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Sbaglia chi gioisce per l’intervento (ambiguo) della Chiesa contro Berlusconi

Non credo ci sia molto da gioire perché il cardinale Angelo Bagnasco, capo dei vescovi italiani, ha finalmente detto quello che ha detto a proposito del bisogno di “aria pulita”. Premesso che di aria pulita c’è bisogno anche nella Chiesa, e in particolare a Genova visto lo scandalo del prete pedofilo don Riccardo Seppia e visto l’ostracismo anche da parte dello stesso  Bagnasco verso il “prete da marciapiede” don Andrea Gallo, ci sono alcune considerazioni da fare.
La prima considerazione è che il ritardo della Chiesa nel prendere posizione contro il degrado non solo morale che promana dal sistema Berlusconi e annesso stile di vita non è certo un ritardo casuale. E’ da oltre un anno che la Chiesa avrebbe dovuto parlare. Non agli italiani tutti, ma ai suoi credenti. Avrebbe dovuto farlo non appena venuto a galla lo scandalo dei rapporti con la minorenne Noemi di Napoli e avrebbe dovuto rifarlo non appena tracimato il liquame stappato da Patrizia D’Addario&C. Invece la Chiesa era anzi perfino propensa al perdono e alla benedizione pubblica con il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, accorso all’Aquila alla tradizionale Festa della Perdonanza per, appunto, perdonare e assolvere Berlusconi. Solo la puttanata di Vittorio Feltri su Il Giornale contro Dino Boffo fece saltare la progettata trasformazione della Perdonanza in Puttananza. Continua a leggere

La più grande escort (anche) con Berlusconi è la Chiesa, che a fronte di tanta devastazione non solo morale tace e sa urlare solo contro i poveracci alla Englaro. La verità sulla “rivoluzione libica” comincia finalmente a emergere anche sui principali giornali

Che usi avesse lo abbiamo capito al punto da averlo ribattezzato da un bel pezzo Il Chiavaliere, epiteto molto più adeguato alla realtà del titolo di Cavaliere. Ciò detto, salto a piè pari il fetido argomento “Silvio e le donne” per fare invece la seguente considerazione: strano che tutti facciano finta di non accorgersi che dalle intercettazioni telefoniche e annesse azioni risulta chiaro e tondo che NON E’ VERO che Silvio Berlsuconi non interferisce con i suoi giornali e televisioni, NON è cioè quel “mero proprietario” che ai gonzi come Veltroni-D’Alema&C è riuscito a far credere di essere in modo da potersi mettere con il loro volenteroso aiuto la legge sotto i piedi e candidarsi alle elezioni. Con le note conseguenze, sempre più a valanga e per l’esattezza a valanga di merda.
Visto che è ormai assodato che il conflitto di interessi c’è ed è in piena azione, e che invece quella del “mero proprietraio” è solo una presa per il sedere di tutti gli italiani, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano dovrebbe intervenire d’autorità. Non è vero che non può destituire Berlusconi da primo ministro: il Chiavaliere ha tradito il solenne giuramento fatto al monento di ricevere l’incarico, ha mentito agli italiani, ha tradito l’opinione pubblica, ha tradito e falsificato la realtà in vari campi. Soprattutto, la sua permanenza a palazzo Chigi vanifica i sacrifici, le “lacrime e sangue” che lo stesso Napolitano ci chiede, vanifica il senso di responsabilità che da qualche tempo il capo dello Stato chiede con insistenza a tutti con il paradossale risultato di salvare di Berlusconi  primo ministro, il quale oltretutto sta sputtanando l’Italia a livello planetario. Insomma, il Chiavaliere sta danneggiando gravemente l’interesse generale dell’Italia in più campi, fino a minacciarne il rimanere nell’euro e nell’Eurozona e quindi la stessa unità nazionale. Non so se ciò basti per l’accusa di Alto Tradimento, ma di sicuro ce n’è più che a sufficienza perché Napolitano inviti con fermezza e se necessario anche pubblicamente Berlusconi a dimettersi mettendo sul piatto come aut aut le proprie dimissioni. Di fronte a una mossa come questa Berlusconi sarebbe semplicemente spazzato dalla scena. Non c’è da temere che il parlamento si rifiuti di dar vita a un altro centrodestra, vista la fifa nera che i parlamentari hanno di non essere rieletti in caso di elezioni anticipate. I Responsabili alla Scilipioti non potrebbero certo mostrarsi cosi Irresponsabili da non sostenere un nuovo centrodestra perché se lo facessero confermerebbero clamorosamente che con Berlusconi non erano Responsabili quanto invece semplicemente Venduti.

A fronte di tanta devastazione della morale pubblica e privata nonché della riduzione della donna a semplice “troia”, come le chiamano il fornitore Tarantini di carne fresca e il suo cliente abituale, impressiona il silenzio del Vaticano e della Chiesa, ennesima dimostrazione dell’arte del meretricio nella quale Santa Madre Chiesa eccelle da quasi duemila anni, da sempre escort dei potenti al governo: i 3 miliardi di euro incassati ogni anni dall’imbelle Stato italiano valgono bene questo nuovo caso di prostituzione. Del resto già dopo il caso Noemi, della quale e dei cui genitori è ora più chiaro il tipo di disponbilità verso “papi” Silvio, il Vaticano per mano del segretario di Stato Raffaele Bertone era ansioso di assolvere pubblicamente il Grande Chiavaliere approfittando della festa della Perdonanza a L’Aquila. Ricordate? Quella tradizionale festa religiosa aquilana la ribattezai la Puttananza, e il pornografico abbraccio e bacio in bocca di Santa Madre Chiesa con Berlusconi non venne consumato solo perché, se non ricordo male, Vittorio Feltri  accoltellò alla schiena Dino Boffo, l’allora direttore de L’Avvenire d’Italia, quotidiano dei vescovi italiani, suscitanto l’inevitabile irrigidimento delle gerarchie. La Chiesa fa la voce grossa contro i poveracci alla Englaro e i loro diritti, ma tace vilmente di fronte agli “uomini della Provvidenza” e al denaro. Perfino Manuela Arcuri e Patrizia D’Addario sono delle educande di fronte alla sfacciataggine del meretricio vaticano, che ha degradato il cristianesimo in cattolicesimo papalino, quello che a suo tempo ha dato il disco verde sia al nazismo che al fascismo in cambio di ricchi piatti di lenticchie chiamati Concordato, che decenza vuole venga finalmente abolito anche in Italia anziché ingrassato da puttanieri incalliti.

Cambiamo argomento. Vi propongo in sequenza la lettura di alcuni articoli, a partire da quello di Guido Rampoldi su Repubblica  che a partire dal titolo – I Gattopardi di Tripoli –  smaschera clamorosamente la marea di panzane ovunque addotta per giustificare l’ingiustificabile guerra in Libia. A seguire, un articolo di Franco Venturini sul Corriere della Sera, che dimostra come, incredibile ma vero, l’Italia non sia più un Paese mediterraneo, una lettera di un lettore del Corsera a Sergio Romano e la sua interessante risposta, infine il vergognoso articolo del solito bugiardo Levy Bernard Henri, la cui boria trionfalista a fronte degli altri articoli citati suona per quello che è: pura boria narciso trionfalistica. Continua a leggere

Il capo del governo ha tuonato contro le continue protezioni del Vaticano ai sacerdoti pedofili, minacciando sanzioni. Non vi eccitate: non si tratta del capo del nostro governo, ma di quello dell’Irlanda. Che sarà anche cattolicisima, ma non è serva papalina come lo Strapaese del bunga bunga

Lo scandalo della pedofilia che mina il clero irlandese ha avuto una nuova fiammata, che in Italia è ovviamente passata inosservata e comunque spenta subito. Il primo ministro della cattolicissima Irlanda, Edna Kenny, dopo la pubblicazione del rapporto nazionale su decenni di abusi dei preti irlandesi sui minori non solo nella diocesi di Cloyne, che un paio di anni fa ha dato origine a una inchiesta su scala nazionale, ha accusato ad alta voce il Vaticano oltre che di non aver “debellato” la pedofilia, ma di non averla neppure combattuta.
E’ stato infatti assodato che quella che viene anche chiamata la Santa Sede ha coperto in modo sistematico i suoi violentatori di minori irlandesi anche in tempi recenti. “Questa è una Repubblica, non il Vaticano!”, ha tuonato Kenny chiedendo spiegazioni Oltretevere. Affermazione elementare, ma sicuramente inaudita per i nostri politici, quando invece l’Italia avrebbe proprio bisogno di meno acquiescenza e servilismo clericale. Oltretutto, come è noto, e come molti sanno per conoscenza diretta, i bambini e le bambine vengono insidiate anche in Italia. Continua a leggere

Wojtyla “santo subito!”. Per nasconderne le colpe

Ma Wojtyla, il famoso papa polacco, predecessore dell’attuale papa Ratzinger, è davvero un beato? E può magari essere dichiarato in futuro anche santo? Si tratta francamente di domande oziose, inutili. La Chiesa può dichiarare santo e beato chi più le aggrada, esattamente come una tribù animista può dichiarare che in un baobab c’è uno spirito che fa miracoli o i buddisti e gli induisti possono dichiarare che il Tal dei Tali è – appunto – un santone e venerarlo come tale. Se c’è chi crede certe cose, affari suoi. L’importante è che non voglia costringere gli altri a credere anche loro in ciò che crede lui. Ecco perché è assurdo porsi certe domande su Wojtyla o sugli altri “santi” e “beati” dichiarati tali dalla Chiesa. Alcuni dei quali peraltro erano fior di mascalzoni, come per esempio S. Carlo Borromeo, il famoso vescovo e santo di Milano: grande cultore delle torture e dei roghi dell’Inquisizione, ha in comune con Wojtyla l’essere scampato a un attentato con una pistola dell’epoca e avere voluto interpretare l’essere rimasto illeso come un miracolo, un segno della benevolenza di Dio, quando si trattava invece solo di imperizia dello sparatore e inefficienza dell’arma usata.

Tutto ciò premesso, che Wojtyla non sia degno di essere considerato beato, e quindi tanto meno santo, perlomeno nel senso attribuito a tali termini dai laici, risulta chiaro da almeno due episodi. Il primo e senza dubbio il più grave è essere il responsabile dell’ordine imposto ai vescovi di tutto il mondo nel marzo 2003 di tacere alle autorità civili dei propri Paesi qualunque caso di pedofilia del clero. L’ordine, come ho scritto più volte, venne firmato dall’attuale papa, Ratzinger, e dall’attuale segretario di Stato vaticano, Raffaele Bertone, nella loro veste, all’epoca, rispettivamente di responsabile e suo vice della Congregazione per la dottrina della fede (ex tribunale dell’Inquisizione). Ma a volere quell’ordine, nell’ambito di un aggiornamento delle leggi vaticane relative a una serie di delitti, e a ratificarlo è stato Wojtyla. Le conseguenze sono tristemente note. Gli scandali per i casi di pedofilia del clero coperti dalle gerarchie locali sono esplosi un po’ ovunque, in Italia, negli Usa, in Australia, in Austria, in Irlanda, ecc. Negli Usa la Chiesa in vari processi ha dovuto pagare alle vittime dei preti pedofili danni per cifre totali astronomiche, e per quell’ordine del 2003 una corte del Texas nel 2005 ha accusato Ratzinger di ostruzione della giustizia. Per evitare un devastante rinvio a giudizio è dovuto intervenire l’allora presidente George Bush junior, che ha imposto l’immunità dovuta ai capi di Stato perché nel frattempo l’imputato era stato eletto papa, diventando così anche capo dello Stato del Vaticano. Continua a leggere

Il bunga bunga non è solo quello di Arcore. E ci guadagnano tutti, a partire dalla Chiesa. Compresi i giornalisti che in un eccesso di servilismo fanno sparire, con buona pace del superpatriottico ministro della Difesa Ignazio La Russa, perfino un nostro militare ucciso in Afganistan

Più che il patriottismo, come sempre di cartone, potè il servilismo. Il 19 gennaio 2011 marchierà per sempre alcuni giornali e annessi direttori. Quel giorno il  servilismo e l’ipocrisia dei giornalisti che difendono a tutti i costi il sempre più indifendibile Chiavaliere Papino il Breve, al secolo Berlusconi Silvio, hanno mostrato tutta la loro grandiosa sporcizia. Uso vocabili gravi e volutamente offensivi perché non se ne possono usare di più morbidi. Allineati all’edicola i vari quotidiani di famiglia e annessi fogli pretoriani gridano addirittura al colpo di Stato o poco meno solo perché i liquami accertati dalla magistratura di Milano sono tracimati come un’ondata di sterco nei vari mass media di tutto il mondo, dimostrando non solo che il reuccio di Arcore è nudo, ma anche brutto da vedere e piuttosto maleodorante.
La foga servile di troppi miei colleghi è stata tale che in quei giornali avreste cercato invano una qualche notizia sull’alpino Luca Sanna ucciso in Afganistan. Ecco di che pasta è fatto il “patriottismo” sventolato a più non posso dai cialtroni in carriera quando serve per dare addosso a qualcuno. Se si tratta di rimettere in fretta e furia le mutande al re nudo per coprirne le vergogne esibite in pubblico, quelli che quando fa comodo vengono definiti “eroi caduti per la pace” possono aspettare. Che vergogna! Anche per l’assenza di qualunque protesta da parte del ministro della Difesa Ignazio La Russa. Continua a leggere

Sette giorni, una vita. Il Lingotto-Marchionne sancisce la fine delle conquiste civili e dello sviluppo dell’Italia iniziate col dopoguerra? E’ ormai più che assodato che siamo governati nell’interesse di una banda di malfattori. Per giunta benedetti da un Vaticano protettore dei bunga bunga dei preti pedofili

Qual è la notizia peggiore tra quelle dell’ultima settimana? Difficile dirlo, perché è stata una grandinata. Sono reduce dalla quattro giorni di congresso nazionale tenuto a Bergamo dalla Federazione nazionale della stampa italiana (Fnsi), cioè del sindacato nazionale federale dei giornalisti italiani, la cui prima giornata è stata occupata dai discorsi dei tre editori ospiti, Carlo De Benedetti del Gruppo L’Espresso, Fedele Confalonieri di Mediaset e Piergaetano Marchetti della RCS, cioè della Rizzoli-Corriere della Sera. Stendiamo un pietoso velo. Per ora. Armiamoci di coraggio e procediamo.

1) – Il caso Fiat-Marchionne. Che in realtà è il più importante di tutti dal punto di vista strutturale e dell’economia. Beh, sappiamo già di che si tratta, lo abbiamo detto alcune volte. In Italia sono in atto due cose: lo smantellamento di molti diritti conquistati con la lotta contro il fascismo e nel dopoguerra; la riduzione progressiva del cittadino in consumatore. In questo quadro c’è la tentazione di demolire anche la dignità professionale, riducendo il più possibile a forza lavoro un tanto al chilo, cioè all’ora o alla giornata, qualunque tipo di figura professionale subordinata. Quanto accade al Lingotto della Fiat non è che la conseguenza di tutto ciò, nonché la spallata definitiva. C’è la tendenza a rendere il lavoratore subordinato italiano sempre meno lavoratore professionale e cittadino e sempre più forza lavoro un tanto al chilo e consumatore. A pensarci bene non si tratta di ridurre i lavoratori italiani come fossero extracomunitari, ma come fossero palestinesi in Israele. L’extracomunitario infatti dopo alcuni gironi infernali può diventare cittadino italiano come gli altri, ma il palestinse d’Israele non potrà mai diventare un cittadino come gli altri alla stessa stregua dei lavoratori italiani che sempre meno potranno essere cittadini come quelli che campano del lavoro altrui anziché solo del proprio. Con l’aggravante che ai vari Elkan, che disgraziatamente hanno preso il posto degli Agnelli prematuramente scomparsi, Giovannino ed Edoardo, della Fiat “italiana” non gliene può fregare meno, se non per altri miliardi di euro regalati dallo Stato italiano ufficialmente “a favore dell’occupazione” (!), per il semplice motivo che hanno una mentalità quanto meno “internescional”, come dimostra l’incapacità di Lapo Elkan a parlare in italiano decente che è pari alla sua capacità di spendere – qualcuno forse direbbe scialacquare – quattrini in malo modo. Quattrini, non dimentichiamolo mai, che provengono in parte dalle nostre tasche, cioè dalle nostre tasse, e in massima parte dal sudore dei lavoratori. Continua a leggere

Non è imbarazzante che i due lord protettori vaticani di Berlusconi siano la strana coppia che a suo tempo ha ordinato l’omertà mondiale su tutti i casi di pedofilia del clero cattolico?

E dunque Berlusconi si dice sicuro che Ferdinando Casini finirà col correre in soccorso del suo governo mollando il cosiddetto terzo Polo, vale a dire Gianfranco Fini e Francesco Rutelli. La sicumera del Cavaliere deriva dall’insistenza del pressing del Vaticano su Casini, dato che questi è cattolico praticante e il Vaticano si sente sempre autorizzato a mettere i piedi nel piatto della politica italiana con la scusa del “dovere morale” di fare da guida ai credenti. Casini in effetti di recente a proposito delle “raccomandazioni” d’Oltretevere s’è lasciato sfuggire un ambiguo “ne terrò conto”. Il supporter principale della pressione pro Berlusconi, chiaramente in nome del papa, è il segretario di Stato vaticano cardinale Tarcisio Bertone, che negli ultimi tempi avrà anche cominciato a essere amato un po’ meno di prima da Ratzinger, ma usa comunque da sempre interferire pesantemente con la vita politica della Repubblica italiana. Lo scorso luglio il cardinale si è incontrato a cena a casa di Bruno Vespa con lo stesso Berlusconi e altri membri di peso del governo e delle istituzioni italiane. Una presenza, anzi una invadenza quella di Bertone particolarmente inopportuna a causa di una sua ben precisa grave pecca. E’ stato lui infatti a firmare nel giugno 2001, assieme all’allora cardinale Ratzinger, l’ordine scritto ai vescovi di tutto il mondo di nascondere alle autorità civili dei rispettivi Paesi qualunque caso di pedofilia nel clero e perfino qualunque caso di adescamento sessuale di maggiorenni avvenuto approfittando del sacramento della confessione. All’epoca l’attuale papa era il capo della Congregazione per la dottrina della fede, in precedenza chiamato Tribunale dell’Inquisizione, e Bertone era il suo vice. Il loro ordine parlava chiaro: intimava ai vescovi  il segreto sugli abusi sessuali di parte non trascurabile dell’intero clero del mondo cattolico e ordinava di segnalarli solo alla Congregazione dell’ex Inquisizione. Le conseguenze di quell’incredibile ordine scritto sono tristemente note, venute alla luce solo grazie a una lunga seri di scandali di pedofilia nel clero degli Usa, Austria, Irlanda, Australia, ecc. Continua a leggere

Di quale degrado stiamo parlando?

Che dichiarazioni contraddittorie quelle di mons. Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, rilasciate in un’intervista a Maria Antonietta Calabrò su fattisentire.org.

Se la prende duramente con “Famiglia cristiana”, la cui recente denuncia del degrado politico del paese e soprattutto della corruzione della classe politica dirigente, viene qualificata come “giustizialista”. Come se la stampa cattolica, quando al potere è la destra, potesse esprimere giudizi solo in positivo, senza alcuna criticità.

Se si è permessa di criticare, l’ha fatto – secondo il prelato – “solo per vendere qualche copia in più” (sic!). Il problema infatti non sta nella denuncia che non costruisce, ma “nell’educare a una cultura diversa”, dice serafico il vescovo.

A quale cultura però lo sappiamo, quella della fede cattolica, che deve permeare di sé anche la politica. Dunque il degrado esiste – secondo questi illuminati cattolici – perché la politica si comporta in maniera a-religiosa: per superarlo ci vuole la politica della fede!

Sembra un discorso di altri tempi, un discorso del più retrivo fondamentalismo, quale si può constatare in un movimento come Comunione e liberazione, cui il prelato appartiene.

Invece è un discorso attualissimo, proprio perché si vuol prendere come esempio di come sia possibile superare il degrado, un fatto recente, accaduto in Afghanistan, stravolgendone del tutto il significato.

Alla Calabrò, che gli ricordava il cardinale Bagnasco, quando aveva indicato l’esempio di San Lorenzo martire quale via da seguire per risolvere il degrado attuale, mons. Negri aggiunge un altro esempio che ha a dir poco dell’incredibile: “Sì, i martiri esistono anche oggi, come gli otto medici uccisi in Afghanistan dai talebani, messi a morte non perché curavano i poveri ma perché erano cristiani. Sono i martiri che dimostrano che una vita positiva è possibile”.

Dunque i medici sono stati uccisi perché “cristiani”, cioè perché erano andati a esercitare la loro professione in quanto credenti, al seguito delle truppe dell’Onu.

Anche prescindendo dalle dichiarazioni dei talebani, secondo cui costoro erano in realtà delle spie al servizio degli americani e che i “missionari cristiani” facevano proselitismo, avendo “Bibbie in dari da distribuire alla gente”, qui si ha a che fare col peggiore irrazionalismo.

Non solo il prelato (come d’altra parte il suo collega Bagnasco e aggiungiamoci anche mons. Bertone) non intravede neppure lontanamente il nesso imperialistico tra “intervento armato” e “assistenza umanitaria”, non solo continua a ribadire che il cristianesimo è migliore dell’islam, che l’occidente è migliore dell’oriente, che l’Europa e gli Stati Uniti sono migliori dell’Asia, ma, quel che è peggio, fa del martirio una forma di garanzia assoluta di autenticità della fede (allo stesso modo, peraltro, dei fondamentalisti islamici!).

Ma come! Mons. Negri non aveva parlato prima di “educazione a una cultura diversa”? quindi di un processo lungo e faticoso? E ora se ne esce con questa infelice esaltazione del gesto estremo? Come se quei medici avessero voluto farsi ammazzare per tenere alta la fede che li ispirava!

Ma siamo davvero sicuri che da parte di questa chiesa possa venire qualche luce per indicarci in quale direzione dobbiamo andare per risolvere il problema del degrado della politica? Siamo davvero sicuri che il degrado sia il frutto della mancanza di religione e non invece di qualcos’altro? Questo appellarsi al martirio à tous prix non è già esso stesso una forma di “degrado”?

Da Ratzinger a Bossi padre e figlio, da Alfano a Feltri: una Pasqua senza resurrezione, Via Crucis perpetua lastricata di misteri. Vergognosi.

Per essere una “Pasqua di resurrezione” quella dell’attuale gruppo dirigente del Vaticano e della Chiesa è stata una Pasqua di sprofondamento. Sprofondamento nel disgusto crescente provocato da una sfilza di dichiarazioni una più demenziale dell’altra. Il tutto mentre il nostro Umberto Bossi, dopo avere voltato italiotamente la gabbana da nemico dei “vescovoni” a baciapile indefesso, si porta appresso il figlio alle riunioni “strategiche” con il primo ministro Silvio Berlusconi dando così un clamoroso esempio di familismo degno della più incallita “famigghia” dell’onorata società, quella degli amici degli amici. In totale, aprile ha collezionato un discreto numero di misteri non solo niente affatto gloriosi, ma decisamente vergognosi. Continua a leggere

Siamo giornalisti o Minzo Scondinzolini? Uomini o caporali berluschini piegati in preghiera verso Arcore più delle 5 volte al giorno verso La Mecca dei musulmani? La svolta contro l’Iran di Papino il Breve costerà all’Eni, e all’Italia, la perdita degli impianti di Darkhuin e quindi la proprietà di 100 mila barili di petrolio al giorno più una penale e un danno globale di una marea di miliardi di euro. Una stangata di cui approfitterà la Cina, oltre al governo Netanyahu (accusato anche di assassinio in Oman). Intanto il papalinato incassa dai nostri capi di Stato e di governo il silenzio sul silenzio protettore della pedofilia del clero e altri quattrini per la scuola cattolica

Non posso dire, per educazione e rispetto del codice civile e penale, che il direttore del Tguno Augusto Minzolini mi fa augustamente schifo, percò posso dire che il suo giornalismo è ormai davvero esecrabile, servile, se non proprio schifoso. Anzi, è ridicolo. Continuare a battere il chiodo della “giustizia ad orologeria” affermando che le inchiesta giudiziarie arrivano sempre “guarda caso prima delle elezioni” è un argomento da manus habeas o da disonesti in mala fede o da disinformati, tutte cose gravi per un giornalista che per giunta dirige un telegiornale di una tv pubblica anziché del rione Scassanapoli o Spaccamilano. Di elezioni in Italia ce ne sono a getto continuo, tra elezioni per il parlamento europeo, elezioni politiche, cioè per il parlamento italiano, elezioni regionali, cioè per il parlamento regionale, elezioni provinciali, elezioni regionali…. più non di rado qualche referendum. Stando così le cose, egregi Minzolini dello Strapaese, quando lor signori i magistrati potrebbero fare le inchieste ed emettere gli avvisi di reato e gli eventuali mandati di cattura senza venire accusati di “fare politica con l’uso della giustizia ad orologeria”?
Queste cialtronerie accuse minzolinesche sono a ben vedere un boomerang, che dobbiamo far tornare sulla faccia di bronzo, se non peggio, di chi l’ha lanciato. E infatti: di chi è la responsabilità se nello Strapaese ci sono elezioni a getto continuo? Dei magistrati? O piuttosto di una classe politica sempre più gelatinosa, sfaldata, sfaldante, scollata dall’interesse generale, vale a dire berluscona? Il rincorrersi di elezioni anche regionali è responsabilità dei magistrati o dei politici di stampo leghista, localista, “territorialista” cioè affarista?
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Iran: Berlusconi semina, Ahmadinejad raccoglie. Caro Ratzinger, ma lei l’ordine che ha inviato nel 2001 a tutti i vescovi del mondo di tacere alle autorità civili qualunque caso di pedofilia del clero lo ha ritirato sì o no? A giudicare dal nuovo scandalo e annesso silenzio della curia di Bologna, si direbbe proprio di no. Dalla Milano da bere alla Lombardia, e non solo, da spolpare: il nostro capo del governo spiega che i peggiori sono per lui “i migliori”

A Teheran stanno facendo il gioco di Silvio Berlusconi e dei suoi manovratori. Così è più facile ricominciare il tiro al piccione contro l’Iran, con l'”informazione” giornalistica che ci dà fulmineamente conto non solo di ciò che accade, ma anche di ciò che si vorrebbe accadesse ma non è ancora accaduto. Una domanda: come mai invece della Palestina non si ha MAI una altrettanto fulminea informazione? Per l’Iran diamo retta anche a twitter e affini, senza uno straccio di verifica, in Palestina invece diamo retta solo al portavoce del governo israeliano. Vi accadono soprusi a volte degni dell’Iran, ma NON se ne parla. Ahmadinejad gioca chiaramente la carta dell’esasperazione della tensione politica internazionale, in modo da poter dare meglio un giro di vite interno, e arriva a dichiarazioni provocatorie anche demenziali, però ha dichiarato chiaro e tondo in piazza che l’arricchimento dell’uranio per la famosa bomba atomica non interessa l’Iran. Concetti del resto già detti più volte, ma in quei casi ha fatto cilecca non solo twitter…

La rinuncia alle atomiche da parte di Ahmadinejad  sa di volpe che non arriva all’uva e dice che è acerba, visto che a parte le chiacchiere soprattutto made in Usa e Israele – remake delle balle sulla “bomba” irachena – l’Iran non ha nessuna possibilità di arrivare a costruirla. Però il gioco al massacro, per ora a parole in attesa di poterlo trasformare in carne e sangue dei vinti, continuiamo a giocarlo. Il capo del governo o il capo dello Stato iraniano gridano che in Israele “collasserà” il sionismo – solo il sionismo, si badi bene, non Israele – ma i giornali traducono che ha gridato “Israele sarà “schiacciato”. Israele, non il sionismo. Che è chiaramente cosa diversa da Israele, così come un qualunque regime politico di uno Stato è cosa diversa dallo Stato con quel regime. Gli Usa e Israele e l’Europa vogliono far crollare il regime teocratico dell’Iran, ma questo NON significa che vogliano schiacciare l’Iran. O no? Di ritorno dal mio viaggio in Iran scrissi che il regime teocratico era condannato a crollare, perché la società civile è molto più avanti del regime, e nessuno s’è sognato di accusarmi di volere che l’Iran venisse “schiacciato”. O no? Sono molti i Paesi che sperano che in Italia crolli il “regime berlusconiano”, cosa sperata da un buon terzo degli stessi italiani, ma a nessun furfante verrebbe in mente di dire che tutti costoro vogliono che a crollare o ad essere “schiacciata” sia l’Italia. O no? Continua a leggere

La Chiesa della vergogna

Contro i nazisti e lo sterminio su scala industriale degli ebrei, dei rom, dei prigionieri e di altri  ancora non ha speso neppure una parola. Contro la sentenza di Bruxelles contraria all’imposizione del crocifisso sui muri delle scuole pubbliche la Chiesa ha invece scatenato una tempesta di parole e non solo di parole. Una vera e propria fiera del ridicolo e delle falsità, con la più reazionaria e integralista gerarchia del clero impegnata a blaterare lezioni di “sana laicità”.  Forse l’idiozia più grossa l’ha sparata il segretario di Stato del Vaticano Tarcisio Bertone quando col suo sorriso a 48 denti ha tuonato che “L’Europa ci regala le zucche vuote di Halloween”, peraltro preferibili di molto alle devastazioni, guerre, roghi di esseri umani, di libri e di intere biblioteche, a partire da quella di Alessandria, e alle troppe persecuzioni e stragi regalateci dalla Chiesa nel corso dei secoli.

Bertone sorride a 48 denti felice della subalternità dei politici e mass media italiani, che non hanno il coraggio di rinfacciargli l’avere firmato nel 2001, assieme all’attuale papa, anche lui chissà perché sempre molto sorridente, l’ordine a tutti i vescovi del mondo di nascondere alle autorità civili dei rispettivi Paesi tutti i casi di pedofilia nel clero. Ordine che non è mai stato rinnegato. Un bel campione della Chiesa e della carità cristiana questo Bertone, per non dire di Ratzinger, a suo volontario della gioventù hitleriana. Continua a leggere

Il fratello di Karzai è un grande produttore di oppio, al servizio della Cia. Nel nostro piccolo, Berlusconi col video di Marrazzo s’è comportato da ricettatore o da favoreggiatore? Mentre i vari “addict” della pantofola papalina, Rutelli-Binetti-Casini-& C se la intendono più che mai con lo Stato nemico della democrazia laica della Repubblica italiana

Sia in Italia che all’estero ormai capita spesso che non si riesca  distinguere se ciò che leggiamo sui giornali o vediamo in tv si riferisca alla situazione politica o a un film di gangster.
Per esempio: non solo si scopre che in Afganistan i brogli elettorali sono stati tali e tanti da costringere l’attuale presidente, Hamid Karzai, ad accettare il ballottaggio dopo essersi attribuito da un pezzo la vittoria elettorale al primo turno, ma si scopre anche che suo fratello Ahmed  è uno dei più grandi produttori locali di oppio, e quindi di eroina, droghe che rendono schiavi e uccidono decine di migliaia di giovani anche in Occidente. In altri termini, un criminale che miete vittime in tutto il pianeta. Eppure si scopre anche che è al soldo della Cia! La stessa Cia degli stessi Usa che nello stesso Afganistan si dicono impegnati a combattere anche i produttori di oppio perfino concedendo ai propri militari la licenza di ucciderli con “omicidi mirati”, come quelli degli israeliani contro i presunti terroristi palestinesi. Da notare che l’Afganistan che si rivela essere una fogna di corrotti molto peggiore di quel che già si sapeva e di quel che si intuiva è lo stesso Afganistan per il quale muoiono anche militari italiani. E nel quale in nome della democrazia di stampo occidentale vengono uccisi da militari occidentali una marea di civili afgani innocenti.

In Italia siamo al punto che i pericolosi deliri del nostro capo di governo contro qualunque organo giudiziario che faccia il proprio dovere, dalla magistratura di Milano alla Corte Costituzionale si sono incrociati perfino con una storiaccia come i ricatti a Piero Marrazzo, il governatore del Lazio fresco di dimissioni per una brutta vicenda di sesso a pagamento con transessuali per la quale ha purtroppo accettato di essere ricattato anziché denunciare subito i ricattatori. Come abbiamo appreso dalla stampa, Berlusconi e almeno un suo giornale sono venuti in possesso del filmato del ricatto, e il primo ministro ne ha anche parlato con il ricattato anziché denunciare tutto alla magistratura. Un comportamento talmente grave che anche se non integra il reato di omessa denuncia – il capo del governo non è equiparabile a un pubblico ufficiale? – emana il cattivo odore del reato di ricettazione e/o concorso in favoreggiamento e magari anche del ricatto implicito. Continua a leggere