Perché la stampa nasconde che l’esercito israeliano nel cercare i tre ragazzi scomparsi ha ammazzato altri 7 palestinesi, compresi 2 bambini, e ne ha feriti altri 118?

LETTERA AL SINDACO DI ROMA INVIATA DA ASSO-PACE-PALESTINA

Caro Sindaco,

Le scriviamo in merito alla sua decisione di esporre pubblicamente nella piazza del Campidoglio le foto dei tre giovani coloni israeliani misteriosamente scomparsi in Cisgiordania, nella zona C controllata dall’esercito israeliano. Come lei, anche noi di AssoPacePalestina speriamo che questi ragazzi ritornino al più presto sani e salvi alle loro famiglie. Vorremmo però cogliere l’occasione per richiamare alla sua attenzione  la violenza della rappresaglia con cui l’esercito israeliano ha deciso di colpire, indiscriminatamente, un intero popolo – quello palestinese -causando, ad oggi, 7 morti, 118 feriti e 471 arresti, distruzione di infrastrutture, restrizione totale della libertà di movimento, invasioni di migliaia di soldati nelle città palestinesi autonome. Una punizione collettiva, in violazione della legalità. Internazionale. che fa il pari con la detenzione di più 5.700 prigionieri palestinesi, tra loro membri del Parlamento, uomini,minorenni,donne di cui ad oggi più di 200 in detenzione amministrativa.

Mentre non sappiamo nulla dei ragazzi israeliani, sappiamo già che Ahmad, 20 anni, Mohammed, 14 anni, Ali, 10 anni,  Mustafà, 22 anni, Mahmoud, 30 anni,  Jamal, 60 anni, e  ancora Ahmad, 27 anni, non torneranno più: pallottole israeliane gli hanno fermato il cuore. Continua a leggere

Naturalezza e finzione

Qualunque ripresa televisiva o cinematografica o anche solo amatoriale, con una propria videocamera, rende automaticamente innaturale qualunque scena, a prescindere dal fatto che uno sappia o no di stare recitando una parte. Chi sa d’essere ripreso non può fingere di non saperlo e chi viene ripreso senza saperlo rende innaturale la visione da parte dello spettatore, che assomiglia a una sorta di “guardone”.

Quindi quanto più l’attore si sforza di apparire naturale, tanto più mente. Sforzarsi d’apparire naturali è indubbiamente una contraddizione in termini, eppure è la prima cosa che chiedono i registi. Per essere convincenti, non bisogna far vedere che si sta recitando.

Ancora oggi apprezziamo la naturalezza di una recitazione, anche se preferiamo che sia almeno sufficientemente realistica la storia rappresentata. Non storciamo più il naso quando vediamo che gli attori vengono presi dagli ambienti o dalle situazioni che il regista vuole rappresentare: siamo disposti a chiudere un occhio quando manca una particolare professionalità, a condizione però che la vicenda sia credibile. In tal caso gli attori saranno bravi nella misura in cui sapranno recitare se stessi.

Certo è che, essendo abituato alla finzione scenica, il pubblico stenta a credere nella naturalezza di ciò che vede. L’unica naturalezza possibile sembra essere diventata solo quella che si osserva de visu, cioè in prima persona, senza artifici meccanici, digitali, scenici o recitativi. Il fatto è però che non esiste alcun criterio probante in grado di garantire tale naturalezza. Chiunque può recitare senza essere un attore e oggi sembra che lo sappiano fare tutti.

La verità non è mai un’evidenza che possa essere facilmente constatata. Non può esserlo proprio perché l’essere umano è libero di natura. Cioè deve essere lasciato libero di credere o di non credere in ciò che vede, in ciò che vive.

Bisognerebbe quindi evitare che uno facesse l’attore, per il suo stesso bene, oltre che per quello del pubblico. Infatti, quando uno si abitua a mentire, non può sperare d’essere creduto se dice la verità.

Nell’antichità mettevano una maschera sul volto degli attori. In questo modo si dava più risalto a ciò che dicevano che non al modo. E poi ciò che dicevano, nella sostanza, lo si conosceva già. Si raccontavano storie che facevano parte del background culturale del pubblico e degli stessi attori e autori. La tragedia o la commedia si poneva solo come variazione di un tema già noto. La recitazione era certamente importante, ma non più della storia o del mito da raccontare. Dietro una maschera vi poteva essere chiunque. Nel mondo greco persino le parti femminili erano recitate dagli uomini.

Oggi invece è il volto stesso che deve diventare una maschera. Per essere credibili ci si deve spersonalizzare dentro, nell’animo. Si deve essere totalmente indifferenti ai sentimenti, alle passioni, alla verità. Tutto va recitato con la massima disinvoltura, che, in tal caso, coincide con la massima finzione. Bisogna essere buoni o cattivi, sinceri o ipocriti con la medesima naturalezza.

All’attore si chiede d’essere alienato come un folle. Il problema è che alla fine lo diventa davvero. A forza di recitare col proprio volto, con la propria persona una qualunque parte, uno non sa più chi è. Ciò che un regista considera talentuoso o pregevole, diventa quanto di più innaturale vi sia.

Una volta si chiedeva all’attore, per poter sembrare naturale, di non guardare mai la telecamera. Oggi invece i politici pretendono d’essere naturali proprio mentre la guardano fissi, e la telecamera può essere anche una sola, posta davanti a loro. E la naturalezza sta nel fatto che parlano come se fossero in casa di chi li ascolta, come se avessero di fronte a loro un pubblico in carne e ossa.

Il politico diventa regista e attore di se stesso. Può anche avvalersi di uno staff di psicologi della comunicazione e fare della propria vita politica un film. Negli Usa si è così abituati alla finzione, che appare del tutto normale che un attore possa diventare governatore di uno Stato o addirittura presidente della nazione. Ed è del tutto naturale che un presidente parli come un attore.

Che reazione può avere un pubblico quando per molto tempo viene abituato a credere che non esiste differenza tra verità e finzione? I nazisti dicevano che quante più volte si ripete una menzogna, tante più possibilità vi sono che il pubblico vi creda.

Oggi invece il potere costituito preferisce che il pubblico non creda ad alcunché in particolare. Infatti, se tutto è relativo, nessuno può pretendere di avere la verità, quindi il potere diventa inattaccabile.

Chi dispone dei mezzi comunicativi può davvero fare quello che vuole: può facilmente mettere nella condizione di non essere credibile anche chi contesta il sistema con tutte le ragioni più giuste di questo mondo. Se si è abituati a non credere più in nulla, al potere restano comunque in mano i mass-media, con cui può sempre scegliere il momento in cui dire che, per una determinata ragione, è ora di cominciare a credere in qualcosa.

Ecco perché i mezzi di comunicazione vanno tenuti spenti. Ecco perché gli uomini devono tornare a frequentarsi di persona, ricostruendo una reciproca fiducia.

Manca un Roosevelt europeo: anziché varare un nuovo New Deal, nel Vecchio Continente si pensa solo alle banche e alla bassa inflazione

L’alternativa è tra un New Deal e il Quantitative Easing

Mario Lettieri* Paolo Raimondi** *Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista

Come da noi evidenziato, nel recente passato il governatore Mario Draghi nella sua ultima conferenza stampa mensile di fatto ha affermato che il Quantitative easing “all’europea” è pronto per essere messo in campo. L’abbassamento allo 0,15% del tasso di interesse, il tasso negativo di – 0,10% per i depositi overnight fatti dalle banche presso la Bce e i 400 miliardi di euro di nuova liquidità alle banche che concedono prestiti a imprese e famiglie, non sono altro che il corollario delle prossime mosse che prevedono l’utilizzo di “strumenti non convenzionali”, come l’acquisto diretto da parte della Bce di asset backed security, titoli cartolarizzati basati su prestiti fatti al settore privato dell’eurozona.

Consapevole del ruolo nefasto che certi abs, soprattutto quelli legati al settore immobiliare, hanno avuto nello scatenare la crisi finanziaria americana nel 2007-8, Draghi ha voluto sottolineare che, tenuto conto delle nuove regole in discussione sui derivati finanziari, gli abs in questione dovranno essere “semplici, perciò non Cdo complessi, reali, cioè basati su prestiti veri e non su derivati, trasparenti, e quindi comprensibili per i sottoscrittori”. La Bce quindi si sforza di spiegare che l’operazione sarà differente da quelle finora fatte negli USA, in UK e in Giappone, in quanto non si acquisteranno titoli di stato bensì si cercherà di facilitare la concessione di prestiti all’economia reale da parte delle banche. Continua a leggere

A proposito di sbarco in Normandia e Seconda Guerra Mondiale: la raccapricciante ferocia di vincitori, vinti e sopravvissuti

http://www.europaorientale.net/sir_liberatori.htm Ovvero, “chi è senza peccato scagli la prima pietra”. Che anche in questo caso nessuno potrebbe scagliare.

Interessante il passo dove si ipotizza che i bombardamenti incendiari terroristici sulle città tedesche erano un monito di Churchill all’Unione Sovietica. Che da quel tipo di bombardamenti avrebbe subìto danni ancora più atroci a causa dell’infinità di case in legno, come in effetti è capitato al Giappone prima dell’Olocausto Nucleare di Hiroshima e Nagasaki.

Dall’analisi dei fatti appare chiaro che gli inglesi se avessero avuto le atomiche le avrebbero sicuramente sganciate sulla Germania, oltre che sulla Russia in caso di immediata prosecuzione della guerra contro l’Unione Sovietica. Idem per quanto riguarda gli Usa nei confronti della stessa Russia se la guerra fosse proseguita contro quella che al momento era un’alleata contro l’asse Roma-Berlino-Tokio.

Borse sopravvalutate. Cresce il rischio di un nuovo crack

Borse sopravvalutate. Cresce il rischio di un nuovo crack

di Mario Lettieri* Paolo Raimondi**

La grande finanza internazionale si affanna ad interpretare le future mosse di politica monetaria della Bce. Secondo molti “analisti-indovini”, il governatore Mario Draghi nella sua ultima conferenza stampa mensile avrebbe fatto capire che forse a giugno abbasserà ulteriormente il tasso di interesse. Attualmente è fissato a 0,5%. Probabilmente, come in più occasioni evidenziato anche da noi, sotto la pressione della Federal Reserve e di certi settori del mercato, Francoforte potrebbe anche lanciare una specie di quantitative easing – acquisto di titoli stampando soldi – per far salire il tasso di inflazione. Continua a leggere