1) – CRIMEA E UCRAINA: LA REALTA’ E L’IPOCRITA AVVENTURISMO OCCIDENTALE 2) – IL GRANDE PROGETTO DI SVILUPPO DELL’EURASIA 3) FINALMENTE LA SEPARAZIONE BANCARIA?

Se anziché badare ai meschini ma grassi interessi di parte si badasse davvero all’interesse generale, la Comunità Europea andrebbe estesa non solo fino a Kiev, capitale dell’Ucraina in pericolosa ebollizione, ma fino a Mosca (così come a sud dovrebbe comprendere almeno anche la Turchia). Non a caso a Verona ha sede da qualche anno il Forum Eurasiatico, che si batte per diffondere appunto l’idea che l’Europa deve allargarsi all’Asia, questa volta con mezzi pacifici, trattati economici e strategie di ampio respiro anziché con le invasioni napoleoniche e nazifasciste.

Cominciamo col chiarirci le idee in modo da sapere di cosa stiamo parlando. La Crimea è Russia dal ’700, prima faceva parte dell’impero turco. L’Ucraina ha la sua parte sudorientale composta da popolazione di lingua russa e la sua parte occidentale composta dalla Rutenia di memoria austro-ungarica e da una parte della Polonia,  che fino al 1939 era estesa molto più a est. L’Ucraina avrebbe quindi tutto l’interesse a cedere alla Russia oltre alla Crimea anche le regioni sudorientali russofone in cambio di buoni rapporti, stabili e vantaggiosi per tutti. Alle elezioni ucraine filo occidentali e filo russi sono entrambi al 50%. Se l’Ucraina cedesse il sud est russofono, i filo occidentali si assicurerebbero stabilmente il governo. Invece l’Europa e gli Usa titillano il nazionalismo ucraino, deleterio e pericoloso come tutti i nazionalismi, assecondandolo nella pretesa assurda di voler tenere nell’Ucraina anche le province russofone, sull’esempio della prepotenza degli Stati baltici prontamente assecondata dagli Usa e dall’Europa quando per far saltare l’Urss ricorsero anche all’invenzione dei tre Stati baltici.
Ovvio inoltre che alla Russia non faccia piacere la spinta Usa a piazzare basi Nato anche ai suoi confini con l’Ucraina, visto anche che gli Usa con la scusa del “pericolo Iran” hanno piazzato grandi basi militari negli Stati ex sovietici centro asiatici Uzbekistan, che li ha infine sloggiati, Kazakistan, ecc. La strategia Usa consistente nel circondare il più possibile la Russia con basi militari dai confini est europei a quelli meridionali centroasiatici è fin troppo evidente e ha un duplice scopo: poter minacciare militarmente sia la contingua Russia che la non lontana Cina. La durezza e l’aggressività, più a parole che con i fatti, di Putin non è altro che la logica conseguenza dell’aggressività politico militare degli Usa. Con al guinzaglio la docile Europa, che avrebbe invece tutto l’interesse a ingrandire la sua unione a est fino a Mosca, geograficamente cioè fino a Vladivostok, e a sud almeno fino alla Turchia – sicuramente più europea degli Stati baltici! – se non fino alla Mesopotamia.

Il proverbio dice che “la Storia si ripete: la prima volta come tragedia, la seconda come farsa”. La prima volta è stata la guerra di Crimea dal 1853 al 1856 per il controllo dei Balcani e del Mediterraneo, guerra che vide la Russia aggredita e sconfitta dai turchi dell’impero ottomano sostenuti da Francia, Gran Bretagna e da un corpo di spedizione piemontese inviato da Cavour solo per poter poi sollevare al congresso di pace di Parigi la questione dell’unità e dell’indipendenza dell’Italia.

La seconda volta è adesso, con le minacce lanciate ancora una volta dall’Occidente contro la secessione della Crimea dall’Ucraina. E a prescindere da eventuali nuove tragedie, peraltro assai improbabili, è in effetti farsesco, anzi grottesco  che a minacciare ferro e fuoco e sanzioni economiche contro la secessione della Crimea, decisa da un regolare referendum, siano Stati come la Francia e gli Stati Uniti, che a suo tempo hanno finanziato secessioni madri di guerre civili anche con milioni di morti. Per esempio, la Nigeria era uno Stato certamente non povero, grazie alla sua ricchezza di petrolio.  Ma quando nel 1967 il colonnello Yacobu Gowon mise fine alle  concessioni petrolifere della francese Elf, la Francia cominciò a finanziare la secessione della regione orientale del Paese tristemente nota come Biafra, la più ricca di petrolio dell’intera Nigeria. Risultato: 30 mesi di guerra civile, con carneficine che costarono alla Nigeria ben due milioni di morti, vari milioni di mutilati, centinaia di città e villaggi bruciati.

Stesso scenario nel 1960 quando il Belgio fu finalmente costretto a concedere l’indipendenza al Congo. Belgio, Stati Uniti e vari Paesi europei presero a foraggiare immediatamente la secessione del Katanga, che con i suoi giacimenti di oro, uranio e rappresentava l’80% del economia nazionale e la sua unica fonte di valuta estera. Tanta ricchezza naturale era stata data in concessione a una società belga, l’Union Minière du Haut Katanga, con  diritti esclusivi di estrazione fino al 1990. La secessione durò fino al gennaio 1963, meno di tre anni, ma è  costata una marea di vite umane, compresa quella del capo di Stato Patrice Lumumba, fatto uccidere dalla Cia.

Oggi, mentre tutti guardano da un pezzo all’Ucraina e ora anche alla secessa Crimea, l’Europa, gli Usa e Israele preparano l’inferno con la secessione del Sudan del Sud dallo Stato sudanese. La secessione si porta via, tanto per cambiare, l’85% dei giacimenti petroliferi. Ma rischia di portarsi via l’intero assetto statale dell’Africa nera.  La febbre secessionista, inoculata dal mai disinteressato Occidente, potrebbe contagiare lo Zimbabwe, dove il Mthwakazi Liberation Front capitanato da Fidelis Ncube vuole la secessione del Matabeleland, non a caso la regione più ricca di idrocarburi e minerali dell’intero Zimbabwe.

Nell’occhio del ciclone, con altre carneficine, potrebbe finire di nuovo il Congo, questa volta con la secessione del Kivu, regione guarda caso molto ricca di minerali preziosi, dove i mercenari secessionisti hanno l’aiuto  dell’AFRICOM, cioè del comando militare statunitense dedicato all’Africa.

La balcanizzazione dell’intero Continente Nero favorirebbe l’Europa, gli Usa e Israele, come ha dimostrato anche un documentario della inglese BBC, se non altro perché danneggerebbe la Cina, che in Africa porta avanti politiche fin troppo disinvolte pur di potersi rifornire di petrolio e minerali strategici, cose delle quali il suo sottosuolo è carente.

Che lo scenario della guerra civile con milioni di morti e altri milioni di mutilati si possa ripetere a partire dal Sudan non importa nulla né alla Francia né agli Usa né alla Comunità Europea, che si strappano i capelli per la secessione della Crimea, ma quando si tratta di profitti e petrolio è storicamente dimostrato che sanno essere di una ferocia senza pari. E con l’Ucraina la Comunità Europa ha saputo essere anche di un’irresponsabilità senza pari. Da una parte l’ha spinta a chiedere di far parte della Comunità, ma dall’altra ha evitato accuratamente non dico di coprirne per intero le notevoli conseguenze economiche, ma neppure di concedere qualche aiuto finanziario: il Vecchio Continente ha i forzieri vuoti e una crisi economico finanziaria che non se ne vuole andare. L’ingresso nella Comunità Europea avrebbe infatti impedito all’Ucraina quello nell’Unione doganale di Russia, Bielorussia e Kazakistan. E ovviamente avrebbe spinto la Russia sia a rivedere o tagliare le forniture di gas sia a esigere il pagamento dei crediti già accordati e la riduzione o la cancellazione di quelli previsti per il futuro.

Lo aveva già detto senza peli sulla lingua lo scorso 18 ottobre al Forum Eurasiatico di Verona Sergey Glazyev,  consigliere di Putin: “La firma dell’Ucraina sarà un freno al dialogo eurasiatico. L’Ucraina non potrà influenzare Unione Europea, mentre il suo principale mercato è quello russo. La conseguenza della firma sarà la diminuzione del credito russo e un possibile default per cui occorreranno 15 miliardi di dollari e per la stabilizzazione dell’economia almeno a 35 miliardi: l’Unione europea sarà in grado di sostituirsi alla Russia?”. Ovviamente no, come si è già visto bene.

E il 7 dell’attuale mese di marzo l’amministratore delegato Alexiei Miller della russa Gazprom, la grande azienda di estrazione del gas, ha minacciato di tagliare le forniture di gas all’Ucraina se non salderà il debito già accumulato, pari alla rispettabile cifra di 1.529 miliardi di dollari, e se non pagherà le forniture in corso. “O l’Ucraina estingue il debito e paga per le forniture correnti, oppure c’e’ il rischio di tornare alla situazione creatasi all’inizio del 2009″, quando il Paese debitore rischiava di restare senza gas. Gas che non può certo essere fornito dall’Europa, che a sua volta per il gas dipende proprio dalla Russia.

Come si vede, la Comunità Europea soffia sul fuoco con scarsa senso di responsabilità. E col rischio che ci si scotti in troppi. Noi compresi. Non sono più i tempi di Cavour e delle lotte per l’unità nazionale italiana. Anzi, tutt’altro. E a remare contro l’unità non c’è solo la Lega Nord.

++++++++++++++++++++

PRESENTATO A MOSCA IL GRANDE PROGETTO DI SVILUPPO DEL CONTINENTE EUROASIATICO

Mario Lettieri* Paolo Raimondi** * Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista

Mentre i venti di una nuova guerra fredda e i rischi di veri e propri conflitti intorno alla questione Ucraina crescono, importanti personalità dell’economia e delle scienze della Russia propongono invece una visione pacifica dello sviluppo infrastrutturale, economico e culturale dell’intero continente euro-asiatico. L’11 marzo scorso, a Mosca il presidente delle Ferrovie Russe, Vladimir Yakunin, con il decisivo sostegno della prestigiosa Accademia delle Scienze Russa (RAS), ha proposto un progetto di grandi investimenti infrastrutturali noto come “Il corridoio euro-asiatico Razvitie”. Questa parola russa significa sviluppo.

Gli autori di questo articolo sono stati tra i pochi stranieri invitati all’evento. Dopo la sua validazione scientifica da  parte della RAS, il progetto adesso è pronto per essere presentato e discusso nelle varie istituzioni dell’amministrazione statale.

Si tratta di un mega progetto, che negli anni potrebbe richiedere investimenti per parecchie centinaia di miliardi di euro, per collegare con moderne infrastrutture la costa russa del Pacifico con i Paesi europei fino all’Atlantico. Nel corridoio, oltre ai trasporti ferroviari e autostradali, sono previsti anche collegamenti continentali con pipeline per il gas, il petrolio, l’acqua, l’elettricità e le comunicazioni,. Si prevedono anche collegamenti diretti futuri con la Cina, che del resto sta già attivamente portando avanti simili politiche di sviluppo euro-asiatico attraverso la realizzazione di moderne Vie della Seta, e con il Nord America, con la realizzazione di collegamenti ferroviari che, passando attraverso lo Stretto di Bering, potranno collegare via terra la Russia e l’Asia con l’Alaska.

Evidentemente la visione strategica del progetto va ben oltre la realizzazione del corridoi di transito. Infatti si ipotizza anche lo sviluppo in profondità di una fascia di 200-300 km lungo l’intera linea per nuovi insediamenti urbani e nuovi centri produttivi. Secondo Yakunin un tale progetto potrebbe creare almeno 10-15 nuovi tipi di industrie basate su tecnologie completamente nuove. Potrebbe sembrare l’idea di visionari. Ma la Russia da tempo sta cercando di definire una strategia che non sia soltanto economica ma che sappia mobilitare e unire le forze sociali, culturali e spirituali dell’intera popolazione intorno ad un grande progetto.

In questo modo si pensa anche di affrontare la questione demografica in un Paese che ha visto negli ultimi venti anni diminuire spaventosamente i livelli di popolazione e di fertilità. Con esso si potrebbe mettere in moto anche una progressiva urbanizzazione dei territori della Siberia e dell’Estremo Oriente ancora quasi totalmente disabitati. In verità la Russia in passato si è sempre mobilitata intorno a grandi progetti che inizialmente sembravano irrealizzabili. La costruzione più di cento anni fa della linea ferroviaria transiberiana lunga 9.300 km, il piano di elettrificazione dell’Unione Sovietica  e i programmi spaziali sono gli esempi più noti. Yakunin ha ricordato che recentemente sono già stati decisi investimenti di lungo termine quali la modernizzazione della Transiberiana e della linea ferroviaria Bajkal-Amur.

La crisi globale che ancora caratterizza l’inizio del ventunesimo secolo potrebbe essere un importante stimolo per un nuovo accordo della Russia con l’Unione europea e gli Stati Uniti dando una risposta vincente alla politica di deindustrializzazione che ha colpito tutte e tre le aree.

L’utopia della società post-industriale è fallita e potrebbe così essere superata con una nuova e moderna industrializzazione. In un mondo di scambi di beni e di tecnologie, il corridoio di sviluppo euro-asiatico dovrebbe quindi conciliare gli interessi dei tre grandi sistemi economici, creando nel contempo una garanzia di sicurezza geopolitica per tutti. E’ ovvio che un progetto di così grande portata può essere realizzato soltanto con la partecipazione di tutti i Paesi coinvolti ed interessati, a cominciare dall’Unione europea, il cui contributo tecnologico appare insostituibile. Per l’Europa e per l’Italia si aprirebbero anche prospettive di modernizzazione tecnologica, di nuova occupazione e di nuovi business per le nostre imprese..

Può sembrare stravagante in questo delicato momento dei rapporti tra i Paesi del G8 parlare di simili progetti, ma riteniamo che occorra pensare a nuove fasi di sviluppo globale e a nuovi assetti geopolitici pacifici e fortemente integrati.

++++++++++++++++++++++

LA SEPARAZIONE BANCARIA ARRIVA IN PARLAMENTO

Mario Lettieri* Paolo Raimondi**

La separazione tra le banche commerciali e quelle di investimento sta per approdare nelle competenti Commissioni parlamentari. Il servizio studi del Senato ha già preparato il relativo dossier contenente 6 progetti di legge a suo tempo presentati da varie componenti politiche con differenti soluzioni.

Negli anni passati, prima e dopo la crisi finanziaria globale, purtroppo, la mancanza di una seria riforma e l’assenza di regole stringenti, hanno consentito al sistema bancario grandi giochi speculativi.

Sono stati inventati innumerevoli strumenti finanziari, alcuni davvero”esotici”, mettendo però a rischio non solo lo stesso sistema bancario ma anche quello economico.

Come è noto uno dei problemi più rischiosi per le banche è il leverage, cioè la loro capacità di creare debito in rapporto al proprio capitale. Si pensi che di solito le corporation economiche più grandi hanno un rapporto 50 a 50 tra il capitale proprio e il debito sottoscritto, mentre il sistema bancario ha un rapporto di 5 a 95, come evidenziato in un documento della Banca dei Regolamenti Internazionali. Ciò ovviamente con spregiudicato utilizzo dei soldi dei risparmiatori. Senza contare i debiti fatti e tenuti fuori bilancio. I citati progetti di legge in vario modo riprendono i contenuti del Glass-Steagall Act americano. Nel 1933 il presidente Roosevelt volle la separazione tra le banche di deposito e quelle d’affari per  affrontare alcune delle cause della crisi del ’29 e della Grande Depressione.

Anche nelle proposte presentate al Senato si prevede il divieto per le banche commerciali di svolgere attività di intermediazione dei valori mobiliari e di svolgere attività proprie delle banche d’affari e delle SIM. Per le banche di deposito è previsto il divieto di partecipazioni e accordi di collaborazione con banche d’affari e quello di operare in condizioni di disequilibrio delle scadenze delle varie attività di raccolta e di impiego delle risorse finanziarie, ridefinendo così anche i requisiti prudenziali e di sana gestione. Si stabilisce la incompatibilità delle cariche direttive nelle banche commerciali da parte di rappresentanti, direttori, soci di riferimento delle banche d’affari. Si introduce anche una differenziazione del trattamento fiscale tra le due tipologie di banche, a favore di quelle di deposito.

E’ senz’altro un fatto positivo che anche la Consob, preposta all’attività di controllo sulla trasparenza in borsa, sia intervenuta a favore della separazione bancaria. In una recente  audizione alla Camera, il presidente Giuseppe Vegas ha sostenuto che “la risposta più efficace alla persistente finanziarizzazione dell’economia e alla prevenzione dei rischi sistemici è quella di implementare con convinzione un modello di separazione tra i diversi comparti dell’attività di intermediazione finanziaria, impedendo commistioni tra l’attività di banca commerciale e quella di banca d’investimento”. Per la Consob “ciò ridurrebbe gli effetti di contagio, legati ad una eccessiva assunzione di rischi, verso il settore bancario tradizionale, preservandone la capacità di trasferire risparmio all’economia reale e di sostenere la crescita delle imprese”.

Siamo convinti che una riforma efficace potrebbe contribuire a rendere più trasparente il sistema bancario italiano e a superare l’attuale fase di credit crunch. A tal fine le banche dovrebbero prioritariamente erogare credito produttivo utilizzando anche strumenti innovativi quali i mini bond a sostegno degli investimenti delle Pmi. Si ricordi che nel 2013 in Italia il credito erogato dal sistema bancario alle imprese è diminuito del 4,6%, mentre il tasso di interesse applicato ai nuovi crediti sotto il milione di euro è dell’1,6% superiore a quello praticato in Germania e in Francia.

Da tempo sosteniamo la separazione bancaria. Speriamo che sia la volta buona e che una rapida approvazione della legge possa incidere anche a livello europeo per sconfiggere le potenti lobby bancarie che finora hanno pesantemente condizionato le scelte nazionali ed europee in materia di credito, finanza ed economia.

* Sottosegretario all’Economia del governo Prodi

**Economista


339 commenti
Commenti più recenti »
  1. Peter
    Peter says:

    x CC

    La legalita’ di un patto firmato per rispettare l’ integrita’ territoriale ucraina, per esempio?!

    Io non parlavo di imperialismo, ma osservo solo che Kerry ha incontrato il ministro russo a Londra, e Putin ‘rassicurava’ giorni fa Cameron. I fatti sono questi.

    Aggiungo anche che allargare il problema, e questo varrebbe anche per Pino, e’ il tipico modo italiano di insabbiare il problema, se ci dessero spazio noi italiani ce ne andremmo indietro fino alle guerre puniche…

    Gli inglesi sulla Crimea, comunque, non si sono mai fatti illusioni.
    Il land trab di Putin era noto e scontato.

    Peter

  2. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Nessuno ha “allargato” il problema. Se ne è semmai indicata una soluzione. E Lettier e Raimondi ne indicano anche un’altra, proposta ad alto livello a Mosca pochi giorni fa .
    Dimostrare l’ipocrisia di Francia, Europa e Usa in fatti di secessioni è INDISPENSABILE per dimostrare la loro disonestà nell’interessarsi della secessione della Crimea.

    Infine: la Crimea ha direttamente a che vedere con la realizazzione dell’Italia unita.
    Altro che “allargare” “tipico modo italiano di insabbiare il problema”. Qui finiamo insabbiati, anzi sotterrati se il problema non lo affrontiamo senza il solito merdosi buonismo che è solo inganno, veleno, sopraffazione, schifosa propaganda foriera di altra distruzione e morte.
    pino

  3. Stefania Limiti
    Stefania Limiti says:

    APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE NAZIONALE NEL GIORNO DELLA NAKBA

    Come molti di voi sanno la nostra missione a Gaza, effettuata nei primi di gennaio, è stata significativa, al di là delle nostre più rosee speranze e ambizioni. Oltre ad essere riuscita a rompere il criminale embargo a cui è sottoposta da anni la Striscia di terra palestinese e a consegnare all’Ospedale Al Awda la somma raccolta nei mesi precedenti, è riuscita a mettere al centro degli incontri il tema – per noi irrinunciabile e centrale – del diritto al ritorno.
    La missione “Per non dimenticare il diritto al ritorno…” è stata preceduta da tante iniziative che si sono svolte in tutta Italia con l’aiuto di molti di voi, ma straordinaria è stata soprattutto la risposta che abbiamo potuto registrare una volta tornati in Italia da Gaza: in poco più di un mese oltre venti iniziative ci hanno permesso di raccontare e far sapere cosa avevamo visto e sentito durante la nostra permanenza in Palestina. Durante questi incontri, sia all’interno della delegazione, sia fra gli organizzatori degli incontri e i partecipanti, è arrivata con forza la domanda di dare risposte alle richieste che ci sono venute dai nostri amici palestinesi di Gaza e di farlo non lasciando cadere quel filo di rapporti e di disponibilità che si sono annodati durante la costruzione di questa missione.
    L’idea che vi proponiamo è quella di costruire tutti insieme una giornata di mobilitazione nazionale da tenersi il prossimo 15 maggio, in occasione della giornata internazionale della Nakba. Una giornata che abbia come punti unificanti della lotta a fianco dei palestinesi le richieste che ci sono state avanzate a Gaza durante la nostra recente missione: ovvero il diritto al ritorno, la liberazione dei prigionieri politici palestinesi, la fine della colonizzazione delle terre palestinesi, lo stop alla criminale occupazione di Israele, l’autodeterminazione, il rispetto dei diritti civili per la popolazione palestinese e il pieno sostegno e implementazione della campagna Bds. Sappiamo bene che molti di voi sono impegnati attivamente in altre campagne e crediamo che queste specificità possano confluire positivamente all’interno di una giornata che sappia però trovare elementi – anche grafici e visibili (ad esempio con il mettere in risalto che il 2014 è l’anno internazionale della solidarietà con la Palestina ) – di unitarietà.
    Per queste ragioni rivolgiamo a tutte le realtà che lavorano in favore della Palestina e contro l’occupazione di Israele l’invito ad incontrarci a Roma, domenica 23 marzo dalle ore 10 alle ore 16, in via Giolitti 231 (vicino alla Stazione Termini), per definire insieme modalità e contenuti della giornata del 15 maggio.

    Il comitato Per non dimenticare il diritto al ritorno…
    Maurizio Musolino, Gustavo Pasquali e Bassam Saleh

  4. nonno pero: Ho visto l’altro giorno una puttana
    nonno pero: Ho visto l’altro giorno una puttana says:

    Ho visto l’altro giorno una puttana
    Con una mona granda in tal maniera,
    che in prencipio ghe gera una riviera
    con un bastimento tutto pien de lana.
    Son andà drento in quell’impura tana,
    e ho visto che i ziogava alla bandiera,
    e che a un postiglion andando de carriera
    el caval ghè cascà in t’una fontana.
    Ho visto un tiro a sie, e un gran palazzo,
    dove ghe gera un omo, che a un puttello
    ghe metteva nel cul tanto de cazzo.
    E ho visto che, sonando un campanello,
    una munega i ha messo in t’un tinazzo,
    che al gastaldo gh’avea impestà l’osello.

  5. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Ariel Toaff ha condiviso un link.
    2 ore fa
    Di nuovo esplosiva la situazione a Hebron. Poco fa soldati dell’esercito hanno ucciso un ragazzo palestinese di 15 anni perche’ ha attraversato la cosiddetta “linea di sicurezza” in citta’. L’IDF ha aperto un’inchiesta.
    http://www.timesofisrael.com/palestinian-teen-killed-by-idf-near-hebron/
    —————
    Pino Nicotri: Inchiesta che ovviamente non farà una beata fava. Come sempre.

  6. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Ariel Toaff ha condiviso un link.
    3 ore fa
    Israel Hayom, il quotidiano di Netanyahu: Gli ultimi sondaggi indicano che quasi un terzo dei coloni che vivono al di fuori dei principali blocchi di insediamenti in Giudea e Samaria sono disposti ad abbandonarli in cambio di un congruo risarcimento in denaro. La proporzione risulta piu’ alta nella comunita’ dei coloni di vecchia data che presso i giovani.
    http://www.israelhayom.com/site/newsletter_article.php?id=16209&r=1
    ———————
    Pino Nicotri: “terra santa” sì, ma anche il denaro va benissimo… anzi è pure meglio.

  7. sylvi
    sylvi says:

    Se per caso, come può capitare, i figli si fossero, durante tutto l’anno, dimenticati di dare un abbraccio e un bacio al papà,…. a tutti i papà, ma prima a quelli del blog, auguro che oggi trovino un abbraccio e una scatoletta di Ferrero Rocher; tanto i maschi sono tutti golosi, sia a Est come a Ovest e pure a Sud e a Nord!

    Che S. Giuseppe vi benedica…in particolare Pino!

    Sylvi

  8. Anita
    Anita says:

    Cara Sylvi,

    qui e’ solo San Giuseppe, dico qui nel RI, non so negli altri Stati.
    Non e’ veramente celebrato, credo che qui sia solo per l’alta percentuale di Italo-Americani.

    L’unica cosa che distingue questa giornata e’ che le pasticcerie vendono le zeppole farcite con crema ed una cigliegina sopra lo zucchero velato.

    Il giorno dei papa’ e’ nel mese di giugno. Cade nella terza domenica, percio’ ogni anno il giorna/data e’ differente.
    Ma non osservato come il giorno delle mamme.

    Sono giornate felici per alcuni/e… e…dolorose per altri.

    Happy Father’s Day a tutti i papa’ del forum (presenti ed assenti) .

    Anita

    PS:
    Negli USA non si celebrano gli onomastici.

  9. alberto C.
    alberto C. says:

    l’italia è piena di “piazze del plebiscito”, “vie del plebiscito”..
    Trattasi dei plebisciti democraticamente svolti nel 1859-60 o giù di lì negli stati preunitari appena arrivava l’ESERCITO sabaudo.
    L’invasione era illegale, secondo il diritto internazionale, ma si trattava di roba patriottica.
    I risultati erano, più o meno, il 95% per l’annessione al piemonte, il resto contro o nulle/bianche.
    I PLEBISCITI CONTINUIAMO A CELEBRARLI…
    VI RICORDA QUALCOSA?
    forse il regno di napoli era un po’ più importante della Crimea, con una sua storia nazionale iniziata coi normanni nel medioevo, una sua cultura, roba che in crimea non esiste. Però la piazza principale di NAPOLI è PIAZZA DEL PLEBISCITO?
    se la piazza principale della crimea (staccata dalla russia attorno al 1954 o 56, non ricordo) si chiamerà piazza del referendum, come italiani possiamo dire qualcosa?

  10. alberto C.
    alberto C. says:

    volevo dire la piazza principale di sebastopoli..
    questo non toglie che putin usi metodi ruvidi quasi come quelli di cavour e C. (che peraltro, curiosità della storia, pochi anni prima di occupare gli altri stati italiani, mandò i bersaglieri ad assediare sebastopoli in crimea, contro i russi).

  11. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    mi pare, ma qualcuno me lo confermerà, che le zeppole per S.Giuseppe, usino soprattutto a Napoli e dintorni.
    Da noi ci sono feste in numerosi paesi del FriuliVG che si riferiscono a S.Giuseppe artigiano.
    Ma si ricordano i papà soprattutto nelle scuole primarie, e anche nei Nidi. E’ una Festa che si riferisce ai bambini ed è molto simpatica.
    Le mamme comprano di solito di nascosto i cioccolatini che poi i piccoli porteranno al papà.
    Niente di straordinario, una festa intima che , come dici tu, per molti è di felicità per altri di sofferenza.
    L’amico del cuore di Riccardo è rimasto orfano ad un anno, e oggi ha portato i fiori sulla tomba del papà.
    E Riccardo si chiede perchè…il suo amico non è come lui!
    Comincia a porsi domande difficili!

    A proposito di onomastici …io ho il dente avvelenato!
    In casa mia i nomi ricordano Santi di serie A, compresi i nonni e i bisnonni…Santi da Festa grande, importante; soltanto io ho un nome di un povero Santo di serie B o forse anche C; non ho nemmeno mai capito perchè fosse stato fatto Santo!
    Nessuno si è mai ricordato del mio onomastico!!!

    L’ho rinfacciato spesso a mia madre.
    Mah!

    un abbraccio

    Sylvi

  12. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,

    paese che vai, usanza che trovi.
    Dovrei anche dire altrettanto per le famiglie.

    In Italia sul calendario c’erano i nomi dei Santi, il mio e’ il 26 il luglio, se ben ricordo. Sant’Anna.
    I compleanni erano solo per i bambini e…solo fino a circa i 6 anni, questo nella mia famiglia.

    Ma non era cosi’ per gli onomastici, quelli si’ e…per tutti.

    Infatti fino ad oggi so solo la data del compleanno di mia nonna e, solo perche’ combaciava con l’onomastico del RE…Sono venuta a conoscere la sua eta’ quando mori’.

    Insomma l’eta’ era un segreto di stato!

    Alla mia venuta negli USA persi l’onomastico…e il compleanno.

    Il primo festeggiamento fu per il mio 60tesimo al tennis club, una sorpresa…tavole imbandite,( pot luck style ), fiori, cartoline ed un bel coro di “happy birthday to you…..”.
    La grande torta era della forma di una racchetta da tennis…
    Mi sono commossa. (mi sto ancora commovendo )

    Il tuo onomastico….oh, oh, e’ adespota, ovvero non e’ stato portato da alcuna santa. ;-)
    Ma dovrebbe essere il 22 di settembre o il 28 di febbraio.

    Ciao cara, un abbraccio,
    Anita

  13. Caino
    Caino says:

    Per fortuna il mondo va avanti almeno nella ricerca e nella scoperta scientifica.
    Pochi giorni fa la conferma delle “onde gravitazionali ” dal telescopio USA in Antartide, questo sembrerebbe conciliare finalmente la ” meccanica quantistica” con forza gravitazionale ovvero con la teoria della relatività generale.
    Giunge ora dall’Austria questa interessante notizia :

    http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/anemone-di-mare-mostro-genetico-05dfe838-00e7-488b-be1e-7312edeaf74a.html

    Di basilare importanza per la teoria evoluzionistica..si può essere anche un pò vegetali..dipende dalle circostanze, ma molto più importante è il fatto che alla fine siamo fatti di Atomi ,solo che ci va un po di tempo prima di arrivare a noi che ci freghiamo la pagnotta gli uni con gli altri,tecnicamente dovremmo essere più evoluti,che sia l’anima a fregarci?
    Di cosa è fatta l’anima ?Si è evoluta o è ferma a quella di mio padre?(visto che è la festa del Papà un saluto anche al povero Adamo, non guasta) .

    Caino

  14. Peter
    Peter says:

    x Pino

    Auguri per S. Giuseppe.

    Non sono d’accordo con un bel nulla di cio’ che ha scritto, dall’inizio alla fine.
    Non vedo cosa c’entri l’Africa con l’ Ucraina, senza tener conto poi che lo scenario geopolitico mondiale e’ cambiato moltissimo negli ultimi 60 anni. L’allargamento temporale e spaziale cui mi riferivo era quello.
    E trovo un tantino patetico, mi scusi, che gli italiani debbano sempre accampare la loro storia nazionale ogni volta che vi sono eventi di un certo livello, ora con la Crimea, anni fa con l’ Iraq paragonato all ‘Italia postfascista…non importa tanto se qui o su altri media.

    Lei dice che l’Ucraina dovrebbe cedere tutte le provincie ‘russofone’ alla Russia, oltre alla Crimea, ‘per mantenere buoni rapporti’, altrimenti sono ‘nazionalisti’. Bravo, ed il nazionalismo russo, con relativo imperialismo e fascismo interno, dove lo mette?!
    Senza contare che vi sono ucrainofoni misti a russofoni ovunque, e come dicevo ieri i russi gia’ in Crimea, dopo il ‘regolare’ referendum voluto e fatto solo da loro in un paese sovrano, dicono a professionisti e lavoratori ucraini ‘lei non lavora piu’ qui’. Soldati russi, intendo.

    Dei progetti velleitari e titanici dei russi in ‘Eurasia’ meglio non parlarne. Tutto fumo negli occhi per chi volesse crederci. La sola parola Eurasia, sotto il patrocinio russo, mi fa accapponare la pelle.

    Putin e’ molto pericoloso, Obama e’ prudente e cauto, ma l’opinione pubblica scambia la sua prudenza per indecisione e titubanza, Popeye ne e’ qui un buon esempio, non certo l’unico a pensarla in quel modo.
    Possiamo solo sperare che Putin si accontenti della Crimea e non vada oltre. Ma dubito che un accondiscendente e protratto appeasement con un personaggio simile porterebbe nulla di buono all’Europa in toto.

    Peter

  15. Peter
    Peter says:

    In riguardo ai referendum secessionisti o annessionisti a seconda dei punti di vista, sono ovviamente d’accordo con Alberto C che tutti i referendum fatti in Italia nel XIX secolo erano delle farse. O plebisciti per meglio dire, come quello della Crimea oggi.
    Solo che l’unificazione del paese si mosse manu militari da nord a sud, e non viceversa.

    A settembre gli scozzesi faranno il loro referendum, senza alcuna intimidazione o pressione esterna.
    Quasi certamente, resteranno nel Regno Unito, con alcuni diritti in piu’, come quello di fare la tassazione per conto loro, cosa di cui il resto del paese, per inciso, non potra’ che beneficiarne (he he he).

    Peter

  16. Uroburo
    Uroburo says:

    Cari tutti,
    un saluto dopo quattro giorni di terme ad Acqui. Ho gustato il fritto misto alla piemontese con fegato, polmoni, cervello, pollo, salsiccia, vitello, animelle, mela, semolino, amaretto, finocchio, carciofo e credo manchi ancora qualcosa. Bevuto con dell’ottimo Grignolino.
    Sono andato in gir per vini: ho acquistato Barbera, Ruchè, Grignolino, Dolcetto di Ovada, Brachetto e Pelaverga di Verduno, uno stranissimo e raro vino pepato, ottimo pe’ la verga…. Così diceva il buon re Carlalberto dall’alto dei suoi due metri di statura.

    Ho dato un’occhiata al precedente blog dominato da valutazioni m0ralistiche sull’Ucraina. Curioso che quando si debbano giudicare gli altri si usino sempre e solo giudizi morali mentre quando si devono giudicare i propri si usino invece sempre e solo argomentazioni politiche.
    Se si è avuto il diritto di distruggere l’unità nazionale della Iugoslavia e della Serbia e di interferire all’interno dell’area ex-sovietica come se i russi fossero quantité negligeable allora la Russia ha fatto bene a riprendersi la Crimea in attesa di riprendersi anche qualche altro pezzo. Forse noi abbiamo sottovalutato al Russia e certamente la piazza ucraina, che con la democrazia c’entra men di nulla, han fatto dei conti molto affrettati.
    Comunque penso che nessuno farà nulla e le sanzioni al massimo complicheranno un po’ la vita agli europei. Sembra proprio che l’Occidente (useggetta od europeo) non sia in grado di avere relazioni pacifiche con gli altri. Peccato! La modernizzazione della Russia sarebbe stato un vero affare per tutti noi.
    Le sanzioni dimostrano una visione moralistica della politica che fa un po’ sorridere; trattare un politico che fa il suo mestiere di difendere il proprio paese come se fosse un delinquente comune denota una concezione religiosa della politica che non ha nulla a che fare con la realtà. Come tutte le concezioni religiose ha solo la funzione di servire da giustificazione dei propri più indegni interessi.

    Nessuno è interessato ad una gitarella di un par di giorni a Verona? Assicuro che il buon Bardolino è favoloooooso!
    Chi è interessato si faccia avanti.

    Un caro saluto a tutti U.

  17. Peter
    Peter says:

    xUroburo

    Per ‘la verga’ non mi fiderei del re Tentenna, il quale poteva essere alto due metri ma era tanto lungo quanto fesso. Chissa’ poi perche’ il suo pronipote era nano.

    Se ha di quei problemi, mi dicono che un certo sildenafil, per gli amici Viagra, inventato nei suoi amati usaegetta, funzioni molto meglio.

    Badi che io non usavo categorie ‘morali’, ma legali. La Russia aveva promesso all ´ Ucraina, per iscritto, ed anche a US e GB, sempre per iscritto, che la sua integrita’ territoriale sarebbe stata rispettata, in cambio Ucraina cedette (sembra) tutto il suo arsenale nucleare ed altre cosette. Pacta sunt servanda.
    Di religione nessuno ha detto finora nulla tranne lei.

    Peter

  18. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    relata refero …..
    Tuttavia guardi che la fessaggine del Carlalberto non dovrebb’esser necessariamente correlata a deficit … vergali. Si potrebbe, di per sè, esser fessi e ben verguti! Quanto al sidenafil …. francamente il Pelaverga mi sembrerebbe più piacevole.
    Scherzi a parte il vino è veramente particolare: l’ho incontrato per caso e me ne sono comperate 12 bottiglie. Sa veramente di pepe! Se ci si vede ne porto qualcuna.
    Ad Acqui ho mangiato un brasato al passito, com’è noto io sono un ottimo cucinator di brasati, con piccolissime patate, veramente squisito. E poi degli agnolotti ai pistacchi anch’essi ottimi.
    Ma perchè mai avrei necessariamente dovuto parlar di lei? La trovo veramente singolare!
    Un saluto U.

  19. sylvi
    sylvi says:

    La Russia aveva promesso all ´ Ucraina, per iscritto, ed anche a US e GB, sempre per iscritto, che la sua integrita’ territoriale sarebbe stata rispettata, …Peter

    x Peter

    Ma pensa, Putin ha osato NON rispettare ciò che aveva promesso a US e GB, …si parla di integrità territoriali non rispettate…ma come si permette!!!
    Lei non sa chi sono io!!! Anzi, chi siamo noi!!!

    Lei caro Peter, dimostra di non capire una virgola dell’Est europeo, nè di storia e nè di geografia,nonostante abbia scelto, o forse proprio per quello, come Patria di elezione la perfida Albione!
    Infatti la storia ci dice che gli inglesi, quando giravano il mondo, ci andavano a piantare paletti guardando per terra, …come quei cagnetti che corrono affannati da un albero all’altro …alzando la zampetta per delimitare il territorio!

    Le foreste di betulle vi mancano???

    Sylvi

  20. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    “piccola Anna” ecco un’ altra Santa molto importante.
    Io la tengo fra i miei ricordi più belli perchè , appena adolescente, ho per la prima volta raggiunto in cordata, sarebbe meglio dire legata come un salame, la vetta sopra il lago Volaia, al confine fra Italia e Carinzia.
    Abbiamo pranzato al rifugio con le guardie austriache , carinziani gran caciaroni e bevitori di birra!
    Erano anni di cortina di ferro, e sul versante yugoslavo sarebbe stata impensabile una simile impresa.
    Una esperienza indimenticabile e una faticata tremenda!
    E quando stavamo scendendo a valle, abbiamo raggiunto la processione di Sant’Anna con rododendri e stelle alpine!
    Io penso ancora che fosse merito di Sant’Anna se ancora riuscivo a reggermi sulle gambe!

    buonanotte
    Sylvi

  21. alberto C.
    alberto C. says:

    ha ragione il più forte, o il più debole appoggiato (per motivi suoi) da uno più forte del più forte che lo opprime.
    nell’europa orientale dal medioevo a oggi gli stati si fanno e si disfano secondo le convenienze: è impossibile stabilire confini nazionali, torti o ragioni: l’ucraina come stato indipendente non è mai esistita, la jugoslavia è stata inventata nel 1919, mettendo insieme la croazia (che apparteneva un pezzo all’austria e un pezzo all’ungheria, e fino al 1797 un pezzo a venezia. Per vicende storiche bizantine-slave(di vari tipi: slavi del nord cattolici e slavi del sud ortodossi)-turche-austriache-ungare-veneziane i Balcani sono un cubo magico senza però soluzione: ora la romania comprende un pezzo dell’ungheria tolta nel 1918, la croazia e la slovenia hanno aree che erano in prevalenza italofone, ma con minoranze cospicue crotae e slovene, la bosnia è un mosaico di croati, serbi e bosniaci musulmani, il kosovo era misto serbo-albanese/musulmano: prima i serbi opprimevano gli altri, ora (dopo dei bei bombardamenti) sono i monasteri ortodossi a essere difesi dalle truppe onu che prima avrebbero dovuto difendere i musulmani. Ed è un miracolo che ora non si spari.
    La polonia si è spostata via via a est e a ovest come una fisarmonica secondo gli scontri tedesco-russi-austriaci. Fino al 1918 la germania comprendeva una metà dell’attuale polonia, e anche fino al 1939 arrivava parecchio a est; la stessa polonia infatti tra 1919 e 1939 partiva da molto più a est di oggi, e arrivava molto più est, comprendendo appunto l’attuale ucraina occidentale (in primis Leopoli, L’viv). Dopo il patto Molotov-Von Ribbentrop è stata divisa tra URSS e Germania nazista. Nel 1945 la Germania, perdendo, ha perso la sua metà, mentre i Russi, vincendo, l’hanno tenuta (Leopoli è rimasta nell’URSS); così la polonia è stata indennizzata con un pezzo di germania, praticamente sopostandosi in blocco molto a ovest: circa 5 milioni di tedeschi (oriundi, non quelli invasori) sono stati espulsi da polonia e cecoslovacchia (un’altra invenzione del 1919), un po’ come gli italiani dell’istria, ma moltiplicato x 10. curiosità: quando nel 1938 i tedeschi hanno invaso la cecoslovacchia (che aveva una notevole popolazione tedesca: il miglior tedesco si parlava a Praga: l’ebreo Kafka, di Praga, scrive in tedesco), i Polacchi che fanno? protestano? no, invadono un piccolo pezzetto di cecoslovacchia!!
    Per non parlare di Grecia e Turchia, che erano entrambe abitate da greci e turchi: con una vera pulizia etnica si sono scambiati le rispettive popolazioni: i greci dalla turchia cacciati in grecia e viceversa. Stalin poi amava spostare popoli qua e là per l’URSS. Masi può andare avanti per pagine, solo a retrocedere nel tempo.
    Chi ha la soluzione batta un colpo.
    L’unica soluzione è accettare che l’europa orientale è un mosaico pazzesco che può vivere in pace solo accettando il miscuglio e le minoranze che ancora sopravvivono ai nazionalismi: altrimenti sarà sempre (come è da un secolo e mezzo) una continua lotta tra nazionalismi agressivi (fascisti, comunisti, gialli, verdi, blu..).
    L’impero austroungarico, lo stesso impero turco, un po’ meno i russi, lasciavano vivere le varie nazionalità e minoranze, compresi milioni di ebrei (l’80% degli ebrei sterminati dai nazisti non sono tedeschi o occidentali, ma polacchi e ucraini).
    O ci rassegnamo che si convive anche tra gruppi etnici, o vengono fuori questi disastri: come in Siria, che è un altro mosaico inesttricabile di religioni, islamiche e cristiane, e ormai è una guerra civile inarrestabile; come in Libia; come in Irak (capisco la 1a guerra in Irak, ma la seconda è stata la cazzata – senza contare i morti – più grande degli ultimi 50 anni; anche l’Iran non è omogeneo: pochi sanno, per esempio, che ha una minoranza ebraica.
    Invece che calmare, cucire, concedere diritti e autonomie regionali, pazzi come inglesi e francesi (peggio degli USA) non perdono un’occasione per disfare entità statali che comunque stanno in piedi, per rinfocolare nazionalismi disintegratori. Se avessero ragione (ma agiscono per ragioni geopolitiche.. sbagliando pure i conti), in queste cose l’ottimo è nemico del bene. Ad es.: occorrevano 600.000 morti e 2 milioni di feriti-invalidi-dispersi italiani, più quelli austriaci, distruzioni, una crisi che ha prodotto il fascismo, ecc. per occupare trieste (che ci ha solo perso) trento (idem) e bolzano (dove il 100% della popolazione era tedesco, prima di mussolini)?
    calma gente!

  22. Anita
    Anita says:

    x Alberto C.

    Grazie per il suo thread tipo documentario.
    Ben capibile e certo non barboso.
    Quanta storia in poche righe.

    Buonanotte,
    Anita

  23. Peter
    Peter says:

    x Sylvi

    Come le piace accampare sempre storia e geografia come a squola, il fatto e’ che ne so abbastanza per ricordare che entrambe le guerre mondiali sono cominciate per faccenduole territoriali e nazionaliste, nonche’ etniche, riguardanti appunto l’Est europeo, in primis.
    Sta’ a vedere che non c’e’ due senza tre?!

    Se per lei gli accordi scritti si possono cestinare, tanto peggio per lei, ma ovviamente parla a vanvera. Infatti il ‘ lei non sa chi sono io’ non si basa di solito su accordi scritti, ma su intemperanze di confronti verbali ed a volte muscolari che si vorrebbero evitare, tra individui come tra nazioni…

    Peter

  24. Peter
    Peter says:

    x Alberto C

    Ad Est i confini sono sempre stati piu’ fluidi che a Ovest, salvo eccezioni come il nord-est dell ‘ Italia, dobbiamo dirlo senno’ a Sylvi vengono le convulsioni.
    Ma guardi che la Prima GM per l’ Italia non avvenne certo per Trento, Trieste e Bolzano, ma tutt’ altre ragioni di politica interna.
    Ho il sospetto che se l’ Italia avesse chiesto quei territori all’ Austria in cambio della neutralita’, li avrebbe avuti quasi tutti subito belli ed incartati senza sparare un colpo.

    Non e’ esatto dire che l’Ucraina non sia mai esistita come nazione indipendente, anche se significa ‘terra di confine’ ed i confini come si diceva sono fluidi ad est…e’ stata spesso un crocevia tra popoli ed invasioni diverse, ma si dovrebbe almeno aggiungere che la Russia, come nazione prima ancora che impero, non sarebbe esistita senza l’ Ucraina, Kiev in particolare. Infatti fu Kiev ad adottare la religione bizantina, ortodossa, i primi ‘russi’ nel medioevo erano gli ucraini di Kiev, poi vi furono massicce invasioni cosacche, nel frattempo Mosca crebbe e si espanse, prendendo gradualmente il sopravvento sul nucleo ucraino che la aveva formata e civilizzata (diciamo).
    Ma i primi ‘russi’ a Kiev erano scandinavi o normanni.
    La lingua ucraina rimase sempre distinta dal russo, ma l’ Ucraina venne molto repressa durante lo zarismo, che le nego’ sempre ogni autonomia.

    Peter

  25. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    La Silvy con il suo n.22 ha risposto al suo n. 19 ma anch’io vorrei fare alcune note.
    Las sua espressione – Pacta sunt servanda – era già falsa ai tempi di chi l’aveva creata: i Romani hanno usato i patti sempre e solo come giustificazione al loro espansionismo imperiale. Pur di fare la guerra ai cartaginesi si sono addirittura inventati una Sagunto a sud dell’Ebro!
    Lei qui è però in qualche modo rappresentante della cultura anglosassone, quella originaria: ebbene anche lì non andiamo molto bene a cominciare dai patti stilati con il povero Adolf a Monaco, il quale, poverino, ci aveva pure creduto! E si trattava, pur tuttavia, di patti volontari e basati sul reciproco guadagno perché certo gli Occidentali non ci perdevano (almeno non a breve termine)…
    Neppure in questo caso i suoi beneamati patti sono stati servati.
    Tuttavia in linea di massima mi sembra importante distinguere tra patti siglati volontariamente e patti estorti approfittando di particolari momenti di debolezza e che vengono accettati solo pro- tempore dalla potenza battuta che non pensa ad altro che alla revanche. All’Europa non serviva una discutibile ed instabile riduzione della Russia, serviva invece una trattativa rispettosa, equanime e generosa che fornisse tecnologia ai russi e favorisse una loro evoluzione democratica. In realtà all’Europa non serviva Eltsin ma Gorbaciov. Gli Useggetta hanno scelto altro e gli europei si sono accodati, ma l’orso russo non era stato frantumato era stato solo ridotto. Hanno abbozzato ma, giustamente, non hanno dimenticato ed hanno incominciato a pensare alla rivincita. Le cancellerie hanno la memoria lunga…
    Per altro chi si muove in posizione di attacco dagli anno Ottanta in poi non è certo la Russia ma l’Occidente in blocco, e con una rozzezza addirittura superiore a quella useggetta (vedi Libia e Siria). Sto cominciando a chiedermi se gli Useggetta, almeno quando non sono governati da imbecilli oltranzisti come Giorgetto, non siano diventati più lungimiranti delle potenze europee!…
    Io comunque mi auguro che si arrivi ad un equilibrio di potenze che impediscano a tutti avventurismi dannosi. Il che significa, prima o poi, limare le unghie ai nazisti abramiti, mi riferisco alla loro politica interna segregazionista ed al loro espansionismo in politica estera.
    Un saluto a lei ed a tutti U.

  26. Peter
    Peter says:

    Caro Uroburo

    Mi spiace, ma ‘pacta sunt servanda’ e’ latino si’, ma non necessariamente coniato dai romani antichi, infatti e’ il principio su cui si basa la moderna legalita’ internazionale, e l’ espressione si usa correntemente in tutte le lingue del mondo.

    Sul patto di Monaco lei ha sempre avuto le sue personali teorie, mai riscontrate da nessuna altra parte.
    Il patto era un estremo tentativo di evitare la guerra attraverso una politica di appeasement, che coi dittatori non ha mai pagato, direi.
    Era a spese della Cecoslovacchia, che venne in effetti tradita da Francia ed Inghilterra, ma non prevedeva l’ invasione di Polonia o Russia come sostiene lei.

    Un saluto

    Peter

  27. Peter
    Peter says:

    x Uroburo

    Nel 22, Sylvi parla di Sant’ Anna o Sant’Agata, con Anita, non ho capito bene quali, ma si tratta di temi certo a lei piu’ congeniali…

    Forse si riferisce al 21 di Sylvi. Alche’ io devo ricordare ancora una volta, che gli inglesi non sono mai stati avventurieri in Europa, ma si sono sempre mossi con molta circospezione.

    Peter

  28. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    ha ragione sui messaggi. In Europa la GB ha sempre avuto come mira una politica di equilibrio.
    Quanto al patto di Monaco, chi doveva capire aveva capito benissimo…
    Resta il fatto che Churchill ha piantato in asso il povero Adolf, l’ingenuo.

  29. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x alberto C.

    Grazie per il notevole contributo. In Iran la minoranza ebraica, antichissima, ha diritto ai suoi membri nel parlamento. Da notare che un documento che denunciava i programmi atomici militari israeliani all’esame dell’Aiea si è rivelato un falso che conteneva vocaboli iraniani ormai in uso solo presso la minoranza ebraica. L’ennesima prova che Israele usa strumentalmente per i propri fini anche le minoranze ebraiche degli altri Stati. Cosa che ovviamente ha provocato in più Stati arabi una tale indignazione e qualche provvedimento causa dell’emigrazione di gran parte di tali minoranze. Emigrazione verso Israele, che ècproprio ciò che i suoi governi volevano e vogliono ancora provocare e ottenere.
    Un saluto.
    pino nicotri

  30. alberto C.
    alberto C. says:

    x pino nicotri,
    qualche tempo fa ho parlato con un ambasciatore iraniano presso la s. sede, uno studioso di religioni che ora non ha più responsabilità politiche e insegna, ovviamente di politica non voleva parlare (si capisce che c’è un regime), però ha molto insistito sul fatto che gli stati del medio oriente sono compositi, con minoranze etniche e religiose antichissime o più recenti, e voler intervenire militarmente o sobillare rivolte costituisce una forma di destabilzzazione distruttiva. Faceva anche l’esempio della Siria. E si lamentava proprio che la minoranza ebraica iraniana è in calo costante per l’emigrazione, mentre costituisce parte integrante dell’Iran. Fatta la tara a quello che è tenuto a dire è efettivamente la realtà di quasi tutto il medio oriente.
    X Peter: ha totalmente ragione, Kiev è la culla della cultura da cui nasce la Russia, dove si incontravano mercanti svedesi e bizantini (in Svezia si sono trovate monete bizantine): però sfido chunque a definire dei confini precisi a un’Ucraina etnicamente, linguisticamente, culturalmente e religiosamente omogenea, magari dei confini storici. Gli opposti nazionalismi hanno una visione “massimalista” di questi confini, ma ovviamente ciò è incompatibile col nazionalismo del vicino. Lo stesso vale per la Polonia, che ora è etnicamente “pura”, ma a causa dello spostamento di milioni di persone (tedeschi e polacchi soprattutto – e del massacro di qualche milione di ebrei), o anche della Lituania.

  31. Uroburo
    Uroburo says:

    Peter: La lingua ucraina rimase sempre distinta dal russo
    Come il dialetto salentino dal milanese, I suppose …..

  32. alberto C.
    alberto C. says:

    Le lingue slave si somigliano tutte (come quelle neolatine, cosiddetti dialetti compresi), solo che la parte dei popoli slavi cristianizzata da Roma (divisa dagli altri dagli Ungari) usa i caratteri latini ed è cattolica; la parte convertita dai Bizantini usa il cirillico, opera di missionari bizantini. Tracce di glagolitico si trovano anche negli slavi occidentali.
    Su questa base è nata la tragedia del pan-slavismo, che dal secolo XIX ha voluto modificare confini e creare stati “slavi” (molte lingue slave hanno avuto una codificazione precisa solo allora, come anche il rumeno, che slavo non è), a partire dall’abbattimento dell’impero austroungarico, ed è tra i responsabili della 1a guerra mondiale. Peraltro è uno dei nazionalismi di moda all’epoca.
    L’Ucraina è anche divisa tra ortodossi e uniati cattolici, che nel XVI secolo, passando all’obbedienza romana, hanno ottenuto di mantenere i riti bizantini, la loro liturgia e il matrimonio per i preti. Stalin prima ha perseguitato entrambi, poi ha favorito gli ortodossi, dando loro le chiese degli uniati. Dopo il 1991 non tutte le chiese (quelle sopravvissute) sono tornate agli uniati. Però su due piedi non saprei dire se la divisione religiosa corrisponda a quella tra ucraini e russofoni.

  33. Peter
    Peter says:

    x Uroburo

    E lei crede che io il milanese lo capisca?!

    Leggevo taca feou, per esempio, avrei capito appicca il fuoco, significa invece appendi fuori….

    Peter

  34. Peter
    Peter says:

    In salentino sarebbe ‘mpinnilo add’ affore, nemmeno ‘ a fore’ come sarebbe piu’ ovvio, perche’ mi pare che a fore significhi ‘ in campagna’.

    Peter

  35. Anita
    Anita says:

    x Peter

    …a dire il vero neanch’io capisco il milanese/meneghino.
    Solo qualche frase o esclamazione.
    Il Lombardo e’ simile…e lo capisco anche meno.
    Come ho scritto diverse volte, era proibito in casa, sia mia che di mia nonna e zia.
    Capisco meglio il siciliano, essendo ormai quasi adulta…avevo piu’ liberta’ e piu’ contatto con le persone del luogo.

    Pero’….so che in meneghino, fuori si dice; feoura.

    Ciao,
    Anita

  36. Caino
    Caino says:

    Scusate, ma “va a caghé” lo capiscono tutti o v’è bisogno di un traduttore ?
    Solo una curiosità .

    Caino

  37. Caino
    Caino says:

    Ma è mai possibile che nessuno tra tanti storici abbia mai letto che l’unico vero accordo internazionale è stata la Pace di Westfalia,qualche secolotto fa.
    Per gli ignavi :

    http://it.wikipedia.org/wiki/Pace_di_Vestfalia

    Da tempo ormai lo stato Westfaliano è andato a farsi benedire,e non si ritornerà più indietro ,nonostante i nostalgici dell’ordine mondiale albionico ,come il buon Peter.
    La globalizzazione ha infine dato la mazzata finale al vecchio ordinamento e si è alla ricerca dei nuovi equilibri , fatevene una ragione.
    Dopodichè le uniche parole sagge, a proposito di nuovi equilibri le ha pronunciate Il Sig Uroburo ,quando afferma :

    Le sanzioni dimostrano una visione moralistica della politica che fa un po’ sorridere; trattare un politico che fa il suo mestiere di difendere il proprio paese come se fosse un delinquente comune denota una concezione religiosa della politica che non ha nulla a che fare con la realtà. Come tutte le concezioni religiose ha solo la funzione di servire da giustificazione dei propri più indegni interessi.

    Appunto.

    Caino

  38. Caino
    Caino says:

    Egr sig Uroburo,
    condivido molto da quanto Lei affermato.
    Vorrei però sottolineare ancora alcuni aspetti del recente passato.
    Stalin è stato l’affossatore del Comunismo internazionale ed anche della possibilità di un Comunismo nel breve tempo,con tutte le sue conseguenze.
    Ora nella medesima operazione vi era sì la consapevolezza della debolezza russa,che d’altra parte fu ben colta,dalle resto delle cancellerie europee imperialiste.
    Tanto che ad un certo punto nel momento che colsero il ritorno in Russia di una normalità che non potesse più sconvolgere gli equilibri “interni” lo lasciarono in pace a grattarsi nella sua minestra.
    Non vi era più nessun pericolo , i partiti comunisti ripiegarono su stessi,convinti che il problema fosse salvare l?URSS,e quelli che non lo erano furono pure convinti con le cattive maniere.
    La pace sociale interna era garantita e cosi tutti quanti tornarono ad occuparsi dei soliti giochi di equilibrio.
    Prima della seconda GM non vi era un sola potenza che parlasse di pericolo russo, conoscendo bene la debolezza dell’orso.
    Pensare diversamente era una sciocchezza tanto che di cosiddetti Stati democratici alla vigilia della II GM (secondo parametri a noi vicini nel tempo) ne erano rimasti tre in tutto il Mondo,(che contassero) USA, Inghilterra e Francia.
    E che fecero questi signori? di tutto per scagliare la rinata potenza tedesca,contro l?URSS.
    Che non avessero letto nulla di Adolfo ?
    Beh , una bella banda di imbecilli, ma così non era ,giocarono una partita per vedere chi era più furbo e si ritrovarono con i russi a Berlino.

    Dopo è già una storia recente, cambiano alcuni parametri, di cui magari parleremo in altra occasione, salvo ricordare che la riunificazione tedesca fu un vero shock,da cui cercano di venirne fuori ancora adesso.

    Caino

    – porti pazienza , ma proprio si rifiutano di capire e fanno le storie di date ed avvenimenti senza capirne il vero contenuto causa effetto.

  39. Peter
    Peter says:

    x Caino

    Faccia conto che qualcuno le abbia mostrato il dito medio rivolto all’ insu’, dalla parte del dorso della mano.
    Ho idea che di traduttori ci sia bisogno ancora di meno…
    E questo vale veramente per tutti i suoi posts di cui sopra.

    ‘Notte

    Peter

  40. Peter
    Peter says:

    Per alcuni sul blog le ‘provincie russofone’ dell’ Ucraina non potrebbero essere piu’ diverse dalle altre, vedasi i posts precedenti di Sylvi, ‘mica come in Italia dove abbiamo la stessa lingua e religione’, per altri Russia ed Ucraina hanno praticamente la stessa lingua e minime differenze religiose, ma in ambo i casi l’ aggressione di Putin viene appprovata incondizionatamente, anzi dovrebbe fare di piu’, e’ solo un onesto politico che sta’ difendendo il suo paese….
    Mah…
    Trovo poi singolare il riferimento di Uroburo a Hitler, Churchill, i sudeti ed il patto di Monaco. La situazione presenta in effetti delle analogie, la Russia ‘umiliata’ per la perdita della guerra fredda, il suo revanchismo, la sua tendenza a ‘liberare’ i russofoni di altri stati, che ora invade per ‘difendersi’, lebensraum et ceteris paribus.
    Per il momento, l’ Ucraina fa la parte della Cecoslovacchia, ‘tanto non e’ omogenea’, ‘non e’ mai esisita come nazione indipendente’.
    Doppio mah…

    Peter

  41. Caino
    Caino says:

    Egr sig Peter,

    lei non mi sorprende più , ormai è solo più’ in grado di fornire quel tipo di risposte,che denota solo più la sua impotenza di argomentare.
    Faccia pure come crede, ma “dopo” si lecchi il dito con gusto, né trarrà grande soddisfazione, presumo.Io non sono un esperto in materia, quindi non posso affermarlo con sicurezza.

    Caino

  42. Peter
    Peter says:

    x Caino

    No guardi, e’ solo che i suoi ‘argomenti’ non meritano altre risposte, veda ad esempio il suo 39, ma anche gli altri due denotano una certa sicumera che si puo’ schiaffare in soffitta, diciamo cosi’.
    Per il resto, non lavori troppo di fantasia, le fa di certo male alla salute, esperto o meno…

    Peter

  43. Anita
    Anita says:

    ~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

    L’Orso aveva un alleato, il freddo intenso…….

    Anita

  44. Popeye
    Popeye says:

    Che centra tutte queste storielle del passato sulla crisi della Crimea di oggi? Il fatto rimane che la Russia post Stalin aveva firmato un patto con Ucraina, Usa, e GB e non lo ha rispettato. Punto.
    Sono totalmente d’accordo con Peter con l’eccezione di Obama che come leader non vale quattro rubli.

  45. Uroburo
    Uroburo says:

    Una piccola nota a margine
    Caro Peter,
    trovo il suo messaggio n. 45 un esempio di evidente maleducazione. Tanto per cambiare del tutto gratuita: se non aveva voglia di rispondere a Caino, cosa di per sè legittima, avrebbe potuto dirlo in altri modi un po’ meno volgarmente villani.
    Dopo di che ciascuno fa quel che gli pare; c’è un sacco di gente che si diverte a voltolarsi nel guano.
    Un saluto U.

  46. Uroburo
    Uroburo says:

    Dire che “le cose stanno così”, seguito da”immancabile “Punto” a me sembra un corto circuito intellettuale che porta ad un’abdicazione dell’intelligenza, cosa che mi capita non rarissimamente quando si parla con degli useggetta. Un aspetto molto tipico della cultura useggetta, una cultura sostanzialmente religiosa, è quello di trasformare le faccende politiche in questioni morali, come se l’etica fosse la base della politica. Cosa che, quand’anche fosse vera, richiederebbe alcune precisazioni perché, com’è noto, l’etica politica, soprattutto nei rapporti tra stati, è un po’ diversa da quella che regola i rapporti tra il signor Rossi ed il signor Bianchi, suo dirimpettaio.
    Personalmente trovo un po’ idiota mettere al bando il politico X o Y per aver difeso quelli che ritenevano essere gli interessi del proprio paese, come se la politica fosse fatta da loro personalmente e non da un’intera classe diggerente. Perché allora Yanukovich ed Aksyonov ecc. e non Putin? Mistero. Questa personalizzazione della politica è un’arma a doppio taglio che può servire solo contro piccoli paesi, contro una grande potenza mi sembra un metodo foriero di gravi ripercussioni perché impedisce di capire e quindi affrontare adeguatamente il fatto che la politica è, primariamente, un campo in cui si scontrano interessi e non principi morali.
    Pacta sunt servanda sembrerebbe un’affermazione concettualmente un tantino più adeguata. Ma anche qui si tratta solo di apparenza. I patti vengono regolarmente rispettati quando è interesse rispettarli e regolarmente violati quando gli interessi cambiano. E questo da tutte le potenze esistite nella storia senza eccezione. A dimostrazione che i principi valgono sempre e solo fino a che valgono.
    Esistono poi certi principi, ad esempio quello della legittima difesa, che superano in importanza il principio del rispetto dei patti. Mettere in pericolo l’esistenza di un paese comporta risposte molto forti, indipendentemente da quel che dicono i patti. Evidentemente alcuni pensano che la NATO al Dnepr e sul Caucaso, con susseguente schieramento di missili, non sia una minaccia. Solo che non si capisce bene il perché della crisi cubana… Non erano forse i cubani padroni di far quel che volevano a casa loro? Altro mistero …
    Certo, certo, pacta sunt servanda, eccome no? Ma la legalità internazionale contempla anche, come diritto addirittura precedente e quindi più importante, il diritto all’esistenza degli stati. Certo gli stati possono essere conquistati ed aboliti in seguito a sconfitte militari (noi italiani ne sappiamo qualcosa ma anche gli inglesi non scherzano) ma anche i popoli, come le cancellerie, hanno la memoria lunga: ad esempio i referendum scozzesi di ora.
    Allora alla fine mi pare che la domanda non dovrebbe essere quella, un tantino rozza, sui patti o sui principi, ma quella sulle dimensioni di una politica di pace internazionale. Che dal 1945 ad ora è sempre e solo stata violata dagli occidentali e non certo da quei paesi che, per comodità, definiamo comunisti o ex-comunisti che ne sono invece sempre stati il bersaglio. E incomincio dal 1945 per comodità, perché volendo si potrebbe incominciare anche dal 1917.
    Un saluto U.

  47. sylvi
    sylvi says:

    caro Popeye,

    leggo oggi sul Venerdì un articolo di Federico Rampini, giornalista e scrittore residente in America, che elenca con puntiglio i fatti, caso mai dopo fa i commenti.
    Il titolo è :- La lobby ucraina in America sta con i ribelli di Kiev.
    Descrive la lobby soprattutto di NY; nomi importanti delle arti e delle scienze, ucraini di origine che finanziano generosamente gli insorti di Piazza Maidan a Kiev, che guarda caso, sono tutti del Nord-ovest dell’Ucraina.
    Ovviamente la lobby ucraina in America preme presso il Pentagono e la Casa Bianca per l’entrata nella Nato, e nella Ue.
    E spinge l’Europa a fare altrettanto.
    Che mezza Ucraina non sia d’accordo…è ininfluente!!!
    Oggi a Bruxelles è stato firmato il primo” contratto di associazione” fra Ucraina e UE.
    Non si capisce che cosa esattamente questo contratto voglia dire, ma non è necessario preoccuparsi…almeno fino a quando non si arriva alla liberalizzazione delle frontiere.
    E alla liberalizzazione dei passaporti!
    Putin saggiamente sta tranquillo, oppure gioca con Obama a chi sanziona di più.
    Insomma non mi pare che nessuno sia preoccupato del destino delle genti del luogo, nè tanto meno dei loro desiderata.

    Un’Europa che si incontra e non si scontra; confini che pur fra continui faticosi rimescolamenti cercano la tolleranza la conoscenza reciproca e la comprensione; popoli che pur mantenendo viva la propria storia, i propri usi e costumi,… più che decisi ad imporli agli altri, provano la meraviglia dell’incontro e della continua scoperta e del confronto…
    tutto questo ho l’impressione che non interessi al popolo americano.
    La sua storia è stata soprattutto quella di Furore di J. Steinbeck; epica, coraggiosa e ammirevole, ma incapace di inventarsi un altro approccio alla realtà dei tempi che cambiano.
    Noi, in Europa abbiamo assoluta necessità di inventarci altri approcci al vicino…Alberto C. ha spiegato chiaramente i miscugli e gli intrecci di popoli.
    Noi proprio non c’entriamo con J.Steinbeck, e i grandi spazi delle praterie americane.
    L’America dovrebbe sforzarsi di capire il concetto!

    Ma tornando a Rampini, lui parla di gasdotti americani che dovrebbero al più presto arrivare in Europa per togliere di mezzo il gas russo! ” per disinnescare il potere i ricatto ” della Russia.
    Nel frattempo la Russia sta cercando di costruire a tempo di record il ponte che unisce Kerc, in Crimea con la Russia; il Don che sfocia sul Mar Nero. Un’opera epica.
    L’America glielo impedirà come in passato tutti i nemici della Russia? Vedremo.
    Insomma credo che l’America si stia giocando la solita partita del “qui comando io”, anche in casa d’altri.
    L’America deponga il fucile e faccia riposare i cavalli…si inventi un nuovo risveglio, che non sia quello antico, già esperimentato dal Mondo.
    E allora sarà più facile “bastonare” il ” dittatore” Putin, qualora ce ne fosse bisogno.

    Sylvi

Commenti più recenti »

I commenti sono chiusi.