LA CONGIURA DEL SILENZIO SUGLI ISRAELIANI CHE DICONO LA VERITA’. ED ECCO COSA C’E’ DA SAPERE PER NON RESTARNE VITTIME
Come ho scritto ieri nel forum del blog sull’argomento precedente, sono andato ad ascoltare nella Sala Verde della chiesa di S. Carlo, a Milano, il giornalista israeliano Gideon Levy, arrivato apposta per il convegno di studio intitolato “Gli accordi di Oslo – 20 anni dopo”. Convegno già tenuto il giorno prima a Roma e reiterato oggi a Torino con altri partecipanti di rango, quali i palestinesi Wasim Dahmash, Jamil Hilal, Joseph Massad. Il convegno è stato organizzato dalla sezione italiana dell’International Solidarity Movement (ISM), generosamente animata soprattutto dal torinese Alfredo Tradarti.
L’eccezionale statura morale e professionale di Gideon Levy è ben nota: redattore del quotidiano Ha’aretz, è diventato un punto di riferimento internazionale per chi non si accontenta delle verità ufficiali israeliane. I suoi articoli decisamente contro corrente, assieme a quelli della collega Amira Hass, anche lei di Ha’aretz, hanno tra l’altro messo a nudo le malefatte dell’esercito israeliano durante l’invasione di Gaza del 2008-2009 e denunciano puntualemnte gli abusi dei coloni, le complicità politico militari e la conseguente condizione sempre più invivibile nella quale sono costretti i palestinesi.
Di Levy (spesso scritto Levi), che i suoi estimatori vogliono candidare al Premio Nobel paer la Pace, mi ha colpito il suo raccontare come il tuo entusiasmo per la nascita dello Stato di Israele sia stato man mano ucciso dalla scoperta della vera politica dei governi israeliani, che con l’alibi della Shoà hanno adottato comportamenti talmente prepotenti e spesso violenti nei confronti dei palestinesi e degli arabi in generale da avere ricevuto oltre 80 condanne e ammonimenti dall’Onu, peraltro sempre totalmente ignorate con disprezzo dai destinatari. La parabola dall’entusiasmo alla scopertà e denuncia dell’amara verità da parte di Levy è la stessa che hanno avuto in molti tra gli ebrei e i non ebrei inizialmente ammiratori della “rinascita dello Stato della Sacra Bibbia”. Amara verità ormai ben nota e così riassumibile:
- i governi israeliani finora succedutisi dicono a parole di volere la pace, ma in realtà per loro la pace è una continua guerra, militare, politica, economica, poliziesca, coloniale, contro i palestinesi avente come fine la loro totale espulsione dalla Palestina storica, cioè da casa loro e dalle loro terre;
- Israele è di fatto uno Stato che nei confronti dei palestinesi pratica l’apartheid esattamente come in Sud Africa i bianchi lo esercitavano sui neri finché la realtà non li ha costretti a cambiare registro;
- tutto ciò ha distrutto la possibilità della nascita di uno Stato palestinese, che non sia una nuova riserva indiana o un nuovo bantustan, e comporterà, esattamente come in Sud Africa, la nascita di uno Stato unico con pari diritti e doveri per ebrei e non ebrei. Proprio quello che volebano gli ebrei sionisti come Judah Magnes, purtroppo battuti dai fanatici, dai terroristi e dagli estremisti andati e succedutisi al governo La fine cioè del monopolito sionista sul potere politico dello Stato di Israele, che forse sceglierà di chiamarsi Israele Palestina.
Delle parole di Levy mi ha colpito un particolare: il racconto di come gli israeliani abbiano accolto da una parte con grande dolore, spazio commosso sulle prima pagine e aperture dei mass media e perfino con funerali, l’uccisione di due cani dell’esercito quando nel 2008-2009 i militari ha invaso Gaza, e dall’altra la mattanza di palestinesi, bambini compresi, con notizie “brevi e relegate con indifferenza a pagina 15”.
Ho scritto ieri nel forum del blog e lo ripeto oggi che il silenzio stampa sulla presenza di Gideon Levy e sul convegno è una grande vergogna. Una vergogna in particolare per la comunità ebraica milanese e per il Corriere della Sera, che affida sempre i suoi servizi su Israele/Palestina e spesso sul Medio Oriente al giornalista milanese Lorenzo Cremonesi, membro della comunità, laureato in Israele, autore di un libro sul sionismo e mi dicono – non so se sia vero – responsabile o ex responsabile della stampa della comunità milanese (ciononostante, all’interno della comunità i suoi servizi giornalistici sono spesso molto criticati perché non aprioristicamente schierati).
La partecipazione al convegno, sia pure solo come spettatore, mi ha fruttato una serie di notizie, che reputo utili riportare qui in modo che chi vuole possa documentarsi sull’altro lato della medaglia israeliana: il lato della ormai 70ennale prepotenza coloniale contro i palestinesi tenuta accuratamente nascosto da chi predica invece l’odio verso gli “altri” e ovviamente lo “scontro di civiltà”. Ho quindi elencato una serie di link dei principali dossier giornalistici sull’argomento, a partireda alcuni articoli di Levy, e scelto 11 titoli di libri per saperne di più. Letture utili per disintossicandosi dalle propagande.
DOSSIER ARTICOLI di GIDEON LEVy
Gideon Levy, giornalista del quotidiano israeliano Haaretz, si considera un “patriota israeliano”. Critica quella che definisce come la “cecità morale” di Israele sugli effetti dei suoi atti di guerra e di occupazione. Ha giudicato la costruzione degli insediamenti sulla terra palestinese come “l’impresa più criminale della storia di Israele”. Si è opposto alla guerra del Libano del 2006 e all’opinione che le vittime civili fossero inevitabili. Nel 2007, ha detto che le sofferenze dei palestinesi nella striscia di Gaza, già allora sotto il blocco israeliano, lo facevano vergognare di essere un israeliano. “La mia modesta missione è di evitare una situazione nella quale molti israeliani siano capaci di dire ‘Noi non sapevamo”, ha detto in una intervista.
Lastampa20090108 Gideon Levy risponde a Abraham B. Yehoshua
Haaretz 20060628 No longer asking By Gideon Levy
Haaretz20130922 Israele non ha un Roger Waters By Gideon Levy
Haaretz20060720 Operazione Pace per l’IDF di Gideon Levy
Haaretz20060326 Un Paese Razzista di Gideon Levy
Haaretz20060604 Con un po’ di aiuto da fuori di Gideon Levy
DOSSIER ARTICOLI DI ENRICO BARTOLOMEI
La pulizia etnica della Palestina di Enrico Bartolomei prima parte
La pulizia etnica della Palestina di Enrico Bartolomei seconda parte
La pulizia etnica della Palestina di Enrico Bartolomei terza parte
LA CRISI DI LEGITTIMITÀ DELLE ISTITUZIONI POLITICHE PALESTINESI
L’ACCORDO DI RICONCILIAZIONE NAZIONALE PALESTINESE ORIGINE, PROBLEMI E PROSPETTIVE
Video
La pulizia etnica della Palestina dal 1947 ai nostri giorni di Enrico Bartolomei
Enrico Bartolomei si è laureato in Relazioni Internazionali all’Università di Perugia con una tesi sugli aspetti storici, storiografici e politici della questione dei rifugiati palestinesi. Dal 2008 ha effettuato periodi di ricerca sul campo, in Israele/Palestina e Libano. Nel maggio 2013 si è addottorato all’Università di Macerata con una tesi sull’idea di Stato democratico nel pensiero politico palestinese. I suoi interessi di ricerca sono orientati sul pensiero politico contemporaneo palestinese e arabo, sulle narrazioni e storiografie palestinesi e israeliane e, in generale, sul rapporto tra produzione del sapere ed esercizio della violenza. Nel 2010 ha curato per Seb27 Pianificare l’oppressione, che raccoglie vari interventi sui collegamenti esistenti tra le università israeliane e il complesso militare-securitario-industriale.
DOSSIER ARTICOLI DI DARIA CARMINATI:
Diana Carminati, professore associato di Storia dell’Europa Contemporanea presso l’Università di Torino (sino al 2004), si è occupata di problemi di storia della Resistenza in Piemonte, di nazionalismo, razzismo, militarismo, guerra e sistema patriarcale, di studi di storia delle donne e di storia di genere.Articoli
dossier interventi diana carminati 2008-2009
DOSSIER ARTICOLI DI WAIM DAHMASH
Continuo a credere nell azione di massa cosciente meticolosa democratica di Wasim Dahmash
A proposito di soluzioni politico-istituzionali del conflitto in Palestina di Wasim Dahmash
A proposito del riconoscimento preventivo dello Stato palestinese di Wasim Dahmash luglio 2011
Video
Il sionismo dalle origini alla costituzione dello Stato di Israele di Wasim Dahmash
Quale futuro per Palestina/Israele? di Wasim Dahmash
A proposito di soluzioni politico-istituzionali del conflitto in Palestina di Wasim Dahmash
Dibattito sull’intervento precedente di Wasim Dahmsh
Wasim Damash ha insegnato Dialettologia Araba all’Università La Sapienza di Roma. Ora insegna Lingua e Letteratura araba all’Università di Cagliari. Ha curato la traduzione in italiano di numerosi testi di autori arabi (vedi http://web.tiscali.it/dahmash/libri.html), tra i quali Dentro la notte – Diario Palestinese di Ibrahim Nasrallah (Ilisso 2004), Versi in Galilea di Samih Al-Qasim (Edizioni Q, 2005), Palestinese! e altri racconti di Samira Azzam (Edizioni Q, 2003), Versi di Ibrahim Nasrallah, Edizioni Q 2009.
DOSSIER ARTICOLI DI ALFREDO TRADARTI
Intorno un deserto di Alfredo Tradardi
la verità e il suo cammino di Alfredo Tradardi
se boycott spaventa usate girlcott di alfredo tradardi 25 feb 2010
L_industria_del_processo_di_pace_in_Palestina
Israele Palestina La sinistra e il trasformismo di Alfredo Tradardi, dicembre 2005
frammenti di memorie di utopie di verita
Alfredo Tradardi, ha partecipato a due missioni di Action for Peace in Palestina, la prima a fine 2001 – inizio 2002, la seconda nel periodo di Pasqua 2002. Insieme ad altri attivisti riesce ad arrivare il 31 marzo 2002 a Ramallah, mentre era in corso l’operazione Defensive Shield. Torna in Palestina nel giugno-luglio 2002 e nell’ottobre-novembre 2002 e partecipa alle campagne ISM di protezione dei contadini palestinesi durante la raccolta delle olive e a Rafah nella striscia di Gaza contro la demolizione delle case.
Ha collaborato a organizzare, nel gennaio 2003, la tournée in Palestina della compagnia Pippo Delbono con lo spettacolo “Guerra”, nel mese di ottobre 2003 la tournée del Coro Bajolese sempre in Palestina. Nel 2005 ha partecipato alla carovana da Strasburgo al ponte di Allenby, respinta brutalmente dalla polizia di frontiera israeliana. All’inizio del 2006 ha costituito insieme ad altri attivisti ISM-Italia, gruppo di supporto italiano dell’ISM palestinese. Nel settembre del 2009 è andato a Gaza e ha partecipato successivamente ai convogli VivaPalestina3 (dicembre 2009 – gennaio 2010) e Viva Palestina 5 (settembre 2010 – ottobre 2010).
DOSSIER ARTICOLI DI JAMIL HILAL
Domande sul dopo Gaza di Jamil Hilal agosto 2005
RLS PAL – Hilal_Palestinian Left
Jamil Hilal è un sociologo palestinese che vive a Ramallah, autore di numerose pubblicazioni sulla società e sulla politica palestinesi. Fra i suoi libri, in arabo, La strategia economica di Israele in Medio Oriente (1995), Il sistema politico palestinese dopo Oslo: uno studio analitico e critico (1998); La società palestinese e le problematiche della democrazia (1999). In italiano, Bollati Boringhieri ha pubblicato Parlare con il nemico. Narrazioni palestinesi e israeliane a confronto, a cura di Maria Nadotti, un saggio che Hilal ha scritto con Ilan Pappé, e che mette a confronto cinque studiosi israeliani e cinque studiosi palestinesi “nello sforzo di riscrivere dal basso la storia della Palestina fuori dagli schemi nazionalistici di entrambe le parti”. Nel 2007, per Jaca Book, sempre a cura di Jamil Hilal, è comparsa la raccolta di 11 saggi Palestina quale futuro? La fine della soluzione dei due Stati un libro che inquadra la situazione del conflitto palestinese-israeliano nella più ampia prospettiva dello scenario mediorientale e internazionale.
DOSSIER ARTICOLI DI JOSEPH MASSAD
http://www.ism-italia.org/wp-content/uploads/Dossier-articoli-Joseph-Massad.pdf
Joseph Massad insegna e scrive sulla politica araba moderna e sulla storia intellettuale. Ha un interesse speciale nelle teorie dell’identità e della cultura – incluse le teorie del nazionalismo, sessualità, razza e religione. Ha ricevuto il suo Ph.D. dalla Columbia University nel 1998. È autore di Desiring Arabs (2007), di The Persistence of the Palestinian Question: Essays on Zionism and the Palestinian Question (2006) e di Colonial Effects: The Making of National Identity in Jordan (2001). Il suo libro Daymumat al-Mas’alah al-Filastiniyyah è stato pubblicato da Dar Al-Adab nel 2009, e La persistence de la question palestinienne da La Fabrique nel 2009. I suoi articoli sono apparsi inPublic Culture, Interventions, Middle East Journal, Psychoanalysis and History, Critique e nel Journal of Palestine Studies; scrive spesso per Al-Ahram Weekly. Tiene corsi sulla cultura araba moderna, di psicoanalisi in relazione alla civilizzazione e alla identità, su genere e sessualità nel mondo arabo e sulla società e la politica israelo-palestinesi, con seminari sul nazionalismo in Medio Oriente come idea e pratica e anche su Orientalismo e Islam.
++++++++++++++++++++++
ATTI DEL SEMINARIO “La guerra israelo-occidentale contro Gaza”.
Il seminario si è tenuto a Roma il 24 gennaio 2009 pochi giorni dopo l’operazione Cast Lead (Piombo Fuso).
Per leggere gli atti del seminario aprire il file seguente:
Atti del seminario La guerra israelo-occidentale contro Gaza
UNDICI LIBRI DA LEGGERE:
1. “La pulizia etnica della Palestina” di Ilan Pappe, Fazi Editore 2008
2. “Il nuovo filosemitismo europeo e il ‘campo della pace’ in Israele” di Yitzhak Laor, Le Nuove
Muse 2008
3. “Politica (Poesie scelte 1997 – 2008)” di Aharon Shabtai, Multimedia Edizioni 2008
4. “Politicidio – Sharon e i palestinesi” di Baruch Kimmerling, Fazi editore 2003
5. “Palestina quale futuro? La fine della soluzione dei due stati” a cura di Jamil Hilal,
Jacabook 2007
6. “La fabbrica del falso – Strategie della menzogna nella politica contemporanea”, di Vladimiro
Giacchè, DeriveApprodi 2008
7. “Sposata a un altro uomo” (DeriveApprodi, 2010), di Ghada Karmi.
8. “L’Iran e la bomba” (DerivaApprodi, 2010), di Giorgio S. Frankel.
9. “Boicottare Israele, una pratica non violenta” DeriveApprodi, 2009), di Nadia Carminati e Alfredo Tradarti.
10. “Non ci sarà uno Stato palestinese”, diario di un negoziatore in Palestina (Zambon ediotore, 2012), di Ziyad Clot
11. “Rapporto Goldstone – Missione di inchiesta delle Nazioni Unite sul conflitto di Gaza” (Zambon editore, 2011), a cura di Pietro Beretta e Gianfranca Scutari.
BREVE RECENSIONE DEGLI 11 LIBRI CITATI:
1. “La pulizia etnica della Palestina” di Ilan Pappe
Il saggio di Ilan Pappe stabilisce un nuovo paradigma di interpretazione del conflitto israelo‐palestinese. “Se questo è stato”, le implicazioni di natura morale e politica sono enormi, perché definire pulizia etnica quello che Israele fece nel ’48 significa accusare lo Stato d’Israele di un crimine contro l’umanità. Per questo, secondo Pappe, il processo di pace si potrà avviare solo dopo che gli israeliani e l’opinione pubblica mondiale avranno ammesso questo “peccato originale”. E la consapevolezza che “questo è stato” implica, secondo Pappe, la rimessa in discussione della stessa risoluzione 181 di partizione del 29 novembre 1947, un passo necessario verso uno stato laico e democratico nella Palestina storica.
2. “Il nuovo filosemitismo europeo e il ‘campo della pace’ in Israele”
Il saggio di Yitzhak Laor esamina le motivazioni del nuovo filosemitismo europeo, in particolare di quello della sinistra europea. Costringe tutti/e a guardarsi in uno specchio. Spiega perché, come è avvenuto, ad esempio, contro la campagna di boicottaggio della Fiera del Libro di Torino, dal presidente della repubblica all’allora presidente della camera, passando per gli Allam (il Magdi e il Khaled Fouad) tutti si sono uniti al coro filoisraeliano. E’ una prima risposta alla domanda di Ilan Pappe: “perché l’Europa e il mondo occidentale permettono a Israele di fare quello che fa?”.
3. “Politica (Poesie scelte 1997 – 2008)”
Le poesie di Aharon Shabtai confermano come il linguaggio dell’arte riesca meglio di ogni altro a raggiungere la dimensione della verità e a indurne la condivisione. Sono un contributo assai significativo al disvelamento della fabbrica del falso israeliana.
4. “Politicidio – Sharon e i palestinesi”
“Sotto la guida di Ariel Sharon, Israele si è trasformato in un agente di distruzione non solo dell’ambiente circostante, ma anche di se stesso, avendo adottato come unico obiettivo della propria politica interna ed estera il politicidio del popolo palestinese. Con il termine ʺ politicidioʺ intendo un processo che abbia come fine ultimo, la dissoluzione del popolo palestinese in quanto legittima entità sul piano sociale, politico ed economico.”
5. “Palestina quale futuro? La fine della soluzione dei due stati”
Il libro contiene 11 saggi di autori diversi che dimostrano come la soluzione “due popoli – due stati” sia una soluzione morta malgrado venga quotidianamente riproposta ad ogni livello. Alla luce dell’attuale estrema frammentazione della Cisgiordania, aggravata dalla progressiva costruzione del Muro di separazione, tale soluzione si rivela semplicemente impraticabile di fronte ad una élite politicomilitare israeliana che prosegue implacabilmente nella trasformazione dei territori palestinesi in entità territoriali satellite, circondate dallo Stato di Israele e da esso completamente dipendenti sotto ogni profilo.
6. “La fabbrica del falso – Strategie della menzogna nella politica contemporanea”,
Come può un muro di cemento alto otto metri e lungo centinaia di chilometri diventare un «recinto difensivo»? Le torture di Abu Ghraib e Guantanamo sono «abusi», «pressioni fisiche moderate» o «tecniche di interrogatorio rafforzate»? Cosa trasforma un mercenario in «manager della sicurezza»? Perché nei telegiornali i Territori occupati diventano «Territori»?
7. “Sposata a un altro uomo”, di Ghada Karmi
Dopo il primo Congresso Sionista del 1897 a Basilea, nel quale l’idea di costituire uno Stato ebraico in Palestina fu per la prima volta discussa, i rabbini di Vienna inviarono due loro rappresentanti a studiare se il paese avesse le caratteristiche per questa impresa
Il risultato del loro sopraluogo fu comunicato a Vienna con questo telegramma: «La sposa è bella, ma è sposata a un altro uomo». Con disappunto avevano scoperto che la Palestina non era «una terra senza popolo per un popolo senza terra».
L’obiettivo del sionismo, questa è la tesi del saggio, di costituire e difendere uno Stato per un altro popolo in una terra già abitata, è un dilemma irresolubile che ha portato a sessant’anni di guerra e alla destabilizzazione dell’intero Medio Oriente. Dopo la morte della soluzione «due popoli-due Stati», frutto degli accordi di Oslo, l’unica soluzione da esaminare e approfondire è quella di uno Stato unico, laico e democratico, nel territorio della Palestina storica, che assicuri a tutti i cittadini, arabi, ebrei e di altre culture e religioni, uguali diritti di cittadinanza.
8. “L’Iran e la bomba”, di Giorgio S. Frankel.
La demolizione dei luoghi comuni sulla cosiddetta atomica iraniana e la verità sull’armamento nucleare israeliano e sulla sua dottrina militare.
9. “Boicottare Israele, una pratica non violenta”, di Nadia Carminati e Alfredo Tradarti
Jean-Moïse Braitberg, uno scrittore ebreo francese, ha scritto al presidente dello Stato di Israele una lettera («Le Monde, 28 gennaio 2009») nella quale chiede che sia cancellato il nome di suo nonno, Moshe Brajtberg, dal Memoriale di Yad Vashem dedicato alla memoria degli ebrei vittime del nazismo:
“Le chiedo di accogliere la mia richiesta, signor presidente, perché quello che è accaduto a Gaza e, più in generale, la sorte imposta da sessant’anni al popolo arabo di Palestina squalifica ai miei occhi Israele come centro della memoria del male fatto agli ebrei, e quindi a tutta l’umanità. […] Conservando nel Memoriale di Yad Vashem, nel cuore dello Stato ebraico, il nome dei miei cari, il suo Stato tiene prigioniera la mia memoria familiare dietro il filo spinato del sionismo per renderlo ostaggio di una sedicente autorità morale che commette ogni giorno l’abominio che è la negazione della giustizia”.
Il 16 marzo 2009 Michael Neumann, docente di filosofia alla Trent University in Ontario, Canada, e suo fratello Osha, artista e avvocato, hanno fatto la stessa richiesta per la loro nonna:
“La nostra complicità è spregevole. Non credo che il popolo ebraico, nel cui nome avete commesso così tanti crimini con un simile compiacimento oltraggioso, possa sbarazzarsi della vergogna che gettate su di noi. La propaganda nazista, nonostante tutte le sue calunnie, non ha mai disonorato né corrotto gli ebrei; voi ci siete riusciti. Non avete il coraggio di assumere la responsabilità dei vostri atti di sadismo: con un’insolenza mai vista prima, vi siete fatti portavoce di un’intera razza, come se la nostra stessa esistenza fosse un’approvazione alla vostra condotta. Avete macchiato i nostri nomi non solo con i vostri atti, ma con le menzogne, i discorsi evasivi, la compiaciuta arroganza e l’infantile moralismo con cui avete ricamato la nostra “storia.
Osha Neumann ha aggiunto:
“Sono cresciuto credendo che gli ebrei fossero un gruppo etnico con la missione storica di trascendere l’etnicità in un fronte unico contro il fascismo. Essere ebreo significava essere anti-fascista. Da tempo Israele mi ha svegliato dal mio sonno dogmatico sull’immutabile relazione tra ebrei e fascisti. È stata macchinata una fusione tra l’immagine di torture e criminali di guerra ebrei e quella di vittime emaciate dei campi di concentramento. Trovo che questa commistione sia oscena. Non voglio farne parte. Avete perso il diritto di essere i custodi della memoria di mia nonna. Non desidero che Yad Vashem sia il suo memoriale”.
Tre prese di posizione a dimensione, dura e intensa, di umanità e di verità che indicano anche quale sia il nostro dovere morale e politico: non accettare, non collaborare, non mentire. Non accettare, non collaborare e non mentire boicottando Israele e contestando i suoi complici. Perché verrà il tempo in cui i responsabili dei crimini contro l’umanità che hanno accompagnato il conflitto israelo-palestinese e altri conflitti in questo passaggio d’epoca, saranno chiamati a rispondere davanti ai tribunali degli uomini o della storia, accompagnati dai loro complici e da quanti in Occidente hanno scelto il silenzio, la viltà e l’opportunismo.
Negli ultimi anni Israele ha accentuato una politica di segregazione e repressione nei confronti dei palestinesi che in molti hanno definito peggiore dell’apartheid sudafricana. Cosa fare di fronte a una situazione politica che rende la reclusione di un’intera popolazione una condizione durevole? Il 9 luglio 2005, a un anno dal parere della Corte Internazionale di Giustizia che invitava Israele a smantellare il Muro dell’Apartheid, più di 170 organizzazioni della società civile palestinese, in rappresentanza sia dei profughi e dei palestinesi che vivono in Cisgiordania e nella Striscia di Gaza, sia dei cosiddetti «arabi israeliani», hanno rivolto alla coscienza civile del mondo democratico un appello a fare contro Israele quello che fu fatto contro l’apartheid in Sudafrica: boicottaggi, disinvestimenti e sanzioni. Proposta già sostenuta da alcuni intellettuali israeliani, come Ilan Pappé e Tanya Reinhart, e da diversi opinionisti occidentali, come Naomi Klein.
Questo libro spiega le ragioni della necessità del boicottaggio, nei confronti del complesso culturalemilitare-industriale israeliano, che si configura oggi come la sola reale alternativa alla violenza.
10. “Rapporto Goldstone”
Le verità scomode dell’invasione israeliana di Gaza che dal 27 dicembre 2008 al 18 gennaio 2009 fece circa 1.400 morti, circa 500 dei quali bambini, in sole tre settimane. Il Rapporto Goldstome è un documento preparato per l’Onu dal magistrato sudafricano Richard J. Goldstone, di origini ebraiche, in collaborazione con un gruppo di avvocati, in seguito all’inasione di Gaza nota come “Piombo fuso”. Il rapporto critica entrambi i contendenti e accusa in particolare l’esercito israeliano di aver commesso crimini di guerra nel corso dell’invasione. La reazione israeliana al rapporto è stata talmente violenta e appoggiata dai filoisraeliani da avere fatto nascere la leggenda di un ripensamento di Goldstone.
11. “Non ci sarà uno Stato palestinese”, di Ziyad Clot
L’autore è un giovane avvocato franco-palestinese, nato in Francia nel 1977. Nel 2007 decide di recarsi in Cisgiordania, per un eventuale lavoro all’Università di Birzeit come docente. A Ramallah gli viene offerto un posto di consigliere giuridico nella NSU (unità di sostegno per i negoziati) dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP); nel giugno 2008 partecipa, come consigliere di Saeb Erekat, ai negoziati di pace con Israele sul problema del diritto al ritorno dei profughi. Visita anche Haifa, la città dalla quale la famiglia materna è stata espulsa nel 1948 per visitare la casa che era stata dei suoi nonni, che da allora hanno vissuto in Libano. Nel novembre 2008, dopo l’esperienza per lui sconvolgente, di negoziati ridotti a una farsa, di cui il libro è una testimonianza, dà le dimissioni dall’incarico. Il 23 gennaio 2011, al-Jazeera e il Guardian pubblicano i documenti che vanno ora sotto il nome di Palestine Papers. Il 14 maggio sul Guardian, Ziyad Clot rivela di essere stato una delle persone che li ha reso pubblici. In totale si tratta di 1600 documenti, migliaia di pagine di rapporti diplomatici sulle trattative tra israeliani e palestinesi.
x CC
Mi sono accorto solo poco fa che l’antispam ti ha sequestrato ben 7 commenti. Li ho dissequestrati tutti, anche se alcuni sono ripetitivi nel tentativo di farli passare magari dividendoli in più parti.
Non so cosa si fumi l’antispam… forse i copertoni.
Un abbraccio.
pino
Ed io che avevo pensato ad un improvviso raptus di cc…o a qualche bottiglia di Dolcetto d’ Alba…
beh…meglio cosi…
R
x C.G.
Riportato dal blog precedente, siccome non esisto piu’ non c”era l’avviso di Pino.
L’ho copiato ed e’ ancora nel mio mouse.
~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~
x C.G.
“Potevate prima prenderli a cannonate secondo il vostro DNA.
C.G”.
No, si tratta che noi, io….sono entrata negli USA legalmente.
In Italia ho dovuto passare la visita medica, raggi ai polmoni, e vaccinazione.
Poi pur essendo sposata ho dovuto attendere 9 mesi prima di potermi imbarca sull’aereo.
Negli USA mio marito aveva un posto di lavoro, un’abitazione, e due garanti.
Ho imparato l’Inglese senza andare a scuola, l’ho insegnato ai miei figli in modo che fossero preparati per la scuola.
(Abitavamo isolati)
Negli USA per i primi 5-6 anni mi dovevo registrare ogni anno perche’ non cittadina.
Percio’ si puo’ risparmiare le solite storie dei Wal-Mart etc…io non ci ho mai messo piede…
Tutta la mia mobiglia e’ fatta negli USA, piatti, cristalli e porcellane dagli USA, UK, Francia, Irlanda e Germania, perfino le posate giornaliere.
Tutte le nostre auto sono state made in USA, incluse le presenti.
Io sono solo responsabile per me stessa e non per il mondo intiero.
Anita
PS:
Anche il mio computer e’ stato ordinato dal Texas, DELL non era nei negozi, erano fatti su ordine dei clienti.
Forse e’ per questo che ha 8 anni…ed e’ ancora funzionante.
Caro Pino,
ho conosciuto personalmente l’Ing Tradardi nel 1976, se ben ricordo Lui, lavorava in Olivetti, ed io in SIP.
Portò al paesello ,per un concerto di solidarietà ,Charo Cofrè ed Hugo Arevalo esuli dai Golpisti assassini del Cile.
Per la serie ,gli uomini di buona volontà , perseverano sempre !
El pueblo unido jamas sarà vencido !
salutoni
cc
Esiste un Value at Risk, fantasma, su questo Blog, ovvero non esiste una percentuale X ,che Dudy, non mi faccia venire un giramento di zebedei V,nei prossimi N giorni.
Per cui ho deciso che questo è un titolo sicuro che consiglio al “brokkker” dell’Anita.
Una scommessa che non consente nessun rischio di perdere !
Un titolo sicuro al 100%
cc
x CC
Caro CC,
non c’e’ niente di sicuro…ultimamente anche chi e’ investito moderatamente come me e’ perplesso.
Come al solito non mi muovo, il problema rimane che richiamano bonds, mutual funds etc….perche’ non vogliono pagare gli interessi stabiliti anni fa’.
Cosi’ non perdi sul tuo capitale…ma poi non sai dove investirlo, i brokers portano l’acqua al loro mulino, cosi’ i managers dei vari Funds.
Tutti si prendono un fetta e gli spogli all’investitore.
Anita
x Anita
Non esiste più?! Oibò!
pino
x Anita.
Guardi che del suo “werdergang” meregano al sottoscritto non gliene frega un accidente. Le sue porcellane e cristalli se le acquisti dove le pare, non capisco cosa c’entri.
Io sto dalla parte dei più deboli e dei vessati, lei stia dove le pare e piace. C’è posto per tutti, indipendentemente dal proprio punto di vista e delle proprie opinioni.
Nessuno sostiene che LEI sia responsabile dei mali del mondo, le ho sempre fatto presente, invece e dato che lei è una partecipante del blog, che mi sembra decisamente strabica. Politicamente strabica, quindi NIENTE di personale e questo lei lo sa benissimo.
Ma non riesce a porsi la “domanda madre” sulla questione essenziale: quella gente affamata che spinge verso il nord perchè spinge, perchè ha fame?
C.G.
x C.G.
Il mio post per lei e’ sparito:
Error: please fill the required fields (name, email).
Meglio cosi’….risparmiero’ piu’ tempo domani, non dovro’ leggere o rispondere alle sue proletarissime osservazioni.
Anita
x8…Telegrafico
Fame?…. e dove l’ hanno presi i migliaia di dollari per il viaggio?
R
Territori, bimba israeliana ferita da cecchino
mentre gioca nel giardino di casa…..e’ in gravi condizioni…
un modo come un altro per accellerare il processo di pace…
R
DUNQUE E’ VERO: L’OPZIONE “SANSONE” ESISTE: ISRAELE USERA’ LE BOMBE ATOMICHE. MA TUTTI FANNO FINTA DI NIENTE.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=50893
Il Foglio-Giulio Meotti: ” Opzione Sansone”
1973: guerra del Kippur, Dayan e Sharon
Roma. E’ nota come “opzione Sansone”, dal nome dell’eroe biblico che con un drammatico gesto di forza causò il crollo del tempio seppellendo sotto le macerie se stesso e i suoi nemici, i filistei. Durante la guerra dello Yom Kippur del 1973, l’allora ministro della Difesa, Moshe Dayan, ordinò di preparare le testate nucleari nel caso le linee di difesa fossero crollate. La rivelazione è contenuta in un articolo di Avner Cohen sul giornale israeliano Yedioth Ahronoth. L’indiscrezione, la prima del genere che esce dai corridoi israeliani, è basata sulla testimonianza di Arnon “Sini” Azaryahu, allora consigliere del ministro Yisrael Galili. Rivelazioni traumatiche che non hanno ricevuto smentita. Già Seymour Hersh, il famoso giornalista del New Yorker non sempre attendibile, aveva rivelato che Israele in tre circostanze è stato sul punto di usare armi atomiche. Israele ha messo in stato di massima allerta i missili, l’artiglieria e i bombardieri. Nel mirino del deterrente israeliano ci sarebbero state le maggiori basi e città sovietiche e arabe. Nel 1973 la guerra piombò dai confini siriani su un popolo a digiuno e immerso nella grande preghiera. Il pericolo fu mortale per un paese impreparato. Abba Eban parlò di “una nuova Pearl Harbor”. Non è un caso che l’indiscrezione sul Kippur fatale venga fatta uscire adesso, nelle settimane della détente atomica fra Washington e Teheran. Il messaggio dello stato ebraico è chiaro e drammatico: la scelta di Israele è di far sapere che stavolta Sansone non sarebbe morto se non con tutti i filistei. Ieri Israel Hayom, il più diffuso giornale israeliano, ha proposto un sondaggio che ribalta i precedenti: una solida maggioranza di cittadini dello stato ebraico sostiene adesso lo strike militare unilaterale contro l’Iran. Addirittura il 65 per cento, dopo che è emerso che Washington non ha alcuna intenzione di usare la forza per fermare i piani atomici degli ayatollah. La sindrome del 1973 è lunga quarant’anni e oltre. In gioco, come disse allora il generale con la benda Dayan, c’è il “Terzo Tempio”, ovvero l’esistenza stessa dello stato ebraico. “La grande domanda ora è se abbiamo ancora la capacità di agire da soli o se abbiamo perso il momento”, ha scritto Shalom Yerushalmi sul quotidiano Maariv. L’ex capo del Mossad, Dani Yatom, ha detto che il discorso di Benjamin Netanyahu all’Onu ha significato due cose importanti: che l’opzione militare resta valida, ma che Israele si muoverà soltanto se l’Iran sarà a poche settimane dall’assemblaggio di un ordigno atomico. Secondo l’editorialista di Israel Hayom Dan Margalit, con il suo discorso Netanyahu “ha rinnovato a voce alta l’opzione militare”, riservandola però a quando l’Iran arrivi effettivamente a dotarsi di un’arma nucleare, e non a quando raggiunga il “punto di soglia” o se continuasse semplicemente ad arricchire l’uranio. In questo senso, come nel 1973, il coltello dei nemici d’Israele si avvicina un po’ di più alla sua gola. “Israele sta preparando lo strike da almeno due anni”, ci dice Efraim Inbar, analista di fama, a capo del Besa Center e fra i consiglieri più ascoltati da Netanyahu. “E’ però una decisione politica e penso che ‘Bibi’ sia pronto. Vuole essere il nuovo Churchill. Israele non si fida di nessuno, neppure del presidente americano. Una parola non significa niente. Neppure un pezzo di carta firmato”. Siamo alle soglie di un nuovo Kippur? “No. Lo stato ebraico è ampiamente riconosciuto come una realtà radicata, anche dai suoi rivali arabi e musulmani. Ha costruito una macchina potente che può parare tutte le minacce e l’esercito israeliano rimane il più efficace. Israele è riuscito a contenere le attività terroristiche e ha costruito uno scudo efficace contro i missili. Solo un Iran nucleare sarebbe un punto di svolta in questa equazione strategica, e Gerusalemme è seria nel prevenire questo scenario”.
DUNQUE E’ VERO: ISRAELE E’ GIA’ IN GUERRA CONTRO L’IRAN UCCIDENDONE SCIENZIATI E TECNICI:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=999920&sez=120&id=50893
Libero-Carlo Panella: ” Assassini, hacker e scudi violati, la cyberguerra tra Iran e Israele”
Due pallottole al cuore: così è stato ucciso il 30 settembre scorso a Karaj, città a nord di Teheran il generale Mojtaba Ahmadi, capo di Stato Maggiore della cyber guerra iraniana. I Pasdaran hanno subito negato che si sia trattato di un attentato e parlano di «tragico incidente», ma la loro versione è scarsamente attendibile, sia per la personalità della vittima, che per le modalità della morte. Cinque scienziati con posizioni chiave nell’apparato di produzione della bomba atomica iraniana sono stati infatti uccisi negli ultime anni in Iran con modalità assolutamente simili e in tutti i casi era – se non evidente – più che probabile l’attribuzione della loro morte ad agenti israeliani del Mossad. Decine di migliaia ebrei della comunità persiana, che parlano il farsi come madrelingua, sono infatti fuggiti in Israele con l’avvento di Khomeini nel 1979 e il Paese – nonostante il ferreo controllo delle autorità – è molto permeabile alle loro azioni. Il generale Ahmadi ricopriva peraltro un ruolo delicato, efficiente e strategico nell’apparato militare dei Pasdaran. Il Wall Street Journal nei giorni scorsi, ad esempio ha dato notizia di una cyber intrusione, proveniente probabilmente proprio dall’Iran dalla struttura comandata dal generale Ahmadi, che ha penetrato il sistema informatico della Marina degli Stati Uniti, episodio giudicato «preoccupante » dal Pentagono. D’al – tronde proprio agli esperti di cyber guerra agli ordini del generale Ahmadi, sono riusciti a modificare nel luglio del 2006 addirittura il decorso della guerra tra Libano e Israele. Sino al momento in cui i carri armati e l’aviazione israeliani hanno attaccato il Paese dei cedri, infatti, i generali di Gerusalemme erano certi di essere in grado decrittare tutte le comunicazioni satellitari e terrestri degli Hezbollah. Ma, appena sono entrati in Libano, gli israeliani si sono accorti che il sistema di criptaggio degli avversari era improvvisamente cambiato e per tutti i 36 giorni del conflitto, i pur bravissimi tecnici della famosa Unità 4200 di Tsahal non sono riusciti a trovare la chiave per portare in chiaro il nuovo codice di copertura delle comunicazioni. Questo clamoroso trucco era stato organizzato appunto dai cyberguerrieri iraniani «consulenti» degli Hezbollah e ha dato loro un enorme vantaggio sul terreno, non ultima causa della «non vittoria » dell’esercito israeliano in quel conflitto. Non solo, durante quella guerra del 2006, al largo della costa libanese un missile di Hezbollah è riuscito a violare lo scudo spaziale, della corvetta Hadith della Marina di Gerusalemme, che è stata letteralmente sfasciata. «Un evento impossibile fu il primo commento dei tecnici Usa che avevano fornito le difese spaziali alla corvetta e che lanciarono immediatamente l’allarme al Pentagono. Non basta, gli straordinari progressi degli scienziati iraniani – con il supporto di quelli nord coreani – sono oggi visibili anche nella guerra civile in Siria. A Damasco, il Sea è una struttura di volontari – spesso giovani hacker civili – che combatte la sua cyber guerra a favore del regime di al Assad con notevoli exploit. A ridosso delle bombe chimiche lanciate dall’esercito di Assad su Goutha e altri quartieri di Damasco in mano ai ribelli (1400 vittime), il Sea è infatti riuscito a penetrare nei siti dei rivoltosi per fare disinformatja e attribuire loro la responsabilità del massacro. Ancora, gli hacker del Sea sono riusciti ad entrare nel sistema del New York Times e a bloccarlo per 24 ore, così come sono riusciti a violare il sistema di comunicazione interna ad al Jazeera. Per contro, anche Israele e gli Usa sono riusciti a condurre eccellenti azioni di cyber guerra contro l’Iran. Nel 2010 il virus Stuxnet e nel 2012 il suo sofisticato successore Shamoon sono stati infatti introdotti nei sistemi di comunicazione delle centrali nucleari iraniane in cui si raffina l’uranio provocando danni che hanno prodotto notevoli ritardi nel progetto. Una cyber guerra apparentemente «pulita», in realtà cruentissima e dagli effetti potenzialmente devastanti.
x l’idiota.
Forse si sono venduti pure l’anima per un posto su quelle carrette.
C.G.
..un pò come quando il terrorismo israeliano manda le sue forze aereo terrestri a bombardare i quartieri di Gaza dove si ammassa la popolazione civile con la più alta densità per Km. quadrato al mondo e pazienza se, per ogni miliziano che viene colpito, ci sono una media di altri 5/6 civili innocenti (bambini e donne) che vengono uccisi o feriti.
“Effetti collaterali”, direbbe l’idiota.
E non solo l’idiota.
C.G.
La fame?
Ho una vaga impressione….
che questi signori che cercano un futuro migliore al di fuori dei loro paesi…siano proprio i benestanti….quelli che si possono pagare un viaggio a suon di migliaia di dollari…
i poveri…quelli che veramente sono alla fame non possono scappare..cercano o dovrebbero cercare di cambiare il proprio paese….liberarsi dal fanatismo religioso….ed attuare una rivoluzione alla Francese…
altro che primavera Araba…
=
Gia’ nel 1930…tra i tedeschi di religione Ebraica chi aveva denaro abbastanza ed aveva capito lasciava la Germania..
quelli che sono stati assassinati nei campi di concentramento erano i poveri quelli che non avevano denaro per pagarsi un viaggio e scappare…quelli che avevano fame..quelli che non avevano capito e quelli che non credevano che l’ essere umano potesse arrivare a tanto…
DUNQUE E’ VERO: NETANYAHU E’ MALATO DI MENTE, PERCIO’ PERICOLOSO PER ISRAELE E IL MONDO INTERO
http://www.haaretz.co.il/blogs/misgav/.premium-1.2132708
BIBI VA CURATO – L”OSSESSIONE DI NETANYAHU
Netanyahu non e’ il premier dell’Iran, neppure il primo ministro di Israele per gli affari iranici e neppure il ministro plenipotenziario israeliano addetto al nucleare dell’Iran. Dovrebbe essere il Primo Ministro di Israele e preoccuparsi di tutti i problemi che in ogni settore preoccupano gli israeliani nella vita di ogni giorno e del negoziato con i palestinesi. Ma se ne e’ dimenticato perche’ coltiva una sola ossessione, la mania del nucleare iranico (Meretz).
נתניהו בכל מקרה ניצח.
הוא ניצח כי הקרב העיקרי שלו הוא קרב של הסטה. בנימין נתניהו הוא המסיט הלאומי. המסרים שלו אמנם מנוסחים באנגלית רפובליקאית מצוחצחת, אבל מיועדים בעיקר לאוזניים ישראליות. הנאום שלו אולי נישא באולם העצרת הכללית של האומות המאוחדות אבל כוון לישראל. האולם היה ריק אגב. כמעט כולם כבר הסתלקו לענייניהם. רק בישראל הרחוקה והמאולחשת טחנו עד דק כל מילה ופסיק והנמכת טון. מדינה מסוממת. פלוטוניום להמונים
וזה הניצחון הגדול של נתניהו. מכירים את הטענה שאין דבר כזה פרסום רע? שהדבר היחיד שחשוב כשכותבים עליך זה שיאייתו את שמך נכון? במקרה של נתניהו, העניין היחיד הוא שיאמצו את השיח האיראני שלו. זה בכלל לא משנה לו אם אומרים שהוא צודק או טועה בשיח הזה. העיקר שישתפו איתו פעולה.
ולכן כל מילה שנאמרת או נכתבת במסגרת השיח הזה היא ניצחון אדיר שלו. וכל איש ציבור או עיתונאי שמתייחס לשיח הזה הוא משת”פ של נתניהו ותורם לניצחונו ולהשגת יעדיו. הנה, גם אני נמנה על המשת”פים. כואב, מביך, אבל מודעות עצמית היא תחילת הדרך לגאולה.
בשביל להבין עד כמה מדובר בניצחון אדיר של נתניהו, קחו לרגע כדוגמה את מאמרו של נחמיה שטרסלר מגיליון סוף השבוע של “הארץ”. שטרסלר מתפקד לאורך שנים ארוכות כפרשן כלכלי מוערך, ב”הארץ” ובמקומות אחרים. באופן אישי אינני מסכים לעתים קרובות עם עמדותיו, אבל כתיבתו תמיד בהירה ומנומקת. אלא שברגע ששטרסלר כותב על נתניהו בהקשר האיראני, הקרב הוכרע. לא כי הוא לא מבין בתחום הזה. לא כי אסור לו להתעניין ולכתוב על עוד נושאים מלבד כלכלה. רק משום שהבחירה שלו מתמסרת לשיח שמתווה נתניהו. במקום לדבר איתו על כלכלה וחברה, שוב מדברים איתו על איראן.
אבל בנימין נתניהו אינו ראש ממשלת איראן, ולא ראש ממשלת ישראל לענייני איראן, ולא ראש ממשלת ישראל לענייני הגרעין האיראני. הוא אמור לתפקד ולהיתפס כאחראי הראשי על חייהם של אזרחי ישראל, על רווחתם, על יכולתם להתקיים בכבוד. הגרעין האיראני אינו מעסיק את אזרחי ישראל. אין לו נגיעה לחיי היומיום שלהם. הם לא קמים איתו בבוקר ולא הולכים לישון איתו בלילה. יש נושאים בוערים בהרבה שמשפיעים באופן ישיר ומיידי על איכות חייהם, או אי איכות חייהם. למשל המצב הכלכלי. הפערים המתרחבים. יוקר המחיה. מצוקת הדיור. גל ההגירה ובריחת המוחות לארצות המערב. שקיעת מערכת החינוך והאקדמיה. שחיקת מערכת הבריאות הציבורית וצמיחת הרפואה הפרטית. התחרדות וכפייה דתית. גזענות. אפליית נשים וקיפוח נשים והדרת נשים. שחיתות ציבורית ושלטונית. פוליטיקה של רמייה והשחתת מידות.
מישהו שמע את נתניהו מתבטא בנושאים הללו מאז שנבחר? הם מעניינים אותו? מעסיקים את מחשבתו? באופן גאוני הוא פשוט מיצב את עצמו מעל לסוגיות הללו. בהן עוסקים, על פי מיטב יכולתם והבנתם, שרים וח”כים מהקואליציה והאופוזיציה. הם אלו שחוטפים את האש, ולפעמים יורים אותה, אבל תמיד בלי מעורבות מצדו. ישחקו הנערים והנערות לפניו. הוא מעל לכל זה ומעבר לכל זה. לא ממש ראש ממשלה, אבל גם לא נשיא במשמעות התפקיד הישראלית. יותר מין שליט על. קינג ביבי.
אנשים יצאו כאן לרחובות וזעקו את מחאתם וייאושם. אנשים לא סוגרים כאן את החודש. אנשים לא רואים כאן עתיד לילדיהם ותקווה באופק לעצמם. הגרעין האיראני לא באמת רלוונטי לחייהם. רבים מהם מרגישים שהחורבן יגיע הרבה לפני שהצנטריפוגות יעשירו או לא יעשירו מספיק אוראניום, או פלוטוניום, אנא עארף, הם לא בדיוק זוכרים את התדריך הפיזיקלי-כימי האחרון של ראש ממשלתם בנושא. ואם כבר יש נושא מדיני-בטחוני שמשפיע באופן ישיר ועקיף על חיי הישראלים ושכניהם, וגם נושא עמו פוטנציאל של פצצה מתקתקת, הוא כמובן מפעל הכיבוש וההתנחלות של ישראל בשטחי הגדה המערבית. היה מעניין לדעת אם לדעתו של נתניהו כבר נחצה בו הקו האדום והגענו לנקודת האל-חזור. אבל בעניין הזה נתניהו מסתפק בלצאת ידי חובה עם כמה משפטים לא מחייבים.
זה מובן מאליו ששליט מדינה חייב לטפל בכל הרצינות והאחריות באיום אסטרטגי עתידי שהוא מזהה על גורל אזרחיו. אבל כשהוא מתעסק אך ורק בו, עולה החשד הכבד שמדובר בבריחה מאחריות ולא בלקיחת אחריות. על פי התגובה המבוהלת של נתניהו לשינוי הכיוון האיראני במישור ההצהרתי והדיפלומטי, נראה שיש רק דבר אחד שמפחיד אותו יותר מהפצצה האיראנית: היעלמות הפצצה האיראנית. לא היום של הפצצה, אלא היום שאחרי הפצצה. אולי אז כבר יפקחו הישראלים עיניים ויתחילו לבקש ממנו דין וחשבון גם בתחומים אחרים. ואולי פעם-פעם, בעתיד הממש רחוק, גם יהיה מותר לתהות, ברצינות ולעומק וממרחק ביטחון, איך מדינה עם 200 ראשי נפץ גרעיניים הצליחה לשכנע את אזרחיה
L’ Ebreo per sopravvivere…in un mondo antisemita ha dovuto reagire con tutte le sue forze…ed ha fatto un’ inversione di rotta…
non ha cercato rifugio in altre terre ma nella sua antica terra…
non ha voluto disturbare altri popoli piu’ di tanto….coscienti di non essere i benvenuti….di essere da sempre odiati….si e’ creato
l’ antico Stato…ed ha raggiunto con la sua intelligenza … la sua forza e la sua volonta’ una situazione irreversibile.
Questo e’ tutto…ed e’ questo che per molti e’ incomprensibile….
inaccettabile….
dovrebbero rassegnarsi invece di rovinarsi l’ animo….poveretti..
L’ Idiota
Ps…non ho niente in contrario ad essere un idiota…finche ho da fare con gente come voi…anzi…
oramai si va sfasando…
si copiano testi in Ivrit…che come e’ noto e’ una lingua che in questo blog tutti capiscono e tutti sanno leggere…mah…
non so davvero che dire….sono idiotamente spiazzato…
L’ Idiota
x14
chista sacciu e chista ti sonu…
sempre a proposisto….realistico…
beato te…
sei veramente troppo sapiente e intelligente…di una logica sorprendente..un analista perfetto per un idiota come me…
L’ Idiota
DUDY ,IL RIVOLUZIONARIO.
Dudy è un personaggio commovente,ma è al pari personaggio confusionario fino al punto da far nascere dei sospetti ,ovvero, dove può nascere la sua confusione,una delle ipotesi potrebbe essere che la sua confusione, possa essere quella dei mestatori di professione.
Oggi si presenta come un Rivoluzionario Illuminista,invocando per i migranti, una Rivoluzione alla francese modello 1789, come cosa buona e giusta.
In parole povere, fatevi la vostra rivoluzione borghese e non rompeteci i coglioni !
Come se, fare una rivoluzione fosse una cosa semplice,viene il sospetto, che il fatto che i Migranti non la facciano,sia colpa loro dovuta alla loro pigrizia ed inerzia di popolazioni sub-umane che so,secondo schemi frenologici,scienza esatta, dell’800.
Quasi come “quel bellissimo film” italiano degno di Oscar, che circolò a lungo nelle sale italiane tra penso nel 42 , dove si raccontavano le malefatte di ….l’Ebreo , accuratamente scelto con naso adunco e prominente e labbro pendulo.
Da accurata indagine frenologica !
Ovviamente preparando le teste rotonde degli italioti a quello che poi successe.
Secondo me le teste rotonde degli italiani, andrebbero analizzate da un punto vista frenologico !
cc
xcc
Al di la’ del frenulo…che tu sai dove sarebbe piu’ opportuno metterlo…non credo che per quella gente sia una questione di prigrizia o inerzia…tutt’ al piu’ di egoismo…e di mancanza di ideali.
L’ Idiota
Netanhiau o come si chiama si scalda, e gli brucia, dato che Obama e’ in buoni rapporti col diplomaticissimo ed affabile attuale presidente iraniano, col quale e’ in regolare contatto telefonico.
All ‘ ONU giorni fa lo ha chiamato ‘ un lupo in veste di pecora’, ed ha dichiarato che israele si prepara ad attaccare l Iran da solo se il programma nucleare continua.
L’ ambasciatore iraniano non ha voluto essere presente, ma dopo ha detto che israele e’ l unica potenza in medio oriente ad avere armi nucleari, e non aderisce ai trattati internazionali su di esse ( il lupo e l agnello chi sono dunque?…).
Peter
XCC
Non ti emozionare troppo sulla frenologia…
Fondata da un certo Lombroso, lo sapevi?
Nato a Verona, studiato a Vienna, esercitato proprio a Torino…
Gli italiani non sono mai stati antiebraici fino a che gli alleati tedeschi non li spinsero ad esserlo.
E per Goebbels restavamo sempre un popolo di zingari e camerieri…
Perer
Il tema annoso e spinoso dell’ immigrazione, ma sarebbe piu esatto dire immigrazione da paesi del terzo mondo, di disperati in poverta’ o miseria, senza ne’ arte ne’ parte, bisognosi in tutto, e spesso in situazioni di guerre civili e persecuzioni varie.
Vi sono paesi in cui chi mette piede ha subito diritti, per esempio diritto d’ asilo spesso (in quei paesi) usato ed abusato in ogni modo possibile. (Per esempio, vi sono quelli che si dichiarano omosessuali perseguitati in Iran o Egitto, mettiamo, e poi fanno quattro figli in 4 anni…).
E vi sono paesi, come l’ Italia, in cui chi vi mette piede senza permesso e’ automaticamente un criminale…
Inutile notare che l’ emigrazione in massa di milioni, o miliardi, di poveri affamati o perseguitati in Africa ed Asia, verso l’ Europa, non e’ una soluzione possibile o immaginabile.
Chi si avventura c’e’, e continueranno a migliaia. Subiscono un processo
di selezione mentre si spostano…e molti muoiono nel processo.
Pure constatazioni.
Puo’ CC o CG indicare la soluzione?
Non considero Rodolfo che si autoqualifica come idiota. Non lo considero perche’ una posizione di giudizio o disprezzo verso dei disperati e’ inammissibile.
Peter
Caro peter,
sarebbe professione di alterigia intellettuale,confessare,che io conosco Il Lombroso, che esercitò proprio a Torino.
In genere se cito un personaggio “illustre” sic,ne conosco la storia.
https://www.google.it/search?q=museo+lombroso+orari&oq=museo+lombroso&aqs=chrome.2.69i57j0l5.20607j0j7&sourceid=chrome&espvd=210&es_sm=93&ie=UTF-8
Una bella collezione di crani, ove magari ,quando vieni a Torino,potresti pure trovare delle assonanze,con qualche tuo avo, mai disperare…sfido chiunque ad asserire con sicumera ,di non avere avuto qualche cranio criminale,nella sua “genealogia”,secondo il celebre metodo dell’illustre scienziato !
Ti potrei accompagnare nella visita, non senza aver prima preso qualche misura su di Te,per accompagnarti nella sezione “giusta”
cc
Comunque sia, la guerra i palestinesi la stanno vincendo in..camera da letto.
Dice uno: ” io ho fatto 12 figli che ha loro volta ne hanno fatti 12 a testa. Il mio vicino ebreo ne ha fatti soltanto 2. Tra due generazioni saremo 144 a 4.
Questo è l’incubo dei governi di Tel Aviv. Sanno che sarà la natalità palestinese a contare di più della loro arroganza militare.
Altro che Iran!
C.G.
X CC
Non colleziono i crani dei miei antenati, quindi non saprei, e non ne conosco le misure.
Forse che nei borghi della fertile ubertosa campagna piemontese seppellivate tutti i deceduti nei giardini di casa??!
In quel caso avreste avuto un bel vantaggio archeologico e frenologico a posteriori…
Excavationes iuvant…
Peter
x Dudy,
non credo che tu sia nella posizione ideale, per far professione di altruismo, secondo gli schemi che la classicità del pensiero e dell’azione per esempio cattolica,ma in genere cristiana, hanno divulgato sulle figure dell’Ebreo errante.
Sono cose dure a morire, nella mentalità..ovvero il sottoscritto se ne un “baffo”.. (ma io ,non posso garantire per gli altri),in questo senso potrei aiutarti nella tua crociata antiebraica, che poi in fondo è antirazzista!
Ho il vago sospetto che tu mi non seguirai , su questa strada, poichè il tuo antirazzismo si ferma là dove finisce il popolo eletto..già ,già, tutti gli altri sono ….non mi ricordo più come li chiamate!
cc
cc
X CG
No, perche buona parte di quei 144 muoino di fame o malattie. Gli altri riescono in parte ad emigrare, quindi gli effetti della guerra li subiscono in buina parte i figli innocenti messi al mondo come ‘munizioni’, e gli altri paesi che c’entrano poco o nulla.
Peter
X peter
Noi, purtroppo ,non coltiviamo la strana abitudine, di andare a pulire le Ossa degli antenati, come per esempio a Napoli !
Questione di usi e consumi diversi.
Fossa comune,dopo un certo numero di anni, in attesa che la Resurrezione ,ridivida ciò che natura ha disperso !
cc
X CC
Capisco. Buone vangate e spalate, dunque…
Peter
x Peter.
Una soluzione, almeno per l’Africa, potrebbe essere quella che l’Europa, ma non solo l’Europa, la smettesse di vendere le loro eccedenze agrarie a prezzi stracciati (dumping-price) in quei Paesi per per l’80% a conduzione economia contadina, riducendo sul lastrico intere popolazioni impossibilitati per ragioni contingenti, ad essere competitivi anche sui prodotti di primo approvvigionamento.
Questa è una delle tante vergogne della vergogna chiamata “multinazionali”.
Una blogger verso la quale faccio fatica a non mandarla..al diavolo ( per non dire di peggio) apostrofa come “proletarissime” queste mie osservazioni.
Ma forse è soltanto questione di ignoranza che la porta a scrivere panzane del genere. Il più che noto “sonno degli innocenti”, ovvero quella gente che ha inchiodata una trave davanti al proprio setto nasale rendonole incapaci di vedere oltre, di andare a riflettere sulle cause invece di quaglieggiare sui sintomi.
C.G.
x Peter
in genere, la cenere, la uso ad uso concime ,con parsimonia, od anche come componente del “compost” per il mio orto !
Questioni di riproduzioni naturali, così come ,nonostante, usi et costumi diversi, in fondo è quello che avviene nella realtà.
Scavando si trovano “manufatti” degli avi, dai quali poi “cum granu salis” si cerca di ricostruire UN POCO DI STORIA REALE(secondo il sano realismo della Sylvi, sparso a piene mani ultimante ) e non di Miti .
Ciò a significare che il manufatto,è l’unica cosa che resta e cioè il LAVORO, non le varie “paturnie ”
cc
x Dudy
non corretto
….potrei aiutarti nella tua crociata antiebraica….
va letto, come nella tua crociata contro il razzismo antiebraico .
cc
scusassero
x C.G.
La mia era una risposta al suo continuo attacco contro la gente che sfrutta le nazioni povere attraverso il lavoro a basso costo, lei ha brutta abitudine di saltare di palo in frasca mettendo in evidenza quello che le sta a cuore e trasferirlo su di me come se io ne fossi la causa.
Poi mi viene a dire ma io parlo in generale, allora si mantenga sul tema e non attacchi me fuori tema.
Io le ho solo scritto che personalmente non contribuisco e non ho mai preso vantaggio sul lavoro a basso prezzo, sempre dove mi e’ possibile.
Impari a rivolgersi direttamente, e’ ineducato parlare/scrivere dietro le spalle.
Io non faccio alcuna fatica a mandarla a…….farsi benedire!
Anita
xPeter
autodefinirmi idiota per me non e’ un problema che mi assilla piu’ di tanto….e sai perche’?
Perche’ sono confortato dall’ idea e dalla consapevolezza di avere a che fare in questo blog con gente molto piu’ idiota di me…
incapaci di discutere in modo civile…e per di piu’ disoneste.
Perche’ vedi caro Peter… se si stabilisce che non si deve offendere….e poi per dei semplici commenti su quello che succedeva al Senato qualche giorno fa’ mi becco da Nicotri…
“che manco di dignità” (54) e di essere ” un maestro della disonestissima arte veltroniana del benaltrismo”…
senza nemmeno una motivazione…una spiegazione…e se sulla discussione tra me e GC mi becco da lui un ” idiota” senza che lo stesso Nicotri reagisca…senza considerare Shalom…e le altre cose piu’ leggere…per esempio quando cc fa diventare Rodolfo …Rudy ed ora persino Dudy…e lo sa’ solo lui perche’…forse crede di essere spiritoso e non si accorge che cosi e’ una spiritosaggine stupida…
allora c’ e’ evidentemente qualcosa che non va’…perche’ se le stesse cose le avessi scritte io la reazione del blogmaster(?) sarebbe stata pronta e immediata… questo non mi porta altro che alla conclusione… che si e’ prevenuti e maldisposti nei mei confronti…e tu che ti sei sempre lamentato dei discorsi che gira e rigira vanno a cadere sempre sul problema Palestinese e sulla cattiveria Israeliana… ti sarai accorto che certe discussioni non partono mai da me…
=
Per quanto riguarda l’ Iran e Rohani…forse ti sei perso il mio post e la relativa notizia su Repubblica,, dove si legge che Khamenei frena Rohani… frena alcune sue uscite inappropriate”..e le sue dichiarazioni di distensione bla bla …bla bla bla ecc. ecc.
in genere e’ cosi…che mai ci si puo’ affidare del tutto delle dichiarazioni di quella gente li….e certamente Netanyahu ha piu’ che ragione ad essere diffidente…ed ad occuparsi della questione…perche’ il vero pericolo per l’ esistenza dello Stato Ebraico non parte dai Palestinesi con cui bisognerebbe fare solo la pace….ma dall’ Iran e dalla sua bomba atomica…che con le buone o con le cattive non riusciranno mai a costruirsi…questo e’ poco ma sicuro…mentre la bomba atomica nelle mani di uno stato Democratico e consapevole quale Israele e’ necessaria come deterrente contro 600.000.000(600milioni) di Arabi che circondano piu’ o meno Israele(solo 7 milioni)…tutti per altro nemici…che minacciano giorno dopo giorno…mentre Israele non ha nessuna velleita’ ‘ di espansionismo ne’ potrebbe averlo
….per quaqnto riguarda
la tua frase alla fine del tuo post Nr.25…
…”perche’ una posizione di giudizio o disprezzo verso dei disperati e’ inammissibile”.
=
A parte il fatto che io non ho disprezzato nessuno….io ho solo criticato…e non solo quelli che sborsando migliaia di dollari si espongono ad un pericolo che li porta alla morte…pensa che… …..notizia di ieri…negli ultimi dieci anni almeno 20.000 esseri umani siano annegati nel Mediterraneo….dunque molto di piu’ di quanti Palestinesi siano morti dal 1947 ad oggi….
ho criticato pero’ anche’ l’ Italia e l’ Europa che gia’ da tempo avrebbero dovuto reagire…ho criticato anche il fatto che e’ impossibile e inumano che chi salva vite umane venga poi persino denunciato…tu stesso hai scritto e dunque anche criticato… che vi sono quelli che si dichiarano omosessuali perseguitati in Iran o Egitto…chiedono asilo….lo ottengono e poi fanno quattro figli in 4 anni…. insomma essere prevenuto ad ogni costo non ti aiuta troppo….ti consiglierei dunque di riflettere di piu’ sulle cose che scrivo….con questo smetto…
devo con molto piacere accettare l’ invito di cari amici che mi aspettano e sono anche in ritardo….
Rodolfo
Io nemmeno, ma ometto per un minimo di educazione, di farlo attraverso un blog.
C.G.
x Peter
Si’, Rouhani, a moderate, e’ descritto come il lupo in vesti di pecora.
Ho sentito il suo curriculum da Iraniani stessi, e’ troppo presto per giudicare, a volte l’apparenza inganna.
Anita
A proposito della parola” ebreo”…!!
Rileggendo iersera il volumetto di Rosetta Loy :”LA PAROLA EBREO”, si evince abbastanza naturalmente che, :l’obbiettivo dell’autrice è quello di colpire ,quella che si chiama “zona grigia” in cui memoria individuale e memoria collettiva sinistramente si sovrappongono,scoprendo i nodi di un dilemma storico e morale di intatta attualità.
(frase tratta dal commento finale)
Quindi non tanto,in ultima analisi, la follia nazista,di quello si conosce ormai, quasi tutto, non fosse altro ,perché preannunciata a chiare lettere dal suo fondatore Adolfo Hitler nel Main Kampf, libro che nessuno degli ignavi ha mai letto,follia preannunciata per tempo,ma ignorata da milioni di struzzi,non tanto tra i”duci” dei popoli,ma tra i bevitori di miti e paturnie delle masse amorfe.
Tra i bevitori di miti e di leggende, si distinguono sempre la piccola e media borghesia,farisaica ed ipocrita ,che prega nelle chiese e nelle sinagoghe,con rituali che in genere sono soporiferi..ascoltando brani evangelici tratti dal vecchio e nuovo testamento, che sovente affermano esattamente il contrario di come poi ci si comporta.
Tra le masse amorfe, si distinguono sempre i moralisti ,di comodo, quelli della morale tanto al KG,quelli della morale ambigua e farisaica,che la Loy, azzecca in pieno con una stupenda definizione : “Discriminare senza perseguire.”
In parole più povere,si salva la coscienza insieme al portafoglio.
Già, già …chi perseguita ,sono soltanto i carnefici, chi discrimina ,non si sa ..eh,ehe ma sono coloro che discriminano o no i veri colpevoli?O noh
Alcuni interventi su questo Blog a proposito di migranti, mi sembrano ispirati a questa filosofia,consolatoria che pretende di essere realista.
cc
Sinceramente io guardo alle cause e non mi perdo in altri discorsi che trovano il tempo che trovano!
A parte che gli annegati negli ultimi dieci anni vengono stimati da Amnesty in circa 6’000 (il che, sulla drammatica situazione odierna non cambia una virgola ) e non a 20’000 , gli accoppati palestinesi (soltanto palestinesi) dal terrorismo di stato e non, israeliano, sempre secondo stime Amnesty sommano a 6’404.
Periodo che va dal 2’000 al 2’012.
L’una quaglieggia, l’altro starnazza.
Sembra uno zoo..
C.G.
Errore.
Periodo 2001 – 2010.
C.G.
Io la notizia non me la sono inventata…l’ ho sentita in televisione…
si parla persino di presunibilmente piu’ di 20.000 morti negli ultimi 10-15 anni… ma se anche fosse come dici tu….6000 sarebbe anche una cifra pazzesca..che eguaglia quella dei Palestinesi….ma ne hai mai parlato…?.
E se non fosse stato per questa ultima tragedia… in questo blog ne avresti mai parlato? Ti saresti mai scandalizzato o provato quel tuo dolore che dolore non e’….? Certamente no…
Eppure sono mesi che giornalmente qualche barcone e’ approdato sulle coste Siciliane.
Rodolfo
x C.G.
Ecco, un commento degno di lei…..
In questo zoo quale sarebbe la sua specie ?
Quale suono emetterebbe ?
Anita
Immigrazione, nel mar Mediterraneo 20 mila morti in 20 anni
http://www.lettera43.it/cronaca/immigrazione-nel-mar-mediterraneo-20-mila-morti-in-20-anni_43675104501.htm
La stima e’ bassa, non si sapra’ mai quanti sono periti sui gommoni e barche al largo delle costiere.
Anita
E’ incredibile l’amore che ultimamente fuoriesce da cuori ,puri e immacolati, e soprattutto la meticolosità dei conteggi nei confronti dei Migranti ,dopo la tragedia del canale di Sicilia !
Mi ricorda la meticolosità con cui si contano in questo Blog, i morti israeliani,o i feriti !
ieri per un banale incidente mi si è azzoppato il cane,non so in quale statistica inserirlo !
cc
Come dicevano i Nazisti ?
Per ogni tedesco morto ,dieci italiani e il conto tornava ,come pure la coscienza !
In fondo non tutti i morti sono uguali,a quanto vedo,dipende dal contesto !
Già, il contesto ,che parola avulsa e strana !
cc
x CC
A PROPOSITO DI CANI, forse t’è sfuggito cosa ho scritto in questa puntata del blog:
Delle parole di Levy mi ha colpito un particolare: il racconto di come gli israeliani abbiano accolto da una parte con grande dolore, spazio commosso sulle prima pagine e aperture dei mass media e perfino con funerali, l’uccisione di due cani dell’esercito quando nel 2008-2009 i militari ha invaso Gaza, e dall’altra la mattanza di palestinesi, bambini compresi, con notizie “brevi e relegate con indifferenza a pagina 15”.
x RODOLFO
La prego di citare i nomi delle persone che in questo forum secondo il suo commento n. 37 sono ” per di piu’ disoneste”. Che interviene a fare in un forum “con gente molto piu’ idiota di me… incapaci di discutere in modo civile…e per di piu’ disoneste”? Si tolga dai piedi, così evita queste pessime frequentazioni. Oltretutto, lei che fa parte di popolo “santo, eletto e preferito da Dio” non dovrebbe mescolarsi così ingordamente a goim come noi. Vada a fare la sua hasbara da qualche altra parte.
Attendo comunque che lei scriva i nomi dei disonesti.
Ma spesso ….e forse alcuni non lo sanno… che i cani son molto migliori e fedeli di certi uomini….
per cui niente di strano che chi ha vissuto con loro…avventure e anni di vita… possa sentire commozione e dolore per la loro morte….
a dispetto di chi si lamenta per le loro cacchine sui marciapiedi….
Rodolfo