Rischio d’inflazione oppure no?
Rischio d’inflazione oppure no?
Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**
Il rischio di una ripresa dell’inflazione c’è oppure no? Non si tratta di una questione accademica che tiene impegnati economisti e giornalisti del settore. E’ in gioco la tenuta del sistema già provato da due pesantissime crisi economiche e finanziarie in poco più di un decennio.
La discussione si è aperta anche all’interno del G30, il gruppo di esperti che hanno coperto le più alte cariche delle istituzioni monetarie e finanziarie internazionali.
L’ex governatore della Bank of England, Mervyn King, senior member del G30, sostiene che “per la prima volta dagli anni ottanta coesistono due fattori che rendono l’inflazione un rischio serio: un eccessivo stimolo monetario e fiscale e una debole resistenza politica alla minaccia inflattiva”. E’ la stessa analisi espressa anche da Larry Summers, ex segretario al Tesoro americano, per quanto riguarda la situazione negli Usa e non solo.
I lockdown hanno avuto un forte impatto sulla domanda e sull’offerta. I dati raccolti dal 2019 indicano che in UK la fluttuazione della produzione è stata grande, ma si è mantenuta in linea con l’andamento in calo della domanda. Oggi si stima che il gap di produzione sia dell’1% nel primo trimestre del 2021 e dovrebbe azzerarsi all’inizio del 2022.
Sia chiaro. Nessuno mette in discussione il fatto che i governi e le banche centrali intervengano a sostegno delle economie, delle imprese e dei lavoratori. Se non fosse stato fatto il mondo sarebbe sprofondato in una crisi economica e sociale senza precedenti. La questione è come gestire gli interventi futuri senza comprometterelo sforzo fatto finora. Il livello d’inflazione tollerabile è, quindi, cruciale.
Si ricordi che l’aumento della spesa pubblica è finanziato non da tasse ma dalla creazione di moneta da parte delle banche centrali,tanto che da marzo 2020 a giugno 2021 il bilancio della Bce è cresciuto da 5.000 a 7.900 miliardi di euro e quello della Fed è raddoppiato, passando da 4.200 a 8.100 miliardi di dollari.
E’ vero quanto sostiene Draghi circa la differenza tra il debito buono, che crea nuova ricchezza, e quello cattivo, che copre le spese correnti e i buchi di bilancio. La questione si porrà quando si avranno dei tassi d’interesse più elevati e un’inevitabile contrazione dei bilanci delle banche centrali. Senza un aumento delle tasse, che nessun governo vorrebbe fare, come si finanzieranno i disavanzi? Si rischia una risposta troppo lenta ai segnali di aumento dell’inflazione. Anche un’eventuale brusca correzione del mercato avrebbe effetti preoccupanti per l’economia.
Negli Usa il tasso d’inflazione di aprile su base annua è stato del3,1%. I responsabili delle politiche della Federal Reserve hanno più volte affermato che considerano qualsiasi picco d’inflazione sopra la gamma accettabile, cioè il cosiddetto target del 2%, come puramente “transitorio”. Tenendo presente le valutazioni sbagliate e le negative esperienze passate, “transitorio” è un aggettivo si dovrebbe attentamente evitare.
Se la Fed si sbaglia nel ritenere che l’attuale aumento dell’inflazione sia transitorio, il resto del mondo non rimarrà incolume. Un rapido aumento dei tassi d’interesse statunitensi si tradurrà in un dollaro attraente rispetto ad altre valute. Le economie emergenti potrebbero sperimentare un rapido deflusso di capitali verso i mercati americani in cerca di rendimenti più elevati, creando una maggiore volatilità nei loro mercati, con tassi più elevati, una crescita più lenta e il rischio di una nuova recessione. I debiti in dollari diventeranno più costosi e cresceranno le difficoltà dei rimborsi.
C’è anche chi, come l’ex economista capo del Fmi, Kenneth Rogoff della Harvard University, anche lui membro del G30, da anni sostiene che il toccasana per l’economia e per l’abbassamento del debito sarebbe un forte tasso di “inflazionecontrollata” del 4-6 % annuo per diversi anni per abbreviare il periodo di «doloroso deleveraging (riduzione del debito) e di crescita lenta». Ricette un po’ superficiali ma molto rischiose. Un vecchio proverbio popolare dice che a giocare con il fuoco ci si scotta.
*già sottosegretario all’Economia **economista
La Russia considera l’Ucraina come ‘piccola Russia’, il giardino di casa sua insomma Peter
caro Peter,
sono costretta a farti da correttore di bozze.
Credo che Uroburo non consideri la Lombardia come il giardino di casa sua.
La Piccola Russia o malarossjskaia è una Regione dell’Ukraina che comprende le città di Kiev e di Volgorod che al tempo degli zar, 1700 cr ,fu sì considerata la culla della Russia, ma fu completamente cancellata e dimenticata al tempo dei Soviet e poi dell’URSS.
Possiamo dire che in tutta la parte orientale dell’Ukraina si parlò sempre russo.
Sono gli eterni problemi dei confini; kraina in slavo significa confine.
L’Ukraina è grande, molto grande e i confini orientali si mescolano irrimediabilmente con la Russia mentre i confini occidentali risentono ancora pesantemente dell’Impero austrougarico.
Le stranezze della Storia
Sylvi
Non mi riferivo a Uroburo infatti, ma alla Russia e le sue vedute private sull’Ucraina, che considera in toto, non solo Kiev, come ‘piccola Russia’ o Russia in piccolo che dir si voglia.
L’Europa dell’Est e’ la rovina dell’Europa, o almeno dell’UE.
Molto meglio sarebbe, tra parentesi, buttare fuori Ungheria e Polonia, e magari Romania e Bulgaria per contorno, e tenere solo i paesi baltici, per esempio.
Le leggi ed aspirazioni, per cosi’ dire, di quasi tutti i paesi dell’Est ricalcano quelle di Putin e del Cremlino, a detta di quelli che conosco e vivono ancora qui, ma non solo loro.
P.
Dico buttare fuori come espressione di frustrazione, in realta’ e’ impossibile.
Ma Ungheria e Polonia meritano sanzioni pesanti.
P.
x Peter
Frequentando cittadini dei Paesi ” della cortina di ferro”, molti dei quali ora sono anche cittadini italiani, ho più volte osservato che quel periodo della loro storia, che li ha visti bambini o ragazzi (lasciamo stare gli adulti che sono ancora un altro discorso) non è passato assolutamente indolore.
La formazione nei dettami della dittatura ha lasciato segni indelebili che si manifestano in molti modi.
– Io sono nato sotto Ceucescu, io sono nato sotto Tito ecc ecc. Vogliono dire: io so qualcosa più di te perchè Mussolini era al tempo dei tuoi genitori.
E parlano di Libertà che non gli pare mai sufficiente, mai completamente conquistata, tanto è vero che sono praticamente tutti no-vax.
Io li vedo come Popoli spaventati come individui che non hanno ancora appreso a pieno il concetto di cittadinanza.
Se è per questo nemmeno in Italia questo concetto è ancora del tutto acquisito, ma noi guardiamo a Francia, Germania, Spagna come popoli che in qualche modo ci assomigliano, Loro non hanno ancora conquistato questa percezione.
Hanno paura che la Storia si ripeta e sono guardinghi e anche aggressivi.
Io ritengo che per la Pace e per l’equilibrio internazionale in Europa debbano entrare anche quelli che sono ancora fuori, la Serbia, la Macedonia e , perchè no? la Russia europea. Capisci quindi che per la cittadinanza di Europa c’è ancora parecchia strada da fare e che si farà soltanto se ci saranno Uomini come quelli che l’hanno creata:lungimiranti , molto determinati e coraggiosi.
Io anche sogno di vedere l’Inghilterra, perchè sarà sola, che con la coda tra le gambe chiederà di essere riammessa quando si accorgerà che gli Stati Uniti sono lontani e che non vorranno ritornare ad essere sudditi di SMB.
mandi
Sylvi
Ps: dimenticavo di dire che qualora succedesse quello che io auspico, sarà passato un tempo nel quale io sarò sicuramente ” a sburtar radicio dalle radise” ( a spingere radicchio dalle radici) sigh, sigh sigh!
La mia speranza è che lo vedano almeno i miei nipoti, fosse vero morirei contenta!
Però…se si sbrigassero potrei vederli anch’io anche se rimbambita!
Sylvi
Tom Daley e il suo partner hanno vinto l’oro olimpico per i tuffi.
Delusione in Giappone, doveva vincere il grande tuffatore Sesoki Maspinto.
P.
Sono usciti i risultati delle maturità.
Ovviamente le regioni meridionali hanno la (di gran lunga) più alta percentuale di lodi e di 100.
Curioso, visto che sono regolarmente le peggiori alle prove INVALSI, quivi spesso boicottate.
Ma in po’ di autocritica no? U
x Uro
Non c’è niente di strano.
Quasi 50anni fa, quando lavoravo al Provveditorato agli Studi, preparavo le graduatorie per incarichi e supplenze; ebbene i laureati delle Università meridionali, Palermo, Messina, Bari, Napoli, con i voti di laurea superavano sempre le maggiori Università settentrionali , Bologna, Milano, Padova ecc.
Il bello era che le domande erano infarcite di orrori di ortografia e sintassi, Spesso il Provveditore, meridionale , mi diceva : – Li butti in fondo alla graduatoria!-
E ora mi beccherò un bel Razzista!
Sylvi
@Sylvi
Gia’ ma con la minuscola
P.
Questo essere blog in cui Pino non e’ anticlericale ne’ anti-papista ne’ antioccidentale in toto, Uroburo non e’ anticlericale ne’ antimeridionale, Sylvi non e’ antimeridionale e soprattutto non anti-LGBT, io non sono ‘anti-italiano’ tra virgolette, CC non e’ anti Primitivo di Manduria (tremenda competizione con Barolo e Dolcetto d’Alba).
Insomma, e’ diciamo come la sostanza spinoziana, definita per (anti-) negazione eppure riflessa allo stesso modo in ciascuno dei suoi attributi?! (He he he he!).
Buttiamola sul filosofico giusto per indorare la pillola
P.
Dimenticavo, Uroburo soprattutto non anti-americano
P.
Caro Peter,
io sono fieramente e convintamente anti almeno un paio di cose.
Sono contro la Potenza Unica Planetaria che, a mio modo di vedere minaccia, con il suo sistema economico-politico, la stessa esistenza del pianeta.
Sono contro i bibliofagi che minacciano la pace mondiale e che impongono il loro modo di essere a tutti, a prescindere dai diritti degli altri.
Non sono contro i meridionali ma ne ho piene le tasche di modi di essere in parte medievali (delinquenze organizzate a parte) e delle continue scuse a difesa di una diffusa incapacità ad essere moderni e ad evolvere in modo normale. Direi che soprattutto non sopporto più il pietismo meridionale, la continua lamentela, la strutturale incapacità a prendersi le proprie responsabilità, l’ubiquitaria tendenza alla furbizia ed alle vie traverse. Sempre e comunque. U.
PS. Naturalmente questi modi di vivere si possono trovare dovunque, ma in certe aree sono il modo normale di vivere. Francamente non lo sopporto più. L’unità d’Italia è stato un errore, si potesse tornare indietro (e so che è solo un sogno irrealizzabile) non mi dispiacerebbe neanche un po’. u.
@Uroburo
I caratteri raramente migliorano con l’eta’….
Questo ovviamente vale per tutti, tranne forse i vini rossi.
P.
xUro
A parte il mio sogno d’Europa che ho esplicitato, se proprio non si può allora mi piacerebbe tornare al ‘500 veneziano dove pur comandando il Doge e il Maggior Consiglio formato da aristocratici con parecchi privilegi ma anche con parecchi obblighi e rompiture di scatole, le donne avevano diritti e piaceri, e fin l’ultima mamola ( prostituta giovane e piacente) era protetta dalla Serenissima!
Però essere governata da Zaia e da Fedriga senza Roma ci farei un pensierino!
Nordestexit!
Sylvi
x Sylvi, Uro e non solo
La Serenissima era orgogliosa delle proprie “benemerite prostitute” (non ricordo se nel documento il termine era prostitute o meretrici) , famose in tutta Europa e fonte di notevoli introiti per la Repubblica sia per il gioioso e ricco turismo sessuale in arrivo che per le tasse pagate da quelle signore. Una delle crociate è stata messa in piedi dalla Serenissima con i soldi delle loro tasse.
A Venezia esiste ancora il Ponte de le Tete, cioè delle tette. Nome dovuto probabilmente al fatto che su quel ponte e nei dintorni le professioniste del sesso esponevano parte della loro “merce”, esponevano cioè le tette come vetrina e assaggio del resto.
Altro che lapidare la povera Maddalena!
x Sylvi e non solo
L’Europa è una creatura artificiale nata per volontà della Chiesa che separandosi da Bisanzio poteva estendere grazie al falso testamento di Costantino il proprio potere e dominio su tutta l’Italia, sulla parte occidentale dell’impero romano e su parte del nord Africa. Mi pare sia stato papa Stefano II che, tradendo in un solo colpo Bisanzio, i merovingi e i longobardi (che con la “donazione di Sutri” avevano regalato alla Chiesa il primo nucleo del futuro Stato pontificio) ha autorizzato il colpo di Stato di Pipino il Breve e poi ha chiamato in Italia suo figlio Carlo Magno contro i longobardi , definiti “foetentissima genia”. Una mascalzonata che oltretutto ha ritardato di più o meno otto secoli l’unità d’Italia, che i longobardi già stavano realizzando.
Oltre a questo, c’è il fatto che l’Europa almeno fino al 6-700 deve l’intera sua cultura, scienza e tecnologia agli afflussi arrivati dalle Indie, espressione che allora comprendeva anche la Cina, grazie alla Via della Seta, quella via terra e quella via mare. Senza quegli afflussi NON esisterebbe la cultura e la scienza odierna dell’intero Occidente.
Il primo che ha parlato di Europa in senso politico anziché solo geografico è stato papa Enea Silvio Piccolomini.