Il giudice della Cassazione Antonio Esposito ha sbagliato. Punto.
Che il magistrato Antonio Esposito abbia sbagliato non ci piove. A mio avviso bene farà il Consiglio Superiore della Magistratura (CSM) a sanzionarlo in qualche modo, ammonendolo o trasferendolo. Giudice della sezione della Cassazione che nei giorni scorsi ha confermato la nota condanna di Silvio Berlusconi a quattro anni di detenzione, Esposito è stato così sprovveduto, ingenuo, imprudente e scorretto da accettare di conversare al telefono con un giornalista riguardo le motivazioni della sentenza nonostante la Cassazione non le renderà note prima di un paio di mesi. E, come se non bastasse, tale giornalista ha anche autorizzato a pubblicare come sua intervista il testo con le domande e le risposte inviatogli via fax. Che poi tale giornalista sia “una persona che conosco da 35 anni” non fa che peggiorare le cose. Esposito non è stato “tradito da un amico”, ma dalla propria leggerezza e dabbenaggine.
Detto questo, e senza minimizzare la gravità dell’episodio né dimenticare l’obbligo dei magistrati di parlare solo attraverso le proprie sentenze, c’da chiedersi se il giornalista in questione abbia o no commesso un illecito, anzi due. Il primo avere pubblicato come intervista un testo diverso da quello inviato per l’approvazione a Esposito. Posso io pubblicare un’intervista a Berlusconi nella quale aggiungo come sue alcune affermazioni utili a sputtanarlo? Non credo che Il Giornale, Libero e le tre reti Mediaset sarebbero contente. Neppure lo stesso Berlusconi, immagino. O no?
Non sarebbero contenti neppure il collega e il direttore del Mattino se qualcuno intervistandoli su come sono andate le cose con Esposito attribuisse loro qualche affermazione di troppo, comunque non autorizzata, per esempio “certe frasi ce le siano inventate per fare un piacere a Berlusconi” oppure “per vendere più copie”.
A onor del verò però forse il giornalista più che a fare un’aggiunta, come tale indebita, si è limitato a un ritocco per rendere più chiaro un passaggio di Esposito.
Il secondo illecito è avere diffuso tramite il sito del giornale per il quale lavora – Il Mattino di Napoli – la registrazione della telefonata con il magistrato senza la sua preventiva autorizzazione. Il primo illecito è di carattere professionale. Il secondo illecito oltre che professionale viola la privacy di Esposito. Non so se il collega o Il Mattino sia perseguibile per le vie legali, di sicuro l’Ordine dei Giornalisti dovrebbe dire la sua ma farà finta di nulla, esattamente come il Garante della Privacy, temo. Il problema credo però sia comunque un’altro. Quale? Vediamo.
Qualunque giornalista – me compreso – prima di consegnare il pezzo destinato alla pubblicazione ne scrive una o più stesure non definitive. Queste di solito sono più lunghe o più corte del dovuto, contengono errori di battitura o di distrazione e vanno perciò corrette e spesso anche accorciate o allungate. E non basta che tutto ciò lo faccia il diretto interessato. Nei giornali ci sono infatti i capiservizio, il cui compito è anche “passare” i testi: vale a dire, emendarli dagli errori di battitura o anche di grammatica, correggerli nelle inesattezze, controllare le affermazioni non convincenti o magari in qualche modo pericolose, suscettibili cioè forse di spiacevoli smentite e di ancor più spiacevoli querele e richieste di risarcimenti. Io spesso nei miei pezzi per fretta o distrazione compio errori di vario tipo, a volte sbaglio un nome o una data, e meno male che nella redazione di Blitz c’è chi me li “passa”. Per quanto riguarda questo mio blog, a volte degli errori mi accorgo a pubblicazione avvenuta, e così provvedo ex post.
Ma di cosa è responsabile – ovviamente non solo di fronte ai lettori – il giornalista? Del pezzo pubblicato o dei pezzi man mano scritti e cestinati prima di arrivare alla versione “buona”, cioè epurata da errori, azzardi e strafalcioni’? Il giornalista è responsabile anche delle parti non pubblicate? Certo che no! Io in un mio articolo posso scrivere che Berlusconi, Esposito e il direttore del Mattino vanno ad escort insieme, ma se in redazione tale indebita affermazione me la tagliano e nel pezzo pubblicato non figura, mentre resta la mia firma perché approvo il taglio, è evidente che non devo certo risponderne a nessuno: l’averlo scritto rimane un fatto mio privato. E se qualcuno ripesca dal cestino le frasi cassate e le pubblica a mia insaputa, commette solo un illecito. Lui, non io. Del quale deve rispondere lui, non io.
Non credo che il collega del Mattino approverebbe e sarebbe felice se qualcuno pubblicasse, attribuendogliele, tutte le frasi azzardate o comunque inopportune che nel corso degli anni i capiservizio gli hanno prudentemente tolto dai suoi articoli d’accordo con lui, che essendo d’accordo li ha firmati anche se modificati.
Dopo questi paragoni appare chiaro che qualunque cosa abbia detto Esposito in privato, cioè nella sua conversazione telefonica con il giornalista “che conosco da 35 anni”, sono solo affari privati di Esposito. Né più e né meno come quello che può avere detto eventualmente a sua moglie o ai suoi figli, se ha moglie e figli, anche nel caso abbia detto loro cose inopportune o riservate, ma comunque riguardo una sentenza già emessa. NON si tratterebbe infatti di giudizi espressi PRIMA di una sentenza, non si tratterebbe quindi di pregiudizi.
Voler invece giudicare Esposito in base a ciò che ha detto in confidenza a una persona – “che conosco da 35 anni” – è solo un’indebita forzatura. Ovviamente usata in queste ore di polemiche e temperature furenti per cercare di sminuire la gravità della condanna di Berlusconi o almeno spostare l’attenzione su un altro bersaglio, tanto per cambiare. Sapendo quante ne hanno combinate loro e il loro comandante Cavaliere, fa sorridere lo zelo accusatorio contro Esposito urlato da strateghi, consiglieri, avvocati, mantenuti, miracolati, nani e ballerine della corte itinerante tra Arcore, palazzo Grazioli, villa Certosa, ecc.
Fermo restando, ripeto, che il magistrato Esposito ha comunque commesso un grave errore sia concedendo l’intervista, anche se visionata prima dell’approvazione, sia conversando – quali che ne sia i modi, lo stile e le parole usate – della sentenza della Cassazione con un estraneo. Per giunta giornalista “che conosco da 35 anni”.
Bene farebbe il CSM a intervenire con una sanzione, onde evitare finisca del tutto nella spazzatura l’obbligo per i nostri magistrati, spesso inopportuni esibizionisti, di parlare solo ed esclusivamente con i propri atti processuali e le proprie sentenze. Proprio come si fa in ogni Paese civile degno di questo nome.
Pino, mestiere complicato quello del giornalista… alla stregua di un chirurgo in sala operazione.
Kazzi neri se sbagli un taglio oppure una sutura, nel tuo caso una virgola..
C.G.
x C.G. #18
?????????????????????????? + ?????????????????????
Anita
x Cappuccetto Rosso.
Sagace e pregnante. Non si finisce mai di apprendere. Lei riesce ad interloquire con argomenti al di sopra della mia portata.
La sua capacità illustrativa mi lascia di stucco.
Misero me.
C.G.
(dal precedente argomento)
Come si sia arrivati a parlare di schiavitu’ lo dobbiamo al buon cg…ma in effetti non c’ entrava niente ….io mettevo solo in risalto che….se si vuol fare del buon giornalismo si dovrebbe evitare di scadere in quello da Boulevard che a volte puo’ essere anche divertente ….ma non quando si arriva all’ estremo …quello da quattro soldi…la gente si deve giudicare per quel che e’ … per quello che ha fatto..e .per quel che dice…
non per il suo aspetto fisico mettendo anche in dubbio la possibilita di provare o dare del piacere sessuale …giocando anche sull’ eta’….
a chi puo’ davvero importare tutto questo che non e’ nemmeno divertente….
anch’ io potrei giocare con simili accostamenti scrivendo di uno che sembra una gallina spennacchiata(Nicotri) e l’ altro un orso ridens(uroburo)…ma evito …in primis perche’ lo ritengo inutile ed in secundis perche a me interessa l’UOMO e il suo pensiero…il suo agire e non se e’ grasso …magro …alto o basso.
Riguardo la schiavitu’ ..avrei anche qualcosa da dire..la frase trasversale di Peter..
“.Direi anzi che alla signora bisogna dare credito di grande tolleranza verso molte e varie tipologie umane”….
… la ritengo sbagliata…
la tolleranza io la trovo avvilente….mi piacerebbe parlare di piu’ di “accettazione”.
Con mia grande meraviglia tra i tanti popoli che hanno praticato la schiavitu’ nel precedente argomento non c’ e’ stato nessun accenno agli Ebrei…lo trovo strano..proprio qui …
ma anche gli Ebrei hanno praticato la schiavitu’…piu’ di 2000 anni fa’ ..quando era un popolo e viveva nella propria terra…
poi la storia ha preso il suo corso…e mi sono sempre domandato come sarebbero andate le cose se i Romani non avessero mai bazzicato in quei posti…
cosi come mi domando come sarebbe oggi l’ america …l’ africa o l’ australia senza l’ intervento degli europei….
probabilmente gli Indiani e gli indigeni andrebbero ancora oggi a caccia con arco e freccie…chissa’…
pero’ e’ ben sapere come praticavano la schiavitu’ gli ebrei…quale grande umanita’ emanava il popolo ebraico…che portava rispetto non solo allo schiavo ma anche all’ animale e persino alla terra stessa….e di Shabbat si riposava tutti…
…”il Signore disse ancora a Mose’ sul monte Sinai… parla agli Israeliti e riferisci loro…. quando entrerete nel paese che io vi do’…, la terra dovra’ avere il suo sabato consacrato al Signore….per sei anni seminerai il tuo campo e poterai la tua vigna e ne raccoglierai i frutti …. ma il settimo anno sara’ come Sabato… un riposo assoluto per la terra…., un sabato in onore del Signore… non seminerai il tuo campo e non poterai la tua vigna…. non mieterai quello che nascera’ spontaneamente dal seme caduto nella tua mietitura precedente e non vendemmierai l’uva della vigna che non avrai potata… sara’ un anno di completo riposo per la terra…. cio’ che la terra produrra’ durante il suo riposo servira’ di nutrimento a te.. al tuo schiavo… alla tua schiava… al tuo bracciante e al forestiero che e’ presso di te…. anche al tuo bestiame e agli animali che sono nel tuo paese servira’ di nutrimento quanto essa produrra'”…..
e’ inutile dire che il sesto anno era o avrebbe dovuto essere particolarmente fruttuoso…da consentire la sopravvivenza…
in ogni caso erano dei segnali di umanita’ non esistente in altri popoli….
penso che cosi gli Ebrei abbiano persino inventato quello che in agraria viene chiamato….terreno a riposo oppure la rotazione colturale o i cicli produttivi dei terreni.
Un saluto a tutti
Rodolfo
Non generalizziamo ma se quel giudice rappresenta la crema della sua categoria, allora da questo paese bisogna scappare a gambe levate (tanti lo stanno già facendo per altri motivi).
auguri
x Rodolfo, fammi capire le tue elucubrazioni bibliche:
quindi il “signore” che promise la terra non sapeva che di lì a poco ci sarebbero stati altri per due o tre secoli?
Fece male i suoi conti?
Oppure che la terra, messa in sabbatica, avrebbe nutrito anche “il mio schiavo e la mia schiava”. Andiamo bene…
Un simpaticone quel dio, anche se piuttosto approssimativo e schiavista.
Forse talmudiano?
Ah, bèh, in questo caso tutto si capisce, tutto diventa chiaro.
C.G.
Rodolfo non ha ancora capito Che degli ebrei non ce ne Cale nada…
Ma Lui ha bisogno di vedere tutti antis emits certificati …
Peter
Sei un disfattista del cavolo e nient’ altro….
hai mai sentito parlare di “libero arbitrio”?
Iddio non e’ responsabile per tutte le malefatte in questa terra….
lo e’ pero’ l’ uomo…
Dio ti indica solo la VIA….
Rodolfo
=
Copio qui un articolo di Scalfari…articolo che secondo me …avrebbe potuto scrivere anche un ragazzo intelligente di terza media e non un mogul del giornalismo quale dovrebbe essere un Scalfari….
ci sarebbe molto da discutere anche sulle sue sciocche domande..
peccato che la Sylvi erra per mari e coste….
=
=
Papa Francesco è stato eletto al soglio petrino da pochissimi mesi ma continua a dare scandalo ogni giorno. Per come veste, per dove abita, per quello che dice, per quello che decide. Scandalo, ma benefico, tonificante, innovativo.
Con i giornalisti parla poco, anzi non parla affatto, il circo mediatico non fa per lui, non è nei suoi gusti, ma il suo dialogo con la gente è continuo, collettivo e individuale, ascolta, domanda, risponde, arriva nei luoghi più disparati ed ha sempre un testo da leggere tra le mani ma subito lo butta via. Improvvisa senza sforzo alcuno a cielo aperto o in una chiesa, in una capanna di pescatori o sulla spiaggia di Copacabana, nel salone delle udienze o dalla “papamobile” che fende dolcemente la folla dei fedeli.
È buono come Papa Giovanni, affascina la gente come Wojtyla, è cresciuto tra i gesuiti, ha scelto di chiamarsi Francesco perché vuole la Chiesa del poverello di Assisi. Infine: è candido come una colomba ma furbo come una volpe. Tutti ne scrivono, tutti lo guardano ammirati e tutti, presbiteri e laici, uomini e donne, giovani e vecchi, credenti e non credenti aspettano di vedere che cosa farà il giorno dopo.
Di politica non si occupa, non l’ha mai fatto né in Argentina da vescovo né dal Vaticano da papa. Criticò Videla sistematicamente, ma non per l’orribile dittatura da lui instaurata ma perché non provvedeva ad aiutare i poveri, i deboli, i bisognosi. Alla fine il governo, per liberarsi di quella voce fastidiosa, mise a sua disposizione una struttura assistenziale fino a quel momento inerte e lui abbandonò la
sua diocesi ad un vicario e cominciò a battere tutto il paese come un missionario, ma non per convertire bensì per aiutare, educare, infondere speranza e carità.
Due mesi fa ha pubblicato un’enciclica sulla fede, un testo già scritto dal suo predecessore con il quale convive senza alcun imbarazzo a poche centinaia di metri di distanza. Ha ritoccato in pochi punti quel testo e l’ha firmato e reso pubblico.
L’enciclica è alquanto innovativa rispetto ad altre sullo stesso tema emesse dai suoi predecessori. La novità sta nel fatto che non si occupa del rapporto tra fede e ragione. Non esclude affatto che quel rapporto ci sia, ma a lui (e a Benedetto XVI) interessa la grazia che promana dal Signore e scende sui fedeli. La grazia coincide con la fede e la fede con la carità, l’amore per il prossimo, che è il solo modo – attenzione: il solo modo – di amare il Signore. Si sente il profumo intellettuale di Agostino. Più di Agostino che di Paolo. Ma qui andiamo già nel difficile. Si dovrebbe pensare che siano tre i Santi di riferimento per l’attuale Vescovo di Roma (che insiste molto su questa qualifica che accompagna e addirittura precede il titolo pontificale): Agostino, Ignazio, Francesco.
Ma è quest’ultimo che dà al Papa che ne ha preso il nome il connotato più evidente e da lui sottolineato in ogni occasione. Vuole una Chiesa povera che predichi il valore della povertà; una Chiesa militante e missionaria, una Chiesa pastorale, una Chiesa costruita a somiglianza di un Dio misericordioso, che non giudica ma perdona, che cerchi la pecora smarrita, che accolga il figliol prodigo.
Certo, la Chiesa cattolica è anche un’istituzione, ma l’istituzione, come la vede Francesco, è una struttura di servizio, come l’intendenza di un esercito rispetto alle truppe combattenti. L’intendenza segue, non precede. E così siano l’istituzione, la Curia, la Segreteria di Stato, la Banca, il Governatorato del Vaticano, le Congregazioni, i Nunzi e i Tribunali, tutta l’immensa e immensamente complessa architettura che tiene in piedi da duemila anni la Chiesa, Sposa di Cristo.
Questo, finora, è stato il volto della Chiesa. La pastoralità? Certo, un bene prezioso. La Chiesa predicante? La Chiesa missionaria? La Chiesa povera? Certo, la vera sostanza che l’istituzione contiene come un gioiello prezioso dentro una scatola d’acciaio.
Ma attenzione: per duemila anni la Chiesa ha parlato, ha deciso, ha agito come istituzione. Non c’è mai stato un papa che abbia inalberato il vessillo della povertà, non c’è mai stato un papa che non abbia gestito il potere, che non abbia difeso, rafforzato, amato il potere, non c’è mai stato un papa che abbia sentito come proprio il pensiero e il comportamento del poverello di Assisi. E non c’è mai stata, se non nei casi di debolezza e di agitazione, una Chiesa orizzontale invece che verticale. In duemila anni di storia la chiesa cattolica ha indetto 21 Concili ecumenici, per lo più addensati tra il III e il V secolo dell’era cristiana e tra il IX e il XIII. Dal Concilio di Trento passarono più di trecent’anni fino al Vaticano I preceduto dal Sillabo e poi ne passarono ottanta fino al Vaticano II.
I Sinodi sono stati ovviamente molto più numerosi, ma tutti indetti e guidati dalla Curia e dal Papa.
Il cardinale Martini (vedi caso anch’egli gesuita) voleva accanto al magistero del Papa la struttura orizzontale dei Concili e dei Sinodi dei vescovi, delle Conferenze episcopali e della pastoralità. Non fu amato a Roma, come Bergoglio nel conclave che terminò con l’elezione di Ratzinger.
Bergoglio ama anche lui la struttura orizzontale. La sua missione contiene insomma due scandalose novità: la Chiesa povera di Francesco, la Chiesa orizzontale di Martini. E una terza: un Dio che non giudica ma perdona. Non c’è dannazione, non c’è Inferno. Forse Purgatorio? Sicuramente pentimento come condizione per il perdono. «Chi sono io per giudicare i gay o i divorziati che cercano Dio?» così Bergoglio.
* * *
Vorrei però a questo punto porgli qualche domanda. Non credo risponderà, ma qui ed oggi non sono un giornalista, sono un non credente che è da molti anni interessato e affascinato dalla predicazione di Gesù di Nazareth, figlio di Maria e di Giuseppe, ebreo della stirpe di David. Ho una cultura illuminista e non cerco Dio. Penso che Dio sia un’invenzione consolatoria e affascinate della mente degli uomini.
Ebbene, è in questa veste che mi permetto di porre a Papa Francesco qualche domanda e di aggiungere qualche mia riflessione.
Prima domanda: se una persona non ha fede né la cerca, ma commette quello che per la Chiesa è un peccato, sarà perdonato dal Dio cristiano?
Seconda domanda: il credente crede nella verità rivelata, il non credente pensa che non esista alcun assoluto e quindi neppure una verità assoluta, ma una serie di verità relative e soggettive. Questo modo di pensare per la Chiesa è un errore o un peccato?
Terza domanda: Papa Francesco ha detto durante il suo viaggio in Brasile che anche la nostra specie perirà come tutte le cose che hanno un inizio e una fine. Anch’io penso allo stesso modo, ma penso anche che con la scomparsa della nostra specie scomparirà anche il pensiero capace di pensare Dio e che quindi, quando la nostra specie scomparirà, allora scomparirà anche Dio perché nessuno sarà più in grado di pensarlo. Il Papa ha certamente una sua risposta a questo tema e a me piacerebbe molto conoscerla.
Ed ora una riflessione. Credo che il Papa, che predica la Chiesa povera, sia un miracolo che fa bene al mondo. Ma credo anche che non ci sarà un Francesco II. Una Chiesa povera, che bandisca il potere e smantelli gli strumenti di potere, diventerebbe irrilevante. È accaduto con Lutero ed oggi le sette luterane sono migliaia e continuano a moltiplicarsi. Non hanno impedito la laicizzazione anzi ne hanno favorito l’espansione. La Chiesa cattolica, piena di difetti e di peccati, ha resistito ed è anzi forte perché non ha rinunciato al potere. Ai non credenti come me Francesco piace molto, anzi moltissimo, come pure Francesco d’Assisi e Gesù di Nazareth. Ma non credo che Gesù sarebbe diventato Cristo senza un San Paolo.
x C.G.
Quando i Bianchi erano schiavi | Michele Fabbri
La tratta dei Bianchi in quei secoli aveva fatto del Mediterraneo un vero e proprio “mare della paura”, ma questo non era l’unico teatro operativo dei predoni islamici: le navi degli schiavisti frequentavano anche l’Atlantico e si spingevano fino alla Manica dove attaccavano navi di qualsiasi nazionalità, soprattutto inglesi e olandesi. In una occasione i pirati fecero un’incursione perfino in Islanda; ma gli Islandesi morirono quasi tutti nel clima desertico, per cui non si verificarono più attacchi islamici nell’isola!
http://www.centrostudilaruna.it/quando-i-bianchi-erano-schiavi.html
====
Guardi che io non c’entro…e’ un po’ prima dei miei tempi.
Anita
x Rodolfo
Eviti di dire le sue usuali rancide puttanate a discapito degli “altri popoli”, molti dei quali la schiavitù neppure hanno mai saputo cosa fosse. Contrariamente, tra molti altri, ai giudei in seguito indicati più genericamente come ebrei, che peraltro, come la poligamia, NON l’hanno praticata solo “2000 anni fa”, ma anche molto più tardi. Si informi su chi aveva il quasi monopolio del commercio degli schiavi in Europa ancora al tempo di Carlo Magno, magari leggendosi un buon libro come “Maometto e Carlo Magno”.
Gli ebrei che vivevano fuori della Giudea se ne sono sempre fregati di ciò che hanno fatto i romani in Giudea, compreso quello che ha fatto Adriano, tant’è che non hanno mai né protestato né tanto meno si sono ribellati. Alla faccia del “popolo ebraico”, ovviamente compatto e monolitico, inventato dal sionismo politico e propagandato da tipi come lei.
Senza gli europei gli indigeni americani, come quelli australiani, africani, orientali, ecc., avrebbero varie centinaia di milioni di morti ammazzati in meno, un ecosistema non devastato o compromesso, e vivrebbero come cavolo gli andrebbe di vivere, con pieno loro diritto. Esattamente come i giudei senza l’arrivo dei romani.
P. S. Tutte le altre minchiate che ha sparso su di me, con la sua consueta maleducazione, invadenza e prepotenza, non mi toccano neppure. E’ lei che più produce guano contro gli altri più ne resta sporco. E più ne porta quindi il cattivo odore.
“Eviti di dire le sue usuali rancide puttanate a discapito degli “altri popoli”, molti dei quali la schiavitù neppure hanno mai saputo cosa fosse”….
…
..era qualcosa che volevo naturalmente scrivere ….ma era cosi ovvio…per esempio gli esquimesi…che mi e’ sembrato superfluo accennarne…
….pensi invece alle sue sue di “usuali rancide puttanate” che non sono altro che supposizioni….per altro facilmente da smontare….ma perdere tempo oggi non mi va’ …
in seguito forse….
a proposito….non e’ da escludere che quei popoli si sarebbero potuti anche estinguere totalmente per carestie e pestilenze….tutto e’ possibile…
Rodolfo
x Rodolfo
Alle mie “rancide puttanate” ci penso. E poi le scrivo. Se permette, posso farlo perché il blog è mio. E comunque non soffro né di incontinenza né di diarrea permanente o ciclica.
Anziché sermoneggiare, apra uno bel blog tutto suo e lo imbottisca di ciò che più la delizia, sermoni, falsificazioni della Storia e deliri biblici compresi. Evitando accuratamente di occuparsi di me e delle mie “rancide puttanate”.
Caro Nicotri …
lei nel suo topic afferma di conoscere “quel” giornalista da ben 35 anni…capisco….
quello che non capisco e’…che in un topic cosi breve lei abbia sentito la necessita’ di ripeterlo per ben 4 volte….
mi e’ sembrato un po’ il discorso di Antonio…..dove tutti eran un po’ uomini d’ onore.
Rodolfo
x12
Le piacerebbe eh?
E invece no….sto qui…mi va’….mi diverto…
Lei ….l’ ho scritto gia’ una volta….per liberarsi di me non ha che di bannarmi….
Rodolfo
x Rodolfo
Se lei sapesse leggere o fosse sobrio si sarebbe accorto che non sono io a conoscere quel giornalista “da 35 anni”, ma il signor Antonio Esposito. Io quel giornalista non solo NON lo conosco “da 35 anni”, ma non l’ho mai visto e non so neppure chi sia, tant’è che non lo nomino.
Caro Nicotri…
si…puo’ essere stato anche un lapsus da parte mia…
come vede io so’ ammettere gli errori….ci si sente bene con se stessi…mica come lei che non lo farebbe nemmeno se lo mettessero in croce….
per gli ignoranti come me… che non sanno leggere…sarebbe necessario pero’ che lei scrivesse anche meglio…lei non specifica..
….confonde… cosi mica si puo’ essere nel cervello degli altri…
Rodolfo
“Guardi che io non c’entro…e’ un po’ prima dei miei tempi.
Anita.
————————————————————————————–
Mi permetta qualche dubbio in proposito..
C.G.
Pallywood il teatro all’ araba….sceneggiatura perfetta…
non c’ e’ di che …hanno appreso molto dai palestinesi….
http://www.liveleak.com/view?i=0b4_1375922321#cWaMtThkx64FcusQ.01
Rodolfo
Soliti sabotatori sfrontati dei colloqui di pace e quindi anche della pace. Mentre Haaretz e intellettuali israeliani li denunciano, la stampa, gli intellettuali e i politici italiani tacciono pecoronoscamente in massa.
…………..
Ariel Toaff consiglia un articolo su Haaretz.com.
I colloqui di pace a Washington non fermano gli insediamenti. Il governo Netanyahu approva la costruzione di 878 nuove unita’ abitative negli insediamenti colonici nei territori occupati (Haaretz).
Israel approves plans for hundreds of residential units in West Bank settlements – Diplomacy & Defense
http://www.haaretz.com
Some 550 units in the settlements of Talmon, 60 in Alon Shvut and 38 in Kokhav Yaakov have been approved, out of a total 878; discussion of some of the plans had been postponed amid renewal of negotiations with the Palestinians.
Publisher: Haaretz.com
cosa dire ….
dopo la festa di Eid al-Fitr alla fine di questa settimana le autorita’ di Hamas a Gaza intendono eseguire diverse condanne a morte….
anche di chi all’ epocha dei fatti era minorenne ed era stato costretto a confessare sotto tortura…
anche qui gli intellettuali e i politici italiani tacciono pecoronoscamente in massa…..
R
http://www.amnesty.org/en/news/hamas-must-halt-post-eid-executions-planned-gaza-2013-08-08
Caro Nicotri post.Nr 19…
lei ha dimendicato di sottolineare che ancora non e’ successo niente….che la decisione finale dopo la pubblicazione e relative lementele o proteste… e’ nelle mani del ministro della difesa
Mosche Jaalon….che prendera’ le sue decisioni dopo il risultato delle trattative di pace…..
x Rodolfo
Guardi, ho già varie cose che mi tengono di buon umore, non c’è bisogno che si aggiunga lei a farmi ridere con la sua presunzione di maestrino sentenziante. E’ lei che “ha dimenticato di sottolinare che ancora non è successo niente” quando ha infilato nel suo commentino n. 20 le solite nozizie incontrollabili, ma utili a diffamare i palestinesi e goim in generale. Ha dimenticato anche di dire che sono notizie, appunto, incontrollabili, e comunque Amnesty si è già mossa proprio per evitare che succeda qualcosa, che sarebbe grave.
Peraltro, a furia di “non è successo ancora niente” i suoi laidi amici rubaterre altrui hanno proseguito indisturbati a rubare terra altrui perpetuando l’orrore del colonialismo. E spingendo l’ebraismo verso l’idolatria.
Poiché non mi è mai piaciuto giocare a ping pong, mi faccia la cortesia di badare per un po’ agli affari suoi evitando accuratamente di tirarmi in ballo. Per giunta alla cazzo di cane.
“Trattative di pace”? Solite chiacchiere ipocrite:
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=8&sez=120&id=50202
Quando le facce sono peggio del culo…
Shalom
Non e’ mai male quando c’ e’ qualcosa che tiene di buon umore….
ma io ci credo poco….sara’ una mia supposizione…se mi e’ concessa….ma…
non riuscirei mai a capire tanta bile nei miei confronti….o nei confronti di qualcuno quando si e’ di buon umore …..
su con la vita caro Nicotri….
ci son cose piu’ importanti che le nostre beghe…
Rodolfo
Shalom caro….spunti a puntino….
R
Ma come sò ‘bboni…come sò ‘bbravi, come sò umani, come sò democratici, come sò ri-sparmiatori..
Leggo:
Israele: La Firing Zone ci fa risparmiare.
(At-Tuwani (Hebron), 7 agosto 2013)
“Mercoledì 31 luglio 2013 lo Stato israeliano ha presentato all’Alta Corte di Giustizia israeliana la risposta alle due mozioni che chiedono l’annullamento dell’evacuazione forzata di otto dei dodici villaggi che compongono la Firing Zone 918. Nella risposta lo Stato espone le motivazioni per cui l’evacuazione forzata non andrebbe bloccata: “Le esercitazioni nella Firing Zone 918, fanno risparmiare all’esercito israeliano tempo e denaro”.
Infatti, lo sviluppo di una nuova generazione di armi a più alto raggio necessita di un maggior numero di esercitazioni rispetto al passato. Usare la Firing Zone 918, in particolare, farebbe risparmiare tempo e denaro perché è molto vicina alla base di esercitazioni della Brigata Nahal a Tel Arad. Nei fatti, la base fu costruita lì nel 1993 proprio perché era vicina a due firing zone, la 918 e la 522″.
La Firing Zone 918, nell’area che i palestinesi chiamano Masafer Yatta, è stata dichiarata area di esercitazioni per l’esercito israeliano negli anni ’70; nel ’99 le forze militari e di amministrazione civile israeliane espulsero forzatamente dall’area tutti i residenti palestinesi, distruggendone le proprietà. Gli abitanti palestinesi ricorsero all’Alta Corte israeliana che sancì, tramite una sentenza temporanea, il ritorno dei residenti alle loro case, vietandone l’espulsione fino ad una sentenza definitiva dell’Alta Corte.
Il 19 luglio 2012 lo Stato israeliano, seguendo le istruzioni del Ministero della Difesa, sottopose all’Alta Corte una dettagliata notifica in cui dichiarava che gli abitanti palestinesi dell’area non erano in realtà residenti abituali e chiedeva non più l’evacuazione forzata di dodici villaggi, ma solamente di otto (quattro villaggi sono, infatti, molto vicini a colonie o avamposti israeliani che nessuno ha intenzione di evacuare). L’Alta Corte, notificando un “cambiamento nella situazione normativa”, ha riaperto il caso.
Gli abitanti palestinesi hanno presentato, in risposta a questa notifica dettagliata, due mozioni. La prima, sottoposta all’Alta Corte il 16 gennaio 2013 tramite ACRI (Association for Civil Rights in Israel), è stata sottoscritta da 108 famiglie residenti nell’area, che hanno chiesto l’annullamento dell’evacuazione forzata, intesa come una violazione della legge internazionale.
Alla fine di gennaio scorso l’esercito israeliano, a scopo intimidatorio, ha inviato più di duecento soldati a condurre esercitazioni militari tra le case dei palestinesi nella Firing Zone. L’Alta Corte non ha accettato di procedere per oltraggio alla corte contro lo Stato, come ACRI proponeva, dichiarando che “non ci sono stati danni”. In realtà, testimoni oculari hanno dichiarato che molto del grano seminato era stato danneggiato, erano state scavate delle trincee nei campi palestinesi e ad alcuni pastori era stato impedito di pascolare per non disturbare le esercitazioni militari.
(Fonte: Nena news)
P.S.: forse per oggi, il “biblico de noantri”, terrà il becco chiuso.
Forse.
A meno che il grullo non (si) racconti che quei pastori sono tutti terroristi che stanno agendo per buttarli a mare dato che, è noto, un gregge di pecore viene paragonato a sofisticate armi di distruzione di massa.
C.G.
x Rodolfo
La bile è solo nella sua zucca, io mi limito a definire il suo comportamento e il suo ruolo nei confronti del blog. La prossima volta che mi attribuisce stati d’animo o comunque caratteristiche di un qualche tipo, permettendosi as usual di blaterare i suoi giudizi, le cancellerò i relativi commenti. Pronto anche a bannarla dato il suo ruolo di propagandista deprimente il livello degli interventi.
Riguardo Shalom, credo possa spuntare quando e quanto gli pare, esattamente come lei, senza doversi sorbire i suoi commentini.
Il contenuto del comento è stato da me rimosso.
pino nicotri
Pino, lascia perdere, sta provocando da infantilein là con gli anni dato che di meglio non sa fare.
È tacito e lampante che Rodolfo ancora non ha superato del tutto l’età pubertaria. Se le va a cercare, peccato.
C.G.
l’antivirus mi e’ scaduto, quindi sono a rischio. Vediamo wot happens…
Orbene, nell’inglese britannico, si badi, non americano, diciamo ‘to take the piss out of someone’, abbreviato in ‘to take the piss’. Le persone piu’ educate lo cambiano in ‘to take the mik’. L’origine della espressione non importa, ma l’efficacia e’ notevole.
Chi si fa pagare senza lavorare, ‘take the piss’. Chi si diverte volgarmente a spese di un altro, ‘take the piss’. Chi usa una spazio gentilmente concesso pper fare i porci comodi suoi, ovvero propaganda reazionaria gratis, …
In italiano si direbbe forse fare lo scemo, fare lo stronzo, o farla fuori dal vaso.
Rodolfo ‘takes the piss’ out of Nicotri, e tanti altri, da sempre. Direi che la tolleranza ad oltranza e’ ormai fuori di luogo, a meno che qualcuno non aspiri alla beatificazione dal santo padre Francesco…
Intelligenti pauca
Peter
xPeter
qui non si tratta di “piss” o “to piss” di “pissen” o di “pisse”
gc ne sa’ qualcosa….
qui si tratta di discutere o no…anche violentemente sempre sotto
l’ egida della buona educazione…
all’ ultimo caro Peter a farla fuori dal vaso sei proprio tu…
qui non si tratta nemmeno di tolleranza….si tratta che non tutti possono essere dello stesso parere….
che tutti possono fare errori e non ci sono Papi…o “il blog e’ mio” “e tu sei qui ospite e c’hai da fa’ quello che piace a me”…… che tutti dovrebbero essere in grado di ammettere qualche errore …
da li si vede il vero uomo….l’ uomo serio…
se si sta in un blog e si vuole sempre ed ad ogni costo avere ragione …o ad ogni costo si vuole convincere l’ altro delle proprie idee e se non ci si riesce si scade nell’ offesa….allora prima o dopo la corda si spezza…
chi apre un blog deve essere cosciente anche di questo…..
Per un certo periodo ho frequentato il blog di Leonardo Coen su Repubblica…quante offese ha dovuto subire quell’ uomo…offese mortali eppure non ha mai reagito dimostrando cosi di essere al di la’ di certe idiozie….
ed e’ quello che ho fatto io su arruotalibera….non mi sono mai lamentato ne ho mai reagito….
al contrario mi si offende solo per il mio modo di ragionare e qualsiasi cosa dica e’ sbagliata…mentre qualsiasi cosa diciate voi o Nicotri per esempio e’ giusta….
ma questo non puo’ funzionare e ce se ne deve rendere conto.
Rodolfo
c C. G.
Caro C. G., il troppo stroppia. E’ talmente abituato a essere prepotente e a tranciare giudizi che anche nell’ultimo commento si permette di giudicare chi è uomo – ovviamente un ebreo – e chi no, ovviamente il sottoscritto.
Come vedi, non c’è bisogno di aggiungere altro.
Wroom, wrooom, wroom….
pino
P. S. Metti da parte la cioccolata per la prossima rimpatriata, chissà che finalmente ci si veda.
Questo commento, trattenuto in moderazione, è stato da me svuotato del contenuto.
pino nicotri
Una ricettina semplice e leggera per mantenere nello stomaco la giusta acidità che permetta ai bloggaroli di non farla fuori dal vaso:
-filetti di pesce buono ( pescatrice, rombo, orata, branzino di mare)… li sfiletta qualsiasi pescivendolo.
– olive taggiasche
– ciuffetti di rosmarino…ma deve essere quello che cresce in riva al mare e che ha sapore di salso
– sale e pepe….quanto piace!
– patate tagliate a rondelle sottili.
Prendere della carta alluminio ; adagiare sul fondo rondelle di patate, salare leggermente; appoggiare uno o due filetti di pesce bena sciutti in carta cucina; adagiare ciuffetti di rosmarino e cospargere di olive taggiasche prive di seme.
Aggiustare di sale e pepe.
Fare un fagottino con la carta alluminio, legare, per bellezza, con qualche filo di erba cipollina.
Far andare a forno a 200° per cr 25/ 30′.
Si può accompagnare con una insalata ricca o con patate ( lavate , arricchite con un po’ d’olio delle olive versato in due o tre taglietti praticati nella patata) avvolte a caramella di alluminio e cotte in forno.
Domani mi trasferisco in barca, poichè i nipoti mi hanno definitivamente sfrattato dall’appartamento gradese.
Avrò connessione internet e finalmente più tempo anche per tentare di contestare i soliti argomenti del blog…magari accennando a fatti e misfatti un pochettino più recenti di 2000anni fa.
caro Pino, se volessi farmi felice…non dovresti chiamare Rodolfo “maestrino”…se non per rispetto alla mia onorevolissima professione, almeno per rispetto al personaggio della maestrina di Cuore , che resta un libro caposaldo non solo della letteratura infantile, ma che ha ancora molto da insegnare a mooolti adulti.
un caro saluto
Sylvi
Informazione Corretta, Progetto Dreyfus, Focus on Israel, Liberali per Israele, Sinistra per Israele, Amici di Israele, Amici di Giulio Meotti, Bugie dalle gambe lunghe, e tutti gli altri siti internet ebreo-italiani che all’unisono e finanziati dagli stessi ambienti ebraici e non ebraici facilmente individuabili esaltano il nazionalismo piu’ esasperato e bieco: si fondano tutti sull’antisemitismo, vero, presunto o inventato a bella posta, per sostenere e propagandare con ogni mezzo in maniera irresponsabile un’ideologia pseudoebraica mitizzata, chiusa in se stessa e intollerante, rivolta all’esterno e all’interno.
Sono scientificamente organizzati, target per target, per influire sugli influenzabili e infastidire i non influenzabili. I loro militanti inviano lettere, mail, commenti, suggerimenti, critiche, sempre in singolo e sempre cominciando con il lodare la testata, il direttore, il gruppo, ecc., per meglio isolare e attaccare il giornalista o il politico preso di mira. Quando le finte buone maniere non funzionano diventano quello che in questo blog sappiamo bene da sempre, fin dai tempi del blog de L’Espresso.
Nicotri rischia, quella e’ gente che appena puo’ ti viene a prendere sotto casa.
Shalom
x Silvy
Seguo una dieta a base di frutta, verdura e pesce, che mi garantisce tra l’altro la giusta acidità digestiva, mai in eccesso.
Ti prometto che non userò quel termine, in omaggio ai tuoi desiderata.
Goditi la barca, tu che puoi, e non lamentarti per lo sfratto. Io il mare e le ferie l’ho salutati lo scorso 25 luglio, sob, sob, sob.
Un saluto a Giacomo.
pino
x Shalom #35
…..ma non dica sciocchezze.
Io scrivevo piu’ assiduatamente sul blog di Bocca e su l’Espresso,
poi sul blog Arruotalibera…
Per anni sono stata tacciata di apartenenza a varie associazioni per lucro.
L’unico motivo per cui iniziai a partecipare su blogs Italiani mi capito’ per caso….ricevetti nella mia e-mail personale un’articolo di un giornale Italiano, erano decenni che non legggevo una parola in Italiano, iniziai a navigare su quel giornale e mi trovai di fronte al blog di Bocca…rimasi di stucco, menzogne, linguaggio inammissibile ed incivile…
Mah….
Il giorno dopo ritornai sul blog di Bocca, decisi di scrivere due righe….fui investita da una valanga di improperi solo perche’ dissi che scrivevo dagli USA….
Mi chiedevo che fine aveva fatta l’Italia che avevo lasciata negli anni 50.
Lei scrive sempre articoli di parte, mi dica e’ anche lei al soldo di qualche oscura organizazione…?
Lei ha il privilegio di postare piu’ di un link alla volta…anzi diversi links…chi e’ il suo protettore?
~~~~~~
Quote:
“Quando le finte buone maniere non funzionano diventano quello che in questo blog sappiamo bene da sempre, fin dai tempi del blog de L’Espresso.
Nicotri rischia, quella e’ gente che appena puo’ ti viene a prendere sotto casa.”
~~~~~~
Per sua informazione, il forum dell’Espresso fu chiuso per il linguaggio da postibolo, indecente, volgare.
Ho ancora una e-mail scrittami da un certo Carletti o Carlucci a nome della casa editrice del giornale, Kataweb il portale del Gruppo Editoriale L’Espresso, dove mi scriveva il motivo per cui il Forum fu eliminato, incivilta’ e volgarita’, cosa di cui ne’ Rodolfo ne’ io possiamo essere incolpati.
Se manifestare i propri sentimenti, le proprie convinzioni, e’ un delitto….allora mi dica di che pasta siete fatti.
Alla prossima…..
Anita
———-
Sorry se ci sono errori, per qualche moitivo non posso correggere.
Anita, scusi, di quale forum parla? Di sicuro non del mio e la prego di specificarlo per evitare eventuali equivoci, sgradevoli.
Il signor Shalom NON gode di nessun privilegio, perlomeno qui, come chiunque può postare più link, ma come chiunque si vede bloccare in moderazione i relativi commenti. E devo essere io a sbloccarli, se lo ritengo opportuno.
Detto questo, non mi pare che Shalom si sia rivolto a lei o che anche solo l’abbia nominata, non vedo quindi perché lei gli si rivolga sui temi da lui sollevati. Il risultato è solo di allargare polemiche inutili, fastidiose, che gira e rigira ruotano sempre e solo su un personaggio.
Un saluto.
pino nicotri
p. s. Se le può interessare, il ruolo delle organizzazioni citate da Shalom è denunciato dalle componenti del mondo ebraico non malate di suprematismo, razzismo, colonialismo, riduzionismo e relativismo sulla pelle altrui, falsificazione della Storia, della cronaca, dei discorsi degli “altri” e via mascalzonando. Non tutti infatti ballano la musica degli spartiti emanati dagli esecutivi israeliani e annessi e connessi per strumentalizzare le comunità ebraiche esistenti fuori Israele.
Il discorso quindi è meno semplice di quel che si crede.
I Fagiolini diritti.
Sono letteralmente terrorizzato, dopo aver visto un servizio su SKY della eventuale triste sorte che possono subire i fagiolini nati storti.
Nel servizio di cui sopra , un capo raccolta, presumo, di un grande paese africano , dove nascono fagiolini in quantità, affermava che le Donne addette alla raccolta,oltrechè raccogliere quasi il triplo di un normale maschio,sono infallibili nello scartare a vista la benchè minima imperfezione dei fagiolini ,poichè,così richiede il MERCATO Mondiale Dei fagiolini!
In effetti ,quando li comperiAMO AL SUPER_MARKET SONO SEMPRE TUTTI BELLI DIRITTI, tanto che nel passato pensavo a qualche manipolazione genetica atta a far crescere solo fagiolini diritti.
Nel mio personalissimo orto, raccolgo i diritti e gli storti e non mi sono mai accorto di un cambio di gusto tra diritti e storti.
Posso solo concludere questo mio intervento con due considerazioni
A) Ancora mi rimane “oscura” la sorte dei Fagiolini Storti.
B) In Piemontese “stretto” l’allocuzione “Fasol” tende ad indicare persona sciocchina…”te propi an fasol”.
Conclusioni
Devo ammettere che dopo un così lunga assenza dal Blog,non ho potuto leggere tutto il”Passato”,ma devo sinceramente concludere che Nulla è cambiato in fondo…”An Fasol a le sempre an fasol…”non so se diritto o storto, ma penso che in questo caso,la differenza non esista!
Vostro come sempre amatissimo
cc
x Pino
Caro Pino,
lei mi chiede di che forum parlo, potrei precisare quando e se trovo la breve e-mail del Sig. Carletti.
Dopo tutto si tratta di parecchi anni fa.
La confusione risale al fatto che il suo blog su L’Espresso era Aruotalibera, quando lei ando’ Solo, divenne Arruotalibera con due rr.
Comunque, il forum chiuse circa tra ottobre e novembre del 2005, ricordo bene perche’ rimasi senza computer per un periodo di qualche settimana nel mese di ottobre 2005, quando ritornai col nuovo pc, il forum non c’era piu’.
Indi scrissi a Kataweb e ricevetti risposta dal Sig. Carletti.
In seguito fui informata del suo nuovo sito; “Arruotalibera”
C.G. entro’ nel maggio 2006, Uroburo gli diede il benvenuto…ed avvisi.
Saluti,
Anita
====
PS:
Se entro in causa anche se non sono interpellata e’ perche’……lo fanno tutti ….semplice no ? A.
x Anita
Se è stato chiuso nel 2005 allora non era il mio, dato che sono andato in pensione l’1 settembre 2008.
Un saluto.
pino
x CC
Pensa se si trattasse di banane!
Un saluto e ben tornato.
pino
Richard Silverstein : manuale israeliano “propagandistico” per il Congresso Usa
Israele e la sua lobby negli Stati Uniti hanno pubblicato, con lo strano titolo di Global Language Dictionnary, un manuale di 116 pagine per definire una strategia di comunicazione filo-israeliana – detta « Israël Project » – destinato a membri del Congresso, a media e ad altri che si trovano in posizioni di potere. Redatta da Frank Luntz, un esperto in sondaggi di opinione, repubblicano, l’iniziativa lascia trasparire un senso di disperazione e di causa perduta. Le argomentazioni avanzate non solo sono prive di ogni verità, ma mancano di rigore o di credibilità. La lettura del documento lascia pensare che la lobby israeliana non sia in realtà che un castello di carte.Il primo dei 18 capitoli si apre così
: « Il primo passo per guadagnare fiducia ed amici per Israele è mostrare che vi preoccupate della pace per le Due parti, gli Israeliani ed i Palestinesi e, in particolare, di un futuro migliore per ogni bambino. In effetti, le fasi della vostra conversazione sono estremamente importanti e voi dovete cominciare con l’empatia per le Due parti. Iniziate la vostra conversazione con messaggi di sicura efficacia come « Israele s’impegna per un futuro migliore per tutti – Israeliani come Palestinesi. Israele vuole vedere la fine della pena e della sofferenza e s’impegna a lavorare con i Palestinesi ad una soluzione pacifica, diplomatica nella quale le due parti potranno avere un futuro migliore. Sia questo per i due popoli il tempo della speranza e dell’opportunità… »Nel passaggio successivo, Luntz basa le sue argomentazioni su MEMRI, – agenzia di propaganda israeliana – e su Palestine Media Watch, dell’agente del Mossad, Itamar Marcus. « Per principio, noi crediamo che i bambini abbiamo il diritto essenziale di essere allevati senz’odio. Chiediamo alla direzione palestinese di mettere fine alla cultura dell’odio nelle scuole palestinesi, 300 delle quali hanno ricevuto i nomi di autori di attentati suicidi. I dirigenti palestinesi devono ritirare dalle aule i libri che mostrano il Medio Oriente senza Israele e glorificano il terrorismo.
Infatti, nessun bambino dovrebbe temere che suo padre o sua madre, suo fratello, sua sorella, etc… siano uccisi perché si trovano nel posto sbagliato al momento sbagliato, ossia quando una recluta di 18 anni, morta di paura, decide di dare degli esempi. Quanto alle carte, mi piacerebbe che Luntz o Itamar Marcus mi mostrassero un libro israeliano sul quale figura una carta della Palestina. Lì, ci troverete la Giudea o la Samaria, ma che ne è dei milioni di Palestinesi che vivono nei Territori ?… Gli attentati suicidi sono cose del passato ed i Palestinesi hanno ampiamente abbandonato questa pratica, a causa della sua impopolarità tra I Palestinesi moderati
Le parole che « funzionano »
« Se iniziate la vostra risposta con « io capisco e simpatizzo con quelli che … », renderete più credibile quel che seguirà, favorirete che il vostro uditorio simpatizzi e sia d’accordo con voi. « Sappiamo che i Palestinesi meritano dirigenti che si preoccupino del benessere del loro popolo, che non concedano a se stessi i milioni di dollari di assistenza dall’America e dall’Europa per metterli in conti bancari in Svizzera, o che non se ne servano per sostenere il terrorismo al posto della pace. I Palestinesi hanno bisogno di libri, non di bombe. Vogliono strade, non razzi ».
Le accuse di distrazione di fondi risalgono all’epoca di Arafat, morto da tempo, e Frank Luntz ne dovrebbe essere messo al corrente. In compenso, ai Palestinesi piacerebbe che si costruissero strade diverse da quelle di aggiramento israeliane le quali permettono ai coloni di andare direttamente in Israele attraverso gli ex terreni palestinesi. O, ancora, « Possiamo essere in disaccordo sulla politica…
Ma c’è un principio fondamentale sul quale tutti i popoli concorderanno : un popolo civilizzato non prende di mira donne e bambini innocenti ».
Qui, evidentemente, non si tratta delle « donne e dei bambini innocenti » massacrati durante l’offensiva di Gaza
! «… Noi chiediamo ai dirigenti palestinesi di finirla con il linguaggio della violenza… con il linguaggio delle minacce… Se i dirigenti parlano di guerra, non arriveremo alla pace … ». Ma, I dirigenti militari e politici israeliani usano tutti i giorni il linguaggio della violenza, dell’incitamento e della guerra. Ascoltateli.
« Non dite che Israele è senza colpa o senza errore… Nessuno vi crederà… Il vostro interlocutore metterà in dubbio la veridicità di tutto quello che direte dopo. Riconoscete che Israele commette delle azioni colpevoli… Poi cambiate argomento il più rapidamente possibile sperando che lui non abbia notato ciò che avete concesso. Mettete subito l’accento sul fatto che in questo conflitto i Palestinesi sono ben più colpevoli degli Israeliani ». « Soprattutto, portate l’attenzione sull’argomento che il « linguaggio di Israele è il linguaggio dell’America : democrazia, libertà, sicurezza e pace, bambini, cooperazione, collaborazione, compromesso, esempi di sforzi di pace (quelli di Israele, naturalmente), prosperità economica (per i Palestinesi) Siate umili. Dite : « So che nel tentativo di difendere i propri bambini e I propri cittadini dai terroristi, Israele ha ucciso accidentalmente degli innocenti. Lo so e ne sono desolato… Se l’America avesse dato la terra in cambio della pace e questa terra fosse utilizzata per lanciare razzi contro i suoi, che cosa farebbe l’America ?
« La vostra non sia vera umiltà. Sostenete fermamente che Israele è l’America e che non c’è nessuna occupazione, nessuna ingiustizia perpetrata contro i Palestinesi. Sostenete che le loro terre non sono state loro rubate, che essi non sono diventati dei profughi a centinaia di migliaia, che Israele ha il diritto di aspettarsi dai Palestinesi che si comportino come i Canadesi o i Messicani » (che da 150 anni non hanno problemi di frontiera).
.Qui va osservata l’interessante confusione di identità tra Israeliani ed Ebrei americani… come se noi fossimo loro.
« Siamo pronti a permettere loro di costruire.. ». Se i Palestinesi si rivelano un partner affidabile, come possono essere in teoria ed in pratica subordinati agli Israeliani ? Che cos’è l’Occupazione se non una « subordinazione » personificata ?Ricordate – ancora e sempre – che Israele vuole la pace. La prima ragione è : se gli Americani non vedono alcuna speranza di pace, se non vedono che la continuazione di una « disputa di famiglia » vecchia di 2000 anni, rifiuteranno che il loro governo spenda i dollari del contribuente o l’influenza del loro Presidente per aiutare Israele ».
Bingo. Qui Luntz dice la verità : Israele vuole la pace allo stesso modo in cui una ragazzina di 13 anni vuol essere l’idolo del momento. Israele non ha nessun piano, nessun modo di arrivare alla pace. E la paura annidata nel cuore della lobby israeliana è che, un giorno, venga svelato il vero volto di Israele, che gli Americani l’abbandonino, avendo capito che la pace ricercata da Israele è una pace ottenuta alle condizioni di Israele. Dunque, che non ci sarà mai pace.
La lobby filo-israeliana vuole evitare ad ogni costo che arrivi quel giorno, perché oggi « gli Ebrei in generale – e gli Israeliani in particolare – non sono più percepiti come un popolo perseguitato. Infatti, tra il pubblico americano od europeo – sofisticati, istruiti, non ebrei, con le proprie opinioni – gli Israeliani sono spesso visti come gli aggressori e gli occupanti… ».
Rivelato il « Progetto israeliano »
http://seminal.firedoglake.com/diary/6256
http://www.newsweek.com/id/206021
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=23868
James Zogby
Come è successo per i passati conflitti mediorentali, sia i servizi dei media che le cronache politiche qui negli Stati Uniti hanno seguito con acceso interesse gli argomenti israeliani sulla guerra. Questa è stata una componente determinante nei recenti successi di Israele e nella sua abilità di far continuare il conflitto senza una spinta contraria da parte americana. Riconoscendo l’importanza di una guerra di propaganda, Israele si batte su questo fronte nello stesso modo energico e sproporzionato con cui si muove sul campo di battaglia.
Ecco come ci sono riusciti:
1) Definisci i termini del dibattito, e lo vincerai. Recentemente gli israeliani stanno lavorando per definire il contesto, il momento d’inizio e la trama sulla base dei quali verrà plasmata la conoscenza della guerra. Così essi, ripetendolo continuamente, sono ad esempio riusciti ad affermare il concetto secondo cui il conflitto sarebbe iniziato il giorno 19 dicembre, data in cui sono scaduti i sei mesi di cessate il fuoco (che Israele ha descritto come “unilateralmente terminato da Hamas”).
Così facendo hanno tralasciato, ovviamente, le violazioni che loro stessi hanno posto in essere all’inizio di novembre e il loro mancato rispetto dell’impegno a cessare il fuoco per permettere l’apertura dei confini di Gaza. Essi non hanno nemmeno preso in considerazione il fatto che hanno ridotto Gaza a un distaccamento, un processo che è iniziato molto tempo fa ed è continuato dopo il loro ritiro nel 2005. Siccome sanno che molti americani non seguono da vicino il conflitto e sono propensi a credere, come si dice, “a quello che sentono ripetere in continuazione”, questa tattica di definizione preventiva e di ripetizione ha successo.
2) Riconoscere che gli stereotipi funzionano. Per il fatto che, per generazioni, il conflitto isreaelo-palestinese è stato definito attraverso immagini culturali positive di Israele e stereotipi negativi dei Palestinesi, i propagandisti israeliani hanno un vantaggio facile da sfruttare. Poiché la storia è per molto tempo stata vista come “l’umanità israeliana che si confronta con il problema palestinese”, i servizi televisivi che si occupano del conflitto iniziano sempre con il domandarsi che impatto ha “ il problema” sulla popolazione israeliana. Per usare le parole di Golda Meir, “Possiamo perdonare gli arabi per aver ucciso i nostri bambini, ma non potremo mai assolverli per averci costretto ad uccidere i loro”. Quindi non sorprende il fatto che, nonostante le enormi sofferenze dei palestinesi, i media tendano a “bilanciare” la storia, concedendo un ampio spazio, con tanto di foto, a israeliani angosciati e impauriti e all’impatto che la guerra sta avendo su di loro. In passato, quando la versione dei media rivestiva una grande importanza, i palestinesi sono stati ridotti, come sempre, a semplici numeri o considerati unicamente come “danni collaterali”.
3) Anticipa e conta sugli sbagli dei tuoi oppositori. La stupidità di Hamas ha retto il gioco alla strategia israeliana. Fin dall’inizio, Israele ha potuto contare sul fatto che Hamas avrebbe lanciato razzi e messo in atto quel tipo di minacce, che Israele avrebbe poi potuto propagandare per ottenre compassione nei paesi occidentali. Sapere che queste cose sarebbero quasi sicuramente accadute e avrebbero poi potuto essere sfruttate ha rappresentato un vantaggio nella guerra di propaganda.
4) Fa’ in modo di essere ovunque e dì le stesse cose – cercando di assicurarti che i tuoi avversari rimangano il più possibile invisibili. Israele inizia ad ogni guerra assicurandosi una moltitudine di portavoce anglofoni (molti dei quali nati in Occidente) disponibili in qualunque momento per qualsiasi uscita mediatica (non è un caso, ad esempio, che Israele abbia un console generale “arabo” ad Atlanta – ossia dove c’è la sede della CNN). Il funzionamento della loro operazione di propaganda, che prevede la diffusione di molteplici portavoce in località sparse per tutta l’America con numerosi argomenti di conversazione, ne garantisce il successo. Allo stesso tempo, gli israeliani sono in grado di negare l’accesso dei media a Gaza, consentendo ai reporters occidentali di operare solo nelle vicinanze della zona di guerra sotto la supervisione dell’IDF [Israel Defencse Force (Forze armate israeliane), NdT], garantendo in questo modo a Israele la possibilità di plasmare ogni aspetto della storia e al contempo di rimuovere la possibilità di una verifica indipendente degli orrori che accadono a Gaza.
5) Non offrire basi. Siccome metà della storia sarà determinata da ciò che dicono e fanno i leader politici, anche l’apparato politico a Washington è tirato in ballo per assicurare che la Casa Bianca e i dirigenti del Congresso “righeranno dritto”. Di conseguenza, le dichiarazioni rilasciate dal Congresso riflettono quegli argomenti chiave e i portavoce israeliani, i commentatori politici e le dichiarazioni del Congresso si fanno eco l’uno con l’altro.
6) Negare, negare, negare. Quando gli eventi e la realtà si fanno strada andando contro la narrativa stabilita da Israele, dando vita a storie che vanno contro la trama che è stata imposta, la macchina della propaganda lavora senza sosta per negare, negare, negare (dicendo abbastanza intrepidamente: “A chi credete, a me o ai vostri occhi bugiardi?”) e/o confezionare una contro-narrativa che sposta le colpe (“Noi non abbiamo fatto niente. Sono loro che l’hanno fatto a noi”). In questo senso, questo significa che la morte dei civili palestinesi è sempre imputabile a qualcun altro, o che i reporter o i loro nemici stanno mettendo in scena le foto del dolore (come per dire “gli arabi non soffrono veramente come noi”),
7) L’ultimo rifugio…. Quando vedete che tutto il resto non funziona, prendete alcuni esempi lampanti di antisemitismo, generalizzateli, suggerendo che ciò è quello che motiva le critiche. Può risultare mordace, e forse è una tecnica che è stata già ampiamente sfruttata, ma potrebbe zittire o mettere i critici sulla difensiva.
Titolo originale: “How Israel’s Propaganda Machine Works”
Fonte: http://www.huffingtonpost.com
Traduzione di RACHELE MATERASSI per http://www.comedonchisciotte.org
akiva eldar
Akiva Eldar: : Israele e il nuovo opuscolo propagandistico pro settler per le pubbliche relazioni
Sintesi personale
Una nuova guida per i perplessi ,diffusa dall’organizzazione israeliana proposta per le pubbliche relazioni, cerca di trovare la formula magica per porre gli insediamenti vicino al cuore dei sostenitori di Israele
Il documento raccomanda
1 di non utilizzare citazioni tratte dalla Bibbia :la terra degli insediamenti “appartiene”a Israele è poco convincente perché, ufficialmente, Israele definisce il territorio come “controverso” (e non occupato ), e non è più sufficiente a giustificare lapolitica di Israele.
2 di far leva sull’ argomento della sicurezza, dalla quale anche ili generale Moshe Ya’alon ha preso le distanze, affermando che gli insediamenti non sono stati creati in modo casuale. Essi sono state posti in aree sensibili militarmente sia per creare un cuscinetto di sicurezza tra Israele ei suoi vicini arabi (Giordania?) sia per costituire un’ efficace sistema di allarme rapido (questo include anche le baby-cliniche? )Invita quindi a riportare il caso di Sderot e dei lanci di missili dopo l’evacuazione(ma la difesa non spetterebbe all’IDF?)
3 di utilizzare il termine pulizia etnica . la guida raccomanda di lamentarsi amaramente che una determinata area sarà priva di ebrei( Judenrein?) Perché Israele può ospitare anche e concedere la parità di diritti per la sua minoranza araba , mentre i i territori palestinesi devono essere senza ebrei? Purtroppo, la guida non dà una risposta a tutti coloro che hanno ascoltato o letto i pareri del Primo Ministro palestinese Salam Fayad, o di Ahmed Qureia, il capo della squadra di negoziato, che ha invitato i residenti di Ariel e Ma’aleh Adumim a rimanere nelle loro case e vivere in pace come minoranza ebraica in Palestina. Qureia ha dichiarato di aver affrontato questo tema con l’ex Segretario di Stato americano Condoleezza Rice. Peccato che il premier non abbia prestato attenzione a questa generosa offerta palestinese. Se l’avesse conosciiuta si sarebbe astenuto di parlare di pulizia etnica con il ministro degli Esteri dellaGermania, Frank Walter Steinmeier.
Molti americani non ebrei aspettano i suggerimenti contenuti nel progetto ,mentre la leadership della comunità riformista degli Stati Uniti e del Canada, più di un milione di ebrei, il mese scorso ha deciso di accettare l’appello del presidente degli Stati Uniti Barack Obama di porre fine alla costruzione degli insediamenti e di smantellare gli avamposti, esprimendo preoccupazione perchè la leadership di Israele non riesce a rispettare gli obblighi che la vincolano in questo senso Chiede che il governo intervenga con fermezza contro l’estremismo di alcune frange dei settler
A proposito di crescita naturale, sarà interessante vedere come Benjamin Netanyahu spiegherà a Obama questo progetto “Aggiornamento autostrada tra Mishor Adumim e il Buon Samaritano Inn e tra i Zeitim di interscambio e la Coca Cola di interscambio [ai piedi della collina francese a Gerusalemme Est], per un costo di 280 milioni di NIS. ” Apropos natural growth, it will be interesting to see how Benjamin Netanyahu will explain to Obama section five of the plan for road improvement, part of the Transportation Ministry’s new budget book: “Upgrading Highway 1 between Mishor Adumim and the Good Samaritan Inn and between the Zeitim Interchange a
nd the Coca Cola Interchange [at the foot of French Hill in East Jerusalem], at a cost of NIS 280 million.”
Chi può credere che Israele si rechi al tavolo delle trattative con le mani pulite visto che ha messo le zampe su un altro pezzo di terra, esattamente come è avvenuto nel passato, mentre si stava discutendo di accordi con i palestinesi Il progetto di altre 2500 unità abitative ha reso furiosa l’America
Who will believe that Israel came to the negotiation table with clean hands at a time when it is putting its paws on yet another chunk of land? Some will surely claim that it’s all linked to safety reasons and that we sometimes even allow the Palestinians to use these roads. In a previous instance, the Migron-Adam deal, it turned out that business is proceeding as usual in the settlements – and not just while there were ongoing negotiations for an arrangement with the Palestinians, but at the very height of talks with the United States over natural growth. Washington was furious. Maariv’s report of erstwhile American consent to completing the construction of 2,500 apartments in the settlements only added fuel to the fire.
How to apply PR spin to the settlement issue
2 In un articolo precedente, 13 gennaio, ho iniziato l’analisi di un documento pubblicato da Israele, per difendere lo Stato di Israele. Il testo di un centinaio di pagine, è stato inaugurato nel luglio scorso da Douglas Bloomfield, un ex funzionario dell’AIPAC, Chris McGreal nel quotidiano The Guardian (Agosto 23, 2009), scriveva
“Pro-gruppi di Israele accusano Obama di promuovere la” pulizia etnica “.
, Jennifer Mizrahi Laszlo, fondatore e presidente del Progetto Israele, ha precisato che il termine “pulizia etnica” è stato un grave errore. Ciò non toglie che il testo introduttivo riporta quanto segue:”
offriamo questa guida per i leader che sono in prima linea nella guerra dei media per Israele. Vogliamo che tu possa vincere i cuori e le menti del pubblico. Sappiamo che riuscirete nella vostra missione. Le tue parole possono contribuire a portare la pace e la sicurezza in Israele e al popolo ebraico! ”
Dobbiamo anche dire una parola circa l’autore di questo testo, Frank Luntz, un uomo legato alla destra americana commentatore della rete televisiva Fox (biografiasu Wikipedia. )Ha svolto un ruolo attivo nella campagna del presidente Bush per ridurre al minimo i rischi associati al cambiamento climatico.
Capitolo III : spiega come si deve parlare di “autogoverno” dei palestinesi, visto che la maggioranza degli americani e degli europei sostiene l’idea di due Stati che vivono fianco a fianco. Il manuale suggerisce di non andare contro questa convinzione, ma che la pace deve venire prima della definizione dei confini ”
La pace prima dei confini politici .Questo slogan evidenzia la necessità di fermare i razzi, i bombardamenti ,creare un cessate-il-fuoco, mentre sottilmente di mimetizza l’importanza della creazione di uno o due stati “. Lo slogan della pace è sempre più forte di quella della politica nelle menti delle élite.Sempre “.Inoltre, l’autore cerca di sottolineare che la lotta è “una lotta ideologica, non una lotta per la terra, una lotta contro il terrorismo, non è una lotta per il territorio. Pertanto, si dovrebbe evitare di utilizzare argomenti religiosi iper giustificare il rifiuto di abbandonare la terra. Tali affermazioni dimostrano Israele come estremista agli occhi di persone che non sono fedeli cristiani o ebrei “.
Si deve anche apparire come “pro-palestinese” (sic), perché questo è ciò che la sinistra europea o americana vuole sentire. Ma il pericolo deriva dal fatto che l’opinione pubblica americana comincia a distinguere tra l’Autorità palestinese e Hamas. “Questo è molto preoccupante perché può portare a scusare o respingere il terrorismo e la cultura propagato l’odio da parte dell’Autorità palestinese stessa . “Comunque sostenere i palestinesi è il modo più credibile per difendere Israele….”.
Israele approva 1200 nuovi alloggi:
nuovi rischi per il negoziato di pace
L’annuncio del governo di Tel Aviv a tre giorni dalla ripresa degli incontri. Gran parte delle case sorgerà a Gerusalemme Est. L’Anp non commenta, ma la decisione probabilmente creerà un nuovo fronte di tensioni. Il ministro Ariel: “Solo noi possiamo decidere se e dove
costruire case”.
GERUSALEMME – E’ una decisione che sicuramente peserà sui colloqui di pace tra Israele e Palestina, che dovrebbero riprendere tra tre giorni a Gerusalemme: il governo di Tel Aviv ha dato l’approvazione definitiva alla costruzione di circa 1200 alloggi a Gerusalemme Est e in Cisgiordania. L’Anp per il momento non ha rilasciato commenti.
Mahmoud Abbas, leader dell’Autorità nazionale palestinese, si era sempre rifiutato di riprendere i colloqui di pace senza uno stop ai nuovi insediamenti. Poi, anche in seguito alle pressione degli Stati Uniti, il via libera ai negoziati: in cambio Israele rilascerà 104 prigionieri palestinesi nei prossimi quattro mesi.
Gran parte delle nuove case, 793 per la precisione, saranno a Gerusalemme Est, mentre 394 sorgeranno in Cisgiordania, entrambe zone occupare da Israele nel 1967 che potrebbero essere un nucleo del futuro Stato Palestinese. Al momento vivono in questi territori circa 560mila israeliani. La comunità ebraica in questi territori potrebbe creare difficoltà nell’individuare i confini del nuovo Stato.
“Nessun Paese prende ordini da altri paesi su dove può costruire – ha detto in una nota il ministro degli alloggi Uri Ariel – noi continueremo a creare alloggi in tutto il paese, è la cosa giusta in questo momento, per il sionismo e per l’economia”.
→
Palestinese disarmato ucciso
da israeliani sulla Striscia di Gaza
I militari hanno aperto il fuoco lungo la linea di demarcazione temendo che il giovane fosse armato. Aperta un’inchiesta. Di nuovo tensione tra Israele e Hamas
Militari israeliani schierati lungo la linea di demarcazione con la Striscia di Gaza, l’enclave controllata dagli islamici palestinesi di Hamas, hanno aperto nelle scorse ore il fuoco contro un giovane palestinese che camminava non lontano dai reticolati uccidendolo.
Lo riferiscono fonti militari d’Israele, precisando che i soldati hanno sparato temendo un attacco, ma ammettendo che la vittima è risultata essere alla fine disarmata.
Stando alla ricostruzione israeliana, il palestinese si sarebbe avvicinato alle recinzioni tenendo in mano un oggetto che i militari non riuscivano a vedere chiaramente. E avrebbe ignorato alcuni altolà e spari di avvertimento prima di essere colpito. Sull’episodio è stata aperta comunque un’inchiesta.
L’accaduto rompe una fase di relativa quiete lungo il confine – spesso turbolento in passato – fra Israele e Striscia di Gaza. Quiete che contrasta con le fortissime tensioni che si registrano invece al di là della frontiera sud della Striscia, quella con l’inquieto Sinai egiziano.
MANLIO DI STEFANO: BALLE E GIRAVOLTE ANTI-ISRAELIANE
Articolo di ieri ripreso da rightsreporter.org
Caro sig. Manlio di Stefano, Lei è un furbacchione, in un colpo solo ha trovato il modo di far parlare di se (non avendone di altri più nobili) e allo stesso tempo di racimolare qualche voto qua e la tra il variegato e purtroppo popoloso mondo antisemita traversale, quello che non è né di destra né di sinistra ma che rappresenta il nuovo nazismo che avanza. Se non si erano ancora accorti di voi, ora sanno che esistete e vedrete che vi premieranno.
Vorrei confutare punto per punto l’assurda conferenza stampa a cui abbiamo assistito sul suo mirabolante viaggio in Israele, ma sarebbe troppo lungo e tedioso farlo, mi limiterò quindi solo a un ripasso.
Prima di tutto, Lei parla di imparzialità ma per andare in Israele si sceglie come guida una certa Luisa Morgantini . Niente da dire sulla persona, che non conosco, ma scegliere la Morgantini come “guida spirituale e imparziale” per un viaggio in Israele è come andare in Iran scegliendo l’Ayatollah Khamenei per farsi guidare. Con tutto il rispetto, la signora Morgantini è tutto fuorché imparziale. Liberissima di farlo, per carità, ognuno sceglie da che parte stare, ma per favore evitiamo di insultare le intelligenze di persone senzienti.
Detto questo caro sig. Manlio Di Stefano,che comunque è la cosa meno importante che le voglio dire, l’ho sentita parlare di territori occupati quando invece sono territori contesi, l’ho sentita parlare del muro difensivo che violerebbe i Diritti Umani, una parola di cui si riempie spesso la bocca ma che credo non ne conosca fino in fondo il significato dato che non credo che lei lascerebbe la porta del suo appartamento aperta a disposizione di chiunque voglia entrare in casa sua e delinquere. Lo sentita persino parlare di violazione degli accordi di Oslo da parte israeliana, cosa che mi fa ritenere che lei gli accordi di Oslo non li abbia mai nemmeno letti altrimenti prima di dire una eresia del genere ci avrebbe pensato bene e, soprattutto, si sarebbe informato con molta attenzione su chi e come ha violato gli accordi di Oslo. Ho sentito dire che avete incontrato una associazione formata da “ex militari pentiti”, si caro Manlio Di Stefano, Lei ha usato proprio la parola “pentiti” per descrive un gruppo di persone che con l’IDF ha ben poco a che spartire se non l’aver fatto per qualche giorno il servizio militare (obbligatorio) prima di ottenere l’esenzione allo stesso per obiezione di coscienza o per altro (ci sono anche queste persone vigliacche in Israele come in ogni Paese democratico). L’ho sentita parlare di checkpoint che violerebbero i Diritti Umani (ancora questa parola a lei incomprensibile) ma non l’ho sentita parlare dei motivi per cui quei checkpoint (e pure il muro difensivo) sono li, non l’ho sentita dire che prima dei checkpoint (e del muro) ogni giorno in Israele saltava in aria un autobus e dopo la loro istituzione invece non è successo più niente. E qui torniamo al discorso della porta di casa sua e le chiedo ancora se lei la lascerebbe aperta ben sapendo che qualche delinquente entrerà e farà quello che vuole di lei e della sua famiglia. Non l’ho sentita nemmeno dire che quei checkpoint erano parte proprio degli accordi di Oslo (zona B e zona C all’inizio e ora solo nella zona C) a dimostrazione che Lei probabilmente pensa che a Oslo avevano bevuto qualche birra e firmato qua e la qualche foglio (mi chiedo seriamente se Lei comprende quello che sto dicendo e se non stia perdendo il mio tempo).
Ma non voglio infierire consapevole anche che, come detto prima, sono più che convinta di buttare via tempo. Quello che invece, caro sig. Manlio Di Stefano, Le voglio dire con tutto il cuore è che Lei non incanta nessuno. In tre giorni Lei e i suoi colleghi non avete fatto altro che ripetere i soliti stereotipi antisionisti che siamo costretti a sorbire da decine e decine di anni e che potete trovare ovunque in rete. Niente di nuovo. Volete parlare veramente di Diritti Umani? Bene, facciamolo. Andiamo a vedere come gli arabi violano i Diritti dei bambini crescendoli nella cultura dell’odio. Andiamo a fare un viaggetto verso Sderot o verso Ashkelon per vedere come sono costretti a vivere i bambini israeliani sotto il fuoco dei vostri amici arabi. Parliamo di come una intera nazione sia costretta da oltre 60 anni a difendersi dagli attacchi militari per poter sopravvivere. Parliamo di questo prima di parlare delle conseguenze delle decisioni arabe, del muro difensivo, dei checkpoint e di tutte le misure di sicurezza di cui Lei si è lamentato che altro non sono che la conseguenza proprio delle decisioni arabe.
E siccome Lei nella sua conferenza stampa ha fatto tanti riferimenti ad accordi internazionali (ha scomodato persino la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani) le faccio notare che in questo lungo scritto non ho mai nominato la parola “Palestina”. Non l’ho fatto con cattiveria, semplicemente non la volevo confondere. Vede, la Palestina al momento è una cosa astratta, non esiste. E non sono io a dirlo, ma proprio quei trattati internazionali che le piace tanto citare. Probabilmente è per questo che quando è arrivato in Israele ha visto solo scritte israeliane, ha sentito parlare in ebraico e quando è andato a Gerusalemme credendo di essere in “Palestina” l’hanno corretta facendole notare che si trovava nella capitale di Israele. Non se la prenda sig. Manlio Di Stefano, succede a tutti quelli che come lei dicono di essere imparziali ma poi si dimostrano profondamente antisionisti, che poi come diceva un certo Martin Luter King (non so se lo conosce) «L’ANTISEMITA DEVE COSTANTEMENTE INVENTARE NUOVE FORME E NUOVE SEDI PER IL SUO VELENO. Deve camuffarsi. E allora non dice più di odiare gli Ebrei, ma solo di “essere anti-Sionista”».
Miriam Bolaffi
Caro Shalom
grazie dell’ esempio della strategiaparafascista filo israeliana che produce i radolfi del post Nr. 48….che non e’ un “quarantotto”…
ma qualcosa di sensato…credo…ma tra l’ altro come sai quelle cose le ho scritte anch’ io centinaia di volte in questo blog….
ricambio la cortesia con un post…che oramai fa il giro di internet in tutte le lingue….:da parecchi mesi…:
“Era stata la settimana più calda dell’anno. Tutto ciò che Fadel Jaber voleva era solo un po’ di acqua per la sua famiglia. Ma Fadel vive nella Cisgiordania occupata, dove il governo israeliano ha deviato le tubature dell’acqua in modo da rifornire le piscine degli insediamenti ebraici e lasciare senz’acqua le case palestinesi. Quando le autorità israeliane hanno portato via con la forza Fadel per essere andato a prendere l’acqua, ovunque si poteva sentire il pianto di suo figlio Khaled di cinque anni che urlava disperato “baba, baba!” mentre portavano via suo papà. Questa è la quotidianità per i palestinesi che sotto il terribile controllo dell’esercito vivono senza i più basilari diritti umani e si sono visti sottrarre la terra e l’acqua in favore dei coloni.”
=
Bello no?
Rodolfo
Ma come sai caro Shalom….io qui per contrastarvi o contrastarti.. sono pagato … dunque devo fare il mio mestiere… quello che si legge sul post Nr. 49…fa parte di un articolo di Ugo Volli su Informazione Corretta…
anche su arruotalibera sono apparsi e appaiono certi post…come ultimamente quello del povero bambino …vergogna …
dunque questo e’ un copia e incolla….un po’ insolito…
tra l’ altro i copi incolla non mi vanno…ma questa volta e’ una delle poche eccezioni. Leggi e divertiti…
=
=
In genere a queste bugie è bene non rispondere, perché i loro produttori, tanto quelli in Medio Oriente quanto quelli da noi, sono così evidentemente in malafede che si perde tempo a farlo con loro. Diverso è il caso per quelli che rischiano di comprare il prodotto in buona fede, per ideologia, o magari solo per ingenuità. Vale la pena di parlare e di chiarire le cose solo con persone oneste, e in genere, lo ripeto, i propagandisti filoarabi nei giornali e su Internet non lo sono, neanche quando indossano la divisa dei fascisti, dei comunisti, dei cattolici di base, dei grillini (e magari sono tutto questo assieme, un’orrida mistura di vomito rosso, nero, verde, che nasce da un comune fondo di risentimento reazionario contro la modernità). Ma qualche volta vale la pena di citarli, per esempio quando raccontano di avvoltoi, pescecani e altri animali arruolati dal Mossad per spiare qua e là.
Ho deciso di citarvi un po’ e di rispondere quanto basta a una menzogna di questo genere che mi è stata riportata da due o tre miei corrispondenti, che ringrazio. Ecco il testo:
Era stata la settimana più calda dell’anno. Tutto ciò che Fadel Jaber voleva era solo un po’ di acqua per la sua famiglia. Ma Fadel vive nella Cisgiordania occupata, dove il governo israeliano ha deviato le tubature dell’acqua in modo da rifornire le piscine degli insediamenti ebraici e lasciare senz’acqua le case palestinesi. Quando le autorità israeliane hanno portato via con la forza Fadel per essere andato a prendere l’acqua, ovunque si poteva sentire il pianto di suo figlio Khaled di cinque anni che urlava disperato “baba, baba!” mentre portavano via suo papà. Questa è la quotidianità per i palestinesi che sotto il terribile controllo dell’esercito vivono senza i più basilari diritti umani e si sono visti sottrarre la terra e l’acqua in favore dei coloni.”
Terribile, no? Che cattivi questi israeliani, che impediscono ai poveri palestinesi di avere “un po’ d’acqua per la sua famiglia”, soprattutto di “andarla a prendere”, ci immaginiamo da un pozzo antico! Assetatori del popolo! E di più, come al solito, cattivi che fanno piangere i bambini, se proprio non lo ammazzano. Se fate un po’ di ricerca su internet, trovate questo testo in tutte le lingue: un successo straordinario per la demonizzazione di Israele. E anche un pezzo di ottima scrittura pubblicitaria, ben concepito come un romanzo d’appendice, con l’esordio descrittivo (“Era stata la settimana più calda dell’anno” – ne siamo poi sicuri? Non sarebbe stato più onesto, più verificabile, meno manipolatorio, mettere una data e un luogo?) e un finale strappalacrime (“ovunque” – proprio ovunque, anche qui a casa mia – “si poteva il pianto di suo figlio Khaled di cinque anni, urlava disperato “baba, baba”) Come si sottolinea nella frase successiva “terribile”, “contro i più basilari diritti umani” eccetera.
Peccato che le cose non siano andate affatto come racconta il sito. Scrive Haaretz, che non è certo favorevole ai “coloni” in Giudea e Samaria e attacca quando può polizie ed esercito Israeliano: “Il cognato di Fadel Jaber ha detto di aver visto la polizia subito al mattino, che gli notificava che avrebbe smontato il sistema di irrigazione [abusivo] delle sue coltivazioni. «Ho detto alla mia famiglia di stare in casa, e poi [la polizia] è entrata in casa mia e attaccato i miei figli e il resto della famiglia. Mio cognato ha cercato di proteggere mio figlio di sedici anni. Ha chiesto loro: ‘che cosa volete da lui?’ e lo hanno arrestato»”(http://www.haaretz.com/news/national/video-palestinian-boy-upset-by-father-s-arrest-garners-international-media-attention-1.306155 )
Questa è la testimonianza del cognato del povero assetato. Non si trattava affatto dunque di uscire a prendere dell’acqua per la famiglia, di sete, di caldo o di altri particolari folkloristici del genere; ma di un sistema di irrigazione abusivo che rubava l’acqua da una tubazione pubblica; nessuno parla qui di coloni o altro, ma solo di un furto d’acqua, come ne succedono tanti anche nel nostro Mezzogiorno (e anche da noi la polizia interviene). Di più il buon Fadel non è stato arrestato per questo, ma per – diciamo così – un diverbio che è avvenuto in seguito alla notifica del distacco del suo sistema abusivo.
La cosa è perfettamente chiarita nel comunicato della polizia, anch’esso riportato da Haaretz: “Nel corso delle attività di controllo contro i ladri d’acqua nel sud dei Colli di Hebron, la polizia è stata attaccata con pietre e due persone sono state arrestate per disturbo della quiete pubblica e violenza contro le forze dell’ordine.” Il comunicato continua affermando “che la famiglia ha scelto di fare uso cinico di un bambino di 5 anni” che “è stato ben istruito e diretto”.
“La famiglia, invece di agire responsabilmente verso un bambino e allontanarlo dalla situazione, ha scelto di fare buona propaganda contro Israele, il cui unico scopo è quello di presentarci in una luce negativa in tutto il mondo. Come si vede nelle immagini, e al fine di eliminare ogni dubbio, le autorità in loco agito legalmente contro il fenomeno inaccettabile di furto d’acqua.” Insomma, non solo non c’era un povero padre che cercava l’acqua per la sua famiglia assetata, ma un furto d’acqua di dimensioni almeno artigianali; ma quando la polizia è intervenuta legalmente si è messo di mezzo un bambino ed è saltata fuori una telecamera per riprendere la scena: non esattamente uno strumento comune nelle case di poveri assetati che non hanno modo di soddisfare i loro bisogni più elementari.
Sul piano più generale va detto che c’è una parte dedicata all’acqua negli accordi di Oslo, che Israele fornisce all’Autorità Palestinese (e anche alla Giordania) tutta l’acqua concordata e parecchia di più, che l’acqua in genere non viene dal sottosuolo di Giudea e Samaria, ormai molto impoverito dai pozzi abusivi di famiglie arabe come i Jaber e soprattutto inquinato dai loro scarichi senza controllo, ma dal Lago di Tiberiade, che è ben lontano dalla linea verde e ormai soprattutto dalla desalinizzazione dell’acqua di mare, per cui Israele è leader mondiale. Israele ha offerto negli anni scorsi all’Anp di costruire un impianto di desalinizzazione suo in territorio israeliano, sulla costa di Hedera, ma l’Anp ha rifiutato. Dagli anni Cinquanta un grandioso sistema di irrigazione attraversa tutto il paese e permette anche al Negev di ricevere l’acqua del Nord. Va aggiunto che le statistiche mostrano che c’è stata una grande espansione del consumo d’acqua in Giudea e Samaria (e anche specificamente nei territori amministrati dall’Anp) dal ’67 a oggi. Chiunque abbia fatto anche solo un giretto per questi territori non può non essere stato colpito dal fatto che vi siano campi fiorenti e ben irrigati e anche delle belle ville (arabe) con piscine. L’altro fatto è che i cittadini dell’Anp non sono molto abituati a pagare le utenze: c’è stato una vertenza molto violenta nei mesi scorsi (naturalmente non riportata dai giornali occidentali), quando l’ex primo ministro Fayyad ha cercato di far pagare le bollette elettriche ai suoi amministrati (e non c’è riuscito, sicché metà dei palestinesi ha l’elettricità a sbafo e l’Anp cerca di non pagare Israele che gliela fornisce)
e lo stesso accade con l’acqua. Quando invece di pagamenti ritardati o abbonati ci sono degli allacciamenti abusivi, interviene la polizia israeliana per difendere la legalità e questo è il pretesto della confezione grezza della bugia che vi ho
commentando.