ed empiricamente fondata della realtà, tentare i risultati possibili in base ai rapporti di forza dati, valutare gli esiti effettivi dell’azione intrapresa, costruire le condizioni per equilibri più avanzati. Di fronte a “Fabbrica Italia”, riformisti e radicali, sul versante sindacale e politico non sono stati all’altezza della sfida. La divisione tra resistenza ideologica e rassegnazione pragmatica ha acuito le debolezze ed i rischi di irrilevanza degli uni e degli altri, a danno di lavoratori e lavoratrici.

    Il difetto principale è stato di analisi. Il timore di smarrirsi ha portato a rimuovere dalla discussione la drammatica asimmetria nei rapporti di forza tra capitale, a caccia di lavoro low cost nelle sterminate praterie dell’economia globale, e lavoro relegato nella dimensione locale della politica e del sindacato. Abbiamo fatto finta di essere ancora nel ‘900, quando il lavoro negoziava con il capitale dentro i confini dello stato nazionale e lo sciopero era un’arma efficace. Abbiamo definito “accordo” un atto unilaterale dove è evidente la regressione del lavoro, mentre non si fa nessun passo avanti nella partecipazione dei lavoratori e delle lavoratrici alla governance e agli utili dell’impresa, anzi si torna indietro alle rappresentanze nominate dai vertici sindacali. Non abbiamo neanche tentato una valutazione del piano industriale per provare a capire le prospettive dell’adesione alla proposta “prendere o lasciare” di Fiat.

    Non abbiamo neppure ricordato che Fiat non sforna modelli competitivi e di conseguenza perde quote di mercato rispetto a marchi che pagano il lavoro il 30-40% in più che in Italia, hanno orari di lavoro ordinari di gran lunga inferiori e contrattano gli straordinari con i sindacati. Abbiamo anche dovuto apprendere dai soliti avanguardisti del riformismo che la modernità secondo Marchionne è l’unica modernità possibile. Da loro riascoltare il disco rotto dell’ideologia conservatrice: il canto della coincidenza di interessi tra lavoratori e azionisti, mentre nel 2011, anno segnato da mesi e mesi di cassa integrazione per il gruppo di Torino, i capital gains attesi dal dott. Marchionne sulle sue stock options Fiat ammontano ad oltre 100 milioni di euro, ossia più della somma dei salari degli operai e degli stipendi dei quadri delle Carrozzerie Mirafiori in un anno di lavoro a tempo pieno.

    Abbiamo dovuto ricevere lezioni di cambiamento da chi è senza bussola ed identifica, in ossequio ai cascami di una fallita cultura neo-liberista, i problemi di produttività dell’Italia e la sua carenza di investimenti esteri nella regolazione del mercato del lavoro e nell’indisciplina di qualche leader sindacale. Non abbiamo alzato lo sguardo per vedere che Detroit, Pomigliano e Mirafiori e smantellamento del welfare in USA e in Europa per salvare le grandi ricchezze finanziarie di pochi alimentano la stagnazione in corso al di qua e al di là dell’Atlantico, lasciano le classi medie senza prospettive alla deriva populista e condannano l’Occidente alla marginalità. Abbiamo fatto finta di avere scelta.

    Hanno fatto finta i sindacati che hanno firmato e la Fiom che non ha firmato. Ha fatto finta nei partiti di centrosinistra chi ha sostenuto chi ha firmato e chi ha sostenuto chi non ha firmato. Avremmo dovuto riconoscere, come riconosceranno i lavoratori delle Carrozzerie Mirafiori il 13 e 14 Gennaio nel referendum a risposta unica, di non avere, oggi, scelta: non si può rinunciare al lavoro, nonostante l’arretramento delle condizioni del lavoro. Dobbiamo prendere atto della realtà, riconoscere i risultati del voto di Mirafiori, ristabilire le condizioni per la piena agibilità sindacale in Fiat e costruire insieme una controffensiva per riportare il lavoro a fondamento dell’ordine democratico, in Italia ed in Europa.

    *responsabile economia PD

  35. Anita
    Anita says:

    x CC

    Il pezzo di Zucconi e’ pieno di buche, si vede che non e’ mai stato in Arizona.

    La bambina di 9 anni, Christina Green, era stata portata li’ da una vicina perche’ era appena stata nominata Student Council della sua classe ed sarebbe stata una buona esperienza di vedere o conoscere la sua rappresentante a Washington DC.

    Il giudice John Roll era capitato li’ per caso, andava a fare compre e si fermo’ per salutare Gabrielle Giffords.

    Dal confine entrano migliaia di illegali, in Arizona ci sono omicidi, stupri, rapimenti di persona, ogni tipo di crimine immaginabile tra di loro e contro i cittadini dello stato.

    L’infame sceriffo Joe Arpaio, arresta i criminali, fa il suo dovere.

    L’assalitore aveva acquistata la pistola legalmente, sotto investigazione il venditore.

    L’assalitore voleva arruolarsi nelle forze armate, ma non fu accettato, il perche’ e’ sotto investigazione.

    Dal censimento del 2010 risulta:

    Totale : 5’130’632
    Latinos : 1’295’617
    Messicani : 1’065’578
    Piu’ una minoranza di altre razze e nazionalita’.
    Solo bianchi: 3’274’258

    Anita

  36. carlino
    carlino says:

    Altrachiesa
    Chiesa e politica, tutte le menzogne del cardinal Bagnasco

    di Paolo Farinella, prete

    Il cardinale Angelo Bagnasco ha rilasciato una intervista a Repubblica, raccolta da Marco Ansaldo e pubblicata domenica 19-12-2010 a p. 13. Una valutazione globale: povertà di argomenti, triti e ritriti e incapacità del giornalista di porre le domande circostanziate con fatti e dichiarazioni, esattamente contrarie alle dichiarazioni del cardinale. In alcuni momenti si ha la sensazione che il giornalista sia accondiscendente oltre misura perché afferma di riportare «la completezza con cui [il cardinale] risponde, nell’intervista concessa a Repubblica, a tutte le domande. Senza sottrarsi a quelle più scomode». Non ho letto domande scomode, semmai banali. Viene il sospetto che l’intervista non sia stata concessa dal vivo, ma per scritto: il cardinale ha risposto a tavolino alle domande inviate preventivamente dal giornalista.

    Sin dal titolo («La Chiesa non fa politica ma sui valori dei cattolici non si tratta») cadono le braccia e si ha la certezza che i porporato e i suoi pari vivano sulla luna o siano soliti sniffare incenso che gli annebbia la vista e la logica. Se il continuo interventismo cardinalizio e papale non è politica – e dei bassifondi, per giunta – mi chiedo come si possa ragionare con questa gente che nega anche l’evidenza.

    Dice il cardinale con candore inverosimile: «la Chiesa non è un’agenzia politica chiamata a prendere parte alla battaglia dei partiti. Il suo compito è quello di annunciare la salvezza di Cristo e quindi di elevare la coscienza morale e spirituale della società, rendendo Dio presente nello spazio pubblico». In due frasi di 23 parole (senza contare articoli, preposizioni e congiunzioni) si trovano cinque affermazioni anche erronee se non false. L’errore di fondo (vero peccato originale) è l’attribuzione alla sola Gerarchia della valenza teologica di «Chiesa»: è una attribuzione indebita ed errata in termini puramente teologici. Direi che è una usurpazione. Se un teologo del primo anno agli esami facesse una simile affermazione verrebbe bocciato e rimandato a casa perché inadatto al ministero pastorale. Secondo, se la «Chiesa» non è un’agenzia politica, può spiegare sua eminenza cosa ci faceva Berlusconi e Letta a colazione con Ruini, manovrando le elezioni politiche della Regione Lazio?

    Può dire in nome di quale «principio non negoziabile» il Segretario di Stato Bertone decide di andare a cena con Berlusconi Letta, Casini, Geronzi, Draghi di notte e quasi di nascosto a casa di Bruno Vespa, noto maggiordomo a libro paga, per convincere Casini ad entrare nel governo Berlusconi? Può dire sua eminenza, di grazia, se era politico o no, il pranzo innaturale che Berlusconi e Letta (più mezzo governo di complemento, tra cui spiccano, Giustizia, Scuola/Università e Economia) offrono ai nuovi cardinali sfornati freschi e a cui partecipa il Segretario di Stato, ma non il presidente della Cei?

    Lo stesso vale per l’altro compito: «elevare la coscienza morale e spirituale della società».

    Che bello! Con quale morale, se è lecito! Con quella di Berlusconi come individuo e come uomo pubblico? Con quella dell’economia a favore solo dei ricchi? Con la morale dello scudo fiscale che premia i corrotti, le mafie, gli evasori, i puttanieri e i riciclatori di proventi da droga e omicidi e furti ed evasione fiscale? Con quale morale? Con quella «bene comune» – che il cardinale pone in testa alla sua etica – calpestato impunemente da 39 leggi individuali volute dall’uomo che ha scardinato l’unità del Paese e il senso della legalità per mettere al sicuro tutte le sue immoralità etiche ed economiche? Si vede che un muro di incenso impedisce al cardinale di vedere oltre perché ha gli occhiali appannati.

    Se è vero che «l’anima della nostra gente, che nasce dal Vangelo, è stata “terremotata” dal relativismo e dal consumismo», può, per piacere, il signor cardinale chiamare «per nome» il terremoto? Non è forse la politica ammaliatrice e degenere di Berlusconi e del suo governo, composto da ricercati, indagati, corrotti come lui, che ha diffuso il relativismo e il consumismo in cui il berlusconismo ha piombato il nostro Paese? Questi fenomeni li ha portati la cicogna, che non ha usato il preservativo, o sono il frutto dell’uso spregiudicato e puramente commerciale e politico delle tv private e pubbliche che sono di un solo uomo, cioè il signor presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, uomo corrotto e corruttore e bugiardo, «a planta pedis usque da verticem capitis»? E’ sicuro sua eminenza di essere sano di mente mentre parla di morale e nel frattempo elogia la governabilità del governo Berlusconi? Non dovrebbe forse andare a confessarsi per la palese peccaminosità delle sue asserzioni che o sono blasfeme o sono false?

    Il cardinale poi fa l’elenco dei «principi non negoziabili» che sono sempre gli stessi e sempre nello stesso ordine: «la vita, la famiglia, la libertà di educazione e ancor prima quella religiosa».

    La vita. Mi auguro che il cardinale non si riferisca a quella dei immigrati venduti alla Libia perché muoiano ammazzati, letteralmente ammazzati, nel deserto lontani da occhi indiscreti europei. La famiglia, mi auguro che non si riferisca alla doppia di Berlusconi e tanto meno all’abituale commercio di minorenni e prostitute a cui l’uomo è aduso e per giunta orgoglioso: «Gli Italiani mi vogliono così». Poveri, si sacrifica sempre! Libertà di educazione. Si spera che il cardinale non si riferisca alla distruzione dell’educazione scolastica pubblica che ha portato il mondo giovanile e studentesco in piazza contro una ministra imbelle che si trova in parlamento per meriti non certo culturali e per competenza. Sarebbe bello che il cardinale chiedesse alla cattolica ministra: «Signora, mi può dire come mai il presidente ha tanto affetto per lei tanto da farla ministra, pur non avendone né le caratteristiche né la competenza»?

    Riguardo all’accenno dell’8xmille che il cardinale chiede a credenti e non credenti in nome della provvisorietà della Chiesa, è sufficiente che sua eminenza compulsi il ministero dell’economia e si faccia dire qual è il trend degli ultimi anni, scoprirebbe che c’è un calo abissale e una diminuzione costante delle offerte deducibili. La causa prima e «princeps» è il comportamento della gerarchia cattolica che, tramite Berlusconi, ha messo le mani sul parlamento, imponendo le leggi conformi alla sua morale ed esautorando lo Stato italiano dalla sua sovranità. E’ finito il potere temporale come possesso materiale di territorio fisico, si è decuplicato il possesso immateriale dello Stato, estendendo il potere temporale, più raffinato e demagogico, sulle leggi e sulla convivenza civile. L’Italia non è una repubblica autonoma, ma l’orto di servizio dello stato estero, la Città del Vaticano con cui un corrotto presidente del Consiglio ha stipulato un contratto di mutua assistenza, vendendo la dignità di un popolo al prezzo immorale del sostegno al suo potere.

    Se tutto questo non è fare politica, allora vuol dire che è solo complicità consapevole con il male che il cardinale non vede o non vuole vedere.

    (20 dicembre 2010)

    http://temi.repubblica.it/micromega-online/il-cardinale-bagnasco-la-chiesa-non-fa-politica-amen/?com=14944#scrivicommenti

  37. sylvi
    sylvi says:

    Buona serata a tutti.

    La mia visita al Casinò si è risolta con una perdita di 20 euro, grazie a un amico “sincero” che ha continuato a perdere al posto mio.
    Ho naturalmente preso a pretesto la gamba malandata…

    Spigolando velocemente… vorrei replicare al caro/cara… Vox ( ma potremmo adottare “caru- neutro!” più pratico, che non mi piace l’aggettivo, a volte sostantivato, “ipocrita” riferito alla sottoscritta…tutto il resto mi va bene!
    La NOSTRA COSTITUZIONE è stata pensata e scritta con quel tanto di genialità italica che , purtroppo non sempre, distingue un Popolo individualista, disorganizzato, arruffato,sommamente polemico, aggressivo che ad un tratto…ed è miracolo sufficiente per credere in Dio…trova la quasi perfetta intesa.
    Lei tira fuori gli US fonte di tutti i mali del mondo…fosse così semplice…
    Le piacerebbe vivere in un luogo senza soldati???
    Si, anche a me , nell'”isola che non c’è”!!!
    Intanto…dove vivo, conoscendo un poco la natura umana, preferisco che ci siano, ben organizzati,tecnicamente e culturalmente attrezzati e, meglio ancora, in grado di discernere fra comandi cui obbedire con disciplina e visione politica e sociale condivisa.

    Dall’Afghanistan, come da molte altre parti del mondo, si può tornare ” a casa”…certo…se gli afghani se ne stanno quieti a casa loro, e magari anche …tutti gli altri…in tutte le parti del mondo.
    O forse… dovremmo accoglierli tutti…che facciano come a casa loro…o peggio…e tutto perchè siamo stati colonialisti …mille anni A.C.???
    Lei mi è simpaticu…non so perchè…ma ciò non mi esime dal dirle che …altro che io ipocrita… è lei che sogna!

    Sylvi

  38. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Anita,

    vedo che non sai proprio più dove attaccarti, ti attacchi a queste quisquilie ed ignori tutto il resto del pezzo di Zucconi… che era la parte più importante..un’operazione chirurgica mirata…
    Sei alla frutta !!
    Tipica operazione maldestra di offuscamento..fai ridere !!

    cc

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