Il 16 marzo 2003 moriva Rachel Corrie, schiacciata da un bulldozer israeliano mentre cercava di impedire la demolizione di una casa. La sua storia in questo film

17 commenti
  1. Uroburo
    Uroburo says:

    per CC
    Non è che hai dimenticato l’India? E le masse africane?
    Ho l’impressione che la strada sia ancora moooolto lunga. U.

  2. caino
    caino says:

    Caro Pino,

    come avrai notato il “dramma” del popolo Palestinese, è passato in questo momento storico in secondo piano. Di cosa diavolo succeda in quei luoghi in questo momento i Media se ne disinteressano. Sembra quasi diventato uno scacchiere di secondo piano.
    D’altronde in un paese che si interessa di Uteri in affitto, o della paternità di Vendola, in piena crisi economica e sociale, le crisi mondiali innescate dall’imperialismo che mostrano sempre più il loro volto feroce , dimostrando sempre più che parole come Democrazia e Libertà , altro non sono che vuote parole in mano alle classi dominanti, cosa vuoi “freghi” di una ricorrenza come quella che tu segnali.
    (beninteso fai ultra bene a farlo)
    Il ridicolo che vedo sta ormai montando in maniera inesorabile su fatti collaterali.
    Es Occhi puntati sull’olio tunisino e sul latte italiano.
    Come se i consumatori sempre più poveri, si facciano scrupolo di pagare un litro di extra vergine 3 Euro , piuttosto che 7 euro, idem dicasi per il latte.
    Sì, ma ,però è italiano, di qualità superiore e stracontrollato.
    Beh, ancora quando ero piccino in casa c’era la bottiglia dell’olio, si andava dal droghiere e si prendeva il mezzo litro ed anche meno, idem dicasi per il latte.
    Quando ero in colonia estiva ancora si beveva il latte in polvere .degli Americani.
    Con una differenza sostanziale : al tempo il rapporto tra occupati in Agricoltura e Industria , stava solo in quegli anni spostandosi.
    Oggi mi viene da chiedere, ma il Made in Italy nostrano in Agricoltura , quanti occupati fa ?
    Discende quali interessi si devono difendere ?
    Per il latte s’era capito, ed infatti stiamo pagando 70 Euro all’anno a testa ,grazie ai Padani.
    Che famo dunque ,torniamo all’autarchia Felix,delle bottiglie e bottigliette ?
    Vedevo oggi la nascita del bambino sotto una tenda alla frontiera macedone, a dimostrazione che prima o poi la rabbia del mondo esploderà.
    Loro continuano a nascere ,e quelli che sopravvivono sono Spartani.
    Caro Pino, vado a mungere la capretta e preparare l’orto.
    Questi qui mi fanno ridere .
    Riso amaro e non risotto bio.

    caino

  3. caino
    caino says:

    x Uro

    l’india è già in pieno meccanismo asiatico, l’Africa è in ritardo cosmico, ma non sarà lì che si decide la partita, l’Africa è destinata a fare la fine degli Indiani, in chiave Kolossal.
    Vai tranquillo, anche se ancora lontanetto per me e per te, qualcosa succede prima senza dover aspettare l’urbanizzazione dell’Africa.
    In India nelle fabbriche già ci sono le reti anti suicidio, vuoi che ti mandi le foto !

    caino

  4. sylvi
    sylvi says:

    caro Caino,

    mio nonno materno, un gran brav’uomo ma che faticava a vedere al di là del suo naso, e peggio ancora immaginare come poteva evolvere il mondo, guardando la tv raramente riusciva a seguire lo sviluppo di un racconto o di una notizia giornalistica oltre il presente. E’ morto nel 1962 a 72anni nelle sue piene facoltà di intendere,ma con una visione triste del futuro.
    Diceva che la tv era tutta finzione, che erano cartoni. E qui forse non aveva tutti i torti!

    L’altro mio nonno, ben più vecchio, si sforzava di immaginare come evolveva il mondo, si chiedeva che cosa sarebbe stato il mondo quando io,allora ventenne , avessi avuto la sua età.
    Concludeva dicendo che sicuramente la mia vecchiaia avrebbe visto un mondo nuovo, molto meglio del suo.
    Aveva visto giusto; io non ho conosciuto due guerre come lui, non ho patito fame e miseria come lui,
    ho visto un mondo correre, evolversi; ho imparato a conoscere genti e popoli che a lui erano sconosciuti, se non dalle scarne notizie che gli arrivavano dai parenti emigrati in mezzo mondo.

    Non è che le guerre, le rivoluzioni, siano cessate nel globo, ma ciò sarebbe una pia illusione, ma sappiamo e conosciamo i problemi degli altri; non possiamo sempre impedirli o porvi rimedio, ma conoscerli è già un’apertura, una speranza, un impegno a intervenire se possibile, o almeno a parlarne.
    Ecco, a volte tu mi sembri mio nonno materno!!!

    Sylvi

  5. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro CC,
    il meccanismo asiatico dell’India ha dei ritardi secolari (lo dimostrano la ferocia dei fatti di cronaca) che richiederanno tempi lunghissimi per esser superati. Posto che sia possibile porsi obiettivi di tal fatta.
    L’Africa ha un ritardo cosmico ma le masse africane premono già da ora. Ci vorrà moltissimo tempo per far evolvere tutto questo, ed il sistema ha ancora delle enormi potenzialità, e delle enormi ricchezze
    La sua caratteristica principale è che le soluzioni non le trova sui libri,come molta sinistra post-marxista, ma le cerca in pratica, il che dà il vantaggio di un’enorme flessibilità.
    Questo sistema è in crisi e non sa bene dove andare,questo lo penso anch’io, ma io sono più pessimista di te e penso che troveranno delle soluzioni accettabilmente funzionanti.
    A meno che la crisi delle risorse naturale non si faccia rapidamente tanto drammatica da richiedere cambiamenti di sistema.
    In questo caso penso che metteranno in atto una forma di socialismo, cioè un uso programmato delle risorse. Non sarà però il socialismo dei popoli, come avrebbe tanto voluto Marx, ma sarà il socialismo dei banchieri di Wall Street.
    In un sistema di questo genere il voto universale potrebbe essere un impiccio perchè non è detto che la TV riesca a condizionare tutti e sempre. Potrebbe essere necessario restringere il diritto di voto, un processo che richiede molta cautela ed un certo tempo …
    Mi aspetto un’evoluzione in tal senso, ma con grande prudenza.
    Un saluto U.

  6. caino
    caino says:

    Cara Sylvi,
    tu affermi che sembro tuo nonno.

    mio nonno materno, un gran brav’uomo ma che faticava a vedere al di là del suo naso, e peggio ancora immaginare come poteva evolvere il mondo, guardando la tv raramente riusciva a seguire lo sviluppo di un racconto o di una notizia giornalistica oltre il presente. E’ morto nel 1962 a 72anni nelle sue piene facoltà di intendere, ma con una visione triste del futuro.

    Beh ,ognuno è libero di pensarla come vuole, ma sinceramente non mi ci ritrovo nel quadretto sopra descritto.
    Mio nonno materno non l’ho conosciuto, quello paterno, come già dissi su questo Blog , era un ometto piccino di statura , ma che aveva attraversato due volte l’Atlantico. Conservo ancora il suo “baule” standard per imbarco.
    Lavorò nelle miniere di carbone e tornò perché raggiunto da cartolina precetto per la prima GM.
    Molti che io sappia , non si fecero mai raggiungere ,passando di Stato in Stato.
    Quando nel dicembre 1941, mio padre in licenza dai Balcani era a casa, arrivò la notizia, dell’entrata in guerra degli USA, disse, con quel sorrisetto ironico che lo distingueva, “ragazzo tu non sai cos’è l’America “e questo per dire che non ci potevano essere più prediche e roboanti notiziari che tenessero.
    Non era né ottimista ,né pessimista, ma realista, in chiesa ci mandava la moglie.
    Evidentemente sapeva leggere il futuro ,anche se aveva solo la quarta elementare.
    io assomiglio di più a mio Nonne Paterno, se la cosa non ti dispiace.

    caino

    Non si tratta di ottimismo o pessimismo, ma di leggere i dati e di conoscere tre o quattro nozioni di base, il resto è fuffa o interesse.

  7. caino
    caino says:

    Caro Uroburo,

    tu sei molto più pessimista di me.
    Direi che quasi prefiguri un Medio Evo di tipo moderno con a capo la Finanza mondiale, che vuol dire, pochi Dei al potere.
    Potrebbe essere però , quello da te descritto, uno scenario possibile.
    Anche alcuni analisti, sotto altre forme, parlano della stessa cosa, ma in modo molto più “soft”, parteggiando però alla fine per “qualche imperialismo”.
    In ogni caso però nessuno e dico nessuno, prospetta come “in altri tempi” scenari possibili alternativi, e questo perché ,NON SONO IN GRADO DI FARLO, rilevando la loro attuale impotenza.
    Chi ha i danè e quindo il potere, invece sa perfettamente che vuole conservare entrambi.
    Da ciò deriva però, che i “coriferi” della politica e delle scienza economica diventano sempre meno indipendenti e contemporaneamente, sempre meno credibili. Compresi gli idealisti e i benintenzionati, ottimisti di ogni razza e risma, sia in buona fede che in cattiva fede.
    Sfido gli uni e gli altri , anche da questo piccolo blog, tutti gli Accademici del Mondo a descrivermi scenari possibili che consentano “accordi” tali da non prefigurare uno scontro micidiale tra diversi interessi ,anche perché al punto in cui siamo giunti gli accordi valgono da Natale a Santo Stefano.
    Sembrerà presunzione la mia, ed invece è solo due più due.

    tu dici :

    il sistema ha ancora delle enormi potenzialità, e delle enormi ricchezze
    La sua caratteristica principale è che le soluzioni non le trova sui libri, come molta sinistra post-marxista, ma le cerca in pratica, il che dà il vantaggio di un’enorme flessibilità.

    Sul post -marxismo si potrebbe parlare per delle ore,(non intendo farlo qui) sulle potenzialità anche , ma sono le ultime del sistema a mio avviso, la pratica e la flessibilità sono possibili solo però entro quadri compatibili.
    Anche l’Ultimo Impero Romano, si rese conto che stava andando a scatafascio, ma tutte le RIFORME che mise in atto, non ne impedirono né il declino, né la fine.(E nota bene ,mica erano degli scemi ,solo certa saggistica (anche cristiana) ce li descrive come debosciati gozzoviglianti, ma non era così.
    Che i tempi siano lunghi, dipende da molti fattori, ma i sintomi ci sono tutti (e qui mi verrebbe da citare l’ubriacone di Treviri, obsoleto , desueto e schernito da tutti i geni dell’economia e della politica ) che si ostinano a cercare Strade nuove per l’economia di mercato.
    Già, l’economia di mercato, termine delicato, cominciassero a chiamarla con il suo vero nome Turbo capitalismo finanziario, ultima spiaggia, almeno farebbero un passettino avanti.

    un saluto
    caino

  8. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro CC,
    ho letto. Per il sistema a cinquant’anni sei vecchio. Però si deve lavorare (e dove?) fino s sessantasette.
    Non capisco come farannoima sicuramente la soluzione sarà una fregatura per tutti tranne che per loro. U.

  9. caino
    caino says:

    Caro Uroburo,
    l’importante è che molta gente (giovane) apra gli occhi e prenda consapevolezza di quello che diciamo.
    La situazione è difficile , nostro compito (almeno il mio dovere ,l’ultimo ) è tentare di aiutare a spiegare questa cose.
    Le derive populiste parlano alla pancia ,i giovani sono inebetiti .
    E molta gente che potrebbe dire chiaro queste cose non le dice, per le più disparate ragioni od interessi.

    caino

  10. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro CC,
    quando siamo stati dalla Silvy avevo trovato un libro di Mino intitolato I cannoni di agosto, che trattava del primo mese di guerra sul fronte tedesco. Con calma e pazienza sono riuscito a trovarlo, insieme a Tappe delle disfatta di Fritz Weber, ufficiale di artiglieria sul fronte italiano.
    Il primo è un libro molto interessante nel quale mi ha molto colpito il fatto che il piano strategico francese era del tutto fuori dalla realtà (il famoso Piano XVII), mente quello tedesco (l’ancor più famoso Piano Schliffen) è fallito per una minuzia, sostanzialmente per la pusillanimità di von Moltke jr. e per la sua confusione strategica (ha voluto rincorrere due lepri con un solo cane).
    Quindi l’errore più grave l’hanno fatto i generali ma la causa non è MAI stata riferita a questi fatti – ohhhnnonno! – si è detto invece che le truppe (ed anche i generali inferiori, mandati a casa a bizzeffe) non avevano sufficiente spirito combattivo.

    Gl’ittagliani un anno dopo hanno fatto la stessa cosa ma con maggiore volgarità, come d’abitudine; quello che le truppe non volessero combattere- è stato il refrain di Cadorna per tutta la guerra.. Che detto dal comandante supremo è una cosa da corte marziale perché è una palese ammissione di incapacità.
    La cosa curiosa è che il popppolo non pensa di avere dei digggerenti incapaci ed irresponsabili, pensa che tendenzialmente han ragione loro.
    Quando si dice le classi subalterne!
    Un caro saluto U.

  11. Peter
    Peter says:

    Uroburo ama la storia militare, ok. Ma a me pare ovvio che la colpa delle sconfitte raramente venga data ai generali. Forse diverso e’ per le battaglie navali, dove tutto dipendeva dalla competenza degli ammiragli senza scuse di sorta, oltre che da particolari tecnici ed anche economici (gli inglesi nello Jutland si ostinarono a consumare munizioni di qualita’ inferiore per non sprecarle, per esempio; prima della guerra la marina si esercito’ poco perche’ i cannoni anneriti dagli scoppi facevano brutta figura nelle parate navali etc).

    Ad onor del vero, comunque, Baratieri subi’ la corte marziale dopo Adua, e venne dimesso come perfetto imbecille da quel che era; Cadorna venne rimosso dal comando dopo Caporetto, peccato che non venne fatto fucilare; indegno che vi sia una stazione chiamata Cadorna a Milano. La guerra venne portata a termine da Diaz, napoletano.

    A proposito di Napoli, l’ho vista per la prima volta. Ed anche Sorrento e Pompei. Viaggio in treno da Roma. La Campania e specialmente il golfo di Napoli sono molto meglio di quello che mi aspettavo, compresa la gente; ed i trasporti e traffico non sono poi male. Ma il degrado di Napoli citta’ e’ spaventoso. I miei amici la hanno paragonata a delle citta’ indiane, certo esagerando un po’.

    P.

  12. Peter
    Peter says:

    L’esperienza migliore e’ stata ovviamente il vitto ed i vini. Si e’ mangiato meglio che in qualsiasi parte d’Italia dove siamo stati finora, da nord a sud passando per il centro; ed abbiamo trovato lo staff di ogni ristorante estremamente amichevole, cordiale e professionale. Sara’ tutto ‘business’ ma la cosa mi ha comunque commosso.

    P.

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