Chi ha votato in massa Grillo. Ambrosoli troppo disinvolto e pieno di sé.
Ma Beppe Grillo dove ha “rubato” i voti? Premesso che non ha rubato voti a nessuno, per il semplice motivo che il voto è libero e nessuno, neppure Grillo, ha costretto qualcuno a votare in un modo o in un altro, provo a spiegare perché ha portato via voti, e non pochi, sia alla destra che alla cosiddetta sinistra e a quale destra e a quale cosiddetta sinistra.
Alla destra ha portato via voti della politica spettacolo inventata dallo stesso Berlusconi, politica spettacolo che Grillo ha capovolto in spettacolo politica. Il Cavaliere e il suo partito, a prescindere dal nome, hanno saputo lucrare dalla degradazione della politica in spettacolo condotta anche a grandi manciate di “circenses” elargite dalle tv private e dal sostituzione dela figura del leader politico con quella del personaggio di successo comunque accattivante. Politica strada facendo adottata anche da Veltroni nei vari partiti dei quali ha fatto parte infilandoci ogni volta fosse possibile vedove, orfani, familiari di eroi civili che come unico merito hanno quello di essere congiunti di vittime della criminalità organizzata o del terrorismo. L’ultimo acquisto di questo tipo a sinistra è l’avvocato Umberto Ambrosoli, che però, esattamente come Grillo, ha capovolto le procedure: anziché dire lui sì all’offerta del PD ha fatto in modo che fosse il PD a dover dire sì a lui, ma la sostanza non cambia. Politicamente Umberto Ambrosoli, candidato trombato a guidare la Regione Lombardia, non ha storia. Non si può considerare attività politica neppure il suo far parte del comitato antimafia milanese voluto dal sindaco Pisapia e presieduto da Nando Dalla Chiesa, comitato che oltre a dar lustro ai suoi componenti non è ben chiaro a cosa serva in pratica.
Ormai non fa più molta presa la politica spettacolo portata avanti per anni da Berlusconi, sapientemene condita con il calcio, l’ostentazione del lusso, la saga di famiglia, gossip ghiotti, l’incenso dei giornali posseduti più o meno direttamente e dei programmi televisivi di amici ben retribuiti, il mito del tombeur des femmes, e annessi e connessi. La politica spettacolo berluscona resiste, ma ha perso molti colpi. Lo spettacolo infatti si è rivelato per quello che era: un altro circo animato da nani e ballerine con l’aggiunta di non pochi avvocati e dosi massicce di escort e olgettine oltre che di ricche poltrone istituzionali alle più volenterose. Un circo che ha continuato a godersi la vita anche quando il Belpaese cominciava ad andare di male in peggio e ad avere la vita agra.
L’idea geniale di Grillo è stata la scelta dell’itinerario inverso: cominciare dallo spettacolo e convertirlo in politica. Spettacolo, si badi bene, messo in scena di persona piazza per piazza anziché nei salotti e pollai televisivi e neppure in regge private con gossip patinati. Spettacolo quindi a diretto contatto del “popolo” e della “gente”, che attirata dalla novità e dalle indubbie capacità affabulatorie di Grillo ha infatti riempito le piazze con le sue esibizioni comizio sempre vuote invece quando si presentava a parlare un qualche altro candidato anche se politico più o meno famoso con curriculum alle spalle. Grillo ha evitato anche l’errore di Dario Fo, che quando ha tentato di diventare sindaco di Milano anziché dare spettacolo piazza per piazza meneghina da quel grande maestro e istrione geniale che è si è piegato alla logica classica, qualle dei “dibbattiti” televisivi e dei comizi nei luoghi deputati. Avesse fatto come Grillo, probabilmente Fo sarebbe diventato sindaco di Milano e lo sarebbe ancora oggi. Grillo ora lo candida al Quirinale, ma credo sia più che altro un gesto di stima e cortesia.
I voti che invece Grillo “ha rubato a sinistra” sono quelli del web, cioè del “popolo della Rete”, come si autodefiniscono spesso coloro che animano i social network come fossero comitati di base di una volta o i centri sociali di oggi e tentano di usare politicamente e organizzativamente Internet, soprattutto Facebook, senza riuscirci davvero. Grillo è riuscito laddove hanno fatto cilecca i vari Popolo Viola che, in concorrenza tra loro, hanno tentato di diventare il partito di massa della Rete promuovendo proprie pagine su Facebook con annessa collezione di amici virtuali e organizzando anche qualche manifestazione di piazza dove ritrovarsi fisicamente. Ultima loro trovata i flash mob. Un mondo, quello della Rete, composto soprattutto di giovani, una sorta di edizione aggiornata di quelle che una volta erano le federazioni giovanili dei partiti. Un mondo, quello della Rete, che si affianca a quello composto invece da non giovani svegliatosi dal lungo sonno della ragione, cioè dalla politica spettacolo del Ventennio berluscone. Ecco, credo che quuesti due mondi, tra loro molto diversi, siano diventati il bottino elettorale di Grillo.
Il suo Movimento 5 Stelle, si badi bene, non ha una struttura, non ha sedi, non ha né direzione nazionale né comitato centrale né segreteria generale o nazionale. Il battaglione di parlamentari catapultati alla camera e al senato si troveranno di fronte al doversi inventare tutto giorno per giorno. Grillo e i suoi continuano a ripetere che non faranno alleanze con nessuno e decideranno legge per legge, riforma per riforma, insomma per ogni singolo provevdimento, uno alla volta. Ma questo significherebbe non poter avere una maggioranza e quindi un governo, che infatti per poter cominciare a esistere ha bisogno di una maggioranza che gli voti la fiducia.
Il 25 mattina, quando pareva che il centro sinistra avrebbe vinto le elezioni, la Borsa segnata +4% e il famoso spread smagriva a vista d’occhio, poi però è andata ben diversamente. Segno che per ridare fiducia a tutti e rilanciare l’Italia quello che ci voleva era un buon governo di centrosinistra. E che per aumentare invece la sfiducia quelo che ci voleva era proprio quello che abbiamo fatto con il voto.
Da oggi dovremo camminare – a piedi sempre più scalzi – sulla lama di un coltello affilato, e temo non per poco tempo. Anche se i partiti volessero tornare alle elezioni per evitare l’impossibilità di un governo stabile è impossibile sciogliere le camere: l’attuale presidente della Repubblica ormai non lo può più fare. Dovrebbe dimettersi di corsa e lasciare il passo al successore. La vedo dura che il nuovo parlamento possa votare velocemente un nome all’altezza della situazione. Forse esagerano i giornali esteri quando scrivono che possiamo affondare l’euro e la Comunità europea. Quel che mi pare comunque certo è che soprattutto all’estero, ma anche in Italia, ci siano forze e interessi economici e finanziari decisi a trarre il massimo profitto – per loro – dalla nostra debolezza e dal nostro disordine troppo prolungato.
Mi viene in mente la foto di quel disgraziato bimbo africano ridotto al lumicino con un avvoltoio in paziente attesa… Dobbiamo avere coraggio, forza ed essere ottimisti. Di solito è proprio nei momenti più terribili che ce la siamo cavata. Evitare il crollo dell’Italia, che finisca “come Venezia a fine del Medioevo” ed evitare che “Roma brucerà comunque” è interesse di tutti, berlusconiani e grillini compresi. Certo non solo della sinistra che ha sempre il vizio di pensare che “gli altri” siano sempre dei barbari, così come la destra ha sempre il vizio di pensare che “gli altri” siano antitaliani.
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L’avvocato Umberto Ambrosoli inon sarà dunque il prossimo governatore della Lombardia. Poco dopo la comparsa all’orizzonte della sua candidatura gli ho inviato, già il 16 novembre, una serie di domande per un’intervista per Blitz tramite Maurizio Trezzi, che dopo avermi confermato di essere lui il tramite con la stampa mi ha risposto al volo dicendomi che non sapeva se il candidato avrebbe potuto rispondermi in giornata.
Deve essere stato travolto dagli impegni anche il suo addetto stampa Trezzi visto che in tre mesi non ha mai trovato il tempo neppure di rispondere alle mie mail con le quali gli ricordavo dell’intervista. Non solo mancanza di tempo, ma direi anche di non sufficiente buona educazione: ipnotizzato da sondaggi e comparsate in tv, anche Ambrosoli e/o Trezzi devono avere pensato di potersene fregare di blog e giornali online: menefreghista o supponente? Comunque troppo disinvolto. Come per il figlio del generale dei carabinieri Carlo Alberto Dalla Chiesa, il milanese Nando, non basta essere figli di un eroe civile per non essere delle mezze cartucce o bravi nel flop. Le elezioni sono ormai passate, non mi resta che pubblicare le domande dell’intervista, sperando che essendo stato trombato avrà il tempo per rispondere, anche se ormai solo per testimonianza ai posteri di ciò che avrebbe potuto essere, ma non è stato. Oppure, chissà, risponderà se sarà nuovamente candidato al prossimo giro. Si spera un po’ meno gasato e ingroianamente pieno di sé.
Figlio dell’avvocato Giorgio Ambrosoli, ucciso nel 1979 da un killer agli ordini del banchiere mafioso siciliano Michele Sindona, sulle cui imprese Ambrosoli stava indagando come commissario liquidatore della Banca Privata Italiana, anche l’avvocato Umberto è un tecnico: fa parte di due organismi di vigilanza, uno in RCS e l’altro in Kairos partners SGR, è amministratore indipendente nel consiglio di amministrazione di RCS, e la Banca d’Italia lo ha nominato in tre comitati di sorveglianza di altrettanti istituti e società lombarde.
Queste le domande che gli ho inviato il 16 novembre scorso:
- perché ha tentennato prima di accettare l’offerta di candidarla come governatore della Lombardia?
- L’offerta l’ha accettata in pieno, senza riserve, o a determinate condizioni? Quali?
- Quali sono le sue proposte e il suo programma di governo della Lombardia nel caso venisse eletto?
- La Lombardia è in crisi come il resto dell’Italia, di più o meno? Quali sono i suoi punti di crisi?
- Crisi a parte, cosa e come va cambiato in Lombardia?
- Non le pare che la sanità lombarda sia diventata per Liberazione e Comunione un po’ come Fininvest per Silvio Berlsuconi?
- Cosa ne pensa dei vari scandali e delle varie inchieste giudiziarie su uomini del giro del governatore Roberto Formigoni?
- E’ da anni che la sinistra candida familiari di vittime del terrorismo o della criminalità organizzata. Le sembra che chi tra questi familiari è stato eletto – da Nando Dalla Chiesa a tutti gli altri – abbia poi fatto qualcosa di utile nelle istituzioni delle quali ha fatto parte?
- E’ dal 1985 che è nata, proprio in Lombardia, a Milano, l’associazione Società Civile con l’ambizione di poter esprimere un ceto politico migliore di quello esistente. Siamo nel 2012 e abbiamo un governo “di tecnici”, cioè in definitiva di membri della società civile estrani ai partiti. In questi 17 anni cosa hanno prodotto i politici emersi non dai partiti ma dalla società civile di meglio rispetto il ceto politico esistente? Non le sembra che il ceto politico sia lo specchio fedele della società civile italiana e viceversa?
- Cosa pensa di Beppe Grillo e del successo del suo movimento, espressione della società civile e non dei partiti?
- Come ha vissuto l’uccisione di suo padre e ciò che ne è seguito?
- Ritiene utile il sacrificio di suo padre in questo Paese che presenta sempre gli stessi vizi?
Caro cc che scrivi…”COME GIUDICARE UNA NOTIZIA DEL GENERE….???
mi hai incuriosito…sapevo che c’ era qualcosa che non quadrava….l’apartheit in Israele non esiste ed e’ inutile ricordarti che li vivono il 12% circa di palestinesi che hanno i loro rappresentanti alla knesset…e lavorano nei campi piu’ disparati…dagli ospedali agli uffici pubblici….
ti mando un link che io spero tu legga attentamente…anche se e’ solo di “informazione corretta” a volte aiuta.
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=115&sez=120&id=48315
Rodolfo
Cara Sylvi….come a cc ….anche a me manchi…
spero di leggerti presto.
Saluti
Rodolfo
Ti ho spedito una mail….che e’ ritornata indietro….
ti ho telefonato ma non riesco a rintracciarti….so che leggi il blog per cui …buon compleanno e in gamba.
Papa’
Caro Rodolfo,
prendo atto, ma io Ti faccio notare, che io non ho accusato Israele di Apartheid, poiché al punto in cui sono arrivato, non so più nemmeno bene,cosa sia L’Apartheid!
Troppo giovane per aver vissuto “le leggi razziali ” del fascismo,anche se, leggendo Rosetta Loy ,qualche idea me la sono fatta…..e troppo vecchio per averlo vissuto in Italia, appartenendo , io me, me medesimo,a pura “razza ariana” del Nord,fino alla settima generazione,di razza Piemontese Bovina bianca(carni eccellenti)…
Mi dichiaro quindi,completamente “incompetente ” in materia…,in sostanza, mi affido ai commenti altrui !
L’unica cosa che so e che, fin’ora, ho sempre “mangiato con la mia bocca…,con i soldi guadagnati dal mio lavoro, secondo contratto nazionale dei Post-telegrafonici…e poi la pensione..!!
Magari posso essere discriminato, perché non Veneto o Furlan…,ma non me sono mai accorto…eh,eh,eh!!
Capisco che ci sono dei problemi,…per cui credo che non credendo Io ,a quello che Si dice di Gesù Cristo,dovrebbero essere quelli che ne propugnano la fede, l’etica e la morale, ad avere l’ultima parola in merito a : “cosa sia o non sia l’Apartheid”..
Io, mi ritraggo ,da buon pragmatico..!!e lascio correre gli eventi..,potrei forse fare qualche cosa di diverso?…per poi essere accusato di voler mettere le Mutande al Mondo ?
Giove me ne scampi e Liberi !
cc
Comunque , non hai espresso un parere…, ma semmai uno”stato di necessità” contingente,…in fondo, da questo punto di vista..,ognuno aveva le sue ragioni..,oggi come ieri, per giustificare..!!
…
x TUTTI
E’ IN RETE IL NUOVO ARGOMENTO.
BUONA LETTURA.
pino nicotri