ISRAELE: “UNO STATO FONDATO SULLA RAPINA”
http://www.internazionale.it/opinioni/amira-hass/2014/09/03/uno-stato-fondato-sulla-rapina/
di Amira Hass
È sorprendente che qualcuno si stupisca ancora alla notizia di un’altra rapina a mano armata, che in gergo burocratico si traduce come dichiarare un pezzo di terra proprietà dello stato. Qualcuno sembra stupito che nel bilancio dello stato israeliano il ministero della difesa è diventato prioritario, mentre l’istruzione ha subìto pesantissimi tagli.
Il regime israeliano si fonda su tre pilastri: rubare la terra e scacciare coloro che ci vivono, nutrire l’apparato di guardie del corpo (l’esercito, nel gergo locale) che proteggono la spoliazione, e demolire lo stato sociale spazzando via il principio della responsabilità civile reciproca.
Senza questi tre princìpi fondamentali non sarebbe il nostro regime. Ma parlare dei dettagli, stupirsi al momento giusto, sorprendersi una tantum, ci fa dimenticare il quadro generale. Ci fa dimenticare il fatto che è proprio questo il regime.
Se a giugno tre ragazzi israeliani non fossero stati rapiti e uccisi, i nostri rapinatori armati avrebbero trovato un’altra scusa per costruire un altro enorme insediamento e creare così ulteriori enclave, gabbie a cielo aperto (un principio secondario del nostro regime) per i membri dell’altra nazione. Se non ci fosse stata la guerra a Gaza, le guardie del corpo avrebbero fatto ricorso ad altri mezzi per convincere il governo della necessità di riempire i loro forzieri. Anche senza il bisogno di riempire le casse delle forze armate dopo un’operazione militare, l’attuale governo israeliano avrebbe comunque trascurato i princìpi dell’eguaglianza socioeconomica.
In un mondo ideale e razionale, tutti quelli che sono stati danneggiati dal regime unirebbero le forze per chiedere insieme un cambiamento. In un mondo ancora più ideale e razionale, sarebbero loro stessi a determinare il cambiamento. Nel mondo reale, però, il peso del cambiamento è tutto sulle spalle dei palestinesi.
Nel frattempo dobbiamo scordarci i cittadini ebrei di Israele (a parte una manciata di attivisti di sinistra). Noi ebrei traiamo beneficio dal regime, anche quando la sua religione è accrescere la ricchezza di pochi mentre la maggioranza annaspa per restare a galla. Lo stato sociale per soli ebrei è vivo e vegeto nella regione che i coloni chiamano Giudea e Samaria, o Yosh, secondo l’acronimo ebraico.
Yosh incarna la possibilità di realizzare il sogno del progresso socioeconomico per tutti gli ebrei in Israele, danneggiati collettivamente dalle politiche contro lo stato sociale. Fate le valigie e trasferitevi qualche chilometro più in là, negli insediamenti e nelle piccole comunità della Galilea, e vedrete che la tendenza ai tagli nei servizi sociali si capovolgerà.
Il fatto stesso di sapere che esiste un modo rapido per realizzare il legittimo desiderio di migliorare le proprie condizioni di vita dissolve la capacità di protesta degli ebrei. È proprio così che si è creata un’alleanza tra il partito Yesh atid, che trae la sua forza dalle proteste per il prezzo del formaggio, e Habayit hayehudi, che vende il sogno delle casette in Cisgiordania.
A questo si aggiunga il terzo principio fondamentale ed è chiaro come tutto si mescoli insieme e si trasformi in cemento armato: le guardie del corpo di oggi sono i futuri direttori di compagnie internazionali, produttori ed esportatori di armi, istruttori degli eserciti di despoti miliardari.
La momentanea missione collettiva di proteggere la rapina (sicurezza, nel gergo locale) garantisce la prosperità dei membri di questa influente corporazione. Il desiderio di farne parte, e la possibilità concreta di farlo, contribuiscono a neutralizzare i danni arrecati dalle misure anti-stato sociale del nostro regime.
I palestinesi sono l’unico gruppo del paese a essere danneggiato dai tre princìpi fondamentali del regime, gli unici che cercano di lottare per il cambiamento (che è anche nell’interesse degli ebrei, nel lungo periodo). Siamo abituati a sezionare questa lotta in minuscoli dettagli, che poi condanniamo e reprimiamo: lancio di pietre, terrorismo, manifestazioni, disordini, istigazione, missili Qassam, tunnel, Nazioni Unite, missili, resistenza civile, infiltrati, boicottaggio, edificazioni senza permesso.
Per la corporazione della sicurezza tutto è pericoloso allo stesso modo, e a ragione. Parlare dei dettagli (l’efficacia, il valore e la moralità delle misure adottate nella lotta) non ci deve far perdere di vista il quadro generale. I palestinesi si stanno difendendo dallo stato della rapina a mano armata.
(Traduzione di Giusy Muzzopappa)
Se io le ricordo :La figlia del Capitano, meglio non addentrarsi su cosa mi ricorda Lei.
x Peter
Perche’ mai Anna Karenina?
Anita
x Anita
Mah, un personaggio appassionato, interessante, molto avanti sui suoi tempi ed in Russia soprattutto.
Mi colpiva il prologo ‘ le famiglie felici si somigliano tutte, quelle infelici sono ciascuna diverse nella loro infelicita’.
Ovviamente, non hai avuto ne’ mai avrai la sua tragica fine, questo va’ da se’. Forse le compagnie che si sceglieva non erano sempre le piu’ auspicabili, ma erano altri tempi.
Un caro saluto
Peter
x Caino
Ma suvvia, dica, dica pure, non mi lasci in sospeso.
Mi scusi tanto, forse nel suo caso la nonna o la zia del capitano sarebbe piu’ consona, ma la letteratura dei grandi russi e’ quella che e’.
Comunque, forse lei mi ricorda in effetti di piu’ Pugacioff o Pugacev, il vero protagonista storico del romanzo di Puskin. Il che non e’ certo un’offesa, mi creda.
Peter
x Anita
Forse dovrei dire ‘tutte diverse nella loro infelicita’.
Peter
Veramente la letteratura dei Grandi Russi tolto Tolstoy, non ehe mi entusiasmasse molto, a Lei consiglierei pero una rilettura di Guerra e Pace…..in merito al resto, nonne e zie….lei si tenga le sue che io mi tengo le mie…in altre parole Pugaciov non e che mi dispiace, come tutti coloro che in qualche misura hannodisturbato il sonno delle teste coronate..Lei infatti e il piu qualificato in materia..non oserebbe mai disturbare il sonno dei canidella regina da buon suddito!
x Caino
Boh, e’ stato lei a citare Dostoevskij, no?
If you dont like it, dont dish it out…cosi’ si dice da queste parti.
A lei consiglio Arcipelago Gulag.
Peter
A lei consiglio una buona dormita e sogni d’oro di magnifiche sorti et progressive….domani si puo risvegliare convinto che il mondo e piatto e il sole gli ruota attorno
x Peter 54 precedente
Con i debiti scongiuri, una mastectomia o un trapianto di rene, e già che ci siamo, magari anche un trapianto di cuore, andrei a farmeli, sempre con i debiti scongiuri, al Santa Maria della Misericordia di Udine, Ospedale di tutto riguardo.
Lei però è rimasto piuttosto arenato a qualche decennio fa sulla situazione della vita in Russia.
Ma chi l’informa? Lei non capisce niente della realtà civile ed economica russa.Anzi lei vive proprio fuori della realtà.
Non sa nemmeno quali sono i nostri guai economici con la Russia se Obama e Cameron insistessero a parlare di sanzioni economiche che soprattutto colpirebbero la Germania e l’Italia.
E’ finito il tempo dell’ubbidienza tacita e indiscussa .
A Est, è inutile nasconderlo, preferiamo a questo punto dialogare con Putin che perdere tempo con i soliti boriosi anglosassoni.
Ma forse sarà necessario che chiarisca meglio il mio pensiero in altro momento.
Per me è tardi. Buonanotte.
Sylvi
UPDATE 1-09-2014 : L’IDF DEMOLISCE 9 STRUTTURE NEL VILLAGGIO DI KHIRBET AR-RAHWA
38 persone hanno perso la casa, di cui 21 bambini
Khirbet ar-Rahwa – Nel pomeriggio del 1 settembre 2014, l’esercito israeliano e la D.C.O. (Dicstrict Coordination Offeice) è entrato nel villaggio palestinese di Khirbet ar-Rahwa , situato nelle colline a sud di Hebron, e ha demolito 3 strutture abitative, 3 ricoveri per le pecore, e 3 servizi igienici. Nessun ordine di demolizione è stato consegnato agli abitanti del villaggio proprietari delle strutture.
Tutte le strutture demolite erano costruite con materiali semplici ferro, lamiera, tende.
Il villaggio di ar-Rahwa che è situato in area C, non ha accesso alla rete elettrica, nè idrica, nè può accedere a nessuno dei servizi di base.
Le strutture appartenevano alle famiglie Altal e Jabreen. A causa della demolizione hanno perso la casa un totale 38 persone, di cui 21 bambini. Le famiglie colpite stanno ora aspettando aiuti umanitari.
Il villaggio di ar-Rahwa è circondato dalla colonia di Tene e dall’avamposto di Havat Moor. Questo avamposto ha ricevuto l’ordine di demolizione nel 2000, tuttavia la D.C.O. non ha mai deciso di rendere effettivo l’ordine o di demolire qualche struttura. Inoltre l’avamposto è connesso alla rete elettrica e idrica , servizi negati ai palestinesi del villaggio di Ar Rahwa, che tra l’altro sono i legali proprietari della terra su cui sorge la vicina colonia di Tene.
Photo of the incident: http://goo.gl/qpFBA7
x Caino
Oppuramente, il di Lei intelletto e’ piatto, e la sua testa gli gira intorno?
Altra possibilita’, insinua il Petro….
Una rivoluzione copernicana post-litteram.
Pero’ il Barolo che fanno dalle sue parti e’ buono.
Senza esagerare, lo degusto ogni tanto. Cantine Antinori. Costa ma ne vale la pena. Persino la gente del loco lo preferisce alla birra.
Peter
Ognuno degusta quel che gli pare mica si vive in anglosassonia
Un Barolo delle cantine Antinori?
Eqquandomai? Sono toscani: Chianti, Vermentino ecc. … U.
x Uroburo
Non volevo dirlo io, per evitare di parere prevenuto. Una cosa così marchiana…. Come dire i fichi d’India di Bolzano.
Un saluto.
pino
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BAROLO
VINTAGE
2008
2007
2006
2005
2004
2003
2001
2000
1999
1998
1997
1996
1995
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CLASSIFICATION
Barolo DOCG
BLEND
Nebbiolo 100%
CLIMATE
The 2005 vintage has an irregular climate but to sum up it is satisfying. After a relatively mild winter, with scarce precipitations, there is a fresh but poor in rains spring. At the start of summer, there is an heavy thermic rise with some fresh periods but without rains.
September starts with some rainy days. Then the climate has stabilized and it comes back summer until the end of the month, with large temperature ranges, useful to exalt the sugar and the aromatic substances stored in the grapes.
VINIFICATION
The selected grapes were destemmed and pressed. Maceration lasted 10 days at a maximum temperature of 30 °C. Malolactic fermentation was carried out before the end of winter.
Ageing lasted 24 months in 100 Hl and 50 Hl Slavonian and French oak barrels and a small quantity in second time used Barriques. A further 12 months of bottle ageing followed in Prunotto’s cellars before shipping.
Alcohol 14% vol.
Total Acidity 5.80 g/l
Dry extract 29.80 g/l
HISTORICAL DATA
From vineyards in the areas of Monforte, Serralunga and Castiglion Falletto.
Origins go back to the Tortonian – Messinian era. Rich in calcareous clay and in magnesium and manganese elements.
TASTING NOTES
Garnet in colour and on the nose, wide and complex with hints of violet and forest fruit aromas. On the palate, full and velvety and well balanced. Due to its structure and characteristics, it is a perfect match for meat and game dishes, and tasty cheeses. Ideal serving temperature 17°C
THE FAMILY THE HISTORY MARCHESI ANTINORI THE ESTATES THE WINES
x i sommeliers ‘non prevenuti’ del blog.
Mi pareva ovvio che la presa in giro era per il buon CC.
Per dire, non c’e’ bisogno di essere in Piemonte per produrre ottimo Barolo. I due estratti di sopra appartengono allo stesso link dei Marchedi Antinori, toscani appunto. Non riesco a copiarli insieme forse pervhe’ la ditta non vuole che si copi il marchio.
Sinceramente, e’ questo il Barolo che preferisco, e l’ unico che bevo.
E se mi permettete l’ espressione, alla faccia vostra. Ne ho stappata una bottiglia proprio stassra.
Notte
Peter
Stasera, marchesi, errata corrige. A riprova che il Barolo Antinori mi piace assai, ma in moderazione.
Peter
Ed ora, pero’, ci manca solo la Sylvi per illuminare Pimo Nicotri sui delicati fichi d’ India di Bolzano, gustosi ed assai meno pieni di noccioli della inferiore e comune varieta’ mediterranea, anche se non cosi’ dolci e succosi come quelli che producono in Friuli dai tempi del patriarcato di Aquileia.
Pare che il patriarca si sedesse su di un trono fatto di pale di fichi d’ India apposta per lui, che affrontava sempre ‘di petto’ le questioni piu’ spinose…
Peter
Pino, non Pimo…
Peter
Chissa’ quando la finisce , secondo mia e’affetto da un crisi di incontinenza cronica..meno male che fa danni solo parlando di vini..due cazzate e tre pagine per spiegarsi…era cosi’ovvio il barololo lo producono in toscana, a due passi da me si produce un ottimo Chianti..mentre e’ risaputo che tra ledolci colline del Galles si produce una otima erbaluce dal mio amico hobbit…e’ il frutto dell’internazionalismo….dilagante….da albione partono infatti valanghe di turisti per farsi curare emorroidi eragadi presso Bolzano dove si producono i fichi d’india per le sedute,..due volte al giorno…
x CC
Senta caro il mio altro ‘non prevenuto’, a me pare che le cazzate le abbiano dette i suoi amici enologi della domenica…
Si faccia anche lei una bella curetta a base di pale di fichi d’India e stia allegro.
Peter
Qualunque enologo da srapazzo le direbbe che il vino si fa con l’uva che e’ il frutto della vite pi ta che normalmente affonda le radici nel suolo.I suoli sono normalmente di composizione chi ica diversa da luogo a luogo cosi come le condizioni climatiche ect…per gli stessi vitigni potrebbero dare uve molto diverse.
Per concludere lei sipotrebbepero comprare l’uva di Barolo e farsi il barolo a casa.AQUESTO Punto pero scatta il meccanismo di vinificazione che anche questofaparte di diverse tradizioni, nonche di fattori ambientali diverse….concludendo lei puobenissimo acquistare ilbarolodiantinoriche a sua volta lo ha acquistato dove siproduce per rendere completa lasuaofferta commerciale.
Infine puoancheandare inunsupermercato…ma non si deveoffendere se imiei amici fannopoi del sottile sarcasmo..
A proposito di chi beve Barolo di Montepulciano prodotto con vitigni del Chianti.
Così come mi pare di aver sentito che i Barbaresco, Roero, Nebbiolo, Barbera…,crescono nelle verdi colline del Valpolicella e del Collio!!!
Ma caro Peter, non prova un qualche rossore, non da vino rosso, a dire certe castronate?
Caino ha già dato una spiegazione fra i legami vitigno- terreno- clima, spiegazioni indispensabili anche perchè esiste , ad esempio, un Sauvignon sudafricano, uno californiano e uno australiano che non c’entrano ” una beata fava ” con il Sauvignon trentino o friulano.
Hanno solo il nome perchè non è stato al momento opportuno tutelato. E ormai è troppo tardi per farlo!
Potrei anche portare l’esempio del Prosecco.
Il vitigno, una ribolla , ma anche il pinot, (vado a memoria) è storicamente originario del Carso, infatti Prosecco è un antico borgo del Carso, in Provincia di Trieste , a ridosso del confine sloveno, e storicamente il vitigno era conosciuto dagli antichi romani come “pucino”.
I veneti, su una fascia di Valdobbiadene, Conegliano, Pieve di Soligo si sono appropriati del vitigno, pare nel ‘500, quando Venezia occupò Friuli e la VeneziaGiulia.
I veneti sono sempre stati più intraprendenti dei vicini orientali che oltrettutto si ritrovavano perennemente tra un esercito invasore e l’altro, fra distruzioni e cumuli di macerie…e confini che cambiavano ad ogni soffio di bora.
I veneti quindi diedero il loro marchio al vitigno e diedero vita al Prosecco , vinificando in maniera eccelsa nel metodo Charmat.
Aggiungo però che ci fu , recentemente, una lunga diatriba fra i veneti e i friulani perchè Prosecco e dintorni potessero fregiarsi di nuovo del nome “prosecco” per i vini prodotti in casa propria.
Invece Antinori…prende il Barolo piemontese e ne fa un vino toscano ,… così si dice al di là della Manica, dove tutto sanno!
Caro Peter, invece di dire sciocchezze enologiche in inglese, perchè non ci illumina in italiano sulle paturnie della sua cara Regina che trema e piange per paura di perdere le cornamuse scozzesi e relativo petrolio, con pericolosi restringimenti della sua preziosissima sterlina?
Sylvi
x Sylvi e Caino
Che suoli diversi producano vini di qualita’ diverse mi pare ovvio, e dipende anche dal clima, etc etc.
Ma che la ditta Antinori non possa produrre Barolo o che lo chiamino cosi’ per sbaglio, andate a raccontarlo ai polli.
Del resto, con gente come voi non ci si puo’ mettere d’accordo su neanche che giorno sia. Ricordo una accesa discussione anni fa sul fatto che secondo la ‘illuminata’ Sylvi il mascarpone non sarebbe neanche un formaggio.
Diciamo che il Barolo toscano, sia pure di nome per fare contento CC,
lo preferisco di gran lunga a quello originale piemontese, che pure ho provato. Come del resto preferisco il whisky irlandese a molti Scotch…sempre magna cum parsimonia bibendo.
Uroburo, comunque, aveva solo detto che gli Antinori sono toscani, ma io non avevo mai detto il contrario. Ed ho dimostrato che producono ottimo Barolo, cosa negata invece da lui.
La sterlina, cara Sylvi, la perderanno o perderebbero gli scozzesi.
La perdita degli scozzesi non turberebbe di molto la sterlina…
Peter
Infatti i separatisti scozzesi vorrebbero sia la monarchia che la sterlina.
Gli inglesi gli hanno detto manco per tutto il whisky originale dellaCaledonia, almeno per quanto riguarda la sterlina.
Invece toccherebbe a voi della UE mantenere le provincie scozzesi meno sviluppate, diciamo cosi’ un po’ brutalmente.
Eh eh eh.
Peter
x Peter
Abbiamo capito: lei usa mangiare prosciutto crudo americano “Daniele” ; scagliette di Parmesan di dubbia provenienza, croccante di sabbia ai denti; accompagna il tutto con “Barolo toscano”, ( altro che in modica quantità, a garganella!) , si rifà la bocca con uno schifosissimo caffè da sciacquatura di piatti, e infine, mentre sorseggia un litro di improbabile whisky della Caledonia, ( gli scozzesi vi metteranno a stecchetto), capacissimo di vantarsi di saper tutto sulla cucina italiana!
Nessuno oserà più dire che lei non si è integrato perfettamente nella sua nuova Patria! Gusti culinari compresi!
Ps: Leggo che il Pil pro capite della Scozia, con petrolio compreso, è di £ 26.424, mentre il Pil della GB è di £ 22.336.
Lo scozzese con la cornamusa si farà un baffo della sterlina e della Regina!
Non ci resta, a noi europei, che sperare che la Scozia vinca il referendum, e che l’Inghilterra se ne vada dall’Europa al più presto con il referendum già previsto dal vostro Cameron, se nel frattempo non si sarà dimesso.
eh,eh,eh.
Sylvi
x Sylvi
Parli per i suoi parenti sparsi in giro.
A me il prosciutto crudo non piace, il parmigiano e’ ok importato, bevo ottimo caffe’ francese, tostissimo, ottimo Barolo lo provi se ha ancora le gemme gustative integre, e come dicevo trovo ottimo il whisky irlandese, apprezzato persino da molti scozzesi.
Con un populus di appena 5 milioni, voglio vedere se il PIL scozzese non supera il resto del paese. Ma bisogna vedere come e’ realmente distribuito…e come sara’ tra un anno con la Scozia fuori dalla sterlina e da GB. Se davvero saranno tanto pazzi da farlo.
Guarda caso, UE non ne vuole sapere di accogliere la ‘ricca’ Scozia, come mai?!
Peter
Il prosciutoo “Daniele” Americano e’ ottimo, Vlado Dukcevich era amico di famiglia….ecco la storia:
Daniele, Inc. – Company History – Maker of Prosciutto and other Italian Curred Meats – Pascoag Rhode Island
http://www.danielefoods.com/pages/cfDanieleFoodsHistory.cfm
Il Parmgiano Reggiano proviene dall’Italia ed e’ costoso, e’ il mio spuntino preferito coc un paio di grissini.
Anita
x Anita
Ok ma il prosciutto crudo fa ‘cosare’.
Attenta che se tocchi a certi i loro baluardi culinari gli spuntano ‘le corna’, se mi intendi.
Ciao, Peter
DANIELE CHIIII.?….
Ahhh il profeta,, non il santo
Egr sig Sylvi,
non si rammarichi, nel mio ultimo viaggio in groenlandia ho assaggiato ottimi scampi allabusara made in England, appena pescati , in scatola , da inuit ,sotto i ghiacci, ottimamente conservati, dopo la traversata dell’ atlantico.
Conditi con grassodi foca, sono ottimi
Cosa vuole …ognuno e’ quellochemangia
Mi rivolgo a Uroburo, ma anche a Caino, che mi capiscono.
Ho messo in Bormioli 60 kg di pomodori, pelati e puliti, lasciando solo il filetto, uno ad uno a freddo.
Scottati i filetti per evaporare l’acqua e conditi con solo basilico.
Caro Uroburo, esiste il “maniaghesino” tipico coltelletto di Maniago
a mezza luna con il filo interno. Meraviglioso per togliere il cuore amaro del pomodoro. Così ho fatto presto.
I pomodori nostrani quest’anno, dato il meteo, non erano ben maturi e carnosi, perciò mi sono rivolta al mio ortolano pugliese che me li ha procurati.
Ne ho ordinati ancora 20 kg che in settimana sistemerò.
Alla sera, in cucina, mentre do qualche occhiata alla tv, finisco il lavoro.
Noi, al contrario del nostro anglo non più puglio, amiamo fare onore alla cucina italiana che cura soprattutto la qualità e la provenienza.
Naturalmente molti i vasi non hanno fatto in tempo a raggiungere la cantina che già avevano preso il volo, soprattutto verso Trieste!
I triestini amano molto i prodotti genuini del “contado”!
Ieri sera avevo a cena “mio compare” ( testimone alle nozze- tradotto in inglese) che cura per passione , da anni , cr 300 ulivi e che porta le olive a un piccolo consorzio artigianale a S.Daniele .
Ne ricava pochi ettolitri di olio lavorato meccanicamente a freddo di grande qualità; quel poco che porta a me lo uso unicamente per le bruschette e per condire il riso in bianco.
Da alcuni anni i terreni non vocati a vigneto si sono trasformati in uliveti. Molti, anche giovani, anche laureati, tornano alla terra.
Che non sia un segnale positivo? Pare che la laurea non sia in antitesi con un lavoro di creatività come il contadino meccanizzato! Anzi!
Ma forse due lauree migrate in Inghilterra fanno come una laurea di un contadino friulano??? Mah!
Sylvi
x Sylvi
Ha ragione, per capire lei occorrono qualifiche che io certo non possiedo.
Mi rechero’ in Italia tra breve, faro’ da scorta ad un gruppetto di britannici curiosi. Volevano visitare Trieste, io li ho sconsigliati, chissa’ poi perche’…
Conosco friulani laureati in scienze agrarie che fanno appunto cio’ che ha detto, coltivano la terra natia…
Eh si’, oggi per vangare e zappare occorre la laurea. E per usare un trattore ce ne vorra’ sicuramente un’altra in ingegneria…
Peter
x Peter
Lei conosce friulani laureati in scienze agrarie???
…Ma vada a contarlo a Giona che ‘l iera mona!…
E il suo finale di post la dice lunga sulla sua mentalità e sulla qualità dei suoi studi accademici.
E soprattutto sulla sua visione moderna del futuro!!!
Mia zia di 96anni è decisamente più all’avanguardia!
Ha fatto benissimo a sconsigliare una visita a Trieste ai suoi amici. Se sono come lei…Trieste ha tutto di guadagnato!
Sylvi
Ad Anita risponderò più tardi perchè merita una risposta seria!
Sylvi
cara Anita,
da un po’ non ci scriviamo. Spero tu stia bene in salute e umore.
Io ho doloretti qua e là, poi se leggo Peter, mi cascano anche le braccia!
A proposito del prosciutto Daniele avrei qualcosa da chiarire:
sarebbe interessante sapere da dove esattamente proviene la famiglia del vostro amico Dukcevich; dalla finale di cognome si direbbe istriano, perciò lui potrebbe aver saputo di prosciutto istriano, non sicuramente di S.Daniele del Friuli che è tutta un’altra cosa, per ambiente, per grandezza della coscia suina, clima e tempi di stagionature e trattamento salino.
Perciò io credo che non fosse giusto nè corretto che il suo prosciutto lo chiamasse Daniele. Potrei dire che è la stessa cosa di Antinori che chiama Barolo un vino che non è di origine toscana, anche se prodotto in Toscana.
Il prosciutto di S.Daniele, rigorosamente di cosce suine del nord Italia, viene stagionato nel microclima di S.Daniele e dintorni.
E’ morbido e dolce.
E soltanto lì, tra le colline e il Tagliamento lo lasciano lentamente “maturare”.
Il prosciutto istriano, peraltro molto buono , viene dapprima asciugato a Sauris, in montagna, poi definitivamente stagionato esposto alla bora; risulta più secco e saporito, e sa anche dei sapori del mare con cui è a diretto contatto.
La storia del prosciutto di S.Daniele risale a molto prima del Medioevo; scrivo a memoria.
So che S.Daniele riforniva il Sacro Romano Impero e poi Venezia… e ovviamente il Patriarca di Aquileia, che dei fichi d’India non sapeva che farsene!
Allora il prosciutto istriano era prodotto in modestissime quantità, praticamente a uso domestico.
Perciò non è corretto scrivere che:
-They are among the first to build a dry-curing plant in the northeastern Italy region of Trieste.-
Le tecniche di conservazione erano ampiamente conosciute negli anni ’40.
Il vostro amico ha sicuramente avuto intelligenza, spirito di iniziativa, capacità imprenditoriali…ma ha copiato quello che già era ampiamente conosciuto, compreso il nome Daniele.
Ciò non gli avrà impedito di fare un buon prosciutto americano, con suini americani e tecniche di stagionatura americani.
Oltrettutto non so come sono fatti i suoi prosciuttifici, come sono le griglie di aerazione ecc. ecc. e sono cose importanti.
Insomma, sono due cose diverse.
Sarei però molto curiosa di assaggiarlo!
un abbraccio
Sylvi
‘Rigorosamente di cosce suine del norditalia’.
Ah be, di sicuro quelle non vi mancano…
Ma chi le scrive i testi a questa, un certo Gabibbo?!
Chissa’ poi da cosa misurerebbe le qualita’ accademiche altrui, una che sa appena leggere e copiare….specie se vi trova abbondanza di punti esclamativi, aggiungiamo.
Peter
So che, mentre al sud Italia si possono trovare in abbondanza cosce di molte specie, …quelle suine scarseggiano.
Invece di cosce suine, ovine ed equine, anche bipedi, in Albione se ne trovano a bizzeffe, ma non servono per i nostri rinomati prosciutti.
Quella del Gabibbo non l’ho capita, troppo intellettuale !!!
Degna delle sue qualità accademiche!!!!!!!!!!!!!
buonanotte
Sylvi
‘Quelle suine scarseggiano’
Appunto, mentre da voi abbondano…e non certo solo quadrupedi.
Mi pareva fosse chiaro…ma il colesterolo suino le obnubila i pochi pertugi cerebrali rimasti.
Peter
x Sylvi
Cara Sylvi, non posso ancora scrivere a lungo…col ‘ collare ‘ mi arrangio un pochino.
Sul link ci sono diverse cose da cliccare…forse anche brevi video dove Vlado descrive la stagionatura dei prosciutti.
La ragione per cui hanno scelto questo piccolo Stato ed in particolare Burrillville e’ per il clima, molto simile a quello di San Daniele.
Credo che il San Daniele abbia un profumo piu’ invitante, almeno cosi’ mi ricordo.
Negli USA il prosciutto crudo Italiano non vende molto, e’ troppo costoso, si trova generalmente sotto le Feste Natalizie.
Parlo in generale…in Providence c’e’ un gran negozio di specialita’ Italiane…tutto importato, ma il Daniele nostrano non manca ed il prezzo non scherza.
I genitori di Vlado erano rifugiati Croati.
Croatian refugees, Stefano Dukcevich and his wife, Carolina.
I figli di Vlado mandano avanti la ditta. Vlado fu in un incidente automolistico molto serio, cosi’ passo’ le redini ai figli…ma sempre sotto i suoi occhi.
Ormai sono in un mercato globale…ecco perche’ ho scritto: “….era amico di famiglia.”
Ti abbraccio,
Anita
x Anita
Ma certo, S.Daniele, nella fossa dei leoni, aveva un tale olezzo che persino i leoni se ne stettero alla larga. Potenza di non essere avvezzo a lavaggi piovani, lacustri o di diluvi universali che si era perso per essere nato troppo tardi.
Abitudine passata poi ai maiali o suini che abbondano in certe patriarcate valli.
Ergo, il prosciutto che dici ha un ‘profumo’ piu’ invitante, ma bisogna vedere per chi…
Peter
Da cui il nome…
Sillogismo per sillogismo, e senza spreco di punti esclamativi volgari e pleonastici. La verita’ si impone da se’…eh eh eh.
Peter
Olezzo profumo tipico che emana dai venti di Albione , quando spingo verso Sud.
Ne sanno qualche cosa i cuguni frsncesi, echi se ne hanno perfino nelle valli alpine quando il Phon spinge.
Al centro poi si mischiano conquelli provenienti dalle puglie.
ma non dica cugunate, prego….che abbassa davvero troppo il livello di codesto sito.
Poi veda caro, i ‘cuguni’ francesi o piemontesi o ottentotti, sempre cuguni sono e quindi meglio starne alla larga.
Peter
In merito alle insinuaxioni veda benr mio caxo di nonargomentare inmateria perprimo, poiche’ viste le cosce dimaiale et affini le potra apparire strano ma a me argomenti inmateria nlnmancano di certo e soloquestione di tempistiche
Capisco. Defe afere un compiute fiatta….
Mi manti una cardolina che forse arriva prima.
Peter
Ecco perche’ quella dice sempre ‘mandi, mandi!!!!! ‘
Fiatte, fiatte, fiattene una ragione se no surgere il pollice
E’ acclarato che il numero di lauree conseguite (al Sud!)
è inversamente proporzionale alla raffinatezza e alla eleganza e alla signorilità degli argomenti trattati!
Sylvi
x CC
Si faccia piuttosto lei una ragione del suo ‘calcolatore’ a scartamento ridotto, caro.
Anche se i suoi argomenti certo non ne risentono.
Saluto
Peter
Invece dalle sue parti sono direttamente proporzionali ai suini allevati amorevolmente, per cui certo si sprecano. Come i prosciutti.
Non ci sara’ modo di ‘acclararlo’, ma lei certo merita una laurea honoris causa. In gabibbologia.
Saluti
Peter