i lefebvriani: “Gay come nazisti”
Ora, speriamo, Benedetto XVI prenderà posizione chiara e netta, altro che riabilitazione, riavvicinamento alla gerarchia vaticana e perdono verso i lefebvriani, quella specie di setta religiosa staccatasi dalla Chiesa ufficiale perché contraria a qualsiasi riforma voluta dal Concilio Vaticano II. L’ennesima sfida hanno pensato di rivolgerla verso la comunità omosessuale tedesca che si prepara, come nel resto del mondo, a festeggiare i Gay Pride e i 40 anni dei moti di Stonewall. La bordata dei lefrebviani tedeschi, che ha scatenato polemiche in Europa e anche da noi, è quella di aver paragonato “i gay come i nazisti”. Detto da loro,potrebbe indurci ad ilarità, ma le parole sono così forte e vergognose da dimenticare il sorriso.
I seguaci della Fraternità sacerdotale Pio X, sull’ultimo numero del loro magazine “Mitteilungsblatt”, in un articolo intitolato “Il tramonto dell’Occidente” scrivono:
«Andate per strada e gridate:’Non vogliamo che la nostra patria si trasformi in Sodoma e Gomorra!’ Quanto siamo orgogliosi quando in un libro di storia leggiamo che sotto il Terzo Reich c’erano dei cattolici coraggiosi che dissero: ‘Non partecipiamo a questa follia!’. Allo stesso modo oggi devono esserci di nuovo dei cattolici coraggiosi».
Naturalmente sono stati denunciati dagli organizzatori del Gay Pride tedesco e anche Stephan Kramer, segretario generale del Consiglio centrale degli ebrei tedeschi ha chiesto l’intervento del Papa dopo questa ennesima sparata dei lefrebviani. Ora davvero si spera che il Vaticano non faccia, come è accaduto precedentemente, orecchie da mercante di fronte a tanto livore e a tanto razzismo omofobo.