COME HA DETTO ANCHE PAPA FRANCESCO, ECCO IL PERCHE’ DELLE GUERRE: GLI 80 MILIARDI DI DOLLARI DI ARMI VENDUTE OGNI ANNO NEL MONDO, CON GLI USA CHE DA SOLI NE VENDONO LA META’!
NEW YORK – Gli Stati Uniti fornitori mondiali di armi. Nel 2015 ne hanno vendute per un valore di 40 miliardi di dollari, confermandosi leader delle vendite nel mondo. Al secondo posto la Francia con 15 miliardi di dollari.
E’ quanto emerge da uno studio condotto per il Congresso americano e riportato dal New York Times, secondo il quale lo scorso anno sono state vendute complessivamente armi per 80 miliardi di dollari, in calo rispetto agli 89 miliardi di dollari del 2015.
I Paesi avanzati restano anche nel 2015 i maggiori acquirenti di armi, con acquisti per 65 miliardi.
Il calo delle vendite globali è legato all’economia debole, spiega il rapporto. ”Problemi di bilancio hanno spinto molti Paesi a posticipare o limitare gli acquisti. Alcuni Paesi hanno scelto di non acquistare nuove armi e di ammodernare i loro sistemi esistenti”.
Ed ecco cosa ha detto papa Franecsxo nell’omelia a Santa Marta il 16 febbraio dell’anno scorso:
“Basta “imprenditori di morte” che vendono armi perché continui la guerra “Ma, siamo imprenditori!”, ribattono i venditori. Sì, di che? Di morte? E ci sono i Paesi che vendono le armi a questo, che è in guerra con questo, e le vendono anche a questo, perché così continui la guerra. Capacità di distruzione». «Ma prendete un giornale, qualsiasi, di sinistra, di centro, di destra…qualsiasi. E vedrete che – ha sottolineato il Pontefice – più del 90% delle notizie sono notizie di distruzione. Più del 90%. E questo lo vediamo tutti i giorni».
Il libro sul clima afferma, in conclusione, che i fattori che influiscono sul clima sono moltissimi (dall’attività solare al vulcanismo, dall’oscillazione dell’asse terrestre alle attività antropiche) e valutarli richiede studio, prudenza e moderazione perchè fare errori, che potrebbero essere catastrofici, come accaduto ancora negli anni Sessanta-Settanta, è facile.
Afferma inoltre che le valutazioni sul clima e sulla sua evoluzione futura,a proposito della quale per ora non vi sono certezze assolute mentre è certa una multifattorialità, è problema diverso dalla protezione dell’ambiente. Una riduzione la maggiore possibile dei fattori inquinanti sarebbe comunque doverosa indipendentemente dal fatto che agisca tanto o poco sul Riscaldamento Globale, sul quale alcuni climatologi dissentono o quantomeno esprimono delle riserve.
La stessa cosa si dovrebbe dire a proposito di un uso meno dissennato delle risorse, che sono difficilmente misurabili ma certamente non illimitate. A prescindere dalle conseguenze sul clima, un uso più appropriato delle risorse è doveroso nei confronti delle future generazioni.
Nel frattempo le ricerche devono continuare, ed hanno una complessità estremamente grande.
Non ci sono ricette facili ed un ritorno al passato (ad esempio a società pre-industriali) si prospetta come del tutto irrealistico. Studio e prudenza permetterebbero, ad esempio, di sapere che nella storia, anche recente, ad esempio durante la Repubblica romana o durante il Medio Evo centrale, il clima è stato molto più caldo di adesso, tanto che le Alpi avevano perso quasi tutti i loro ghiacciai e la vite si coltivava anche in Inghilterra. Senza che per questo si arrivasse alla fine del mondo.
Insomma, come sempre nella vita, nervi saldi, meno isterie e studi approfonditi per capire meglio fenomeni complessi.
I tempi cambiano e noi cambiamo con essi, come si diceva in latino maccheronico.
Un saluto U.
E’ IN RETE IL NUIOVO ARGOMENTO.