La parola alla vedova di Enrico “Renatino” De Pedis. Che fa piazza pulita delle sciocchezze lanciate con fragore da Valter Veltroni e già ridicolizzate dal ministro Cancellieri.

Il tormentone sempre più da circo della scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983, si avvia a compiere quasi 30 anni di vita, fatta di depistaggi, silenzi del Vaticano, scoop di carta pesta, colpi di scena sempre più ridicoli, puntate televisive sempre più assurde e ormai spesso ignobli. Ora impazzano più che mai le demenziali polemiche sulla sepoltura di Enrico De Pedis, detto “Rematino”, nel sotterraneo della basilica di S. Apollinare a Roma. Polemiche nate da una telefonata anonima a “Chi l’ha visto?” del settembre 2005, che anziché essere cestinata o consegnata ai magistrati proprio perché anonima, è stata abilmente sfruttata da quel programma televisivo per assicurarsi sette anni di audience. Nei mesi scorsi Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha lanciato online una petizione che ha raccolto quasi 100 mila adesioni. Per l’ex sindaco di Roma e sventura del Partito Democratico Walter Veltroni, un bel bottino di voti in caso di elezioni. Ecco perché s’è fatto strenuo paladino degli ultimi deliri, troppo spesso forcaioli come si può leggere nella pagina creata su Facebok da Pietro Orlandi per supportare la sua petizione, della quale peraltro la scorsa estate sono stato il primissimo firmatario pur venendone in seguito ripagato in un modo che definire ignobile è poco.

Come che sia, nonostante gli infiniti “scoop”, “colpi di scena”, “rivelazioni” e “supertestimoni”, uno più fasullo dell’altro, e nonostante polemiche, isterismi e accuse a ciclo continuo, siamo sempre al punto di partenza: cioè a zero. La verità non ha fatto un paaso avanti, mentre passi avanti li hanno fatti le tasche di Federica Sciarelli, la strana conduttriche di “Chi l’ha visto?”.

Pubblico qui una mia intervista alla signora Carla De Pedis, vedova di Enrico, e più in basso un mio articolo sulla buffonesca polemica portata avanti da Valter Veltroni contro la sepoltura di “Renatino” in un sotterraneo della basilica. Da notare che nonostante si insista a dire il contrario nella basilica NON è sepolto nessun santo, papa o cardinale,  e il sotterraneo NON è neppure in terra consacrata.

Buona lettura. Spero Continua a leggere

Leon Panetta: “C’è una “forte probabilità” che Israele attaccherà l’Iran tra aprile e giugno”. Per scaldare gli animi c’è chi batte cinicamente la grancassa “antisemita” di Tolone

Barack Obama dice che nessuna decisione da parte israeliana è stata ancora presa, ma il  suo segretario alla Difesa Leon Panetta ha fatto sapere c’è una “forte probabilità” che Israele attaccherà l’Iran tra aprile e giugno. Come se non bastasse, funzionari americani, rimasti però senza nome, hanno dichiarato di recente al giornale inglese  Guardian di ritenere che all’amministrazione USA non rimanga “altra alternativa” che attaccare l’Iran oppure lasciare che lo faccia Israele entro la fine dell’anno. Come si vede, la situazione appare drammatica, arrivata davvero al punto di svolta. C’è però da dire che la previsione fatta dal capo della Cia la scorsa estate di un attacco “a settembre” si è per fortuna rivelata sbagliata. Forse però le “previsioni” in questione vengono rese pubbliche proprio per scoprire le carte del gioco israeliano e bruciarlo. Ma potrebbe invece trattarsi di una guerra dei nervi contro l’Iran.

Vedremo come andrà a finire. Vedremo se lo psicodramma anti iraniano resterà un fiume di parole, che ormai scorre con violenza crescente da troppi anni, e un fantasma israeliano oppure se si trasformerà nel primo passo verso quella che potrebbe diventare una catastrofe anche per l’Europa.

Intanto vorrei far notare un paio di cose riguardo la tragedia di Tolone, e come è stata trattata, confrontandola a un altro paio di tragedie razziste successe negli Usa e a come queste sono state (non) trattate. Un due pesi e due misure di gravità inaudita, ma – purtroppo – certo non nuova. Continua a leggere

Ci sono belve, ci sono uomini coraggiosi, ci sono vili assassini, ci sono ancora morti e distruzioni

La foto è quella di un ragazzino di 15 anni, Nayef Qarmout, che dopo poco è stato ucciso dagli israeliani che bombardavano per l’ennesima volta Gaza forse per la rabbia di non poter attaccare l’Iran o forse come preparazione all’aggressione all’Iran dopo avere “neutralizzato” Gaza. In ogni caso questa nuova aggressione contro l’enorme campo di concentramento chiamato Gaza avviene chiaramente con il permesso di Obama. La storia di Nayef la troverete in fondo. Prima però riporto qualche commento da Facebook che non ha bisogno di aggettivi perché sono lampanti, e qualche commento sempre da Facebook del professore Ariel Toaff, figlio dell’ex rabbino capo di Roma e romano andato a vivere in Israele, dove è docente universitario di Storia medioevale. Ariel Toaff è l’autore del libro “Pasque di sangue” violentemente attaccato dal parlamento israeliano benché fosse edito in Italia. Tanto violentemente, che Toaff dovette scusarsi ed epurare dal suo libro i passi sgraditi al governo israeliano! A Toaff hanno anche tentato di incendiargli la casa, oltre che creato molti fastidi in campo universitario.

Buona lettura.

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G

Io spero che Israele reagisca finalmente alla continua aggressione di missili qassam dalla striscia di Gaza dando inizio alla operazione “Piombo Fuso 2″.

Io spero che questa volta ne ammazziamo di più dei 1300 della operazione “Piombo Fuso 1″.

http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4201983,00.html

Quelle puttane degli scrittori israeliani di sinistra (Grossman, Yeoshua, Oz) sempre pronti a prodigarsi in ruffianate buoniste e pacifiste molto politicamente corrette per compiacere il loro pubblico di lettori europei radical chic hanno veramente rotto il cazzo!
L’attacco ai laboratori nucleari iraniani è doveroso e necessario!

http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=43738

Ariel Toaff

L’uso e l’abuso della Shoah. Netanyahu a New York e alla televisione di Israele: “Ahmadinejad minaccia il popolo ebraico e lo Stato di Israele di una nuova Shoah. Israele, insieme agli USA o da sola, deve impedire che si perpetri un nuovo Olocausto”. Perche’ terrorizzare con lo spauracchio della Shoah? Menachem Begin l’aveva gia’ fatto in occasione dell’intervento israeliano in Libano. Nahum Goldman, presidente del Congresso Mondiale Ebraico, l’aveva allora duramente censurato per questo. Vogliamo lasciare una buona volta in pace la Shoah? La Shah non e’ una carta di credito o tanto meno l’orco delle favole! Continua a leggere

E’ TUTTO PRONTO GIA’ DAL 2006: “BOMBE NUCLEARI SFONDA-BUNKER CONTRO L’IRAN: SIAMO IN PREDA ALLA FOLLIA”

Poiché il pericolo è reale, visto anche che in Israele la maggioranza della popolazione e il capo del governo vogliono  caparbiamente l’attacco all’Iran e in troppi se lo aspettano di giorno in giorno,  l’unico modo di continuare a scongiurarlo è mostrarne il vero volto e le conseguenze. Reputo perciò utile dedicargli ancora una “puntata”. L’articolo che segue, di Stephen Osborn, dimostra che per un attacco a base anche di bombe atomiche contro l’Iran tutto è pronto fin dal 2006, cioè da ben sei anni.  Se l’attacco non è stato ancora sferrato è anche grazie a chi non smette di parlarne.

BOMBE NUCLEARI SFONDA-BUNKER CONTRO L’IRAN: SIAMO IN PREDA ALLA FOLLIA

DI SPEPHEN M. OSBORN

Le ultime notizie che ho ricevuto dai sostenitori di Bush riferiscono che il presidente ha chiesto e ottenuto il permesso di utilizzare le bombe nucleari sfonda-bunker (bunker buster) in Iran per un attacco preventivo. Da esperto di attività nucleari (Operazione Redwing, Bikini, 1956), posso affermare che si tratta di follia allo stato puro. Sfonda-bunker è, infatti, un nome simpatico per un orrore nucleare. Le esplosioni aeree, producendo un effetto incredibilmente distruttivo attraverso il calore, l’urto e l’enorme emissione iniziale di radiazioni, sono già abbastanza devastanti. La ricaduta radioattiva prodotta da un’esplosione aerea si manifesta in tutto il mondo. Un’esplosione in superficie o nel sottosuolo è ancora più micidiale e duratura. Continua a leggere

Sulle “atomiche di Teheran” pur di evitare una guerra, almeno per ora, l’intelligence USA sbugiarda pubblicamente Israele

Le pressioni del capo del governo israeliano Benjamin Netanyahu verso il presidente Obama  per dare inizio ai bombardamenti sull’Iran sono sempre più forti. Ed è sempre più forte il pericolo che Israele proceda da sola mettendo gli Usa di fronte al fatto compiuto. Con il vantaggio, per Netanyahu, di far fallire così il tentativo di Obama di essere rieletto e vedere alla Casa Bianca un nuovo inquilino, più avventurista di Obama e più docile alle pretese della destra israeliana e dei suoi forti supporter negli Stati Uniti, a partire dall’organizzazione “Prima Israele”, della quale fanno parte molti politici e alti gradi militari. Per contenere la pressione israeliana ed evitare i colpi di testa di Netanyahu, ai quali sono contrari perfino i vertici militari del suo Paese, negli Usa hanno pensato bene di correre ai ripari rendendo pubblico che NON esiste nessun pericolo che l’Iran stia producendo o anche solo progetti o pensi di produrre bombe atomiche. L’agenzia dell’Onu per l’energia atomica (IAEA) afferma, peraltro sulla base di documenti di alcuni servizi segreti non proprio interessati alla verità, che l’Iran sta facendo grandi passi in avanti nel suo programma nucleare e ha “triplicato la capacità di arricchire l’uranio in un impianto sotterraneo”. Ma in un’audizione al Senato degli Stati Uniti il 31 gennaio James Clapper, il direttore della National Intelligence, forse la più importante delle 15 agenzie di spionaggio Usa, è stato esplicito: ”Certamente si stanno muovendo su questo percorso, ma non riteniamo che abbiano davvero preso la decisione di procedere con un’arma nucleare”. Gli ha fatto eco con affermazioni simili il grande capo della famosa CIA,  David Petraeus, mentre il capo del Pentagono, Leon Panetta, in un’intervista tv, è stato ancora più esplicito. ”Stanno sviluppando un’arma nucleare? No, ma noi sappiamo che stanno tentando di sviluppare capacità nucleari”. Continua a leggere

Ultima fermata, Teheran. Ovvero: lo sconvolgimento geopolitico alle porte

Dunque a detta di sempre più osservatori ed esperti la guerra all’Iran è ormai solo questione di mesi. A prendere l’iniziativa sarà Netanyahu, il padre fondatore del riciclaggio dello scontro tra Oriente comunista ed Occidente capitalista in scontro tra Nord e Sud del mondo, cioè in pratica tra mondo giudaico cristiano e mondo islamico. Ovviamente spero che osservatori ed esperti si sbaglino anche questa volta. Però è bene ripercorrere le tappe di questa follia centrata sull’ossessione delle “bombe atomiche di Teheran”, versione aggiornata in salsa iraniana della gigantesca e criminale panzana delle “atomiche di Saddam” servita per invadere l’Iraq. Propongo quindi due scritti non miei: piuttosto lunghi, ma molto documentati e dettagliati. Sono di qualche anno fa, ma sempre estremamente attuali per il contenuto e molto utili per farsi un’idea di come stiano davvero le cose. Continua a leggere

Arrivano l’intervento militare occidentale in Siria e quello israeliano in Iran?

Bene. O meglio: male. Malissimo. A quanto pare l’intervento militare occidentale in Siria è inevitabile. Idem per quanto riguarda l’intervento israeliano in Iran. Ma andiamo per ordine.

Riguardo la Siria, esportare la democrazia con le armi è una illusione antica. Ci provò, almeno come scusa, Atene con Sparta se non ricordo male. E ne nacque la lunga guerra del Peloponneso che favorì, se non ricordo male, il successivo arrivo di Alessandro. L’esperimento è riuscito agli Usa in Germania, Italia e Giappone con la seconda guerra mondiale: vale a dire, con un bilancio di 40-60 milioni di morti e due atomiche sulla testa di civili giapponesi. Che vogliamo fare? Una guerra mondiale in Medio Oriente che si allargherebbe chissà fin dove, con altri 40-60 milioni di morti moltiplicato per chissà quanto e con decine di atomiche? Continua a leggere

E la Costa Concordia è sempre ferma dove è naufragata: metafora dell’Italia e della realtà di oggi?

L’enorme mole della Costa Concordia è ancora lì, metà sotto il mare e metà sopra. E per quanto possa apparire incredibile, lo svuotamento dei serbatoi del carburante NON sé neppure iniziato. Spero ardentemente non sia vero che si deve procedere alla gara di appalto per aggiudicare i lavori, perché anche al ridicolo dovrebbe esserci un limite.  L’interesse generale e il pericolo di disastro ambientale sono tali da imporre l’invio di mezzi militari per procedere di corsa al recupero del carburante. E invece…. E invece l’enorme mole della Costa Concordia, dolente balena spiaggiata, è sempre lì. Si dondola un po’ con il movimento del mare. Più la guardo, più mi pare l’immagine dell’Italia di oggi. Se non dell’Europa di oggi. Se non del mondo intero di oggi. E di sempre. Gigantesco vorrei ma non posso. Ritratto e monumento vivente del fallimento di tutti i grandi traguardi, di tute le grandi ambizioni di navigare il mondo e la vita lasciandoci alle spalle la realtà. Che è sempre la realtà delle nostre inadeguatezze. Ma bando alle ciance.

A quanto pare il comandante Schettino ospitava nella sua cabina la giovane e bella moldava Domnica Cemortan, della quale hanno parlato tutti i giornali. Buon per lui, se è vero. Ma che c’entra con le responsabilità per il disastro della Costa Concordia? Forse provocherà il disastro del matrimonio di Schettino, con la signora Fabiola Russo,  ma ha qualcosa a che vedere con il naufragio sugli scogli dell’isola del Giglio? Continua a leggere

Il capitano Schettino è indifendibile, ma il suo linciaggio è vergognoso. La criminale diffusione della telefonata De Falco-Schettino ci cola a picco tutti. Per il salvataggio solo un elicottero, per le guerre invece….

Ho voluto tardare a bella posta a intervenire sul naufragio della Costa Concordia perché ero preso da un tale sdegno contro il comandante Francesco Schettino da ritrovarmi sorprendentemente nel coro degli urlatori di professione e forcaioli d’animo. Compagnia che mi imbarazza talmente da avermi consigliato prudenza. Anche perché l’esperienza ha dimostrato a suo tempo sulla mia pelle che le verità lanciate con grande clamore e immediatamente a ridosso dei fatti sono troppo spesso verità per modo di dire, se non baccano suscitato ad arte per nascondere la verità o sue importanti parti. Tant’è che avevo preparato un pezzo certo non a favore di Schettino, ma neppure di accettazione del “colpevole unico”, classico capro espiatorio per salvare il sedere di molti altri. Poi ho ascoltato – disgraziatamente – la telefonata tra Gregorio De Falco e Schettino. E m’è crollato il mondo addosso. Quella telefonata mostra l’intero vertice di comando della Costa Crociere talmente vile e ignominioso che non ci posso credere, mi rifiuto, la fuga di un comandante, per giunta assieme al suo secondo e terzo ufficiale, è un abominio inimmaginabile, roba che neppure in un film o in un pessimo sceneggiato da trash tv. Se le cose stessero davvero come sembra da quella telefonata, a dover fare hara hiri non è solo Schettino, ma qualunque italiano che ha pudore, perché quella telefonata, se fosse tutto come sembra, ci condanna come Italia intera, come popolo di ignavi, cialtroni, mascalzoni e irresponsabili. Neppure popolo “solo” da bunga bunga ed elettori entusiasti di gente come Bossi, Berlusconi, Calderoli…., ma addirittura di cialtroni da corte marziale e – infamia suprema – fucilazione alla schiena e con gli occhi bendati. Chiunque abbia passato così a razzo alla stampa la registrazione di quella telefonata, e, come vedremo meglio in seguito, si direbbe che pare possa essere stato solo De Falco, ha fatto una grande mignottata che ci ha accoltellato tutti alla schiena.

Cerchiamo quindi di ragionare. Schettino ha sbagliato ed è indifendibile. E’ stato lui stesso ad avere ammesso col magistrato una serie di circostanze che lo inchiodano: Continua a leggere

Dopo le balle sull’Iraq per poterlo invadere, le balle e le provocazioni all’Iran colpevole di esistere

Gridare che l’Iran “provoca gli Usa” o addirittura “sfida l’Occidente” solo perché conduce manovre navali davanti alle proprie coste e testa un paio di missili da appena 200 chilometri di gittata, non è molto onesto. Appare anzi piuttosto grottesco.  Le carte geografiche indicano chiaramente che il mare dove l’Iran sta conducendo esercitazioni navali si chiama “Golfo Persico”, come peraltro scrivono tutti i giornali,  che è come dire Golfo Iraniano. Infatti, la parte di mondo che una volta si chiamava Persia oggi si chiama Iran, ha cambiato nome né più e né meno come altri Stati. Per esempio, l’isola che chiamavamo Ceylon oggi preferisce chiamarsi Sry Lanka così come l’isola di Formosa è diventata Taiwan. Insomma, gridare contro queste manovre navali iraniane nelle acque “persiche” sarebbe un po’ come stracciarsi le vesti se l’Italia facesse esercitazioni navali nell’Adriatico. C’è semmai da trovare inopportuno che siano gli Stati Uniti ad avere mandato fin laggiù, in acque lontane molte migliaia di chilometri dalle coste americane, una potente flotta militare, dotata come al solito anche di bombe atomiche e comprendente una o più portaerei. In acque che per giunta, ripeto, si chiamano Golfo Persico e NON Golfo Statunitense o Baia di Hudson. Continua a leggere

Finalmente si protesta in piazza S. Pietro contro l’omertà vaticana sulla scomparsa di Emanuela Orlandi. Proprio mentre dall’Olanda arriva l’ennesimo mega scandalo della pedofilia del clero e della annessa protezione vaticana

Un nuovo scandalo per la pedofilia di troppi sacerdoti scuote la Chiesa. Questa volta tocca all’Olanda, dove sotto la spinta dell’opinione pubblica, la Conferenza episcopale olandese l’anno scorso aveva deciso di istituire una commissione d’inchiesta sugli abusi commessi dai preti pedofili.  I sei membri della commissione includevano un ex magistrato, uno psicologo e doventi universitari. Presidente, l’ex ministro Wim Deetman. L’inchiesta ha riguardato oltre 800 sacerdoti  e ha indagato su quanto accaduto dal 1945 al 2000. Come già per gli Usa, Australia e Irlanda, la conclusione è agghiacciante: gli abusi si contano infatti a decine di migliaia, la Chiesa e il Vaticano li conoscevano bene, ma, come sempre, non hanno mai avuto nulla di ridire e non hanno mai preso iniziative per punire i responsabili degli abusi. Nel rapporto si legge tra l’altro:

- “Il problema degli abusi sessuali era ben noto agli ordini e nelle diocesi della Chiesa cattolica olandese, ma non furono prese le misure appropriate”;

- la Chiesa olandese e il Vaticano “pur sapendo non hanno aiutato le vittime”;

- degli oltre 800 autori di abusi “105 sono ancora vivi”.

Eppure in Italia lo spazio dedicato a questo nuovo orrore è minimo. In televisione non mi pare se ne sia parlato, e non è certo colpa di Minzolini. Nei giornali cartacei e nei loro siti online o non se n’è parlato o se ne è parlato poco e di sfuggita nelle pagine interne e nella loro parte bassa, mai in apertura. E’ interesante notare che si tratta di una omertà stranamente simile a quella che vige sempre riguardo gli abusi e i crimini di Israele contro i palestinesi.

Poco o nullo lo spazio dedicato anche a una iniziativa senza dubbio interessante, ma a mio avviso tardiva. Dopo avere raccolto via Internet oltre 40 mila firme a un appello che chiede la fine dell’omertà del Vaticano sulla scomparsa di sua sorella Emanuela, sparita a quasi 16 anni nel giugno del 1983, Pietro Orlandi ha dato appuntamento a tutti i firmatari per domenica, 18 dicembre, direttamente in piazza S. Pietro. Un gesto in apparenza talmente dirompente da apparire provocatorio. Fatto però con un ritardo di quasi 30 anni. Continua a leggere

Troppo berlusconismo nell’esordio del governo Monti. E l’Italia, a furia di subire “lacrime e sangue”, è governata da governi o da becchini, sanguisughe e vampiri?

Non solo Mario Monti è andato a Porta a Porta da Bruno Vespa in prima serata, commettendo così il grave errore di debuttare in pubblico officiando la politica nello stesso salotto televisivo usato e abusato da Silvio Berlusconi e molti altri personaggi della politica, ma poi da Vespa ci sono andati anche, in seconda serata, verso le 23,20, due suoi ministri, Vittorio Grilli ufficialmente viceministro all’Economia, e Corrado Passera, superministro allo Sviluppo Economico. Per  giunta, il ministro del Welfare  Elsa Fornero e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Antonio Catricalà sono andati a Ballarò per prestarsi al solito prolungato battibbecco da pollaio avendo come dirimpettai, tra gli altri, l’ex ministro dellla Pubbblica Istruzione, Mariastella Gelmini, e l’ex ministro dell’Interno, Roberto Maroni. Monti ha avuto almeno il buon gusto di stare a Porta a Porta da solo, senza altri ospiti con cui litigare e far baccano, in una sorta di intervista colloquiale e illustrata con tabelloni vari condotta da Vespa. Però dopo le 23,20 tra Ballarò e Porta a Porta i membri del governo impegnati contemporaneamente a tentare di spiegarsi facendosi largo tra le chiacchiere da ballatoio erano in totale quattro. Come inizio berlusconiano, per il nuovo governo non c’è male. Neppure Monti e i suoi ministri hanno capito che NON è la tv, anche se Rai invece che Mediaset, il centro dell’Universo e neppure dell’Italia. Continua a leggere

Berlusconi riattacca il disco rotto della lotta al comunista. Sentiamo cosa dice Oliviero Diliberto, segretario nazionale del Partito dei Comunisti Italiani

Ma che fine hanno fatto i comunisti, di cui Berlusconi  ha sempre parlato in continuazione come fossero orde pronte a qualunque sopruso? E lo sapevate che Romano Prodi insegna economia ai quadri del partito comunista cinese? E che Cina, Giappone e Coree stanno comprando interi pezzi d’Africa anche per mandarvi ad abitare centinaia di migliaia di propri cittadini? Ce lo rivela in questa intervista Oliviero Diliberto, ex ministro della Giustizia nel governo D’Alema e rieletto di recente segretario del Partito dei Comunisti Italiani (PdCI).

Domanda – Berlusconi si è dimesso. Lei ha brindato?

Ovviamente! Però per ubriacarmi aspetto la fine della legislatura. Infatti, pur nella gioia immensa per l’insperata suo sfratto da palazzo Chigi, il mio è stato un brindisi robusto, ma senza ubriacatura.  Berlusconi non è morto, è solo uscito da palazzo Chigi, ma resta ben radicato nel parlamento. Che userà per condizionare il più possibile il governo Monti, ovviamente non per motivi politici, ma solo per continuare a fare gli interessi delle proprie aziende. A partire da quelle televisive senza le quali chissà dove sarebbe…. Forse già ad Hammamet, anche se lui come è noto preferisce Antigua.

E ora… Continua a leggere

Il momento è grave. Un buon motivo per farci due risate alla faccia del Trota

Facciamoci nonostante tutto due risate. Nel web non si contano più le battute sul figlio di Umberto Bossi, Di quel Renzo Bossi ribattezzato “il Trota” da quando il padre lo ha definito “più che un delfino una trota” si ride ovunque. In verità ci sarebbe da piangere, visto quanto si mette in tasca del danaro pubblico grazie alla sistemazione nella Regione Lombardia procuratagli dal paparino, l’arcitaliano senatùr Umberto Bossi. Per il quale evidentemente l’italianissimo “Tengo famiglia!” più che un modo di dire è una regola aurea.

- Il Trota ha detto che l’uva passa e manco saluta.

- Il Trota ha detto che ha provato a vendere accendini ai semafori, ma non ha trovato nessun semaforo che fumasse.

- Il Trota ha detto che una volta ha provato a sniffare coca ma gli sono rimasti incastrati nel naso i cubetti di ghiaccio e il limone

- Il Trota ha detto che lo spirito santo è quello che ti fa prendere delle sbronze della madonna!

- Il Trota riceve lezioni gratis dal Cepu. Paga per quello che capisce.

- Da quando il Trota si è iscritto al Cepu l’azienda può star tranquilla per i prossimi 15 anni.

- Il Trota ha chiesto al tutor del Cepu se agli esami deve presentarsi digiuno.

- Il Trota ha detto che nelle biblioteche dovrebbero esserci solo porte a libro. Continua a leggere