Dopo le balle sull’Iraq per poterlo invadere, le balle e le provocazioni all’Iran colpevole di esistere

Gridare che l’Iran “provoca gli Usa” o addirittura “sfida l’Occidente” solo perché conduce manovre navali davanti alle proprie coste e testa un paio di missili da appena 200 chilometri di gittata, non è molto onesto. Appare anzi piuttosto grottesco.  Le carte geografiche indicano chiaramente che il mare dove l’Iran sta conducendo esercitazioni navali si chiama “Golfo Persico”, come peraltro scrivono tutti i giornali,  che è come dire Golfo Iraniano. Infatti, la parte di mondo che una volta si chiamava Persia oggi si chiama Iran, ha cambiato nome né più e né meno come altri Stati. Per esempio, l’isola che chiamavamo Ceylon oggi preferisce chiamarsi Sry Lanka così come l’isola di Formosa è diventata Taiwan. Insomma, gridare contro queste manovre navali iraniane nelle acque “persiche” sarebbe un po’ come stracciarsi le vesti se l’Italia facesse esercitazioni navali nell’Adriatico. C’è semmai da trovare inopportuno che siano gli Stati Uniti ad avere mandato fin laggiù, in acque lontane molte migliaia di chilometri dalle coste americane, una potente flotta militare, dotata come al solito anche di bombe atomiche e comprendente una o più portaerei. In acque che per giunta, ripeto, si chiamano Golfo Persico e NON Golfo Statunitense o Baia di Hudson.

Sì, certo: dallo stretto di Hormuz, collo di bottiglia che mette in comunicazione la “bottiglia” del Golfo Persico con il mare Arabico (ripeto: Arabico….), passa l’incessante processione di petroliere che alimentano l’Occidente. Trasportano infatti senza sosta migliaia e migliaia di tonnellate di oro nero estratto dai pozzi dello stesso Iran, del Kuwait, Bahrain, Qatar, Emirati Arabi Uniti e Arabia Saudita. E’ quindi interesse vitale dell’Occidente che tale arteria non venga chiusa, perché equivarrebbe a strangolarci. Ma chi è che minaccia di bloccare lo stretto di Hormuz? L’Iran non ha nessun interesse a farlo, perché senza i dollari delle esportazioni petrolifere crollerebbe al suolo così come faremmo noi senza il petrolio dei vari Paesi di quel Golfo. Certo, se Washington manda uno squadrone navale armato fino ai denti, comprese portaerei e qualche decina di atomiche, è ovvio che a Teheran non resta altro che strepitare. Ovviamente solo a parole. Dovrebbe forse incassare l’umiliazione di flotte altrui che scorazzano davanti casa sua e magari anche applaudire contenta?

Cosa direbbero gli Stati Uniti, e cosa diremmo noi tutti in Europa, se l’Iran (o la Cina….) mandasse nel Golfo del Messico o nel mare davanti a Norfolk una flotta militare con tanto di portaerei e missili anche se non nucleari? Forse dovremmo meditare sulla nostra mania di volerci permettere qualunque iniziativa e di accusare gli altri di minacciarci non appena si permettono un centesimo di quel che ci permettiamo noi. Forse che gli Usa e i Paesi europei non testano missili quando e come vogliono, a partire dalla fissazione missilistica dello “scudo spaziale” Usa? Cosa sono i 200 chilometri dei due missiletti di Teheran di fronte ai 2.500 chilometri di un qualunque Tomahawk onnipresente a decine e decine sulle navi Usa? Per non parlare dei missili intercontinentali, che l’Iran non possiede e che gli Usa possiedono a migliaia.

Le prime pagine dei giornali e le aperture dei telegiornali suonano la sirena d’allarme perché con quei due missili “in grado di raggiungere Israele e le basi americane in Asia” l’Iran ha “sfidato l’Occidente”.  Perfino un falco come Edward Lutwak ha ridimensionato la situazione dichiarando che Ahmadinejad “spara i suoi fuochi d’artificio, me non è una minaccia credibile”. Fuochi d’artificio a parte, la logica e l’onestà suggeriscono una domanda: come mai non ci preoccupiamo minimamente – anzi! –  e non abbiamo lanciato allarmi – anzi! – per i missili che, viceversa, da Israele e dalle basi americane in Asia possono radere l’intero Iran e non solo quello? Mistero. Anzi, no, nessun mistero: si tratta del solito vizio dei due pesi e due misure. Aggravato dall’eterno considerare gli “altri” sempre come barbari alle porte bramosi di invaderci o sterminarci. Da Nasser in poi, quanti “nuovi Hitler” abbiamo contato in Medio Oriente e nel resto del mondo? Eppure, la realtà storica è quella che è, anche se per noi molto spiacevole: di Hitler ce n’è stato uno, prodotto non dagli “altri”, ma dall’Europa.  Cioè da noi.

Ho già scritto tempo fa dell’impossibilità dell’Iran di dotarsi di armi atomiche in tempi non escatologici. E anche se le avesse, è da dementi pensare che si precipiterebbe a lanciarle su Israele, come si continua molto disonestamente a voler far credere. Teheran infatti non farebbe in tempo a dispiegare e lanciare il primo missile nucleare che si troverebbe incenerita dalla atomiche israeliane (3-400, senza che nessuno chieda spiegazioni anche sul perché di una tale quantità. Che va ben oltre la strategia della deterrenza). Senza contare che poiché in Israele vivono quattro milioni di musulmani nessun Paese musulmano, qual è l’Iran, li spazzarebbe all’altro mondo con una Shoà nucleare.

Eppure, nonostante tutto ciò, si lancia l’ennesimo allarme atomico contro l’Iran solo perché nei giorni scorsi gli iraniani hanno mostrato con orgoglio la prima barra di uranio 238 da loro arricchita con il 20% di uranio 235, del tipo cioè utile a costruire le atomiche. Queste però – come è ormai arcinoto – se sono del tipo fabbricato con uranio anziché con plutonio hanno bisogno di un arricchimento di almeno il 97% di uranio 235, arricchimento impossibile da realizzare in Iran se non in quantitativi trascurabili. Con percentuali del 20% si possono solo produrre barre di combustibile nucleare per le centrali che producono corrente elettrica o “pastiglie” per macchinari a raggi X come si usano in medicina e in metallurgia.

Che l’Iran non sia un pericolo mortale per Israele neppure se dotato di armi atomiche lo ha sostenuto perfino l’attuale capo del Mossad, Tamir Pardo, davanti a una affollata platea di ambasciatori israeliani convocati in Israele per aggiornamenti. Il quotidiano israeliano ‘Ha’aretz’, citando tre diplomatici presenti, ha scritto che il capo del Mossad ha dichiarato senza peli sulla lingua che Israele  sta ricorrendo a vari mezzi (vedi gli omicidi di scienziati nucleari e i vari sabotaggi non solo informatici) per contrastare il programma nucleare iraniano e così continuerà a fare, ma se l’Iran dovesse realmente riuscire a dotarsi di armi nucleari, ciò non significherebbe la distruzione dello Stato di Israele. Pardo farà la fine del suo predecessore? L’ex capo del Mossad, Meir Dagan, prima di essere rimosso aveva affermato che un attacco aereo sull’Iran era “un’idea stupida”, dalle conseguenze disastrose.

Perché allora questo continuo allarme contro l’Iran? Perché questa ossessione del “pericolo atomico iraniano” inventato nel 2002 dal presidente George Bush junior? Cioè dallo stesso Bush, si noti, che in seguito ha inventato anche l’esistenza delle atomiche di Saddam per poter avere la scusa buona a invadere l’Iraq, Paese dal quale gli americani si sono ritirati solo pochi giorni fa dopo averlo ridotto al rango di loro protettorato. La risposta purtroppo è semplice: spingere gli “altri” verso il fanatismo, meglio se non solo nazionalista ma anche religioso, serve egregiamente a poter convincere la nostra opinione pubblica – europea, statunitense e occidentale in genere – a serrare i ranghi e a sentirsi assediata, in modo da farle accettare le strategie aggressive man mano decise dal potere dominante contro gli “Stati canaglia” e  i “terroristi” anche quando non si tratta affatto di Stati canaglia né  terroristi.

Due secoli di imperialismo occidentale e il colpo di Stato organizzato dagli Stati Uniti e dall’Inghilterra nel 1953 per impedire la nazionalizzazione del petrolio decisa dal primo ministro democraticamente eletto Mohamed Mossadeq si sono rivelati infine un boomerang. A un certo punto infatti, nel gennaio 1979, gli iraniani hanno cacciato lo scià Reza Pahlawi, personaggio corrotto manovrato a piacimento dagli Usa, e hanno accolto a braccia aperte l’ayatollah Ruhollah Komeini, che ha instaurato il deprecabile regime teocratico tuttora al potere. Tuttavia,poiché gli iraniani, popolo di antica civiltà,  non sono affatto dei barbari e tanto meno dei cretini, nel 1998 il presidente Khatami appena eletto ha porto il ramoscello d’ulivo verso Washington. Khatami infatti:

- elogiò la “grande civiltà americana”;

- prese posizione a favore del “dialogo tra civiltà”;

- deprecò l’occupazione del novembre 1979 dell’ambasciata americana e la annessa cattura di ostaggi da parte degli studenti universitari, guidati dai pasdaran, per protesta contro il dorato asilo concesso dal presidente Carter alla famiglia Pahlawi;

- si schierò dalla parte degli Usa dopo la tragedia delle Torri Gemelle dell’11 settembre 2001 condannando senza mezze misure “i terroristi talebani”, aprendo i propri porti alle navi americane e incitando contro i talebani la parte di Afganistan in buoni rapporti con l’Iran.

Non  a caso l’allora ministro degli Esteri inglese, Jack Straw, corse a Teheran per quella che lui stesso definì una “visita storica” e per ringraziare il governo di Teheran perché l’Iran  era “schierato con la Gran Bretagna per contrastare il terrorismo di ogni tipo”.

Khatami, ferocemente avversato in patria dalla destra, iniziò una serie di grandi riforme, anche a favore delle donne e della libertà di stampa, che contava di completare una volta che la sua parte politica avesse vinto le nuove elezioni e consolidato così il suo potere. Ma ecco che nel gennaio 2002  George W. Bush nel tradizionale discorso sullo stato dell’Unione conia la disgraziata espressione Asse del Male contro i Paesi, Iran, Corea del Nord e Iraq, sospettati di sostenere il terrorismo internazionale e di minacciare la pace mondiale con ricerche sulle armi di distruzione di massa. L’accusa piombò sull’Iran come un fulmine a ciel sereno, gli iraniani si sentirono traditi e feriti nell’orgoglio nazionale, motivo per cui  alle elezioni premieranno i nazionalisti antioccidentali. Bush ha così spianato la strada ad Ahmadinejad, che infatti nel 2005 riuscirà a prendere il posto di Khatami.

Il resto è purtroppo storia ancora attuale. Che avanti di questo passo non è detto non ci porti a sbattere.

319 commenti
« Commenti più vecchi
  1. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Capitalismo in crisi, se ne parla anche in Italia?
    L’Fmi: eguaglianza distributiva per la crescita.
    Il Financial Times parla di «Capitalism in crisis».
    Mercato autoregolato, cade il mito.
    Sarà la fine?

  2. sylvi
    sylvi says:

    Ho fatto parecchie crociere, sia marine che fluviali ma sempre con navi o traghetti max 100 metri di lunghezza , stazza attorno ai max 300 t. Portata passeggeri massimo 500.
    Ricordo che la Concordia ha 112000 t di stazza e 290m di lunghezza.
    Ora se facciamo le debite proporzioni:

    prendiamo una nave lunga 90m e 280 t di stazza la Liburnija o la Marko Polo (Jadrolinija)
    e la Concordia lunga 280m con 112000t di stazza

    anche un bambino capisce che il rapporto 28o-90 è 3
    mentre il rapporto 112000- 280 è 42
    Non è proprio la stessa cosa portarle lungo costa!
    Dovrebbero quest’ultime tenerne in mezzo al mare, al sicuro.

    Poi, …poichè ho visto in giro navi francesi ad Odessa, navi scozzesi a Venezia e Grado… navi di lusso… rifletto, beh la proporzione sempre più bassa fra
    lunghezza- stazza- passeggeri- equipaggio comporta costi che una bella fetta di ceti medio e alti non potrebbero permettersi.
    Per capirci siamo sull’ordine di 2000 euro/ giorno QUASI tutto compreso, cioè come il famoso Pellicano sull’ Argentario.

    Spero che non fuoriesca carburante dalla Concordia, perchè altrimenti -anche i ricchi dell’Argentario piangerebbero!!!.-
    E forse anche le “bavose” scomparirebbero da quel mare per anni!

    Sylvi

  3. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Veramente i giornali maggiori sono di pendenza a sinistra, cosi’ hanno sempre scritto quello che riportano i giornali Italiani.

    Diversi giornali il New York Times per primo hanno perso molti utenti.
    Quelli regionali sono stati comprati per speculazione e perdono utenti appunto perche’…non sono piu’ regionali.

    Il Fatto Quotidiano e’ un giornale nuovo, ha fatto colpo perche’ e’ un whistleblower, se desse informazioni prese al vento perderebbe molti utenti e non mancherebbero le cause.

    Lei fa sempre un gran minestrone……. Buon appetito.

    Anita

  4. Peter
    Peter says:

    x Uroburo

    se lei e Sylvi non capite, questa volta, e’ perche’ apparteniamo ormai a culture diverse, e lo dico in tutta tranquillita’.
    Non ho affatto difeso il capitano della nave, e del resto neanche il prof. Cacciari, che non e’ certo piu’ tuttologo di Uroburo o la Sylvi…
    Ho solo indicato che nei paesi civili si aspetta pazientemente l’inchiesta, evitando condanne o linciaggi mediatici che non giovano a nessuno, anzi peggiorano i gia’ robusti pregiudizi internazionali. E compromettono il diritto ad un processo equo.
    Una cosa assolutamente sbagliata e’ stata, soprattutto, la immediata divulgazione di una comunicazione riservata tra la GC e Schettino. Su questo punto, vi sfido a darmi torto sotto il profilo procedurale ed anche legale.
    Ho poi criticato la GC per un atteggiamento, A QUEL PUNTO, privo di ragionevolezza e scopo pratico, dato che non c’era piu’ nulla che il cap potesse ormai fare di utile tornando a bordo. Forse non doveva metterci piede in primo luogo…ma questa e’ una responsabilita’ della sua compagnia e di chi gli ha dato referenze a suo tempo, e magari adesso lo pugnala alle spalle.

    A Uroburo ribatto che ho fatto seri corsi di navigazione (a vela), e nessuno mi ha mai detto che lo skipper, o capitano, per quanto legalmente responsabile per tutti, sia necessariamente tenuto a lasciare il naviglio per ultimo in caso di naufragio. La legge si esprime sempre in termini di operare ‘nei limiti del ragionevole’. La cui definizione particolare spetta poi ai giudici nei tribunali, in casi come questo, i quali possono consultare esperti in materia

    un saluto

    Peter

  5. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Ho appena sentito il comandante Schettino, ha detto che navigava a vista, senza avallarsi degli strumenti…..

    Mah….

    Devo andare a fare provvisioni, stiamo aspettando una serie di nevicate….ed ho parecchio da fare, sono stata un po’ pigra, e’ qualche giorno che sto combattendo qualche malore invernale che non ha ancora fatto capolino….

    Ciao, Anita

  6. sylvi
    sylvi says:

    La legge si esprime sempre in termini di operare ‘nei limiti del ragionevole’. Peter

    caro Peter ,

    mio marito ha fatto l’struttore di corsisti a vela e motore, come lei!!!
    La legge dice che NON sarebbe “nei limiti del ragionevole”, che durante una tempesta LUI , skipper, se ne fosse andato con l’autogonfiabile lasciando ME in balia del mare.
    A parte il fatto che se l’avessi scampata …avrei avuto qualcosa di molto energico da dire io…ma anche fossi perita, la Giustizia avrebbe avuto qualcosa da dire!!!

    Ma perchè vuole inventarsi anche le leggi internazionali sulla navigazione?
    Chi comanda si assume oneri ed onori!
    Ma che brutto carattere che ha!!!

    Sylvi

  7. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    io non mi sono affatto occupato della “esposizione mediatica” del caso. Ogni paese ha le sue caratteristiche e questo è sempre un po’ (tanto) sopra le righe.
    Aggiungo che faccio un po’ fatica a ritenere eroe chi ordina, nell’ambito delle sue competenze, ad un tizio, che invece non la sta facendo, di fare una certa cosa che è tenuto a fare. La Capitaneria di Porto (e non la Guardia Costiera) non ha fatto altro che fare il suo mestiere.
    Io mi sono limitato a dire che la Capitaneria di Porto ha ordinato ad un tizio di fare una cosa che costui avrebbe già di suo dovuto fare. E se questo comportava dei rischi erano rischi già previsti nel contratto di lavoro. A parte il fatto che definire rischio di vita una situazione del genere mi sembra una grossa esagerazione.
    Il comandante doveva tornare a bordo e coordinare l’evacuazione. Era il minimo che potesse fare.
    Comunque in Italia i processi prima o poi (Banana permettendo) li fanno i giudici e non i giornali. Ma i giornali riferiscono quel che sanno. Giustamente U.

  8. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,

    la storia del comandante Schettino prendera’ tante svolte che se non fosse per i morti, dispersi e feriti, ci sarebbe da ridere…..

    Dunque, prima era sul passeggio della nave con una bella bionda, una passeggera…poi la bionda e’ una hostess sulla nave, parte dell’equipaggio la quale descrive il comandante come un “EROE” che ha salvato migliaia di passeggeri.
    La bionda e’ della Moldavia e faceva l’interprete a passeggeri russi gia’ con i salvagenti.

    Il comandante non ha lanciato il “Mayday” ma invece ha chiamata la Co. della Costa Concordia…per spiegare cosa stava succedendo o per salvarsi il sedere.
    Commenti non miei ma da chi ha sentita la comunicazione.
    O forse no…..???

    Insomma e’ futile qualsiasi argomento, non ho mai sentite tante balle nel giro di pochi giorni.

    Un abbraccio,
    Anita

  9. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Sylvi.
    Spero di non sbagliarmi ma a quanto mi è dato di sapere le imbarcazioni da diporto in Italia e per legge, devono navigare a un miglio dalla costa.
    Dico giusto?

    x Komare.
    Se mi metto a deglutire i SUOI “minestroni”, egregia signora, subito dopo avrei bisogno di una potente lavanda gastrica….

    Qui piove,
    domani nevica
    e dopodomani.. kristoprovvederà.

    C.G.

  10. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    No caro signore, io non salto mai da un discorso all’altro.

    Lei lo fa per abitudine !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

    A.

  11. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Da riflettere:
    leggo che una nave larga 30 metri, sempre della Costa, per far piacere ai croceristi tempo fa ha attraversato i due faraglioni di Capri distanti tra loro 40 metri esatti.
    Quindi a destra e a sinistra avevano solo cinque metri di spazio a disposizione….
    La Compagnia Costa in mano agli anglo-usaegetta sa esattamente a chi affida le sue navi e, di conseguenza, la sicurezza dei passeggeri?
    màh..

    C.G.

  12. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Kara Komare,
    non si alteri, prego!
    Troppi punti esclamativi denotano insofferenza e nervosismo.
    Alla nostra età, lo saprà certamente, è come veleno.

    Poi, mi sembra che a fare i salti della quaglia (quaglieggio, in gergo) sugli argomenti, lei, cara signora, sia stata quella che “con l’aratro ha tracciato il solco e con la spada lo difende”.

    Lo diceva Mussolini da Predappio, un’altro che in quanto a quaglieggio non scherzava mica..

    C.G.

  13. sylvi
    sylvi says:

    caro C.G. 309

    la distanza delle imbarcazioni da diporto, tutte anche il gommone, dalla costa , è determinata dalla profondità del mare rispetto alla costa e soprattutto dalle Ordinanze delle Capitanerie di Porto che, da noi, ad esempio possono cambiare da Grado, a Monfalcone e a Trieste.

    Quindi il miglio che dici potrebbe valere per la costa italiana dell’Adriatico, bassa e sabbiosa, ma non vale per quella croata dove alla distanza di 20 m dalla costa puoi scendere a una profondità di 50 m.
    Situazioni che credo possano verificarsi sul Tirreno.

    Sylvi

  14. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    non ho mai detto che l’operato di Schettino fosse ragionevole, ma in che lingua glielo devo dire? il friulano non lo parlo…
    Il mio carattere infatti non e’ bello, ne’ lo ho mai preteso. Ma non e’ neanche particolarmente difficile, c’e’ chi mi sopporta senza troppi problemi…
    Ho detto chiaramente cio’ che avevo da dire, se non lo capisce non e’ colpa mia. La decisione di lasciare la nave e’ stata sua, e se ne dovra’ prendere le responsabilita’. L’inchiesta dovra’ stabilire il quando, il perche’, il come, il dove. L’inchiesta, non i giornali a furor di popolo.
    Ma che telefonate registrate come prove siano subito date alla stampa, e che un procuratore chiami subito l’imputato ‘scellerato’ in pubblico succede SOLO da voi, e non c’e’ proprio da andarne fieri, mi creda

    Peter

  15. sylvi
    sylvi says:

    x CC

    E quello di spalle alla sx di Virgilio, CHI è il” Caron dimonio con occhi di bragia”?

    Delacroix e Tiepolo; l’Inferno e il Paradiso!

    Per associazione di idee: come sta il nostro Diavolo Faust???

    Sylvi

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