Santificazioni frettolose e stitichezza nei miracoli
Ora che è passata l’eccitazione per la grande festa della santificazione di due Papi, Giovanni Paolo II, al secolo Karol Wojtyla, e Giovanni XXXIII, al secolo Angelo Giuseppe Roncalli, vale la pena di fare qualche considerazione in più. Nei giorni scorsi è stata avanzata qualche timida riserva e critica per la santificazione di Wojtyla a causa di alcuni suoi comportamenti poco commendevoli, ma ne sono stati dimenticati vari altri decisamente più gravi. Andiamo per ordine.
Sono stati dichiarati santi due papi talmente diversi tra loro da essere uno agli antipodi dell’altro. Wojtyla ha letteralmente demolito le innovazioni apportate alla Chiesa da papa Roncalli con la convocazione del Concilio Vaticano II, grande sforzo per tentare di portare la Chiesa nella realtà moderna. Sforzo che ha compreso la sorprendente apertura verso l’est europeo, il blocco allora comunista guidato dall’Unione Sovietica, e verso lo stesso Partito Comunista Italiano. Tant’è che Giovanni XXIII è passato alla storia come “il Papa buono”, espressione popolare nata spontaneamente e che di fatto significa anche che gli altri Papi buoni non erano o non lo erano e non lo sono abbastanza.
Wojtyla invece non sarà certo ricordato come Papa buono, quanto invece come il pontefice che ha demolito il Concilio Vaticano II, cioè l’intera opera di quel suo predecessore, e ingaggiato una lotta senza quartiere e con modi fin troppo disinvolti contro l’Unione sovietica e il comunismo fino a contribuire in modo determinante alla loro scomparsa. Tutto ciò ha portato il teologo Hans Küng a scrivere nel 2011 un libro intitolato significativamente “Karol Wojtyła, Il grande oscurantista”.
Wojtyla ha stroncato la “teologia della Liberazione”, che tante speranze aveva acceso nell’America latina, e finanziato con soldi di provenienza malavitosa la lotta contro i movimenti che lottavano contro i regimi reazionari e contro i regimi golpisti della stessa America latina appoggiati o fatti nascere dagli Stati Uniti. “Guai ai sacerdoti che fanno politica nella Chiesa!”, tuonò nel 1979 lo stesso Wojtyla il cui pontificato sarà caratterizzato dalla politica, con una strategia dispiegata senza sosta e con energia. Nel ’79 quel duro monito del Papa era riferito soprattutto ai sacerdoti che in Sud America contrastavano le dittature militari, in particolare a monsignor Oscar Romero, da tempo nel mirino della giunta militare di San Salvador perché ne denunciava pubblicamente le atrocità. Nell’’80 don Romero mentre celebrava una messa sarà fulminato da un cecchino.
Il 4 marzo 1983 Wojtyla, nel corso di una visita pastorale in cinque Paesi dell’America latina, atterrò all’aeroporto di Managua, capitale del Nicaragua governato dalla giunta sandinista, di sinistra, regolarmente eletta e impegnata in un vasto programma di riforme a favore della popolazione povera. Della giunta facevano parte cinque sacerdoti e membri di ordini religiosi cattolici. Tra questi, il frate trappista Ernesto Cardenal, ministro della Cultura, che si inginocchiò mentre il papa si avvicinava e gli prese la mano per baciarla. Wojtyla però la ritrasse di colpo, alzò minacciosamente l’indice sinistro e paonazzo gridò a Cardenal:
“Dovete mettervi in regola con la Chiesa, dovete mettervi in regola!”.
Dopodiché passò oltre ignorandolo completamente. Quattro anni più tardi lo stesso Wojtyla volerà in Cile e sdoganerà il dittatore Pinochet, capo di una giunta sanguinaria, affacciandosi al balcone con lui per salutare la folla.
Nonostante abbia riportato indietro le lancette dell’orologio della Chiesa, Wojtyla passa per un suo modernizzatore: ma solo perché ha saputo usare abilmente l’approccio con i mass media e il feeling con i giovani, in particolare con quelli di Liberazione e Comunione, soprannominati enfaticamente “i papa boys”. Gli applausi dei mass media hanno però suscitato post mortem critiche al processo di beatificazione prima e di santificazione dopo, critiche per esempio espresse nel 2009 dal primate del Belgio ed ex arcivescovo di Bruxelles, monsignor Godfried Danneelsed: “Questo processo sta procedendo troppo in fretta. La santità non ha bisogno di corsie preferenziali. E’ inaccettabile che si possa diventare santi o beati per acclamazione”.
Il teologo e padre conciliare Giovanni Franzoni quando il 7 marzo 2007 è stato ascoltato per l’iter della beatificazione di Wojtyla non ha avuto peli sulla lingua:
“Il pontificato di Giovanni Paolo II è costellato di decisioni sue, o di organi ufficiali della curia romana, in particolare della Congregazione per la dottrina della fede, che hanno in vario modo punito la libertà di ricerca teologica […] Quale che sia stato l’intimo convincimento della persona Wojtyla, è un fatto che le scelte del Papa hanno mostrato alla Chiesa un comportamento che indicava come nemici quanti e quante avessero opinioni teologiche diverse dalle sue”.
Per essere dichiarato beato è necessario avere accertato – sia pure con metodi di parte esenti da verifiche terze – che il candidato alla beatitudine abbia compiuto almeno un miracolo. Per essere dichiarati poi anche santo bisogna avere compiuto almeno un altro miracolo. Di solito si tratta di guarigioni “inspiegabili”, perciò ritenute appunto miracolose. Qui le osservazioni da fare sono due. La prima: anche se io guarissi da un male incurabile dopo avere pregato o visto in sogno il Tal dei Tali – o meglio quello che io penso sia il Tal dei Tali, ma che in realtà è solo un sogno o un frutto della mia immaginazione – come si fa a dire che a concedermi il miracolo è stato lui e non un altro santo, oppure il Padreterno o Cristo o la Madonna? Forse che questi ultimi tre hanno l’obbligo di avvertirmi che sono stati loro? Seconda osservazione: è mai possibile che una volta fatto il miracolo, magari anche più d’uno, per superare l’esame ed essere promosso beato o santo, il nuovo festeggiato agli onori degli altari sparisca e di miracoli non ne faccia più? Il solo Wojtyla di santi e beati ne ha proclamati quasi 2.000 ( http://www.vita.it/mondo/religioni/beato-giovanni-paolo-ii.html ), nei 27 anni del suo pontificato ha polverizzato qualunque record dei suoi predecessori: ha infatti elevato agli onori dell’aureola più di quanti ne abbiano elevati tutti i papi degli ultimi cinque secoli! Ognuno promosso da Giovanni Paolo II all’aureola grazie a un miracolo per diventare beato e almeno un altro per diventare santo. Domanda: come mai di questi quasi 2.000 nuovi beati e santi wojtyliani non risultano nuovi miracoli dopo la promozione? Sembra quasi che si comportino tutti come quegli studenti svogliati che una volta superati a fatica gli esami per un diploma non sanno poi che farsene del “pezzo di carta”, motivo per cui lo appendono al chiodo. Stitichezza nei miracoli.
Nota non solo di colore. A prendere l’iniziativa per la proclamazione di un nuovo beato o santo sono di solito i suoi compaesani, amici, ammiratori e compatrioti. E’ vero che l’iter, piuttosto lungo, per arrivare alla proclamazione non è però gratuito? E’ vero che le spese le devono pagare coloro che hanno proposto il nuovo candidato? Ed è vero che in totale la spesa media ammonta a non meno di un milione di euro di oggi? Se così fosse, Wojtyla avrebbe fatto incassare al Vaticano poco meno di due miliardi di euro. Cifra di tutto rispetto.
Nei quattro secoli tra il 1588 e il 1988 sono stati creati 672 nuovi santi. Nessuno sa con precisione a quanto ammontino esattamente le migliaia di santi della Chiesa, l’unica cosa certa è che sono migliaia. Come mai non fanno più miracoli o se li fanno lo fanno col contagocce? Strano: il numero dei santi aumenta, ma non quello dei loro miracoli. Questa avarizia, decisamente poco santa, è davvero inspiegabile. E suscita non poca amarezza.
Ma veniamo a Wojtyla. Le cose poco commendevoli e per nulla degne di un santo o anche solo di un beato che gli si possono rimproverare sono varie. Qualcuno ha accennato alle sue responsabilità per il silenzio del Vaticano di fronte ai magistrati italiani impegnati a indagare sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, avvenuta il 22 giugno 1983, cioè sotto il suo pontificato. Il problema però non è solo l’ostinato silenzio vaticano dal sapore spiacevolmente omertoso. La responsabilità principale sono i ben otto appelli pubblici lanciati da Wojtyla a partire dal 3 luglio ’83 – meno di due settimane dopo la scomparsa – per avvalorare la pista del rapimento quando non c’era assolutamente nulla per sostenerla. Tant’è che il magistrato, Margherita Gerunda, era convinto si trattasse del purtroppo solito caso di violenza sessuale finito tragicamente. Le indagini venivano infatti condotte dalla squadra della questura di Roma che si occupa di omicidi. Se Emanuela fosse stata davvero rapita e fosse stata quindi ancora viva, con quegli appelli Wojtyla rischiava di spingere i rapitori a disfarsene. O liberandola o sopprimendola. E’ un fatto che non è stata liberata.
In ogni caso, quegli appelli hanno spinto le indagini sul binario morto del “rapimento”: vestito da rapimento politico prima, cioè per barattare la liberazione di Emanuela con quella di Alì Agca, il turco che nell’’81 aveva sparato a papa Wojtyla in piazza S. Pietro senza però riuscire a ucciderlo; e vestito da rapimento malavitoso dopo, come strumento della malavita forse non solo romana per farsi restituire i soldi prestati a Wojtyla per finanziare l’anticomunismo non solo nella natia Polonia, a favore del sindacato clandestino Solidarnosc. Come è ben noto, in ormai 31 anni di indagini condotte sulle piste del rapimento non s’è cavato un ragno dal buco.
Più di un giornale ha ricordato le disavventure giudiziarie del Banco Ambrosiano, fallito perché l’allora suo amministratore delegato Roberto Calvi, finito “suicidato” a Londra, aveva prestato una montagna di miliardi di lire al papa, tramite la banca vaticana IOR, per finanziare le attività anticomunista non solo in Polonia. Su questa faccenda è meglio essere più precisi.
La Corte d’Assise d’Appello di Roma nella sentenza del maggio 2010 sull’omicidio di Roberto Calvi ha scritto:
“Cosa Nostra impiegava il Banco Ambrosiano e lo IOR come tramite per massicce operazioni di riciclaggio. ll fatto nuovo emerso è che avvenivano quanto meno anche ad opera di Vito Ciancimino oltre che di Giuseppe Calò”. Chi sono Vito Ciancimino e Pippo Calò? Il primo è stato il sindaco mafioso di Palermo, protagonista della famosa trattativa Stato-mafia. Il secondo è passato alla storia come il cassiere della mafia utilizzato per il riciclaggio.
Dopo la Corte d’Assise d’Appello, il sostituto procuratore Luca Tescaroli: nel 2012 ha dichiarato che lo IOR
“ha avuto precise responsabilità in alcuni eventi e fra questi anche l’omicidio del banchiere Roberto Calvi”.
Ma per il papa che nel 1993 aveva sfidato la mafia lanciando ai mafiosi l’invettiva “Convertitevi!” Tescaroli ha in serbo un’accusa decisamente scomoda, riportata nel libro “Wojtyla segreto” dei giornalisti Giacomo Galeazzi e Ferruccio Pinotti:
“Se Calvi avesse messo in atto il manifestato proposito di riferire quanto a sua conoscenza, avrebbe svelato il canale di alimentazione del Banco ambrosiano, rappresentato dalle risorse finanziarie provenienti da Cosa nostra, e la destinazione dei flussi di quel denaro, ivi compresa quella del finanziamento del sindacato Solidarnosc (di cui ha parlato Salvatore Lanzalaco), e ai regimi totalitari sudamericani (ai quali fece espresso riferimento Calvi in alcune lettere dallo stesso sottoscritte). Finanziamento attuato nell’interesse di una più ampia strategia del Vaticano, volta a penetrare nei paesi comunisti dell’Est europeo e a congelare l’avanzata comunista nell’America Latina. Cosa nostra e, certamente, Calò non potevano accettare che emergesse e venisse rivelata agli inquirenti quella tipologia di attività illecita, volta a far convogliare flussi di denaro mafiosi in quelle direzioni, e l’attività di riciclaggio che attraverso il Banco ambrosiano veniva espletata”.
I soldi a Solidarnosc arrivano a palate fin dal 1980, anno della sua nascita, con il beneplacito della loggia massonica segreta P2, come ha chiarito il boss della P2 Licio Gelli:
“Nel settembre 1980 Calvi mi confidò di essere preoccupato perché doveva pagare una somma di 80 milioni di dollari al movimento sindacale polacco Solidarnosc, e aveva solo una settimana di tempo per versare il denaro”.
Come è ben noto, il fiume di quattrini dati da Calvi per supportare la politica interventista di Wojtyla non è stato più restituito, tanto che il banco Ambrosiano fallì e Calvi finì “suicidato”. E poiché l’alter ego vaticano del banchiere italiano era monsignor Marcinkus, dominus e angelo nero dello IOR, la magistratura italiana ne chiese l’arresto. Invano. Wojtyla non solo promosse Marcinkus anche governatore del Vaticano, ma con la scusa dei Patti Lateranensi gli permise infine di lasciare Roma nel 1997 e tornarsene negli Stati Uniti per trascorrevi una serena vecchiaia.
Partito Marcinkus, allo IOR la musica però non è cambiata. Per scrivere il libro “Vaticano Spa” il giornalista Gianluigi Nuzzi ha utilizzato l’archivio fornitogli dal sacerdote Renato Dardozzi, consigliere della Segreteria di Stato: migliaia di documenti segreti con i passaggi più imbarazzanti degli affari e intrallazzi dello IOR. Da tale banca è passata anche una robusta fetta della maxitangente Enimont (150 miliardi di lire, pari oggi ad almeno 150-200 milioni di euro), pagata dall’imprenditore Raul Gardini a politici e partiti dell’epoca.
In questi giorni è stata ricordata anche l’eccessiva indulgenza di Wojtyla verso Marcial Maciel Degollado, il fondatore dei Legionari di Cristo, istituzione molto apprezzata dal pontefice. Tanto che nel 1978 ha cestinato un esposto sui vizi di Maciel inviatogli da un dirigente dei Legionari di Cristo. Lo scandalo scoppierà comunque, quando nel 1997 molti ex Legionari accuseranno il fondatore del loro ordine di abusi sessuali. La benevolenza del pontefice verso Degollado non verrà però mai meno, Maciel infatti verrà sanzionato, blandamente, solo sotto il pontificato di Ratzinger.
Pochi sanno che nel 1989 i vescovi americani hanno spedito dal papa esperti di diritto canonico per chiedere di poter ridurre allo stato laicale i preti pedofili senza dover passare per l’apposito processo vaticano, ma la risposta di Giovanni Paolo II li lasciò gli inviati americani senza fiato: “No!”. E quasi nessuno sa che è stato Wojtyla a ordinare all’allora responsabile della Congregazione per la dottrina della fede, cardinale Ratzinger, di firmare e inviare nel 2001 ai vescovi di tutto il mondo il documento che imponeva di nascondere alle autorità civili qualunque caso di pedofilia del clero e anche di adescamento di adulti nel corso della confessione. Per quell’infelice ordine Ratzinger è stato in seguito accusato di ostruzione della giustizia da un magistrato del Texas. E si è salvato dal processo e dalla condanna solo perché, essendo nel frattempo diventato Papa e quindi capo dello Stato vaticano, l’allora presidente degli Stati Uniti, George Bush figlio, decise di concedergli l’immunità prevista per tutti i capi di Stato non in conflitto con gli Usa.
Stando così le cose, non sorprende che persino il Segretario di Stato del pontificato di Wojtyla, monsignor Angelo Sodano, nel giugno 2008 parlando della causa di beatificazione del pontefice si sia detto perplesso almeno riguardo “l’opportunità di dare la precedenza a tale causa, scavalcando quelle già in corso”.
Pare quasi che la fretta a dichiarare Papa Wojtyla prima beato e poi anche santo sia dovuta alla volontà di metterlo al riparo una volta per tutte da eventuali gravi accuse. E’ infatti evidente che lo studio approfondito del suo operato da parte di storici, giornalisti e altri investigatori potrebbe riservare delle sorprese. Anche sgradevoli.
I Papi finiranno con l’imitare gli imperatori romani che deificavano i loro predecessori?
caro Rodolfo,
vai in qualche canale regionale e potresti assistere alla sfilata delgi Alpini: giovani, meno giovani, vecchi, vecchissimi tutti insieme a dire: noi siamo sempre a disposizione della Patria.
Le nostre armi sono: onestà, laboriosità e solidarietà.-
Sul palco d’onore c’è Matteo Renzi, con il Ministro della Difesa, Serracchiani Governatore del Friuli e molte altre Autorità.
Il Presidente del Consiglio è stato colto da scroscianti applausi e da grida: Tieni duro!
Ma anche senza smancerie e lecchinaggi!
Naturalmente nei suoi ventanni di “regno” quello delle troiette non ha mai osato presentarsi. Gli Alpini sono persone serie, lo avrebbero accolto come si meritava!
Ma a sfilare invece con gli Alpini ci sono centinaia di Sindaci con la fascia. Uomini e donne che hanno il polso del loro territorio!
Una cittadina di 50mila abitanti come Pordenone è stata invasa da 400.000 persone e non un problema, non un disordine.
Domani tornerà ad essere pulita e silenziosa come prima.
Altro che i casini e i disastri delle partite di calcio!
Vai allora a vedere un’altra Italia, quella che fa ancora sperare e credere nel futuro.
Se tieni lo sguardo solo rivolto a Roma o a Milano non riuscirai a vedere l’altra Italia che esiste ed è viva e vegeta e ci rende ancora orgogliosi di essere italiani.
Sylvi
caro Caino,
i piemontesi, al solito, l’hanno fatta fuori dal vaso!
Un’alluvione!
La sez. di Ivrea poi…meno male che un po’ di canevesani sono rimasti a casa…altrimenti avremmo dovuto metterli a dormire anche nei pollai!
Sylvi
xSylvi151
In nessun paese del mondo esiste solo disonesta’… ozio e egoismo…
non ti preoccupare che ho gli occhi ben aperti…vedo anche una gioventu’ sana…anche qui in Germania…e naturalmente esiste anche in Italia..anche in Sicilia…anche a Palermo e a Napoli…ragazzi sorridenti…che nei miei viaggi vedo leggere libri…ragazzi dalle idee chiare….che lavorano…cosi come i miei figli…rispettosi dei pareri degli altri…ragazzi che hanno avuto dietro loro qualcuno…
“”””””gli uni pero’ non escludono gli altri”””””…e gli altri …quelli che attraverso i fanatismi…tutti i fanatismi…sportivi …religiosi o politiche…quelli che hanno scambiato i valori morali…quelli dalle spesse fettine di salame sugli occhi…incapaci di discutere ragionevolmente…quelli che hanno bisogno di un nemico per vivere…quelli ci sono ed esistono poco ma sicuro anche da voi.
Quel …NOI…NOI…NOI…e quel VOI…VOI…VOI non mi aggrada per niente.
Rodolfo
x C.G. #147
Si’, questo capita quando si va contro la corrente.
Sfortunatamente questo succede anche negli US, in particolare negli ultimi anni, la liberta’ di parola e di pensiero si va erodendo.
Anita
Auguri a tutte le mamme che frequentano questo blog!
x Rodolfo
Guarda che hai letto male! Leggi la punteggiatura e ti accorgerai che il NOI riportava le parole di TUTTI gli Alpini d’Italia, anche di quelli siciliani che hanno sfilato per primi, perchè la regola è: si comincia da quelli più lontani e si finisce con i più vicini.
Ma ciò che io intendevo è che individualmente si può essere onesti e per bene, ma se queste qualità non vengono messe a disposizione della Comunità…servono a ben poco.
Il volontariato gratuito degli Alpini, come corpo unito e compatto, ha permesso e permette a questa Nazione di non morire.
Un bravo ragazzo per conto suo non fa primavera!
Sylvi
Oggi ci sono l’elezione dei filo russi nelle zone est dell’Ucraina. Si può vedere questo processo democratico alla putinese. Le casse dove depositano le schede sono di plastica trasparente così tutti possono vedere come hanno votato non parlando degli uomini armati e MASCHERATI alle entrate. Insomma elezioni allo vecchio stile stalinista.
Viva la santa Russia putinese.
Grazie, caro Popeye!
Oggi ho ricordato con rimpianto le tante notti in bianco che ho fatto con i figli piccoli, le apprensioni nelle malattie, le ansie e le paure…
Ma avevo quasi quarantanni di meno e alle volte , ricominciando una nuova giornata, mi sentivo una leonessa!
Poi…quando i bimbi crescono…ehhh i dolori che ti schiantano possono essere dietro l’angolo!
Questione di destino!
Sylvi
x Popeye.
Tra pochi mesi il 40° anniversario del golpe fascista in Cile, un’altra “esportazione di democrazia” made in amerega.
Uno preso a caso, uno dei tanti per destabilizzare pesi che non si allineavano alla prepotenza e arroganza a stalle (stalle) e a strisce.
Faresti meglio a soffermarti sulle VOSTRE cancrene.
E si che ne avresti su cui soffermarti!
x Anita:
un conto è andare contro corrente, un’altro è quello di diffamare le persone. Ma per voi disastrati ddè destra il secondo caso rientra nella normalità delle cose.
C.G.
@Popey
Usa, i razzi nucleari si lanciano coi floppy disk. Con i (sicurissimi) pc degli anni 70
A controllare il decollo di Minuteman III, missile balistico intercontinentale, sono computer che acquisiscono i dati conservati su un dischetto da otto pollici di diametro. Alla base Warren Air Force la maggior parte di hardware e software risale a quarant’anni fa. E sono blindati dagli attacchi esterni di ROSITA RIJTANO
http://www.repubblica.it/tecnologia/2014/05/04/news/usa_i_razzi_nucleari_si_lanciano_coi_floppy_disk_con_i_pc_degli_anni_70-85226027/?ref=HREC1-26
Caro P. ho letto con interesse questo articolo, ma non ho appreso nulla che io comprenda. Tu come protagonista in questo tema, mi puoi raccontare cosa voleva far capire la R.R. con parole tue… grazie P.
F.
… e aggiungo,
se puoi raccontare (se puoi e vuoi) qualche anedotto vissuto in prima persona.
Sono curioso, le immagini dei racconti non si vendono al supermarket, di immagini da racconto, mio caro P.
F.
E oggi? Il Cile e’ il paese più stabile e produttivo di tutto il sud America. Poveretti!
Caro Faust,
I giornalisti quando non hanno altre notizie vanno in giro a trovare il pelo nell’ovo. La giornalista Leslie Stahl e’ una nota giornalista della sinistra. Non ha Bush per martellare e le notizie su Obama sono tutto al suo disfavore così va a pascolare in altri prati.
Non c’è niente di male con il floppy di otto pollici e i computer vecchi se sono sotto manutenzione. Personalmente ho avuto più problemi con le chiavette di memoria che con i vecchi floppy. Un altra cosa di prendere in considerazione che tutto il materiale usato dalle forze armate sono costruite con specificazione più’ ristrette di quelle venduto al pubblico. Come spiega l’articolo questi vecchi sistemi non sono collegati all’internet rendendoli sicurissimi. L’unica problema, indipendente dal sistema di lancio, è la comunicazione tra il personale che adesso stanno migliorando. Insomma un articolo che dice niente.
Ho un sacco di racconti che potrei fare come il caso che i nostri missili lanciate dalle nave per test distruggevano i drones che usavano per bersaglio. Questi drones costavano un sacco di soldi. Allora su richiesta dovemmo promaggare il missile a sfiorare il bersaglio e non distruggerlo.
Stammi bene e non ti preoccupare i missili quando necessario partiranno.
P.
Tra tante feste della mamma (non sempre, ma spesso e purtroppo, un fatto meramente commerciale) mi è capiatato di leggere una lettera scritta da un anziano padre al proprio figlio:
“Se un giorno mi vedrai vecchio: se mi sporco quando mangio e non riesco a vestirmi… abbi pazienza, ricorda il tempo che ho trascorso ad insegnartelo. Se quando parlo con te ripeto sempre le stesse cose, non mi interrompere… ascoltami, quando eri piccolo dovevo raccontarti ogni sera la stessa storia finché non ti addormentavi. Quando non voglio lavarmi non biasimarmi e non farmi vergognare… ricordati quando dovevo correrti dietro inventando delle scuse perché non volevi fare il bagno. Quando vedi la mia ignoranza per le nuove tecnologie, dammi il tempo necessario e non guardarmi con quel sorrisetto ironico ho avuto tutta la pazienza per insegnarti l’abc; quando ad un certo punto non riesco a ricordare o perdo il filo del discorso… dammi il tempo necessario per ricordare e se non ci riesco non ti innervosire: la cosa più importante non è quello che dico ma il mio bisogno di essere con te ed averti li che mi ascolti. Quando le mie gambe stanche non mi consentono di tenere il tuo passo non trattarmi come fossi un peso, vieni verso di me con le tue mani forti nello stesso modo con cui io l’ho fatto con te quando muovevi i tuoi primi passi. Quando dico che vorrei essere morto… non arrabbiarti, un giorno comprenderai che cosa mi spinge a dirlo. Cerca di capire che alla mia età non si vive, si sopravvive. Un giorno scoprirai che nonostante i miei errori ho sempre voluto il meglio per te che ho tentato di spianarti la strada. Dammi un po’ del tuo tempo, dammi un po’ della tua pazienza, dammi una spalla su cui poggiare la testa allo stesso modo in cui io l’ho fatto per te. Aiutami a camminare, aiutami a finire i miei giorni con amore e pazienza in cambio io ti darò un sorriso e l’immenso amore che ho sempre avuto per te. Ti amo figlio mio”.
x Popeye.
Sul Cile odierno dovresti informarti meglio invece di stare sempre dentro al pollaio a pulire le kakkette.
Il mondo ti passa davanti e non te ne accorgi, altro che coccodè…
Dal luglio 2013 scioperi a catena, 4-5 scioperi generali dei portuali,
la gente in strada e incidenti gravi tra la polizia e i manifestanti.
P.S. sui floppydisk: si vede che im amerega il dilettantismo dilaga nei posti sensibili.
Ti faccio presente che un floppy da 8″ se per caso passa attraverso un MINIMO campo magnetico diventa praticamente inutilizzabile.
Adesso capisco il perchè dei vostri missili deficienti..!
Tutto chiaro.
C.G.
C.G.
x C. G.
Lettera bellissima e terribile.
Grazie.
pino
Un padre senza orgoglio…e molto egoismo…
dammi questo….dammi quello…perche’ anch’ io l’ ho fatto per te..
… dunque povero figlio…costretto dalla pieta’ ritorta e dalla coscienza costretta.
Non e’ per me….non chiedero’ mai niente…”figli vivete la vostra vita…non preoccupatevi di me…….ma saro’ sempre felice di vedervi”…
… quando non potro’ davvero piu’ , c’ e’ una bellissima casa di riposo che mi aspetta a Frankfurt am Main…
Rodolfo
Da 19:07 a 19:07
siamo destinati ad essere agli antipodi…noi due…
R
x Rodolfo
Soltanto un padre senza orgoglio e con molto egoismo può scrivere il tuo post qui sopra.
E mi ha scandalizzato!
E mi ha fatto pensare che devi essere stato tu un padre abbastanza egoista! E che la casa di riposo a Francoforte te la meriti, magari senza visite dei tuoi figli.
Quel padre della lettera non prega, non impone, non pietisce; dialoga, spiega, esterna il suo amore…
– l’amore che io ti ho dato non lo pretendo restituito come obbligo in cambio…ti spiego invece che l’amore è un flusso che va e viene, va e ritorna…è l’essenza del nascere e morire.-
Questo, e molto altro, era il succo.
Ma non sono sicura che tu capisca queste raffinatezze di amore!
Mi arrabbio sempre quando vedo emergere un mostruoso egoismo camuffato di amore!
Sylvi
xSylvi 169…
No…non e’ cosi ….anche solo dialogando inpone….il semplicissimo fatto che dialoga significa pregare….significa giocare con i sentimenti degli altri..
io al contrario non obbligo nessuno…dimostro generosita’…..regalo liberta’ …e attraverso quello trovo la mia felicita’…perche’ AMO…
Ma a parlare con te e’ solo una perdita di tempo…
tre volte hai risposto ad un mio post…e per tre volte hai sbagliato…
divagando e sviando ….anche appongiandoti ad una virgola che non
c’ e’….non perdo ulteriormente un minuto del mio tempo.
So’ che c’ e’ qualcuno che mi puo’ capire.
Rodolfo
E’ caso mai un problema del figlio o dei figli…..che deve essere spontaneo…senza nessun intervento dall’ esterno….
allora e’ il benvenuto….
R
x C.G.
Bella lettera, c’e’ un pero'; se i sentimenti non esistono non si possono legiferare, cosi’ come non si puo’ legiferare la moralita’….
Generalmente i genitori desiderano la loro indipendenza e fanno di tutto per non essere di peso, anzi sono loro ad aiutare i figli fino all’ultimo respiro.
Anita
x Rodolfo
Vedo che abbiamo avuto il medesimo pensiero.
Se non avessi dovuto cercare la traduzione di una parola, i nostri post sarebbero arrivati nello stesso minuto.
Anita
x Sylvi.
E di che ti scandalizzi, sul fatto che il logorroico sul senso di quella lettera non ci ha capito un’acca ?
Suvvia, lascialo starnazzare come vuole, non ha nessun peso specifico quando si parla, o si trascrivono cose serie.
C.G.
Vale anche per Anita, notoria assertrice di fiaschi quando uno si riferisce esclusivamente ai fischi.
C.G.
e non poteva mancare il 174 …che ci fa’ il codino…
che pero’ non e’ capace di spiegare “l’ acca”…ma come al solito si ferma li’…senza un’idea …senza un commento ne’ interpretazione…
d’ altra parte come sempre ….una cosa penosa.
Rodolfo
Cara Anita
ti conosco oramai troppo bene…
so’ che non potevi non essere daccordo con me.
Siamo fatti di un’ altra pasta…grazie a Dio.
Rodolfo
Grazie a dio.
C.G.
Gne gne gne ….gne gne gne…sai pappagallare …e te ne do’ atto…
R
x C.G. #159
“x Anita:
un conto è andare contro corrente, un’altro è quello di diffamare le persone. Ma per voi disastrati ddè destra il secondo caso rientra nella normalità delle cose.”
Andare contro corrente non potrebbe essere usato, cosi’ si passa alla diffamazione.
Ma bisogna provarla, in tribunale.
Cosi’ si trovano altri mezzi che assomigliano ad una forma di ostracismo o ostracismo vero e proprio.
Un giornale cartaceo con grande diffusione se lo puo’ permettere, un giornale con sola diffusione online, NO.
Il Legno Storto richiedeva molto tempo, aveva almeno 4 forum contemporaneamente, articoli giornalieri, spesso diversi articoli in un solo giorno, spese per nuovi programmi, per nuova tecnologia, spese varie…incluse spese legali.
Il poco di registrazione monetaria volontaria non era nemmeno sufficiente per coprire le spese base.
Cosi’ basta una sola querela, anche se fasulla, per affondare la nave…
Il Signor Cavallotti aveva gia’ sorpassato le malelingue, ma poi si arriva al punto di chiedersi se valeva la pena di continuare.
Anita
….al contrario. Trasforma in merda tutto l’oro che tocca.
Col suo 170 ha toccato la vetta del ridicolo, mai visto un tale sbrodolarsi addosso tanto autoincensarsi. Lui che non ha mai un’idea, lui che accusa tutti di copincolare quando e’ inveve il re dei copincolla.
Interessante che non ha smentito di essere al servizio di organismi israeliani. Ovvio che non abbia smentito: lui sa bene di cosa e’ al servizio.
Shalom
x Anita
Mi pareva lei fosse di pasta migliore. Mi spiace essermi sbagliato.
Shalom
x181
prego portare prove…non solo bla bla bla..gne gne gne
=
x182
anche qui specificare e non gne gne gne..bla bla bla
Rodolfo
La puzza di sterco avariato che emanano i suoi commenti.
Shalom
cara Anita,
quando noi scriviamo inevitabilmente attingiamo alle nostre esperienze. Ognuno le sue!
Però ci sforziamo, o dovremmo farlo, di alzare il nostro ragionamento un po’ più in generale.
Io non credo che , già che oggi è la festa della mamma, i figli debbano sentire il dovere di ricordarsi di noi; anzi possono benissimo dimenticarsi l’oggi, se nei giorni normali sentono la necessità di una telefonata o solo di un sms con il quale ci fanno partecipare , anche in minima parte, alla loro vita.
Tu scrivi:…le madri fanno di tutto per non essere di peso, anzi sono loro ad aiutare i figli fino all’ultimo respiro.-
In condizioni normali sarei d’accordo con te…ma tu hai vissuto vicende all’infuori della norma. E te lo dico con il cuore in mano, partecipe di quello che hai passato.
Tu hai avuto la tragedia di perdere i figli ancora giovani…purtroppo non hai avuto la fortuna di vivere un rapporto con i figli nella piena maturità, quando si tirano le fila di quello che si è seminato dall’infanzia all’adolescenza.
Con mia figlia io ho avuto per molto tempo rapporti problematici…non mi aspettavo niente da lei; ma nemmeno alzavo il mio orgoglio fino a dire :- da te non mi aspetto e non voglio niente.-
Le dicevo invece: io ho fatto del mio meglio, di più non sapevo, non sono nata mamma. Ma da te mi aspetto rispetto e considerazione per averti accudita e amata.-
Le prime vere burrasche della sua vita, quelle della maturità, l’hanno fatta riflettere e rinsavire.
Forse sono maturata anch’io perchè , pur vigile e stando male, l’ho lasciata camminare con le sue gambe .
Ora ha capito.
Il figlio è sempre stato ed è altro; non è merito nè mio nè suo; questione di dna!
I miei figli hanno sofferto forse di non avere una mamma sempre protettiva e pronta a difenderli.
No, non lo sono stata; ma dialogavo instancabilmente con loro, anche quando capivo che non mi seguivano.
Entrambi genitori, ora sanno misurare le mie scelte educative.
Invecchiando abbiamo cercato di maturare la nostra indipendenza economica, per non essere di peso, come dici tu giustamente, ma affettivamente ci aspettiamo da loro attenzione alla nostra vecchiaia, così come , e niente di più, abbiamo fatto noi con i nostri genitori e come faranno i loro figli con loro.
Se il destino non si accanisce come ha fatto con te.
Un affettuoso abbraccio
Sylvi
Sei tu che ti devi informare. Se non hai fatto caso ultimamente il Cile ha governi di sinistra che non a altro che il gene gne gne come fai tu. Nonostante le mattanze di questa sinistra quello che ho detto rimane. Il mio pollaio e’ molto più sanitario della tua stalla piena di letame.
Poi passare un floppy tramite un campo magnetico lo farebbe solo un idiota. Lo hai fatto tu nel passato?
Mi considero molto fortunato, e molto sfortunato, a non avere figli.
Fare figli e’ ‘la cosa italiana’ per antonomasia, forse anche per quello ho scelto di non averne.
Se ne avessi, non mi aspetterei di essere accudito da loro nella vecchiaia. Ho in effetti idea che i genitori che mettono le mani avanti e ricordano ai figli questo e quello ‘che ho fatto per te’ , sono stati spesso dei genitori inadeguati, insufficienti, e persino egoisti. Se l’ amore e’ un flusso ondoso che viene e va, non c’ e’ bisogno di alzare e sventolate bandierine segnalatorie.
Sylvi dimentica o ignora poi che i figli non sono diversi solo per dna, ma anche per i modi diversi in cui i genitori, madre e padre, si pongono verso di loro, a seconda del genere ed anche dell’ordine di genitura, fin dalla primissima infanzia.
I genitori non sono mai ‘innocenti’, anche se possono essere naif.
Peter
x Sylvi
Cara Sylvi,
anch’io non sono stata una mamma ‘copri tutto’, sebbene sono sempre stata con loro, non ho mai lavorato fuori di casa.
I miei figli erano adulti, sposati con figli…il che perderli e’ stato ancora piu’ difficile, erano cresciuti mentalmente, erano i miei amici oltre che essere i miei figli.
Noto la differenza con i miei nipoti, anche loro adulti, adesso siamo amici, possiamo discutere alla pari, lo vedo ogni giorno di piu’, questo rende la relazione molto piu’ stretta.
Non mi sono aspettata mai niente da loro, per me e’ un piccolo miracolo. Forse le delusioni e dolori della vita mi sono stati maestri.
Io ho scritto:
“Generalmente i genitori desiderano la loro indipendenza e fanno di tutto per non essere di peso, anzi sono loro ad aiutare i figli fino all’ultimo respiro.”
E cosi’ sara’ con i miei nipoti, e’ sempre meglio non aspettarci troppo, si evitano delusioni.
Io sono cresciuta senza una guida dai miei genitori, ben curata si’…fino a circa 10 anni e mezzo, poi niente…
Il loro egoismo personale ha avuto il sopravvento, forse e’ stato meglio cosi’…mi ha resa piu’ forte ed indipendente.
Tu hai avuta l’esperienza di una famiglia unita, nonni, zii, etc…io ho conosciuta solo una nonna.
La nonna materna abitava a Ravenna e l’ho vista solo poche volte di passaggio in via le per vacanza balneari sull’Adriatico.
Ti abbraccio,
Anita
……in via per le vacanze balneari…..
xSylvi185-Scrivi:-“Con mia figlia io ho avuto per molto tempo rapporti problematici…non mi aspettavo niente da lei; ma nemmeno alzavo il mio orgoglio fino a dire :- da te non mi aspetto e non voglio niente.-
Le dicevo invece: io ho fatto del mio meglio, di più non sapevo, non sono nata mamma. Ma da te mi aspetto rispetto e considerazione per averti accudita e amata”.-
=
E cosi’ siamo arrivati alla giravolta di 90 gradi…in completo contrasto con il tuo stesso post Nr.169…in cui tu sembravi daccordo di quel “dialogare” di un padre…
sappiamo dunque che hai avuto con tua figlia per molto tempo dei rapporti problematici che si possono immaginare …e non c’ e’ bisogno in questo caso di approfondire…sappiamo che non ti aspettavi niente da lei…e sappiamo che non alzavi il tuo orgoglio fino a dire :-“da te non mi aspetto niente e non voglio niente”….ma ti sei LIMITATA a chiedere “rispetto e considerazione”….
..cio’ vuol dire che attraverso i problemi che mano a mano si affacciavano e attraverso le “animate” discussioni…ti sei accorta che la ragazza ti mancava di rispetto e non venivi da lei considerata…
dunque per un padre o una madre e’ giusto ed e’ lecito se si passano certi limiti (al di la’ delle problematiche) almeno pretendere rispetto e considerazione…
..in quella particolare situazione pero’ e’ li che ci si deve fermare… il resto per quanto riguarda il reciproco rapporto e’ il “silenzio”….
..se c’ e’ l’ Amore …tutte quelle cose elencate in quella lettera di un padre al figlio vengono “automaticamente”…non c’ e’ bisogno di chiederle…ne’ di “dialogarci” su’…e saranno GRADITE.
Al contrario se tutte quelle belle cose …arrivassero solo dopo aver sentito la NECESSITA’ di “dialogare” per far RICORDARE.. a TARDA ETA’…quando i figli sono persino ADULTI…significa che nella mia vita ho sbagliato tutto…e se SOLO attraverso quel “dialogo”…arrivassi a ricevere tutte quelle attenzioni desiderate…quello che rimarrebbe in me sarebbe solo AMAREZZA.
Rodolfo
Poppy.
Ti contraddici come al solito: “Il Cile è il paese più produttivo e stabile di tutto il Sud America” sono parole tue, non mie.
Il che è falso, ma non importa, conosco la tua ignoranza politica su questo paese che fu martoriato da un’altro dei vostri “alleati” dediti al terrorismo di Stato.
Sui campi magnetici, aggiungo, forse nessuno ti ha insegnato che esistono ovunque e si producono nel quotidiano, in ufficio, in fabbrica, al limite anche dentro il tuo pollaio.
C.G.
Rodolfo,
mi pare che le giravolte le fai tu, inventandoti cose che io non ho detto.
Rapporti problematici con i figli possono voler dire molte cose, dalla semplice discussione alla rottura.
E i motivi possono essere altrettanti: dalle discussioni per un brutto voto a…dove vuoi tu!
Perciò fammi la cortesia di mettere le briglie alla tua fantasia, e di attenerti a commentare eventualmente solo quello che c’è scritto!
Sylvi
x Peter.
Giustamente Pino ha fatto notare che quella lettera è anche terribile.
Passi pure per il logorroico capace di mediocre polemica anche con il suo dito mignolo, mi sembra però che non si è capito il senso
di quello scritto tra padre e figlio.
A mio giudizio quel padre ammette i suoi errori, quel padre ormai anziano che non vive ma sopravvive, vorrebbe essere ascoltato da suo figlio prima di morire e vorrebbe andarsene con la pace nel cuore, in pace con tutti.
C.G.
P.S. x Peter.
Quando ho finito di leggere quella lettera , mi è venuto in mente L’Urlo di Munch.
Un uomo solo pieno di paure.
C.G.
Due pesi e due misure…
http://video.corriere.it/parigi-l-apparenza-ti-salva-vita-guarda-video/95fe0454-d8f5-11e3-b8f7-5c1c0bbdabb2
C.G.
xSylvi
E invece metti TU il tuo astio da parte…
Rileggiti e rileggimi….
Quando scrivi:…”Perciò fammi la cortesia di mettere le briglie alla tua fantasia, e di attenerti a commentare eventualmente solo quello che c’è scritto”!
Ti diro che e’ PROPRIO quello che ho fatto…dunque la fantasia e’ TUA che ti immagini cose che non ho scritto….
sappi essere piu’ precisa tra l’ altro….e lascia da parte l’ orgoglio ….
capita a tutti di ricevere delle batoste….
Rodolfo
x193
Beota ….quali errori….me li sai indicare in quella lettera….
cosi com’ e’ scritta a me sembra che con suo figlio si sia comportato in modo esemplare….
caso mai e’ il figlio ad essere un idiota per aver bisogno di quelle parole…
ma non facciamo ridere i polli robot di Popeye…che per causa tua sono gia’ andati da tempo in tilt…
Rodolfo
x Sylvi.
Quando affermo che è un mediocre logorroico non lo dico tanto per dare aria ai miei denti:
Rodolfo { 11.05.14 alle 19:07 }
Un padre senza orgoglio…e molto egoismo…
dammi questo….dammi quello…perche’ anch’ io l’ ho fatto per te..
Rodolfo { 12.05.14 alle 8:26 }
Beota ….quali errori….me li sai indicare in quella lettera….
cosi com’ e’ scritta a me sembra che con suo figlio si sia comportato in modo esemplare…
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Mi sembra che quella di Rodolfo non è soltanto fatalità, forse addirittura fecalità.
C.G.
x194
Quando ho finito di leggere quella lettera , mi è venuto in mente L’Urlo di Munch.Un uomo solo pieno di paure.
=
Adesso spunta fuori…un uomo pieno di paure…dunque un debole…
ed allora sarebbe stato diverso se quella lettera si fosse intitolata ..
“Lettera di un uomo pieno di paure”
Allora avrei forse capito…un uomo cosi non puo’ che far pena…
e’ umano si….ma non e’ un uomo…un vero uomo non chiede mai elemosine…in special modo quando si tratta con i sotterfugi di costringere ad una attenzione …ad un po’ d’ “Amore” che magari non
c’ e’..rinfacciando il passato…direi un uomo con poca stima di se stesso…senza un pizzico di amor proprio.
Rodolfo
La fecalita’ e’ solo quello che ti trovi dentro il tuo cervello….
R