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Il muro di Berlino è crollato, l’ipocrisia e il doppiopesismo invece no. Mentre Berlusconi trasforma sempre più l’Italia in una repubblica della banane, uno dei principali responsabili del suo successo, Uòlter Veltroni, scrive romanzi buonisti continuando a ignorare la realtà. E i propri giganteschi errori

Trovo francamente strano che si festeggi la caduta del muro di Berlino senza spendere neppure una parola sul fatto che esiste il Muro della Palestina. I politici più coraggiosi si sono spinti a dire che “nel mondo esistono però altri muri che un giorno si spera vengano abbattuti”, ma nessuno – ripeto: nessuno – ha nominato il Muro della Palestina. Mi si dirà che sono due cose molto differenti, non paragonabili tra loro. E’ vero. Ma solo fino a un certo punto. Vediamo perché.
Israele ha imposto e costruito il Muro con la motivazione che era necessario come filtro per arginare gli attentati dei palestinesi, diventati troppo facili a causa della loro libertà di movimento, per quanto già ben lontana da essere comunque priva di filtri come le centinaia di i check point. La Germania Est aveva costruito il Muro con pretesti simili: non si trattava di attentati con bombe, ma comunque di attentato alla sua integrità da parte della Germania Ovest tramite le lusinghe di una migliore tenore di vita e di una maggiore libertà di movimento, lusinghe che spingevano molti tedeschi dell’Est a fuggire all’Ovest. Insomma, ognuno accampa le sue ragioni. Nel caso della Germania Est c’è però da aggiungere che  la faccenda era complicata dal fatto che l’Unione Sovietica e la Russia erano state invase dall’Occidente almeno due volte, prima da Napoleone e poi dalla Germania nazista. Entrambe le invasioni sono state devastanti, ma la seconda in particolare ha massacrato almeno 20 milioni di russi (pari a quasi quattro Shoà) e distrutto l’80% dell’apparato produttivo sovietico.
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Berlusconi è andato da Putin per farsi dare documenti su Giorgio Napolitano dell’epoca in cui esistevano il Pcus, l’Urss e il Kgb?

Uso il punto interrogativo SOLO perché sono una persona educata e prudente, ma non riesco a crederci. Mi è stato detto che il misterioso e improvviso viaggio di Silvio Berlsuconi in Russia dall’amico Putin aveva uno scopo ben preciso: prendere visione – e farne copia – dei documenti esistenti nei capaci archivi russi sul nostro attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, per il periodo in cui lui era comunista ed esistavano ancora l’Urss, cioè l’Unione Sovietica, il Pcus, cioè il Partito comunista sovietico, e il Kgb, cioè gli invasivi servizi segreti dell’Unione Sovietica.

In Italia c’è già stato il tentativo di travolgere molti dirigenti e giornalisti comunisti italiani per mezzo del famoso “rapporto Mitrokhin”, dal nome dell’agente del Kgb che per anni copiò pazientemente documenti segreti per poi venderli all’Inghilterra. Il contenuto del “rapporto Mitrokhin” provocò, tra l’altro, la creazione di una apposita commissione parlamentare che cercasse di capire cosa ci fosse di vero. Alla fine la montagna partorì il topolino, e tutto finì italianamente a tarallucci e vino.

Se è vero che Berlusconi è volato dall’amico Putin per procurarsi direttamente dagli archivi ex sovietici documenti, che si presume non si riferiscano ad attività da suffragette o di carità alla S. Vincenzo, riguardanti Giorgio Napolitano e magari anche qualche ancora attuale big ex comunista di ciò che sopravvive della sinistra, allora è possibile che stiamo per assistere a scossoni molto più violenti del caso Boffo e del caso Marrazzo messi assieme e moltiplicati per cento. Un caso Boffo e Marrazo al Quirinale, e per motivi ben diversi da quelli da quattro soldi che hanno travolto l’ex direttore de L’Avvenire d’Italia e l’ancora per poco governatore del Lazio? Da un ex direttore del quotidiano dei vescovi italiani e da un prossimo ex governatore del Lazio si sta per passare a un ex presidente della Repubblica italiana? O ci saranno “solo” manovre e pressioni silenziose, che qualche cinico irriverente forse chiamerebbe ricatti inconfessabili? Magari per evitare altri “tradimenti” di Napolitano come quello denunciato in televisione, alla Rai, da Berlusconi in persona  riguardo le mancate pressioni sulla Corte costituzionale per farle approvare l’indecente Lodo Alfano?

Temo che la politica italiana stia per vivere una stagione ancor più fogniaria di quella che già sta vivendo da troppi anni. E che l’inverno in arrivo sarà molto ma molto freddo. Un inverno….. russo. Scaldato dal gas graziosamente concesso dal caro Putin…

Termino perciò ponendo a Silvio Berlusconi un’altra domanda, una sola, rinunciando per ora alle altre due o tre che ho sulla punta della lingua:

“Egregio signor primo ministro, può dirci per cortesia se è vero quanto alcune malelingue mi hanno ventilato, e cioè che lei è volato improvvisamente in Russia, accampando un torcicolo e bidonando anche il re e la regina di Giordania, per farsi regalare dal caro amico Putin documenti dei servizi segreti dell’era sovietica sul nostro attuale presidente della Repubblica? Vale a dire, sull’ex dirigente del Partito comunista italiano Giorgio Napolitano”.

Certi che lei non risponderà, e in attesa di nuove imprese di Vittorio Feltri, le ricordiamo un noto proverbio: “Chi tace acconsente”.