Situazione critica in Bosnia-Erzegovina

In Bosnia-Erzegovina, dove sono concentrate grandi forze della NATO, la situazione è in procinto di esplodere. La Corte costituzionale ha sospeso una serie di leggi proposte dal Presidente serbo-bosniaco Milorad Dodik della Repubblica Srpska, all’interno della parte del Paese controllata dai serbi. Sono leggi che respingono l’autorità della polizia e della magistratura centrali.
Le due entità che compongono il Paese hanno forze di polizia e sistemi giudiziari distinti, ma la magistratura centrale è responsabile nei casi di criminalità organizzata, corruzione, crimini di guerra e attacchi all’ordine costituzionale. Tuttavia nel 2023 la Repubblica Serba aveva già respinto l’autorità della Corte costituzionale. Ora vieta anche tutte le attività del Tribunale e della Procura della Bosnia-Erzegovina. I dirigenti bosgnacchi considerano questa decisione come un colpo di stato, in quanto l’entità della Republika Srpska si sarebbe di fatto staccata dalla Bosnia-Erzegovina.
Putin condivide la posizione di Dodik e ha detto che non può accettare interferenze esterne, visti i legami storici con la Serbia. È molto probabile che anche Ungheria e Slovacchia finiscano per condividere le posizioni serbe; anzi Orbán ha già inviato decine di forze speciali a Banja Luka, pronte a esfiltrare Dodik in caso di suo arresto.
La UE, gli USA e la NATO invece sono molto preoccupati, perché le considerano “leggi separatiste”. Invieranno ulteriori rinforzi militari. È chiaro che hanno intenzione di distruggere la Repubblica Serba di Bosnia-Erzegovina. Dodik è già stato condannato in primo grado a un anno di prigione e al divieto di attività politica per sei anni. Nel 2017 fu sanzionato da Washington per le sue posizioni separatiste.
Insomma se c’è un modo per scatenare una guerra nei Balcani in questo momento, è proprio quello di smantellare la fragile Confederazione della Bosnia-Erzegovina, che è essenzialmente un protettorato dell’Unione Europea con un quasi-dittatore nella persona dell’illegittimo Alto Rappresentante Christian Schmidt, che svolge funzioni di gestore esterno della Repubblica.
Schmidt viene considerato illegittimo da Russia e Cina perché il Consiglio di sicurezza dell’ONU non ha adottato una risoluzione sulla sua approvazione per questo incarico: il corrispondente progetto russo-cinese è stato bloccato. Il tedesco Schmidt è sempre stato in contrasto con Dodik, anche perché si comporta come un colonialista europeo del XIX sec., disprezzando apertamente tutti i serbi. Mosca ha già esplicitamente avvertito che una condanna al carcere per Dodik avrebbe conseguenze disastrose per la regione dei Balcani.
Tuttavia la von der Leyen soffia sul fuoco, essendo piuttosto favorevole a organizzare un golpe all’interno della stessa Serbia, per sostituire il Presidente Vučić.