La retorica dello sdegno facile e a senso unico del vicepresidente del parlamento europeo, l’italiano David Sassoli, ha finito col fargli spacciare la profanazione di tombe islamiche per una profanazione di tombre ebraiche!
Clamorosa e imbarazzante gaffe del vicepresidente del parlamento europeo eletto con il Partito Democratico, l’ex vice direttore del Tg1 David Sassoli. Nella sua pagina ufficiale su Facebook Sassoli alle 19:26 del 18 febbraio ha pubblicato il seguente stringatissimo post:
“Il cimitero ebraico profanato dai nazisti in Francia. Che schifo”.
E per sottolineare il suo schifo l’ha corredato con la foto di quello che avrebbe dovuto essere il cimitero ebraico profanato di fresco da neonazisti. I quali hanno avuto cura di disegnare su ogni tomba con vernice rossa un bel po’ di svastiche, simboli delle famigerate SS naziste e di gruppi neonazisti di oggi.
Peccato però che la foto ritraeva la porzione islamica di un cimitero profanato dai neonazisti e che la presenza di un paio di uomini in maniche di camicia, due dei quali a maniche corte, dimostrava in modo incontrovertibile che si tratta di una foto scatta d’estate e non nei giorni scorsi. Per l’esattezza, si tratta del cimitero militare di Notre Dame de Lorette, vicino Arras (Pas de Calais).
La foto è stata tratta da un articolo pubblicato l’8 dicembre 2008 ( http//www.20minutes.fr/france/279722-20081208-profanations-cimetieres-musulmans-france-depuis-cinq-ans ) che metteva in risalto come i profanatori di tombe musulmane fossero stati attivi in Francia più d’una volta ( http://www.20minutes.fr/france/279646-20081208-nouvelle-profanation-carre-musulman-cimetiere-notre-dame-de-lorette ). Per l’esattezza, erano già entrati in azione il 21 ottobre 2003, il 5 aprile, il 14 e il 24 giugno, e il 6 ottobre 2004, il 18-19 aprile 2007, il 5-6 aprile e il 7-8 ottobre 2008.
La cosa strana è che vari lettori della pagina Facebook di Sassoli si sono accorti dell’errore e lo hanno fatto rilevare in vari commenti, indicando anche la località del cimitero della foto. Niente da fare: ancora oggi la foto è inspiegabilmente al suo posto. Tant’è che un lettore della pagina ufficiale di Sassoli ha perso la pazienza e ha denunciato la gaffe direttamente alle autorità francesi:
“Di fronte alla disinformazione ed al silenzio inspiegabile del sig. Sassoli riguardo la foto della profanazione di un cimitero di guerra di soldati musulmani morti per la Francia, spacciata per cimitero ebraico, una copia del seguente post con lettera di protesta è stata inoltrata per informazione all’Union Nationale des Anciens Combattants Français Musulmans e al Ministère des Anciens Combattants Français”.
Evidentemente il prode Sassoli è troppo preso da chilate di altri sdegni facili e a senso unico per potersi accorgere della gaffe e per mettersi a leggere i commenti alle sue grida e ai suoi schifi. Però con il grasso stipendio e con i bei altri quattrini intascati a vario titolo potrebbe almeno ingaggiare qualcuno che si prenda la briga di stare ad ascoltare i suoi lettori su Facebbok anziché lasciarli gabbati. Altrimenti la sua esclamazione “Che schifo” qualcuno potrebbe rivoltargliela contro.
Da notare che un migliaio di persone hanno condiviso quella pagina con annessa foto e oltre mille persone hanno cliccato Mi piace. Ciò vuol dire che il falso è stato propagato alla velocità della luce nel vasto mare del web. Con danni enormi. Di chi la responsabilità, se non del prode Sassoli?
Sorriso inossidabile a 32 denti, da pastore di anime benedicente, Sassoli nella sua pagina Facebook è un orgoglioso specialista dello sdegno scontato:
“120 cristiani sequestrati dall’Isis. Starebbero per essere mostrati in un video. E lo so che nessuno o quasi ne parla, che a questo punto la normalità dell’orrore, rischia di non fare notizia. Ma io a urlare il mio sdegno non rinuncio. Non possiamo restare insensibili a questo grido di dolore”.
Però si occupa anche di temi leggeri dal sapore buonista più veltroniano che deamicisiano:
“Debora Di Meo si è tuffata in acqua a Napoli per aiutare con le sue mani una balenottera rimasta incastrata tra gli scogli sotto un’antica villa romana. Debora adesso dice: “Amo troppo il mare, non potevo lasciarla morire””.
Nel frattempo il danno arrecato con il falso è enorme, è infatti andato in circolazione nel web come una tossina dell’odio: oltre mille “Mi piace” e un migliaio di condivisioni, cioè un migliaio di persone che su Facebook hanno pubblicato sul proprio profilo la grave panzana.
Certo è che se Sassoli fa politica e gestisce la vicepresidenza del parlamento europeo con la stessa disinvoltura dei suoi sdegni e dei suoi schifi, allora siamo proprio malmessi. Come sempre, “italiani brava gente”. Anche a Bruxelles.
Post scriptum – Col cavolo che Sassoli e i suoi oltre mille estimatori e i quasi mille condivisori Facebook esprimono o hanno mai espresso lo sdegno e lo schifo per le tombe islamiche violate! Siamo pertanto noi a poter dire a Sassoli e ai suoi fan “che schifo!”.