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Per tenere in piedi l’ormai nauseabondo Emanuela Orlandi Show nuove calunnie e insinuazioni su don Piero Vergari. La grande balla sull’esorcista della Santa Sede don Gabriele Amorth “rivelatore” della morte “orgiastica” di Emanuela.

PREMESSA

Come forse avrete notato se l’argomento non ha suscitato la vostra repulsione, la scomparsa di Emaneuela Orlandi, avvenuta nell’ormai lontano 22 giugno 1983, è trattato in modo sempre più cialtronesco e in spegio alla più elementare decenza giornalistica. Dopo avere seminato false pista a piene mani, a partire da quella dei terroristi turchi che volevano liberare Alì Agca, l’attentatore di papa Wojtyla, si è passati a 7 anni di presa in giro con la pista della banda della Magliana e del defunto Enrico De Pedis, promosso post mortem a grande capo della banda dalla malafede e scarsa professionalità di troppi giornalisti assecondati da politici tanto “buonisti” quanto incapaci e vanesii. Per 7 anni il programma televisivo di Raitre “Chi l’ha visto?” e annessi e connessi hanno suonato la grancassa che aprendo la bara di De Pedis si sarebbe trovata la verità del caso Orlandi. La bara è stata infine aperta e l’intero sotterraneo della basilica di S. Apollinare che la ospitava è stato trivellato, con un atto inqualificabile della magistratura, ma ovviamente il bandolo della maleodorante matassa non s’è trovato. Da allora i mass media si sono scatenati contro l’ex rettore della basilica, don Piero Vergari, che con altre quattro persone ha una comunicazione giudiziaria come semplice atto dovuto per poter procedere ad alcuni controlli sul caso Orlandi. E’ evidente il tentativo di far restare in piedi almeno i calcinacci della ossessiva pista sballata caratterizzata dal nome di De Pedis, inventando man mano ritrovamenti di ossa umane sospette, crani, mandibole e perfino due scheletri di donna nei sotterranei di S. Apollinare. Ora c’è la follia della terra trovata scavando nell’ex cimitero sotterraneo della chiesa, come se scavando nel sottosuolo anziché terra ci si aspettasse di trovare farina o noccioline.

Pur di dare addosso a don Vergari accade che nel gruppo fondato su Facebook da Pietro Orlandi, per raccogliere adesioni nel vano tentativo di convincere con una petizione genuflessa papa Ratzinger a rivelare finalmente la verità sulla fine di sua sorella, si arrivi a dipingere don Piero come un omosessuale che corrompeva preferibilmente giovani africani. Il giornalista Fabrizio Peronaci, destinatario della mia lettera aperta inviatagli mesi or sono come puntata di questo blog, alla quale ovviamente non ha mai risposto anche se con comuni conoscenti minacciava sfracelli a mio danno, è arrivato a fare insinuazioni delle quali infine deve essersi vergognato lui stesso, finalmente. In un articolo per il Corriere della Sera del 5 settembre l’usuale recarsi in Vaticano di don Piero per andare in farmacia, al bancomat e negli archivi chiamati Archivio Segreto Vaticano è stata trasformata in cosa considerata dentro il Vaticano un probabile rintanarsi nella Stato pontificio in vista di “sviluppi delle indagini”, cioè di un eventuale mandato di cattura. Colmo del ridicolo e dell’assurdità, Peronaci ha voluto far notare che gli archivi sono “gli stessi in cui lavorò per qualche tempo la figlia di un funzionario dei servizi segreti indagato a fine anni 80“. Come se questo particolare insignificante possa essere la prova di manovre di don Piero con i servizi o addirittura una sua appartenenza ad essi. Come dire che poiché il Vaticano è frequentato da un certo papa Ratzinger allora questi e don Piero probabilmente sono ciccia e pappa…

Di averla fatta fuori dal vaso questa volta più del solito se ne deve essere accorto lo stesso Peronaci o qualche caposervizio del Corriere. Infatti in seguito su corriere.it l’odiosa allusione ai servizi segreti e alla latitanza è stata tolta, E’ però rimasta sull’edizione cartacea. E che sull’edizione cartacea quelle affermazioni ci fossero lo dimostra anche un zelante ed esagitato membro del gruppo Facebook di Pietro Orlandi, tale Mauro Valentini, che ha avuto la bella idea di pubblicare per intero le insinuazioni di Peronaci e di dichiararsi allibito per la mancanza di reazioni forti contro don Piero, che descrive per giunta come un ghiottone di ragazzini preferibilmente africani.

NOVITA’ ODIERNE

Tutto ciò premesso tanto per darvi la misura di dove siamo arrivati, vale a dire al giornalismo più putrefatto dei cadaveri di cui parla, ho appurato che il “grande scoop” dell’esorcista don Gabriele Amorth, che oltre tre mesi fa parlava di Emanuela morta a seguito di orge vaticane, è solo una balla colossale. Amorth NON ha mai fatto quell’affermazione. Balla colossale, ma rilanciata da tutti i mass media e bevuta avidamente dall’intera opinione pubblica che ha ancora il fegato di seguire questa interminabile telenovela. Per appurarlo non ho dovuto fare altro che telefonare a don Amorth e, come lui mi ha fatto chiedere, inviargli le mie domande per lettera, alle quali ha risposto. Domanda inevitabile: come è possibile che per oltre tre mesi filati a NESSUN giornalista sia venuto in mente di contattare don Amorth e chiedergli conferme? Io non sono certo un genio del giornalismo e credo neppure l’unico che usa verificare le notizie per evitare di scrivere cazzate, anche se a volte può capitare a tutti, me per primo, motivo per cui è particolarmente inspiegabile questa inazione di TUTTI che è diventata ignavia di tutti. Certo, mi si può rimproverare di essermi mosso solo dopo un paio di mesi, ma almeno mi sono mosso! E poi chiunque è in grado di capire che dato il clamore, suscitato certo non per caso dalla bufala della morte orgiastica della Orlandi, era meglio aspettare che la temperatura scendesse un po’ onde evitare di essere mandato al diavolo. Anche se un esorcista come don Amorth il diavolo lo combatte anziché spedirgli i rompiscatole come me. Continua a leggere

Berlusconi e Travaglio uniti: contro i palestinesi. Papino il Breve seppellisce Obama del Cairo e medita di comprarsi l’Eni spendendo però il meno possibile. Ecco perché gli serve danneggiarla con il demenziale ordine di abbandonare l’Iran, il nostro maggiore fornitore di petrolio: per far calare il prezzo dell’oro nero in Borsa. E se in Italia ci scappasse l’attentato sarebbe l’occasione buona per passare dalle leggi ad personam alle leggi speciali. E’ il Partito dell’Amore, bellezza!

In Israele il nostro capo del governo Silvio Berlusconi ha dato il meglio di sé, cioè a dire il peggio in assoluto. Sulla spinta verso il cielo dei suoi fenomenali tacchi non ha saputo resistere alla tentazione di sentirsi più vicino al Dio della bibbia aggiungendo di getto al testo del discorso scritto l’infelice e indecente frase “La reazione di Israele a Gaza è stata giusta”. Oltre che l’ONU, una bella fetta della stessa popolazione israeliana, compreso un bel gruppo di militari che a Gaza c’erano, tutti sanno che la reazione contro Gaza non è stata affatto “giusta”. Ho dimostrato in una precedente puntata del blog che massacrare in due settimane 1.400 persone su un totale di 1.400.000 abitanti equivale a massacrare l’1 per mille dell’intera popolazione. In appena due settimane! E ho dimostrato che neppure l’intera campagna angloamericana di bombardamenti incendiari sulle città tedesche è arrivata a tanto, e in un periodo 50 volte più lungo. Con la sua bella improvvisata il Chiavalier Papino il Breve ha sotterrato Obama e il suo discorso de Il Cairo, peraltro cadavere già sotterrato da Netanyahu. Diciamo che Berlusconi ne ha sigillato la tomba.
Non vorrei essere nei panni di Marco Travaglio, o del Paolo Guzzanti riciclato nè di altri maestrini “di sinistra”, antiberlusconisti a tutto volume, ma per quanto riguarda Gaza berlusconissimi e filo mattanza anche loro. Travaglio col suo solito tono professorin-ieratico ha subito messo in chiaro nel suo blog, non appena i carri armati e i bombardamenti si sono messi in moto, che quella di Israele non era una guerra offensiva, ma una giusta operazione difensiva. Capisco che oggi è ormai impossibile non dico fare carriera ma anche solo non essere soffocati se non ci si inchina verso chi ha in mano gli assi, però certi eccessi andrebbero evitati. Guzzanti nel suo blog modestamente intitolato “Rivoluzione italiana” ha addirittura augurato a Israele  “buona guerra” contro Gaza, festeggiandola o supportandola con pacifiste del calibro di Fiamma Nierenstein, la vera vincitrice di questa fase politica.
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