La truffa elettorale di Kabul è più buona di quella di Teheran. E i cattolici filo clericali sono come i fumatori incalliti: devono assolutamente imporre il velenoso fumo passivo anche agli altri. La Lega ci sprofonda nel guano mentre un libro di Maria Latella dimostra che il Chiavaliere è davvero malato
“Fonti occidentali” ora dicono che ha vinto Karzai, addirittura con il 70 per cento dei voti, vale a dire con una percentuale non di poco superiore a quella di Ahmadinejad: mentre però l’asserito più o meno 62 per cento dell’iraniano ci appare decisamente scandaloso e truffaldino, lo scandaloso e truffaldino 70 per cento del docile afgano ci pare invece credibile, anzi credibilissimo, certo e doveroso. Altro che due pesi e due misure! Embé, si tratta di cifre fornite da “fonti occidentali”…. Che chissà come fanno a sapere in anticipo ciò che gli scrutinatori afgani ancora non sanno, così come in Iran pretendono di sapere ciò che agli iraniani non risulta.
Il tutto mentre le vittime civili, cioè innocenti, delle nostre bombe più o meno “intelligenti” (!), sono ormai quasi 900, senza contare la marea di storpi e mutilati creata anche dalle nostre mine antiuomo, aggettivo che già da solo ne descrive l‘immonda ferocia, che per giunta non distingue tra uomo e bambino. I soli uccisi per errore dalle nostre bombe e piloti “intelligenti” sono cioè più della metà delle vittime israeliane delle bombe sicuramente non intelligenti dei palestinesi, eppure nessuno fiata e nessuno di scandalizza né tanto meno scatena rappresaglie e ritorsioni che, rispettando le proporzioni esistenti tra vittime innocenti israeliane e vittime innocenti palestinesi, producano tra gli occidentali il triplo abbondante delle vittime civili afgane. Il discorso non cambia neppure se si vuole accettare la versione per noi più innocentista, secondo la quale un terzo di quelle quasi 900 vittime è da attribuire a bombe e proiettili dei taliban. La matematica infatti dice che di conseguenza almeno due terzi sono responsabilità nostra, e due terzi di quasi 900 è eguale a quasi 600. Seicento civili, donne, bambini, anziani, adolescenti e adulti, massacrati per errore dai nostri piloti e artiglieri.
Si tratta pur sempre di una cifra quasi pari a oltre due terzi del totale delle vittime israeliane mietute dai palestinesi. Ma mentre queste giustificano anche ai nostri occhi rappresaglie di varia gravità e orrore, compresa la mattanza di Gaza e il suo assedio permanente per strangolarla, quelle invece non fanno neppure notizia. Sì, lo so bene: le bombe sganciate per errore dagli aerei della Nato sono almeno nelle intezioni cosa diversa da quelle fatte esplodere a bella posta dai palestinesi. Vero, verissimo. Dubito però che per le vittime e i loro congiunti la differenza sia così marcata e sentita, infatti ogni volta che ripeto a un afgano che deve “capire e distinguere“ quello mi manda al diavolo. Inoltre l’abbondanza di vittime “per sbaglio” da parte di piloti e artiglieri dotati di strumenti di precisione molto sofisticati, con obiettivi scelti da servizi segreti ufficialmente molto bene informati, è il sintomo più eclatante e tragico del fatto che i militari occidentali, a parte le chiacchiere e i vari blablablà retorici, NON sentono nessuna motivazione per quella guerra, a parte qualche ingenuo che abbocca alle propagande tutti gli altri ci vanno solo perché la busta paga diventa molto più ricca e/o perché lì il nostro “spirito di avventura“, ovvero di violenza da bravi maschioni, ha più spazio: in Sicilia contro la mafia o a Detroit contro la disoccupazione non possiamo usare le mitragliere e i carri armati, ma in Afganistan sì. Vuoi mettere? C‘è una bella differenza. Lì ci si può sfogare per benino.
I militari occidentali si comportano perciò in maniera sbrigativa, imprecisa e fin troppo alla carlona, tanto sbrigativa da preferire ormai di routine massacri di civili altrui alla pur remota possibilità di venire abbattuti col proprio aereo.
E del resto non potrebbe essere diversamente, dal momento che non è più chiaro perché le truppe della Nato si trovino in Afganistan, né più e né meno come non è mai stato chiaro il perché dell‘invasione dell‘Iraq, petrolio a parte. Iniziata di fatto per volontà dell’ottuso e disonesto George W. Bush con lo sbandierare la caccia a Bin Laden e la distruzione dei taliban, definiti d’autorità responsabili tout court dell’attentato alle Torri Gemelle di New York, s‘è poi trasformata nell‘ennesima esportazione della democrazia a cannonate e, dato che il tema si prestava a ulteriore nostro appoggio alla guerra, anche nella liberazione delle donne dal burqa. Strana motivazione, questa, visto che proprio gli americani avevano allevato gli stessi taliban che trattavano sin da sempre le donne poco meno come soprammobili o bambole gonfiabili. Quali che fossero le scuse iniziali per la guerra, ci si è però poi man mano impantanati anche nel menefreghismo verso le afgane e nelle trattative con i “taliban buoni“ pur di uscire in qualche modo dalle sanguinose sabbie mobili in cui ci ha precipitato la volontà di Bush. Nei giorni scorsi Chiara Saraceno dalle colonne di Repubblica si è lamentata appunto di questo nostro tradimento verso le afgane. Qui non si tratta neppure di “bieco illuminismo”, come direbbe qualche bieco vescovo biecamente colpito da un bieco colpo di sole agostano, ma di retorica salottiera romana “de sinistra”, un avanzo “demmocratico” e capitolino di ciò che fu il femminismo. Spiace dirlo, perché Chiara Saraceno è figura illustre che merita rispetto, ma i suoi starli dovrebbe rivolgerli prima contro gli Usa che quei talibani hanno allevato e contro i loro cari alleati sauditi che, oltre ad avere partorito il loro connazionale Bin Laden e vari connazionali talibani, a tutt’oggi trattano le donne come i talebani.
Analoga lamentela nei giorni scorsi è venuta da Francesco Cossiga, che nel rimembrare la politica mediorientale di Aldo Moro e Giulio Andreotti s’è rivolto agli israeliani dicendo in buona sostanza che con la politica di quei suoi due ex compagni di partito li abbiamo “venduti” in nome della nostra sicurezza. A parte il fatto che gli israeliani per la loro sicurezza hanno venduto e vendono ben altro, il buon Cossiga e si suoi megafoni – tra i quali l’impagabile suo amico Paolo Guzzanti – dimenticano alcuni piccoli particolari. Intanto c’è da dire che ogni Paese ha diritto a preoccuparsi della propria sicurezza e i suoi governi hanno il dovere di realizzarla e proteggerla in concreto. O forse l’Italia anziché della propria deve occuparsi, che so, della sicurezza degli svizzeri, dei polacchi o dei cinesi? In secondo luogo Cossiga e i suoi megafoni dimenticano di dire che con il dopo Moro e il dopo Andreotti ci siamo venduti e continuiamo a venderci anche i palestinesi e, soprattutto, che ai tempi del cavalier Benito noi italiani ci siamo venduti in blocco gli ebrei. Non c’è che dire, siamo un popolo di santi, poeti, eroi e navigatori sì, ma anche di venditori, ipocriti e doppiopesisti incalliti. Venditori anche di vite altrui.
Tra le vite vendute ci sono ora anche quelle degli immigrati. La recente tragedia dei 73 morti in mare tra Malta e Lampedusa nel menefreghismo generale riporta a galla alcuni snodi fondamentali della nostra disonestà congenita. Se ho ben capito, si tratta di eritrei e/o libici, vale a dire di esseri umani provenienti da quelle che sono state nostre colonie, ovvero territori dove ci siamo macchiati di ogni sorta di delitti anche se la scusa era sempre la stessa: vi abbiamo portato “il lavoro e la civiltà”, peraltro non richiesta dai diretti interessati ai quali di civiltà andava benissimo la loro. Date le nostre pesanti responsabilità pregresse, decenza vorrebbe che fossimo verso di loro almeno un po’ meno strafottenti. E poi c’è l’untuosa ipocrisia del ministro Roberto Maroni, persona peraltro di soliuto assai civile: “Il racconto dei superstiti non è detto sia vero, dobbiamo verificare”. Giusto, perbacco! Solo ciò che ci rifilano gli israeliani, gli americani o Berlusconi e accoliti è vero per definizione, senza nessun bisogno di fare verifiche di sorta: le loro frottole, vedi per esempio l’Iraq e l’Afganistan o Gaza, sono la nostra verità. Più che il vangelo. Oro colato.
Per quanto riguarda il giochino “Rimbalza il clandestino” diventato famoso grazie alla pagina Facebook di Renzo Bossi, il figlio più asino del senatùr balabiot, al secolo l’Umberto Bossi dalla canotta facile, è strano che la magistratura non sia intervenuta. Questo merdoso gioco ha la motivazione del “controllo degli immigrati in Italia”. Ma perché invece di dire puttanate quasti giovin signorini non si impegnano nel controllo del proprio cervello?
Nei giorni in cui si cerca di mascherare il nostro razzismo contro i musulmani rompendo le scatole alle donne che fanno il bagno in piscina con quello che noi, ma non loro, chiamiamo “burkini”, ecco che un giornale israeliano documenta che anche le ebree ortodosse fanno il bagno a mare – e quindi si presume anche in piscina – vestite allo stesso modo: come le musulmane bigotte e le nostre monache, ma anche come le nostre nonne, possono mostrare solo la faccia, le mani e i piedi, tutto il resto in spiaggia deve essere coperto. Bene: proviamo ora a immaginare cosa sarebbe successo che se le pie mammine di Verona avessero reclamato perché i loro pargoli, gli stessi che magari poi affidano a presti non di rado pedofili, erano spaventati dall’appaire in piscina di ebree ortodosse che fanno il bagno vestite come una musulmana convinta. Già mi vedo lo sdegno zelante e furioso non solo dei difensori della civiltà occidentale un tanto al chilo, come i vari Vittorio Messori, Giuliano Ferrara, Paolo Guzzanti, Furio Colombo, Fiamma Nierenstein, ecc., ma anche dei direttori di tutti i giornali e telegiornali nonché dei vari ministri, off course in testa Bossi e le Gelmini-Carfagna, capo del governo e capo dello Stato. Embé, i due pesi e due misure sono una cosa seria, nel nostro caso sono addirittura elemento, come si suol dire, “fondativo dell’identità collettiva”. E infatti si vede…
Non si tratta però, purtroppo, solo di ignoranza più o meno legaiola e renzobossista. Si tratta del periodico bisogno di violenza, da sfogare sempre e solo sui più deboli: l’altro ieri sui “negri” delle nostre colonie, ieri sugli ebrei, in un’epoca in cui i dementi figli di dementi ma potenti avrebbero sicuramente inventato e avuto successo con un giochino del tipo “Respingi l’ebreo”; oggi contro i rom e gli immigrati extracomunitari. L’importante è inventarsi un capro espiatorio utile a far dimenticare che i nostri problemi, gravi, sono in realtà altri e a soddisfare almeno in parte il nostro periodico bisogno viscerale di sopraffazione e violenza, bisogno che è parente stretto della sete di sangue. Dopo bel 65 anni di pace, benesse e sviluppo, c’è evidentemente nel ventre del Bel Paese chi senti di nuovo il bisogno di menare le mani e “fargli vedere chi siamo!”.
Una lettrice del nostro blog fa giustamente notare che i leghisti sono espressione di ciò che “vuole il territorio”. Sì. Però è strano che gente così gelosa del proprio territorio si lasci poi comandare a bacchetta da gente che con il loro territorio non c’entra un tubo, quali sono i prefetti spediti dal Vaticano e noti con il nome di vescovi. Gente scelta dallo Stato estero Vaticano e certo non dai credenti del territorio competente. Non sono tra coloro che applaudono i vescovi quando fanno finta di fustigare Berlusconi o si spendono contro la Lega e a favore degli immigrati per poi fischiarli quando si immischiano di staminali, di scuola e delle mille altre cose di cui non sanno nulla se non quanto ci possono guadagnare a favore del Vaticano. Contro la politica criminale della Lega nei confronti degli immigrati dovremmo essere noi italiani, di qualunque regione, a fare la voce grossa anziché nasconderci sotto le sottane clericali. Non ha tutti i torti Bossi quando dice, anche se alla sua maniera, rozza e sgradevole, che i vescovi dovrebbero pensare agli affari loro anziché ai nostri, ma la sua disonestà emerge clamorosamente perché in fatto di demolizione della scuola pubblica a favore di quella privata, cioè cattolica, dove non a caso mandava il figlio asino del giochino anti immigrati, lui è totalmente dalla parte dei “vescovoni”, come li chiamava una volta, e anzi vorrebbe un’Europa tutta cattolica e guidata dal papa. Roba cioè da manicomio. O da esito nella terza guerra mondiale.
Non a caso il governo, del quale il Cavaliere Balabiòt de La Canotta è socio decisivo, ha deciso di ignorare la sentenza del tar del Lazio che sottrae agli insegnanti (?) di religione l’indebita possibilità di influire sul giudizio finale degli studenti. I recenti Mondiali di atletica hanno visto l’exploit di altri atleti del “Terzo Mondo”, ma registrano un ulteriore calo di vittorie italiane. “Nelle scuole italiane lo sport non esiste più”, denuncia Arese, presidente dell’Associazione italiana di atletica leggere. Beh, perché lamentarsi? In compenso esistono gli insegnanti di religione…. L’Italia va indietro anche negli sport, però il Vaticano è felice perché lui e i suoi protetti vanno avanti nelle classifiche scolastiche e diventano incostituzionalmente titolari di cattedra passando sulla testa di decine di migliaia di precari delle altre e più utili materie scolastiche, compresi quelli di educazione fisica che dovrebbero far coltivare ai nostri giovani l’amore per lo sport.
Anche nello sport ormai funziona quasi solo ciò che serve al Signor Padrone il Cavaliere a dondolo: ovvero il calcio e qualche pezzo di Ferrari, in attesa che anche il Cavallino Rampante faccia la fine del cavallo di viale Mazzini. Per rendere ancor più gli italiani, compresi i “padani”, spettatori passivi ed ossequiosi, nonché molto guardoni, è meglio puntare sui circenses calcistici, che oltretutto hanno il pregio di sfornare divi calciatori che fanno tandem con le Veline e fanno perciò ancor più venire l’acquolina in bocca e il desiderio di imitazione agli italiani corrosi da decenni di tv “commerciale”, pubblicità e moda sempre più volgare e demenziale.
Mentre le gerarchie badano solo ad arraffare a spese dello Stato e della scuola, badando a non alzare troppo la voce, e comunque mai per bocca dei massimi vertici, ecco che un libro della giornalista Maria Latella, basato su testimonianze di Veronica Lario in Berlswuconi, rivela impietosamente che il Cavaliere a dondolo è davvero malato, tanto che la cerchia di amici intimi gli ha più volte proposte di farsi ricoverare: in una clinica per disintossicarsi dall’eccesso di quella particolare droga chiamata sesso. E un politico più o meno ex come Cirino Pomicino comincia a rivelare che le “cene”, cioè le orge, di Berlusconi erano “note in tutta Roma”. E poiché Roma non è su Marte è da presumere che fossero note anche anche fuori Roma, per esempio in casa di Bossi, di Fede, di Vittorio Feltri neo ri-promosso al giornale formalmente proprietà del fratello del Chiavaliere. A Roma comunque c’è l’ambasciata americana, con tanto di ufficio della Cia, così come ci sono tante altre ambasciate, con altrettanti uffici di servizi segreti vari.
Non dimentichiamo inoltre che a Roma c’è il Vaticano…. Che, come ho dimostrato con il mio libro “Tangenti in confessionale”, sa sempre tutto del marciume anche altrui. Impossibile quindi non sapesse del “vizietto” di Berlusconi, che per soddisfarsi pare proprio non abbia mai esitato ad approfittare del fatto che lui era ed è il più grande editore europeo, nonché proprietario delle tv sue e padrone di quelle dello Stato. Se un giornalista gli – scusate il termine, ma è quello più adatto – vende il culo fa carriera. E infatti s’è visto. Se una bonazza “gliela dà” fa carriera, in tv o nel partito o nelle massime istituzioni del Paese. A dire il vero tutto ciò si chiama corruzione, se non anche sfruttamento della prostituzione, due argomenti che dovrebbero interessare anche i vertici della Chiesa. Che però fanno come gli ipocriti di Comunione e Liberazione nel loro meeting: “A noi interessa la politica e i suoi risultati, non i comportamenti privati”. Solo l’ipocrisia dei cattolici filo clericali o la faccia di bronzo di un Vittorio Feltri può continuare a definire “comportamenti privati” ciò che è invece un clamoroso caso di pubblica indecenza, menzogna continuata e corruzione esercitate da un capo di governo. Ma ai filo clericali interessa solo che venga messo a tacere il Tar del Lazio, come molto altro che dà fastidio al papa re.
C’è poco da fare: i cattolici filo clericali sono come i fumatori incalliti. Hanno infatti lo strano bisogno di obbligare anche gli astanti a sorbirsi la puzza delle loro sigarette e a respirarne i veleni, nonostante sia dimostrato che il “fumo passivo” è nocivo e causa anch’esso di tumori alle vie respiratorie e quindi anche di molte morti. La voglia di potere temporale, cioè volgarmente terreno, della Chiesa sta ridiventando un vero e proprio cancro che corrode la società italiana, così come ha già fatto per secoli anche nell’intera Europa. Strano che gente che ha fallito su tutti i fronti, eccetto quello di accumulare ricchezze e provocare disastri altrui, anziché vergognarsi e parlare a bassa voce gridi ancora con la strampalata pretesa di essere sempre nel giusto e di dover quindi anche essere obbedita perfino da chi nulla ha e nulla vuole averci a spartire.
Non deve essere un caso che il Concordato, ottenuto dalla Chiesa grazie a Mussolini dopo avergli venduto la libertà dei cattolici, spianando così la strada alla dittatura in camicia nera e alla seconda guerra mondiale, sia stato poi confermato da quel Bettino Craxi che ha inoculato nel Bel Paese il morbo della corruzione sistematica e poi anche quello del berlusconismo iniziale. A conti fatti, i due Concordati sono stati ottenuti dai due peggio del peggio della storia unitaria italiana. Non è un bel viatico. O noi?
E del resto il potere statale della Chiesa è iniziato con la clamorosa truffa della “Donazione di Costantino”, falso operato in Vaticano per convincere Pipino il Breve a intervenire militarmente a favore del papa e delle sue pretese territoriali.
Da Pipino il Breve alla signora Gelmini… Embé, siamo passati anche da Renzo Tramaglino e Renzo Bossi. Cambiano i protagonisti, fino a livelli talmente infimi che definirli pompadouriani o vespasiani è perfino troppo gratificante, ma la politica clericale a base di inganni e prepotenze non è cambiata. Bisognerà davvero battersi per l’abolizione del Concordato e perché i fumatori incalliti rispettino la legge: che si tratti di tabacco o di religione, di ideologismo o di coglioneria alla renzobossi, fumino pure, ma senza avvelenare anche i vicini.
x Uroburo
Sbrigati a diventare un esperto di pesci, nel senso di pesci cucinati bene e offerti da mangiare soprattutto a me.
Lo spam allinea oltre 100 mila messaggi. Curioso, nevvero?
Un saluto.
pino
x Il Clown
Niente miracoli del Chiavaliere! A Roma esista già da secoli il quartiere Tremonti, il cui simbolo è rappresentato da tre cime errotondate, una al centro e due di lato. E’ il quartiere più tipicamente romano, contiene anche la Suburra.
Un saluto.
pino
x Uroburo
Mah, ci si può andare tutti in auto o in treno. L’unica mia incognita è che non so in che data mi devo trovare in alto Lazio per una faccenda riguardante la Palestina, motivo per cui potrebbe essere che in alto Lazio ci arrivo proseguendo dal dopo caciucco o, viceversa, che arrivo al caciucco in treno da Roma dopo avere partecipato all’iniziativa riguardante la Palestina.
Un salutone.
pino
x Marco e per tutti
Credo che l’Italia batta tutti per i formaggi.
http://en.wikipedia.org/wiki/List_of_Italian_cheeses
Una lista incredibile.
Anita
xSylvi
qui la misoginia c´entra quanto l´antisemitismo a proposito di Israele.
La sua assurda pretesa che le leggi italiane siano piu´garantiste che non altrove fa davvero ridere. Tanto piu´che in Italia le leggi, per farle rispettare, ci vuole la mano di Dio.
L ´Italia e´il paese dove un notaio, qualche anno fa, licenzio´la segretaria perche´era occupato col figlio molto malato, anzi moribondo. E disse che aveva solo esercitato un suo diritto.
Lei dice cose fantasiose a proposito di GB ed anche altri paesi. Il congedo parentale per una donna incinta arriva ad un anno in GB, ovvero 52 settimane. Si informi lei. Nessuna puo´essere licenziata perche´incinta o puerpera, o sono cavoli mooolto amari per il datore di lavoro (ed e´giustissimo). Ed esiste anche una legge sul constructive dismissal (prenda lei il vocabolario) che non mi pare ci sia in Italia. In Svezia il congedo parentale arriva a 16 mesi! altro che le sue 20 settimane.
A me pare giusto che il congedo sia pagato solo in parte, non vedo perche´stuoli di impiegate (ed impiegati, i mariti o partners, ovvio) debbano farsi la famiglia a spesa dei malcapitati employers. Pero´se vogliono assentarsi per un anno non glielo vieta nessuno.
Sull´arroganza linguistica degli anglosassoni mi trovo d´accordo con lei, per una volta. Qui in Spagna sono intervenuto piu´volte contro britannici arroganti con gli spagnoli, facendogli chiudere il becco. Devo dire, e questo valga per tutti, che gli americani all´estero sono in genere molto piu´educati ed ´anglocentrici´. Sara´perche´l´inglese non e´lingua ufficiale in USA…
saludos
Peter
Le nuove 10 domande e la loro sintesi.
Tutte le domande di Repubblica, sia le prime 10 che le successive 10 in fondo in fondo si possono sintetizzare in una sola domanda che visto i miei scarsi fondi disponibili posso provare a porre qui in questo blog.
Infatti, visto che per le 10 domande ha chiesto 1 milione di euro, se la matematica non ci tradisce, equivale a dire che ha richiesto 100 mila euro per ogni domanda, e siccome 100 mila diviso, moltiplicato, fratto, per, più, meno ecc. ecc. con tutti i calcoli del caso significa che potrò pagarle (in caso di condanna) entro i prossimi due-trecento anni e allora eccola sintetizzata quì
LA DOMANDA,
quella che nessuno ha ancora posto in modo diretto ma che delle dieci+dieci ne è la sintesi.
Il tutto passando attraverso un iniziale graduale restringimento a due formulazioni:
1) Si è trombato Noemi quando questa era ancora minorenne?
2) Quante altre minorenni si è trombato oltre Noemi?
e la sintesi ci porta dritti dritti alla domanda regina:
QUANTE MINORENNI SI E’ TROMBATE ?
Ohhhhhhhh
Eccheddiamine, ma del resto qui se non si sta attenti, con certi squali in circolazione si finisce sul lastrico.
Ve l’immaginate, pagare 200 mila euro per una sola domanda?
100 mila mi sembrano invece un prezzo ragionevole, via… altrimenti daremmo ragione a Cetto La Qualunque quando dice che:
QUESTI NON SONO PREZZI DA PAESE CIVILE!!!
E tanto per completezza di informazione, elenchiamo sotto le altre nuove dieci domande che Repubblica aveva posto successivamente…
Uhm, però ci sorge un dubbio: non è che Berlusconi intendeva 1 milione di euro per (10+10=) 20 domande? Nel qual caso la cifra che saremmo costretti a pagare noi sarebbe dimezzata a 50 mila euro… ma questo ci penseranno gli avvocati a chiarirlo… eccheddiamine, non posso certo pensare a tutto io.
1. Quando, signor presidente, ha avuto modo di conoscere Noemi Letizia? Quante volte ha avuto modo d’incontrarla e dove? Ha frequentato e frequenta altre minorenni?
2. Qual è la ragione che l’ha costretta a non dire la verità per due mesi fornendo quattro versioni diverse per la conoscenza di Noemi prima di fare due tardive ammissioni?
3. Non trova grave, per la democrazia italiana e per la sua leadership, che lei abbia ricompensato con candidature e promesse di responsabilità politiche le ragazze che la chiamano “papi”?
4. Lei si è intrattenuto con una prostituta la notte del 4 novembre 2008 e sono decine le “squillo” che, secondo le indagini della magistratura, sono state condotte nelle sue residenze. Sapeva che fossero prostitute? Se non lo sapeva, è in grado di assicurare che quegli incontri non l’abbiano reso vulnerabile, cioè ricattabile – come le registrazioni di Patrizia D’Addario e le foto di Barbara Montereale dimostrano?
5. E’ capitato che “voli di Stato”, senza la sua presenza a bordo, abbiano condotto nelle sue residenze le ospiti delle sue festicciole?
6. Può dirsi certo che le sue frequentazioni non abbiamo compromesso gli affari di Stato? Può rassicurare il Paese e i nostri alleati che nessuna donna, sua ospite, abbia oggi in mano armi di ricatto che ridimensionano la sua autonomia politica, interna e internazionale?
7. Le sue condotte sono in contraddizione con le sue politiche: lei oggi potrebbe ancora partecipare al Family Day o firmare una legge che punisce il cliente di una prostituta?
8. Lei ritiene di potersi ancora candidare alla presidenza della Repubblica? E, se lo esclude, ritiene che una persona che l’opinione comune considera inadatto al Quirinale, possa adempiere alla funzione di presidente del consiglio?
9. Lei ha parlato di un “progetto eversivo” che la minaccia. Può garantire di non aver usato né di voler usare intelligence e polizie contro testimoni, magistrati, giornalisti?
10. Alla luce di quanto è emerso in questi due mesi, quali sono, signor presidente, le sue condizioni di salute?
Pubblicato da Giordano Bruno
I
di Federica Fantozzi Le pagine da 1 a 3 del Giornale secretate giovedì fino alla chiusura serale per evitare insider trading. La telefonata Berlusconi-Feltri la stessa sera. Il colloquio in cui Letta, plenipotenziario azzoppato, informava desolatamente il presidente della Cei Bagnasco del siluro in arrivo. Lo scontro tra il premier e lo stesso Letta che lo avvisava sulla falsariga dell’Economist: in Italia i governi che si sono messi contro la Chiesa non sono durati, è una strada senza uscita.
xSylvi bis
volevo dire, i compaesani di anita sono meno ´anglocentrici´. Fanno lo sforzo di capire, come turisti, che si trovano in un paese dove la loro lingua non e´ufficiale. Sara´anche perche´gli americani che viaggiano in Europa sono persone di una certa cultura e social standing
Peter
ps
quando lei avra´smesso con me, io smettero´con lei. Ma non si illuda di sparare a zero ed evitare poi una risposta, troppo comodo…
Cara Marta, quando passo il Gottardo o, se vado in treno, dopo il Lotchberg, da Kandersteg in direzione di Spiez, poi Thun ed infine Bern, per poi proseguire per Neuchatel, ho l’impressione di essere in un altro mondo.
Anche Fini comincia a scalciare …..
Ma quello che per “papi” ed i suoi accoliti dovrebbe essere più preoccupante e che Bertone ha rifiutato la tradizionale leccate di culo, troppo compromettente anche la vicinanza a tavola.
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Su opere astratte e dintorni ….
Riferitomi da un tecnico di serigrafia. Va a bottega uno di quelli che, a suo dire , sanno astrarre e trovare del tutto logico e comprensibile un quadro astratto e quindi capaci di leggerlo e descriverlo, il tizio vede sul banco un “trasparente” su in telaino, lo guarda e riguarda, legge in un angolo una sigla ed un numero, lui crede che D.S. stia per Daniel Schinasi ed il numero indichi le copie, si dilunga in spiegazioni della mirabile “opera” e tesse sperticate lodi del noto pittore, quindi pago di aver dimostrato cotanto sapere se ne va, ignaro che si trattava in realtà del circuito stampato di un amplificatore, dove D.S. 150 era parte della scritta del Data Sheet da cui avevo tratto il circuito, quando due giorni dopo andai a ritirare “l’opera” rischiai di farmela sotto dalle risate.
Antonio – – - antonio.zaimbri@tiscali.it
Caro Az, non mi meraviglia ciò che dici. Per leggere un astratto ci vuole una sensibilità particolare, non bisogna farsi ingannare dalla firma. Io, per esempio, considero fuffa certi astratti di Emilio Vedova, che pure sono al museo d’arte moderna di Roma.
Per quel che riguarda i circuiti stampati, sono spesso opere grafiche di grande equilibrio ed armonia, assimilabili a vere e proprie opere d’arte.
Una volta, un mio amico stava per lavare un piatto di forma particolare, dove si erano depositati dei fondi di caffè. Io gli ho preso il piatto, glie l’ho orientato in un certo modo ed ora quel piatto è incorniciato ed appeso sulla parete di casa sua come opera d’arte.
x Peter
giusto, giusto ieri sera, che era anche il mio compleanno, ero a cena con quella figlioccia venuta ad abbracciarmi prima di rientrare a Londra.
Ripeto ciò che mi ha detto in italo- friulano!!!
Tre anni fa ha avuto un figlio:
8 settimane di congedo pagate dall’Azienda al 100% della somma degli ultimi tre stipendi.
altre 24 settimane pagate dallo Stato a 105 ? pounds/settimana .
Ora lo Stato ha garantito il periodo fino all’anno del bambino.
Ha aggiunto che esiste una rete di protezione ( non so dirlo in inglese!!!) per le giovani e le molte madri singles che ottengono la casa e quant’altro…ma che sacrifica chi ha uno o due stipendi dignitosi, obbligando la madre al ritorno precipitoso al lavoro, anche perchè non ho detto che licenziano la puerpera, ma la madre che rientra con comodo!
Ha concluso dicendo che i servizi sociali per i bambini sono eccellenti, ma i nidi sono pochi e carissimi!
Infatti la mia amica, la nonna,faceva su e giù Udine-Londra.
Conclusione:posso garantirle, anche per motivi ex professionali
che la legislazione italiana ( quella francese e tedesca sono ottime) sarebbe , anche per l’handicap, all’avanguardia.
Concordo con il fatto che …predica bene e razzola male!
Riprenderò a ripassare il mio inglese quando gli inglesi faranno lo sforzo di ricordarsi che non fanno parte della UE solo per i benefici economici dei quali usufruiscono abbondantemente.
Nel frattempo avevo imparato a salutare in gallese!!!
Saluti alla Spagna!
Sylvi
Caro Marco,
ti giuro che, con tutta la buona volontà, non ho proprio capito che strada fai per andare a Berna, soprattutto in treno … Non è che oltre alla storia pure la geografia è diventata un opscional?
Ciò detto sono d’accordo con te che la Svizzera Interna è un paradiso. Ma anche la vecchia Germania o ciò che ne è rimasto (anche se in Foresta Nera ci sono moltissime case nuovissime costruite con il vecchio stile). Io quando vedo le vecchie case “à colombier” (dizione francese per dire le case di cui si vede la struttura in travi di legno tamponate di mattoni ed intonaco. Non conosco la dizione italiana nè quella tedesca che mi piacerebbe tanto conoscere. Qualcuno mi da una mano? Gino? Marta?) mi sento il cuore che batte. Se poi sono ricoperte da tegole a scaglia di pesce ed hanno la parte superiore in legno (sono case molto comuni sull’Altipiano) vado in deliquio.
Il fatto è che i tedeschi (germanici, svizzeri ed austriaci ma anche i cechi) amano e conservano il loro passato, perchè sono le loro radici e la loro memoria.
Noi invece dimentichiamo tutto, distruggiamo tutto e dobbiamo sempre ricominciare daccapo. Siamo un infelice paese anche per questo. U.
x TUTTI
E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
BUONA LETTURA.
pino nicotri