L’appello di papa Francesco per regolamentare la finanza
Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**
Che di fronte al dilagare incontrollato della finanza speculativa sia necessario “rivolgersi alla preghiera”, è uno schiaffo morale ai governi e alle istituzioni economiche internazionali preposte al controllo e alla regolamentazione dell’economia, della moneta e dei settori finanziari. E’, però, l’ammissione della loro incapacità d’intervento e della sottomissione al “mercato senza leggi” e al laissez faire più spregiudicato. Dinanzi all’intollerabilità della situazione, papa Francesco si è sentito in dovere di richiamare i credenti e i laici con un video dedicato alla preghiera per una “finanza giusta, inclusiva e sostenibile”.
Egli afferma che “mentre l’economia reale, quella che crea lavoro, è in crisi – quanta gente è senza lavoro! – i mercati finanziari non sono mai stati così ipertrofici come sono ora. Quanto è lontano il mondo della grande finanza dalla vita della maggior parte delle persone! La finanza, se non viene regolamentata, diventa pura speculazione animata da politiche monetarie. Questa situazione è insostenibile. È pericolosa. Per evitare che i poveri tornino a pagarne le conseguenze, bisogna regolamentare in modo rigido la speculazione finanziaria.”.
Ricorda che la finanza deve essere uno strumento per servire le persone e per prendersi cura della casa comune e fa un appello “perché i responsabili della finanza collaborino con i governi, per regolamentare i mercati finanziari e proteggere i cittadini in pericolo.”
In pratica riprende il discorso avviato nel 2015 con l’enciclica” Laudato sii” in cui si afferma che “la finanza soffoca l’economia reale. Non si è imparata la lezione della crisi finanziaria mondiale”. Secondo Francesco non è una questione di teorie economiche ma della loro applicazione fattuale nell’economia. Il mercato da solo non può garantire lo sviluppo umano integrale e l’inclusione sociale, né la protezione dell’ambiente e dei diritti delle generazioni future.
Nell’enciclica citata si sostiene: “La politica non deve sottomettersi all’economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia… Il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura”.
Secondo noi la crisi finanziaria del 2007-2008 ne è la prova: sarebbe stata l’occasione per sviluppare una nuova economia, non solo più attenta ai principi etici, ma, soprattutto, per regolamentare l’attività finanziaria speculativa e la ricchezza virtuale. Purtroppo non è stato così.
Certo, sono concetti che papa Francesco ripete ormai costantemente. Lo ha fatto anche recentemente nell’enciclica “Fratelli tutti” e con molto coraggio anche nella lettera inviata al meeting della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, svoltosi lo scorso aprile. Egli afferma che “è ora di riconoscere che i mercati — specialmente quelli finanziari — non si governano da soli. I mercati devono essere sorretti da leggi e regolamentazioni che assicurino che operano per il bene comune, garantendo che la finanza – invece di essere meramente speculativa o finanziare solo sé stessa – operi per gli obiettivi sociali tanto necessari nel contesto dell’attuale emergenza sanitaria globale”.
Ci preme sottolineare che la preghiera del papa ha avuto anche qualche orecchio attento. La Federcasse, la Federazione italiana delle Banche di Credito Cooperativo, una rete di 250 banche cooperative di comunità con un milione e 350 mila soci, l’ha fatta sua. Del resto essa fa della vicinanza al territorio, alle famiglie e ai piccoli imprenditori e artigiani la sua mission. In merito, il direttore generale Sergio Galli ha ribadito che “occorre elaborare nuove forme di economia e finanza realmente orientate al bene comune e rispettose della dignità umana”.
Naturalmente le tematiche affrontate da papa Francesco sono tali che oggettivamente impongono ai governi decisioni rapide e stringenti. In questi giorni da più parti si sollecita il superamento dei brevetti sui vaccini. Tema che va affrontato. Si consideri che, mentre nei paesi industrializzati una persona su 4 ha già ricevuto almeno una dose di vaccino, nei paesi poveri, invece, l’ha avuta una su 500. Il caso più odioso è sicuramente quello dell’India, dove si produce il 70% dei vaccini mondiali, ma non per i propri cittadini, bensì per l’export.
*già sottosegretario all’Economia **economista
caro Pino,
non ricordo quale significato tu abbia dato alla parola Mandi.
I significati, secondo l’Enciclopedia del Friuli e secondo il dizionario Pirona sono due: uno laico, forse il più antico, m’arcomandi, mi raccomando abbi cura di te; l’altro è religioso, mane diu o deu, resta con il Signore, che Dio ti accompagni.
So solo che è un saluto affettuoso, una volta solo di commiato e confidenziale, oggi usato sempre come forma di accoglienza e congedo.
mandi
Sylvi
Cara Silvy,
per la verità io ho sempre pensato che gli omosessuali – contro i quali non ho nulla (saranno poi affari loro) – dovrebbero adattarsi alla frustrazione di non poter generare. Quella di prendere figli di altri sembra anche a me un’inaccettabile stortura. E francamente anche quella di adottare dei bambini. Accettino il loro stato complessivo senza cercare scorciatoie.
Cosa che non ha nulla a che fare con la regolare mancanza di rispetto di questo paese di bifolchi, magistratura e polizia comprese.
Un saluto U.
Piiiinoooo, il mio commento è scomparso…. U.
no, è tornato
no sono scomparsi.
Mi era sfuggito..!!
Sarà che da tempo non seguo più giornalmente TG vari e altri Social che non sia questo. Anche se un Blog non è propriamente un social.
Sul mio Tablet ,sono inondato solo da notizie che provengono da Libero o Il Fatto ,,adesso tenterò di capire come togliermene dai “cabbasisi”,
Orbene ho appreso solo oggi che in Cile alla carica di Sindaco di Santiago del Cile è stata eletta una giovane Comunista, mentre alla convenzione nazionale che avrà il compito di redigere la nuova Costituzione, il 77 % è andato a liste di SX e progressiste.
Non che questo fatto mi convinca della suprema bontà delle elezioni in quanto tali, o di quelle teorie terzomondiste . ma almeno mi ha fatto tornare alla memoria il 73 con la cupa atmosfera che mi circondava.
Devo forse dedurre (provocatoriamente ).che mentre noi ci stiamo incamminando verso una deriva di tipo Ungherese o Polacca , altri si stiano muovendo in senso contrario..?
cc
Uroburo
Ciao. Non vedo tuoi commenti bloccati.
Domattina cerco meglio, non col telefonino.
‘Notte
pino
Ciao, Sylvi
Mane diu nobiscum. Cioè resta – o resti – ancora con noi. Saluto laico, non religioso. Forse anche religioso.
Quando sulla collina sopra Verona ho letto la scritta scolpita all’ingresso di un orfanotrofio mi sono commosso: “Mane nobiscum Domine”.
Ciao, Uroburo.
Ti confermo che NON ci sono tuoi commenti in sospeso. Ci sono 14 commenti nello SPAM, ma nessuno tuo.
Un saluto.
pino
caro Pino,
in un post di qualche giorno fa, per primo fra i tuoi colleghi, hai adombrato il fatto che il gen. Figliuolo possa ” buttarsi” in politica. Bravo, perchè sei stato seguito a ruota su praticamente tutte le reti TV.
Come è loro solito, i tuoi colleghi l’hanno buttata là come si getta un sasso nello stagno, per vedere i cerchi che fa.
Questa volta però scommetterei che avete preso una topica, tutti insieme.
Il Generale che ha guidato le forze di pace in Kosovo, in Afganistan, si toglierebbe l’amato cappello con la penna per finire in un gallinaio senza disciplina nè onore?
Sono sicura che ama la Patria , e proprio per questo la servirà ben lontano anche dalle noie e dalle beghe dei suoi stessi colleghi in divisa, che non conoscono altra missione che bazzicare fra i loro degni compari del Parlamento!
Io, al contrario della Murgia, non temo le divise; quelle imboscate sono troppo impelagate nel limo della politica miserabile, le altre sono troppo impegnate a mettere toppe negli sbreghi di questa disgraziata Nazione.
A proposito, che facciamo di quell’art. della Costituzione che recita:- La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino-.?
Sylvi
Cara Sylvi,
la tua definizione del parlamento è molto grave, peggio de “l’aula sorda e grigia” del caporale dell’impero. E ancor più grave il tuo magnificare invece i militari, che a fronte del tuo gallinaio si potrebbe definire pollaio.
In Kosovo io Figliuolo non l’ho mai visto, sarà arrivato dopo, a pappa già cotta e a ruolo inutile ma ben pagato di tutte le nostre missioni militari “di pace”, vedi Afganistan.
Non vedo poi cosa c’entri l’articolo della Costituzione da te citato. A parte il fatto che la Patria preferirei fosse chiamata Matria, smettendola col maschilismo più becero e decerebrato. Che ha già la grave colpa di un Dio maschio! Grave bestemmia, peraltro.
Fanfare e penne al vento a parte, il confronto dei grafici della pandemia in atto mostrano nei mesi caldi di quest’anno un andamento non molto diverso da quello dell’anno scorso. Eppure l’anno scorso i vaccini non c’erano. E neppure il signor commissario Figliuolo.
Cara Sylvi,
e se la patria commette le porcherie delle guerre coloniali e della seconda guerra mondiale che se la difendano le canaglie e i pezzi di merda che ce l’hanno spinta. Io semmai mi riservo di difenderla da loro.
Cara Sylvi,
avevo dimenticato la “grande guerra”, cioè lo scannatoio demenziale, masochista e sadico della prima guerra mondiale. La aggiungo adesso.
Mandi.
pino
caro Pino,
Patria è terra dei Padri, diciamo anche Padri costituenti. Pollaio da polli, ma gallinaio da galline che starnazzano.
Non è colpa mia se spesso il Parlamento ci “delizia” con delle scene starnazzanti e miserevoli, cocodè, cocodè …che altro si dovrebbe dire?
Per quel che riguarda le guerre…altro argomento molto spinoso; troppo spesso troppi italiani hanno confuso (ideologicamente?) la povera truppa e anche gli ufficiali inferiori equiparandoli , nelle colpe, a chi aveva deciso del loro destino.Posso parlare per me, ma è lo stesso destino che ha coinvolto centinaia di migliaia di famiglie.
Mia madre e i miei nonni hanno atteso dieci anni prima di ricevere una medaglia di guerra, la dichiarazione di dispersi di mio padre e mio zio. poi di nuovo silenzio. Le notizie che riuscivo ad avere, scarne, molto scarne, mi venivano dalle associazioni d’arma e poi finalmente dall’UNIRR.
Ci dicevano che l’URSS non apriva i suoi archivi.I miei nonni sono morti pensando a quei due figli scomparsi nel nulla.
Pochi anni fa ci giunse comunicazione che mio zio era morto in un lager, di mio padre nulla.Poi e siamo al giorno d’oggi, dopo 78 anni, anche grazie alla digitalizzazione , ho potuto seguire per grandi linee il calvario dei due fratelli.
Da notare che nessuna delle notizie che ho acquisito facevano parte degli archivi russi, anzi si potevano trovare negli archivi dei ministeri italiani; nessun governo di questo Stato ha sentito la necessità di aprire gli armadi;di comunicare ciò che vi era contenuto. Che continuassimo noi famiglie a soffrire, come disse Togliatti, in fondo erano sporchi aggressori e fascisti! O no?
Io,e non solo io, sono cresciuta con la vergogna di un padre vigliacco che ha avuto ciò che si meritava. Non sto a raccontare la sceneggiata di Cossiga che in visita in Friuli si rifiutò, poi, dopo polemiche enormi ci ripensò ,di andare in visita al Tempio di Cargnacco, costruito con denari privati mentre lo Stato faceva enormi monumenti alla Resistenza.
A Cargnacco ho conosciuto Giulio Bedeschi e Mario Rigoni Stern che mi hanno spiegato come dovessi essere orgogliosa di mio padre.
E finalmente ho cominciato ad avere pace.
Fosse stato per lo Stato italiano…ci avrebbe seppellito anche noi, vedove e orfani assieme ai padri. Spese di pensioni in meno!
Questo sentire antimilitarista, ma contemporaneamente mescolato agli osanna per la parte combattente amica , questo fastidio per i perdenti, mescolato con inni per i saliti nel carro del vincitore dura ancora oggi, e lo vediamo ad ogni anniversario purchessia.
Ecco perchè difendo gli alpini, in fondo sono gli unici a ricordare i loro veci.
Sylvi
PS per Pino
Mi pare che i grafici scendano e che Figliuolo vaccini. O sei dei 5ST che sono ancora in adorazione di Arcuri e Conte?
mandi
Sylvi
Cara Sylvi,
anziché prendere per il culo, cosa che io NON faccio nei tuoi confronti, con accostamenti gratuiti e indebiti, prova a confrontare il grafico di queste settimane di calo dei contagi con quello delle stesse settimane dell’anno scorso. Non mi pare ci siano differenze grandiose.
Sì, certo, il commissario Figliuolo fa miracoli, ma spiegami perché in Portogallo ormai da molte settimane i morti giornalieri da Covid sono solo 1 o al massimo 4 e per quattro o cinque volte zero.
Grazie
caro Pino ,
la mia era una battuta bonaria e iperbolica.
Se ‘avessi pensato davvero a un paragone con quel branco di sfigati meriterei le frustate!
Sylvi
x Pino
In Portogallo non avranno dovuto prima disfare il malfatto e poi ripartire. In Portogallo non ci sono guelfi e ghibellini nelle varie Regioni e infine i portoghesi hanno un altro carattere.
Una trentina di anni fa, quando il Portogallo aveva strutture turistiche ancora parziali, abbiamo trascorso un mese in giro per pousadas. Un’accoglienza elegante, senza moine inutili ma molto disponibile e di ottima professinalità.
E’ uno dei viaggi che ricordiamo con più piacere, e che vorremmo rifare e le due notti passate nel castello di Obidos è fra i ricordi più nitidi.
Sylvi
In effetti in Portogallo hanno governi stabili e di sinistra non ballerina.
Finché dura…
Ciao.
pino
Sylvi, sai che obidos significa morti?
A Obidos , non sapevo del significato, abbiamo dormito in una delle torri del Castello; la ristrutturazione era medioevale , escluso il bagno , sistemato nel sottoscala.
Chiave d’accesso alla torre lunga mezzo metro, scale a chiocciola strettissime , letto con baldacchino e panche antiche. I cuscini ovunque davano un tocco di comodità meno austera. Sul letto, sopra il cuscino erano sistemati dolcetti per golosi oltre a bibite tipiche disposte su una panca -bar. Ci sentivamo un po’intimiditi in tutta quell’austerità , ma poi ci adeguammo all’ambiente!
Certo che dormimmo in pousadas di tutti gli stili, di tutte le fattezze sia moderne che antiche, sia di gran lusso che più modeste, sia in riva all’Atlantico che sulle montagne ai confini con la Spagna.
Davvero indimenticabile.
Sylvi