E’ IN GIOCO IL FUTURO DELL’EUROPA, NON SOLO DELLA GRECIA
E’ in gioco il futuro dell’Europa, non solo della Grecia
Mario Lettieri* Paolo Raimondi **
La vicenda greca svela la vera natura dell’Europa. Sono ore cruciali, quindi, non solo per il futuro della Grecia ma anche dell’Unione europea. Purtroppo gli organi di informazione riportano il “ping pong” tra Bruxelles e Atene in un modo tanto astratto e banale da confondere. Si afferma soltanto che la Troika, e anche Berlino, non possono accettare le proposte del governo di Tsipras. Si ha la sensazione che spesso non le si conosce nemmeno! Invece sarebbe doveroso partire da esse per qualsiasi valutazione.
Il piano elaborato dal governo ellenico è chiaro e sintetico, contenuto in un documento di 10 pagine. Per il popolo greco sarebbe un boccone amaro, non una piacevole passeggiata. Si prevede l’aumento delle entrate fiscali dell’1,51 del Pil già nel 2015 e del 2,87% nel 2016. Si va oltre la stessa richiesta della Troika. L’Iva, inoltre, verrebbe alzata al 23%, mantenendola al 13% soltanto per i beni di primissima necessità e al 6% per i farmaci e i libri.
La prevista riforma delle pensioni è molto simile a quella italiana ed è “calibrata” sulla media europea. La spesa pensionistica verrebbe ridotta nel 2016 per un importo pari all’1,05% del Pil e dell’1,1% l’anno successivo.
Certo il sistema pensionistico greco è andato in tilt negli ultimi anni a causa dell’aumento del prepensionamento consentito a seguito della crisi e della disoccupazione galoppante. La riforma proposta dovrebbe portare l’età pensionabile a 67 anni, come nel resto dell’Europa.
Non vorremmo che la volontà di Atene di mantenere una certa tutela per le “famiglie più vulnerabili” e l’intento di voler “garantire un reddito minimo non basato su tagli di beni e servizi reali che sono già sotto la media europea” abbia irritato qualche partecipante ai summit europei. Dovrebbe però essere chiaro a tutti che, se a un malato grave si toglie l’ossigeno, si ottiene soltanto un cadavere.
Il governo ellenico annuncia anche l’aumento del contributo di solidarietà e quello, dal 26 al 29%, delle tasse sui guadagni delle imprese. Inoltre per i profitti oltre il mezzo milione di euro si prevede, soltanto per il 2015, un tassa extra del 12%. Vi è anche l’impegno nella lotta all’evasione e nel perseguire i capitali portati illegalmente all’estero.
Si può affermare che trattasi di un piano realistico tanto che vi sarebbe anche un certo riguardo per le banche elleniche che rimarrebbero private. Anche quelle partecipate dal governo arriverebbero alla completa privatizzazione, con l’impegno di “non intraprendere alcuna azione che metta in discussione la loro solvibilità”. Indirettamente si tratta di una concessione non di poco conto alle altre banche europee, a cominciare da quelle tedesche, che in passato hanno fatto il bello e cattivo tempo nel sistema bancario greco.
Certo a fronte dei citati impegni concreti, realmente attuabili, vi è stata anche la richiesta di utilizzare i 35 miliardi di euro che spetterebbero alla Grecia nel periodo 2014-2020. Tali fondi europei, unitamente a quelli del programma “Investment Plan for Europe”, dovrebbero servire a finanziare importanti progetti pubblici e privati. Il diniego di Bruxelles sarebbe dovuto al fatto che i 38 miliardi di euro messi a disposizione nel sessennio 2007-2013 non hanno prodotto risultati positivi. Ciò è vero ma non è imputabile soltanto alla Grecia. Responsabile è la politica di austerità generalizzata imposta dalla stessa burocrazia europea. Si ricordi che il debito pubblico greco, che oggi è pari al 177% del Pil, era del 107% nel 2007.
Se le proposte del governo greco sono credibili non si comprende l’ostilità di Bruxelles e della Troika.
Secondo noi vi sono tre possibili chiavi di lettura. Si pensa che programma di Tsipras non sia veritiero, quasi una sorta di truffa. Così si inficia il principio di fiducia e di reciprocità su cui si basa l’Unione europea. Un domani si potrebbe non credere agli impegni di qualsiasi altro governo, anche di quello tedesco.
Sorge il dubbio, senza essere complottisti, che qualcuno irresponsabilmente stia “facendo un test” sulla dissoluzione dell’Unione europea. Un esperimento che potrebbe sfuggire di mano a chi comunque pensa di controllare e gestire la crisi.
Tra gli altri impegni assunti dal governo ellenico vi sarebbero anche la trasformazione del Pireo in un grande hub ed il suo collegamento ferroviario con i vari corridoi di trasporto e di sviluppo in costruzione sul continente eurasiatico. Noi riteniamo che, se si considera che da tempo vi è un forte interesse cinese e russo nei settori succitati, non sia l’economia, i conti in ordine, ne l’austerità, ma sia la geopolitica la vera causa della chiusura e delle decisioni di Bruxelles e della Troika.
Ci sembra che si sta giocando con il fuoco in una fabbrica di fiammiferi.
*gà sottosegretario all’Economia **economista
Ma mi sembra che si stia giocando con il fuoco in tutto il mondo,basta leggere il piano strategico sic difensivo USA.
Rileggere i classici sull’imperialismo e sulle insanabili contraddizioni del Capitalismo,please,e chiamare le cose di nuovo con il loro vero nome e cognome,DIRE ALLA GENTE LA VERITA’,SENZA addolcimenti.
IL RIFORMISMO E’MORTO .
caino
ps.Se qualcuno puo’farlo risorgere,sono qui per discutere del come del quando,tutti i consigli sono bene accetti…mi vado a fare un gelatino,nel frattempo,limone e frutti di bosco,e perche’no un pizzico di menta.
In questi tempi di massimo disorientamento anche i tradizionali santi hanno perso potere;i politici…lasciamo perdere per cui cosa fare per risorgere il riformismo morto ammazzato alla vigliacca innumerevoli volte?
La econoloro non lascia scampo ai capri espiatori colpiti da sfiga “pigs”, tutti inquadrati come buoni a nulla col mandolino,buzuki e liuto del sud €pa sempre in mano,quelli che vivono alle spalle dei lavoratori nordici gli unici che si affannano a produre,sudando,tutto lavoro casa e birreria.
Meno male che un gelatino alla frutta(in tono col momento) e perchè no al caffè o al tartufo ci solleva ,almeno un po ,dall’insostenibile convitato di pietra (ma chi l`ha invitato?)che si è installato sulle nostre teste e che adduce mali di capa e lutti agli achei e mediterranei in particolare.
Può darsi che non serva a niente ma provare non costa nulla e con questi chiari di luna ,anche se abbiamo la patente di spendaccioni,non viene male per cui..
“Aglio, fravaglio,
fattura ca nun quaglio, corna, bicorna, capa r’alice e capa r’aglio
Sciò sciò ciucciuvè, usaocchio, maluocchio… funecelle all’uocchio… aglio, fravaglio, fattura ca nun quaglia, corne e bicorne, cape’e alice e cape d’aglio… diavulillo diavulillo, jesce a dint’o pertusillo… sciò sciò ciucciuvè… jatevenne, sciò sciò…yankee go home!!
Ottime idee, entrambe!
Un saluto.
pino
ORDUNQUE,se ho ben capito la linea di difesa della NAto ,comincia dagli Urali,con base strategica aMosca,pe andare verso sud levante,e difenderr democraxia e capitali a cominciare da Pechino,poiche’oscure minacce incombono nelle sterminate terre da li’fino in Giappone.
Per tornare ai cazziacci nostri,mentre degustavo il gelatino,riflettevo su cosa io abbia in comune con nazisti lettoni,lituani,estoni,polacchi e ucraini..non ho nemmeno gli occhi azzurri e non sono biondo….mah misteri del caldo afoso di questi giorni,pare che in Veneto faccia ancora piu’caldo,infatti cola’si aggira il fantasma di cecco bebbe e suonano i valzer all’aperto …
Mi viene in mente che dovrebbero imparare a ballare il Sirtaki,nemmeno sono poi cosi’tanto alti,biondi,e con gli occhi azzurrite capi Salvini..
caino
Non che Antonio Gramsci,fosse a mio avviso un internazionalista convinto,ma il carcere fascista in tutti i casi e l’isolamento politico,almeno in parte ,a mio avviso tarparono gli sviluppi del suo pensiero politico.
Non che Fassina ,oggi, sia un internazionalista convinto,ma su una cosa ha ragione :VIA IL NOME DI GRAMSCI ,dalla testata dell’UNITA’ RENZIANA.
UN PO ‘ di pudore,per favore,non guasta,un po’ di rispetto verso i morti e quelli che sono ancora vivi e che ricordano un’altra UNITA’.
caino
Qualche volta anche un materialistone dialettico come me si lascia andare a sentimentalismi,che ci volete fa’..agli effetti pratici cambia poco ,ma non vorrei che qualche storico del futuro ,si lasciasse andare a valutazioni del tutto errate.
La democrazia torna a riproporsi ripartendo dalla Grecia,il popolo greco si è espesso contro i piani della troika ,non eletta da nessun europeo , ma che detta austericidi senza battere ciglio con i risultati che conosciamo molto bene.
Sono stato sempre un fautore dell’Europa dei cittadini europei,non quella delle banche i cui dirigenti hanno fatto disastri e sono sempre lì al loro posto ;in più sono premiati con elevati stipendi proporzionali alla loro incompetenza dimostrata abbondantemente.
Basta con l’€pa e con il BCE privato;vi sembra logico che gli Stati di appartenenza debbano finanziarsi attraverso banche private che prendono soldi a interessi ridicoli dalla BCE e che “prestano” a interessi molto più elevati agli Stati membri?.Quanti miliardi sono andati effettivamente al popolo greco che dovrà pagare debiti ed interessi e quanti alle banche che non solo non pagano nulla ma che richiedono continuamente interventi per essere salvate dalla bancarotta ?Se non sbaglio un 9% contro un 90% delle banche,e tutto questo non è solo per la Grecia ma per tutti gli stati europei.
Si all’Europa ,OXI alla troika dell’€pa!
È IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
BUONA LETTURA.
pino nicotri