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Inopportuna e sbagliata la sortita di Napolitano. Bill Clinton, presidente degli Usa eletto dal popolo, ha dovuto non solo rispondere al magistrato, ma perfino far controllare le fattezze del suo “coso”, pena la cacciata dalla Casa Bianca. Perciò è una balla che Berlusconi – peraltro eletto sì, ma NON dal popolo – non è tenuto a rispondere ai magistrati e che questi sono “eversivi”. Ma il nostro ormai è lo Strapaese delle nullità politiche ipocrite in puro stile Carfagna/Marrazzo

L’intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per sollecitare nell’interesse nazionale una minore tensione tra la magistratura e il governo è quanto mai fuori luogo e ha dato la stura al solito balletto delle ipocrisie nazionali. Per prima cosa c’è da dire che non ci sono magistrati che ce l’hanno col governo o che indagano su di esso, ci sono solo magistrati che a norma di legge devono completare alcuni iter processuali riguardanti solo Silvio Berlusconi e i suoi più stretti sodali. La trovata di Napolitano equivale a dire che i giudici della Consulta, cioè della Corte Costituzionale!, ce l’hanno con il governo o con  Berlusconi solo perché hanno osato emettere una sentenza su una legge chiaramente illegale perché chiaramente incostituzionale, che Napolitano semmai non avrebbe neppure dovuto promulgare.

Sgomberiamo il campo dagli equivoci e dalle cazzate con un esempio che moooolto stranamente nessuno ricorda, in queste ore, neppure a sinistra. A suo tempo il presidente degli Stati Uniti Bill Clinton dovette sottomettersi non solo a interrogatori stringenti da parte di un giudice appositamente nominato per torchiarlo sulle fellatio e sveltine con la stagista Monica Lewinsky, ma anche a una visita medica nudo come un verme per permettere di verificare se avesse davvero il “coso” come lo aveva descritto un’altra sua ex amante, vale a dire non diritto come quasi tutti i maschietti, ma abbastanza piegato (si spera verso l’alto e non verso il basso…). Da notare che Clinton non era impegnato solo in orge e gag di pessimo gusto con gli altri capi di Stato e di governo, ma anche in una guerra e aveva tra l’altro la responsabilità, in quanto capo anche delle forze armate Usa, di varie migliaia di bombe atomiche. Eppure ha dovuto calare letteralmente le brache, e le mutande, e mostrare come mamma  lo aveva fatto, “attrezzo” compreso. Continua a leggere

La scomparsa di Emanuela Orlandi: dopo il ventennio nero di balle sulla pista “turco-sovietica” ecco in scena la versione riveduta e corretta di Sabrina Minardi. Le cui parole, a differenza di quelle delle D’Addario sui vizi di Berlusconi, sono immediatamente assurte al rango di verità rivelata. Proprio quando in Vaticano accelerano la volontà di beatificare papa Wojtyla

Non c’è che dire: il titolo del mio libro sul caso Orlandi è quanto mai azzeccato: “Dai Lupi Grigi alla banda della Magliana”. Ma ieri, nel corso di otto interviste per radio e agenzie e due per Raitre, sono rimasto sgomento per la generale mancanza di memoria. Comprensibile, visto che si tratta di una piece, una tragedia camuffata da farsa che però si vuole spacciare come dramma mondiale, “rapimento mediatico” – come l’ha ironicamente bollato il magistrato romano Severino Santiapichi – che si trascina da oltre 26 anni… Soprattutto i giovani, che ne sanno? Non sempre c’è tempo per documentarsi, e in ogni caso come orientarsi nell’oceano di chiacchiere, balle, depistaggi, deliri e inganni vari rifilati ai mass media, e da questi supinamente avvalorati, per oltre un quarto di secolo? Ma la disinvoltura di queste ore lascia sgomenti. Se non peggio. Anche perché è una spia di come in Italia si sia sfarinato e si vada sfarinando un po’ tutto, in particolare ciò che dovrebbe essere robusto e non sfarinabile, a partire dalla politica e dalle istituzioni, assi portanti della democrazia e della pacifica convivenza civile. Se si arriva a privatizzare perfino l’acqua, in attesa forse di privatizzare anche l’aria, si può ben privatizzare e appaltare anche la verità di turno…. Ma veniamo al sodo.

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BOCCIATO IL LODO ALFANO! Uno dopo l’altro, vari nodi stanno venendo al pettine di Berlusconi: perciò tira aria da golpe bianco. O da super inciucio. A Milano per esempio Filippo Penati….

BOCCIATO IL LODO ALFANO, DICHIARATO INCOSTITUZIONALE DALLA CONSULTA!

BOCCIATO IL LODO ALFANO, DICHIARATO INCOSTITUZIONALE DALLA CONSULTA!

BOCCIATO IL LODO ALFANO, DICHIARATO INCOSTITUZIONALE DALLA CONSULTA!

Premesso che le domande a Silvio Berlusconi sono diventate 25 – rintracciabili sul link http://www.pinonicotri.it/?p=1404 – e in attesa della sentenza della Corte Costituzionale, sentenza che può innescare reazioni da golpe bianco da parte di Silvio Berlusconi e dalla sua banda di lacchè indecisi e decisi a tutto, cerchiamo di capire che succede, dove stiamo andando e dove rischiamo di precipitare. Stiamo vivendo una sorta di calma prima della tempesta, a parte il fatto che di calma ce n’è poca. Diciamo meglio: stiamo vivendo una burrasca prima delle tempesta e fors’anche prima del terremoto.

Che l’Italia sia prigioniera di Berlusconi e che questi usi il suo potere politico e istituzionale di premier per salvare i propri giganteschi interessi e patrimoni personali (e farne semmai anche di nuovi) lo dimostra – tra molto altro – il suo gravissimo comportamento di queste ore. La magistratura milanese lo ha condannato a risarcire con una grossa cifra la Cir di Carlo De Benedetti e lo ha anche bollato come “corresponsabile di corruzione” per la molto losca vicenda del cosiddetto “lodo Mondadori”. Vale a dire della sentenza comprata dal suo avvocato Cesare Previti per fregare disonestamente De Benedetti nella corsa ad accaparrarsi la Mondadori, che a quell’epoca s’era pappata anche il gruppo L’Espresso, cui faceva  – e fa – capo non solo l’omonimo settimanale, ma anche il quotidiano Repubblica e un nutrito gruppo di testate locali. De Benedetti riuscì a recuperare almeno il gruppo L’Espresso grazie alla mediazione di un personaggio non proprio cristallino come l’imprenditore Ciarrapico, fascista dichiarato e amicone in particolare di Giulio Andreotti. Non so se mi spiego. Continua a leggere

Una domanda a Silvio Berlusconi per ognuna delle 24 ore del giorno. Così levano anche le tentazioni di torno…

Ci consenta il cavalier Silvio Berlusconi, primo ministro della Repubblica italiana, di porle noi farabutti un po’ più delle ormai note 10 domande. Sono per l’esattezza 24. Non sono brevissime perché preferiamo essere il più possibile esplicativi. Una domanda per ogni ora del giorno e, ci consenta, anche della notte. Evitandole così certe tentazioni. Non so se mi spiego…
Siamo certi che vorrà risponderci. Non sono infatti domande retoriche né fatte ad arte per metterla in cattiva luce né, tanto meno, poste da Repubblica e neppure da L’Unità. E poiché lei stesso ha detto che avrebbe risposto alle 10 domande di Repubblica se gliele avesse rivolte un altro giornale, siamo fiduciosi anche se sono più di 10: farabutti sì, ma sfigati no. Continua a leggere