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BOCCIATO IL LODO ALFANO! Uno dopo l’altro, vari nodi stanno venendo al pettine di Berlusconi: perciò tira aria da golpe bianco. O da super inciucio. A Milano per esempio Filippo Penati….

BOCCIATO IL LODO ALFANO, DICHIARATO INCOSTITUZIONALE DALLA CONSULTA!

BOCCIATO IL LODO ALFANO, DICHIARATO INCOSTITUZIONALE DALLA CONSULTA!

BOCCIATO IL LODO ALFANO, DICHIARATO INCOSTITUZIONALE DALLA CONSULTA!

Premesso che le domande a Silvio Berlusconi sono diventate 25 – rintracciabili sul link http://www.pinonicotri.it/?p=1404 – e in attesa della sentenza della Corte Costituzionale, sentenza che può innescare reazioni da golpe bianco da parte di Silvio Berlusconi e dalla sua banda di lacchè indecisi e decisi a tutto, cerchiamo di capire che succede, dove stiamo andando e dove rischiamo di precipitare. Stiamo vivendo una sorta di calma prima della tempesta, a parte il fatto che di calma ce n’è poca. Diciamo meglio: stiamo vivendo una burrasca prima delle tempesta e fors’anche prima del terremoto.

Che l’Italia sia prigioniera di Berlusconi e che questi usi il suo potere politico e istituzionale di premier per salvare i propri giganteschi interessi e patrimoni personali (e farne semmai anche di nuovi) lo dimostra – tra molto altro – il suo gravissimo comportamento di queste ore. La magistratura milanese lo ha condannato a risarcire con una grossa cifra la Cir di Carlo De Benedetti e lo ha anche bollato come “corresponsabile di corruzione” per la molto losca vicenda del cosiddetto “lodo Mondadori”. Vale a dire della sentenza comprata dal suo avvocato Cesare Previti per fregare disonestamente De Benedetti nella corsa ad accaparrarsi la Mondadori, che a quell’epoca s’era pappata anche il gruppo L’Espresso, cui faceva  – e fa – capo non solo l’omonimo settimanale, ma anche il quotidiano Repubblica e un nutrito gruppo di testate locali. De Benedetti riuscì a recuperare almeno il gruppo L’Espresso grazie alla mediazione di un personaggio non proprio cristallino come l’imprenditore Ciarrapico, fascista dichiarato e amicone in particolare di Giulio Andreotti. Non so se mi spiego. Continua a leggere

L’enorme afflusso di gente alla manifestazione per la libertà di informazione dimostra che urge una manifestazione nazionale contro il governo Berlusconi e il suo capo. Che politicamente, oltre che moralmente, somiglia ormai a un cadavere. Tant’è che impazzano gli scherzi da prete…

(Se cliccate sulla foto diventa grande come una vera home page)

Ho partecipato alla manifestazione di Roma per la libertà d’informazione e quindi del giornalismo. Davvero grande. La partecipazione deve avere sorpreso gli stessi organizzatori, tant’è che a me è parsa un po’ arraffazzonata per quanto riguarda gli oratori, più il solito intermezzo canterino. Che il segretario nazionale del sindacato dei giornalisti, by the way Franco Siddi, parli a 2-300 mila persone è impressionante, ed è il sintomo di un ulteriore scollamento tra Paese reale e Paese strutturato. Interessante il discorso del costituzionalista Onida, che si può così riassumere: 1) senza informazione o con informazione insufficiente i cittadini sono meno liberi, e quindi di fatto l’informazione e il giornalismo reticente o azzoppato sono un attentato alla Costituzione; 2) Il giornalismo è il cane da guardia della democrazia, e quindi non può esercitare un ruolo compiacente; se la democrazia resta senza cani da guardia è ovvio che i ladri ne possano approfittare, e anche i suoi assassini. Io aggiungerei che il cane da guardia non solo deve sapere abbaiare forte e ringhiare minacciosamente, ma anche azzannare quando è il caso…. Ma chi lo fa oggi in Italia?

Accolti come eroi Michele Santoro e Marco Travaglio, altra cosa che a mio avviso è troppo sovradimensionata: se diventano eroi dei giornalisti che fanno bene il proprio mestiere, e che sono privilegiati rispetto la gran massa, allora butta male, e per due motivi. Il primo è che è roba da repubblica delle banane cercare di zittire dei giornalisti. Il secondo è che forzare a un ruolo politico dei giornalisti è sempre una cosa sbagliata, i due ruoli sono e devono restare distinti, sovrapporli o mescolarli è un po’ come mescolare il diavolo con l’acqua santa. Le delusioni, politicamente parlando,  sono inevitabili. Il ruolo della figura salvifica, alla quale affidare la delega delle nostre responsabilità civili, è sempre e solo una faccenda fideistica, da uomo della Provvidenza sia pure in sedicesimo, e la Storia insegna che “no bbuono”.

Applausi ai vari nomi delle varie adesioni alla manifestazione, compresi i Comitati di redazione (cioè gli organismi sindacali dei giornalisti nelle redazioni) di molte testate e quando ho sentito nominare anche Federica Sciarelli – che dovrebbe essere fischiata per come mena il torrone e il fumo con il “mistero” della scomparsa di Emanuela Orlandi, nascondendo in realtà perfino quanto appurato dai magistrati riguardo le responsabilità del Vaticano – ho capito che la manifestazione si stava sprecando come supporto ai soliti noti. Compresi i Comitati di redazione che troppo spesso sono i corresponsabili del degrado della professione nella Rai e nei giornali: troppo facile regalare adesioni per far dimenticare l’ormai longevo andazzo da schiene prone, inciuciste e cooptate.

La enorme folla romana ha dimostrato che c’è urgente bisogno di una manifestazione nazionale contro il governo Berlusconi e contro il suo capo di governo, cioè contro il Chiavaliere a Dondolo. Se non si muove la piazza, forzando l’opportunismo compiacente dei partiti, questo governo durerà tutto il tempo necessario per scassare e affondare definitivamente l’Italia e la sua unità. Continua a leggere

Una domanda a Silvio Berlusconi per ognuna delle 24 ore del giorno. Così levano anche le tentazioni di torno…

Ci consenta il cavalier Silvio Berlusconi, primo ministro della Repubblica italiana, di porle noi farabutti un po’ più delle ormai note 10 domande. Sono per l’esattezza 24. Non sono brevissime perché preferiamo essere il più possibile esplicativi. Una domanda per ogni ora del giorno e, ci consenta, anche della notte. Evitandole così certe tentazioni. Non so se mi spiego…
Siamo certi che vorrà risponderci. Non sono infatti domande retoriche né fatte ad arte per metterla in cattiva luce né, tanto meno, poste da Repubblica e neppure da L’Unità. E poiché lei stesso ha detto che avrebbe risposto alle 10 domande di Repubblica se gliele avesse rivolte un altro giornale, siamo fiduciosi anche se sono più di 10: farabutti sì, ma sfigati no. Continua a leggere