Il colonialismo non è affatto morto: lo dimostrano la guerra alla Libia, simile alla tragica guerra di secessione del Biafra, e il veto Usa all’Onu contro la nascita dello Stato palestinese (decisa a suo tempo dalla stessa Onu!). Ovvero: dal miserabile fallimento del “Nuovo Medio Oriente” di Bush e del “Nuovo rapporto con l’Islam” di Obama alla “Nuova Libia” di Levy-Sarkozy

Il colonialismo europeo pareva morto. Finita in tragedia con milioni di morti l’occupazione del Vietnam e fallito nel sangue il tentativo della Francia di indorare la pillola nordafricana dichiarando l’Algeria “territorio metropololitano francese”, dichiarando cioè che i due Paesi su sponde opposte del Mediterraneo erano in realtà un Paese unico. Ora invece si scopre che il colonialismo europeo, capitanato proprio dalla Francia, non è affatto morto. L’intervento militare in Libia, stravolgendo ancora una volta una risoluzione Onu, è infatti sempre più chiaramente e scopertamente un’iniziativa francese, e inglese, per poter continuare ad avere dei protettorati e delle colonie petrolifere in Nord Africa. La Francia ha già le mani sporche di sangue di un paio di milioni di nigeriani vittime del suo avere finanziato, armato e appoggiato la secessione del Biafra dalla Nigeria perché nel Biafra c’era il grosso del petrolio nigeriano. Prima di quella tragedia la Nigeria era un Paese in via di forte sviluppo, poi invece si è ridotto all’emigrazione di nigeriane per fare le prostitute in Europa, solo a Torino ce una ventina di anni fa ce n’erano ben 7.000. Ora Sarkozy sta facendo il bis con la Libia.

Non esiste nessuna “rivoluzione democratica” e nessuna “primavera libica”, esistono invece la volontà e l’intervento militare franco-inglese per buttar giù Gheddafi e sostituirlo con un governo più o meno come il suo, ma prono alla volontà di Parigi e Londra. Alla stessa stregua con la quale gli Usa hanno invaso l’Iraq, per mettere in piedi una caricatura di democrazia tenendosi però ben stretti gli accessi, i giacimenti e i privilegi petroliferi. Speriamo che i cinesi o gli indiani non prendano esempio da noi per invadere la Francia o l’Inghilterra o l’Italia per imporre governi e regimi a loro graditi. Continua a leggere

La signora Ofelia ha addebitato al malcapitato Dominique Strauss Kahn le escoriazioni vaginali che s’era procurate allegramente con altri la sera prima. Ma per capire che mentiva bastava guardarla. E avere letto il processo a Frine

Non per vantarci, ma lo abbiamo sostenuto quando tutti erano convinti del contrario, c’erano cascati come allocchi e Dominique Strauss Kahn lo lapidavano in tutti i modi possibili, le femministe lo scorticavano vivo e in patria veniva colpito da denunce a scoppio ultra  ritardato, chiaramente più campate per aria di quella scagliatagli contro dalla magistratura di New York. Ora l’accusato è tornato libero, completamente libero, ed è saltato fuori che la signora Nafissatou Diallo, meglio nota come Ofelia, ha rifilato un bidone anche ai periti che al pronto soccorso l’avevano sottoposta a visita ginecologica. I danni in alcune zone della vagina c’erano, ma la gentile signora se li era procurati la sera prima dell’asserito tentativo di stupro, dandoci evidentemente dentro con almeno un altro uomo. La mattina dopo, una volta preso servizio al Sofitel, la gentile signora deve avere pensato bene di mettere a frutto i segni della baldoria sessuale della sera prima: una capatina nella stanza del ricco direttore del Fondo Monetario internazionale nonché probabile futuro presidente della Repubblica francese, forse un po’ di sesso veloce giusto per poterlo incastrare meglio, e poi giù con le accuse. Continua a leggere

Il Lupo 007 deve avermi scambiato per Cappuccetto Rosso. Mi è stata fatta a suo nome una bella proposta truffa: “Trovami 4 milioni di euro che facciamo liberare Emanuela Orlandi”. Cifra poi scesa, come in un suk di peracottari, ad appena 100 mila euro….

“250 mila euro per leggere il suo memoriale. Altri 250 mila per portartene via una copia. E 3 milioni e mezzo di euro per far liberare Emanuela Orlandi. Così tu diventi il giornalista più famoso del mondo”. La proposta mi lascia a bocca aperta. A farmela non è uno sconosciuto o un cialtrone, ma uno stimato professionista che conosco da 30 anni e che in passato ha avuto l’avventura di difendere in una causa civile un parente di un carabiniere di Bergamo che si chiama Luigi Gastrini. Sì, proprio il sedicente ex 007 dei nostri servizi segreti militari Sismi, asserito nome in codice Lupo, attuale proprietario di una fattoria in Brasile, che la sera del 16 giugno ha telefonato in diretta al programma Metropolis della tv privata capitolina RomaUno per dire che “Emanuela Orlandi è viva e si trova in un manicomio a Londra”. Scatenando così l’ennesima pista farsa sulla pelle della povera Emanuela. Che anche questo Lupo a Metropolis raccontasse fregnacce lo si capiva non solo per il fatto che è ormai fin troppo evidente che purtroppo Emanuela è morta, ma anche da altri due particolari. Il primo è che in Inghilterra i manicomi non esistono. Il secondo è che Lupo Gastrini in quella telefonata ha detto a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela e presente in studio con Fabrizio Peronaci del Corriere della Sera, che suo padre, Ercole, aveva scoperto e forse coperto un brutto “giro di quattrini della banca Antonveneta”: il problema è che l’Antoneveneta è nata solo 16 anni DOPO i fatti descritti dal nuovo fantasista sedicente Lupo del Sismi. Continua a leggere

Il capo del governo ha tuonato contro le continue protezioni del Vaticano ai sacerdoti pedofili, minacciando sanzioni. Non vi eccitate: non si tratta del capo del nostro governo, ma di quello dell’Irlanda. Che sarà anche cattolicisima, ma non è serva papalina come lo Strapaese del bunga bunga

Lo scandalo della pedofilia che mina il clero irlandese ha avuto una nuova fiammata, che in Italia è ovviamente passata inosservata e comunque spenta subito. Il primo ministro della cattolicissima Irlanda, Edna Kenny, dopo la pubblicazione del rapporto nazionale su decenni di abusi dei preti irlandesi sui minori non solo nella diocesi di Cloyne, che un paio di anni fa ha dato origine a una inchiesta su scala nazionale, ha accusato ad alta voce il Vaticano oltre che di non aver “debellato” la pedofilia, ma di non averla neppure combattuta.
E’ stato infatti assodato che quella che viene anche chiamata la Santa Sede ha coperto in modo sistematico i suoi violentatori di minori irlandesi anche in tempi recenti. “Questa è una Repubblica, non il Vaticano!”, ha tuonato Kenny chiedendo spiegazioni Oltretevere. Affermazione elementare, ma sicuramente inaudita per i nostri politici, quando invece l’Italia avrebbe proprio bisogno di meno acquiescenza e servilismo clericale. Oltretutto, come è noto, e come molti sanno per conoscenza diretta, i bambini e le bambine vengono insidiate anche in Italia. Continua a leggere

Umberto Bossi, il padano Arcitaliano

“Sì, no, forse, vedremo, sì, no, forse, vedremo….”. Ormai a Bossi chi lo capisce è bravo. E che saltabecchi abbaiando un po’, scodinzolando molto al guinzaglio di Silvio Berlusconi come una donnetta da bunga bunga pagata più delle altre, cominciano ad accorgersene perfino i leghisti, tanto che stando a un recente sondaggio la quasi totalità dei “padani”, per l’esattezza il 95%, non lo vuole più come leader. Un “fora dei ball!” in percentuale bulgara, che però a dire il vero non sorprende troppo. E il partito gli sta sfuggendo di mano, se non gli è già sfuggito in quella di Roberto Maroni, bravo ministro dell’Interno così come a suo tempo è stato un buon ministro del Lavoro. Cosa ha provocato l’improvvisa perdita di peso e autorità di Umberto Bossi? L’età? In definitiva ha “solo” 70 anni, cioè quasi cinque meno di Silvio Berlusconi, che è primo ministro e campione di bunga bunga. La salute non più ottima dopo il famoso ictus? La salute non è ottima, ma non ci sono peggioramenti ulteriori. La recente operazione alla cataratta? Ma si tratta di una operazione ormai quasi di routine, priva di conseguenze di peso. E allora? Di che si tratta? Continua a leggere

In Norvegia come per le Twin Tower: i “servizi” restano stranamente muti. Intervista a don Gallo a conclusione della grande manifestazione di Genova


PREMESSA: Rodolfo, che è una delle molte prove che i sionisti pensano di essere superiori a tutti e di avere più diritti degli altri, deve ritirare l’incredibile accusa contro Vox, con la quale mi scuso intanto io. Se Rodolfo non ritira ciò che ha detto, tragga per cortesia le conseguenze. Qui le persone che lanciano di queste accuse demenziali non sono gradite. Ed è norma di civiltà e buona educazione non imporre la propria presenza se si fa di tutto perché sia impossibile che venga gradita. Essere di manica larga e dialoganti è un conto, lasciare campo libero ad accuse e offese farneticanti è ben altra cosa. Scambiare la mia disponibilità per debolezza è un grave errore. Se qualcuno avesse detto contro Rodolfo la bestialità da lui detta contro Vox sentiremmo già le sirene di Informazione Corretta, gli ululati del Corsera e magari anche della Knesset.
Spero non dovermi ripetere. Proseguiamo.

1) – Le dietrologie non mi hanno mai appassionato, sono la scorciatoia di chi NON vuole informarsi perché NON vuole lavorare. Piuttosto che scarpinare e sudare, meglio fantasticare e avvalorare le cazzate pù immonde, come continuano a fare un po’ tutti sulla povera Emanuela Orlandi. Però è certo molto strano – o no? – che né la Cia né il più capace Mossad, con il contiguo Shin Bet, si siano mai accorti del fiume di proclami, programmi e annunci della strage infine davvero perpetrata da Breivik, loro che monitorinano in tutto il mondo anche i peti grazie non solo al gigantesco sistema di spionaggio automatico informatico noto come Echelon, che gli Usa dividono con l’Inghilterra. E’ legittimo il sospetto che sia andata come per le Twin Tower: la Cia sapeva, almeno in linea generale, e ha lasciato fare non immaginando che sarebbe stata una cosa gigantesca come invece è stato.

A dire il vero, è strano non se siano accorti neppure i cinesi, gli iraniani, gli Stati arabi ricchi, ecc., ma questi badano molto di più alla sorveglianza interna e a possibili altri attacchi militari dall’esterno. E, soprattutto, NON hanno Echelon.

Viceversa, se Echelon e i vari “servizi” non riescon a evitare neppure le tragedie annunciate pubblicamente in anticipo a tutto il mondo, perché non abolirli? Si  risparmierebbero anche un sacco di quattrini, con i quali non morirebbero di fame

2) – “Questa non è una crisi politica, ma una crisi di sistema. Un sistema che nel mondo sta spolpando il pianeta, fino a minacciarne la sopravvivenza,  e che in Italia s’è mangiato il futuro dei giovani. Dall’unità d’Italia ad oggi questi giovani sono le prime generazioni che vivono e vivranno non meglio, come è successo a tutti noi, ma peggio dei loro genitori e nonni. Ma ha ragione il mio amico Giuliano Pisapia, il nuovo sindaco di Milano: il vento può cambiare. Anzi, sta cambiando davvero e comincia a soffiare forte. Si illude chi pensa che i giovani ormai si ribellano solo nei Paesi arabi o nella Grecia divorata dai debiti. “Voi la crisi. Noi la speranza” è lo slogan lanciato dai giovani e dai “nuovi resistenti” in questi giorni di manifestazioni e proteste a Genova per ricordare l’uccisione di Carlo Giuliani e le altre violenze nei giorni del G8 di dieci anni fa. Uno slogan quanto mai  indovinato, perché i giovani si stanno risvegliando dal torpore e dalla sfiducia e con loro buona parte della gente narcotizzata dal berlusconismo. Per dieci anni sono stati scoraggiati, ora si stanno muovendo”. A parlare è don Andrea Gallo, il combattivo “prete da marciapiede” – lui però si autodefinisce “un prete che si è scoperto uomo” – da sempre spina nel fianco della curia genovese. Continua a leggere

Una delle vergogne dell’Occidente: dopo 60 anni ancora si traccheggia o ci si oppone al diritto all’indipendenza dei palestinesi

La colossale gaffe riguardante la mattanza norvegese, un centinaio di morti immediatamente ascritti al “terrorismo islamico”, quando invece è opera di un norvegese “pura razza ariana” nonché di destra, la dice lunga sulle nostre code di paglia e sul vicolo cieco nel quale ci siamo infilati spinti da interessi ben precisi. E’ quindi più urgente che mai uscire dalla paranoia e affrontare seriamente il problema alla radice, piantandola con il far finta di niente e anzi voltarci dall’altra parte.

Come sapete, io non credo sia più possibile che nasca uno Stato palestinese che non sia una burletta offensiva o un modo per continuare ad alimentare una classe politica parassita che campa sugli “aiuti”, cioè sull’elemosina pelosa dell’Europa e dell’Onu. “Aiuti” diventati un modo ottimo per corrompere la dirigenzae e tentare di strasformare la popolazione in accattoni rassegnati. Come è noto, sono convinto che Israele abbia il diritto di esistere per il semplice motivo che c’è e la sua legittimità si basa sulla famosa risoluzione dell’Onu del 1948, e certo non sulla bibbia come pretendono i sionisti che, come ha dimostrato anche lo storico israeliano Shlomo Sand, hanno semplicemente falsificato la storia trasformando l’esistenza e la storia della religione ebraica nell’invenzione del “popolo ebraico”, che in realtà non esiste e non è mai esistito così come non esistono e non sono mai esistiti né il “popolo cristiano” né il “popolo islamico”, bensì un insieme di popoli tra loro diversi che si rifanno a una stessa religione. Per giunta spesso in modi tra loro molto diversi, lastricati di scismi. Continua a leggere

Ora è dimostrato: abbiamo un capo del governo che avrebbe dovuto invece stare in galera, con il suo complice Cesare Previti. Altro che le starnazzate di sua figlia Marina e dei lecchini politici e parapolitici

La cosa più incredibile è sentir starnazzare e delirare Marina Berlusconi di assalto politico giudiziario a suo padre, quando lei siede al vertice dell’azienda dalla quale starnazza solo grazie al fatto che suo padre l’ha scippata ai legittimi titolari corrompendo magistrati per comprarne le sentenze. La berluschina siede cioè al comando del bottino scippato, la Mondadori, dalla quale in qualunque Paese civile sarebbe già stata cacciata a pedate da tempo. L’assalto c’è stato, sì, grave e illegale, ma è quello condotto da suo padre ai danni altrui, non viceversa.
La cosa più indecente è sentir starnazzare e delirare ancora e anche su questo lo stesso capo del governo, il padre della suddetta Marina, meglio noto come il Chiavaliere o anche il Cavalier Pompetta del Bunga Bunga, che in un Paese civile starebbe da tempo in galera anziché al governo per l’ennesima volta. Continua a leggere

Il caso Dominique Strauss Kahn insegna varie cose. A partire dalla facilità degli Usa alla violenza

Lo abbiamo scritto a botta calda a maggio e lo ripetiamo oggi: come può un uomo sano di mente e non ridotto alla fame sessuale stuprare una sconosciuta senza usare il preservativo a New York, capitale mondiale dell’Aids? Bastava porsi questa elementare e doverosa domanda per dubitare delle clamorose accuse mosse dalla cameriera Ofelia del Sofitel Hotel contro Dominique Strauss Kahn oppure delle facoltà mentali di quest’ultimo. Che, si scopre oggi, s’è visto segare le gambe sia da presidente del Fondo Monetario Internazionale che da probabile prossimo presidente della Francia grazie a calunnie inventate di sana pianta, anche se a ben vedere forse non di calunnie si tratta. Danni incalcolabili, dal risarcimento impossibile. Non è certo la povera cameriera Ofelia che pare proprio lo abbia incastrato con delle bugie a poter pagare e mandarla in galera non risolve nulla. A pensarci bene, visto anche che un ritorno alla guida del FMI è ormai molto arduo se non impossibile, Strauss Kahn potrebbe essere candidato ed eletto a furor di popolo presidente della Francia. Sarebbe un risarcimento adeguato. Alla faccia di Sarkozy, i cui reggicoda potrebbero avere imbeccato la cameriera “stuprata”, e alla faccia del puritanesimo Usa che ora davvero appare, proprio come sostenevano molti intellettuali francesi, poca cosa e rozza di fronte alla più prudente ed elastica civiltà giuridica francese ed europea in genere. La facilità con la quale negli Usa si montano accuse, campate per aria, contro interi Stati per poterli invadere trova riscontro nella facilità con la quale si arrestano singole persone “senza guardare in faccia a nessuno”. Per fortuna negli Usa l’Fbi fa quasi sempre e bene il proprio dovere, con avvocati all’altezza della situazione almeno quando difendono imputati dalle tasche floride e con giornali capaci di mordere chiunque debba essere morso, fosse pure il presidente degli Stati Uniti. Continua a leggere

EMANUELA ORLANDI E’ VIVA! ABITA A ROMA IN VIA DI VILLA CHIGI. DITELO A “CHI L’HA VISTO?”. E A PIETRO ORLANDI. COSI’ SI POSSONO LUCRARE ALTRE PUNTATE, ALTRA AUDIENCE E ALTRE COPIE DI LIBRO DA VENDERE

Tanta fatica per niente, e da ben 28 anni, quando basta andare a un ben preciso numero civico di via di Villa Chigi a Roma e suonare il campanello: EMANUELA ORLANDI. Oppure farle una telefonata, dato che figura regolarmente nell’elenco telefonico. Invece Pietro Orlandi è partito per Londra…. Continua a leggere

Il voto dei referendum deve seppellire il Chiavalier Protesi Pompetta, troppo uso a offendere gli elettori oltre che a voler sentirsi dire “mi hai rovinato” (!) dalle donne con cui scopa. E deve travolgere il miserabile mondo che gli tiene bordone

Di offendere gli elettori, e quindi gli italiani, Silvio Berlusconi ce l’ha di vizio. E’ la terza volta che lo fa, pubblicamente e un modo plateale. Un vizio che si affianca a quello di diffamare la magistratura e di criminalizzare i comunisti o quelli che lui ritiene tali. Alle elezioni del 2006 disse che chi vota a sinistra “è un coglione”, anche se in un’intervista a “Radio anch’io” del marzo 2007 arrampicandosi sugli specchi negò di avere usato quel termine per gli elettori, ma di averlo usato solo in una riunione del direttivo dei commercianti per esortarli a non votare a favore del centro sinistra di Romano Prod. Berlusconi ammise di avere detto “non credo che tra di noi ci possano essere dei colleghi così coglioni da votare contro il proprio interesse”. Insomma, se non era zuppa, era pan bagnato… In realtà però Berlusconi a “Radio anch’io” aveva mentito, perché le sue parole esatte alla assise dei commercianti erano state queste: “Ho troppa stima degli italiani per pensare che ci siano in giro così tanti coglioni da votare contro i propri interessi”. Lo dimostra il video di quella sua illuminante dichiarazione: http://www.youtube.com/watch?v=Shre4CMbigI
Nella recente campagna elettorale per le votazioni amministrative, quelle che a Milano hanno promosso sindaco “il comunista ladro di auto e amico dei terroristi” Giuliano Pisapia e a Napoli la “toga rossa” Luigi De Magistris, Berlusconi dal salottone televisivo di “Porta a porta” ha lanciato un’altra fatwa: “Chi vota a sinistra è privo di cervello”, come ha immortalato il video  http://www.youtube.com/watch?v=Q2i9GQf0NDo . Una arzilla signora non più giovanissima ha deciso di querelarlo per diffamazione, iniziativa che varrebbe la pena seguire in molti. Magari con una bella class action…
Ora, in vista della votazione sui referendum, apprendiamo sempre dall’ineffabile cavalier Berlusconi che si tratta di “un voto inutile” (  http://www.youtube.com/watch?v=yV_eJBl7NuQ ). Il che è come dire che chi andrà a votare – specie se voterà sì – farà una cosa inutile.  Un altro modo per dare del coglione e del senza cervello a chi non la pensa come lui e i suoi fans.
Bene. Direi che può bastare. Un primo ministro che dà del coglione a quasi metà degli elettori, che oltretutto sono svariati milioni di cittadini, e dichiara che la maggioranza dei milanesi e dei napoletani sono senza cervello, visto che hanno eletto proprio Pisapia e De Magistris contrariamente alle sue convinzioni e alla annessa fatwa, è un primo ministro che non può continuare ad essere tale. Non lo dico io o un “kommunista” o qualche altro coglione senza cervello, lo dice invece proprio lui, il diretto interessato. Stando così le cose, andare a votare per i referendum, contro le convinzioni di Berlusconi, e far vincere il sì, ancor più contro le convinzioni dello stesso Berlusconi, dimostrerà invece che si tratta di un voto utile. Utile per dargli un’altra spinta verso l’uscita da palazzo Chigi. Perciò un voto utilissimo. Specie visto che il quorum è in vista, alle 22 di domenica ha già votato il 41,1% degli aventi diritto, una delle percentuali più altre nella storia della prima giornata di voto di tutti i referendum della repubblica italiana.
Intanto è bene che resti a perenne ludibrio per il Chiavalier Bunga Bunga il testo della conversazione telefonica tra due che lo consoocn bene e se ne intendono, Daniela Santanché e Flavio Briatore, campioni di un mondo che prefersico non aggettivare, ma che certo non ho in stima. Catastrofica e da pessimo film porno maniacale la figura di Berlusconi che ha bisogno di scopare per sentirsi dire dalle poveracce di turno che a furia di scoparle le ha distrutte…. Per farlo contento e accarezzare il suo orgoglio maniacal macho, del tutto degno dell’aggettivo “malato” affibbiatogli dalla ex moglie Veronica, le sue molto gentili ospiti hanno imparato a genere che non ce la fanno più già dopo “due botte”. Mi chiedo se l’Italia è un Paese civile o un postribolo, per avere un simile capo del governo. Mah.
Per cercare di arginare gli effetti devastanti di ciò che si sono confidati, Santanché e Briatore hanno rilasciato interviste per dire minchiate spaziali, dando alla loro conversazione telefonica un significato riduttivo buono tuttalpiù per cercopitechi, o – usando un termine berluscone – per coglioni del loro giro o, a scelta, per i vari Minzolini, Feltri, Sallusti, Belpietro e lo scelto circo Barnum dei “liberi servi del Cav” messo in piedi al teatro Capranica di Roma dal solito incontinente Giuliano Ferrara. Una pochade per la quale vale solo la pena chiedesri se Cav sta per “Liberi servi del Cavaliere” o del Cavolo.
Dal testo della telefonata ho tolto tutto ciò che non si riferisce al “trombage” del Chiavalier Protesi Pompetta. Continua a leggere

Israele è come gli 007: ha la licenza di uccidere. Concessa dalle loro maestà Usa ed Europa. Grazie ai miti creati dal sionismo e dimostrati come falsi da vari docenti di storia israeliani

Nuova strage di pacifici manifestanti palestinesi per mano del solito esercito israeliano dall’ammazzamento facile. Dopo la ventina di omicidi, con contorno di centinaia di feriti, di pochi giorni fa in occasione delle manifestazioni per la Naqba, cioè per Il Disastro della cacciata a mano armata di 700 mila palestinesi dalle loro terre seguita alla proclamazione dello Stato di Israele, ecco la ventina di omicidi delle ultime ore in occasione della Naksa: in occasione cioè della ricorrenza della sconfitta nella Guerra dei Sei Giorni del ’67 dei farraginosi eserciti di Egitto, Siria e Giordania per mano di quello di Israele. Che si prepara alla nuova mattanza di “pacifinti”, come gli ipocristi chiamano i pacifisti non antipalestinesi, della prossima Flotilla diretta a Gaza dopo la strage di 9 pacifisti turchi a bordo di una nave della Flotilla precedente. A parte le chiacchiere, le bugie e il sempre più cinico e intollerabile farsi scudo della Shoà, che non è una tragedia privata degli israeliani, non appartiene solo a loro, ma è una tragedia del mondo e al mondo intero appartiene, le cifre mettono a nudo la realtà della repressione militare israeliana e i suoi obiettivi. Dal 200o al 2010 a fronte di 1.083 vittime civili della “insorgenza” palestinese ci sonon 6.371 vittime civili palestinesi. Non siamo ancora al famoso rapporto “1 a 10″, di orribile memoria, ma ci siamo vicini, anche perché nel 2011 le altre vittime palestinesi non sonio certo poche: una vergogna per Israele. Che ai palestinesi ha anche rubato terra per piazzarci ben 430 mila colonim in spregio a tutte le leggi internazionali e alle stesse risoluzioni e richieste dell’Onu. I rifugiati palestinesi che campano con l’elemosina dell’Unrwa, l’apposita agenzia dell’Onu, sono ormai arrivati alla astronomica cifra di 4,8 milioni. Le case demolite e gli alberi da frutta palestinesi, olivi e arance soprattutto, distrutti per rappresaglia dagli israeliani assommano ormai a decine di migliaia le prime e a centinaia di migliaia i secondi. Ho perso il conto dei pozzi e delle fonti d’acqua palestinesi requisiti, cioè rubati, ai palestinesi. Ci sono situazioni scandalose che francamente gridano vendetta, dall’impossiiblità per certi villaggi, piani di bambini, a poter disporre di acqua ed elettricità alla moria di donne incinta impossibilitate a ricoverarsi in ospedale per partorire a causa dei chek point chiusi e del menefreghismo dei soldati addetti al loro funzionamento.  La situazione di Gaza non ha bisogno di essere illustrata. Continua a leggere

Obama a Londra ha detto che l’Occidente ha i valori di fondo che legittimano ancora la sua guida del mondo, ma l’Occidente senza tutto ciò che ha preso dall’Oriente sarebbe ben poca cosa

Passata la tempesta elettorale, riprendiamo a parlare di argomenti purtroppo più importanti.
Nei giorni scorsi a Londra il presidente Usa Obama ha tenuto nel parlamento inglese un discorso da uomo d’Occidente molto orgoglioso di esserlo. Non ha parlato di superiortà della civiltà occidentale, ma ha detto qualcosa di simile, qualcosa che una tale superiorià la sottende implicitamente. Obama ha infatti ribadito solennemente, nella sede dove è nato l’Habeas corpus che sta alla base di tutte le nostre libertà nei confronti del potere, che l’Occidente ha tuttora i valori fondamentali che lo autorizzano a voler guidare il mondo. Obama però non ha detto, forse perché lo ignora come quasi tutti eccetto gli studiosi, che l’Occidente senza tutto ciò che ha ricevuto per secoli e secoli dall’Oriente non sarebbe quello che è, non potrebbe cioè avere i “valori fondamentali” che ha. Fermo restando che ogni Paese ha i suoi valori, e che è assurdo pretendere che i propri siano superiori a quelli degli altri.
Nessuno, tanto meno Obama, ama ricordare il contributo decisivo al sapere scientifico, al tenore di vita e alla civiltà europea, e quindi occidentale in genere, fornito dalla civiltà islamica, dalla “Via della Seta” e dalla “Via delle Spezie”. I numeri che usiamo in Occidente non a caso sono i “numeri arabi”, nati in India e trasmessici dal mondo islamico, per non parlare dell’algebra, dell’astronomia, della cartografia, della medicina, della chimica, ecc. Dividiamo la settimana in sette giorni, di cui uno festivo, le note musicali in sette note, il giorno in 24 ore, le ore in 60 minuti, l’orizzonte in 360 gradi, ecc., ma sono tutte cose nate in Mesopotamia oltre 4.000 anni fa! E sono centinaia le parole italiane in vari campi che derivano dall’arabo e dall’iranico, a partire dalla diffusissima e significativa parola “paradiso”, fondamentale nella religione.

E a proposito di religione, non si usa dire che i “valori” dell’Occidente derivano dal cristianesimo? Anzi, da un po’ di tempo la Chiesa per nascondere le sue colpe verso gli ebrei ama parlare di radici “giudaico-cristiane”. E da dove vengono il cristianesimo e il giudaismo se non dalla Giudea, cioè dall’Oriente? Con il cristianesimo “Roma s’è fatta Oriente”. Il monoteismo e i principi del cristianesimo, a partire dall’ama il prossimo tuo come te stesso,  sono prodotti orientali poco conciliabili con le radici “greco romane”, delle quali pure ci vantiamo. Prodotti orientali che, fatti propri da Roma, nell’affermarsi in Europa – purtoppo, esattamente come nel resto del mondo, più con le armi che con il vangelo – hanno spazzato via il preesistente politeismo pagano e il suo sistema di valori. Che era il sistema di valori tipico proprio del mondo greco e romano, ma anche di quello degli altri popoli del Vecchio Continente, compresi i barbari e i germani che lo hanno poi invaso, sistema di valori per nulla centrato sull’eguaglianza, sulla solidarietà e sull’amore per il prossimo. Forse non è strano che per motivi di bottega il papa e la Chiesa non se ne rendano conto o facciano finta di non saperlo, ma è strano che neppure Obama si renda conto di tutto ciò. E se fosse vero quello che hanno provato a sostenere i suoi nemici, e cioè che lui in realtà è un musulmano, e comunque musulmani erano i suoi avi, sarebbe ancor più strano che non si rendesse conto che anche la religione fondata da Maometto è un prodotto dell’Oriente, non è certo “made in Europe”. Né più e né meno come il cristianesimo e il giudaismo noto anche come ebraismo. Continua a leggere

La domanda è ormai d’obbligo: ma il chiavalier Berlusconi è un uomo di Stato o un cialtrone? La risposta l’ha data lui stesso: con la figura di merda del sussurrare all’orecchio dell'”abbronzato” la clamorosa balla e calunnia dell’Italia soggetta alla “dittatura dei giudici di sinistra”

La figura di merda, e da omuncolo, fatta da Berlusconi sussurrando a Obama l’incredibile fregnaccia, e calunnia, che in Italia c’è, più o meno, la “dittatura dei giudici di sinistra”, è incredibile, ma è il logico sviluppo del modo di fare del Chiavaliere. Partiamo da una domanda. Un capo di governo che in campagna elettorale si precipita a far visita molto strombazzata a una donna che s’è fatta ricoverare in ospedale per un paio di lividi, accampando una aggressione per mano degli “avversari politici” peraltro inesistente , ma non è MAI andato a far visita ai feriti e mutilati sul lavoro, non è MAI andato a un funerale di un morto sul lavoro – cioè di una vittima delle cosiddette “morti bianche”, in realtà nere anch’esse per il lutto e il dolore – e non è MAI andato a rendere omaggio ai familiari della vittima, un tale capo di governo somiglia di più a un uomo di Stato o a un cialtrone? Deve vergognarsi o essere fiero del suo comportamento? Per saperlo, avevo in mente di telefonare direttamente a Silvio Berlusconi per porgli le domande, ma dopo la “spiata” all’orecchio di Obama, telefonargli è superfluo. Non ce n’è più bisogno, le risposte sono chiare, chiarisime, e coram populo. Ma le domande gliele avrei fatte anche in considerazione del fatto che in tema di “morti bianche” l’Italia ha il triste primato europeo, si viaggia al ritmo dalle 3 alle 4 morti al giorno. Per non parlare delle migliaia di feriti, spesso mutilati, dovuti agli oltre 700 mila infortuni l’anno, feriti e mutilati che non hanno certo solo un paio di lividini come la signora visitata a Milano con non disinteressato clamore dal cavalier Chiavaliere. Continua a leggere

A Milano ormai siamo al “dalli all’untore!”. L’indecenza e la disonestà dei berluscones è lampante: colpevolisti a razzo quando si tratta degli “altri” e servi innocentisti quando si tratta del Chiavaliere

Vabbé che siamo nella manzoniana città di Milano, ma questa gara al “dalli all’untore!” scatenata dal trio Bossi/Moratti/Berlusconi più che promessi sposi sa di pagliacci. Ma andiamo per ordine. So bene che ci sono altri argomenti importanti, da Netanyahu che cerca di far sfrattare Obama dalla Casa Bianca alla allucinante vicenda di Strauss Kahn, ma visto che a Milano forse riusciamo da dare un calcio nel “culo flaccido” di Berlusconi parliamo ancora un po’ delle elezioni meneghine.

Ah, il maledetto vizio dell’ipocrisia basata sui due pesi e due misure! Un vizio che dimostra in modo lampante la disonestà di chi ne è afflitto. E infatti: il lato comico, o se si preferisce tragico, delle accuse di violenza lanciate dai vari Berlusconi, Moratti e compagnia cantante contro Pisapia per le asserite “aggressioni” a due o tre sciùre meneghine da parte dei “brigatisti pisapiani” è che a trasformare immediatamente in certezze, equivalenti a sentenze definitive, quelli che tuttalpiù sono indizi è la stessa bella gente che si copre gli occhi di fronte alle testimonianze e alle prove che inchiodano Berlusconi su una serie di reati sfociati in tre processi. In italiano questo modo di fare, il trasformare degli indizi in prove certe pur di metterla a quel posto agli avversari, si chiama anche  barare. Ma non è questo il grave. Il grave è il disonestissimo e lampante doppiopesismo: qualunque prova e accusa contro Berlusconi viene ridicolizzata, diventa occasione per sfoggiare il negazionismo, il riduzionismo e il relativismo, mentre qualunque blablablà utile alla bisogna viene spacciato ipso facto per verità assodata per poterla impugnare a mo’ di manico di coltello per colpire alle spalle gli avversari politici da parte di chi, ignorando l’italiano e non temendo il ridicolo, si dice Partito dell’Amore. Continua a leggere