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FELICE PASQUA! Occhio però alla nuova bolla dei mercati valutari e al Quantitative Easing europeo, che farà felici le banche



LA NUOVA BOLLA DEI MERCATI VALUTARI

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**  *Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista

I mercati valutari, i cosiddetti mercati FX, sembrano vivere una strana e pericolosa euforia. Secondo le più recenti analisi dei principali istituti economici internazionali, quali la Banca dei Regolamenti Internazionali, nell’aprile 2013 il totale di tutte le operazioni giornaliere di questi mercati era pari a 5,3 trilioni di dollari, con un aumento del 35% rispetto ai livelli del 2010!

E’ necessario un metro di paragone con l’economia reale per comprendere meglio tale straordinaria dimensione. Nel 2013 il commercio annuale delle merci dei Paesi membri dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, cioè di tutto il pianeta, è stato di 17,3 trilioni di dollari. La differenza è enorme. Continua a leggere

“Forward guidance”, la nuova parola magica che consegna il controllo dell’economia alle banche centrali.

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**

Negli ultimi anni le banche centrali si sono sostituite al mercato, ai governi e a tutti gli altri attori economici nel definire le strategie monetarie, finanziarie e anche economiche dei Paesi cosiddetti industrializzati. I loro bilanci sono cresciuti a dismisura tanto che la Fed attualmente ha attivi pari a 4.160 miliardi di dollari, di cui 1.570 sono mbs, i derivati su ipoteche, mentre la Bce, con le banche centrali della zona euro, ha attivi pari a circa 2.200 miliardi di euro.

Eppure prima si credeva che il mercato avesse leggi proprie, forti, sicure e capaci di regolare  l’economia e la finanza. Anzi si sosteneva che meno fossero coinvolti gli Stati e gli enti di controllo e meglio era per il sistema. Poi venne la crisi globale. Tutti, a cominciare dalla banche, quali le “too big too fail”, corsero a piangere miseria e a chiedere aiuti presso i governi.

Allora c’era la “magia del mercato” ed ora quindi c’è un’altra formula magica, quella della cosiddetta “forward guidance”. Dal 2008 è diventata il fulcro della politica monetaria. La Fed, la Bce, la Bank of Japan e la Bank of England forniscono, in varie forme quantitative e qualitative, appunto la loro “guida” nella politica monetaria, dei tassi di interesse e di fatto determinano l’intera politica economica..

Questa nuova situazione è oggetto di dibattito, di perplessità e di riflessione. Recentemente anche la Banca dei Regolamenti Internazionali di Basilea ha messo in guardia che la politica della “foward guidance” potrebbe generare ripercussioni negative e veri e propri choc nei mercati e nelle economie internazionali. Gli economisti della Bri sostengono che nel breve periodo le banche centrali sembrano dare più certezze politiche e meno volatilità nei comportanti monetari. I possibili cambiamenti e finanche le loro percezioni, nella politica monetaria, basata sul tasso di interesse zero, potrebbero però mettere a rischio la stabilità finanziaria e colpire la reputazione e la credibilità delle stesse banche centrali.

Infatti, quando esse comunicano che i tassi di interesse rimarranno fermi per un certo lasso di tempo o fino al persistere di certe condizioni economiche, gli operatori finanziari si sentono sicuri e perciò investono, muovono capitali e purtroppo speculano con più tranquillità. Ma non è detto che ciò accada sempre, che le banche centrali siano fisse nei loro impegni, che comunichino chiaramente le loro decisioni e che i mercati interpretino correttamente i loro “segnali di fumo”.

Già nel maggio 2013 le poche parole dette dall’allora governatore della Fed, Ben Bernanke, su una possibile riduzione del quantitativo di nuova liquidità, mandarono in tilt il sistema. Da quel momento nei Paesi emergenti si verificano fughe di capitali, disinvestimenti dai bond, crolli di borsa e massicce svalutazioni valutarie. Bernanke, nel tentativo di tranquillizzare i mercati, lamentò di essere stato frainteso.

Se il semplice fraintendimento di una frase può determinare nuove crisi sistemiche, allora il mondo è veramente messo male. I mercati quindi, secondo noi, più che concentrarsi sulle dichiarazioni dei governatori centrali, diventati i novelli dei dell’Olimpo finanziario ed economico, analizzino con maggiore obiettività gli andamenti e i parametri dell’economia reale.

Anche per gli economisti della Bri, se i mercati si basano esclusivamente sulla “forward guidance”, un qualsiasi cambiamento significativo nella “guida” potrebbe portare a delle “reazioni distruttive dei mercati”. Per altro verso, il timore di forti reazioni da parte dei mercati potrebbe bloccare le banche centrali dall’adozione di politiche monetarie richieste da nuove situazioni e nuovi andamenti. Da ultimo, non si può ignorare che la politica del tasso di interesse zero, prolungata nel tempo, incoraggi operazioni finanziarie in cerca di profitti più alti anche se con alto rischio, generando nuovi squilibri e vulnerabilità.

Tutto ciò preoccupa e spinge gli organismi internazionali più responsabili come la Bri a riconoscere che non si può continuare indefinitamente con le politiche monetarie accomodanti e non convenzionali. A nostro avviso occorre innanzitutto riportare la politica finanziaria e monetaria al suo ruolo naturale di ancella dell’economia reale.

*Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista

1) – Negli orrori della bibbia (anche) la piaga del femminicidio. 2) – L’economia a una svolta (pericolosa)

Un mio amico mi ha inviato il disegno che vedere qui di fianco e che cita un passo della bibbia. E’ una delle infinite dimostrazioni di come sia demenziale parlare di popoli “speciali”, “eletti”, “prediletti da Dio”, e via delirando. E di come sia invece più sensato e utile buttar via la bibbia emettersi a studiare o almeno leggere qualcosa di più umano.

Chissà quante donne con l’imene setto, che cioè non sangina neppure la “prima volta”, sono state uccise il quel modo orribile… E chissà quante altre donne pur avendo sanguinato sono state accoppate perché il marito voleva togliersela da piedi subito. Oltretutto vigeva la poligamia (ma ovviamente non la poliandria). Ovviamente, per eseguire la lapidazione bastava la parola del marito: evito i commenti. Mi limito a rilevare che l’origine del femminicidio, piaga tuttora esistente, ha origine nella “sacra” (!) bibbia. Non c’è bisogno di aggiungere altro: ognuno sa riflettere e pensare anche da solo. Purché non disonesto o della genia che si ritiene migliore degli “altri” e sempre in dovere di punire chi “non è vergine”…

Robert Eisenman, il più grande esperto al mondo dei Rotoli del Mar Morti, nel suo libro “Giacomo, il fratello di Gesù” ci tiene a far sapere che lo stesso trattamento era riservato immediatamente a chiunque peccasse di blasfemia nel Tempio di Gerusalemme, anche nel caso si trattasse di un sacerdote: ucciso subito “a bastonate in testa con il legno delle fascine destinate ai sacrifici di olocausto”. Davvero un  bel costume. Come del resto la lapidazione per i blasfemi e perfino per chi osava lavorare il sabato! Divieto che Gesù infranse più volte, visto che predicava anche di farla finita con la corruzione del Tempio e del clero collaborazionista dei romani.

I romani non erano migliori. Eppure ci vantiamo di discendere da loro. Come si vede, tra gli antenati di tutti i popoli, compresi noi della civilissima Europa, “il più pulito ci ha la rogna”, come si usa dire. Insomma, un po’ più di modestia e un po’ meno di pretese da parte di tutti non guasterebbe. Specie da parte di chi agita la bibbia per accampare diritti a spese e sulla pelle altri, come abbiamo fatto dalle Americhe all’Australia e come si continua a fare disinvoltamente ancora oggi da parte dei fanatici irriducibili.

Ciò detto, vale la pena di riflettere anche su questo nuovo articolo dei nostri due collaboratori economisti, che parlano di economia a una svolta. Con il rischio di uscire fuori strada….

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L’ECONOMIA A UNA SVOLTA

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**

La nostra situazione è seria. Con poche eccezioni, si conferma una situazione stagnante in Italia  e nell’intera Europa. Non poco ha inciso la stretta creditizia. Le priorità dell’Italia sono quindi gli investimenti, il lavoro, l’innovazione, la ripresa delle produzioni industriali e del credito produttivo. Dal 2007 a oggi la disoccupazione è raddoppiata e rischia di superare la soglia del 13% della forza lavoro. Per i giovani tra i 15 e i 24 anni è, purtroppo, del 42 %. Dal 2010 la produzione industriale è scesa del 9%. Confrontando la differenza tra le previsioni di crescita e l’andamento reale, dal 2007 ad oggi l’economia italiana ha perso 230 miliardi di euro di ricchezza. Continua a leggere

Lo scandaloso rapporto tra Banca d’Italia e banche private

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**

Sono troppi i dubbi e gli interrogativi sul recente decreto legge relativo alla rivalutazione del capitale della Banca d’Italia per lasciarli “scivolare” nel dimenticatoio delle decisioni politiche ed economiche più controverse. L’aver poi abbinato scelte strategiche, l’assetto della banca centrale e le dismissioni di immobili del patrimonio pubblico, alla necessità di alcune coperture di bilancio, anche in relazione alla questione IMU, costituisce una brutta macchia nell’attività del Governo e dello stesso Parlamento, che non ha tenuto conto delle vistose disomogeneità delle materie incluse nel decreto.

In tempo non sospetto abbiamo sostenuto l’opportunità di acquisire l’intera proprietà della banca centrale da parte dello Stato. Invece si è ricorso ad un trucco per far passare la rivalutazione del suo capitale regalando 7,5 miliardi di euro alle banche private e ad altri pochi azionisti. E’ inaccettabile. Per giustificare tale operazione si è detto che il valore del capitale azionario della banca centrale era immutato dal 1936 ed era pari a soli 176.000 euro. Una incongruenza da rettificare. Ma perché sorvolare sul fatto che le quote di proprietà erano originariamente affidate a banche di interesse pubblico? Non si è tenuto conto che esse nel frattempo sono diventate banche private. Continua a leggere

Le festività sono passate, i problemi invece sono rimasti. Comprese le porcate contro la Siria

Federal Reserve: la crisi dei cent’anni

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**

Allla vigilia di questo Natale la Federal Reserve ha compito cento anni! Ha “navigato” attraverso due guerre mondiali e nella Grande Depressione del ’29. Arriva però al suo centenario in condizioni disastrate e con una profonda crisi di identità. Per la prima volta nella storia ha completamente stravolto la sua missione: da controllore dell’inflazione e attore nella politica contro la disoccupazione è diventata la fucina di liquidità illimitata con un bilancio distorto fuori misura, pari a circa un quarto del Pil americano. Prima del 2007 non solo ha ignorato tutte le avvisaglie del crollo finanziario incombente ma, quel che è più grave, ha assecondato, se non favorito, i comportamenti più speculativi e rischiosi. Poi ha salvato dal fallimento tutte le grandi banche, lasciando di fatto che continuassero ad operare come prima. La liquidità immessa sta drogando l’economia creando visioni psichedeliche quanto irreali dell’economia prospettando una rosea fine della crisi economica e bancaria. Continua a leggere

1) – Contro la crisi la politica monetaria da sola non funziona 2) Appello contro la caccia ai pensionati con la scusa delle “pensioni d’oro”

L’illusione di una governance delle liquidità

Mario Lettieri* Paolo Raimondi** *Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista

Nel giro di pochi giorni le banche centrali ed i governi dei maggiori Paesi occidentali hanno preso una serie di decisioni finanziarie e monetarie di enorme portata. Se le si analizza una alla volta separatamente fanno notizia per un breve tempo e poi diventano passato. Se, invece, si prendono insieme diventano una strategia globale con preoccupanti conseguenze future. La Banca Centrale Europea ha portato il tasso di interesse di riferimento allo 0,25%, cioè allo stesso livello di quello della Federal Reserve. E’ dalla crisi del 2007 che i tassi di interesse hanno continuato a scendere senza effetti significativi sulla ripresa economica dimostrando che i vecchi strumenti di politica monetaria non funzionano. Sotto lo zero non si può andare; adesso i tassi potranno solo risalire. Continua a leggere

Israele e i suoi supporter negli Usa verso il Medioevo. Deutsche Bank: la caduta degli Dei. La Fed e la Bce comprano titoli tossici per gonfiare di liquidità il sistema

LA FOTO ESPRIME MERAVIGLIOSAMENTE IL FATTO CHE SIAMO TUTTI FIGLI DELLA MADRE TERRA. GRANDE E’ QUINDI LA STOLTEZZA, LA CATTIVERIA E LA FEROCIA DEI NAZIONALISMI. DI QUALUNQUE TIPO E SOTTO QUALUNQUE CIELO.

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1) – http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=74138&typeb=0&Muro-del-Pianto-ultraortodossi-contro-le-donne

Gerusalemme, 10 maggio 2013, Nena News – Questa mattina sono scoppiati scontri al Muro del Pianto a Gerusalemme: un migliaio di giovani ebrei ultraortodossi hanno cercato di impedire alle donne dell’associazione israeliana “Women of the Wall” di pregare nel sito religioso, lanciando loro pietre e bottiglie d’acqua. Cinque di loro sono stati arrestati dalla polizia, riporta Mickey Rosenfeld, portavoce della polizia. Hanno partecipato alla protesta decine di centinaia di ragazzi e ragazze provenienti da tutto il Paese, dopo la decisione del tribunale di Gerusalemme di permettere alle donne dell’associazione di pregare al Muro del Pianto vestendo iltallit (lo scialle della preghiera), generalmente riservato agli uomini.

Tutto era cominciato circa un mese fa quando “Women of the Wall” aveva lanciato un’azione per garantire il diritto delle donne ebraiche di pregare liberamente e leggere collettivamente la Torah. Lo scorso 11 aprile, le donne dell’associazione erano entrate nella sezione del Muro del Pianto destinata agli uomini e avevano pregato a voce alta. Un modo per rivendicare l’uguaglianza in campo religioso, spesso chimera tra gli ebrei ultraortodossi. Continua a leggere

Crisi bancarie: si vuole una guerra tra contribuenti e risparmiatori

Crisi bancarie: si vuole una guerra tra contribuenti e risparmiatori

Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

La decisione del governo di Cipro, spintonato da una Troika troppo invadente, di tassare tutti i conti correnti oltre i 100.000 euro delle banche cipriote in default, è stato un test premeditato e un pericoloso precedente per l’intera Ue. Lo possiamo affermare con certezza.

La conferma del resto è arrivata dal portavoce di Michel Barnier, il Commissario europeo al mercato interno, che non ha potuto escludere la possibilità che in futuro i depositi oltre quella cifra possano essere utilizzati per operazioni di salvataggio delle banche in crisi.

Anche l’Institute of International Finance di Washington, uno degli enti privati più noti della finanza globale,  ha sostenuto che la “soluzione” cipriota potrebbe diventare un modello per l’intera Europa.

bancarotta, Al riguardo è da sottolineare che dal 10 dicembre 2012 era già in circolazione un documento della Federal Deposit Insurance Corporation (Fdic) americana e della Bank of England, il  “Resolving Globally Active, Sistemicaly Important Financial Institutions (SIFI)”, che affronta le emergenze relative all’eventuale bancarotta di istituzioni finanziarie di importanza sistemica.

Si afferma che non si intende più utilizzare i soldi pubblici per salvare con dei bail-out le banche in crisi, come finoraFmi, è sempre avvenuto dopo il fallimento della Lehman Brothers.

Il motto è: dal bail-out al bail-in! Con il procedimento del bail-in le perdite dovranno essere sopportate dagli azionisti e dai cosiddetti “unsecured creditors”. Sembra molto razionale: perché devono essere i contribuenti a pagare per le malefatte e per i giochi fatti dai banchieri con i derivati speculativi?

Ma il diavolo, come sempre, si nasconde tra i dettagli. Chi sono questi fantomatici “unsecured creditors”? Di certo i detentori di azioni, obbligazioni e di altri titoli di credito non garantiti. Si salvano invece i crediti vantati dalle pubbliche amministrazioni, dalle Banche Centrali, dalla Bce in Europa e da enti internazionali come il Fmi. Continua a leggere