1) – Com’è in realtà amaro lo zucchero! 2) – La JP Morgan Chase della condanna se ne frega: business as usual!

1) – Il baccano che facciamo in Occidente su tragedie che facciamo finta di voler risolvere serve anche a coprire tragedie delle quali non sospettiamo neppure l’esistenza e che fanno da base per i nostri piaceri quotidiani. A malapena sappiamo che la benzina per le nostre auto e il petrolio delle nostre centrali elettriche, senza il quale creperemmo di freddo e paralisi varie, ha origini piuttosto violente. Abbiamo saputo, e presto dimenticato, che troppo spesso i giocattoli per i nostri bambini sono prodotti da masse di altri bambini trattati come schiavi in altre parti del mondo. Nulla sappiamo del fatto che la produzione di tè, caffè, cioccolata, banane e altre delizie che da secoli rendono “superiore” la nostra qualità della vita e dei consumi comporta nei luoghi di produzione danni a fronte dei quali la nostra inarrestabile emorragia italiana di morti e malati per il lavoro è poca cosa.
La cosa che ignoriamo del tutto è quanto sia in realtà amaro lo zucchero che ci addolcisce in mille modi il palato e soddisfa la gola, da quello nel caffè a quello per i dolci, le torte nuziali e di compleanno e mille altri usi ancora. Ecco perché questa volta pubblico un bell’articolo comparso su L’Espresso a firma del collega Marco Magrini, tratto dal sul seguente link:
DOSSIER
“Zucchero amaro”: la battaglia in difesa della terra.

Un business che vale 47 miliardi di dollari l’anno. Il rapporto Oxfam rivela una sorta di colonialismo per il land grabbing: sfratti ed espropri, omicidi e conflitti, popolazioni sfollate. Disastri causati dalla nuova corsa all’oro: la caccia ai terreni. Ma le Ong si sono schierate contro le multinazionali

di Marco Magrini
Oltre all’oppio, al whisky e al tabacco, c’è un’altra droga che ha definito lo strapotere dell’Impero Britannico agli albori della globalizzazione, fra il ‘600 e l‘800. In nome di quella sostanza, la corona inglese colonizza paesi e isole tropicali, escogitando anche un curioso sistema di reclutamento della manodopera per le sue piantagioni: la prima tratta degli schiavi. Oggi, a secoli di distanza, gli schiavi non ci sono più. Ma non è finita la conquista di nuove terre per coltivare estensivamente quella stessa risorsa: lo zucchero.
Il business dello zucchero vale quasi 47 miliardi di dollari all’anno, a fronte di un consumo di 139 milioni di tonnellate, in maggioranza da parte dell’industria alimentare. Un rapporto appena pubblicato da Oxfam (  http://www.oxfamitalia.org ), rivela che dietro le enormi quantità di zucchero ingerite dal mondo – una “droga” che stimola i recettori di beta-endorfine nel cervello, procurando una sensazione di benessere – c’è una sorta di nuovo colonialismo per il land grabbing, l’accaparramento di terre coltivabili. «La nostra ricerca», dice Maurizia Iachino, presidente di Oxfam Italia: «evidenzia come il commercio di zucchero sia già oggi alla base di casi di land grabbing: sfratti ed espropri eseguiti senza il consenso e il risarcimento delle comunità che abitano su quella terra, e altri gravi conflitti legati alla proprietà terriera».
l rapporto di Oxfam, intitolato Zucchero Amaro (  http://www.oxfamitalia.org/wp-content/uploads/2013/10/BRIEFING-NOTE-Zucchero-Amaro_FINAL.pdf ), punta il dito su una serie di casi recenti. In Cambogia, nella regione di Sre Ambel, 500 famiglie di tre villaggi si sono viste strappare via la terra per far posto a una piantagione di canna da zucchero di 18mila ettari, da parte della Thai Khon Kaen Sugar, un’impresa agrindustriale di Bangkok che rifornisce le multinazionali del cibo.
In Brasile, il primo esportatore di zucchero al mondo, che tramite la canna da zucchero ha prodotto l’anno scorso anche 22 miliardi di litri di etanolo per le auto, le cose vanno logicamente peggio. Soprattutto nel Mato Grosso do Sul, le popolazioni indigene rivendicano da anni i diritti sulle terre ancestrali, dopo che i colossi multinazionali dell’agrindustria hanno imposto, a colpi di dollari, la riconversione delle colture locali in canna da zucchero, soia e mais. «Nel 2008», si legge nel rapporto di Oxfam: «ci sono stati 751 conflitti per la  terra, saliti a 1.067 nel 2012, con un totale 36 morti e 77 tentati omicidi. Se non tutte le dispute sono riconducibili allo zucchero, negli Stati che ne sono principali produttori, come Mato Grosso do Sul, Pernambuco e San Paolo, è innegabile che siano aumentati i conflitti, legati alle più recenti compravendite. In contesti di questo tipo, vincono quelli che hanno più potere. O le migliori relazioni politiche».
Il dito, stavolta, non è puntato su re Giorgio II o sulla regina Vittoria, ma su Coca-Cola e PepsiCo che sono i primi due consumatori di zucchero del pianeta (circa 40 grammi per lattina) e sulla Associated British Food, famosa per i marchi Ovomaltina e Twinings, che è la seconda produttrice al mondo.
«I consumatori che amano i prodotti di queste aziende», sentenzia Elisa Bacciotti, responsabile delle campagne per Oxfam Italia: «meritano di più: ci auguriamo che siano i primi a firmare l’appello per chiedere a queste aziende di usare la loro influenza e potere per contrastare ogni caso di land grabbing che cerchi di innescarsi nelle loro filiere».  La petizione (  http://www.behindthebrands.org/campaign-news/take-action ) si chiama Behind the Brands (“Scopri il marchio”). Punta apertamente a spingere i colossi agrindustriali a «conoscere cosa accade lungo le proprie filiere di produzione, al fine di adottare tutte le misure necessarie per risolvere i problemi».
In realtà, l’operazione «Scopri il Marchio» è già stata lanciata da Oxfam lo scorso febbraio. L’organizzazione non governativa nata a Oxford nel 1942 ma oggi presente in 17 paesi del mondo, ha messo sotto la lente i primi dieci gruppi alimentari: oltre ai tre già citati, ci sono Nestlè, Unilever, Danone, Mars, General Mills, Kellog’s e Mondelez, nata l’anno scorso da una costola della Kraft. Le “dieci sorelle” vengono messe in classifica secondo sette parametri, che vanno dall’uso dell’acqua ai rapporti con i coltivatori, e includono il land grabbing. Su quest’ultimo tasto, tutti ne escono maluccio, ad eccezione della Nestlè, che ha quantomeno cominciato a interessarsi del problema.
Ma la raccolta di adesioni che Oxfam lancia oggi con la pubblicazione di “Zucchero Amaro”, prende di mira soltanto Coca, Pepsi e Associated British Foods. «Se questi tre gruppi cambiano politica», osserva Bacciotti: «e chiedono ai loro fornitori standard più severi sul rispetto dei diritti della terra, anche gli altri seguiranno».
Secondo i dati ufficiali, dall’inizio di questo secolo a oggi sono state realizzate 800 compravendite di terra su larga scala, per un totale di 330mila chilometri quadrati, pari alla superficie dell’Italia. Dalla crisi alimentare del  2008, sono addirittura triplicate. Un centinaio di queste, sono state fatte in nome dello zucchero. Una sostanza che, appena quattro secoli fa, solo pochi avevano la fortuna di aver assaggiato, a beneficio di palato e di neuroni. E che oggi, mentre il mondo ricco combatte contro l’obesità, rende quello povero, un po’ più povero.
2) – JP Morgan: il caso di una banca sistemica
Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**Giustizia è fatta, si direbbe. La JP Morgan Chase, la prima banca americana, è stata condannata a pagare una multa di13 miliardi di dollari, la più alta della storia, per le frodi perpetrate ai danni di milioni di famiglie. Queste avevano acquistato la propria casa con un mutuo gravato da ipoteca a condizioni capestro. Frodati sono stati coloro ai quali la banca aveva venduto derivati finanziari tossici del tipo mbs (mortgage-backed-security), prodotti che avevano come capitale sottostante strumenti speculativi legati a ipoteche gonfiate e impagabili. In cambio i dirigenti della banca vengono esonerati da ogni altra responsabilità civile e penale per le loro decisioni che, come è noto,  hanno scatenato la crisi finanziaria e  bancaria sistemica, che dagli Stati Uniti ha investito il resto del mondo. La giustificazione, addotta persino da alti rappresentanti del ministero di Giustizia americano, è che una loro eventuale condanna penale potrebbe avere conseguenze destabilizzanti per l’intero sistema economico. Le autorità giudiziarie di fatto si sono limitate a riscontrare esclusivamente la mancanza di controllo da parte della dirigenza della banca nei confronti di alcuni dipendenti corrotti o “megalomani”.

Dei 13 miliardi di dollari di multa, 9 vanno alle casse dello Stato e circa 4 vanno a risarcimento delle famiglie e delle altre persone truffate. Negli Usa però si sta aprendo un diffuso contenzioso sociale in quanto le famiglie coinvolte giustamente non chiedono il semplice rimborso ma vogliono rientrare in possesso della casa loro confiscata per bancarotta.

In specifico, i 4 miliardi dovrebbero prima passare attraverso la Federal Housing Finance Agency, un organismo governativo, quale risarcimento per l’azione fraudolenta della Jp Morgan nei confronti di Fannie Mae e di Freddie Mac, i due colossi parastatali del mercato ipotecario, a cui, nella fase più calda della bolla dei titoli subprime (2005-7), era riuscita a piazzare ben 33 miliardi di dollari di titoli tossici. Si ricordi che, per salvare i due enti dalla bancarotta, il governo ha dovuto utilizzare 188 miliardi di dollari presi dal bilancio statale e, ovviamente, dalle tasche dei cittadini. Il risarcimento di 4 miliardi comunque non rappresenta che poco più del 2% del salasso in questione.

La stessa multa di 9 miliardi, pur essendo apparentemente elevata, è molto meno della metà dei 21 miliardi di profitti conseguiti nel 2012 dalla JP Morgan. La banca ha annunciato pubblicamente di voler incassare 25 miliardi di profitti anche nel 2013. Si ricordi inoltre che dal 2010 essa ha accantonato per sole spese legali ben 28 miliardi di dollari. Ci si chiede come sia possibile ottenere così alti guadagni mentre l’economia americana ristagna e sta a galla soltanto grazie alle iniezioni di liquidità della Federal Reserve che nel 2013 supereranno complessivamente i mille miliardi di dollari.

Così certamente è facile incassare profitti finanziari: la Fed concede liquidità a tassi vicino allo zero e il sistema bancario acquista bond del Tesoro ad un tasso di interesse del 3-4%. Del resto è notorio che le “too big to fail” non hanno mai smesso di operare sui mercati dei derivati speculativi Otc. E la Jp Morgan Chase, con i suoi 73 trilioni di dollari in Otc, detiene da sempre il record negli Usa. Eppure la truffa sopramenzionata è soltanto una delle tante che fanno oggetto di indagine da parte delle autorità di vigilanza. Ciò vale non solo per la JP Morgan ma per molte della grandi banche americane.

Poche settimane fa la JP Morgan ha inoltre dovuto concordare il pagamento di un’altra multa di 1 miliardo di dollari per il famoso scandalo “London Whale”. In pratica aveva nascosto perdite in derivati nel 2012 per 6,2 miliardi e aveva fornito false informazioni alle autorità di controllo e al mercato circa la natura e i rischi insiti in certi derivati. Essa è anche oggetto di altre indagini, tra cui quella sul tasso Libor, quella sulle manipolazioni dei mercati dell’energia e per il coinvolgimento negli schemi truffaldini dello speculatore Bernard Madoff.

Non vorremmo che i provvedimenti e le indagini delle autorità americane nei confronti degli intermediari finanziari speculativi si limitassero a gettare un velo sulle loro malefatte e servissero a lasciarli liberi di continuare con il “business as usual”.

*Sottosegretario all’Economia del governo Prodi **Economista 

237 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x cc
    Carta vetrata? Quello neanche la sente.
    Sono dell’idea che usa (e consuma) la raspa…

    C.G.

  2. Rodolfo
    Rodolfo says:

    cc….adesso ti scopriamo pure medico…-

    …guardando Luciano Onder si apprende molto…ed io lo guardo sempre…
    R

  3. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Di fronte alla politica del sopruso e dell’occupazione dei governi israeliani contro i palestinesi, uno non può fare gran cosa, oltre a trasmettere le informazioni che ci giungono. Però noi consumatori abbiamo un arma micidiale: il boicottaggio.

    Per esempio:
    – Carmel (frutta e verdura)
    – Jaffa (frutta e verdura)
    – Kedem (avocadi)
    – Coral (ciliege)
    – Top (frutta e verdura)
    – Beigel (biscotti aperitivi)
    – Hasat (agrumi)
    – Holyland (miele, erbe)
    – Amba (conserve) –
    – Green Valley (vino)
    – Tivall (prodotti vegetariani)
    – Agrofresh (cetrioli)
    – Jordan Valley (datteri)
    – Dana (pomodori ciliege)

    Chi vuole sapere il codice di barra di prodotti israeliani venduti all’estero, il sottoscritto è, in forma privata a completa disposizione.

    C.G.

  4. Rodolfo
    Rodolfo says:

    cg… Però noi consumatori abbiamo un arma micidiale: il boicottaggio.
    =
    Non potra’ mai essere quella la via…
    ma anche cosi (tu certamente non lo sai)…
    campa cavallo che l’ erba cresce…
    Rodolfo

  5. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Se permetti …caro Peter …ti rispondo io …credo che cg non l’ abbia assaggiato mai…io invece si…e’ un olio di qualita’ superiore…
    non pizzica ed ha un buon profumo…io lo compro senza problemi…come Anita sa’..io esco pazzo per l’ olio di oliva tanto che spesso lo bevo con un pezzettino di pane caldo con origano…

    …il dato di 1(un) milione di alberi abbattuti da parte degli Israeliani
    (cosi dicono) non ha intaccato la consistenza e l’ esistenza di alberi di ulivo in Palestina che ammonta tutt’ ora a circa
    11(undici) milioni di alberi.
    Io non posso che consigliarlo.
    Rodolfo

  6. Peter
    Peter says:

    X Rodolfo

    Il giorno che chiedero’ un consiglio ad uno come te il sole sorgera’ ad ovest

    Peter

  7. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Peter.
    Acquistai una volta, un paio di anni fa, in una Pitteria gestita da un palestinese, mezzolitro di olio di oliva delle sue parti.
    Lo ricordo buono anche se di abitudine mi servo di quello pugliese oppure siciliano.
    Dalle mie parti le grandi catene di distribuzione, purtroppo non hanno quasi niente da offrire che provenga dalla Palestina.
    Conosco comunque il codice di barra.

    C.G.

  8. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Non ti preoccupare…il giorno in cui mi potrai tappar la bocca
    idem…per cui beccati i miei consigli… o ti mangi sta minestra o ti butti dalla finestra…
    pero’ puoi sempre non leggerli….
    Rodolfo

  9. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S. x Peter.
    Anche io, stasera, non ho nessuna intenzione di dargli corda. Ho passato un’ottima giornata e non me la voglio rovinare arrabattandomi con le sue…
    Bèh, lasciamo stare.

    P.S2) Davvero non ti piacerebbe essere tra noi in una eventuale rimpatriata? Capisco il tragitto lungo, eppure sono sicuro che starai bene…. Sylvi è una donna straordinariamente alla mano, sopratutto una donna cordiale.

    Saluti
    C.G.

  10. Peter
    Peter says:

    x CG

    Il tragitto e’ lungo, si, e sono stanco per vari motivi.

    Sylvi sara’ una donna alla mano e cordialissima, ma proprio non potrei mettermi nelle condizioni di ospite.

    Comunque ti ringrazio del pensiero

    Peter

  11. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xPeter
    Certo che e’ Palestinese…se lo dice lui perche’ metterlo il dubbio…
    quel giorno che lo compro’ ero persino li presente…..
    nella Pitteriah Abdullah….
    Rodolfo

  12. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Peter…ma proprio non potrei mettermi nelle condizioni di ospite.
    .=
    beh metteti nei panni del padrone di casa…
    con un po’ di fantasia tutto e’ possibile…
    Rodolfo

  13. Peter
    Peter says:

    X Rodolfo

    Mettiti nei panni di un pappagallo impiccione e ciarliero.
    Per quello non ti serve neanche la fantasia, ti bastano le penne ed e’ fait accompli.

    Peter

  14. Rodolfo
    Rodolfo says:

    oddio come sei permaloso…
    attenzione a non prendere buchi per gallerie….
    per uno che non riesce ad essere ospite ..e’ possibile…
    Rodolfo

  15. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Penso di sì, Peter, che l’olio di oliva che vende, tra altri prodotti tipici questo piccolo artigiano (si chiama Saleh) sia di provenienza palestinese. Sono bottigliette con originale apertura a strappo.

    Saleh fa anche cateering per feste in piccoli gruppi: una volta ero della partita e ho trovato il tutto molto gustoso, un pò troppo zuccherato per i miei gusti, ma semplicemente buono.

    C.G.

  16. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Buonasera signora Anita,
    chi era quello che “fa scadere la qualità del blog”?
    Me lo ripete per cortesia?
    Grazie mille.

    C.G.

  17. Anita
    Anita says:

    x CC #48

    Caro CC,
    il tuo intervento e’ fuori luogo.
    Anche quando ‘andavo’ ai parties sono sempre stata parca nel mangiare…non ho mai toccato i desserts.
    Inoltre I don’t have a sweet tooth…..
    Ti dico anche che ai parties il menu’ e’….secondo che tipo di parties sono…….

    Ciao,
    Anita

  18. sylvi
    sylvi says:

    tra loro gente anche onesta…

    potrebbe anche essere tradotta :

    Tra loro anche delinquenti.. CC n17

    caro CC,

    dopo due giorni intensi di visite, tra il Friuli e il Veneto, a vivi e morti…anche per ringraziare il Buon Dio di essere ancora qua…e per dirla con Claudio Magris friulano, ripetendo il dettoYiddish: -l’uomo viene dalla polvere e tornerà nella polvere-
    d’accordo,- dice lo scrittore di Danubio- ma nell’intervallo beva qualche buon bicchierino!!!
    Friulani incorreggibili, forse, ma …un bicchierino di grappa non ti porta il diabete, tre cucchiaini di zucchero… alla volta…forse sì!
    Oggi, per rimettersi dalle fatiche cimiteriali e per tirarsi su il morale ,siamo andati, in combriccola, un passo al di là del confine, in Slovenia.
    Si mangia benissimo, si beve come sul Collio, di cui è la continuazione, l’ospitalità è ottima.
    Lo Slivoviz o la Marasca… o la grappa di pesche del luogo…ottime!

    Ma volevo rispondere al tuo 17, che ho citato in alto.

    Il punto base nelle tue due frasi è l’avverbio “anche”.
    Ahhh, gli avverbi, nella grammatica italiana sono un vero busillis.
    Ce n’è di tutti i gusti, di tutte le specie…e “anche” è uno dei più complicati: può essere avverbio di modo, di quantità, di congiunzione; insomma è come il prezzemolo che ci sta bene dappertutto.
    Nelle tue frasi osserviamo la sua collocazione: nel primo caso è posto fra il nome e l’aggettivo, nel secondo sostiene l’intera frase.
    Insomma , arrampicandosi un po’ sugli specchi di Rodolfo, si potrebbe ipotizzare che nel primo caso è un avverbio di modo, nel secondo è avverbio di congiunzione, avverbio aggiuntivo, perchè aggiunge qualcosa al pronome “loro” e all’intera frase.
    A questo punto quanti fossero gli onesti, o i delinquenti sorretti dall’avverbio “anche” resterebbe un po’ confuso ai miei bimbini…ma niente paura…la Scuola…e la Vita …molto spesso complicano i problemi facili!

    mandi
    Sylvi

  19. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Cerutti Gino { 03.11.13 alle 19:12 }
    Buonasera signora Anita,
    chi era quello che “fa scadere la qualità del blog”?
    Me lo ripete per cortesia?
    Grazie mille.C.G.
    =
    Macche ti metti a piangere ora…cerchi pietosamente riscontri ….
    ma fatti prima n’ esame di coscienza prima di gridare al ladro…
    Rodolfo

  20. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Lo Slivoviz .. la Marasca… o la grappa di pesche del luogo…
    secondo me potrebbe portare anche al diabete…in fondo contengono(anche) zucchero…con un effetto collaterale ti spappola il fegato…o no?
    Bah…direi come in tutte le cose…. moderazione….
    Rodolfo

  21. Rodolfo
    Rodolfo says:

    …………tra loro gente anche onesta……………………………..
    =
    Si parlava di immigrati…tra loro gente onesta ma anche delinquenti. Punto
    =
    Si parlava di immigrati …tra loro gente criminale ma anche gente onesta.Ratapunto

    Quanti siano i criminali e quanti la gente onesta e’ relativo…
    l’ importante e’…che sappiamo che non tutti sono farabutti….e che non tutti sono onesti…
    la questione si pone appunto di stabilire …di essere chiari che tra questi immigrati…che nessuno ha invitato… non tutti sono onesti…il resto va’ da se….
    e la grammatica e la sintassi pure…
    alla fine… quel che importante e’ capirsi….
    Rodolfo

  22. Anita
    Anita says:

    Non occorre essere medici per sapere cos’e’ il diabete, tutti o quasi abbiamo avuto o abbiamo amici o parenti che sono afflitti da questa malattia.

    La nonna materna aveva il diabete, mori’ in un ospedale da campo durante la WWII.
    Era stata colpita da shrapnels e da li’ inizio’ il suo calvario…un’amputazione dopo l’altra.
    Io la conoscevo pochissimo, tutto e’ per sentito dire.

    Alcune razze sono prone al diabete, come i latinos ed i neri (statistiche) e chi ha famigliari vivi o decessi colpiti dal diabete.

    Mia cognata Siracusana, e’ morta per conseguenze del diabete, nel suo caso definivamente genetico, la mamma e due sorelle e chissa’ prima di loro avevano il diabete, devo anche dire che non osservavano alcuna dieta…ma campavano a forza di iniezioni di insulina.

    Anita

  23. sylvi
    sylvi says:

    caro C.G.

    ti ringrazio del tuo giudizio che mi ha fatto molto piacere, perchè credo che la cordialità e la disponibilità verso l’ospite siano moti dell’animo naturali, quando nascono dal piacere di accogliere l’altro, il prossimo, e ti guida la curiosità di conoscere varia umanità. E’, ritengo, un arricchimento alla propria umanità.
    Giacomo, quando l’ho conosciuto, era un ragazzo molto ritroso, riluttante ad aprirsi a estranei.Io ero l’opposto.
    Tanti decenni insieme non sono passati invano; ora è lui il più aperto agli estranei, incredibilmente a volte!
    Quindi, impegni permettendo, non mancheremmo a una eventuale rimpatriata…e se ci fosse anche Peter potrei contenere la mia vis polemica….forse!!!

    Ora però devo rivolgermi al carissimo Peter, che forse non conosce un’altrettanta naturale apertura verso est, infatti desidererebbe che il sole sorgesse a Ovest!

    ====Sylvi sara’ una donna alla mano e cordialissima, ma proprio non potrei mettermi nelle condizioni di ospite.Peter==

    E che significa, sintatticamente parlando?
    Infatti, ragionando, lei caro Peter, in un eventuale incontro a Milano, non sarebbe mio ospite, nè io sarei sua ospite, Dio scampi!!!
    Capisco che complicato com’è non le piacerebbe essere ospite di Uroburo, che ha però parlato di una eventuale “bionda giovane e carina” da ospitare nel suo letto. Non è sicuramente il suo caso!
    Suppongo che a Milano e dintorni ci siano sistemazioni in Hotel per tutte le tasche …comuniste e capitaliste.
    Io e lei potremmo far finta di non vederci, …il brasato di Uroburo potremmo mangiarlo senza guardarci in faccia, solo di sottecchi, senza farsi scorgere; potrebbe parlare con C.G. o con mio marito, che è meno antipatico di me…e di Uroburo!; potrebbe fare un fioretto in nome dell’integrazione fra Nord e Sud; fra la perfida Albione e i filo-tedeschi!
    Potrebbe alla fine essere meno scorbutico!!!

    Sylvi

  24. Peter
    Peter says:

    x Anita

    CG o CC hanno non una, ma dieci ragioni…

    Lo sanno anche i polli che in occidente-non in Africa o Sud-Est asiatico-
    la causa di gran lunga peggiore del diabete e’ l’ obesita’. Qui da queste parti, guarda caso, sono ormai quasi tanto obesi quanto da voi.
    La causa peggiore di obesita, oltre in effetti alla genetica, e’ il consumo assurdo di zuccheri raffinati, cioe’ saccarosio in particolare, sia come tale, sia come farina bianca, pane bianco, bibite schifose come fanta, coca cola e pepsi (tutte zucchero , e cioccolate varie di bassa lega (mars bars e snickers, per esempio, che svendono ad un cent la dozzina, cosi’ i bambini diventano dipendenti e poi obesi).
    Ed il post di Pino rivela da dove viene lo zucchero a milioni di tonnellate per l’ occidente.

    In India il consumo di zucchero e’ piu’ alto che in occidente, ma li’ ha una funzione suppletiva per una dieta calorica nel complesso molto piu bassa che da noi. E lo zucchero lo producono in loco.

  25. Peter
    Peter says:

    Di sopra

    Peter.

    A volte questa caxo di ipad si incanta.

    A Sylvi dico che di grappa non mi intendo, ma lo zucchero di
    Barbabietola e’ molto meno dolce…forse la sapiente puo’ provare
    Di persona. Sempreche’ non preferisca la vodka, fatta
    Dallo zucchero di patate e barbabietole…

    Peter

  26. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Anita (75)

    Eggià,
    lei “non capisce” soltanto quando non vuole capire.
    Un classico bauttare il sasso e nascondere la mano.
    In fondo la mia era una domanda semplicissima.
    Chiedevo troppo, lo so.

    C.G.

  27. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Gia’ caro cg 81…chiedevi troppo…eppur sapendolo hai chiesto. …

    …guarda….tagliamo la testa al toro se proprio ti fa’ piacere…
    =
    Ammetto che..se c’ e’ qualcuno che fa scadere il blog..quello sono io…soddisfatto?
    Sostengo anche…che ad arricchirlo sei tu…
    Rodolfo

  28. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,
    si dal il caso che proprio adesso in TV diversi medici parlano del diabete # 2.
    Non quaks te lo assicuro.

    Se un soggetto viene diagnosticato con pre diabete # 2, un drastico cambiamento di stile di vita e nutrimento e’ essenziale per arrestare la malattia.

    Negli USA e’ DIABETES MONTH.

    Bisogna evitare gli alti e bassi che sono provocati dal consumo di alimenti proibiti. (spikes)

    Ok, detto questo siccome questo tipo di diabete oltre ad essere genetico emerge di solito con l’avanzare degli anni, mi domando come fanno tanti pensionati a seguire la dieta diabetica, tutti cibi costosi, proteine, frutta, verdure, etc…
    Io non vado per carne rossa, ma guardo i prezzi e mi spavento…’ Il pollo e’ acessiblile, il tacchino, le uova.
    Il pesce…e’ carissimo, le uova sono nutritive, ma ci sono altri drawback, allergie, funzioni digestive compromesse….

    Insomma…la malattia si puo’ mantenere sotto controllo se l’ammalato puo’ seguire una dieta che…NON si puo’ permettere.
    Fine and dandy!

    L’esercizio va bene per chi lo puo’ fare…anche li’ non e’ sempre possibile.
    ====

    Sto anche ascoltando sull’importanza di delle ore di sonno….**guilty**
    7 – 8 ore sono l’ideale per prevenire molte malattie e l’obesita’, io sono nottambula, passato un certo orario sono piu’ sveglia che mai, non raramente vado a dormire verse le tre’ di mattina, ieri sera ero fuori a rastrellare foglie secche passate le 2 AM…la mattima potrei dormire un po’ di piu’…ma il resto del mondo e’ sveglio e sembra che ogni giorno per un motivo o l’altro mi devo alzare e dire good bye al mio letto dopo poche ore di sonno.

    Buonanotte,
    Anita

  29. Peter
    Peter says:

    Direi che la vodka e’ la bevanda naturale per Sylvi et Rodolfo, che mi sembra MOLTO piu polacco che siculo, mentre Sylvi e’ molto piu ungara che italiana…

    Quasi alcool puro, distillato di fermentato di patate e barbabietole uguale spirito di patata, o patate…

    Capisci a me, come dicevano in quel di Bari…

    Peter

  30. Anita
    Anita says:

    x C.G. #81

    Se avessi capito sarei potuta stare zitta, non le pare?
    Tra parentesi, non ho capito e non voglio nemmeno sapere.

    La sua malignita’ e’ innata.

    Anita

  31. Peter
    Peter says:

    X Anita

    Purtroppo, per le ragioni anzidette su cui tu glissi meglio di un pattinatore artistico sul ghiaccio, alla faccia della carenza di esercizio e dell eta giovanile, il diabete e l obesita sono malattie ormai infantili e della giovane eta.

    Dopo i 50 anni, chi ha avuto, ha avuto, ha avuto…chi ha dato, ha dato, ha dato…
    Como dicene a Napule….

    Il che vale puro pe’ broccolino tuo…

    Peter

  32. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Che cavolo di risposta e’?

    Le mie sono osservazioni, non parlo di me stessa…parlo in genere.

    I 50 anni di ieri sono i 30 di oggi.

    Il mio broccolino e’ migliore dell’Italiano usato anche su questo forum, almeno e’ schietto e non sibillino.

    Anita

  33. Peter
    Peter says:

    Forse vorresti dire, i 50 anni di oggi sarebbero i 30 di ieri…

    In breve, il diabete non e’ il vero problema della terza eta’…

    Se cosi fosse, sarebbe poco male

    Peter

  34. Anita
    Anita says:

    x Peter

    No….the 50 years of yesterday are the 30 of today.
    Ma questo non ha nulla a che vedere con il diabete o con altre malattie cronache.

    Il tipo 2, si osserva per lo piu’ in pazienti anziani…infatti io ho fatto menzione a pensionati e le difficolta’ per stare su una dieta che supera i loro mezzi.

    Il fratello di mia nuora non ha superato i 50 anni, ma e’ obeso, con ovvia obesita’ all’addome….ed ha il pre diabete…precursore del #2, ma nel suo caso e’ la gola che fa da padrona e non le finanze. Li’ si tratta solo di forza di volonta’.

    Tu parli della terza eta’ con molta leggerezza, come se fossero rottami da gettar via… Quote: (Se cosi fosse, sarebbe poco male)

    In tutti gli effetti la maggioranza degli anziani sono soggetti attivi e non passivi: danno alla societa’ molto piu’ di quanto non prendano.

    Io vedo i miei vicini ed amici, quella di fronte compie 80 anni, va in ufficio tutti i giorni…dove e’ presidente di una ditta che tratta in Jewlry Metals Service Centers & Offices.
    Prima di uscire prende cura dei suoi pets, tre’ cavalli, 4 cani, 5 gatti e molto di piu’.

    Popeye lavora ancora in pieno… Pochi anziani sono inattivi.

    Anita

  35. Uroburo
    Uroburo says:

    BRUTTI LAVATIVI!!!
    Vi decidete a stabilire giornata per incontro e pranzo?
    Pino, riesci a trovare un buon ristorante ciciliano: sono il meglio!
    Un caro saluto a tutti (a parte i soliti permalosissimi terroni) U.
    PS. Opppssss…..
    Pater noster qui es in cielis ….. ecc.

  36. Peter
    Peter says:

    Si tenga pure i suoi saluti…

    Ed i suoi interessi ormai meramente mangerecci.

    Poi Anita parla di obesi in certa eta’…

    Peter

  37. Rodolfo
    Rodolfo says:

    “Dura minga…non puo’ durare” …ero poco piu’ che un bambino…sara’ stato nel 57 0 58 quando si sentiva questa frase di Calindri a Carosello quando pubblicizzava la China Martini…
    ancora prima era Bartali….(inserito nel Giardino dei Giusti per
    l’ aiuto offerto agli Ebrei durante la seconda guerra mondiale)
    di cui ero acceso tifoso e le sue figurine mi erano molto care a dire una frase che oggi sembra profetica…
    “l’ e’ tutto sbagliato…. l’ e’ tutto da rifare”….
    …ieri dopo aver letto questo articolo…
    http://www.repubblica.it/ambiente/2013/11/03/news/rapporto_ipcc_bozza_riscaldamento_globale-70135450/?ref=HREC1-16
    …e ieri sera dopo aver visto su un TG speciale le manipolazioni che si fanno sul grano e sull’ olio…sono del parere che andiamo davvero incontro ad una catastrofe economica ….ambientale…alimentare….
    immaginiamoci solo quello che deve entrare in alimenti in una grande citta’ quale New York…o anche nel nostro piccolo a Roma…carne…pesce…verdure…frutti…farina..e tutto il resto e questo ogni santissimo giorno…e si capisce che cosi non puo’ continuare…che un giorno tutto crollera’…mentre tutti cercano di salvarsi da regimi totalitari …da guerre e dalla fame premendo verso l’ europa…e mentre i nostri ragazzi studiano per poter avere un buon lavoro in qualche ufficio seduti in una comoda sedia al centro della citta’…ben remunerato naturalmente …quale illusione..
    …ieri sera si parlava del grano che viene da altri paesi e come i nostri agricoltori siano costretti per la concorrenza a vendere il loro grano sottocosto …. proveniente dal ..Canada… Messico …Turchia …Ucraina…Russia e chissa’ ancora da dove…, e’ paradossale dunque il fatto che il grano duro Italiano… di alta qualita’ con una quasi totale assenza di tossine .. tossine che si presentano quando il grano e’ colpito dai funghi..perche’ coltivati in climi umidi o che si formano durante i lunghi viaggi
    che possono durare anche 25 giorni…venga poi mischiato ad altro grano provieniente da altri paesi… ed alla fine mangiamo la pasta o il pane e tutti i derivati della farina con un elevato numero di tossine e con farina fatta di grano scadente….
    il tutto sotto l’ etichetta del made in Italy….
    non diversamente funziona con l’ olio di oliva…che viene mischiato anche con oli non commestibili…
    costringendo i buoni e onesti produttori al fallimento….perche’ mettono (e qui si parla delle 5 piu’ famose marche Italiane) in commercio dell’ olio di oliva extra vergine che viene mischiato con oli scadenti e come dicevo persino non commestibili e lavorati fino a renderli secondo la legge… al prezzo di 2, 50 euro al litro e anche meno…contro quello di un onesto produttore Pugliese o Siciliano che non lo puo’ vendere a meno di euro 3,50…senza rimetterci…
    la causa di tutto questo e’ naturalmente la enorme richiesta.
    Non voglio dilungarmi…penso solo a cosa si potrebbe fare per evitare questa catastrofe che si avvicina sempre piu e che dissolvera’ l’ umanita ‘ intera…
    “l’ e’ tutto sbagliato…. l’ e’ tutto da rifare”…. riconvertire tutto…
    per me non resta altro che ritornare al passato…che non e’ stato poi cosi male….ripopolare le campagne nel vero senso della parola…ritornare a quelle serate a lume di candela…
    lo so”…non succedera’…oramai abbiamo preso la china…
    forse…chissa’ un giorno ci saremo costretti….speriamo in tempo..in quel tempo in cui non saremo piu’ 7 miliardi…
    ma forse appena 1 o 2….se va’ bene…
    Rodolfo

  38. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    No sono io a stabilirlo, è un dato di fatto.
    Tra i tanti post strampalati che mandi a getto continuo, qualche volta commetti l’errore ( imperdonabile) di scrivere cose sensate.
    Prendi forse qualche ricostituente contro il quaglieggio?
    Chessò.. sciroppi, tisane, magari lassativi?
    màh.

    C.G.

  39. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo e x TUTTI

    C’è Il fico d’India, in via Bonghi, piccolo, serio, formale e costosino. Praticamente di fronte c’è una dignitosa e grande trattoria pizzeria, di taglio e costo più popolare. Poi c’è il ristorante del mercato del pesce, in periferia landa meneghina, mi dicono si mangi ottimo pesce, ma non ci sono mai stato.
    Ditemi voi. Anche il quando.
    pino

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