Le 81 domande del giornalista ed ex parlamentare israeliano Uri Avnery sulle losche manovre del suo governo contro le navi pacifiste e contro Gaza
Intanto spieghiamo chi è Uri Avnery, in ebraico: אורי אבנרי. Giornalista e tre volte parlamentare israeliano, nome originario Helmut Ostermann, è nato in Germania a Beckum il 10 settembre 1923 da una famiglia sionista che nel 1933 a causa dell’ascesa al potere di Adolf Hitler emigrò in Palestina, dove perse tutti i propri averi e fu costretta a vivere in condizioni di povertà tali da non permettere a Avnery di completare gli studi. Le memorie di quegli anni sono raccolte nel libro “La Swastika”, pubblicato nel 1961.
Nel 1938 il futuro giornalista entrò nell’Irgun, organizzazione paramilitare comandata da Menachem Begin, che combatté il protettorato con azioni violente e anche attentati come quello al King David Hotel il 22 luglio 1946, con decine di morti e di fatto l’origine del terrorismo moderno. Giudicando appunto terrorista l’Irgun, Avnery la lasciò nel 1942. In seguito prese parte alla prima guerra arabo-israeliana e, rimasto ferito due volte, raccontò le atrocità subite dai palestinesi in un libro intitolato “Il rovescio della medaglia”. Da allora in poi ha continuato a battersi per la pace.
Dopo aver lavorato per un breve periodo presso il quotidiano Ha’aretz, fondò una nuova rivista, lo Haolam Haze, che si fece promotore di alcune importanti trattative con i dirigenti palestinesi. È stato eletto per tre volte alla Knesset, il parlamento israeliano, (1965-1969, 1969-1973, 1979-1981).
In seguito ha fondato il movimento pacifista Gush Shalom (in ebraico: גוש שלום, “il blocco della pace”).
Le domande sul “martirio” posta da Avnery somigliano alle domande che ho posto io su questo blog sullo stesso argomento. All’ultima sua domanda, la 81esima, – “Che cosa sta cercando di nascondere la nostra leadership politica e militare?” – credo di avere già risposto, sempre su questo blog: sta cercando di nascondere la strategia di scontro frontale anche contro la Turchia per prenderne il posto nella Nato e attaccare l’Iran su basi più forti. Sta anche cercando di nascondere le pressioni ormai non più solo di Obama, ma anche di qualche leader europeo che ha capito che così si va a quello che il papa ha definito “un bagno di sangue”, cioè a una nuova grande guerra, di risolvere il problema dei problemi: l’armamento atomico di Israele.
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Chi ha paura di una vera inchiesta?
di Uri Avnery
Se fosse stata istituita una Commissione d’Inchiesta vera (al posto del patetico aborto di commissione), queste sono alcune delle domande che essa avrebbe dovuto porre:
1 – Qual è il vero scopo del blocco della Striscia di Gaza?
2 – Se l’obiettivo è quello di impedire il flusso di armi nella Striscia, perché vi sono ammessi solo 100 prodotti (rispetto agli oltre 12.000 presenti in un supermercato israeliano di media dimensione)?
3 – Perché è vietato introdurre cioccolato, giocattoli, materiale per scrivere, molti tipi di frutta e verdura (e perché la cannella, ma non il coriandolo)?
4 – Qual è il legame tra la decisione di vietare l’importazione di materiali da costruzione per la sostituzione o la riparazione di migliaia di edifici distrutti o danneggiati durante l’operazione Piombo fuso e il pretesto che essi possano servire per la costruzione dei bunker di Hamas – quando materiali finalizzati a questo scopo vengono introdotti in quantità più che sufficienti nella Striscia attraverso i tunnel?
5 – È vero che lo scopo del blocco consiste nel trasformare in un inferno la vita di 1,5 milioni di esseri umani, nella Striscia, nella speranza di indurli a rovesciare il regime di Hamas?
6 – Poiché questo non è successo, ma – al contrario – Hamas è diventato più forte durante i tre anni del blocco, il governo non ha mai preso in considerazione ripensamenti su questa faccenda?
7 – È stato imposto il blocco nella speranza di liberare Gilad Shalit, il soldato israeliano catturato?
8 – Se è così, ha contribuito in qualche modo il blocco alla realizzazione di questo obiettivo, o è stato controproducente?
9 – Perché il governo israeliano si rifiuta di scambiare Shalit con centinaia di prigionieri palestinesi, quando Hamas è favorevole a un tale accordo?
10 – E ‘vero che il governo americano ha imposto un veto sullo scambio di prigionieri, con la motivazione che esso avrebbe rafforzato Hamas?
11 – Vi è stata una qualche discussione nel nostro governo sull’adempimento dell’impegno assunto con l’Accordo di Oslo – consistente nel rendere possibile e favorire lo sviluppo del porto di Gaza – fatto in modo tale da impedire il passaggio delle armi?
12 – Perché il governo israeliano dichiara ancora una volta che le acque territoriali della Striscia di Gaza fanno parte delle acque territoriali appartenenti a Israele, e che le navi che vi entrano “violano la sovranità israeliana”, contrariamente al fatto che la Striscia di Gaza non è mai stata annessa a Israele e che nel 2006 Israele ha annunciato ufficialmente, che se ne era “separata”?
13 – Perché l’ufficio del Procuratore Generale ha dichiarato che gli attivisti per la pace catturati in alto mare, che non avevano alcuna intenzione di entrare in Israele, avevano “tentato di entrare illegalmente in Israele”, e li ha portati davanti a un giudice per l’estensione al loro arresto della legge che riguarda “l’ingresso illegale in Israele”?
14 – Chi è responsabile di queste affermazioni giuridiche contraddittorie, quando il governo israeliano sostiene in un primo momento che Israele si è “separato dalla Striscia di Gaza” e che “l’occupazione della stessa è finita” – mentre nell’istante successivo reclama la sovranità sulle acque prospicienti le coste della Striscia?
15 – Domande relative alla decisione di attaccare la flottiglia: Quando servizi segreti israeliani sono venuti a conoscenza della preparazione di questa flottiglia? (Testimonianze al riguardo possono essere ascoltate a porte chiuse).
16 – Quando tutto ciò è stato portato all’attenzione del Primo Ministro, del Ministro della Difesa, del Gabinetto, del Comitato dei Sette (responsabile delle questioni di sicurezza) e del capo di stato maggiore IDF? (Idem come sopra)
17 – Quali sono state le deliberazioni di tali funzionari e istituzioni? (Idem come sopra)
18 – Quali informazioni sono state fornite a ciascuno di loro? (Idem come sopra) .
19 – Quando, da chi e come era stata presa la decisione di fermare la flottiglia con la forza?
20 – E ‘vero che il segretario del gabinetto, Tzvi Hauser, ha messo in guardia sulle gravi conseguenze che sarebbero derivate da tali azioni e ha consigliato di lasciare che la flottiglia procedesse fino a Gaza?
21 – Ci sono stati anche altri che hanno suggerito di farlo?
22 – Il Ministero degli Esteri é stato un partner a pieno titolo in tutte le discussioni?
23 – Se è così, ha il Ministero degli Esteri messo sull’avviso circa l’impatto che una tale iniziativa avrebbe prodotto sulle nostre relazioni con la Turchia e gli altri paesi?
24 – Alla luce del fatto che, prima del incidente, il governo turco aveva informato il Ministero degli Esteri israeliano che la flottiglia era stata messa in atto da un organizzazione privata non soggetta al controllo del governo e che essa non violava alcuna legge Turca – ha il Ministro degli Esteri preso in considerazione l’opportunità di contattare l’organizzazione per cercare di raggiungere un accordo per scongiurare la violenza?
25 – È stata offerta la dovuta considerazione all’alternativa di fermare la flotta nelle acque territoriali, di ispezionare il carico per verificare la presenza di armi e di lasciarla procedere nella navigazione?
26 – È stato preso in considerazione l’impatto dell’intervento sull’opinione pubblica internazionale?
27 – È stato considerato l’impatto dell’intervento sulle nostre relazioni con gli Stati Uniti.
28 – È stato preso in considerazione il fatto che l’azione potesse in realtà rafforzare Hamas?
29 – È stato preso in considerazione il fatto che l’intervento potesse rendere più difficile il prosieguo del blocco?
30 – Domande concernenti la pianificazione dell’azione: quali informazioni di intelligence erano a disposizione di coloro che elaboravano il piano? (Le testimonianze possono essere ascoltate a porte chiuse.)
31 – È stato ritenuto che la composizione del gruppo degli attivisti presenti in questa flottiglia era diversa da quella delle navi di protesta precedenti, a causa dell’aggiunta della componente turca?
32 – È stato preso in considerazione il fatto che, diversamente dagli attivisti per la pace europei, che credono nella resistenza passiva, gli attivisti turchi avrebbero potuto adottare una politica di resistenza attiva nei confronti di soldati che assalissero una nave turca?
33 – Erano state prese in esame procedure alternative, come il blocco dell’avanzamento della flottiglia con barche della marina?
34 – In caso affermativo, quali erano le alternative prese in considerazione e perché erano state respinte?
35 – Chi è stato responsabile della pianificazione effettiva di tali azioni – il capo di stato maggiore dell’IDF o il comandante della Marina?
36 – Se è stato il comandante della Marina Militare a decidere sul metodo impiegato, la scelta, è stata approvata dal Capo di Stato Maggiore, dal Ministro della Difesa e dal Primo Ministro?
37 – Come sono state suddivise tra costoro le competenze della programmazione?
38 – Perché l’intervento ha avuto luogo fuori delle acque territoriali di Israele e della Striscia di Gaza?
39 – Perché l’intervento è stato eseguito nel buio?
40 – C’è stata una qualche obiezione nella marina sull’idea di far scendere i soldati dagli elicotteri fin sul ponte della nave “Mavi Marmara”?
41 – Nel corso delle discussioni, qualcuno ha richiamato alla memoria la somiglianza tra le operazioni pianificate e le azioni britanniche contro la nave “Exodus 1947″, che si erano concluse in un disastro politico per i britannici?
42 – Domande relative all’intervento in se stesso: Se non c’era nulla da nascondere, perché la flottiglia, durante tutta l’operazione, era stata tagliata fuori da ogni contatto con il mondo?
43 – Qualcuno forse protesta che i soldati in realtà siano stati mandati in una trappola?
44 – È stato preso in considerazione il fatto che il piano adottato avrebbe posto i soldati per diversi minuti critici in pericolo di vita per una posizione di inferiorità?
45 – Quando, con esattezza, i soldati hanno cominciano a sparare proiettili veri?
46 – Qual’è il soldato che è stato il primo a far fuoco?
47 – La sparatoria è stata – del tutto o in parte – giustificata?
48 – E ‘vero che i soldati hanno cominciato a sparare, ancor prima di scendere sul ponte, come affermano i passeggeri?
49 – E ‘vero che il fuoco è proseguito anche dopo che il capitano della nave e gli attivisti avevano più volte annunciato con gli altoparlanti che la nave si era arresa e dopo che avevano effettivamente issato bandiera bianca?
50 – E ‘vero che cinque delle nove persone uccise erano state colpite alla schiena, il che indica che esse stavano cercando di fuggire dai soldati e non potevano quindi mettere in pericolo la loro vita?
51 – Perché Bilgen Ibrahim, l’uomo di 61 anni ucciso, padre di sei figli e candidato sindaco nella propria città natale, è stato descritto come un terrorista?
52 – Perché Cetin Topcoglu, l’uomo ucciso di 54 anni, allenatore della nazionale turca di taekwondo (arte marziale coreana), la cui moglie era pure a bordo della nave, è stato descritto come un terrorista?
53 – Perché Cevdet Kiliclar, l’uomo ucciso di 38 anni, di professione giornalista, è stato descritto come un terrorista?
54 – Perché Ali Haydar Bengi, l’uomo ucciso padre di quattro figli, laureato alla facoltà di letteratura dell’università al-Azhar del Cairo, è stato descritto come un terrorista?
55 – Perché Necdet Yaldirim, di 32 anni e padre di una figlia; Fahri Yaldiz, di 43 anni e padre di quattro; Cengiz Songur, di 47 anni e padre di sette; Cengiz Akyuz, di 41 anni e padre di tre , uccisi, sono stati descritti come terroristi?
56 – E’ una menzogna il fatto che gli attivisti hanno preso una pistola a un soldato e gli hanno sparato con quella, come è stato descritto da parte dell’IDF, o la verità è che in realtà gli attivisti hanno gettato la pistola in mare senza utilizzarla?
57 – E ‘vero, come dichiarato da Elshayyal Jamal, un cittadino britannico, che i soldati hanno impedito che i feriti turchi venissero medicati per la durata di tre ore, durante le quali alcuni di loro sono morti?
58 – E ‘vero, come affermato da questo giornalista, che era stato ammanettato con le mani dietro la schiena e costretto a restare in inginocchio per tre ore sotto il sole cocente, che non gli era stato permesso di andare a urinare e gli era stato detto di “pisciare nelle mutande”, che era rimasto ammanettato per 24 ore senza acqua, che il suo passaporto britannico gli era stato preso e non gli era stato restituito; che il suo computer portatile, tre telefoni cellulari e 1500 dollari in contanti gli erano stati presi e non erano stati restituiti?
59 – Ha l’ IDF isolato i passeggeri dal resto del mondo per 48 ore, confiscando tutte le telecamere, i film e telefoni cellulari dei giornalisti a bordo, allo scopo di sopprimere tutte le informazioni che non erano conformi alla versione fornita dall’IDF?
60 – Dato che è una procedura permanente quella di fotografare il primo ministro (o in questo caso il suo rappresentante provvisorio, Moshe Yaalon) durante un’operazione, questa procedura era stata messa in atto, ed era già stata attuata in casi precedenti, come ad esempio nell’operazione di Entebbe o nell’abbordaggio della nave “Karin A”?
61 – Domande relative al comportamento del portavoce dell’IDF: E’ vero che il portavoce dell’IDF ha divulgato una serie di menzogne, durante le prime ore, al fine di giustificare l’azione agli occhi sia degli israeliani che dell’opinione pubblica internazionale?
62 – I pochi minuti di film che sono stati mostrati centinaia di volte alla televisione israeliana, dal primo giorno fino a ora, fanno parte di un pezzo accuratamente modificato, in modo che non si veda ciò che è accaduto poco prima e subito dopo?
63 – Qual è la verità sull’affermazione secondo cui i soldati che erano stati presi dagli attivisti all’interno della nave stavano per essere “linciati”, dal momento che le foto mostrano chiaramente che erano rimasti circondati per parecchio tempo da decine di attivisti, senza che venisse fatto loro del male, e che un medico o un infermiere presente tra gli attivisti, li aveva anche medicati?
64 – Che prove ci sono sull’affermazione che l’ONG turca, il cui nome è IHH, ha collegamenti con al-Qaeda?
65 – Su quali basi si era dichiarato più volte che essa era una “organizzazione terroristica”, anche se non è stata fornita alcuna prova che confermasse questa affermazione?
66 – Perché si era affermato che l’associazione avesse operato agli ordini del Primo Ministro turco Recep Tayyip Erdogan, quando in effetti essa è vicina a un partito dell’opposizione?
67 – Se essa fosse effettivamente una organizzazione terroristica nota ai servizi segreti israeliani, perché tale fatto non era stato preso in considerazione durante la progettazione dell’operazione?
68 – Perché il governo israeliano non aveva comunicato tutto ciò prima dell’attacco alla flottiglia?
69 – Perché le parole di uno degli attivisti, che al suo ritorno aveva dichiarato che avrebbe voluto essere uno “shahid”, erano state tradotte in modo palesemente disonesto dalla propaganda ufficiale, come se avesse detto che avrebbe voluto “uccidere ed essere ucciso” (“shahid”, sta a significare una persona che sacrifica la sua vita per testimoniare la sua fede in Dio, proprio come un martire cristiano)?
70 – Qual è la fonte della menzogna secondo la quale i turchi avrebbero gridato ad alta voce”Tornate ad Auschwitz”?
71 – Perché i medici israeliani non sono stati chiamati a informare il pubblico almeno una volta sul carattere delle lesioni dei soldati feriti, dopo che è stato dichiarato che almeno uno di loro era stato colpito?
72 – Chi ha inventato la storia che vi erano le armi sulla nave e che erano state gettate in mare?
73 – Chi ha inventato la storia che gli attivisti avevano portato con se armi letali – quando l’esibizione organizzata dal portavoce stesso dell’IDF non mostrava altro che attrezzi reperibili su qualsiasi nave, tra cui un binocolo, uno strumento per l’infusione di sangue, coltelli e asce, oltre che pugnali decorativi arabi e coltelli da cucina che si trovano su tutte le navi, perfino in una imbarcazione non equipaggiata per 1000 passeggeri?
74 -Tutti questi elementi – associati alla ripetizione all’infinito della parola “terroristi” e al blocco di tutte le informazioni ti tipo diverso – non costituiscono forse un lavaggio del cervello?
75 – Domande relative alla inchiesta: Perché il governo israeliano si rifiuta di prendere parte ad una commissione internazionale di inchiesta, costituita da personalità neutrali di loro gradimento?
76 – Perché il Primo Ministro e il Ministro della Difesa hanno dichiarato di essere pronti a testimoniare – ma non per rispondere alle domande?
77 – Da dove viene il ragionamento secondo il quale soldati non devono essere chiamati a testimoniare quando in tutte le precedenti inchieste ufficiali superiori, ufficiali subalterni e gli uomini arruolati sono stati invece sottoposti a interrogatorio?
78 – Perché il governo si rifiuta di nominare una Commissione d’Inchiesta di Stato sulla base alla legge israeliana che è stata emanata dalla Knesset nel 1966 a questo scopo, soprattutto in considerazione del fatto che commissioni di questo tipo erano state nominate dopo la guerra dello Yom Kippur, dopo il massacro di Sabra e di Chatila, dopo che il pulpito della Moschea al-Aqsa era stato dato alle fiamme da un australiano folle, così come per indagare la corruzione nello sport e l’assassinio del leader sionista Chaim Arlosoroff (è avvenuto circa una cinquantina d’anni dopo!)?
79 – Il Governo ha qualcosa da temere da una simile commissione, i cui membri sono nominati dal Presidente della Corte Suprema, e che ha il potere di convocare testimoni e di sottoporli a contraddittorio, di richiedere la produzione di documenti e di definire la responsabilità personale per errori e crimini?
80 – Perché è stato deciso alla fine di nominare una patetica commissione, priva di qualsiasi potere giuridico, che sarà carente di una qualsiasi credibilità sia in Israele che all’estero?
E, infine, la domanda delle domande:
* Che cosa sta cercando di nascondere la nostra leadership politica e militare?
(tradotto da Mariano Mingarelli)
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Qui in basso il sito con la versione italiana e il sito con l’originale dell’articolo di Avnery
http://www.amiciziaitalo-palestinese.org/index.php?option=com_content&view=article&id=1975:le-80-domande-di-uri-avnery&catid=23:interventi&Itemid=43
http://zope.gush-shalom.org/home/en/channels/avnery/1276348453
x Marco -#97-
Condivido il tuo post…le ostilita’ non finiranno mai.
Anita
Invito tutti gli amici del Blog a commentare questo interessante dibattito che si sta sviluppando da Enrivo Galavotti su una tematica essenziale, sono interessato a tutto i pareri, direi che si possa leggere e commentare direttamente , oppure commentare in modo più generalista dal blog -master.
http://www.pinonicotri.it/?p=2039
A mio avviso queste tematiche , non sono poi così disgiunte dal problòema della pace, anche perchè poi alla fine della fiera ,si finisce nel Luogo- Comune che la pace sia impossibile , perche il mondo è cattivo .
Per cui le guerre alla fine altro non sono che “naturali” e non c’è nessuna ragione logica per cui avvengano.
Ovvero bisogna avere tanta rassegnagnazione Dio c’è l’ha date e noi “bravini ” ce le teniamo.
scusate , saluti
cc
caro CC.
Galavotti commette più di un errore di presupposto. Il più grave è quello di presupporre che il proletariato sia una classe.
Il proletariato è solo una massa di sfigati che non vede l’ora di diventare borghese e guarda al borghese come al proprio orizzonte da raggiungere. Non avendo una coscienza di classe in quanto NON è una classe, si comporterà non in funzione del bene comune ma solo ed esclusivamente in funzione del proprio beneficio personale il più immediato possibile. Lo abbiamo visto in Italia con il passaggio degli operai alla Lega, che è quanto di più fascista si possa immaginare.
Per cui se vogliamo filosofare filosofiamo pure, ma la realtà ci mostra tutt’altro quadro. Persino la Cina ha rinunciato al ruolo di unificazione di massa, il chè è tutto dire.
x CC
La pace è impossibile a breve termine ma possibile nel lungo termine. E’ necessario che si sviluppino a livello globale le tecnologie che risolvano il problema delle dipendenze energetiche e alimentari, acqua compresa. Le tecnologie per farlo esistono già. Devono solo essere applicate su larghissima scala. Manca l’intenzione di farlo, perchè contrasta con gli interessi dei potentati che ben conosciamo. Anche qui bisogna sperare nel ricambio generazionale che fornisca gente con un po’ più di coscienza civile. Siamo sulla buona strada, solo questione di tempo.
In quanto poi a sperare che il soc…smo soppianterà il capitalismo, scordatevelo. E’ già grasso che cola se riusciremo a creare una decente socialdemocrazia. Fuori dall’Europa poi, la situazione è anche peggiore: in alcune regioni si è ancora al Medioevo. Ne deve correre di acqua sotto i ponti per debellare la povertà o, ancor peggio, la miseria morale e materiale in cui versa ampia parte del Pianeta Terra.
Documenti provano che l’FBI spiava il Senatore Edward Kennedy
Documenti recentemente declassificati dall’FBI affermano che Edward Kennedy fu spiato dall’organismo in Messico ed in altre nazioni d’America Latina durante un tour per la regione realizzato nel 1961, perché si sospettava che avesse vincoli con la sinistra, incluso con i comunisti.
Gran parte delle oltre 2 mila cartelle diffuse si concentrano sulle indagini dell’FBI sulle multipli minacce di morte contro il senatore, deceduto nell’agosto del 2009, tentativi di estorsione ed altri aspetti sulle relazioni FBI-Kennedy tra il 1961 e il 1985.
Una parte rivela i suoi vincoli con l’allora direttore dell’FBI, J. Edgar Hoover, al quale il parlamentare chiese di scrivere un libro sul patriarca del clan Kennedy.
Durante il suo tour latinoamericano, nel quale visitò il Messico, Costa Rica, Colombia e Venezuela, uno dei documenti rende noto che Hoover fu informato da uno o due agenti a Città del Messico che, secondo uno dei suoi accompagnanti – un professore di Harvard – il presidente desiderava riunirsi con sinistroidi per parlare con loro e capire perché pensavano quel che pensavano. Il docente considerava che alcuni di loro non erano anti-statunitensi, poiché quello che dicevano era basato più sulle loro emozioni che su convinzioni politiche.
Il documento segnala che Kennedy e la sua delegazione si riunirono con il rettore dell’Università Nazionale del Messico, del quale l’FBI diceva che aveva simpatie comuniste. Inoltre andò a cena con intellettuali in aria di sinistra. I documenti dicono inoltre che l’ambasciata statunitense cercò di ritirare l’invito a un collaboratore della rivista Politica che era anti-statunitense e noto simpatizzante comunista.
Kennedy si riunì con individui che avevano notorie simpatie comuniste, indica un altro comunicato dell’FBI da Città del Messico.
Secondo una dichiarazione dell’FBI che riassume i documenti divulgati, dato l’amplio interesse dell’ufficio rispetto all’influenza dei rivoluzionari e comunisti centroamericani sui radicali statunitensi, l’agenzia maturò interesse nel viaggio del politico.
Infatti, entrò in possesso di un quaderno di appunti che Kennedy lasciò nel suo aereo, che adesso si rende noto (con alcuni nomi cancellati). Nei suoi appunti il politico forniva i dettagli delle sue visite in Messico, da incontri con leader imprenditori, politici e sindacalisti e addirittura con accademici.
Per esempio scrisse di essersi riunito con qualcuno il cui nome è stato cancellato, ma che identificava come proprietario e amministratore del Gruppo di Birra e Vetro di Monterrey, che era completamente pro-Stati Uniti. Lui gli commentò che ogni cambio deve arrivare lentamente, molto lentamente, in Messico, per compiere con le idee della Rivoluzione Messicana del 1910.
I comunisti non costituiscono una minaccia per le grandi masse di messicani, perché l’ideologia del paese è fermamente radicata negli ideali della Rivoluzione, riassume il governatore annotando i commenti dell’impresario. Aggiunge che sì, rappresentano una minaccia se si infiltrano in posti delicati del governo. In molti incontri in altre nazioni, Kennedy chiese qual era la percezione di Cuba.
Ci sono numerosi appunti sulle riunioni con i leader sindacali, contadini, del governo e diplomatici statunitensi, così come nelle università, ed in luoghi industriali e di produzione agraria in Messico, in Colombia e in Venezuela.
In altri documenti, cavi diplomatici e comunicati dell’FBI si riassumono alcuni commenti che mettono enfasi su Cuba e sui comunisti.
L’archivio contiene scritti su altri episodi nella vita politica di Kennedy. I documenti sono stati divulgati in risposta ad una sollecitudine di mezzi di informazione, conformemente alla legge sulla libertà dell’informazione
caro marco,
ma per carità di Giove, nessun problema da tempo si sa che se non si debellano i Virus della pomonite, la polmonite debella te.
Per quanto attiene il problema della tecnologia , tra un pò anche in questo caso riprenderanno corpo e sostanza analisi dei primi anni 60.
Di sicuro mi pare che noi come genere animale siamo già allo stadio in cui si deve lavorare per salvarci il culo dai disastri,provocati da noi stessi.
Una interessante prospettiva di lavoro.
Piaccia o meno, la scelta è nostra.
La tecnologia non ha mai risolto un cacchio di niente di per se.
L’uso che se fa in termini di programmazione e pianificazione , può piacere o meno è quello che decide.
Potremmo chiamare tutto questo anche “Giovanni” , io non sono uno che si formalizza!!!
cc
Sui dibattiti sulla tecnologia ti invirei a serie letture dei primi anni 60 e vedi che tutti o quasi i nodi stanno venendo piano piano al pettine.
Condiglio un uso di pettine a maglie larghe , a me viene già troppo da ridere adesso!
GOVERNO
Brancher ministro del Federalismo Pd e Di Pietro all’attacco
Lo ha nominato il Cdm, ha già giurato. Il leader IDV: “Coinvolto in Tangentopoli”. I democratici: “Nomina inutile, si moltiplicano le poltrone”
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato su proposta del Presidente del Consiglio Berlusconi il decreto di nomina di Aldo Brancher a ministro senza portafoglio. Il neo ministro, che sarà titolare dell’Attuazione del Federalismo, ha già giurato al Quirinale.
Antonio Di Pietro va all’attacco: “Ricordo molto bene Brancher coinvolto in Tangentopoli per fatti molto gravi, e a me pare che il messaggio che si manda ai cittadini sia uno solo: il delitto paga e che conviene fare il delinquente perchè magari si diventa anche ministro”.
Tremonti tra piccoli sassi e grandi massi
Di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**
Se un masso ostruisce la strada, non basta fare il pieno di benzina alla macchina per superarlo: occorre rimuoverlo per andare avanti. E’ una delle tante metafore che il ministro Giulio Tremonti ci ha recentemente raccontato. E’ una riflessione vera, peccato che sia stata un po’ sprecata per sostenere la magra proposta sulla libertà d’impresa e il tentativo di giustificare risolutori tagli di bilancio. Se veramente bastassero meno burocrazia e dei ritocchi ai conti pubblici, sicuramente necessari, per sgonfiare la bolla del debito e per rimettere in moto il motore dell’economia, tutti sarebbero disposti a dei sacrifici, che comunque dovrebbero interessare soprattutto i detentori di grandi patrimoni e di alti redditi..
Forse Tremonti ha volutamente scambiato “la pagliuzza per la trave”. Lui sa che il masso da rimuovere è un altro e più grande. Si chiama “fallimento di un sistema finanziario perverso e senza regole” che, più di due anni dopo l’esplosione della crisi finanziaria e bancaria mondiale, ancora domina i mercati.
Nei giorni scorsi la Federal Reserve ha completato uno studio sui comportamenti di 28 tra le maggiori banche americane e ha concluso che i programmi di incentivi e di bonus, che tanto hanno contribuito a provocare la crisi peggiore dalla Grande Depressione del ’29, rimangono al loro posto. E i gestori di operazioni ad alto rischio operano come prima. Ma sembra che la Fed non intenda renderlo pubblico prima del prossimo anno. Questo la dice lunga sulla volontà di intervenire per correggere le malefatte e portare chiarezza nei settori più opachi della finanza.
Kenneth Feinberg, lo “zar anti bonus” nominato dal presidente Obama per indagare sul comportamento delle banche che hanno usufruito degli aiuti governativi per evitare la bancarotta, avrebbe concluso che i 25 massimi dirigenti di 180 dei 420 istituti finanziari coinvolti, hanno continuato a incassare bonus e prebende vergognose. Feinberg non ha un’autorità esecutiva, può soltanto denunciare pubblicamente i fatti e forse creare abbastanza imbarazzo per chi ha abusato dei soldi pubblici.
Un altro masso da rimuovere è rappresentato dai derivati OTC che, dopo un ridimensionamento iniziale all’inizio della crisi, hanno continuato a crescere, mentre la produzione, l’occupazione e l’economia nel suo insieme calavano. Negli Usa a fine dicembre 2009 sono arrivati a 213 trilioni di dollari e a livello mondiale a 615 trilioni con un aumento del 12% in un anno.
Per le banche, la combinazione della bolla dei derivati, dei titoli tossici presenti nei loro bilanci e della rinvigorita propensione al rischio speculativo, sta creando nuove minacce di crisi.
Se ne è parlato anche in un recente convegno finanziario a Vienna e alla Bce di Francoforte. La paura di nuove insolvenze sta minando la fiducia tra le stesse banche che, senza assolute garanzie, non si fanno più credito tra di loro. L’aumento costante e progressivo del tasso Libor (London interbanking offered rate, il tasso di riferimento per i crediti a breve tra banche) sta a sottolineare queste difficoltà. Nel mezzo della paralisi provocata dal fallimento della Lehman Brothers e dalla paura di altri crolli bancari, era arrivato quasi al 5%.
L’Institute of International Finance (IIF), una potente lobby che rappresenta oltre 400 banche, ha fatto a Vienna un’alzata di scudi contro le riforme bancarie in discussione al G20, che, secondo loro, porterebbero ad una perdita di Pil del 3% in 5 anni nei paesi industrializzati. L’IIF calcola che nello stesso periodo, a seguito della riforma bancaria, l’intero settore necessiterà di un aumento di 700 miliardi di dollari di capitale azionario e dovrà sottoscrivere nuovi debiti per 5,4 trilioni di dollari per far fronte a nuove richieste di capitale e di liquidità. A Vienna si è domandato che, nel mezzo delle attuali turbolenze dei mercati, i risultati dello stress test di molte banche europee dovrebbero rimanere confidenziali. Evidentemente si tratta di conti non molto rosei.
Di fronte a tali dimensioni dei problemi e a tali sfide, dovrebbe essere evidente che i tagli di 25 miliardi di euro in due anni in Italia o di 80 miliardi in 4 anni in Germania, incideranno marginalmente sulle cause della crisi. Non spostano i massi pesanti.
Certamente bisogna riconoscere a Tremonti di essere stato tra i primi uomini di governo a parlare della necessità di una riforma del sistema, di regole più stringenti e condivise e di un nuova Bretton Woods. Forse oggi l’atto più coraggioso e di immediato effetto politico sarebbe l’adesione dell’Italia alle decisioni della Merkel e di Sarkozy di proibire le speculazioni in derivati e tutte le operazioni finanziarie “nude”, fatte senza vere garanzie e senza un interesse effettivo per i titoli o le merci sottostanti.
Sarebbe un segnale importante e la concreta dimostrazione della volontà di costruire un’Europa con sufficiente autorità per intervenire e cambiare le regole del sistema.
*Sottosegretario all’Economia nel governo Prodi ** Economista
Caro Gino,
se Hamas riconoscesse lo stato d’Israele tutti i paesi arabi sarebbero costretti a fare altrettanto. Con questo riconoscimento Israele verrebbe riconosciuto uno stato come tutti gli altri e non uno stato razzista, colonialista e violento. I palestinesi continuerebbero a vivere come cani, come diceva il generale Dayan che siccome risale a quarant’anni fa secondo Marco non esiste (a parte che sono solo 38), e la situazione sarebbe del tutto immodificabile.
Invece in questo modo c’è sempre più gente in occidente che incomincia a farsi domande, proprio quello che agli israeliani dà tanto fastidio.
Certi processi richiedono tempi lunghi. Molto lunghi.
Quanto poi agli opposti estremismi, un argomento tipico dei fascisti, proviamo un po’ a certificare come si vive nei Territori Occupati e poi forse si potrà parlare di estemismi.
Altrimenti qui c’è gente che giudica chi vive in un cimitero stando comodamente sdraiato sulla poltrona di pelle (umana) del salotto buono. Comodo, vero?
Un cordiale saluto U.
La tecnologia non ha mai risolto un cacchio di niente di per se.
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Non è vero.
Oggi abbiamo i mezzi per desalinizzare l’acqua del mare e quindi risolvere il problema della mancanza d’acqua. Negli Emirati Arabi già lo fanno.
Abbiamo i mezzi per fertilizzare il deserto, in Israele già lo fanno.
Abbiamo i mezzi per generare energia dal calore solare e immensi deserti a disposizione ch potrebbero fornire energia a tutto il Pianeta senza ricorrere al petrolio.
La genetica sta facendo passi da gigante e presto molte malattie saranno se non debellate almeno ridotte ai minimi termini.
L’unica cosa che manca è la volontà di farlo su larga scala, ma arriverà il momento in cui diventerà una scelta obbligata.
Senza la suddetta tecnologia, avremmo ancora davanti a noi tutti interi gli spettri della sete, della fame e delle malattie.
Man mano che gli spettri esistenziali saranno minimizzati, diminuirà anche la richiesta di religione. Il chè non guasta affatto.
Senza tecnologia saremmo ancora cavemen.
Non certo a chiacchierare su internet e su questo forum.
La nostra life expectancy sarebbe sui 35 anni.
Anita
x Anita:
il tipo di intervento che ho subìto io, negli anni ’80 aveva il 50% di mortalità. Quando l’ho fatto io, 10 anni fa, solo il 5%.
x Marco
Si’, il mio ex handyman ha avuto una delle prime open heart surgery-coronary bypass nel 1975, sta benissimo, lo vedo di sovente, allora era un miracolo, senza dimenticare che e’ stato fatto nel R.I. e non in uno dei centri piu’ specializzati.
Adesso e’ una procedura comune, non ha funzionato per mio marito dovuto a complicazioni che l’hanno tenuto in ospedale per 103 giorni consecutivi, era stato dimesso in 6 giorni…..qui ti buttano fuori dall’ospedale in fretta.
Anita
qui ti buttano fuori dall’ospedale in fretta. (Anita)
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Anche a Roma. Il terzo giorno ero in piedi e il quinto giorno ero a casa. Io però ho fatto l’intervento in un centro d’eccellenza.
La tecnologia non ha mai risolto un cacchio di niente di per se. Controcorrente{18.06.10 alle 15:58}
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Caro CC,
curioso che chi ha una formazione tecnica faccia affermazioni come la tua, contrastate da chi ha una formazione umanistica, o nessuna formazione ….
La tecnica dà alcune risposte (ad esempio produrre a minor prezzo e con meno fatica, allungare la vita ecc.) ma sono sempre e solo risposte parziali. E le conseguenze delle creazioni della tecnica saranno valutabili solo a lunga o lunghissima scadenza. Nulla viene mai dato gratuitamente, è una legge chiara per tutti a parte gli allegri fresconi come Marco. Per il quale capire il concetto di ecosistema e di azioni che provocano delle reazioni (più o meno uguali e contrarie) è sostanzialmente impossibile.
Non è detto che l’allungamento della vita in Occidente potrà continuare ancora a fronte delle schifezze che mangiamo e respiriamo e del fatto che le malattia infettive stanno diventando inguaribili (si è tornati a morire di TBC!) per le resistenza sviluppate contro gli strumenti di cura.
Per di più il nostro allegro pistola dimentica che la tecnologia ha costi esorbitanti e non è detto che la famosa tesi di Marx sulla tendenziale caduta del saggio di profitto sia poi così sbagliata. Proprio come quella della tendenziale proletarizzazione della popolazione tranne pochi ultra-ricchi. La desalinizzazione dell’acqua, ad esempio, costa un occhio della testa ma per il nostro gegnalmarco è ormai cosa fatta.
Ma non preoccuparti, i nodi vengono sempre al pettine. Quel che mi irrita un tantino è che verranno al pettine anche per me che con tutte queste caxxate non c’entro una beata fava.
Un saluto U.
PS. Naturalmente la nostra Anita è intervenuta subito con le sue profonde osservazioni. Ouhyeahh.
ammesso che l’allungamento ddella vita media ci sia, ci sono anche quisquilie come sovrappopolazione, inquinamento crescente, costi tecnologici appunto altissimi, problemi e costi altissimi di assistenza agli anziani che vivono si’ piu’ a lungo, ma con articolazioni a pezzi, afffanno, vertigini…A volte mi sento io un po’ cosi’ e sono ancora un quarantenne…
A meno che non si intenda allungamento della vita media per pochi eletti
Peter
La desalinizzazione dell’acqua, ad esempio, costa un occhio della testa ma per il nostro gegnalmarco è ormai cosa fatta. (Uro)
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Caro Uro, non segui i progressi della tecnica. Gli americani hanno fatto passi da gigante nel settore.
Tutto costa un occhio della testa all’inizio, poi con la diffusione a milioni di pezzi, il prezzo cala vertiginosamente. Vale per qualsiasi prodotto.
da: http://www.calvino.ge.it/prodottiMM/0405-3AE-Emergenza%20Acqua/TECN_INN_DESALIZZAZIONE.html
I costi di desalinizzazione dell’acqua del mare si sono abbassati di più del 60% dal 1991 e dell’84% dal 1978. Il guadagno in produttività della tecnologia permette un rapido abbassamento dei prezzi di costo al metro cubo. Il mercato delle centrali di desalinizzazione dovrebbe raddoppiare dal 1991 al 2019, per raggiungere un valore di circa 70 miliardi di dollari. Sono già stati lanciati progetti per un valore di circa 10 miliardi di dollari per il periodo 1999-2004; la capacità di produzione d’acqua dolce di questi progetti e di 5,3 miliardi di metri cubi al giorno, che rappresenterebbero un aumento della capacità globale del 25,2%.
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Desalinizzazione dell’acqua, novità dal MIT
Mercoledì, 24 Marzo 2010
All’indomani della giornata mondiale dell’acqua è stata pubblicata dal MIT, Massachusetts Institute of Technology, un nuovo sistema di desalinizzazione dell’acqua.
…..Un apparecchio con queste caratteristiche, alimentato da celle solari, sarebbe veramente importante nei territori colpiti da catastrofi naturali e nei paesi poveri….
….La volontà degli scienziati sarebbe di arrivare ad un sistema che assorba energia quanto una lampadina, ma prima di avere un dispositivo robusto e portatile, pronto per essere prodotto in scala industriale, saranno necessari ancora due anni.
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Appena DUE ANNI, caro Uro. Vedi come sei rimasto indietro?
x Uroburo
PS. Naturalmente la nostra Anita è intervenuta subito con le sue profonde osservazioni. Ouhyeahh.
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Non vorra’ mica paragonare la vita di 60-70 anni fa con quella di adesso.
In campagna si stava maluccio, le donne andavano a lavare nei ruscelli…
Non parlo della mia fanciullezza, noi eravamo fortunati di avere tutte le comodita’ di allora, perfino le cure mediche piu’ avanzate.
Parlo del pubblico in generale, anche a Milano.
Vuole forse che le enumeri tutti i progressi tecnologici degli ultimi 100 anni?
Ci vorrebbe un libro, e…io ne conosco solo una minuscola porzione.
Ouhyeahh………….
Anita
Caro Marco,
quel che conta è il prezzo dell’acqua desalinizzata al metro cubo. Il resto sono solo chiacchiere.
Se fosse un prezzo competitivo sarebbero diffusi dovunque se non lo sono è SOLO perchè il prezzo per ora non è competitivo.
QUINDI questa tua fiducia nella tecnologia è SOLO un credo religioso come un altro. Roba complessivamente innocua.
Inoltre la tua speranza che la tecnica possa sconfiggere i credo religiosi è un altra fuga in avanti: sono due campi completamente diversi con pochissimi punti in contatto.
Forse io sono rimasto indietro ma tu con la fantasia corri decisamente troppo avanti.
Anche la tua fede nella medicina è ridicola. Quando dici “La genetica sta facendo passi da gigante e presto molte malattie saranno se non debellate almeno ridotte ai minimi termini” dici una cosa che dimentica l’insorgere di nuove malattie. Compreso le malattie infettive: i batteri ed i virus hanno una capacità di adattamento alle nostre terapie estremamente rapidi, più rapidi della nostra capacità di creare nuove cure.
Io credo che la durata media della vita nei paesi avanzati dell’Occidente inizierà presto a diminuire. U.
x Marco
La desalinizzazione dell’acqua e’ usata negli US, in Florida, California, Texas…e nelle isole.
In Saudi Arabia ed altre nazioni e’ molto avanzata.
Pensa che quando mio figlio maggiore dal quinto all’ottavo grado, ogni anno i progetti scientifici degli studenti si concentravano sulla desalinizzazione.
Ogni anno c’era la “Science Fair”, progetti elaborati, con tubi e tubetti, piccoli motori…bisognava fornirsi dalla ditte di medical supplies.
http://en.wikipedia.org/wiki/Desalination
Anita
(Le 81 domande …)
Caro Pino,
ho letto il tuo articolo e le 81 domande. Interessanti.
Mi chiedo se le hanno lette anche i predicatori di democrazia ed i fresconi del nostro blog. Mi sa proprio di no: loro sanno già tutto.
Ho trovato interessante soprattutto le domande:
59 – Ha l’ IDF isolato i passeggeri dal resto del mondo per 48 ore, confiscando tutte le telecamere, i film e telefoni cellulari dei giornalisti a bordo, allo scopo di sopprimere tutte le informazioni che non erano conformi alla versione fornita dall’IDF?
Cosa che va di pari passo con l’eterna opposizione degli israeliani a qualunque indagine imparziale sul loro operato.
65 – Su quali basi si era dichiarato più volte che essa era una “organizzazione terroristica”, anche se non è stata fornita alcuna prova che confermasse questa affermazione?
Cosa che va di pari passo con l’accusa di terrorismo e di antisemitismo gettata contro chiunque non condivida la politica israeliana.
69 – Perché le parole di uno degli attivisti, che al suo ritorno aveva dichiarato che avrebbe voluto essere uno “shahid”, erano state tradotte in modo palesemente disonesto dalla propaganda ufficiale.
Secondo i bennoti sistemi del MEMRI …
75 – Perché il governo israeliano si rifiuta di prendere parte ad una commissione internazionale di inchiesta, costituita da personalità neutrali di loro gradimento?
Vedi n. 59
81. Che cosa sta cercando di nascondere la nostra leadership politica e militare?
Già: quali sono i veri obiettivi della politica israeliana? Uroburo
x Uroburo
Alla tua domanda ho già risposto rispondendo alla stessa domanda posta da Uri. Il governo israeliano vuole entrare nella Nato e nella Comunità Europea al posto della Turchia, ecco perché ha colato a picco i suoi ottimi rapporti con quel Paese. E vuole entrare nella Nato per realizzare il sogno della Fallaci-Nierenstein e del canagliume di cui questo blog è riuscito a disfarsi: spingere e guidare l’Occidente allo “scontro di civiltà”, cioè alla guerra contro il mondo arabo visto come avanguardia dell’intero mondo islamico.
Se questa è probabilmente la meta più ambiziosa, quella minimale è la pulizia etnica che cacciando anche i palestinesi e gli arabi che non sono riusciti a cacciare dal ’47 ad oggi (dal ’47, nota, non ‘dal 48!) consegni agli israeliani duri e puri la “terra promessa” (?!) priva di gojm, cioè di gentili detti anche bestiame umano (è la stessa espressione che usavano in Mesopotamia 3.000 anni fa per indicare gli schiavi, ai quali in effetti infilavano una corda in un buco fatto nel naso per tenerli come si tengono i buoi).
Sai com’è: la bibbia dice che Jahvè ha promesso al suo “popolo eletto” (?!) un territorio enorme, magari più grande di quello di Carlo V, e una popolazione “numerosa come i granelli di sabbia del deserto” (o delle spiagge del mare, ora non ricordo). Certo, discorsi e ambizioni da ubriachi. Ma giornaliste – de La Stampa – come Elena Loewenthal ci tengono a ricordare nei loro libri quella promessa…. Per non parlare di buona parte del rabbinato.
La Storia del genere umano è un sanguinoso susseguirsi di tragedie una più demenziale dell’altra. Mi par di capire che continuerà a essere così.
‘Notte.
pino
Popoli in lotta
DERRY E LE CONSEGUENZE DELLA DOMENICA DI SANGUE
http://www.comedonchisciotte.org/site/modules.php?name=News&file=article&sid=7173
i delinquenti al governo si sono scatenati come una muta di cani per ricattare i vari governi
@ Shalom
Infatti. E mentre gli americani continuano a insistere con la tiritera dell’Iran “pronto a colpire l’Europa” (chissà per quale motivo e con che cosa, boh?), sviando l’attenzione, alla maniera dei prestigiatori, l’unico che veramente minaccia l’Europa è proprio israele, dicendo che se l’Europa gli si mette contro, “non avranno remore” a colpirla al cuore: Roma, Londra, Parigi…
LE TESTIMONIANZE SCIOCCANTI DEI SOPRAVVISSUTI
DELLA MAVI MARMARA
http://www.gilad.co.uk/writings/shocking-testimonials-from-the-mavi-marmara-survivors-and-on.html
Gilad Atzmon/Lauren Booth
Una delle tendenze più impressionanti dopo l’attacco della flottiglia è stata la velocità con cui la hasbara [Termine con cui lo stato di Israele descrive gli sforzi esercitati per giustificare la politica del suo governo, ndt] israeliana sia stata smascherata dai giornalisti del web. Gli audioclip manipolati, in cui amatori con finto accento arabo sibilano “Tornatevene ad Auschwitz” agli ufficiali navali israeliani, non ci hanno messo molto ad essere tolti di mezzo, vero? Poi ci sono le affermazioni “talmente patetiche da sembrare comiche” sul fatto che la flottiglia fosse collegata con Al Qaeda…
Oggi la storia mondiale viene modellata da internet, non dal Ministero degli Esteri israeliano.
Intanto, come una star del calcio sorpresa a tradire la moglie, invece di dire “Ho fatto un gran casino, perdonami”, le fonti del governo israeliano ed altri filibustieri urlano: “Non è giusto guardarci tutto il tempo, è male!” e “Non sono affari vostri, lascateci in pace!”. Una vera sfortuna che la biancheria sporca dell’IDF [Forze di Difesa Israeliane, ndt] sia stata mandata in onda per quello che è, via facebook e twitter. I singhiozzi sionisti del “non è giustooo!” suonano ancora più bizzarri.
Dopo il massacro, l’Intelligence israeliana (ci dev’essere un errore) è stata alquanto occupata a cancellare le memory card e gli hard disk di quelle che una mia ricerca preliminare ha stimato fossero circa 800 videocamere, 1200 cellulari e 600 computer. Tutto saccheggiato ai passeggeri della Freedom Flotilla, mentre venivano fatti inginocchiare, ammanettati e messi in posizioni forzate, sul caldo ponte della Mavi Marmara per tutte le 12 ore seguenti l’attacco. Prima che i robots gridassero “Perchè c’è tanto denaro a bordo? Perchè così tante fotocamereee?”. Lasciate che vi spieghi: le brave persone a bordo avevano raccolto soldi per mesi nelle comunità locali di tutto il mondo per portare beni utili alle persone, le scuole ed i bambini sotto assedio nella striscia di Gaza. Inoltre, le fotocamere erano le uniche “armi” che quelli a bordo avevano per difendersi nel caso di un attacco in mare.
Ora, l’evidenza sta venendo a galla: forzata (dalla linea dura della diplomazia turca) a rilasciare tutti i passeggeri rapiti più presto di quanto avrebbe voluto, Israele (come al solito) si sta vendicando sulle famiglie palestinesi degli attivisti che erano a bordo. I cari di coloro che cercano di opporsi senza violenza alle politiche sioniste di violento Apartheid vengono interrogati, mentre state leggendo, dallo Shabak [Servizio di sicurezza generale israeliano, ndt] per aver semplicemente viaggiato con la Freedom Flotilla.
Non mi permetto di dire altro per paura di ulteriori rappresaglie su gente innocente. Ma poichè ormai dovreste rendervene conto, la macchina israeliana è specializzata nella punizione collettiva. Questa settimana un portavoce americano ha dichiarato dal vivo che “I bambini di Gaza erano sotto assedio perchè i loro genitori hanno votato Hamas”…
Jamal El Shayyal è il reporter di Al Jazeera che ha continuato a trasmettere mentre gli spari fischiavano dietro di lui sul ponte superiore della Mavi Marmara… El Shayyal ha raccontato ad un pubblico ammutolito che “era stato invitato dall’IHH [“Fondazione Dei Diritti Umani, Le Libertà E Gli Aiuti Umanitari”, una ONG turca, ndt] a filmare ogni centimetro della nave”. E così ha fatto. Dalle viscere dello scafo fino ai ponti più alti.
“Ho controllato e filmato” ha detto “non c’era un’arma a bordo. Non una pistola. Niente artiglieria. Le cose più letali su quella nave erano frutta e verdura”.
Quando l’attacco del commandos israeliano è iniziato Jamal indossava il pigiama sotto un giubbetto di salvataggio come molti degli altri cosiddetti “terroristi preparati a bordo”. Gli elicotteri hanno quasi provocato un uragano sui ponti, tutti i telefoni satellitari sono andati in tilt (per bloccare deliberatamente gli SOS al resto del mondo) e, così sperava l’IDF, ogni rapporto di fatto su ciò che stava per accadere.
A questo punto, poco dopo le quattro e trenta del mattino, Jamal ha visto un passeggero turco colpito alla testa. Parlava piano e chiaramente per essere sicuro che fosse capito da tutti.
“In quel momento non c’erano [ancora] soldati sulla nave.”
Presto un altro passeggero ha preso una maglia bianca dalla borsa e l’ha usata come una bandiera di resa. Quando gli spari hanno fischiato, molti sono morti. Era chiaro che le richieste di pietà venivano ignorate. E che era in atto un’azione omicida.
Un membro israeliano del Knesset e Lubna (un attivista che parla anche ebraico) ha preso la parola facendo degli annunci all’altoparlante in inglese e poi in ebraico. Annunci ripetuti almeno 8 volte.
“Abbiamo della gente gravemente ferita qui, per favore venite a prenderli. NON siamo armati. CI ARRENDIAMO!”
Presto la trasmissione dell’altoparlante è stata tagliata.
Sarah Colborne del PSC [Palestine Solidarity Campaign, ndr] ed altri passeggeri hanno negoziato con i soldati l’evacuazione di almeno alcuni dei tanti feriti. Molti non volevano andare con gli israeliani per paura di sentirsi meno al sicuro ad essere “trattati” dalle truppe, piuttosto che essere operati sotto i ponti della nave senza anestetico.
“Era stata richiesta agli israeliani una barella” ha continuato Jamal “per un uomo con diverse emorragie interne che doveva essere spostato. Ci hanno detto di usare un sacco a pelo”. L’uomo è stato spostato in agonia su un lenzuolo peggiorando le sue ferite. Ed il suo immenso dolore. È sopravvissuto? Non lo sapremo mai.
Poiché la sparatoria ha spianato la strada all’imprigionamento forzato dei passeggeri, o, chiamandolo col suo nome – al sequestro, Jamal è stato spinto a terra, ammanettato e picchiato. I suoi effetti personali prelevati. Era ormai mattina, in un chiaro, soleggiato giorno d’estate. Centinaia di uomini sotto shock erano tenuti sul ponte, con le mani legate dietro la schiena. Tre e poi quattro ore sono passate. C’erano richieste per andare in bagno. Non è stata data acqua, sono stati presi a calci e pugni dai soldati che passavano ogni pochi minuti. ..
Si ricorda di un tranquillo fratello musulmano che diverse volte aveva chiesto ai soldati se fosse possibile allentare leggermente le sue manette. Alla terza richiesta, uno di loro le ha strette così tanto che “ha urlato di dolore al punto da farci venire la nausea”.
Nel pomeriggio la nave è stata fatta approdare nel porto di Ashdod. Spinto a riva da guardie armate, Jamal è stato salutato così: “Benvenuto in Israele. Si sta divertendo qui?”
I passeggeri civili non erano “detenuti” né “arrestati”. Erano pienamente, in ogni accezione legale della parola, “rapiti”.
Nella prigione di Beersheva, è stato messo in una cella, con uno dei capi del gruppo turco per i diritti umani, l’IHH. Non hanno mangiato nulla per 24 ore, solo alcuni sorsi d’acqua. Non sapevano affatto se il mondo sapesse dove si trovassero – o cosa fosse successo. Altrove nella prigione, si potevano sentire gridare contro i rapitori israeliani alcuni rappresentanti consolari dalla Grecia, la Francia, la Spagna e la Macedonia che chiedevano il rilascio dei loro connazionali. Urlando per i diritti umani violati, per il cibo, per l’acqua, per l’accesso alla rappresentanza legale. Dal consolato inglese. Niente.
Alla fine quando ogni altro console aveva visitato i civili rapiti, si presenta un rappresentante inglese. Jamal ha descritto la natura ossequiosa della visita con parole umilianti. Con vari salamelecchi agli israeliani, il diplomatico inglese non ha nemmeno insistito sul diritto di vedere le vittime in privato. Un imperativo legale per i tutti i detenuti durante una visita del genere. Non ha richiesto acqua, cibo, o un termine di rilascio per coloro che in teoria stava rappresentando. Sotto lo sguardo dei soldati israeliani, ha fatto solo due domande: “come si chiama e qual è il suo numero di telefono in Inghilterra”. Poi i nostri cittadini sono stati abbandonati ad interrogarsi sul loro destino e su quello dei loro compagni, affamati, impauriti, scioccati, soli.
Quando gli israeliani hanno realizzato che i giochi erano finiti, e che il mondo aveva sicuramente visto i video del loro attacco omicida, hanno dato l’opportunità ai detenuti turchi di lasciare la prigione alla svelta, in un’ora.
Se ne sono andati? No. Di punto in bianco hanno rifiutato di andarsene “prima che ogni altra nazionalità non fosse liberata”. Gli rendiamo onore.
Jamal, Osama, Alexandra, Sarah, Kevin e altre 400 persone da tutto il mondo sono state rilasciate SOLO grazie al sostegno dei turchi. E non per un intervento della comunità internazionale. Non per un’azione dell’ONU o (Dio non voglia) del governo inglese. Ma grazie al governo turco.
In tutto il suo tempo da prigioniero, poco più di 40 ore, Jamal, come tutti gli altri inglesi, non ha ricevuto né visite legali, né telefonate, né una giusta rappresentanza inglese.
Finalmente all’aeroporto di Ben Gurion, deportato da un luogo in cui non sarebbe mai voluto entrare, a Jamal è stato consegnato un pezzo di carta con una sua foto e delle scritte in ebraico. Il suo interrogatore lo ha condotto all’aereo sogghignando. “Complimenti” ha detto “questo è il suo nuovo passaporto”.
“Voglio il mio vecchio passaporto!” ha risposto Jamal.
“Mi faccia causa!” è stata la risposta[…]
L’EUROPA IPOCRITA CHE CRITICA IL VENEZUELA
In Venezuela, ogni anno i salari vengono rivalutati con un aumento uguale o superiore all’inflazione accumulata. Il primo maggio è stata aumentata la pensione portandola al valore del salario del minimo degli occupati. La previdenza sociale si è fatta carico dei contributi mancanti dei pensionabili, quelli che le imprese non avevano pagato durante la parentesi neoliberista, in cui era stato messo in liquidazione l’istituto pensionistico.
In Europa stanno colpendo in modo premeditato, pianificato e generalizzato il rimanente Stato sociale, nonostante gli allarmanti indici di disoccupazione già sfiorino il 20%, ma puntano il dito contro il Venezuela dove i disoccupati sono meno dell’8%. Dove esiste il controllo dei prezzi dei prodotti commestibili di base dell’alimentazione familiare, nonostante il crollo dei prezzi del petrolio dell’anno scorso […]
Link: http://selvasorg.blogspot.com/2010/06/il-bue-dice-cornuto-allasino.html
x Uroburo
Mi chiedo se le hanno lette anche i predicatori di democrazia ed i fresconi del nostro blog. Mi sa proprio di no: loro sanno già tutto.
Dovutamente letto, prima che Pino Nicotri lo usasse per questo nuovo forum.
Shahid (in arabo شَهيد šahīd, plurale: شُهَداء šuhadā) è una parola in arabo che significa “testimone”. È spesso tradotto in italiano con il termine «martire», cosi’ pure in inglese.
Se non significasse “martire” perche’ mai invocare la morte via martirio?
Propaganda da ambedue le parti, certamente.
Anita
sha·hid [ shə hd ] (plural sha·hids) or sha·heed [ shə hd ] (plural sha·heeds)
noun
Definition:
Muslim martyr: somebody martyred in the cause of Islam
[Late 19th century. < Arabic ṣīd “witness, martyr”]
Sentite questa:
Renata Galanti, già collaboratrice di Luca Zaia al ministero delle Politiche agricole” “Ognuno si deve alimentare secondo il dna dei propri genitori: chi viene dal Meridione non deve integrarsi completamente con le abitudini alimentari del nord, altrimenti saranno inevitabili i disturbi di stomaco”.
Poi si inkazzano se li chiami legaioli.
“SEGA NORD” a caratteri cubitali era scritto su un murales dalle parti di Varese. Dopo due giorni lo hanno cancellatoin fretta e furia.
C.G.
x Uroburo 121
su batteri e virus non sono molto d’accordo. Non credo che la vera minaccia del futuro verra’ dalle malattie infettive, anche se una grande pandemia influenzale potrebbe in teoria sempre avere luogo. Quando penso che l’anno scorso mi hanno inoculato un vaccino del tutto inutile…
Vi sono molti batteri che conservano grande sensibilita’ agli antibiotici tradizionali. La sifilide e’ in giro da secoli, e viene curata con successo con semplice penicillina, e nient’altro, da oltre 60 anni. Il virus dell’AIDS veniva descritto come ‘la nuova peste’ fino a qualche anno fa. Almeno in Occidente, le terapie funzionano da una quindicina d’anni, e la speranza di vita di gente con AIDS che segue la terapia e’ paragonabile a quella di persone col diabete, direi. Anche se si tratta tuttora di cure molto costose. Se pero’ un’epidemia del genere fosse apparsa anche solo 50 anni prima, saremmo stati freschi…
Vi sono alcune infezioni multiresistenti, ma sono l’eccezione, non la regola. E’ il vecchio discorso, ormai superato da molto tempo in campo militare, del cannone e la corazza: cannoni sempre piu’ efficaci, contro corazze sempre piu’ resistenti. Alla fine sono praticamente spariti entrambi
un saluto
Peter
i problemi di salutedel futuro saranno sempre piu’ legati all’inqui-namento amb-ien-tale, l’esauri-mento delle risorse compresi ossigeno ed acqua, i cambiamenti climatici, la sovrap-popo-lazione, l’affol-lamento. In contesti ed am-bienti sempre piu’ degra-dati ed impov-eriti, alla fine potranno prevalere anche le malattie infettive, ma come corol-lario, non come problema prim-ario
Peter
Caro Peter,
su virus e batteri siamo in disaccordo. Secondo me ambedue sono in grado di mettere in atto meccanismi di resistenza abbastanza rapidi. Anche per l’uso dissennato che abbiamo fatto degli antibiotici, ormai diffusi nelle acque.
Sono ovviamente d’accordo con il suo messaggio 133. Insomma non c’è ragione di avere il fideistico ottimismo di Marco.
Vedremo cosa ci riserverà il futuro.
Un cordiale saluto U.
La Storia del genere umano è un sanguinoso susseguirsi di tragedie una più demenziale dell’altra. Mi par di capire che continuerà a essere così. (Pino)
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Vedi Pino che, di sponda, raggiungi le stesse conclusioni che raggiungo io? Abbiamo voglia noi a fare i liberali, i poeti e i filosofi contro Israele, finchè c’è gente tipo i rabbini ultraortodossi con un grosso coltello dalla parte del manico!
E fossero solo loro…dimentichiamo il coltello tenuto dai potentati economici che fanno il bello e il cattivo tempo indipendentemente dalle esigenze e dalle richieste della gente per bene. Possiamo solo indignarci, non altro.
Putroppo il mondo è fatto di gente della più vasta gamma morale, dal santo al peggior diavolo, con tutte le varianti intermedie. Non c’entrano le culture, c’entra l’indole del singolo individuo: santi o diavoli si nasce, non si diventa. Ci si evolve semmai da diavolo a meno diavolo ed anche, per qualche speciale illuminazione ma in casi estremamente rari, da diavolo a santo, ma si tratta di meccanismi evolutivi strettamente individuali, non applicabili alle masse in quanto classi.
Ad accelerare l’evoluzione morale è utile la tecnologia che allontana i babau esistenziali. Mai dimenticare che a pancia piena si è sempre più buoni e disponibili che non a pancia vuota.
Insomma non c’è ragione di avere il fideistico ottimismo di Marco.
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E perchè no? Finora il sistema ha funzionato col vettore verso il miglioramento costante delle condizioni di vita. O forse vuoi dirmi che anche solo 50 anni fa si viveva meglio che adesso?
Naturalmente parlo di miglioramento disponibile, non di miglioramento utilizzato. Nel senso che c’è chi utilizza i miglioramenti tecnologici e chi invece non può o non vuole, per costrizione o per scelta.
Chiaro che a livello globale le cose stanno sempre come al solito: il benessere tecnologico è usufruito a macchia di leopardo, c’è chi può e chi no.
A tutto questo dobbiamo aggiungere la capacità individuale a vivere bene. Uno può essere ricco e fare una vita di merda e può essere povero e godersela. Io sono povero e me la godo, ad esempio. Però se posso campare con 4 soldi è perchè c’è qualcuno ( stavolta onore ai veneti della Inn’s) che mi ha messo a due passi da casa un ipermercato che vende roba buona a prezzi stracciatissimi. Solo 20 anni fa, quando gli ipermercati stavano solo a Roma e a Milano, col cavolo che avrei potuto campare con i miei 4 soldi, ai prezzi dei singoli bottegai!
su virus e batteri siamo in disaccordo. Secondo me ambedue sono in grado di mettere in atto meccanismi di resistenza abbastanza rapidi. (Uro)
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Con l’avanzare degli studi di genetica, si va al cuore del problema: loro mettono in atto le corazze e noi glie le andiamo a smantellare dall’interno. Ci vuole ancora un po’ di tempo, ma i progressi sono costanti e non hanno mai avuto battute d’arresto.
Paleonico
@ Vox
… cosa dici che il macco trompetta leggera l’articolo di Tito Pulsinelli, del link, che ti ringrazio averlo postato, e si rendera conto delle stro-mpazzate che scrive contro il socialismo che, secondo .Esso, è defunto… ??¿¿ grazie Vox!!
Per quel che riguarda il prezzo dell’acqua potabilizzata, tutto dipende dalla diffusione dei meccanismi di potabilizzazione.
Il primo computer era grande quanto un appartamento, faceva solo le 4 operazioni e costava un’ira di dio. Oggi gestisce una quantità spropositatamente più grande di informazione, è piccolissimo tanto da stare in un telefonino e costa due lire. Prima la carrozza e i cavalli da tiro erano nella disponibilità del ricco. Oggi l’automobile è a disposizione di qualsiasi morto di fame.
Qual è la lezione da imparare? E’ che nel tempo qualsiasi creazione umana, persino la più scema ( pensiamo alle scarpe tecniche o ai tessuti tecnici) costa sempre di meno e dà sempre maggiori prestazioni. Vale per la tecnologia applicata all’acqua, al cibo e alla medicina, i tre grandi babau esistenziali.
vi e’ anzi chi pensa che una ridu-zione effe-ttiva delle epid-emie e soprattutto della mor-tali-ta’ da infe-zioni rispetto ai secoli passati sia dovuta solo ai cambiamenti in meglio delle abita-zioni, siste-mi fog-nari, acqua pota-bile sicura. Aggiungerei le vac-cina-zioni di massa e siamo al completo. Gli antibi-otici hanno un’importanza molto relat-iva rispetto alle po-po-lazioni, anche se sono utilis-simi nella terapia dei casi indi-viduali. Il loro uso ind-iscri-minato, specie in campo vete-rinario o meglio di alleva-mento indus-triale, e’ senz’altro da conda-nnare.
Tuttavia non va dimenticato che l’unica vera difesa di mas-sa contro virus e batteri e’ sempre stata, e sempre restera’, solo il nostro fanta-stico sistema imm-unitario. Lo si vede appunto nei disgr-aziati che ne sono carenti, alla fine soccombono alle inf-ez-ioni proprio perche’ non e’ possibile dare an-tibio-tici ed antivi-rali di sorta che funzionino contro tutti, compresi banali germi ‘oppor-tunisti’. Oppo-rtunisti solo finche’ il sistema imm-unit-ario funziona nel tenerli a bada…
La tuber-colosi e’ quasi scomparsa nei ‘bianchi’ perche’ noi abbiamo sviluppato un’im-munita’ di gregge contro di essa nel corso dei secoli, NON per via delle terapie antit-ube-rcolari. La s-ifi-lide non e’ scomparsa afffatto, ma si e’ molto attenuata nelle sue manifes-taz-ioni per lo stesso motivo.
In sostanza, i germi cambiano velocemente, ma i nostri anticor-pi cambiano altrettanto velocemente. I vertebrati sono la vetta dell’evoluzione biologica anim-ale, ed il loro estre-mamente complesso sistema immun-itario ne assicura la sopravvivenza contro i microparassiti da milioni e milioni di anni. Altro che ingegneria genetica
Peter
Caro Peter, perfettamente d’accordo col tuo 140, tranne che nell’ultima frase. Per un semplice motivo: poichè il sistema immunitario reagisce in maniera più o meno forte a livello del singolo individuo, chi ha un sistema immunitario meno aggressivo, soccombe. L’ingegneria genetica serve a contrastare dall’interno l’aggressività del virus, agganciando l’anticorpo artificiale direttamente al virus e quindi smantellandolo o rendendolo inoffensivo.
Dobbiamo aggiungere una considerazione, ovvero la psicosamaticità di una gran parte delle malattie, nel senso che l’organismo è sensibile alle variazioni emotive a tal punto da indebolire il sistema immunitario ed aprire la strada all’aggressività virale, ma anche ai meccanismi di deterioramento cellulare o di formazione tumorale.
x Marco
il coro-ll-ario di cio’ che dici, ammesso che sia vero, e’ che l’ev-olu-zi-one delle po-pola-zioni verrebbe ar-res-tata, o meglio dele-gata, alla t-ecn-ologia.
Comunque cio’ che dici e’ molto ipot-eti-co, per non dire fant-ascie-ntif-ico. Intanto perche’ alcuni vir-us (ivi compreso HI-V) cambiano il loro mos-aic-o a-ntig-enico di continuo, e cio’ renderebbe subito i-nu-tili o obs-oleti anche gli eventuali a-ntico-rpi ‘artif-iciali’. Se ci fai caso, il nostro sist-em-a imm-uni-tario (anche dei piu’ ‘forti’ come dici tu) non ha mai avuto la meglio contro il vir-us dell’AI-D-S, proprio per quel motivo. E tutti i ten-tativi di real-izzare un vac-cino effi-cace sono finora stati vani, ti sei mai chiesto perche’? Tuttavia il vi-rus viene tenuto a bada dal si-ste-ma imm-uni-tario per pare-cchi anni, e la cosa funzi-onerebbe a lungo, se…il vi-rus non avesse una str-ana p-redile-zione proprio per i lin-fociti T, guarda caso.
E non c’e’ modo di att-ac-care alcun vir-us dall’int-erno (?!) con an-ticor-pi, che agis-cono sempre e solo alla supe-rficie di batteri e vi-rus: la cui semplicita’ e’ anche il loro vant-aggio.
Invece l’uso di ant-ico-rpi artif-iciali offre dei vanta-ggi nel ber-sagliare ed inden-tificare cellule tum-or-ali relat-ivam-ente ‘lente’, per poi aggr-edi-rle con farm-aci adatti. Ma e’ sempre un discorso a livello di indi-vid-ui, non po-po-lazioni
Peter
oddio, non avrei dovuto porre inter-rogativi…ora ‘Vox populi’ ci offrira’ un’altra belliss-ima teoria compl-ottist-ica glo-bale.
Che so io, il vir-us dell’A-i-DS (e molti altri) e’ magari un prodotto di labora-torio usaegetta, per spop-o-lare i paesi af-ri-cani e dare piu’ spazio per prod-urre una certa bibita gassata….
Peter
Chiaro che la medicina è sempre individuale, perchè ognuno di noi reagisce im maniera diversa dall’altro. Molto utile la prevenzione ed anche il buonumore, che pare essere un ottimo antidoto contro le malattie.
Poi, c’è l’approccio olistico alla malattia ed è un campo tutto da esplorare. L’approccio occidentale di contrasto è solo uno degli approcci possibili.
Sta di fatto che quando ero bambino, si sentiva spesso di bambini morti di tifo e di difterite. Ora non più. Significa che i farmaci qualcosa la fanno. Certo, ci sono virus che al momento sfuggono al contrasto, ma sono convinto che col passar del tempo si scoprirà il modo di fregare anche loro.
All’inizio dell’anno mi ero divertito a segnare sul calendario una data al mese che astrologicamente mostrasse una certa incisività. A Gennaio ha funzionato con la mostra della mia amica. A Febbraio non ricordo bene. Per Marzo avevo segnato il 16 ed infatti quel giorno mi è giunta la richiesta di spostarmi a Milano, cosa che ho fatto il 18. Aprile e Maggio li ho passati a Milano e, non avendo il calendario sottomano, non ho controllato. A Giugno avevo segnato il 17. In un periodo di calma piatta, il 17 ero in chat con una mia amica biscegliese e, scherzando e ridendo, abbiamo messo in moto una mostra in grande stile, che è già pubblicizzata su facebook, denominata “I sorci verdi…quando l’arte non è di parte”. Già adesioni in massa.
x Marco
e dalli. Per la difterite e’ in atto da tempo una vaccinazione di massa. Anche per il tifo esiste da tempo un vaccino molto efficace, ma la sua prevenzione e’ dovuta essenzialmente al miglioramento dei sistemi fognari di massa da quando eri piccolo, nonostante la monnezza ‘e Napule…
Ergo, i nuovi casi di entrambe le malatttie sono drasticamente diminuiti per ragioni che non hanno nulla a che vedere coi ‘farmaci’. Infatti persino i vaccini, per quanto ne so, non sono esattamente farmaci. Il che conferma il discorso che facevo prima
Peter
Caro Peter,
anch’io sono di quelli che pensano che il miglioramento generale delle condizioni sanitarie mondiali (non è un fenomeno solo occidentale anche se da noi arriva a picchi straordinari legati al successo della lotta contro le malattie infettive) sia dovuto prima di tutto ai miglioramenti legati ad un maggior benessere e solo in secondo luogo ai presidi sanitari.
Quindi sono le difese immunitarie individuali (ma di grandi masse di individui progressivamente selezionati dai processi di selezione naturale, come si è visto appunto con sifilide e TBC) a proteggerci prima di tutto. Poi vengono vaccini e farmaci.
Tuttavia la capacità di adattamento dei batteri e soprattutto dei virus è prodigiosa e molto più veloce del nostro sistema immunitario; ed ancor più della nostra capacità di creare farmaci adeguati che richiedono studi lunghissimi e che, talvolta, come ha citato lei per l’AIDS, non funzionano affatto se non come rallentamento di un processo patologico.
Tuttavia, con buona pace di sogni di Marco, le devastazioni ambientali di oggi (acqua, aria, cibi, suoli inquinati da milioni di sostanze di cui noi non sappiamo assolutamente nulla) rendono più limitate le nostre capacità di difesa. Anche perchè moltissime sostanze, soprattutto le sostanze chimiche, aggrediscono proprio i nostri sistemi immunitari.
Per questo dicevo che non è affatto detto che la vita media in Occidente continuerà a crescere. Tranne, ovviamente, per i super-ricchi.
L’ingegneria genetica è un campo ad applicazioni assai ridotte ed estremamente rischioso, ma i fresconi come Marco si innamorano e partono via per la tangente.
Insomma una nuova religione laica … La peggiore.
Un cordiale saluto U.
Mah, io confido nel fatto che da Neanderthal a tutt’oggi, il vettore della qualità di vita è sempre diretto verso avanti. Non credo affatto che, nonostante gli incidenti di percorso, la direzione del vettore debba obbligatoriamente invertirsi. Esistono dei rischi, questo è evidente ma esiste anche la capacità di controbatterli, sempre confidando nel fatto che la tecnologia è anch’essa un vettore costantemente diretto verso l’avanti. Se per 5000 anni di seguito, senza interruzione, la direzione in avanti del vettore ha superato guerre, epidemie e soprattutto catastrofi naturali, non vedo perchè debba invertire la direzione proprio adesso, visto che non è mai accaduto in passato, tranne che a causa di eventi esterni (asteroidi) talmente catastrofici da fermare l’evoluzione per un certo periodo, ma senza spegnerla del tutto.
Negli emirati stanno sperimentando una centrale ad energia solare che da sola dovrebbe equivalere alla potenza di una centrale nucleare ma con costi di gestione estremamente contenuti e un costo finale irrisorio della corrente eletrica prodotta. Il progetto è svizzero.
Io sto aspettando invece la diffusione capillare del microeolico, ovvero quegli strumentini che con un minimo ingombro generano la potenza sufficiente al fabbisogno casalingo. Il sistema migliore è quello di immettere la corrente prodotta nella rete nazionale e detrarla dal consumo casereccio effettivo. In questa maniera si alleggeriscono enormemente i carichi di produzione industriale della corrente e quindi rendono inutili ulteriori centrali di qualsiasi genere. A Taiwan stanno sperimentando un sistemino efficacissimo e, quando ci si mettono quelli del sudest asiatico, ci si può aspettare di tutto.
… il vettore della qualità di vita è sempre diretto verso avanti. Non credo affatto che, nonostante gli incidenti di percorso, la direzione del vettore debba obbligatoriamente invertirsi. marco tempesta { 19.06.10 alle 13:06 }
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… come dicevano gli abitanti di Marte prima che il loro pianeta si disseccasse.
Per altro proprio nessuno ha detto che questo debba “obbligatoriamente” essere il destino di questo pianeta; si è detto solo che il sistema di produzione capitalistico ne ha enormemente aumentato i rischi. U.
PS. Ed a proposito di infatuazioni: l’eolico ha delle applicazioni limitatissime ed un inquinamento acustico straordinario. Macchedddici?