Rachel Corrie: Netanyahu e Barak non hanno letto bene Shakespeare né Omero. La propaganda boomerang dei falsificatori alla rAdolfo. Intanto il governo di Israele punta a entrare nella Comunità Europea e nella Nato al posto della Turchia: è il sogno delle invasate che vogliono guidare l’Occidente allo “scontro di civiltà”
Non so se Netanyahu abbia mai letto Shakespeare o almeno Omero, ma questa faccenda della nave con gli aiuti umanitari internazionali chiamata Rachel Corrie che prosegue la sua rotta verso Gaza, viene sequestrata in alto mare e dirottata manu militari in un porto israeliano, dovrebbe preoccuparlo. Anziché ergersi a esperto di cosa sia “il vero pacifismo”, farebbe meglio a riflettere. Raquel Corrie è infatti il nome di Rachel Corrie, la volontaria americana uccisa da un manovratore israeliano di bulldozer perché assieme a un altro gruppo di pacifisti si opponeva all’ennesima demolizione di case palestinesi, una delle tecniche israeliane per porta davanti la pulizia etnica. Una ragazza eccezionale, come dimostra anche questo suo discorso a soli 12 anni: http://www.youtube.com/watch?v=UK8Z3i3aTq4&feature=related .
Netanyahu, i suoi ministri e i loro generali ignorano che a volte i morti riemergono, specie dal mare, per ghermire e strascinare con sé i propri assassini. In qualunque modo vada, questa lotta anche contro Corrie dalle sembianze di nave ha qualcosa di emblematico e fatale, che trascende i dati di cronaca. Momenti come questi sono vortici della Storia, gorghi che possono diventare buchi neri dove precipitano fette del mondo o comunque ne viene cambiata la faccia. Vedremo.
Intanto gli ipocriti sottolineano che stavolta Netanyahu ha detto di abbordare la nave con “maniere gentili”, così da applaudirlo dimenticando in fretta la mattanza sull’altra nave. A parte le ironie e le gentilezze calibro 9, il problema però è che abbordare e sequestrare in acque internazionale o in acque altrui, quali sono per legge quelle del mare davanti Gaza, una nave costringendola a seguire dei mezzi militari è di per sé non un atto gentile, ma una violenza e un atto di pirateria.
Intanto alcune cose sono ormai chiare.
Come ho già scritto in uno degli ultimi commenti della puntata precedente, il quotidiano britannico The Guardian ha pubblicato in esclusiva i risultati dell’autopsia dei nove attivisti turchi uccisi 3 dalle forze armate israeliane nel corso del blitz contro la Freedom Flotilla. Le vittime sono state raggiunti da almeno una trentina di colpi d’arma da fuoco 4, pallottole da 9 millimetri, sparate in molti casi da distanza ravvicinata. Cinque delle vittime sono state colpite alla testa, scrive il medico legale turco, incaricato di effettuare le autopsie dal ministero della giustizia di Ankara.
In particolare, Ibrahim Bilgen, 60 anni, è stato colpito da 4 proiettili alla tempia, al petto, ai fianchi e alla schiena. Un diciannovenne, Fulkan Dogan, con cittadinanza americana, è stato raggiunto da cinque colpi sparati da meno di 45 centimetri, alla faccia, alla nuca, due volte alle gambe e una alla schiena. Altri due uomini sono stati uccisi da almeno quatto colpi ciascuno e cinque delle vittime hanno ricevuto proiettili nella schiena, ha riportato Yalcin Buyuk, vicepresidente della commissione di medicina legale.
La faccenda dei bossoli di proiettili non in dotazione alle forze armate israeliane che sarebbero stati trovati a bordo della nave della mattanza è davvero miserabile, una delle trovate miserabili. Intanto non si capisce perché si dovrebbe credere alla versione ufficiale israeliana anziché ai molti che erano a bordo della nave. Poi è evidente che, come ha fatto la polizia italiana alla scuola Diaz di Genova, i bossoli possono essere stati messi sulla nave dagli israeliani. In ogni caso, è curioso come nessun proiettile di questi fantomatici bossoli abbia ferito neppure mezzo soldato israeliano….
Ah, le casse gettate in mare…. A parte che dai satelliti si vede, si fotografa e si registra tutto, ed è quindi strano che non saltino fuori i filmati di questa fantomatiche casse, è ancora più strano che non saltino fuori i filmati delle casse gettate in mare girati dalla marina israeliana che stava andando all’assalto. Ora magari si accorgeranno del “buco” e provvederanno a fabbricare i filmati… Come che sia, qualunque nave mercantile ha diritto ad avere a bordo almeno le pistole di segnalazione e almeno quanto serve al comandante per difendersi da eventuali ammutinamenti e magari quanto serve all’equipaggio per tenere a bada eventuali pirati, visto che ne esistono anona troppi. O no?
Patetica la posizione dei vari Panebianco, che come sempre cercano di deviare l’attenzione dai fatti per spostarla sul colore delle mutande. “Ogni volta che Israele sbaglia si indigna il mondo intero, quando sbagliano gli altri invece l’indignazione è minore o non c’è”. Ammesso e non concesso sia vero: e allora? Forse che il massacro sulla nave degli aiuti non c’è stato? Il probela è che a differenza di tutti gli altri Paesi del mondo Israele è da decenni che “sbaglia”, compiendo sempre gli stessi “errori”. le cui vittime si contano ormai a migliaia? E c’è forse un latro Paese al mondo che si è pulito il sedere con oltre 80 risoluzioni, richieste e ammonimenti dell’ONU? Questo orribile governo israeliani è arrivato ad accusare l’ONU di mancanza di credibilità. Embé, se la credibilità deve essere per forza quella delle versioni ufficiali israeliane…
Altro cavallo di battaglia rodolfino e delle canaglie travestite su vari blog: “Perché non vanno a portare da mangiare ai bambini africani che muoiono davvero di fame anziché ai palestinesi di Gaza?”. Commovente questa gara a chi muore più di fame. Il fatto è che ognuno è libero di portare aiuto a chi meglio crede, a chi sente più simile a se stesso, a chi è vittima non tanto della natura quanto della prepotenza militare altrui. Giro la domanda: perché Israele anziché spendere un sacco di quattrini in armamenti e in muri razzisti non regala almeno parte di quei quattrini ai bambini africani che muoiono di fame? Perché i vari pecoroni, rodolfini e annessi virus anziché spendere soldi, che so, in birre, viaggi e gelati, non li regalano ai bambini africani dietro le cui pance gonfie solo d’aria amano nascondersi?
Poi c’è il solito mantra: finti pacifisti ma in realtà antisemiti perché nelle intenzioni odiano Israele. Premesso che non è obbligatorio né amare Israele né essere filosemiti, così come non è obbligatorio amare l’Iran, la Francia, la Germania o l’Inghilterra ed essere filoariani, resta il fatto che i veri antisemiti sono questi ultra sionisti arabofobi che odiano i palestinesi e gli arabi, che sono semiti tanto quanto e anzi più degli ebrei perché mentre questi si sono occidentalizzati vivendo per secoli in Europa e poi anche nelle Americhe, gli arabi invece sono rimasti in Medio Oriente. Se fossero meno asini certi somari propagandisti di professione saprebbero che “l’impero akkadico di Sargon il Grande è stato il primo impero semita della Storia”. Ripeto: semita. E si parla di oltre 3.000 anni fa! Ma i somari propagandisti un tanto al raglio vogliono assolutamente il monopolio del semitismo né più e né meno come vogliono il monopolio degli stermini perpetrati nei campi di sterminio tedeschi, condizione per poter puntare più facilmente, tappando la bocca ai critici, al monopolio delle terre nella “Terra Promessa” (!) e magari anche nella Grande Israele, peraltro meno grande e molto più dubbia di quanto si usi far credere.
Forse molti dei “pacifinti” detestano gli israeliani, forse ce ne sono anche che non amano gli ebrei, fenomeno purtroppo molto vasto nel mondo cristiano, specie in quello cattolico, ma per quanto ne so io assente o trascurabile nel mondo dei pacifisti. Comunque i vari rAdolfo e annessi e connessi farebbero meglio a non far finta di non sapere cosa dicono spesso e volentieri la loro bibbia e la torah dei “gentili”. E cosa ancora oggi certa parte del rabbinato e i partiti religiosi, non di rado membri delle coalizioni di governo, dicono dei palestinesi e degli arabi, definiti sempre infidi e spesso “serpenti”. Prima di tentare di dare lezioni agli altri ci si dovrebbe informare e smetterla di non essere onesti. O no?
L’ipocrisia untuosa e le disonestà di tutti coloro che si stanno dedicando ai distinguo e al pompieraggio a senso unico è subito evidente se solo si pensa a cosa direbbe tutta questa bella gente se a provocare i nove morti su una nave di pacifisti o anche solo di “pacifinti”, come per esempio i cubani fascisti fuorusciti che allignano in Florida, fosse stata la Cuba di Fidel Castro o la Corea del Nord o l’Iran. Gli stessi cani dobermann in quel caso abbaierebbero come cani rognosi nuragici per azzannare i “dittatori” e magari saremmo ancor più sull’orlo di una nuova tragedia mondiale. Già li sento Obama, Berlusconi, Frattini e compagnia can-tante, dai botoli ai dobermann, stracciarsi le vesti e i capelli, compresi quelli trapiantata del Chiavaliere, per “difendere il mondo libbero” (con due b, e magari anche di più) se solo fosse stato uno di quei tre Paesi a provocare anche solo una terzo della mattanza compiuta dagli israeliani. In acque internazionali e quindi puro atto di pirateria.
Nessuno di noi permetterebbe mai che Israele venga distrutta o anche solo invasa militarmente, ma non siamo certo a favore delle aggressioni israeliane contro gli altri e soprattutto siamo stufi delle dilazioni e prese in giro riguardo lo Stato palestinese, ormai un miraggio tramontato. La guerra, come tale illegale, contro Gaza viene condotta con la scusa del rapimento del caporale Shalit. Ma ai “rapiti” a migliaia nelle galere israeliane, minorenni compresi, sottratti per mesi e mesi ad avvocati e parenti e visite nelle cerceri, non pensa mai nessuno? Embé, mica sono detenuti a Cuba….
Il giornalismo delinquenziale in stile Feltri e i suoi fans squittiscono di gioia perché “fanno bene a sparare agli amici dei terroristi”. Ammesso e non concesso sia giusto, questi idioti untori di professione non si rendono conto che così autorizzano gli “altri” a sparare su di loro, Feltri compreso. Ovvio che (s)ragionando come loro gli “altri” li considerino se non terroristi almeno amici di quelli che per loro sono terroristi. O qualche imbecille pensa che la gestione della definizione di “terrorista” sia un appannaggio di noi privilegiati? A furia di definire terroristi tutti i palestinesi, tutti gli arabi, tutti i musulmani, tutti i pacifisti e tutti i loro amici, questi untori si ritroveranno soli, circondati e trattati come meritano. Speriamo non accada. Così come a furia di definire “antisemita”, ovviamente “nazzista”, con due b sull’impeto del loro sdegno petale, chiunque critichi anche solo un Landrù o un cretino sionista, un caccaviggì o un Beeeelbo, questi antisemiti incalliti finiranno col fare odiare in blocco anche chi non c’entra niente. Speriamo non accada.
La disonestà dei propagandisti e untori di professione è arrivata al punto che il nostro buon Rodolfo, lettore incontinente che arrivò a scrivere un commento per dire che mi avrebbe “sputato in viso” (sic!) se mi avesse incontrato, non si vergogna nel falsificare ciò che ho scritto dandone in altri blog una versione degna non so se della Gestapo o affini più recenti. Questo Rodolfo comincia a somigliare un po’ troppo a un rAdolfo. Quando si arriva a scrivere, per giunta in risposta a una persona civile come Cerutti Gino, parole come queste allora c’è qualcosa di profondamente malato, tossico e pericoloso: “Non i nipoti di hitler quali voi siete , ma nessuno puo´prescrivere Israele come difendere il proprio popolo e il proprio paese, i propri ideali e la propria storia. Il fondamento legislativo Europeo scaturisce dall´Ebraismo. Chi vuole distruggere Israele e l´Ebraismo distrugge se stesso e la moderna civilizzazione in Europa e in America. Questo e´quello che vuole l´Islam che come primo livello si e´prefisso la distruzione degli Ebrei. Siete stupidi e ciechi, con il vostro puerile buonismo”.
Farneticazioni come queste hanno però il pregio di rendere chiaro qual è la posta in gioco realmente, e che le posizioni all Fiamma Nierenstein non sono uno scherzo o frutti di paranoia folcloristica, ma parte di disegni che esistono lucidamente in settori non trascurabili del sionismo.
Tralasciando le miserie piccine degli onanisti e degli eunuchi un tanto al chilo e dei propagandisti che rendono chiara la molto ambiziosa strategia di fondo, e badando invece al sodo, cioè purtroppo alle miserie formato mega, la mattanza sulla pelle dei pacifisti è stata lodata dal capo del governo in persona, visto che Netanyahu ci ha tenuto ad andare a fare i suoi complimenti ai reduci del massacro a sangue freddo proclamando ad alta voce “Bravi! Avete fatto quello che vi era stato chiesto di fare”. Ci vuole la faccia come il culo per complimentarsi con chi ha accoppato almeno nove persone, per giunta nei modi accertati dalle autopsie, ferendone inoltre una quarantina.
Con quale legittimità Israele pretenda di strangolare Gaza con un blocco anche navale è cosa sbalorditiva. La feccia antisemita scatenata che fa da supporto ai governi di Israele “sempre e comunque” non si rende conto che con il loro modo di (s)ragionare la Torchia o l’Iran o il Libano o l’Egitto o magari l’Italia potrebbero parimenti decidere il blocco navale di Israele. Forse che gli Usa non lo hanno praticato contro Cuba e assieme all’Inghilterra anche contro l’Iran di Mossadeq? E a proposito di Iran il giochino è sempre lo stesso. Leggo su Repubblica di oggi l’eroico titolo “L’Iran minaccia la distruzione dello Stato israeliano”. Leggendo però l’articolo si legge che il capo del governo iraniano a solo detto che “SE” – ripeto: SE – Israele sarà attaccato l’Iran reagirà in modo pesante. E che dovrebbe fare invece l’Iran SE attaccato? Lanciare fiori e confetti agli invasori e magari dire grazie? Basterebbe che ci mettesse la metà della violenza che Israele mette nei suoi attacchi al Libano che a Tel Aviv se le vedrebbero brutta. Ovviamente speriamo non accada. E in ogni caso la distruzione dello “Stato israeliano” non è necessariamente né una catastrofe né l’uccisione di milioni di “ebrei”, che sarebbero poi israeliani e quindi non necessariamente ebrei. Abbiamo infatti distrutto, noi europei, lo “Stato jugoslavo”, che infatti non esiste più, ma non abbiamo mandato al creatore nessuno. Salvo intervenire tra gli scannamenti reciproci degli ex jugoslavi. L’unica carneficina di massa che s’è verificata è semmai quella dei 6-7.000 musulmani bosniaci – ripeto: musulmani – che le truppe Nato olandesi, cioè europee e cristiane, hanno lasciato massacrare dai serbi facendo finta di non vedere, girandosi letteralmente dall’altra parte. In un sol colpo, abbiamo massacrato un numero di musulmani pari a tuggli gli ebrei italiani massacrati dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, almeno stando alla cifra indicata nella apposita lapide vicino alla sinagoga nelle ghetto di Roma. Ma se quei 7.000 ebrei trucidati vengono ricordati continuamente per tappare strumentalmente la bocca ai critici di Israele, dei 7.000 musulmani non frega niente a nessuno. (S)Ragionando come i succitati propagandisti un tanto al chilo verrebbe da dirgli: perché non andate, non dico invece, ma almeno anche, a piangere quei 7.000 musulmani fatti fuori pure loro da noi europei, voi compresi?
La stessa feccia antisemita applaude alla mattanza perché “quella è una zona di guerre permanente”. Se fosse vero, chi potrebbe negare all’Iran o al Libano o all’Egitto di difendersi contro Israele. L’altra scusa è che Israele “ha tutto il diritto di difendere la propria sovranità”. Giusto! Ma lo stesso diritto ce l’ha l’Autorità Nazionale Palestinese, ce l’ha il Libano, ce l’ha la Siria, insomma ce l’hanno tutti colori che tale diritto se lo vedono calpestare da anni dai governi israeliani, che al Libano e alla Siria hanno rubato anche non poco territorio così come lo hanno rubato e continuano a rubarlo ai palestinesi. Sono quindi autorizzati quei Paesi a sparare sulle navi di Israele? Sono quindi autorizzati a imporre il blocco navale di Israele non appena ne avranno la forza militare?
In Israele la protesta contro la politica suicida del governo è molto criticata, e aspramente fin dalla nuova invasione del Libano che è stata un’altra mattanza di civili. Gli interventi si sprecano, basta leggere cosa ha scritto Amos Oz su Repubblica nei giorni scorsi. Cose già dette da David Grossman durante la feroce inazione del Libano che ha preceduto la ancor più feroce invasione di Gaza, e parole già dette da una infinità di intellettuali ebrei e di israeliani degni di rispetto. Ma feccia ululante NON vuole sentire ragioni, NON vuole ascoltare neppure chi in Israele dissente. La feccia vuole solo il sangue. Lo “scontro di civiltà”. Cioè la guerra. E’ sempre così. Da sempre. La feccia infatti è sempre feccia. Loro non vogliono sapere e far sapere che contro la nuova mattanza protestano in migliaia anche a Tel Aviv: http://www.jpost.com/Israel/Article.aspx?id=177555
Tutto questo baccano perbenista serve a far dimenticare che Israele ha cacciato perfino prima un inviato ebreo dell’Onu per una inchiesta sulla condizione palestinese e poi anche il commissario dell’Onu, Goldstone, reo di avere stilato un documento con prove inoppugnabili delle porcehrie commesse a Gaza. Di recente altre migliaia di intellettuali ebrei europei hanno firmato un documento di accusa a Israele per la sua politica senza sbocchi, puntata solo sul bastone e le cannonate. E un gruppo di Paesi ha cominciato a dire che bisogna denuclearizzare l’intero Medio Oriente, comprese le bombe atomiche di Israele che è l’uno Paese che in realtà le possiede. Israele è sempre più in difficoltà, cosa che ci dispiace molto, ma a causa delle sue azioni e della sua politica, NON a causa di prevenzioni, sntisemitismo e simili leggende metrolitane gonfiando a pericolo e realtà universale quella che è una abominevole realtà di pochi. E’ evidente che i propagandisti un tanto al chilo vogliano far dimenticare le difficoltà crescenti di Israele perfino tra quelli che si vorrebbe fossero i suoi “naturali” supporter e fans inossidabili. Ma mica tutti hanno la memoria corta o si limitano a beeeeeelare.
Ma cosa vuole il governo israeliano? Il calcolo di quello attuale è a mio avviso chiaro: provocare un scontro politico contro la Turchia in modo da prenderne il posto nella Nato e nella Comunità Europea. Non è un piano peregrino. La Nato è stata creata per “difendere” l’Occidente dall’Oriente comunista, cioè per piegare quella Russia che né Napoleone né Hitler erano riusciti a piegare. Ora il “pericolo comunista” e l’Unione sovietica non esistono più, esistono invece i Paesi petroliferi del Medio Oriente e a sud dell’Europa il cui petrolio ci serve a tutti i costi. Ed esiste il Sud del mondo piuttosto malmesso e incazzato con noi, Stati Uniti compresi, per averli rapinati per secoli. Ecco che la Nato potrebbe essere riciclata ruotandola di 90 gradi in senso orario: da strumento contro l’Est a strumento contro il Sud. Ed è quello che sta succedendo con il rodaggio afgano. In quell’Afganistan dove, si badi bene, si manda a crepare la gente in divisa, alla quale si fa ammazzare la gente non in divisa, dopo avere urlato per cinque anni di fila che “con i talebani non si tratta!” e avere dato del terrorista o amici dei terroristi a chiunque osasse fare critiche, con il risultato non solo di elezioni almeno un po’ truccate, ma anche di trattative del governo locale con gli odiati talebani. Lo stesso copione usato contro i palestinesi, prima quelli di Arafat, poi quelli dell’Autorità Nazionale Palestinese e ora con quelli di Hamas: “Tutti terroristi!”. Terroristi gli abitanti di Gaza che li hanno votato e terroristi i bambini figli anche di chi non è andato a votare. Terrorista anche chi è amico dei palestinesi e si azzarda a volle portare aiuti a Gaza strangolata. Terrorista perfino D’Alema che ha indossato per qualche secondo il copricapo palestinese, la kefiah, in una visita in Libano come ministro degli Esteri nel corso della quale non poteva certo prendere a sberle gli anfitrioni. Ormai le lobby al soldo di Israele e della parte più fanatica del rabbinato, alla quale per fortuna si contrappone una larga parte sana, hanno perso la bussola. E finiranno col diventare dei boomerang. Il troppo stroppia. Anche quando si tratta di feccia.
Dicevo che Israele mira a entrare nella Nato e in Europa al posto della Turchia. A leggere quanto scrivono personaggi come Fiamma Nierenstein non si tratta di un ingresso in chiave “auto difensiva”, ma in chiave di guida del mondo occidentale contro il mondo islamico. Morta una Fallaci, eccone altre a mano armata. Finita l’era delle crociate e del colonialismo, ecco l’era del colonialismo “santo”, cioè dei coloni israeliani peraltro fuori legge secondo le stesse leggi israeliane oltre che secondo le leggi internazionale, e delle nuove crociate sognate dalle nuove Fallaci. Per quanto riguarda Fiamma Nierenstein, nel corso delle ultime elezioni governative israeliane m’è capitato di sentire una sua intervista a Radio Radicale nel corso della quale elogiava Netanyahu (o forse Ehud Barak) dicendo che “nelle escursioni molto impegnative che facevano da ragazzi ai tempi della scuola aiutava mia cugina a portare lo zaino”, cosa che non vedo cosa possa interessare a qualcuno e che comunque non è detto sia garanzia di caratteristiche lodabili, e che “era un vero ragazzo da kibbutz, cresciuto con la zappa in una mano e il fucile nell’altra”. Domanda: se critichiamo il motto di Mussolini e dei fascisti “Libro e moschetto!” perché dobbiamo invece apprezzare e applaudire il motto non so se israeliano, ma certo sionista o quanto meno nierensteiniano “Zappa e moschetto!”? Mistero.
Riguardo la Nierenstein si legga come viene definita da un ebreo italiano in questa sua lettera alla rivista Karmenu della comunità ebraica torinese:
http://www.hakeillah.com/2_10_lettere.htm#Lettera_a_Karnenu_ . L’espressione usata è “propagatrice di odio verso qualsiasi opinione appena un po’ di sinistra”. E si legga il lettore cosa dicono ebrei torinesi nella loro rivista a proposito della cortigianeria nei confronti di Berlusconi da parte di chi di loro lo applaude solo perché piazza bene i personaggi al suo seguito, come ha piazzato la Nierestein al senato italiano: http://www.hakeillah.com/2_10_26.htm . Gli attuali laudatori ebrei di Berlusconi sono paragonati addirittura a quelli che a suo tempo hanno laudato incautamente Mussolini. “Antisemiti incalliti” anche questi ebrei italiani che tengono alti i valori dell’ebraismo anziché venderli al miglior offerente?
Tornando alle mire del governo israeliano sulla Nato, si tratta di mire ricambiate. Mi si dice che l’aeronautica italiana usa fare in Sardegna manovre congiunte con l’aeronautica israeliana, e non solo per la gioia dei belgi. Per parte sua il cancelliere tedesco Angela Merkel, vale a dire il capo del governo del Paese decisivo per l’Europa di ieri, di oggi e di domani, in una sue intervista di pochi mesi or sono nell’elencare le priorità del suo governo ne ha elencate solo tre, una delle quali era “la sicurezza di Israele”. La sicurezza di Israele sta a cuore a tutti noi, come del resto la sicurezza altri, palestinesi compresi. Ma se se ne preoccupano così tanto i tedeschi non mancheranno coloro che avranno legittimamente un dubbio: che possa disgraziatamente trattarsi di una nuova versione del Mein Kampf ? Italianamente si potrebbe dire “Cambiare tutto perché non cambi niente”.
POST SCRIPTUM – Una mia amica che ha scelto di andare a vivere vicino Haifa mi ha chiesto di pubblicare questo suo messaggio, cosa che per amicizia e cortesia faccio volentieri pur senza condividerne il contenuto se non per la parte dedicata al…. formaggio Belpaese:
” L’attacco non e’ fra soldati israeliani e paciFinti, ma e’ una guerra mediatica, dove le prove di Israele vengono occultate da facebook ed altri; non si aspetta l’inchiesta, si giudica e si condanna e va da se’ che e’ sempre Israele il nemico di tutti. Mi hanno rotto le palle. Chi ha pagato per riportare tutti nei luoghi da dove venivano? Tu? Io? l”italia che non ha uno per dire due? Pura provocazione! Pensavano di andare a fare una scampagnata e che Israele non volesse controllare gli Aiuti Umanitari. Guardati i video dei materiali umanitari che erano su una sola nava. Poi Israele ha giocato a Rambo…Stronzi, non ci si cala su un ponte di una nave “pacifinta” che ti aspetta con armi bianche e quelle vere. I poveracci sono i Palestinesi che di cemento non ne hanno proprio bisogno, Hamas ci costruirebbe solo bunker. Ma la gente se lo vuole mettere in testa che Israele ha diritto a difendersi, che e’ uno Stato sovrano e che e’ l’unico paese democratico nel Medio-Oriente. Vallo a fare all’Egitto sta cazzo di spedizione umanitaria… taglia la mano destra. A Gilad Shalit chi ci pensa? Israele esiste, Pino, e bisogna accettarlo, come esistono i Palestinesi che sotto Hamas stanno peggio, se pur esiste un peggio al pessimo. Elezioni libere, ma se ti dico che anche in Israele gli ultraortodossi “manipolano” . Io sono per la Giustizia e uno non mi viene in casa a provocarmi e non porgo l’altra guancia perche’ ci hanno fatto un viso gonfio come una zampogna. Abbasso chi occupa i territori in mano araba, abbasso tutti gli estremisti, sia ebrei che islamici. Mandiamoli su un isola come in quel film di cui non ricordo il titolo; facciamoli ammazzare fra loro. Non esistono cattivi e buoni…qui esiste la malafede e l’Italia che ,di problemini non ne ha pochi, invece di risolverli viene a “risollevare” le sorti dei Palestinesi. Chiedi, chiedi ad un ragazzo italiano con la kefia, perche’ manifesta e dove si trova Aman, o che tipo di governo c’e’ in Egitto e se mai ha visto un uomo bomba che si fa saltare in aria perche’ lo aspettano 70 vergini nell’al di la’…aivoglia a scopa’. E per le donne kamikaze…? Perche’ non promettono loro 70 bei maschioni? Come vedi la donna musulmana non conta manco da dopo morta. E svegliatevi altrimenti in parlamento vi troverete un branco di estremisti che’ tanto sono Italiani. Evviva chi viene da Voi in buona fede, allontanate chi dell’Italia vorrebbe farne una conquista. Sono incazzata perche’ sono italiana e il Bel Paese e’ rimasto solo un formaggio.
http://www.youtube.com/watch?v=FOGG_osOoVg&feature=player_embedded
Find more videos at http://www.aish.com/ “.
Primo … ma non conta perché non ho letto l’argomento
Antonio
Non volevo lasciare Antonio da solo.
Mi sono persa a leggere tutta la storia di Raquel Corrie.
Mi rivcordabo bene dell’accaduto, ma non sapevo tutti i particolari.
Ho anche appreso che l’uomo che guidava il bulldozer era un emigrante russo.
Ho letto quasi tutto l’articolo di Pino.
Ma ho incominciato dal fondo…e non potevo credere ai miei occhi…poi mi sono accorta che e’ una lettera di una sua amica che vive vicino a Haifa, Israele.
E’ sempre bene leggere i diversi punti di vista.
Non e’ tutto bianco o nero, ci sono molte aree grigie.
Anita
Oil spill…
La marea nera sara’ un lungo problema…L’Ammiraglio Thad Allen ha detto che ‘forse’ se ne parlera’ in agosto quando trivelleranno due pozzi di sollievo…intanto paline e palle di petrolio stanno arrivando sulla sabbia bianca come lo zucchero all’ovest della Florida.
Volontari stanno frugando fra la sabbia a mano, anche i bambini.
Il Predisente dovra’ dimostrarsi piu’ attivo…tre’ visite di furia non lo ingraziano col pubblico.
Stranamente ad ogni sua visita all’improvviso appaiono un paio di centinai di lavoratori…come comparse.
E’ stato sui giornali, comparse a 12 dollari l’ora.
Questo lo devo proprio dire; se fosse stato G.W.Bush i giornali globali l’avrebbero gia’ impiccato.
Anita
Un video dalla Florida sulla marea nera.
Io li guardo sempre in “full screen”….
http://video.foxnews.com/v/4228306/oil-spill-reaches-florida-?playlist_id=87937
Anita
Sorry, il video e’ da Venice, Louisiana, ma anche sulla Florida.
C’e’ anche una continuazione sull’accaduto sulla nave Marama. A.
DA PARTE DI AZ
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Seguendo le indicazioni ed i link apparsi sul blog avevo scritto all’ambasciata di Israele.
mi è arrivata una mail di risposta piuttosto arrafazzonata, presumibilmente una specie di circolare inviata a tutti quelli che hanno protestato,
Volevo inserirla nel blog con una breve introduzione ma non passa.
la lascio con i font originali sul blog verranno unificati.
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Senza vergogna. Il video con la versione “blasfema” di “We Are the World” trasformata in “We Con the World”
Forse è stata inviata per errore alla stampa ma è stata realizzata è corrisponde alla linea difensiva di Israele.
avevo scritto all’ambasciata d’Israele a Roma:
L’attacco alle navi dei pacifisti è un vergognoso atto di pirateria.
Quando uno stato fa azioni terroristiche autorizza tutte le altre forme di terrorismo.
Ogni volta che israele in nome della sicurezza si compie stragi, i suoi cittadini saranno molto meno sicuri.
Riporto la e mail con cui l’ambasciata israeliana ha risposto.
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– Fornitura di cibo e medicinali?
Ripetutamente e fino all’ultimo momento, Israele ha offerto alle navi di attraccare nel porto di Ashdod e di trasferire gli aiuti a Gaza dai valichi già esistenti (GUARDA E ASCOLTA VIDEO) (valichi da cui transitano quotidianamente numerosi camion di aiuti internazionali). L’offerta è stata rifiutata e gli organizzatori hanno dichiarato che “la missione non è destinata a consegnare aiuti umanitari, ma a rompere l’assedio di Israele” (Greta Berlin, AFP, 27 maggio 2010) – “This mission is not about delivering humanitarian supplies, it’s about breaking Israel’s siege on 1.5 million Palestinians”.
– Civili inermi e pacifisti?
video: http://www.youtube.com/watch?v=gYjkLUcbJWo&feature=player_embedded
video 2 (soldato accoltellato): http://maillist.tehila.gov.il/t/59865/4941/9059/0/
– Atto di pirateria e di terrorismo?:
Blocco marittimo in conflitti armati
Aspetti legali
(dal sito dell’Ambasciata)
1. Al largo della costa di Gaza è in atto un blocco marittimo. Tale blocco è stato imposto poiché Israele si trova attualmente in UNO STATO DI CONFLITTO ARMATO con il regime di Hamas che controlla la Striscia di Gaza, regime che ha ripetutamente bombardato obiettivi civili in Israele, con armi contrabbandate e introdotte illegalmente a Gaza anche via mare.
2. I blocchi marittimi sono misure legittime e riconosciute dal diritto internazionale, e possono essere implementate come parte di un conflitto armato in mare.
3. Un blocco può essere imposto in mare, anche in acque internazionali, a patto che esso non impedisca l’accesso AI PORTI E ALLE COSTE DEGLI STATI NEUTRALI.
4. I manuali militari di vari paesi occidentali, compresi gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, riconoscono il blocco navale marittimo come misura efficace e espongono i vari criteri che rendono valido un blocco, compreso l’obbligo di dare la dovuta notifica dell’esistenza del blocco.
5. Alla luce di quanto detto, va osservato che Israele ha reso nota pubblicamente l’esistenza del blocco e ha fornito le coordinate precise dello stesso blocco mediante i canali marittimi professionali internazionalmente riconosciuti. Israele ha anche inviato appropriata notifica del caso ai governi interessati e agli organizzatori della flottiglia di protesta per Gaza. Inoltre, anche in tempo reale, fino all’ultimo momento, le navi che partecipavano alla flottiglia di protesta sono state avvertite ripetutamente che era in vigore un blocco marittimo.
6. Qui è bene ribadire che in base al Diritto Consuetudinario, la conoscenza del blocco può essere presunta una volta che il blocco è stato dichiarato e una volta reso noto mediante le appropriate notifiche.
7. In base al diritto internazionale marittimo, quando è in vigore un blocco marittimo, nessuna imbarcazione può entrare nella zona interessata dal blocco. Ciò vale per imbarcazioni sia civili sia nemiche.
8. Uno Stato può intervenire per far rispettare il blocco. Ogni imbarcazione che violi o tenti di violare il blocco marittimo può essere catturata o persino attaccata secondo il Diritto internazionale. Il Manuale dei Comandanti Statunitensi sulla legge per le Operazioni Navali stabilisce che il tentativo di violare il blocco da parte di una nave è considerato tale dal momento in cui tale imbarcazione lascia il suo porto con l’intento di eludere il blocco.
9. Qui è opportuno ribadire che i manifestanti, per mezzo di numerose dichiarazioni scritte e verbali, hanno esplicitamente manifestato la loro chiara intenzione di violare il blocco. Inoltre, la loro rotta confermava la loro chiara intenzione di violare il blocco in violazione del Diritto internazionale.
10. Data l’esplicita intenzione di violare il blocco navale da parte dei manifestanti, Israele ha esercitato il suo diritto, in base alle leggi internazionali, di far rispettare il blocco. Va osservato che, prima di intraprendere misure concrete per far rispettare il blocco, sono stati trasmessi vari avvertimenti espliciti direttamente ai capitani delle navi, per esprimere l’intenzione di Israele di esercitare il suo diritto a far rispettare il blocco.
11. Israele aveva tentato di prendere il controllo delle navi che partecipavano alla flottiglia con mezzi pacifici e in modo ordinato, sempre al fine di far rispettare il blocco. Dato l’elevato numero di navi che partecipavano alla flottiglia, si è stati costretti ad adottare misure di sicurezza per far rispettare il blocco a una certa distanza dall’area del blocco.
12. Quando gli israeliani hanno tentato di far rispettare il blocco sono stati aggrediti con violenza dai manifestanti e hanno agito per legittima difesa per respingere gli attacchi.
risposta per Marco,…altro blog…
La stella di Davide si sta appannando perchè l’opposizione interna si rafforza,..le cazzate che sta combinando spono troppe…
Il popolo israeliano è stufo di fare sacrifici per mattanze inutili,
tipo piombo fuso,..finti pacifisti-pirati,…e anche gli Usa incominciano a distinguere,…la crisi finanziaria morde anche loro.
Certo,ci vorrà tempo,…ma sono 60 anni che i palestinesi aspettano di avere una patria.
Se è sacra la sicurezza di Israele è anche sacra la sopravvivenza di di un popolo come quello palestinese,…o mi sbaglio?
Un saluto,Ber
Se è sacra la sicurezza di Israele è anche sacra la sopravvivenza di di un popolo come quello palestinese,…o mi sbaglio? (Ber)
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Su questo non ci piove.
C’è però da entrambe le parti gente che in quasta situazione di perenne belligeranza ci sguazza. Siamo in medioriente, non dimentichiamolo.
So da diverse fonti che la gente normale non ne può più di vivere a questa maniera. Ma anche noi non ne possiamo più di questa gente che ci governa. Dobbiamo però sottostare alle decisioni di quella maggioranza che si può classificare come si vuole, che mette la crocetta per eleggere lorsignori. In medioriente non stanno meglio di noi, in questo senso.
Aggiungo che ci sono altri popoli, e tu lo sai meglio di me avendone avuto esperienza diretta, che stanno come o peggio dei palestinesi, ma di quelli non si parla mai. Purtroppo la situazione in Palestina non si risolverà con la creazione di uno stato palestinese. Ci sono nazioni confinanti che non vedono di buon occhio la pacificazione dell’area e gli incidenti, se non li creano i palestinesi o gli israeliani estremisti, ci sarà chi li creerà per loro. Al momento, quello palestinese è un problema senza soluzione.
http://www.repubblica.it/esteri/2010/06/06/foto/blitz_gaza_giornale_turco_pubblica_foto_soldati_feriti-4613350/1/
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No Comment!
x Antonio AZ
Caro Antonio,
la canzone “We Con the world” non e’ scappata per errore, e’ una produzione comica, come noi abbiano “Saturday Night Live”.
Ogni sabato su un canale nazionale, ne dicono e ne fanno di tutti i colori, in particolare spoofs politici attuali.
Dato che ci sono state vittime, e’ di poco buon gusto, o almeno troppo vicina all’accaduto…..
Buona domenica,
Anita
x Pino
In inglese il nome e’ Rachel Corrie.
Infatti quando ho ricercato Raquel ho trovato solo websites in spagnolo ed il suo.
Mi domandavo come mai non potevo trovare niente sulla donna attivista in Gaza, usando il nome Raquel.
Saluti,
Anita
La Corrie è stata triturata da un bagger israeliano durante una Intifada palestinese. Si era messa davanti per non far passare quel mezzo che doveva demolire case di palestinesi.
Senza se e senza ma l’hanno messa sotto facendola a pezzi.
Da qui il nome alla nave, alla sua memoria e per non dimenticare come vorrebbero gli ipocriti di ieri, di oggi e di domani.
C.G.
Caro Pino,
ho letto adesso il tuo articolo e ho visto che mi hai preceduto
su chi era la Corrie e il suo coraggio pagato con la vita.
Su quanto ti riferisci al sottoscritto, devo dirti che i giudizi sballati verso la mia persona di certa feccia non mi fanno nè caldo nè freddo. So esattamente da quale fogna provengono (peccato che il gestore di quel blog, spesso interessante, li ospiti senza battere ciglio) come so che non ci sono tombini che tengano.
I sorci, come è noto, sono animali molto resistenti.
Noi, quelli come me, io come loro, gente lontana mille anni luce dalle loro infamie e calunnie, ancora di più. Resisteremo un giorno di più nonostante questi roditori.
Mi si perdoni un certo phatos, ma questo è poco ma sicuro.
Buona giornata.
C.G.
C.G. 12
“(Rachel Corrie)Si era messa davanti per non far passare quel mezzo che doveva demolire case di palestinesi.
Senza se e senza ma l’hanno messa sotto facendola a pezzi.”
Come dire un altro esempio di “gentilezza gentile” per la “legittima difesa sionista” che tanta scuola ha fatto.
L.
Caro Gino. Ci sono esseri che su questo o su altri blog dimostrano nei nostri confronti, come di altri, un’acredine, un livore, un odio, che si spiega solo ricorrendo a qualche categoria di patologia psichiatrica.
Da un po’ di tempo io evito il più possibile ogni di rapporto diretto con certi individui, (forse è meglio definirli “esseri” dato che individui ha una qualche connotazione umana). Non definisco neppure più “P” = “Pantegana” che sono animali repellenti ma non guerrafondai. Si può dialogare con chi esprime idee diverse ed anche contrarie dalle nostre a patto che si tratti di “IDEE” non di falsità, vaneggiamenti, vomito celebrale, con loro non c’è niente da scambiare, al massimo, ogni tanto, ma anche quelli con parsimonia, un “vaffaaa….” , meglio però l’indifferenza.
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
x Anita
Grazie per la segnalazione. Ho già provveduto alla correzione.
pino
Non definisco neppure più “P” = “Pantegana” che sono animali repellenti ma non guerrafondai. Si può dialogare con chi esprime idee diverse ed anche contrarie dalle nostre a patto che si tratti di “IDEE” non di falsità ….
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Bravo Antonio, allora ti hai costruito un attrezzo che indica la falsità o la veracità dei post. Quanti tubi richiede questo attrezzo? Se puoi, mi puoi mandare il progetto?
Voglio essere intelligente come te!
Il guerrafondaio P.
PS – Hai ragione! La Pantegana e’ un animale intelligente.
Funzionerebbe? Non credo…
L’Unione europea potrebbe ridurre gli aiuti finanziari all’Autorità palestinese?
http://it.danielpipes.org/blog/2010/05/unione-europea-aiuti-finanziari-autorita-palestinese
Anita
Caro Nicotri,
non penso che l’editoriale di Panebianco sia patetico. Questo è il mio avviso, chiaramente.
Credo che l’editorialista del CdS abbia voluto mettere in evidenza un certo differente modo di comportarsi, da parte di alcuni, verso determinati paesi. E penso che, in fondo, abbia ragione.
Israele sbaglia (e Panebianco non ha detto che Israele non abbia sbagliato) come sbagliano anche altri paesi. Sbaglia di più? Possibile. Per alcuni, anzi, è certo. Ma mettendo anche insieme tutto questo, gli sbagli che si commettono da altre parti non sono da meno. Perché la “scala” di questi errori è brutta da farsi, l’ho sempre trovata odiosa.
La sensibilità non dovrebbe avere bandiere e colori, ma tenere presente delle sofferenze di tutti. Si parla di palestinesi: dico, è giusto. Molto meno dei sudanesi del Darfur o, per rimanere in Turchia, di curdi ed armeni. Idem: sento poche, pochissime voci elevarsi per discutere della situazione della popolazione della Corea del Nord in mano ad un regime fanatico.
La mia modesta opinione è che Panebianco abbia voluto rimarcare un aspetto che, in base all’argomento toccato, ho trovato ponderato.
Altra cosa, che non c’entra con il tema generale. Mi sembra che la discussione, rimbalzando anche da vari blog, abbia preso da tempo una piega “personalistica”. Qui, in generale ci si offende senza tregua. Ognuno è rigido sulle proprie opinioni, tutti hanno la loro verità in tasca, ma un dibattito dovrebbe essere basato sul dialogo e il rispetto del pensiero altrui, da ogni parte. Se, in maniera pregiudiziale, si scredita in partenza il discorso altrui, è finita: si strilla solo più forte per avere ragione…
Ripeto anche qui: personale opinione.
Un saluto a tutti
Bravo Marco! Sono con te 100%. Se i rappresentanti dei palestinesi volevano una pace potevano fare come ha fatto l’Egitto. No, questi non vogliono la pace. Credono che possono eventualmente sconfiggere Israele. … Israele aveva lasciato Gaza. Una grande opportunità di iniziare una base per un stato palestinese. Il signor P. { 05.06.10 alle 19:04 }
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Non sarebbe neanche male se il pregevole signor P., con il sentito appoggio del pregevole Marco, ci spiegassero quali proposte ha mai fatto Israele per avere la pace. E cosa ambedue riterrebbero accettabile per i palestinesi. Tempo fa Marco diceva “qualunque proposta”. Anche quello che stiamo vedendo ora è una proposta. Ed anche Auschwitz, a ben pensarci, era una proposta. Va bene? Proponete di meglio? Sono tutt’orecchi. Uroburo
Buona serata a tutti e buon pomeriggio oltreoceano!
Domani, tempo permettendo, scorrerò il blog.
A Vienna, cr 1.700.ooo ab…. e un sicuro milione di giapponesi che erano in cielo in terra e in ogni luogo…tre giorni di tempo pessimo e tre di sole.
Abbiamo solo guardato Televideo e la CNN…visto le foto, io!
Una protesta vibrata, ma contenuta, di turchi e palestinesi in una piazza adiacente all’Hofburg e sorvegliata da tranquilli poliziotti; e tutti gli edifici israeliani, soprattutto nei pressi di S. Stefano, guardati da coppie di poliziotti che, poco ci mancava,…si fumavano una sigaretta!!!
Da quel po’ che capisco…i giornali titolavano indignati!
Ma vorrei raccontarvi qualche flash:
2 giugno Festa della Repubblica Italiana.
Al piano bar dell’albergo suona uno slovacco bravo…è un buon albergo.
Siamo rimasti quattro gatti italiani e due tedeschi…perchè i giapponesi, gli anglo-americani e i polacchi sono partiti per i tours che vanno verso Salisburgo e la Svizzera…
Il pianista mi chiede quale brano desidero sentire; Strauss, rispondo ovviamente.
Suona Il bel Danubio blu!
Poi… dice…-dedicato agli italiani-…e parte cantando con un appassionato…
-Questa mattina, mi son svegliato…oh bella ciao, oh bella ciao, ciaooo, ciaooo…
Ci siamo commossi…e stiamo ancora rinchiudendo a forza la bocca spalancata per la sorpresa!!!!
Bella Ciao e il 2 Giugno!
All’estero sanno fare i matrimoni , da noi NO!!!
Del giorno del Corpus Domini racconterò poi!!!
saluti Sylvi
x Pietro A.
Ma davvero lei pensa che potremmo trattare assieme tutti i casi di ingiustizia del mondo? Di solito ci si mobilita per chi è più vicino o contro le situazioni che possono far finire nel burrone anche noi. Lei quando fa l’elemosina la fa al povero che incotra per strada o solo ai poveri di tutto il mondo assieme altrimenti niente a nessuno?
Le giro il discorso di Panebianco: perché i vari Panebianco NON dedicano al Darfur ecc. lo stesso spazio e la stessa continuità che dedicano a “comprendere” le ragioni di Israele o a criticare Cuba o la Cina per il Tibet? Oltretutto spesso falsificando i dati o prendendo per buoni quelli scodellati dai diretti interessati, che ovviamente rifilano verità taroccate.
Il Darfur lo scopriamo oggi, perché c’è la Cina che pur di assicurarsene il petrolio commette o appoggia varie porcherie. Ma quardi che le tragedia della Nigeria e del Darfur sono iniziate quando a suo tempo la Francia ha appoggiato la secessione di una parte di quell’enorme Stato per interessi petroliferi, dando così fuoco a una guerra civile devastante, che non è ancora spenta. Dov’erano allora i Panebianco?
In ogni caso, NON esiste al mondo un altro Paese che come Israele si sia messo sotto le scarpe una ottantina di risoluzioni Onu. Permette che l’indignazione aumenti man mano che aumentano le risoluzioni buttate nel cesso? Oltretutto si tratta di risoluzioni, noti bene, che non si occupano di giardinaggio, ma di soprusi, espulsioni, confische di terre, demolizioni di case, aranceti e uliveti a migliaia, invasioni militari, stragi di civili, rappresaglie di massa e “omicidi mirati”, detenzioni illegali di migliaia di palestinesi, ecc. Permette che l’indignazione man mano aumenti? Io 20 anni fa tifavo per Israele. Oggi non più. O meglio: NON per la politica dei suoi governi, ma per quella grossa minoranza di gente per bene che non ne può più di guerre e mattanze. I Panebianco dovrebbero viaggiare, leggere, studiare, documentarsi e discutere di più con i diretti interessati. Invece si pongono verso Israele – o gli Usa – come i giornalisti di Mediaset o de Il Giornale si pongono verso Berlusconi. Guarda caso, anche loro si lamentano che “i magistrati ce l’hanno con Berlusconi” così come i Panebianco si lamentano che “le opinioni pubbliche ce l’hanno con Israele”. Altro paragone, quello dei giornalisti de L’Osservatore Romano e dell’Avvenire verso la Chiesa: si lamentano che faccia scandalo solo la pedofilia della Chiesa e che non si vada a indagare quella degli “altri”, cioè degli islamici soprattutto.
Si legga il libro “La verità della propaganda”, su come il Corsera falsificava la realtà della nostra guerra coloniale in Abissinia.
Un saluto.
pino nicotri
Caro Uro, ammettiamo che per un miracolo, domani mattina palestinesi ed israeliani decidessero di tornare ai confini del ’67 e finalmente nascesse lo Stato Palestinese.
Quanto durerebbe la pace secondo te?
Da Natale a S. Stefano, dico io.
Estremisti israeliani, estremisti palestinesi, contrabbandieri e grassatori varii, ricreerebbero le condizioni ognuno per soddisfare le proprie sporche esigenze.
Volete morire per questa gente? Accomodatevi.
x Uroburo
Nel blog precedente ho menzionato il Nord e il Sud Korea, i 41/9 morti sulla nave silurata…..non ne ha parlato nessuno.
Invece se la sono presa con me perche’ e’ un’altra parte del mondo e che gli americani dovrebbero stare a casa loro.
(riassunto)
A mio sapere tutte le nazioni fanno addestramenti marittimi, a parte il fatto che abbiamo molte installazioni nel Sud Korea.
Io, personalmente, mi attengo agli affari e situazioni correnti, non posso cambiare quel che e’ o quel che e’ stato.
Buona notte,
Anita
Non so cosa abbia scritto Panebianco, ma leggendo il post di Pietro A. mi sembra che Panebianco ricalchi le mie posizioni. Devo ricordare che è una posizione ( quella di pensare anche alle altre porcherie del mondo) che avevo già la prima volta che mi sono affacciato al blog, credo 3 anni fa.
C’è molta disonestà nella faccenda palestinese. Noi ne vediamo gli effetti, ma le cause sono interne ad entrambi i sistemi. Entrambi i popoli sono contemporaneamente vittime e carnefici. Troppi soldi sporchi che girano, troppo fanatismo, troppo interesse da parte degli Stati confinanti affinchè l’aera non si pacifichi e non si coaguli, mettono in evidenza che, tutte le volte che ci si avvicinerà alla pace, ci sarà qualche grosso ‘incidente’ che lo impedirà. Qualora i due belligeranti fossero ‘costretti’ alla pace, sarebbe una pace solo virtuale, perchè ci sarà subito un 11 settembre locale affinchè le armi ritornino ad essere protagoniste. Tutto ampiamente già visto, per chi vuol vedere.
Ma davvero lei pensa che potremmo trattare assieme tutti i casi di ingiustizia del mondo? Di solito ci si mobilita per chi è più vicino o contro le situazioni che possono far finire nel burrone anche noi. Lei quando fa l’elemosina la fa al povero che incotra per strada o solo ai poveri di tutto il mondo assieme altrimenti niente a nessuno? (Pino)
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Focalizzare l’attenzione sistematicamente su un’unica angheria, porta a distrarre da tutte le altre. La gente non deve sapere in quale pietosa condizione sia tenuto il continente più ricco della Terra. Non deve sapere da chi viene sfruttato e a quale prezzo.
Allora si crea lo specchietto delle allodole, si focalizza l’attenzione solo su un bersaglio e intanto tutto il resto delle porcate passa inosservato.
Caro Pino.
È una vecchia storia, il “CEBENALTRISMO” è sempre stato lo sport più praticato da quelli che ogni volta che c’è da fare qualcosa riescono sempre a scovare qualcos’altro che andrebbe fatto prima. Ovviamente i suddetti si guardano bene dal fare qualcosa o anche semplicemente ad indicare anche vagamente cosa altro andrebbe fatto. Essi sono ben consapevoli di quanti siano al mondo i loro colleghi “cebenaltristi” che, pur di non impegnarsi a far qualcosa, sanno abilissimi a trovare mille cose diverse da (non)fare urgentemente e ad urlare c’è ben altro!! c’è ben altro!!
Antonio — antonio.zaimbri@tiscali.it
La marea nera
Sto ascoltando il governatore del Mississipi, Haley Barbour (R)
E’ preoccupato perche’ i media non fanno distinzione tra gli Stati sul golfo del Messico…loro stanno perdendo la meta’ del loro introito, quando le loro spiagge sono ancora pristine.
La cosa piu’ interessante e’ il suo commento sulla provvisione del Presidente B.H.O.:
“Il moratorium di 6 mesi per le operazioni nel golfo”.
Quello che dice apre gli occhi a tutti; il 30% del nostro petrolio viene dal golfo del Messico, inoltre almeno 30 compagnie forestiere operano nel golfo.
Se tutte queste piattaforme resteranno ferme per sei mesi, si sposteranno altrove per non ritornare in queste acque.
Le nostre incluse.
Dei 7 incidenti in tutti questi anni, solo due sono stati causati da pozzi petroliferi, questo in corso essendo il piu’ massivo.
Gli altri incidenti sono stati causati da navi petroliere, quelle piu’ vecchie non avevano doppio fondo…e molte portano bandiere di altre nazioni.
Cosi’ saremo piu’ dipendenti dal Messico, dal Venezuela, dal Canada, etc….mentre abbiamo immense risorse in Alaska che non possiamo toccare…petrolio e gas naturale.
Non solo, milioni di persone perderanno lavoro…proprio adesso che la disoccupazione non da segno di miglioramento, anzi, il contrario.
Parole del governatore del Mississipi, Haley Barbour.
E’ di origine Inglese, Italiana, Greca, e Native American.
Anita
Caro Marco,
Sono con te al100 per 100 con #23. Pero’ una giornata mi sembra un poco troppo lungo.
“La Terra ci avverte che non è più possibile dipendere dal petrolio. E per farcelo capire ci sta vomitando addosso 19mila barili di peste al giorno, oscurando il mare degli americani e rischiando quindi, di avvelenare l’intera catena alimentare. Questo è ciò che ha causato Bp, la più grande azienda petrolifera del mondo, che come dice Obama è rigorosamente attenta a contare gli spiccioli con la gente del Golfo Messico vittima di questo immane disastro. E pronta invece a pagare dividendi da 10 miliardi di dollari ai suoi azionisti. Il fatto che poi siano morti 13 lavoratori anche questo è sembrato del tutto irrilevante. La marea nera però non si ferma. Un segno questo che, da parte della terra, ci arriva come un qualcosa che ha tutta l’aria di un ULTIMATUM: “Se continuerete a trivellarmi, il mare di tutto il pianeta morirà. E prima ancora, morirete voi”.
(Adriano Celentano)
Quello di ” Mondo in mi settima”, un capolavoro precursore del tempo odierno.
La cantavo da ragazzo accompagnandomi con la chitarra:
….apro il giornale e leggo che
di giusti al mondo non ce nè; (…)
sì, siamo stati noi a rovinare questo capolavoro sospeso nel cielo”.
Bei tempi…
C.G.
INDIA
Bhopal, otto condanne
a 25 anni dalla strage
Si tratta di dipendenti o ex dipendenti della compagnia americana Union Carbide, giudicati colpevoli in relazione alla fuga di gas tossico del dicembre del 1984. Da quel momento si calcola che siano morte oltre 20 mila persone; e circa 500 mila hanno subìto patologie di diversa entità in seguito all’inquinamento di aria, terra e acqua
NEW DELHI – Dopo venticinque anni, otto dipendenti o ex dipendenti della compagnia americana Union Carbide sono stati giudicati colpevoli, da un tribunale indiano, in relazione all’incidente della fabbrica di Bhopal, nell’India centrale, che nel 1984 provocò la morte di migliaia di persone. Gli otto imputati, tutti indiani, rischiano una pena massima di due anni. Fra le persone condannate figurano anche Keshub Mahindra, presidente di Union Carbide India e, in contumacia, Warren Anderson, ex presidente della Union Carbide. I vertici dell’azienda erano stati accusati d’omicidio nel 1987 ma, fra le proteste dei sopravvissuti, la Corte suprema indiana aveva ridotto i capi d’imputazione nel 1996, parlando di “morte per negligenza” e di una pena di un massimo di due anni.
All’alba del 3 dicembre del 1984, un contenitore della fabbrica produttrice di pesticidi si trasformò, per una reazione chimica, in uno strumento di morte: 40 tonnellate di “fumo bianco” fuoriuscirono dalla fabbrica con effetti devstanti. Almeno 8.000 persone morirono nei successivi tre giorni della tragedia, ma si calcola che fino a oggi le vittime siano state 20 mila e che oltre 500 mila persone abbiano subìto patologie di diversa entità per le conseguenze dell’inquinamento di terra, aria e acqua.
La società americana Dow Chemical, che ha rilevato la Union Carbide nel 1999, da sempre sostiene di aver pagato il proprio debito in seguito all’accordo, stipulato nel 1989 con il governo indiano, per un versamento di 470 milioni di dollari di indennizzo.
segue in http://www.repubblica.it/esteri/2010/06/07/news/bhopal_condanne-4629495/?ref=HREC1-7
Da Cipro il monito del Papa per il M.O.
“Stop a tensione, o sarà bagno di sangue”
Il pontefice presenta l’Instrumentum Laboris, il documento base del prossimo sinodo vaticano dedicato alla regione mediorientale. “L’estremismo islamico è una minaccia per tutti”
Da Cipro il monito del Papa per il M.O. “Stop a tensione, o sarà bagno di sangue”
NICOSIA – Messa di saluto a Cipro, durante la quale il papa invita ad “abbattere le barriere”, a dire no a “egoismo, avidità e sfiducia verso gli altri”. Ma, soprattutto, un duro monito alle grandi potenze e anche ad Israele sulla pace in Medio Oriente. È il senso dell'”Instrumentum laboris” per il sinodo che si terrà a ottobre in Vaticano, presentato oggi da Benedetto XVI, nel quale si afferma che è necessario porre fine subito alle tensioni, oppure si andrà incontro ad un bagno di sangue.
Il conflitto israelo-palestinese. “Da decenni – si legge nel documento – la mancata risoluzione del conflitto israelo-palestinese, il non rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, e l’egoismo delle grandi potenze hanno destabilizzato l’equilibrio della regione e imposto alle popolazioni una violenza che rischia di gettarle nella disperazione”. Nel testo, che costituisce il documento di lavoro dell’assise dei vescovi (pubblicato in 4 lingue: arabo, francese, inglese e italiano), si ribadisce che l’occupazione israeliana è “un’ingiustizia politica imposta ai palestinesi”, che nessun cristiano può giustificare con pretese teologiche.
x 31.
Se, fatti i conti, sono stati rimborsati 94 dollari pro capite.
A tanto ammonta la salute se non addirittura la vita di una persona.
Il prezzo di un paio di jeans..
C.G
Lanciati in mare cadaveri dei pacifisti dagli israeliani
La cineasta brasiliana Lara Lee, che viaggiava nel convoglio umanitario attaccato da Israele quando navigava in acque internazionali verso la Striscia di Gaza, ha affermato che i soldati d’Israele hanno gettato diversi cadaveri in mare.
“Diverse persone che erano con me sulla nave hanno detto d’aver visto i soldati che lasciavano cadere i corpi in mare, ha dichiarato la Lee.
“Secondo noi sono 19 le persoe uccise e non sappiamo cosa è stato di loro.
Ci sono anche dei feriti molto gravi che stanno morendo e che non possiamo trasferire dall’ospedale di TEl Avv”, ha detto ancora.
I FUNERALI DEI TURCHI ASSASSINATI
A Istambul migliaia di persone hanno partecipato ai funerali degli otto turchi uccisi durante l’attacco militare d’Israele alla Flottiglia della Libertà, che portava aiuti umanitari nella Striscia di Gaza.
Avvolte nelle bandiere turche e palestinesi, le bare di otto dei nove attvisti, uno è cittadino degli Stati Uniti, sono stati portati alla moschea di Fatih, un santuario dell’epoca ottomanna sulla collina più alta d’Istambul.
“Abbasso Israele” e “Israele è l’angelo della morte” ha gridato la folla, mentre sventolava le bandiere.
Caro Nicotri,
non sono d’accordo con il suo pensiero. Mi ritrovo invece con i post 25 e 26 di Marco Tempesta.
Penso che il discorso sia uno e lo ripeto: a prescindere dalla sua indignazione personale, la situazione di altri popoli e paesi non va sottovalutata né considerata meno importante di quella che si vive a Gaza, senza nulla togliere, sia chiaro!
Però, di altre situazioni si parla poco o per nulla. E’ sul perché che dovremmo ragionare e credo che il discorso di Panebianco, allargandolo, mirava in ultima analisi a questo.
Lei stesso, a suo tempo, ha preso posizioni anche coraggiose, ad esempio, sulla condizione di discriminazione dei rom (sia essa storica che attuale): in quanti l’hanno seguita?
Caro Antonio,
colgo la tua provocazione su “CEBENALTRISMO” per dirti che si tratta di una posizione a suo modo “pericolosa” e facilmente rigirabile…
Ad esempio, se venissi costantemente a parlarti della situazione del popolo del Sahara Occidentale, cosa mi diresti? Se venissi a ricordarti l’invasione marocchina che avrebbe usato ance bombe al napalm, cosa mi diresti? Che c’è ben altro?!? Non lo so…
Anche questo è un modo per non trovare soluzioni, per non fare nulla, per disinteressarsi di altre situazioni…
Guardi un po’ la disattenzione generale che c’è stata nell’episodio che ha visto l’affondamento di una nave sud-coreana da parte della Corea del Nord… Immagini che differenza di attenzione ci sarebbe stata se fosse stata se a colare a picco fosse stata una nave di soldati turchi affondata – che so – da Israele… O di una nave di soldati turchi affondata dai greco-ciprioti
x Pietro A.
Lei ha tutto il diritto di pensare come preferisce, ovviamente.
I Panebianco comunque hanno la caratteristica, e il ben preciso ruolo, di NON trovare MAI responsabilità nell’operato di Israele, produzione di bombe atomiche comprese, e di seminare invece il solito e ormai trito e ritrito sospetto di “antisemitismo” nei confronti di chi Israele invece la critica o la condanna. E’ un trucco che non incanta più nessuno, tant’è che buona parte degli stessi ebrei europei criticano con appositi appelli e raccolte di firme la politica israeliana e anzi stanno organizzando anche loro una o più navi dirette a Gaza per rompere l’assedio.
Eccetto i razzisti, gli untori e i propagandisti stipendiati, è chiaro a chiunque che se il quasi intero mondo critica duramente Israele, per giunta in crescendo, è più facile che sbagli Israele e non il quasi intero mondo. Solo i razzisti, gli untori e i propagandisti stipendiati possono continuare a far finta di credere a un complotto mondiale “contro gli ebrei”, che peraltro con Israele non “ci azzeccano”: gli abitanti di Israele si chiamano infatti israeliani, a prescindere, e non ebrei. Così come gli abitanti del Sudafrica sono sudafricani, e non bianchi – come piaceva ai signori dell’apartheid – o neri come piace agli estremisti neri.
Le faccio infine cortesemente notare che la Chiesa, per fare solo un esempio, si occupa ANCHE e SOPRATTUTTO di aiuti ai vari disastrati del mondo e critica Cuba, la Cina, ecc., ma fa anch’essa la voce grossa, ormai molto grossa, contro le malefatte dei governi israeliani. Ratzinger ha appena parlato di “bagno di sangue” se Israele non cambia registro. Ma ai Panebianco certo non basta….. Il guaio è che poi, quando i bagni di sangue arrivano, i Panebianco non pagano mai. Più che giornalisti od opinionisti io li chiamerei pontificazionisti: loro pontificano sempre, anche rubando il mestiere ai pontefici.
Un saluto.
pino nicotri
ISRAEL V GAZA
No tinned meat is allowed, no tomato paste,
no clothing, no shoes, no notebooks.
These will be stored in our warehouses at Kerem Shalom
until further notice.
Bananas, apples, and persimmons are allowed into Gaza,
peaches and dates, and now macaroni
(after the American Senator’s visit).
These are vital for daily sustenance.
But no apricots, no plums, no grapes, no avocados, no jam.
These are luxuries and are not allowed.
Paper for textbooks is not allowed.
The terrorists could use it to print seditious material.
And why do you need textbooks
now that your schools are rubble?
No steel is allowed, no building supplies, no plastic pipe.
These the terrorists could use to launch rockets
against us.
Pumpkins and carrots you may have, but no delicacies,
no cherries, no pomegranates, no watermelon, no onions,
no chocolate.
We have a list of three dozen items that are allowed,
but we are not obliged to disclose its contents.
This is the decision arrived at
by Colonel Levi, Colonel Rosenzweig, and Colonel Segal.
Our motto:
‘No prosperity, no development, no humanitarian crisis.’
You may fish in the Mediterranean,
but only as far as three km from shore.
Beyond that and we open fire.
It is a great pity the waters are polluted
twenty million gallons of raw sewage dumped into the sea every day is the figure given.
Our rockets struck the sewage treatments plants,
and at this point spare parts to repair them are not allowed.
As long as Hamas threatens us,
no cement is allowed, no glass, no medical equipment.
We are watching you from our pilotless drones
as you cook your sparse meals over open fires
and bed down
in the ruins of houses destroyed by tank shells.
And if your children can’t sleep,
missing the ones who were killed in our incursion,
or cry out in the night, or wet their beds
in your makeshift refugee tents,
or scream, feeling pain in their amputated limbs –
that’s the price you pay for harbouring terrorists.
God gave us this land.
A land without a people for a people without a land.
Il popolo israeliano è stufo di fare sacrifici per mattanze inutili,
tipo piombo fuso,..finti pacifisti-pirati
@ Ber (post 7)
Caro Ber, ci sarebbe da notare, tuttavia, una cosa:
il 70% di quel popolo da anni elegge governi che fanno quelle “inutili” mattanze.
“sono 60 anni che i palestinesi aspettano di avere una patria”.
Ma i palestinesi ce l’hanno: oggi la chiamano israele. Una terra rubata, sottratta con l’inganno, con la violenza e col genocidio.
60 anni fa ai palestinesi fu promesso che l’arrivo degli ebrei avrebbe creato un unico stato con due popoli in esso. Quello che è avvenuto (e continua ad avvenire anche in questo momento, mentre ne parliamo sul blog) lo sappiamo bene, purtroppo.
x Damocle -#34-
Ma lei non legge altro che:
http://www.granma.cu/italiano/esteri/4-jun-lanciati.html ??
Anita
la situazione di altri popoli e paesi non va sottovalutata né considerata meno importante di quella che si vive a Gaza, senza nulla togliere, sia chiaro
@ Pietro A.
Mi perdoni, ma a me questo discorso sembra un po’ ipocrita. Della serie, parliamo “anche” d’altro, così diluiamo il discorso e distogliamo l’attenzione.
Innanzi tutto, non è vero che si indigna per la situazione orribile e disumana in cui vengono fatti esistere i palestinesi, non si indigni anche per il Darfur e per altre situazioni.
Ma oggi l’aggressione inqualificabile alle navi con gli aiuti umanitari attraggono tutta quest’attenzione non tanto per via delle sofferenze del popolo palestinese, quanto per il motivo che a bordo c’erano europei, americani e turchi, e che le navi, assaltate in acque territoriali, appartengono ai paesi di cui battono bandiera. L’assalto infrange dunque sia le leggi marittime internazionali, che le regole della NATO.
Se si trattasse solo dei palestinesi, forse il tumulto internazionale oggi sarebbe più o meno lo stesso dei tempi dell’ “Operazione Piombo Fuso”. Cosa può esserci di più grave di quello? 1400 persone sono morte e migliaia sono rimaste ferite e sfigurate a vita.
Jewish flotilla to break Gaza siege
German Jewish group prepares flotilla to protest Israel’s blockade on Gaza. ‘Activists frightened, but not by Hamas,’ member of organization says.
http://wakeupfromyourslumber.com/news/jewish-flotilla-break-gaza-siege-0
FLOTTILLA EBRAICA PRONTA A ROMPERE ASSEDIO DI GAZA
Un gruppo ebraico tedesco sta allestendo una flottilla per protesta contro il blocco israeliano di Gaza. “Gli attivisti hanno paura, ma non di Hamas”, dice uno degli attivisti.
panebianco e gli altri, hanno il loro bel stipendione e tutti i “fringe benefits” connessi. Che dovrebbe fare ? Un articolo contro Israele ? Il direttore non lo pubblicherebbe, e se l’illustre scribbachino perseverasse (o gli altri come lui) si troverebbe emarginato economicamente.
Come si dice in Italia (ma non solo, la stessa situazione e’ attuale un po’ dapertutto) Attacca lu carro, dove vuole u padrone. E poi anche Panebianco tiene famiglia.
Avvenisse uno sconvolgimento planetario, ove Israele diventasse il “cattivo” sconfitto, vedreste come cambierebbero gli editoriali di Panebianco e compagnia cantante.
x VOX
Un gruppo ebraico tedesco sta allestendo una flottilla per protesta contro il blocco israeliano di Gaza. “Gli attivisti hanno paura, ma non di Hamas”, dice uno degli attivisti.
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Perche’ mai gli attivisti dovrebbero avere paura di Hamas?
Piu’ attivisti di Hamas non esistono, almeno in quella regione.
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Sa’ che c’e’ un website che porta il suo nick/nome?
Anita
Per tutti:::
ho letto i post arretrati, fino al primo giugno::::
delle precisazioni:::
si sono fatte(e si continuano a fare) delle confusioni che io, data la mia giovane eta´( direbbe Tempesta), non riesco a capire;non riesco a capire piu´ certi problemi presi per se´ come se dietro non ci fosse nulla.
Sulla parola “ideologia” bisogna essere piu´ chiari, per esempio:
che Uroburo ci dica che ognuno abbia una ideologia cio´ e´ vero
dal punto di vista antropologico;ma le grandi ideologie sono altra cosa:sono forme forti di potere e di sapere che plasmano le idee altrui
e,quindi, sono pericolose;bisogna essere chiari e ci vuole una grande forza energetica e conoscitiva a legare il mare di cio´ che ci accade.
Dietro l´ideologia(intesa non come la intende Uroburo) c´e´, quasi sempre, qualcos´altro che bisogna INDAGARE((((giustamente Tempesta guarda con occhio critico al concetto di carita´,,,,ma ,in quello che gli scrivevo la volta scorsa lui non ha saputo vederci un fatto:che parlavo di dolore e miseria dal punto di vista esistenziale e umano;che il dolore altrui si sente nel nostro corpo;non parlavo,quindi,di carita´ ma di solidarieta´ che sono due cose DIVERSE;—-e non c´e´ bisogno di scomodare l´Oriente per sapere, attraverso Lacan, che dietro ogni filantropia c´e´,in fondo,l´agressivita´)))).
Cos´e´ quel Qualcosa che bisognerebbe indagare:probabilmente(e´ solo un´ipotesi) il FONDO MALEDETTO della nostra testa che,ancora oggi, cerca IL COLPEVOLE.
E il colpevole ha sempre un NOME che,ideologicamente, e´ facile identificare;sia esso il Vaticano, sia esso Berlusconi, sia esso l´America, sia esso Israele.
Quei nomi(ma se ne possono giungere altri-a piacimento addirittura e secondo la testa di chi parla) rapresenterebbero il male..ecc.ecc.
Il problema e´ che il COLPEVOLE viene visto separatamente , come se esso potesse fare tutto cio´ che vuole;ma e´ proprio cosi´????
Anche la frase “bisogna sconfiggere il crimine non il capitalismo”
e´ separatista, tende a saparare senza cogliere i legami di fondo.
Anche la caccia al colpevole tende a separare(separazione di separazione), come se dietro al colpevole ci stiano soltanto dei fantocci il cui compito esclusivo ed essenziale sia calar la testa.
Le strategie mondiali non si vedono;
il potere dei gruppi finanziari si tace;
il legame economico di certi stati lo si separa;
il NOME DEL MALE viene legato alla sola evidenza, tanto dietro non c´e´ Nessuno.
Ma, io non ho mai affermato che i governi israeliani siano immuni da colpe ed errori… Israele sbaglia, per qualcuno più di altri.
D’accordo. Possiamo rimarcarlo anche mille volte con i megafoni.
Ma parlare “anche” di altro non è un distogliere dall’attenzione al problema: quando mai? Diluirlo in un discorso più vago?! E perché? Chi l’ha detto?
Interessarsi di altre situazioni, dando loro lo stesso “peso” , è ipocrita? Forse è ipocrita il contrario…
Stabiliamo che vada fatta un’inchiesta per vedere se Israele abbia usato le bombe al fosforo contro i palestinesi? Mi trova d’accordo. La cosa ha violato ogni regola? Che paghino i responsabili, se è così.
Ma che lo stesso avvenga anche per il regno del Marocco e le vessazioni che ha imposto al popolo Saharawi.
Perché i secondi non sono meno dei primi. O, altrimenti, è un pacifismo occhiuto, a senso unico.
E’ ipocrita un Erdogan turco che dice di piangere per i bimbi palestinesi… Per carità, la sofferenza di tanti piccoli spezza il cuore a tutti. Ma io piangerei pure per i bimbi armeni e curdi del suo paese. Vogliamo ricordarglielo al presidente turco?
X Pietro A.
Come non essere d’accordo sulla parzialità di visione ,per cui si focalizza ,almeno in questi giorni,solo la situazione di Gaza,dei Palestinesi e sugli eccessi(non solo gli attuali)dei sionisti che non rappresentano il popolo di Israele ma solo una parte.
Certo ,purtroppo ,in questa terra che non è la sola a subire,ci sono altri popoli,altri umani che nel 2010 dopo Cristo ( sottolineo il dopo Cristo) sono ancora in condizioni per cui la sola vergogna non basta, bisognerebbe pentirsi e a lungo delle condizioni “ad hoc” che sono state imposte e che col nostro silenzio e distrazione abbiamo avallato perchè tutto resti così,anzi peggio.
Ma se non si comincia da qualche parte,parte che ha un lungo precedente storico, una lunga sequenza di soprusi e non rispetto di regole internazionali scritte e controfirmate ,che come un bubbone di una peste umana si sta evidenziando in questi giorni ovvero lo storico ennesimo rifiuto alla critica e alla politica dello struzzo nei confronti di Israele,non si risolverà mai nulla .
Cominciamo a richiedere almeno questa volta che si applichino le proposte dei diritti umani cominciando dal rispetto di questi diritti per i Palestinesi e poi si aprirà la porta per tutti quelli che si trovano nelle stesse condizioni.
Ricordo la storia degli Orazi e Curiazi :
le situazioni si affrontano una alla volta,la dispersione non aiuta.
L.
Linosse,
grazie del suo intervento. Lo trovo sensato.
Lei mi dice: da qualche parte bisognerà pure iniziare, non posso che darle ragione… Ciò che avviene in Israele e in Palestina richiede in effetti uno sforzo impegnativo per dare speranza e dignità ad un popolo, quello palestinese, che da decenni soffre. Io sono d’accordo su questo!
Precedentemente ho solo preso spunto da un editoriale per dire ciò che non va, a mio avviso, nei confronti di altre situazioni, nelle quali non si applica la stessa energia. E’ su questo che stavo riflettendo.
PS: in tutto questo dibattito trovo squallido il post di Lanzo 43. Privo di argomenti, tranne quello di trovare una ragione “economica” all’articolo di Panebianco. Il nostro Lanzo non dice però che, “dall’altra parte”, esistono giornali e giornalisti che dicono l’esatto contrario di quello che si dice sul CdS. Anche quei giornalisti “avranno famiglia” e non si azzarderebbero, allora, a prendere posizioni diverse…
Hanno già fatto sparire dalla home page dei principali quotidiani italiani le dure parole del papa a Cipro contro la prepotenza e la violenza di Israele. L’ambasciatore israeliani in Italia è già intervenuto, imponendo la sua “interpretazione autentica” della parole del papa, cioè castrandone il discorso. Che schifo.
Ormai l’Italia è sempre più un Paese a sovranità limitata. Dalle stelle i strisce Usa alle stalle militari israeliane.
Ecco alcune parole del papa:
” «Ingiusta l’occupazione di Israele
Basta tensioni o sarà un bagno di sangue»
Il documento dei vescovi mediorientali: «Da decenni diritti umani e diritto internazionale non rispettati»
È «urgente» che la Comunità internazionale intervenga per porre fine alla tensioni in Terra Santa, prima che si arrivi ad un bagno di sangue: è l’appello di Papa Benedetto XVI che, al termine della messa celebrata oggi allo stadio coperto di Nicosia, a Cipro, ha consegnato ai rappresentanti dell’episcopato del Medio Oriente l’Instrumentum Laboris, il documento elaborato dagli stessi vescovi dell’area in vista del Sinodo per il Medio Oriente che si terrà a ottobre in Vaticano.
LE CRITICHE A ISRAELE – Nel testo è contenuta una critica tutt’altro che velata al governo israeliano: «Da decenni, la mancata risoluzione del conflitto israelo-palestinese, il non rispetto del diritto internazionale e dei diritti umani, e l’egoismo delle grandi potenze hanno destabilizzato l’equilibrio della regione e imposto alle popolazioni una violenza che rischia di gettarle nella disperazione». Il testo ribadisce che l’occupazione israeliana è «un’ingiustizia politica imposta ai palestinesi», che nessun cristiano può giustificare con pretese teologiche. Il conflitto israelo-palestinese è inoltre il «focolaio principale» dei vari conflitti mediorientali”.
Draghi: tra crisi del debito e mancanza di crediti
Di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**
La relazione annuale del governatore della Banca d’Italia è solitamente il documento economico pubblico più cauto, i cui argomenti sono scelti e misurati quasi con il bilancino di precisione usato per pesare oro e pietre preziose. Il tentativo di molti di ricondurlo dentro il minimo comun denominatore studiato per definire il sostegno alla recente manovra di tagli di bilancio è un po’ provinciale e comunque limitativo. Piuttosto bisognerebbe condividere la preoccupazione del governatore per la diffusa corruzione, per l’illegalità non solo fiscale e per la mancata riorganizzazione della Pubblica Amministrazione.
A nostro avviso, però, il discordo di Mario Draghi contiene alcune importanti criticità che necessiterebbero di un maggior approfondimento. Salta subito all’occhio il fatto che ha ripetuto più volte che “le banche centrali hanno fornito liquidità in misura senza precedenti” sia nel caso della Lehman Brothers che in quello più recente dell’euro. “Le misure eccezionali di espansione della liquidità hanno evitato una crisi sistemica”, ha ricordato.
Ma proprio questa liquidità è andata tra l’altro a coprire “disavanzi e debiti pubblici che sono aumentati vistosamente”. Per l’area dell’euro, “l’imponente creazione di debito pubblico, in una fase in cui arrivano a scadenza sui mercati quantità straordinarie di obbligazioni bancarie, ha improvvisamente accresciuto il premio di rischio su alcuni debitori sovrani”, ha spiegato Draghi, mettendo in luce questa grande e seria preoccupazione che assilla tutti i responsabili delle istituzioni di governance e di controllo dell’economia e della finanza.
I titoli di debito pubblico dei paesi dell’euro, che arriveranno a scadenza nel 2010, saranno di 540 miliardi di euro, a cui si vanno ad aggiungere nuovi titoli di debito per un totale di quasi 930 miliardi di nuove emissioni. Nel 2010 l’Italia dovrà rimborsare titoli per 250 miliardi. Poi 192 nel 2011 e 168 nel 2012. Rimborsare, come noto, significa semplicemente emettere dei nuovi titoli per rimpiazzare quelli vecchi. Il problema è trovare acquirenti disposti a comprarli ad un tasso di interesse equo e non punitivo.
Oltre al problema dei crescenti debiti sovrani, sta emergendo una forte competizione tra le banche europee e quelle americane per accaparrarsi i compratori istituzionali di bond. Secondo alcune stime, circa il 40% dei 2.000 miliardi di dollari dei grandi fondi americani è costituito da titoli di 16 grandi banche europee. Anche Draghi ha detto che “con l’insorgere della crisi greca, le forti tensioni di liquidità sul mercato interbancario sono tornate e l’operatività è concentrata sul brevissimo termine”. Attualmente gli investitori americani forniscono circa 500 miliardi di dollari in crediti a breve termine per le operazioni delle banche europee.
Il vento sta cambiano e alcuni fondi americani stanno cominciando a ritirare i loro finanziamenti dall’Europa. Non si tratta solo di giochi di geopolitica finanziaria, ma sono decisioni dipendenti dall’aggravamento della situazione debitoria negli USA. Un esempio per tutti è dato dalla recente richiesta del gigante assicurativo immobiliare americano di interesse nazionale, Fannie Mae, di nuovi aiuti di emergenza per 8,4 miliardi di dollari. Fannie Mae, che era stato salvato dal fallimento nel 2008 con fondi pubblici, ha in portafoglio 3.000 miliardi in ipoteche immobiliari il cui valore si sta deteriorando. Ha fatto registrare 11,5 miliardi di perdite soltanto nel primo trimestre 2010. Il totale delle sue perdite accumulato dall’esplosione dei subprime è di 145 miliardi. Quasi la metà del Pil della Grecia, per intenderci.
Anche se con tono pacato, Draghi ha ammonito che “le banche devono essere preparate ad affrontare periodi anche prolungati e ricorrenti di anomalie sui mercati”. Dopo le recenti esperienze, sarebbe irresponsabile lasciare al mercato il magico compito di rispondere a questa emergenza. Diventano perciò di estrema urgenza gli accordi tra gli stati e i governi del G 20 per approntare una nuova governance e nuove regole sulla finanza di cui lo stesso Draghi si è fatto portavoce come presidente del Financial Stability Board.
Affrontando poi, relativamente al nostro paese, il nodo centrale del rapporto tra ripresa economica e accesso al credito e solvibilità delle piccole e medie imprese, il governatore ha riportato che il “credito alle imprese era sceso del 3,7% a dicembre 2009 rispetto a settembre, in ragione d’anno”. Percentualmente, la flessione maggiore si è registrata di più per le industrie del Nord rispetto al già risicato accesso al credito del Mezzogiorno. Segnali di miglioramento sono stati spazzati via dalla crisi dell’euro.
Come si evince dalla relazione della Banca d’Italia, “la recessione peggiora la liquidità dei prestiti bancari e nel 2009 le perdite su crediti dei cinque maggior gruppi bancari italiani hanno assorbito quasi il 70% del risultato di gestione”. Nonostante il recente pacchetto di aiuti finanziari UE, la BCE stima, ottimisticamente, che le banche europee dovranno affrontare svalutazioni per sofferenze creditizie pari a 187 miliardi di euro da oggi a fine 2011. Nello stesso periodo le stesse banche europee entreranno in competizione nei e con i paesi dell’UE perché “vedranno addensarsi scadenze di obbligazioni bancarie per importi significativi”.
In questa corsa dei governi e delle banche al finanziamento dei propri titoli, le PMI, il solo motore produttivo della ripresa insieme al lavoro, rischiano di trovare chiusi i rubinetti del credito. Sarebbe ingenuo affidarsi soltanto a una ritrovata buona volontà delle banche.
Riteniamo urgente che il governo renda operativo il progetto della Cassa Depositi e Prestiti di creare un fondo speciale per il finanziamento di progetti a lungo termine e tecnologicamente avanzati delle piccola e media industria italiana. Le PMI sono l’unico cammello che lavora. Può resistere a lungo alla siccità, ma anche lui senza acqua muore!
*Sottosegretario all’Economia nel governo Prodi ** Economista