Lucciole nere

(febbraio 1999) Le prostitute nigeriane si raccontano. Donne nigeriane raccontano come e perché hanno lasciato il loro Paese per emigrare in Italia, dove esercitano il mestiere più antico del mondo, e descrivono quella che è la loro attuale condizione di professioniste del sesso, di “lucciole nere” inserite in una vera e propria tratta delle schiave contemporanea. Testimonianze dirette (raccolte sui marciapiedi di Torino, epicentro italiano della “tratta” delle nere), riguardanti un fenomeno sociale sempre più diffuso, da parte di donne africane che esprimono qui anche la loro cultura, le loro aspirazioni, i loro sogni. Ogni donna racconta anche una favola del suo Paese, perché molte di loro resteranno in Italia, diventeranno madri e racconteranno quelle fiabe ai propri figli, facendole diventare così le future nuove favole italiane.

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Fratelli d’Italie

(febbraio 1994) Dialoghi polemici – rivelatisi profetici – tra l’allora presidente della Lega Nord Franco Rocchetta, il sociologo Sabino Acquaviva, l’economista Renato Brunetta, futuro ministro, e me – anche come intervistatore – a proposito di Lega, Italie al plurale ed Europa.

FIAT – Fabbrica Italiana di Automobili e Tangenti

Milano-Roma-Torino: le tappe e il crescendo delle tangenti e dei fondi neri targati Fiat, nel più esteso – e allora inedito – capitolo di Tangentopoli. Milioni e miliardi agli esponenti politici; il dottor Montevecchi e l’emissario di Salvo Lima; il “tesoretto” e gli spalloni di Cesare Romiti; la “merce preziosa” dell’avvocato Chiusano; le riunioni segrete in Svizzera e la strana “gita” a Vaduz dei manager; i licenziamenti-rappresaglia; la rete di informatori e i “Gladiatori” nei reparti; la tecnica di accumulo dei fondi neri all’estero; le menzogne dell’Avvocato, che oltretutto avvocato non era….
La saga delle “Mani sporche” Fiat ricostruita attraverso testimonianze dirette, documenti riservati e atti della magistratura. L’unico libro che parla della Fiat e non è citato nella raccolta di libri intitolata “BibliograFiat” voluta e finanziata dalla grande azienda di Torino. Una ulteriore vergogna, quindi, per la casa automobilistica e per a famosa famiglia torinese.

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L’arcitaliano Ferrara Giuliano

(giugno 2004) La biografia di un Macchiavelli dei nostri giorni, campione di trasformismo e opportunismo all’italiana, pronto a passare dal Partito comunista al servizio di Bettino Craxi all’apice del suo potere nel Partito socialista e nel governo italiano, dal servizio al soldo della Cia alle televisioni e al partito di Silvio Berlusconi, dall’impegno per la causa palestinese all’encomio del potere israeliano, dal pacifismo di sinistra all’entusiasmo per le due guerre all’Iraq e al tifo per lo “scontro di civiltà”. L’abbondanza di grasso del corpaccione di Ferrara assurge a simbolo dell’abbondanza dei vizi caratteriali degli italiani.

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Agli ordini del generale Dalla Chiesa

(maggio 1994) Il “pentimento” del brigatista Patrizio Peci, il caso Moro e altri misteri degli anni ’80 nel racconto del maresciallo Angelo Incandela, prima capo delle guardie carcerarie di alcune supercarceri e poi anche agente segreto.

Berluscon de’ Berlusconi

 

(novembre 1994) Il Cavaliere, Bossi, Fini…. Cento temi dei ragazzi delle scuole medie di tutta Italia – dall’estremo Nord al profondo Sud – sui nuovi eroi della Seconda Repubblica. Un ritratto dei nuovi governanti inedito e imprevedibile, carico di umorismo, aggressività ed entusiamo, con i ragazzi che usano ogni genere di espressività, dall’iperbole all’invettiva, dalla storpiatura caricaturale alla diatriba ideologica. Il lettore può per un verso ridere fino alle lacrime, per l’altro fermarsi a riflettere su come la pensano i giovanissimi.

 

Appello del Forum Insegnanti per salvare la scuola pubblica dalla svendita alle scuole private

Lo stato d’animo dei lavoratori della Scuola oscilla dallo sconforto alla rabbia nel rilevare la persistente inadeguatezza del sindacato e delle opposizioni nel contrastare il processo di privatizzazione dei beni comuni in generale e dell’istruzione in particolare, come se non esistesse da parte di tali soggetti la consapevolezza che ci si stia avviando precipitosamente ad un punto di non ritorno, ragion per cui occorre ora e subito senza alcun indugio  una massiccia mobilitazione per contrastare un attacco senza precedenti ai principi della Costituzione, ai diritti dei lavoratori e al loro salario e all’etica stessa della convivenza civile. Continua a leggere

Ratzinger-Sabina Guzzanti: chi offende chi? Forse che anche lei non è, come tutti gli esseri umani, “persona sacra e inviolabile”?

E dunque Sabina Guzzanti è finita nei guai giudiziari per avere offeso il papa. Strano che in questo caso i berluscoidi non starnazzino di toghe asservite: si vede che le toghe sono asservite solo quando bastonano gli amici e gli amici degli amici, mentre invece sono splendide quando bastonano, a sproposito, i nemici che di fronte a certi amici elefanti o rinoceronti sono meno di una pulce. Ogni tanto la procura della Repubblica di Roma dà prova del suo zelo.

Io però sostengo che è il papa che ha offeso Sabina Guzzanti e anzi non solo lei. Prima di spiegare il perché, osserviamo una cosa talmente ridicola che quando l’ho letta mi sono stropicciato gli occhi: sogno o son desto? Ahimé, ero e sono desto. Dunque: l’articolo 8 dei Patti Lateranensi, questo obbrobbrio servile ereditato dal fascismo e sdoganato dal Craxi sdoganatore dei neo fascisti, afferma che “il Papa è persona sacra e inviolabile”! Persona sacra? Perché, le altre persone che so’, monnezza? Non sono sacre? Non siamo tutti sacri? Che espressione ridicola, ruffiana, blasfema, quella dell’articolo 8 sul papa (io lo scrivo con la minuscola) “persona sacra”. Poi dicono che il medioevo e il fascismo sono passati. Continua a leggere

Il berlusconismo interpreta ed esprime il nuovo, per brutto che sia. La sinistra è rimasta in mezzo al guado, legata al c’era una volta

Credo di avere capito cosa è successo in Italia negli  ultimi tempi, politicamente parlando, e perché la sinistra è conciata come è conciata. In soldoni, mentre le nuove realtà economicamente importanti hanno trovato una loro rappresentanza politica, cioè nuovi partiti e anzi sono riuscite e esprimerli in prima persona fino a conquistare buona parte dei nuovi strati sociali, la maggioranza del parlamento e il governo del Paese, la sinistra è rimasta ferma alla difesa dell’esistente. Crollata l’Urss, il Partito comunista s’è trovato senza il suo referente principale. il suo azionista di riferimento. E man mano che è cambiata la realtà produttiva, dalle grandi industrie e dalle grandi fabbriche al “piccolo è bello” e all’uso selvaggio della manodopera extracomunitaria, il partito comunista si è mana mano trovato la sua base sociale di consenso sempre più erosa e frantumata. Il Pci è diventato “la Cosa”, “la Quercia”, ecc., fino ai DS e al PD, ma avendo come riferimento più che altro se stesso, cioè le sue strutture di partito, che le nuove realtà sociali. Idem i vari partitini che nel nome sono rimasti comunisti, oggi ben quattro.Fausto Bertinotti è diventato presidente della Camera, ma non ha mai saputo spiegare come intendeva rifondare il comunismo il suo partito che pure si chiamava Rifondazione comunista. Rifondare cosa, come? Mistero. Continua a leggere

Micro: lo spiacevole caso di Ignazio Posadinu detto “Belbo”. Macro: la volontà di nuocere alla Russia. E dal 1° settembre: Aruotalibera o Arruotalibera?

Non so ancora se domani, lunedì 1° settembre, il mio blog sul sito de L’espresso vivrà o no, se ancora affidato a me, che ne ho coniato a suo tempo anche il nome Aruotalibera, oppure ad altri. Prima delle ferie estive mi è stato detto che forse mi sarebbe rimasto. Forse. Un forse che derivava dal fatto che, a quanto mi hanno spiegato, ci si stava chiedendo se e come ripensare l’intero blocco dei dieci “blog d’autore”. Poi però, colpa forse delle vacanze, che peraltro io non ho fatto perché impegnato a Milanao anche a scrivere un nuovo libro, non ho saputo più nulla. Continua a leggere

I burattinai che muovono il presidente georgiano Saakashvili

Penso sia utile farsi dell’attuale, pericolosa e forse decisiva crisi georgiana una idea meno omologata alle verità ufficiali chiaramente suggerite per prendere due piccioni con una fava: colpevolizzare la Russia e sabotare le Olimpiadi cinesi già pre-sabotate con l’enfasi precotta e a senso unico sul Tibet. Riporto perciò un articolo di Frederick William Engdahl, un esperto che per oltre 30 anni ha scritto su temi come l’energia, la politica e l’economia, compreso il primo shock petrolifero a inizio anni ‘70. Engdahl ha collaborato con riviste quali Foresight Magazine, Grant’s Investor .com, la giapponese Nihon Keizai Shimbun, European Banker e Business Banker International. E’ anche un apprezzato conferenziere invitato a congressi internazionali su argomenti di geopolitica, economia ed energia.

Ovviamente sento già le accuse di chi cerca sempre di tappare la bocca a chi osa fare certi nomi, ma come sempre è meglio non curarsene.

I burattinai che muovono il presidente georgiano Saakashvili

di F. William Engdahl, 12 Agosto 2008

L’attacco militare a sorpresa della Georgia contro l’Ossetia Meridionale, avvenuto l’8 Agosto, rende necessario studiare più’ da vicino la controversa figura del presidente georgiano e dei suoi burattinai. Il 41-enne Mikhail Saakashvili si presenta come un uomo senza principi, un dittatore corrotto legato non solo agli Usa e alla Nato, ma anche ai servizi militari e d’intelligence israeliani. Continua a leggere

Quanta ipocrisia sulla Cina e la Russia. Cuba no, Sud Ossezia sì?

Basta guardare come sono composte le prime pagine dei giornali per sospettare che la crisi georgiana sia stata spinta in scena per offuscare le Olimpiadi di Pechino. Gli articoli sui record e anche sulle medaglie d’oro italiane non hanno lo spazio adeguato, cioè quello che hanno sempre avuto durante le Olimpiadi passate, devono contendere lo spazio alla crisi russo-georgiana-osseta, alle foto dei carri armati, dei militari russi e dei morti. Chi ha ragione, in questa crisi? Andiamo per ordine.

E’ da tempo che si tenta di creare grossi problemi economici alla Cina, la prima mossa è stata l’enorme allarme sull’influenza aviaria. Ricordate? Pareva che gli uccelli in arrivo dall’ex celeste impero avrebbero provocato una mezza apocalisse nell’immacolato, sano e ricco Occidente. Invece l’unica cosa che provocò fu la paura di molti nostri operatori economici ad andare non solo in Cina, ma anche nelle vicinanze come per esempio in Vietnam, per continuare a concludere affari specie nel settore tessile. Continua a leggere

Uno dei due piloti dello sgancio della bomba atomica su Nagasaki era un italo americano, figlio di emigrati dal Viareggino

Nei giorni scorsi ci sono stati gli anniversari dell’uso delle prima due bombe atomiche su popolazioni civili. Il 6 agosto 1945 quella su Hiroshima. Tre giorni dopo, 9 agosto, quella su Nagasaki. Storia e tragedia note, anche se si tende ormai a dimenticarle o a ricordarle solo come facciata retorica. Le nuove generazioni dimenticano, ma mano sempre di più e sempre meglio. I fatti, anche i più terribili, vengono ricordati solo sui libri di Storia. Qualcuno, preferibilmente trasfigurato in mito, riesce a far parte dell’identità e del dna di un popolo, anche se di solito si preferiscono le leggende pure e semplici. E’ così, con le sdrammatizzazioni successive, di generazione in generazione, che gli errori più orrendi tendono a essere ripetuti. La Storia, si sa, è maestra di vita: peccato solo che gli esseri umani non amano imparare… Continua a leggere

Invasione della Cecoslovacchia del ‘68 e dell’Iraq del 2003: l’arma iniziale sono sempre le bugie. Amici di Israele: quelli facinorosi è meglio perderli

Agosto 1968: ero in vacanza con due amiche in tenda in un campeggio della Jugoslavia, dalle parti di Porec, in italiano Parenzo, quando è arrivata la notizia dell’invasione della Cecoslovacchia da parte dei sovietici e altre truppe del Patto di Varsavia. Finiva così la “primavera di Praga” che cercava di ampliare gli spazi di libertà e democrazia senza uscire dal Patto né dall’economia “comunista”, o meglio statalizzata. I carristi si ritrovano in piazza S. Venceslao ricoperti di insulti, la folla gli chiede perché hanno invaso il Paese e loro piuttosto frastornati, perché non hanno trovato resistenza e nessuno li minaccia, balbettano che sono venuti a difendere il comunismo e il Paese contro “i traditori” e le mire occidentali. Insomma, le truppe erano state imbottite di balle prima di mandarle a occupare la Cecoslovacchia. Continua a leggere