L’odierno capitalismo finanziario

Che cos’è il capitalismo finanziario? È il desiderio di fare soldi coi soldi. Quindi non più profitti dalle proprie aziende, sfruttando il lavoro salariato applicato alle macchine, acquistando materie prime a buon mercato, e così via, ma semplicemente interessi su investimenti, guadagni facili e veloci. Mentre gli altri lavorano, tu incassi cedole.
Si rischia e si scommette e si scommette sui rischi, in un gioco che di razionale ha ben poco.
In questa forma di capitalismo gli USA son dei veri maestri. È da quando le società informatiche si son quotate in borsa che creano bolle, cioè false aspettative che mandano a picco quasi l’intero pianeta.
La più grave è stata quella dei subprime immobiliari del 2008. Si pensava che i capitali attorno a un bene primario come l’abitazione fossero l’investimento più sicuro, e che nessuna banca avrebbe tratto in inganno i propri clienti investitori. Non produsse il crack del 1929 ma ci si andò vicini.
Dopo che la truffa bancaria si palesò di enormi proporzioni, si disse che le grandi banche non avrebbero mai potuto fallire. E così gli Stati, con le tasse dei cittadini e portando il debito pubblico alle stelle, le salvarono, con qualche eccezione.
Oggi si sta creando una nuova bolla: l’oggetto sono le armi. Qual è la differenza? È che se perdi la casa o il lavoro con cui paghi il mutuo sulla casa, finisci sotto un ponte. Le armi invece devi usarle, altrimenti invecchiano, si arrugginiscono, perdono di valore.
Se nel 2008 abbiamo rischiato di fare un balzo indietro, verso il Medioevo, oggi, se usiamo le armi su cui andremo a investire, torneremo alla preistoria. Non è difficile da capire, pensando al loro potenziale catastrofico.
È che la gente comune non sa cosa fare per impedirlo. A volte però mi chiedo se sia peggio essere in pochi senza possedere nulla o in tanti con delle atomiche in mano.