E’ MORTO ANGELO DEL BOCA – ITALIANI BRAVA GENTE. ANZI, BRAVISSIMA.
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LA VERGOGNA DISONORANTE DELL’ARMADIO DELLA VERGOGNA:
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LA VERGOGNA DISONORANTE DELL’ARMADIO DELLA VERGOGNA:
Perché i politici (che non siano proprio quelli della sinistra radicale) si schierano subito dalla parte di Israele, ogni volta che nella Palestina scoppia un conflitto bellico tra le parti avverse, appartenenti a religioni ufficialmente opposte?
La motivazione va cercata nell’immaginario collettivo, che è più forte di qualunque motivazione reale della guerra in corso.
Quando si parla di terrorismo internazionale, qual è la religione cui l’occidente fa sempre riferimento? L’islam.
Quando si parla di flussi migratori verso l’Unione Europea, qual è la religione prevalente di appartenenza dei migranti? L’islam.
Quando nel Mediterraneo si vedono Paesi con governi autoritari che minacciano la stabilità dei Paesi confinanti, gestiti da governi democratici, a quale religione si attribuisce questa nuova e per noi occidentali fastidiosa proiezione di potenza? L’islam.
Quando mettiamo a confronto un Paese capitalisticamente avanzato come Israele e un altro economicamente piuttosto arretrato come quello palestinese, a quale religione attribuiamo tale arretratezza? L’islam.
Quando sul piano internazionale vediamo che Israele è in grado di muoversi agevolmente con una propria leadership politica e diplomatica, mentre i palestinesi non hanno niente che possa reggere il confronto, a quale religione attribuiamo questo deficit di rappresentanza? L’islam.
Quando l’intero occidente si chiede quale sia una radice culturale che ha determinato la propria civiltà, a quale religione fa riferimento? Ebraico-cristiana.
Quando l’occidente ricorda i tempi del proprio passato colonialismo, ha mai nutrito dubbi sulla necessità di “civilizzare” completamente e radicalmente le popolazioni appartenenti alla religione islamica? Nessun dubbio.
Quando sul piano demografico l’occidente cristiano teme il diffondersi di una religione concorrente, a quale fa subito riferimento? L’islam.
Quando l’occidente pensa all’idea di genocidio, a quale religione associa immediatamente questo crimine? L’ebraismo.
Quando in forza di questo genocidio abbiamo ritenuto che gli ebrei dovessero essere risarciti con un proprio territorio, perché ci è sembrato giusto che dovessero rimetterci i palestinesi? Perché erano islamici.
Dunque, quando Israele si comporta in maniera razzistica, colonialistica, genocidaria nei confronti dei palestinesi, che cos’è che le dà la sicurezza di potersi comportare così in tutta tranquillità? È l’immaginario collettivo che in occidente essa stessa ha contribuito a creare.
Nell’arco di sette anni vi sono state cinque elezioni della Knesset israeliana, quattro delle quali in meno di due anni. Le ultime del 23 marzo con un’affluenza del 67%, la più bassa dal 2009. Sono 13 i partiti a dividersi i 120 seggi.
Il Likud ha ottenuto 52 seggi, ma doveva arrivare a 61 per poter governare. E sappiamo bene che Netanyahu è pronto a tutto pur di non affrontare le pesanti accuse di corruzione, frode e abuso di potere, mossegli dal 2019. In questo momento sta chiedendo che si proceda con l’elezione diretta del primo ministro, per prevenire il rischio di una nuova tornata elettorale inconcludente. Ma non è escluso, conoscendo il soggetto, privo di scrupoli, ch’egli preferisca le situazioni in cui nessuno può formare un governo, così lui continua a fare il primo ministro ad interim.
In ogni caso la novità maggiore alle ultime elezioni è stata l’affermazione di partiti di estrema destra e ultrareligiosi, e persino l’ingresso di nuovi partiti di quest’area in parlamento. Tra Sionismo religioso, Potere ebraico e Noam, un miscuglio di xenofobia, omofobia e nazionalismo, uniti a fondamentalismo religioso e violenza, fanno a gara a chi sia più fascista. Queste persone rappresentano un Israele violento, arrogante e isolato che ignora il resto del mondo. Alla faccia della recente Dichiarazione di Gerusalemme sull’antisemitismo.
Per es. il partito Sionista Religioso (alleanza di partiti guidata da Bezalel Smotrich) in passato aveva proposto di segregare i reparti di maternità, in modo che le donne ebree non dovessero partorire vicino a donne arabe. Smotrich si è definito un “fiero omofobo” (nell’alleanza vi è anche il partito Noam, apertamente anti-LGBT). E ha detto che è disposto a fare un governo col Likud solo se Netanyahu rinuncia all’impegno preso con la risoluzione ONU 1325, in base alla quale gli Stati sono obbligati a includere le donne nei corpi decisionali, in particolare quelli che si occupano di pace e sicurezza, a proteggere le donne dalla violenza e a tutelarle nei loro diritti umani.
Un altro partito dell’alleanza Potere Ebraico, guidato da Itamar Ben Gvir. Quest’ultimo si ispira al rabbino estremista Meir Kahane, ucciso negli Stati Uniti nel 1990. Kahane aveva affermato che ebrei e arabi non possono coesistere e che l’unica soluzione è espellerli da Israele. Ben Gvir, che vive in uno degli insediamenti più violenti e provocatori della Cisgiordania occupata, è stato definito l’equivalente israeliano di un leader del Ku Klux Klan ed è già stato condannato per istigazione alla violenza.
Difficile che Netanyahu possa formare un governo con partiti che vogliono annettere la Cisgiordania in modo unilaterale; separare Gaza al fine di mantenere una maggioranza ebraica nello Stato unitario e non ammettere i rifugiati palestinesi. La destra radicale vuole uno Stato unico, non-divisibile, in cui i palestinesi o accettano di definirsi cittadini israeliani o restano rinchiusi a Gaza. Parlare di due Stati, come fa la sinistra, per loro non ha senso.
Perché l’Australia è uno dei paesi più razzisti del mondo anglofono? Perché la politica dell’“Australia bianca” (con il rifiuto di tutti gli immigrati non bianchi) è stata ufficialmente abbandonata solo nel 1973.
La politica dell’Australia bianca fu un movimento politico isolazionista e di corrente xenofoba nato nel 1901, intenzionato a bloccare totalmente i flussi immigratori dall’estero.
L’ideatore di questo movimento fu Alfred Deakin, convinto che cinesi e giapponesi costituissero una seria minaccia al progresso del popolo bianco australiano, soprattutto per le proprie caratteristiche di instancabili lavoratori e la loro resistenza allo scarso tenore di vita.
Oggi invece è il gruppo di Murdoch che ha un istintivo atteggiamento islamofobo e xenofobo. Le varie testate della News Corp non si stancano mai di attaccare i musulmani e in generale di veicolare un razzismo spinto. Di recente hanno cominciato a sostenere i concetti del nazionalismo bianco e nel 2018 hanno diffuso ostinatamente il mito del “genocidio bianco” a danno degli agricoltori bianchi del Sudafrica.
Il dominio pressoché assoluto della News Corp nel panorama dei mezzi d’informazione australiani ha pochi eguali negli altri paesi democratici.
Sono così persuasivi che i profughi soccorsi in mare continuano a marcire in centri di detenzione nei vicini paesi insulari del Pacifico come Nauru e Papua Nuova Guinea. Oggi questa politica è talmente normalizzata da avere un sostegno bipartisan nel parlamento australiano.
Ma perché i bianchi australiani sono più razzisti dei bianchi neozelandesi, pur essendo stati i due paesi colonizzati a distanza di soli cinquant’anni l’uno dall’altro da persone provenienti dallo stesso paese e della stessa etnia: inglesi, irlandesi e scozzesi? La differenza sta nel fatto che i popoli che hanno incontrato erano molto diversi tra loro.
Gli aborigeni australiani vivevano in piccoli gruppi di cacciatori-raccoglitori, quasi disarmati e divisi da 600 lingue diverse. Non avevano mai sviluppato l’agricoltura, nonostante avessero abitato quelle terre per 65mila anni. I colonizzatori bianchi si limitarono a soggiogarli. Gli aborigeni non hanno ottenuto la cittadinanza e il diritto di voto fino al 1967.
La storia delle violenze razziali in Australia è andata avanti contro i cinesi nell’Ottocento, contro gli italiani negli anni trenta del Novecento e contro i libanesi nel 2005. Per questo motivo i bianchi australiani di oggi non sono preparati a un mondo segnato dal pluralismo culturale. Ma dovranno farsene una ragione, poiché al censimento della popolazione del 2001, solo il 39% della popolazione risultava essere di etnia bianca europea con avi appurati di origine britannica.
I maori neozelandesi, invece, erano arrivati appena cinquecento anni prima dei bianchi ma avevano già fattorie, vivevano in protostati (territori governati dai capi tribù) e avevano costruito fortezze in tutta la North Island.
L’arrivo dei colonizzatori bianchi fu devastante per i maori, ma erano un popolo abbastanza coriaceo da ottenere il rispetto degli invasori. Quando finalmente fu firmato un trattato, nel 1940, il documento era scritto in entrambe le lingue. Gli omicidi andarono avanti per altri trent’anni e i maori furono duramente colpiti, ma oggi il paese è ufficialmente bilingue e tutti i neozelandesi capiscono che si può vivere insieme a persone diverse.
Oggi le teorie razziste sono sostenute dai media di Murdoch, che hanno sicuramente favorito la strage di Christchurch del 15 marzo 2019, la quale, pur essendo avvenuta in Nuova Zelanda, era nata dal razzismo dell’Australia bianca.
Vi sono state 50 persone morte e il ferimento di altrettante. Furono prese di mira la moschea di Al Noor e il centro islamico di Linwood, entrambi i luoghi affollati da persone di religione musulmana che praticavano la preghiera del venerdì.
L’autore degli attentati di stampo islamofobo, un uomo australiano chiamato Brenton Harrison Tarrant di 28 anni vicino agli ambienti neofascisti, aveva trasmesso il video in diretta Facebook con una videocamera messa sulla testa. Sulle armi da lui utilizzate erano riportati nomi di storiche battaglie in cui i musulmani furono sconfitti (ad esempio quelle di Lepanto e di Tours) e nomi di personaggi storici o contemporanei responsabili di aver fatto guerra (in quanto comandanti militari) a persone di fede islamica e/o di aver ucciso persone di fede islamica.
È stato il più grande omicidio di massa della storia della Nuova Zelanda, un paese con una popolazione di più di quattro milioni di abitanti dove nel 2019 si sono verificati appena 35 omicidi.
La Nuova Zelanda è simile al Canada, dove il razzismo e i pregiudizi nei confronti degli immigrati e dei musulmani esistono, specialmente nelle aree rurali e nel francofono Québec, ma questa ostilità viene di rado manifestata apertamente, perché il rischio è quello di sembrare ignoranti. La gioventù delle città sembra sostanzialmente indifferente al colore della pelle.
Ho l’impressione che la vittoria del no ai minareti in Svizzera abbia giocato un brutto scherzo un po’ a tutti, fornendo così l’occasione a molti bei nomi di mettersi in ridicolo. La palma dell’imbecillità e dell’ignoranza va – sa usual – alla Lega Nord, con la sua proposta sanfedista di inserire il disegno della croce nella bandiera italiana e di far “votare al popolo” su minareti, croci e crocifissi. E infatti, dal momento che Bossi&C hanno sempre detto che con il tricolore loro ci si puliscono il culo, i casi sono solo due: o si puliscono il culo anche con la croce oppure si occupano di una bandiera con la quale per loro stessa ammissione c’entrano meno del classico cavolo a merenda. Questi imbecilli inoltre non sanno che solo i barbari votano contro quelli che sono diritti civili universali, il “popolo” non può abolire o pretendere una mazza su certi argomenti, se per esempio il popolo vuole il cannibalismo non per questo lo si può concedere per legge
Mi sa che molti hanno scambiato il no ai minareti con il no alle moschee. Il minareto è solo la lunga e affusolata torre della moschea, l’equivalente del campanile delle nostre chiese. Solo che al posto della campana che chiama alla preghiera o degli altoparlanti che ne diffondono il suono registrato c’è il muezzin che chiama alla preghiera o gli altoparlanti che ne diffondono la voce registrata. Con buona pace dei leghisti e tromboni alla Vittorio Messori, il no ad altri minareti non significa né che verranno demoliti quelli già esistenti, demolizione che sarebbe di puro stampo nazista, né che non verranno costruite altre moschee.
E a proposito di Messori, cattolico dall’ego smisurato, tanto da vantarsi di avere convinto lui papa Wojtyla a togliere dalla preghiera del “Padre nostro” la molto infelice frase “Non ci indurre in tentazione”, nonché accoltellatore alla schiena del già ferito (da Vittorio Feltri) Dino Boffo per farlo cacciare dalla direzione del quotidiano L’Avvenire d’Italia, a proposito dunque di Messori sono da giardino degli stralunati i suoi (s)ragionamenti sul Corriere della Sera inneggianti alla vittoria del “No ai minareti” in Svizzera. Continua a leggere →
Caro signor primo ministro Silvio Berlusconi, cosa direbbe lei se Pietro Marrazzo sostenesse che la vicenda che lo ha costretto alle dimissioni fosse tutta una montatura per sabotare il voto popolare che lo ha scelto come governatore del Lazio? E cosa avrebbe detto se Marrazzo avesse reagito evitando di dimettersi e affermando che non lo avrebbe fatto neppure se indagato e condannato? Certamente la storia non si fa con i se, però lei sa benissimo che avrebbe accusato Marrazzo di essere un comunista abbarbicato alle poltrone. In ogni caso, qualunque cosa avesse detto, resta il fatto che Marrazzo si è comportato molto più dignitosamente di lei, dando anche prova di un rispetto per le istituzioni e la magistratura che lei non s’è mai neppure sognato.
Ma in ogni caso: davvero lei pensa che gli italiani siano tutti così imbecilli da credere alla sua affermazione che anche qualora venisse condannato in uno dei processi nei quali è imputato non si dimetterebbe per “difendere la democrazia” (!) contro “magistrati che sovvertono il voto popolare”? Inoltre: non si rende conto che così lei calunnia buona parte della magistratura italiana? Sì, calunnia: perché ciò che lei insiste ad attribuire a nugoli di magistrati se fosse vero sarebbe una serie di reati gravi, dall’abuso d’ufficio al falso in atti pubblici ed altro ancora. Continua a leggere →
Dai, ce l’abbiamo fatta. Siamo riusciti a scardinare, in poco tempo, quell’immagine dissacrante e beota che avevano di noi all’estero, tutto spaghetti e tarantelle e le classicità del “volemose bene”.
Ora, abbiamo imparato a picchiare duro, a essere razzisti, omofobi, xenofobi; a copiare il disprezzo contro chi non è come noi o così ci appare.
Che ci è successo? Siamo cresciuti o la paura che fa novanta da noi si è centuplicata all’infinito, e ancora e ancora fino a vedere in chi italiano non è, il nostro nemico?
Davvero gli unici che possono capirci sono i nostri connazionali? Stiamo diventando barbarie allo stato puro?