Samarcanda. E non solo….

La prima cosa che colpisce arrivando in Uzbekistan, Paese musulmano ma repubblica laica, è che le donne non portano il velo. E hanno gli stessi diritti degli uomini. Pensandoci bene, non lo portano in nessun Paese musulmano dell’ex Unione Sovietica, mentre lo portano invece in tutti i Paesi islamici che hanno patito la colonizzazione europea. Nei Paesi musulmani dell’ex Unione Sovietica il fondamentalismo non attecchisce, tanto meno le sue  diramazioni eversivo terroristiche,, e se fa capolino viene combattuto rapidamente, senza se e senza ma, come è avvenuto proprio in Uzbekistan. Tutto ciò è l’ennesima prova che a spingere i musulmani verso un’interpretazione restrittiva, e a volte fanatica, della loro religione è solo la reazione al violento dominio subìto sotto il tallone europeo e quindi cristiano. Una reazione rinfocolata dalle troppe umiliazioni inflitte ancora oggi dall’Occidente neocolonialista, Stati Uniti in testa, che spinge scientemente quei Paesi verso il fanatismo religioso per poter meglio mobilitare le proprie opinioni pubbliche a favore del duro confronto col mondo islamico. Confronto che rischia di diventare scontro: “scontro di civiltà”, anche se a ben vedere lo vogliono le reciproche inciviltà…

La repubblica uzbeka è tanto laica da avere affittato agli Usa una grande base militare con annesso aeroporto dal quale partivano gli aerei per andare a bombardare il confinante Afganistan, musulmano anch’esso ma assai più retrivo. Poi però la repubblica uzbeka gli americani li ha sfrattati, forse percheé ha capito la reale strategia degli Usa: il solito vecchio “divide et impera” applicato all’Asia centrale. Uno sfratto che è un lusso reso possibile dal  fatto che l’Uzbekistan è talmente ricco di gas, avviato anche in Europa via Russia, da non avere bisogno di entrate straordinarie che alla lunga creano più problemi di quanti ne risolvano.

L’Uzbekistan, dunque. E dove si trova? Ma è civile come noi o è fermo al Medioevo? Me lo hanno chiesto in molti la prima volta che ci sono stato, nel maggio 2010, e ora al ritorno dal mio secondo viaggio. L’Uzbekistan si trova a nord dell’Afganistan e dell’India, a occidente della Cina, a sud della Russia, a est dell’Iran. Nel crogiuolo di una infinità di etnie dell’Asia Centrale, oltre 160 nel solo Uzbekistan, è stato Stalin a ordinare a un gruppo di storici sovietici di stabilire quanti Stati creare e da quali etnie avrebbero dovuto ricevere il nome. Le genti che usavano definirsi solo col nome e la cultura delle città di nascita e che vivevano nelle città  oggi dell’Uzbekistan vennero così chiamati in blocco uzbeki.  Idem per il Tagikistan con i tagiki, il Kazakistan con i kazaki e le altre repubbliche  oggi ex sovietiche con altre etnie dell’Asia Centrale.

Questa volta ero indeciso se tornarci per rivedere soprattutto Samarcanda o tornare in Iran per rivedere soprattutto  Isfahan, luogo di incantevole bellezza con la piazza principale semplicemente clamorosa.  Ho deciso per la prima meta, perché le due persone che mi hanno accompagnato temevano che l’Iran venisse bombardato da Israele proprio durante la nostra visita.

Da un bel pezzo non faccio viaggi “turistici”, quanto invece viaggi per vedere il mondo e cercare di capire. Cosa? Non lo so, di preciso. Ma più vedo “gli altri”, più capisco di “noi” e quindi almeno in parte di me stesso. In particolare, capisco quante balle, silenzi e omissioni ci propinano non solo le propagande, ma anche i libri di Storia. Le città dell’attuale Uzbekistan erano il crocevia della Via della Seta e della Via delle Spezie, che nel corso di oltre 20 secoli hanno alimentato l’Europa non solo di odori, sapori e di merci di lusso, ma anche di sapere scientifico e pratico veicolato da mercanti, viaggiatori, conquistatori, conquistati, libri e traduzioni. Ancora ai nostri giorni l’ex Segretario di Stato Usa Henry Kissinger ha detto chiaro e tondo che chi controlla l’Asia Centrale si assicura un vantaggio enorme perché oltre a essere ricca di minerali e altre risorse è la culla del nostro sapere scientifico. Non è certo un caso se gli Usa con la scusa della “guerra al terrorismo” hanno trasformato la tragedia delle Twin Towers in occasione per piazzare basi militari proprio in Asia Centrale. Due piccioni con una fava, dove il secondo piccione consiste nell’avere basi militari a ridosso dei colossi Russia e soprattutto Cina. Che col suo impetuoso sviluppo economico e con la sua potenza militare non più trascurabile rende attuale, mutatis  mutandis, il titolo del vecchio film “La Cina è vicina”.

Scesi dall’aereo a Urgench, sul pulmino che ci porta a Khiva la guida Baodir,, un giovane uzbeko che parla benissimo l’italiano, il francese e l’inglese, ci spiega che “questa è la terra una volta chiamata Sogdiana”. E così mi viene subito in mente Alessandro Magno, che passò di qui, volle far sposare – pare a Samarcanda – i suoi ufficiali con donne locali nel tentativo di fondere la civiltà greca con quella orientale, e infine proseguì per l’India. “La Sogdiana è stata poi chiamata anche Khorezm o Corasmia”, spiega Boadir. A sentire nominare Khorezm mi si rizzano subito le orecchie. Sto per chiedere dove è nato esattamente il matematico Al Khwarizmi, vissuto più o meno tra il 780 e l’840, al cui nome, dovuto all’essere nato proprio a Khorezm,  dobbiamo il vocabolo “algoritmo” e alla cui persona dobbiamo l’algebra e molto altro ancora. Per molti versi gli dobbiamo anche la conoscenza dei numeri “arabi”, in realtà indiani, che usiamo ancora oggi e senza i quali non avremmo potuto avere il progresso scientifico e industriale fonte del nostro progresso e benessere. Con i numeri romani e senza il numero zero infatti l’algebra, le equazioni e quant’altro non sarebbero mai stati possibili. Non faccio però in tempo a porre la domanda che Baodir  mi precede: “La città dove stiamo andando e passerete la prima notte si chiama Khiva, è c’è nato il matematico Al Kuvarizmi, al quale dobbiamo sia l’algebra che il termine algoritmo….”. Sono sorpreso.

E sono ancora più sorpreso quando arriviamo a Khiva: oltre a essere una piccola città rimasta intatta com’era nell’antichità, comprese le  mura ricoperte di fango esiccato dalle curiose protuberanze tronco coniche, Khiva vicino l’ingresso della sua porta principale ha un bel monumento in bronzo che ritrae proprio Al Khwarizmi, parole che significano “Il Corasmiano” essendo nato nella Corasmia. Il suo nome intero è Abu Ja’ far Muhammad ibn Musa Al-Khwarizmi e visse a Bagdad alla corte del califfo Al-Mamun, che per fortuna dell’umanità intera lo nominò responsabile della biblioteca, degna di quella di Alessandria distrutta dai fanatici aizzati dal vescovo Cirillo, lo stesso che fece assassinare Ipazia, la donne che aveva osato diventare grane matematica.  Al Khwarizmi è il padre, in quanto suo sistematizzatore e divulgatore, dell’algebra (già nota per certi versi a Diofanto, ma poi dimenticata), parola che deriva dal titolo del suo libro “Al-Kitāb al-mukhtaṣar fī ḥisāb al-gabr wa-al-muqābala”, vale a dire Compendio sul calcolo per ricomposizione e bilanciamento. Da notare che “algebra” deriva dalla parola araba “algiabarat”, che significa “ricomposizione” di cosa rotta. Nell’interno della Spagna, dominata per otto secoli dagli arabi, fino a non molto tempo fa il barbiere indicava la sua bottega con la scritta “algebrista y sangrador” perché quando era anche cerusico, vale a dire chirurgo, ricomponeva per l’appunto le fratture delle ossa dei clienti e si occupava di “sangre”, cioè di sangue, praticando salassi. Anche nell’Italia del XVI secolo la parola “algebra” indicava l’arte di aggiustare le ossa. Nelle equazioni algebriche la “ricomposizione” avviene riducendo da una parte l’incognita e dall’altra le quantità note. Le prime traduzioni del libro di al-Khwarizmi sono state quelle di Roberto di Chester a Segovia, nel 1145, e quella di Gerardo da Cremona, entrambe con il titolo Liber algebrae et almucabala, vale a dire Libro della ricomposizione e bilanciamento: infatti “algebra” significa “ricomposizione” e “almuqabala” significa “bilanciamento” o “semplificazione” e indica il portare le quantità della stessa incognita nello stesso membro di una equazione.

Per essere più precisi, i numeri “arabi” che usiamo da qualche secolo nella vita quotidiana e nelle attività scientifiche sono in realtà nati in India. Scoperti e divulgati dal matematico nato a Khiva e dal matematico arabo Al Kindi, che sui numeri indiani scrisse ben quattro libri (Kitāb fī istiʿmāl al-ʿadad al-hindī, cioè “Sull’utilizzo dei numeri indiani”), sono arrivati in Italia e in Europa portati dal pisano Fibonacci, che ne aveva imparato l’uso in Algeria. Grazie ai due matematici orientali, dall’India arriva anche il simbolo e il concetto rivoluzionario di numero zero, inesistente nella precedente numerazione romana e non meno importante degli altri numeri.

Al matematico uzbeko dobbiamo anche una raccolta di tavole astronomiche di grande importanza, che documentano cinque secoli di osservazioni dei corpi celesti. Se vi aggiungiamo le osservazioni astronomiche di oltre mille stelle condotte a Samarcanda per anni da Ulug Beg (Beg significa  Re), nipote del famoso Tamerlano, e magari anche quelle di Tolomeo salvate dagli arabi, allora capiamo meglio perché e come è nata la moderna astronomia europea.

Come si vede già dalla storia di Khiva, non stiamo parlando di cose esotiche, turistiche o d’importanza relativa: stiamo parlando di innovazioni senza le quali nell’intero Occidente NON sarebbe stato possibile l’immenso progresso scientifico, tecnologico e quindi anche sociale, del quale tuttora godiamo. Prima dell’arrivo dei numeri “arabi” era ancora in uso fin dai tempi dei romani l’abaco, una sorte di pallottoliere con palline di pietra: dal fatto che pietra in latino si dice “calculus” deriva la parola “calcolo”, e i calcoli renali si chiamano così perché appunto di piccole pietre si tratta. Con l’abaco NON sarebbe stato possibile nessuno dei calcoli che da secoli hanno reso più avanzata, ricca e moderna l’Europa e al suo seguito l’intero Occidente.

Tutto ciò dimostra che arrivare in Uzbekistan non significa solo arrivare in una terra interessante per il turismo,  ma anche arrivare nella culla dove è nata la base del nostro progresso scientifico. Il nostro maniacale eurocentrismo ci ha abituati a pensare – a torto – che il progresso, la matematica e le scienze sono creature europee e che il Vecchio Continente è l’ombelico del mondo.

Ma andiamo per ordine.

Khiva non può essere raccontata: bisogna vederla. Khiva è un gioiello, un pezzo d’ambra antica che racchiude qualcosa che resta nel cuore. L’intera città antica è un grande museo all’aperto la cui intera popolazione vive e lavora per tenerlo in funzione e accogliervi il flusso di turisti. Moschee, madrasse, cioè scuole coraniche, mausolei, minareti, cortili, piazze, residenze di governatori e di ricchi e potenti vari, caravanserragli, harem, torri, ecc., tutto è oggi come era ieri. Anche vari pozzi d’acqua, a uno dei quali Khiva deve la sua nascita e il suo nome, che deriva infatti dal grido di gioia – qualcosa come “Incredibile!” – dei carovanieri che attraversando il deserto trovavano qui un generoso pozzo d’acqua per dissetare uomini e animali. E’ un po’ come se il foro romano e i fori imperiali di Roma fossero ancora intatti anziché essere ridotti a rovine. A Khiva però stupisce che governatori e reucci pur avendo palazzi suntuosi volevano non di rado avere nel proprio cortile anche una yurta, cioè la classica tenda rotonda e smontabile dei nomadi momgoli, per ricevere magari gli ospiti o per riposarvi.

In questo secondo viaggio grazie a Baodir che ce le fa notare scopro sui muri di molte moschee e costruzioni varie, a partire già da Khiva, piastrelle di ceramica che ripetono all’infinito alcune variazioni geometriche di un concetto religioso, morale e civile nato dalla fusione del buddismo con lo zoroastrismo. Si tratta di mattonelle a forma di fiocco con due braccini centrali, dove la parte superiore indica il bene e il paradiso, la parte inferiore il male e la dannazione eterna, la parte centrale rappresenta la zona di confine e di passaggio tra il bene e il male. Mi sorprendo a pensare che capovolgendo la piastrella il bene diventa il male e il male diventa il bene…. Per fortuna a volte quel simbolo contiene anche tre cerchietti, che indicano i tre comandamenti summa dello zoroastrismo: “pensare bene, dire bene, fare bene”. Anche se si capovolgono le piastrelle i tre concetti non cambiano: cambia solo la loro successione, ma i tre comandamenti che consigliano i tre tipi di bene restano intatti…..

Mi rendo conto che quel simbolo a forma di fiocco con le due braccine centrali in qualche modo anticipa di fatto il disegno della croce nel mondo cristiano.  Mi viene in mente, e diventa una pulce nell’orecchio, che la croce in Europa ha fatto la sua comparsa ben tre secoli dopo Cristo, per l’esattezza grazie a un viaggio a Gerusalemme di Elena madre dell’imperatore Costantino. A Gerusalemme, che a quell’epoca si chiamava Aelia Capitolina ed era la capitale della Siria Palestina perché l’imperatore Adriano aveva abolito sia il nome Gerusalemme che il nome Giudea  dell’intera sua regione attorno. E’ molto probabile che in Siria Palestina siano arrivate, grazie alla Via della Seta e alla Via delle Spezie, influenze centroasiatiche e quindi anche buddiste e zoroastriane. Ancora oggi in Iran esistono ancora piccole comunità di zoroastriani, con un loro tempio dove arde perennemente il fuoco, simbolo del loro Dio. Come che sia, a Tashkent, capitale de’’Uzbekistan, scoprirò con grande meraviglia che le mattonelle con questi simboli sono state utilizzate pochi anni fa perfino dagli arabi sauditi che hanno ricostruito un complesso di moschee e madrasse andato completamente distrutto con il terremoto del 25 aprile 1966, che privò delle abitazioni 300.000 persone.  Forse la sorpresa più grande è scoprire che quei simboli sono utilizzati, oggi, perfino  per le piastrelle dei marciapiedi. Evidentemente certi concetti si fissano nel DNA culturale e riemergono anche inconsciamente.

A Khiva la sera abbiamo assistito  a una festa in piazza che pure non si può raccontare. Molti i turisti italiani presenti, chissà perché in gran parte veneti, ma unica l’espressione stampata sulla faccia di tutti, italiani e non: gioia e commozione. A me si sono inumiditi gli occhi a vedere così tanti bambini e bambine, dai due ai dieci anni, forse dodici, ballare felici assieme a giovani, anziani, vecchi, parenti e sconosciuti, al suono d’una orchestra d’altri tempi e alla voce di un cantante e una cantante che non sfigurerebbero non dico a S. Remo, che ritengo ormai una pochade, ma in una festa in piazza nella Napoli verace o nella Palermo profonda o in Alexander Platz a Berlino.

A Khiva è iniziata l’orgia di minareti, moschee, madrasse, caravanserragli, harem, mausolei, musei e residenze storiche che ci ha accompagnato come un delirio per tutto il viaggio, denso come una continua abboffata di cassate siciliane. Uno stordimento permanente. Le cupole a cipolla o di altra forma rotonda delle moschee a un certo punto sembrano piccole nuvole irraggianti luce smaltata, ventri beati della dea Venere posati sul pianeta Terra per consolare gli umani della durezza del quotidiano. Il complesso delle tre moschee e madrasse di Samarcanda, noto come Registan,  è di una bellezza sublime. Ha qualcosa in meno di piazza S. Marco, forse perché manca il mare, ma ha anche qualcosa di più. Il perimetro interno delle tre moschee e madrasse è un susseguirsi di botteghe artigiane, come del resto in quasi tutte le moschee e madrasse non più in funzione dell’intero Uzbekistan. L’elenco delle cose indicibilmente belle, stoffe, tappeti, capi d’abbigliamento, miniature, ceramiche, strumenti musicali, terrecotte, pezzi d’artiginato di vario tipo, ecc., è talmente lungo che posso solo risparmiarvelo.

Sorprende sempre la varietà, la vivacità e la libertà del vestire di tutti, specie delle donne: una marea di colori che surclassa il grigiore omogeneizzato e omologante della moda in voga da noi, nelle nostre città il nero e il grigio sono così dominanti da far sembrare le folle in metropolitana e negli autobus gente che partecipa a un funerale che non finisce mai. In Uzbekistan ho visto donne vestite con abiti dai disegni talmente luccicanti da parere piccoli cieli stellati. Quando le donne così vestite camminano il luccichio si frammenta in mille piccole intermittenze: ai loro bambini quelle madri devono  parere davvero celestiali, il firmamento tremulo di stelle…. E ho visto bambini tenuti e vestiti come piccole bomboniere, preziosi confetti coloratissimi. Ho visto donne cullare incessantemente il proprio bimbo in culle di legno fantasiose e variopinte con un piede mentre con le mani lavorano sedute. Non si può evitare di restare non solo piacevolmente sorpresi, ma anche sgomenti: da quand’è che noi non curiamo così i nostri piccoli?

Mi sorprende anche nelle moschee uzbeke ciò che già avevo notato nelle moschee dell’Iran e del Marocco, oltre che nelle sinagoghe ebraiche. Quest’ultime però non irradiano così tanta luce e colore come le moschee antiche, sempre rivestite di piastrelle e decorazioni varie smaltate come in Russia le pareti interne di certe chiese ortodosse sono interamente rivestite di minuscole icone di grande bellezza. Mi sorprende cioè l’assoluta assenza di raffigurazioni di corpi umani variamente martoriati e martirizzati che si sono accumulate nelle nostre chiese per secoli e secoli fino a farne un incubo sgradevole e a volte orribile a vedersi, una continua via crucis vessatoria e colpevolizzante dalle infinite stazioni grondanti sangue: un tutto che vuole imporre – e ha imposto per secoli e secoli – la visione della vita umana come valle di lacrime, parentesi utile solo a soffrire per guadagnarsi il paradiso…. Poiché la religione musulmana proibisce la raffigurazione sia di Dio che degli esseri umani, non c’è stata la sterminata produzione di affreschi e dipinti a carattere immancabilmente sacro tipica dell’Europa. Nelle moschee non solo uzbeke gli artisti non hanno elucubrato in tutte le declinazioni possibili e immaginabili né le passioni con corone di spine né le crocifissioni, le piaghe e i volti “sacri” stralunati dal dolore, i costati trafitti e le vergini martoriate, le Madonne espropriate sia della femminilità che del figliolo. Espropriate cioè del povero Cristo eternamente frustato da legionari e inchiodato alla croce, il Cristo sempre sanguinante – dalle stimmate, dalla fronte cinta con la corona di spine, da tutti i pori possibili e immaginabili – e sempre afflitto e sofferente. Le nostre chiese sono fatte per incupirsi e recitare il Mea Culpa, i minareti e le sinagoghe sono fatte invece per respirare, liberarci del peso del quotidiano, lasciare andare l’immaginazione e stimolare il nostro spirito verso l’alto, verso il cielo, senza afflizioni di sorta. Le moschee di Samarcanda e di molte località uzbeke sono arcobaleni e pezzi di cielo permanenti.

Però un tarlo mi rovina il grande godimento delle infinite forme e policromie che adornano qualunque spazio esterno e interno delle moschee, minareti, madrasse, e quant’altro di bello e luminoso depositato nel corso dei secoli. Il tarlo che mi rode è la Storia. Il tarlo è sapere che qui e in altri spazi immensi, da est e ovest, da nord a sud,  Tamerlano – che in realtà si chiamava Amir (Emiro)  Timur Beg (Re) e soprannominato da morto Timur Lenk, cioè Timur Zoppo, perché secondo la leggenda era claudicante per una vecchia ferita in guerra – ha commesso stragi e orrori indicibili. Il nome Tamerlano non è altro che la latinizzazione del nome Timur e del soprannome Lenk. La  parola Lenk mi fa venire in mente il nostro vocabolo “sbilenco”, che in definitiva indica una persona o una cosa che zoppica, e scopro divertito che in effetti hanno origine comune: chi l’avrebbe mai detto! Le stragi e le distruzioni dello Zoppo erano state per giunta precedute dalle stragi e dagli orrori ben peggiori  seminati ovunque e su vasta scala da un suo precedessore e parente, Gengis Khan, padrone dell’impero più vasto mai esistito al mondo e le cui vittime si contano a milioni, ben più delle vittime di Hitler e Stalin messe assieme. In uzbeko la parola “ferrovia” contiene il vocabolo “timur”, che evidentemente deve significare “ferro”, perciò nel viaggio del 2010 mi venne da pensare a Stalin, che significa appunto “di ferro” e che ha seminato orrori fino a rendere mostruoso ciò che almeno come idea e intenzioni era più bello di mille moschee: fino a rendere cioè mostruoso il comunismo. Insomma, come dire che Timur Lenk, il “Ferro Zoppo” che a Napoli chiamerebbero “‘O Fierro Sciancato”, in definitiva è stato un predecessore di Stalin sia nel nome che nei fatti. Ed è grazie a Baodir che nel viaggio recente ho appreso che effettivamente a Tamerlano venne dato il nome Ferro, cioè Timur, su consiglio di Seiid Berke, un saggio ritenuto santo e che ne sarà il tutore e maestro, tanto amato dal suo discepolo e re da convincere questi a voler “essere seppellito sotto le gambe  di Seiid”. Che infatti riposa nello stesso mausoleo di Tamerlano e di alcuni suoi discendenti in una tomba a pochi metri di distanza da quella del suo ex discepolo  sistemata in modo che la testa di quest’ultimo sia vicina alle gambe del suo tutore.

Il tarlo che mi rode consiste nel mio continuo chiedermi come sia possibile, e che senso, che ruolo e  che significato abbia il fatto che meraviglie architettoniche, artistiche e urbanistiche come quelle che vedo siano opera di chi nel contempo ha seminato morte e distruzione a piene mani. Il palazzo di Tamerlano a Shakhrisabz, alto 55 metri, era imponente non solo nelle dimensioni. Era completamente rivestito di ceramiche dorate perché potesse essere visto come un miraggio brillante anche a grande distanza. Aveva pareti con cascate d’acqua fatta arrivare con chilometri di tubazioni dalle montagne del Pamir. Tutto distrutto dopo la morte di Tamerlano dal conquistatore di turno che distruggendo il palazzo, del quale restano alcune rovine comunque imponenti, voleva dimostra ei essere più potente di Tamerlano. Mentalità neppure da asilo infantile….

Conquistato e ingrandito il regno, immenso, Tamerlano riuscì a renderlo pacifico, prospero e sicuro. La sua concezione della gestione del potere e dello Stato,tramandata nel suo famoso “Codice”, è quanto mai moderna, adatta ai nostri tempi, il suo succo infatti è: “La forza è nella giustizia”. La potenza dello Stato era fondata no tanto sulla spada quanto su un efficiente sistema legislativo. Tanto da potersi così vantare: “Io ho stabilito tale ordine e disciplina che permettono a un bambino attraversare tutto il mio stato con un piatto pieno di oro in testa senza perderne una particella”. Motivo per cui mercanti e artigiani potevano commerciare anche viaggiando restando sempre sicuri di non avere sgradevoli sorprese da parte dei ladroni che un tempo non mancavano.

Sì, lo so da un pezzo che la Storia gronda luci, bellezza, sangue e merda. Ma qui l’accumulo colpisce. Più che altrove. Forse perché si arriva nelle città attraversando deserti e perciò sono viste come miraggi. E i miraggi, si sa, si pretende siano solo belli, luminosi, splendidi, e invece le città di tutto il mondo  deludono con la loro parte di viscere oscure: la Storia… Che ha ovunque un cuore oscuro, cosa che mi delude e mi turba non poco.

A proposito di Storia: una armata di 50 mila mongoli a cavallo al comando di Batu Khan, nipote dei Gengis Khan, dopo avere invaso l’Ungheria e la Polonia stava per dirigersi su Vienna e oltre, ma non appena saputo della morte di Ogodai, il capo di tutti i Khan,  ha fatto dietro front per partecipare all’elezione del successore. Se avesse invece proseguito, e se lo avessero magari raggiunto le altre due armate da 50 mila cavalieri ognuna impegnate a sud dell’Ungheria, la Storia del mondo sarebbe stata molto diversa: perché sarebbe stata diversa la storia dell’Europa, Italia compresa.

Gengis Khan, che tradotto significa Grande Khan, cioè Grande Re, ha conquistato un impero enorme utilizzando soprattutto il terrore: le città conquistate venivano quasi sempre distrutte e le loro popolazioni sterminate in modo da impedire velleità di resistenza da parte degli altri popoli e delle altre città da conquistare. Le sue vittime si contano a milioni, e c’è chi dice a decine di milioni. Ma il va e vieni di conquistatori di ogni tipo ed etnia, dagli arabi ai persiani, dai mongoli ai turchi nomadi e ai carakanidi, è stato tale che in pratica tutte le città dell’Uzbekistan sono state ricostruite e negli ultimissimi secoli è invalso l’uso di ricostruirne anche i vari monumenti, dalle moschee ai mausolei. La città che conserva più tracce di epoche storiche diverse è senza dubbio Bukhara, la cui costruzione più antica è l’imponente fortezza Ark, anche questa con le strane mura come quelle di Khiva. A Bukhara si trova la moschea dell’Acqua di Giobbe, costruita su un pozzo d’acqua ritenuta ancora oggi miracolosa e porta fortuna, tant’è che i pellegrini la bevono lasciando offerte in danaro. Afflitti a suo tempo da una siccità terribile, gli abitanti di Bukhara pregarono il profeta Giobbe finché sgorgò miracolosamente un pozzo d’acqua che evitò morissero in massa di sete. Ecco il perché di questa moschea e del suo nome.

Sulla vecchia piazza caratterizzata da una grande vasca d’acqua c’è il curioso monumento in bronzo al mitico Khodja Nasriddin sul suo asino. Nasriddin era il mullah e il saggio più famoso dell’islam sufi, protesse i poveri e lottò per la giustizia, perciò mollto amato dal popolo. Il mullah e l’asino guardano verso il lato della piazza sul quale si affaccia un bell’edificio costruito per ospitare i dervisci, predicatori itineranti musulmani senza famiglia né fissa dimora. Alle spalle di Nasdriddin e dietro il sedere del suo asino c’è un palazzo privato che una volta era una madrassa, mentre oggi nel suo grande cortile si può mangiare all’aperto e assistere a spettacoli e danze folcloristiche, a me è capitato di vedervi anche una sfilata di moda. L’ostello per i dervisci ha una storia curiosa: a suo tempo un certo Nadir Divanbeghi offrì un paio di orecchini alla donna della quale era innamorato, ma lei non accettò il regalo. Gli orecchini dovevano valere una fortuna visto che l’uomo decise di venderli e col ricavato costruì l’ostello per i dervisci.

Bukhara ha più tracce di Storia, ma la città più bella è Samarcanda. Il complesso del registan vale anche da solo il viaggio. Ci sono altre meraviglie. Tra queste, il mausoleo di Tamerlano e suo nipote Ulug Beg, oltre che di altri successori e del tutore Seiid Berke. Tamerlano non era certo neppure lui un cuore tenero, ma ha il merito di avere ricostruito varie città e di avere stimolato anche la rinascita culturale, che con suo nipote Ulug Beg porterà Samarcanda ad essere la capitale mondiale delle scienze, cosa che Ulug Beg pagò con un prezzo assai più grande di quello che la Chiesa fece pagare a Galileo Galilei. Desiderosi di scalzarlo per prenderne il posto e il regno, un gruppo di musulmani di un’altra etnia, i turchi nomadi, lo uccise e giustificò l’assassinio accusandolo post mortem di essere stato un grande peccatore perché aveva osato scrutare e studiare il cielo. Grande astronomo, Ulug Beg nel 1428 volle infatti realizzare il più grande osservatorio astronomico del mondo con un sestante di 40 metri di raggio, in parte scavato nella roccia e in parte eretto in muratura. Attorno al sestante fece erigere un edificio cilindrico su quattro livelli alto 35 metri e largo 60. Ogni livello poggiava su decine di pilastri e si apriva su una serie di 28 portali simboleggianti le 28 case del ciclo lunare. Sul tetto si trovava un enorme regolo parallattico per il calcolo dell’azimut. Con un sistema di mire si poteva misurare con precisione quando un astro passava in meridiano. Ulug Beg poté così compilare un catalogo stellare, il “Zidji Kuraganiy”, con le coordinate di 992 stelle fisse,  misurate con la straordinaria precisione di 2″d’arco, più le coordinate di 27 stelle prese dal Libro delle stelle fisse scritto nel 964 dal persiano Abd al-Rahman al-Sufi. Inoltre – prima che Cristoforo Colombo pensasse che la Terra fosse rotonda e che quindi si poteva raggiungere l’India navigando verso Occidente anziché vero Oriente, idea che lo portò a “scoprire” l’America – Ulug Beg, esperto di trigonometria e geometria sferica, faceva calcoli su un mappamondo. Studiando Averroè aveva appreso  che i pianeti non girano attorno alla Terra ma attorno al Sole, aveva inoltre calcolato la durata dell’anno terrestre con un errore di appena 58 secondi e le traiettorie dei pianeti.

Se l’Asia Centrale è musulmana lo si deve a Tamerlano, che dopo avere conquistato territori oggi dell’Iraq portò da Bassora a Samarcanda l’unica copia esistente del corano, il libro di grandi dimensioni – oggi conservato a Tashkent – scritto direttamente da Osman, il discepolo e amico di Maometto. Il profeta dettava a Osman ciò che Dio man mano gli diceva comparendogli in sogno.

A quanto pare Tamerlano lanciò una maledizione su chiunque avesse osato disturbare il suo sonno eterno. Per poterlo studiare, il corpo di Tamerlano fu portato nel 1941 a Mosca togliendolo il 19 giugno dalla sua tomba nel Mausoleo Gur-e Amir di Samarcanda, ancora oggi meta di pellegrinaggi e di preghiere,   dall’antropologo russo Mikhail M. Gerasimov, che scoprì che “Lo Zoppo” non era diventato tale per una ferita in battaglia, ma perché era nato con la gamba destra più corta della sinistra. Tre giorni dopo l’esumazione la Germania di Hitler invase l’Unione Sovietica. Quando la leggenda della maledizione giunse alle orecchie di Stalin, il dittatore sovietico ordinò che entro 48 ore la salma di Tamerlano fosse rimessa al suo posto nel mausoleo e con il rito musulmano, cosa che avvenne a fine 1942. Dopo qualche settimana, esattamente il 31 gennaio del ’43, gli invasori tedeschi si arrendevano a Stalingrado segnando l’inizio della riscossa sovietica.

Nei paraggi di Samarcanda c’è un’altra tomba eccezionale, quella del profeta Daniele. La leggenda dice che la sua salma si allunga di un centimetro l’anno, tant’è che gli hanno fatto una tomba lunga 18 metri, sempre affollata di pellegrini che pregano.  Quando la salma di Daniele cesserà di crescere, finirà la storia di Samarcanda e del mondo. Speriamo che cresca ancora di molto, ben più di 18 metri e che allunghino quindi di vari chilometri il sarcofago…

Faccio il giornalista da quasi 40 anni, perciò ho lavorato soprattutto nel giornalismo cartaceo. Se conosciamo e usiamo la carta, prodotto che non riguarda solo noi giornalisti, ma l’intera cultura, la sua diffusione e trasmissione, lo dobbiamo alla battaglia di Talas, nell’attuale Kazakistan, combattuta nel luglio del 751. Quella di Talas è stata una delle rarissime battaglie che dal punto di vista della diffusione delle tecnologie e delle culture, materiali e non, ha un’importanza positiva e decisiva nella Storia dell’intero genere umano. A Talas i 30 mila arabi guidati da  Ziyād ibn Ṣāliḥ al-Khuzāʿī, signore di Bukara e della Sogdiana per conto del califfo di Bagdad Abu Muslim, affrontarono e vinsero i 30.000 soldati del coreano Kao Hsien-chih, incaricato dall’imperatore cinese di occupare la Transoxiana, cioè la terra ad ovest del fiume Oxian, oggi Amu Darya, che con il Syr Darya delimita un territorio chiamato con un nome equivalente a Mesopotamia, cioè Terra tra i due Fiumi. A fare il tifo per Ziyad c’era pure il fratello del signore di Shāsh, oggi Tashkent, occupata dai cinesi. Bene. A Talas gli arabi vinsero e tra i loro prigionieri c’erano dei tecnici addetti alla produzione di carta, invenzione cinese sconosciuta agli arabi e al resto del mondo, che usava ancora il papiro, invenzione egiziana, o la pergamena, invenzione di Pergamo, oggi in Turchia. Quei tecnici fatti prigionieri si dissero disposti a insegnare ai vincitori come produrre un’utile novità: la carta. Vennero così portati a Samarcanda, dove c’erano 400 molini ad acqua, perche mostrassero l’intero procedimento. Che io ho visto con i miei occhi in uno di quei 400 mulini sopravvissuti a Samarcanda!

Il procedimento è questo: si tagliano e si mettono ad ammollo in acqua dei rami di gelso, dello stesso albero cioè che ci dà la seta tramite il baco che si nutre esclusivamente delle sue foglie. Poi si taglia per il lungo la corteccia, della quale con una lama si separa la corteccia interna da quelle esterna così come a tavola togliamo come un guanto la pelle dell’anguilla cotta ai ferri. Poi si raccolgono le cortecce interne e si fanno pestare in mortai azionati ad acqua fino a che diventano poltiglia. Mentre osservo affascinato le mani della ragazza che fa queste cose mi viene in mente che i romani quella corteccia interna la chiamavano “liber”, donde  la parola “libro” oltre, si badi bene, alla parola “libero”. Un caso? Se sì, è meraviglioso: i libri infatti oggi sono fatti di carta, nata da quella corteccia “liber”… I buoni libri inoltre aiutano a diventare liberi.

La poltiglia delle cortecce interne viene infine immersa in un pentolone pieno d’acqua, il tutto viene rimestato con un paiolo, vi si immerge un telaio a rete metallica quadrata e infine lo si tira su tenendolo orizzontale et voilà: scolata via l’acqua, ecco il foglio di carta! Che ovviamente va tolto dal telaio, pressato con gli altri, messo ad asciugare e poi lisciato con apposite pietre o conchiglie lisce. Pietre e conchiglie che a furia di essere usate son ridotte alla metà di com’erano, e hanno una facciata perfettamente liscia. Un procedimento simile l’ho visto fare 5-6 anni fa ad Amalfi, dove una antica cartiera usa gli stracci al posto della corteccia di gelsi o del legno d’alberi in uso ormai un po’ ovunque. Il passo avanti fatto fare alla carta dall’Europa è stata infatti l’idea di usare la poltiglia degli stracci prima e del legno dopo invece che il “liber” dei gelsi. Ma attenzione: gli stracci erano prevalentemente di cotone, e il cotone, già usato dagli egizi, è la grande risorsa uzbeka e dell’Oriente in generale.

Usciamo dalla antica piccola cartiera visibilmente affascinati. A scuola dovrebbero insegnarci di più e più onestamente molte cose…

La prossima volta vorrei vedere il Kazakistan, a partire proprio da Talas, e l’Uzbekistan del lago d’Aral, che una volta era il quarto lago più grande del mondo ed era ricco di pescherecci, di porti, di storioni che alimentavano una gagliarda produzione di caviale, mentre oggi invece è ridotto ai minimi termini, con le navi in secca a molti chilometri dall’Aral, i porti diventati terra arida e molta gente fuggita altrove per sfuggire alla disoccupazione. I sovietici hanno infatti utilizzato l’acqua dei due fiumi che lo alimentavano, il Syr Darya e l’Amu Darya, per dotare le città di acqua potabile, ponendo fine alle morie per infezioni intestinali, e alimentare le immense distese di campi di cotone dopo avere deciso che l’Uzbekistan doveva specializzarsi soprattutto nella coltivazione e produzione di cotone. Da allora il lago d’Aral di acqua ne riceve sempre meno.

Dopo tanta Storia piuttosto cupa, una bella visita al mercato di Samarcanda, una marea colorata di bancarelle e banconi di ogni tipo con una massa incessante di gente che fa la spesa o si rifornisce di frutta fresca, frutta secca, carne, spezie, pane, ortaggi, dolci, ecc. Anche questa volta uscendo dal mercato per la via che conduce al mausoleo di Bibi Khanim, una delle mogli di Tamerlano, c’è la solita ressa di ragazzi e ragazze che si dicono zoppi o variamente  malati e di giovani madri con bambini “molto malati”. Strano, ma appena intascano l’elemosina i ragazzini e le ragazzine smettono di zoppicare e si allontanano di corsa…. Segno che, per fortuna, anche i bimbi “molto malati” in braccio alle madri meste sono in realtà sani come pesci. Il che non è un buon motivo per non dare a tutti un biglietto da 1.000 sum, moneta nazionale, equivalenti ad appena 40 centesimi di euro.

Arriviamo alla moschea di Bibi Khanum, la moglie favorita del terribile  Tamerlano. La tradizione dice che le donne musulmane portano il velo per una storia romantica e tragica capitata a Bibi, che nel 1.400 decise di costruire la moschea più grande di tutta l’Asia, con una cupola alta ben 55 metri, tanto quanto lo splendido e maestoso palazzo di Shakhrisabz. Tamerlano le fece avere i più bravi specialisti, compreso un focoso architetto arabo che si innamorò della bellissima Bibi. Per poterla vedere e frequentare il più possibile l’architetto ricorse allo stratagemma di tirare per le lunghe l’edificazione della moschea. E quando Bibi spazientita gli chiese cosa volesse per accelerare i tempi l’uomo le rispose: “Un bacio”. Lei ne restò turbata, ma acconsentì. Porgendo però solo una guancia anziché le labbra. Per giunta, presa da pudore se la coprì all’ultimo momento con la mano prima che l’architetto le scoccasse il bacio d’amore. Un ripensamento che però non impedì la nascita di una macchia rosea sulla guancia. Quando Tamerlano le chiese il perché di quella macchia Bibi rispose “E’ una cosa del pudore delle donne”.

Alla fine però il terribile condottiero venne a sapere la verità. Pazzo furioso di gelosia fece murare viva la moglie nella moschea ormai quasi terminata, che divenne così il mausoleo di Bibi. L’architetto riuscì a sfuggire alla condanna a morte rifugiandosi su una torre. Inseguito, piuttosto che essere catturato preferì buttarsi giù per morire. Ma mentre precipitava gli spuntarono le ali, si trasformò in uccello e volò via.

Mi è stata però raccontata anche un’altra versione. Secondo la quale  Bibi offrì all’architetto innamorato non il proprio amore, ma l’amicizia. L’uomo però  le offrì da bere dell’acqua e del vino, facendole notare che l’acqua non ha sapore mentre il vino ha sapori forti “e brucia la gola come il mio cuore brucia per te”. E così Bibi concesse molto di più di un casto bacio sulle guance. Ma fu talmente imprudente da confessarlo al marito quando rientrò vittorioso da una delle sue guerre. Tamerlano mise a morte il troppo audace architetto e ordinò di gettare la donna dall’alto della sua moschea. C’è chi dice che quando la gettarono giù le gonne le fecero da paracadute e lei riuscì a toccare terra senza danni. “E vissero felici e contenti”. C’è però anche chi dice che Bibi precipitando si trasformò in uccello e volò via libera.

Oggi la moschea è in rovina, le sue pareti a tratti sono scrostate e negli anfratti ospitano qualche nido di uccelli, ogni tanto ne sbuca fuori uno e vola via oppure ne arriva un altro col cibo per la nidiata. Penso a questa leggenda mentre fotografo col teleobiettivo le pareti della moschea: voglio ritrarre in primo piano le mattonelle smaltate, coloratissime e dai disegni sempre diversi, che danno un aspetto fantasmagorico anche a questa malandata e imponente costruzione. Ecco perché aziono il teleobiettivo. Mettendo a fuoco l’immagine, nel viaggio del 2010 a un certo punto ho visto inquadrato un merlo: si affaccia da un nido, pare mi guardi e dopo un attimo di esitazione vola via cinguettando allegramente… Era Bibi? Spero di sì. Anzi, emozionatissimo, ne sono sicuro. Nel secondo viaggio scruto col teleobiettivo le pareti del mausoleo di Bibi, ma il merlo non lo vedo. Mi sento spaesato e deluso. Poi di colpo la vedo di nuovo: Bibi è lì, con le sembianze di una tortorella, sopra un minareto della sua moschea. Pare mi guardi, tranquilla e sicura di sé, poi spicca ancora una volta il volo.

Spero di rivederti, Bibi. Anzi, ne sono sicuro.

Un pezzo del mio cuore è rimasto a Samarcanda.

161 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Peter.
    Sulla lingua tedesca puoi aver ragione. È un idioma duro, per niente “andante” come quelle latine. Suona imperativa, secca.
    Anche tanti svizzero-tedeschi i quali di regola parlano il dialetto “schwitzerdeutsch” con loro hanno qualche difficoltà a comunicare con facilità, pur essendo il tedesco la lingua che imparano a scuola, ovvero lo “schriftdeutsch” la quale è obbligatoria se messa su carta cioè nei libri di apprendimento.

    Marta potrà confermarlo se lo crede opportuno.
    Io l’ho imparata perchè dovevo, dato il mio mestiere.
    C.G.

  2. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Sylvi.
    Basti pensare alla loro Oktoberfest. Pazzesca!
    Ci sono stato una una quarantina di anni fa, dicono che non è cambiato niente, sempre centinaia di migliaia di persone allegre per i viali della Theresienweise e birra a fiumi, ovviamente.

    P.S.: dietro la statua in bronzo della “Bavaria” di sera ci andavo a pomiciare. Bei tempi..!

    C.G.

  3. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Secondo te visitare l’ Uzbekistan sarebbe meglio farlo attraverso viaggi organizzati oppure affittare un’auto e girare per conto proprio scegliendo individualmente i siti da visitare?

    C.G.

  4. peter
    peter says:

    x Sylvi

    potrei risponderle, parafrasando il suo Mancunian, che Monaco non e’ la Baviera?! in realta’, L’Inghilterra e’ Londra al 51%, o piu’, mentre di sicuro Manchester NON e’ minimamente l’Inghilterra…questione di standards, tradizioni, accento, come ovunque…Italia compresa.

    Le assicuro che non mi sono MAI mimetizzato dall’essere italiano del Sud, alla faccia dei molti stranieri, tedeschi in particolare, che assumevano che fossi uno delle vostre parti, altrimenti avrei dovuto parlare ed agire come le caricature di Al Capone o Lucky Luciano nei film americani, immagino…avrebbe dovuto vedere le loro facce quando dicevo di dove ero originario…alche’ forse pensavano come Hitler in Mein Kampf degli ebrei ed altri, ‘potenza della pedagogia moderna’…se mi intende.
    Se i monegaschi di Baviera pensavano davvero che fossi inglese, cio’ diceva molto piu’ di loro che non di me…

    saluti…

    Peter

  5. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x CG

    La prima volta organizzato e con una buona guida. Che poi se ti va di tornare ti può anche organizzare un viaggio single. Se non hai le idee chiare è sempre meglio avere la guida. Anche perchè ci sono zone enormi anche desertiche.
    E in Lambretta?
    Mah.
    Un abbraccio.
    pino

  6. Uroburo
    Uroburo says:

    Peter { 24.01.13 alle 12:04 } ma notavo brevemente che Uroburo difendeva i tedeschi dall’accusa di razzismo come fossero angioletti…
    ———————————————
    Okkaxxo!!! Questa poi!
    I tedeschi hanno una componente antiebraica molto vecchia, mentre hanno assorbito molti slavi (i territori al di là dell’Elba erano terre slave per non parlar di quelle al di là dell’Oder) per secoli.
    Giova dire che sentimenti antiebraici sono stati diffusi un po’ in tutt’Europa per decine e decine di secoli, e da questo punto di vista l’Italia è stata forse meglio degli altri paesi (che mi risulti i “pogrom” da noi sono stati rari).
    Secondo me invece gli anglosassoni sono strutturalmente razzisti, al di qua ed al di là del mare. Li trovo forse il popolo più razzista dell’Occidente.
    Che poi i crucchi fossero angioletti…. mah. Il nazismo è opera loro e non era certo un regime di angioletti. U.

  7. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro CC,
    ma la Silvy si dimostra di destra proprio in queste piccole cose …
    Aboliamo le tasse, perdio! Mica che le viene per la testa che lo spread a 500 era il prodotto di questa politica demenziale e che i debiti prima o poi si pagano.
    Tipico della Silvy è di fare un’affermazione ignorandone bellamente le conseguenze! Aboliamo le tasse, avremo una bolizzzia privata, niente tribunali, niente strade, scuole, ospedali, ferrovie … Gl’ittagliani non vogliono le tasse ma vogliono i sservizzzzi, ouuhhhyeaaahhh.
    Ma una specialità della classe digggggerente itttagliana è SEMPRE stata quella di far pagare le tasse al popppppolo. Che le ha sempre pagate, anzi votando chi gliele imponeva. Vedi il Banana.
    QUINDI la colpa è delle sinistre e dei sindacati: estemisti!
    Augh, ho detto. U.

  8. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Grazie per l’informazione.
    ….la Lambretta… povera vecchia zimarra!
    Me la dovrei caricare sul groppone, cosa che a lei non dispiacerebbe affatto.
    C.G.

  9. controcorrente
    controcorrente says:

    caro Uroburo,
    concordo , aggiungendo che un’altra specialità è quella di un populismo pro-domo loro !
    Che, in effetti ,i casi di cui sopra ,ne sono una esemplificazione.
    Ovvero , aboliamo l’Irap,una patrimoniale ? per cArità non se parla nemmeno, che famo ? ma alziamo i?IVA e magari il prezzo della benzina, con sconti però sulle attività “varie”, in genere mai ben precisate.
    Se l’obiettivo è quello del lavoro e dell’occupazione ..dopo anni di banana boat o di stato libero delle banane,bisogna procedere con cautela…poichè non è nemmeno detto che sgravi fiscali alle imprese (italiane) producano aumento dell’occupazione..aumento della produzione probabilmente sì !la scelta tra un tornio in più o un operaio , esemplifico….è dettata da calcoli precisi , impersonali,legati ad altre logiche…(sic marx è obsoleto),in genere solo due cose nel passato hanno permesso lo sviluppo delle PMI,:le grandi Imprese con i loro ordini, e i Lavori pubblici quelli Commissionati dallo Stato.
    Sulle inefficienze, poi, di quaranta anni di goga mi goga,DC ed affini (posti di lavoro in cambio di voti) ci hanno campato tutti ,fregandosene della qualità dei prodotti che andavano allo Stato..tanto pagava pantalone…allora nessuno si lamentava delle “inefficienze” della macchina statale…., protetti dalla svalutazione della lira,ci si poteva pure permettere di mettere il naso sui mercati esteri…tanto pagava pantalone !
    Su questo, una colpa ,è pure dei Sindacati….ma bisogna fare delle distinzioni sui Sindacati e ci sarebbe da ridere ..quali ?
    In certe fabbriche si entrava anche per raccomandazioni sindacali e pure si faceva carriera..quali ?
    Beh, bisogna dire che in passato sull’altare della Unità sindacale ad ogni costo…si è sacrificata colpevolmente parecchia lucidità di analisi dei reali momenti ..movimenti economici.
    Vivevano un pò tutti alla giornata dormendo sonni profondi..!
    Al risveglio , ..eh,eh,eh però ..che capità ..che quelli che dormivano più profondamente ,si scoprono i censori dell’etica del lavoro , intesa come produttività ed efficienza …prima dormivano quando Berta filava e alla grande !
    Si scoprono porte della Tipo che cadono…e si comincia la divaricazione tra PMI e GI..dopo però ,che per anni si era venduta porcheria (certo fiatte compiacente) alla medesima.
    Io non sono nato nella Luna , ma in una zona famosa per lo stampaggio a caldo e di PMI metalmeccaniche e certi meccanismi si conoscono da tempo, anche nei dettagli!
    Figurarsi, la stessa ditta ,per esempio vendeva porcheria alla Fiatte , poi si scopre che per esempio i turchi fanno la stessa porcheria a prezzi ancora più bassi..e allora si vende lo stesso prodotto (non porcheria questa volta..alla mercedes sfruttando ovviamente che cosa ..ma è ovvio il costo della manodopera più competitivo..!)
    Quello che veramente mi dà fastidio, non è la differenza di vedute, ma la pretesa di “prenderti per il culo a gratis” !
    La Fiatte ovvero ..quello che va bene alla Fiatte va bene all’Italia,,ora viene declinato solo più in materia di dar botte alla CGIL,,quando la Fiatte bastona la Fiom , santa Fiatte,quando Puppa dallo Stato merda alla Fiatte !!
    Hai ragione tu, siamo un popolo sostanzialmente fottuto…con queste classi diggerenti !!
    Il popolo ??..si sa da tempo è per definizionen che è mediamente ignorante, nel senso che ignora i reali meccanismi economico politici, ma questo si sa tempo ,dall?800 !

    cc

  10. peter
    peter says:

    X Uroburo

    i popoli piu’ razzisti in occidente sono I
    suoi germanici, di cui vi sono forti
    componenti negli anglosassoni in genere.
    Ma sono pallide imitazioni…
    Anche gli inglesi assorbirono scozzesi
    gallesi ed irlandesi. Che non erano ne’
    Angli ne’ sassoni.
    E US e’ il melting pot…

    Peter

  11. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Mah….io ho visto molto piu’ razzismo in Italia che in Germania….
    anche nello sport…in particolare il calcio …. grande Prandelli ..link 111
    di campanilismo non ne parliamo che e’ meglio….
    R

  12. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro peter,
    questa volta Rudolf ha ragione.
    Premesso che tutti i popoli a modo loro ancora non si sono emancipati dall’orda primordiale..e premesso che mediamente nessun popolo è immune dal razzismo nei confronti del “diverso” .., ma questo come ben sai non è solo una caratteristica fra popoli, avviene anche all’interno dello stesso popolo (leggere di Pitch e la devianza, piccolo libricino)..che a mio parere illustra bene ,alcuni presupposti di base , ove a mio avviso la sostanza di “razzismo” si estrinseca in prima battuta nella sostanza di “diverso” ripspetto a canoni imperanti, ecco spiegata la ragione per cui sono sospettoso di certe letture delle tradizioni sic ), possiamo tranquillamente affermare che mediamente , più unpopolo è “ignorante” , più è razzista.
    A questo punto bisogna però chiarire bene cos’è il semanticamente parlando il concetto di” Ignorante” !
    In prima battuta potrei tranquillamente dire che questo concetto nei secoli è mutato..come ogni cosa del resto…!!
    Dire che i tedeschi (oggi)sono mediamente più razzisti di altri popoli,è una fesseria..dal mio punto di vista, sono più razzisti i calabresi nei confronti dei “neri “che i tedeschi nei confronti di noi italiani…ma di certo non perchè i calabresi sono più cattivi dei tedeschi…(senza contare i popoli della Valli del Nord italia)uguali , nel miop discorso.
    Il “razzismo” in genere è sotteraneo , e si esplica mediamentre, solo nel momento il cui il “diverso” si crede, ovvero gli è anche fatto credere, di essersi emancipato dalla predente condizione di “diverso” a sua volta.
    Come al solito (l’economia non c’entra un cazzo eh,eh,eh Marx è morto, direbbe la Sylvi)…
    Concludendo (ci sarebbe ancora molto da dire), diciamo che incombe su di NOI il fato…economico eh,eh,eh , ehehhhhhhhh…dato che l’economia ha di lungo sorpassato ormai i concetti di nazione e popolo, l’unica prospettiva che sta di fronte all’umanità è “adeguarsi ” o crepare tutti insieme , beatamente !!

    cc

  13. controcorrente
    controcorrente says:

    Ahhh Peter dimenticavo,, certo..si crepa , chi prima e chi dopo , ma mediamente poi si crepa TUtti!
    Poi ,sai ,l’uomo è un animale strano, per esempio c’è chi in vita trae soddisfazzione (enorme) dal fatto che LUI creperà un secondo dopo del suo vicino di casa !
    Come ben sai, ognuno è libero di godere di quello che gli pare, ma questo non c’entra nulla con dei banali criteri di razionalità !!

    cc

  14. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    rimango del mio parere come lei del suo. Ma non posso fare a meno di constatare che le espressioni che lei usa (ad esempio: “i suoi germanici”) sono vagamente ingiuriose.
    Ho molta ammirazione per la cultura tedesca (musica, filosofia), per la scienza e la tecnica tedesche, per il senso civico tedesco. Nessuna per la loro cultura politica.
    La penso così da tempi immemorabili. U.

  15. controcorrente
    controcorrente says:

    Strappiamo quindi un “petalo ” ,su quella che a mio avviso anche da un solo punto di vista laico, dimostra un presupposto sostanziale da un punto di vista “razionale”, di un metodo appunto quello “laico” che può servire ad una maggiore “comprensione” tra le varie “orde” o tribù che animano questo pianeta.
    Certo, da solo ,non basta , ma almeno è un’inizio.
    Mi permetto di citare il nostro Blog-master attraverso il suo “incipit” iniziale ,che pochi hanno compreso..(o fatto finta), divagando sui temi folkloristici-locali.. correndo il rischio di ridurre ad un mero discorso salottiero, tipo 800, quando la “noblesse” scopriva i viaggi escursionisti e ne discuteva nei salotti vittoriani..il TUTTO !
    ecco :

    La prima cosa che colpisce arrivando in Uzbekistan, Paese musulmano ma repubblica laica, è che le donne non portano il velo. E hanno gli stessi diritti degli uomini. Pensandoci bene, non lo portano in nessun Paese musulmano dell’ex Unione Sovietica, mentre lo portano invece in tutti i Paesi islamici che hanno patito la colonizzazione europea. Nei Paesi musulmani dell’ex Unione Sovietica il fondamentalismo non attecchisce, tanto meno le sue diramazioni eversivo terroristiche,, e se fa capolino viene combattuto rapidamente, senza se e senza ma, come è avvenuto proprio in Uzbekistan. Tutto ciò è l’ennesima prova che a spingere i musulmani verso un’interpretazione restrittiva, e a volte fanatica, della loro religione è solo la reazione al violento dominio subìto sotto il tallone europeo e quindi cristiano. Una reazione rinfocolata dalle troppe umiliazioni inflitte ancora oggi dall’Occidente neocolonialista, Stati Uniti in testa, che spinge scientemente quei Paesi verso il fanatismo religioso per poter meglio mobilitare le proprie opinioni pubbliche a favore del duro confronto col mondo islamico. Confronto che rischia di diventare scontro: “scontro di civiltà”, anche se a ben vedere lo vogliono le reciproche inciviltà…

    Ovviamente , per non equivocare, Stalin rimane Stalin e lo stalinismo lo stalinismo…sai c’è sempre qualche “furbone” che equivoca !!
    Ssseraa !!

    cc

  16. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro cc….116
    no…. niente equivoci….
    ma per qualche motivo a me nascosto….e’ che le donne non portano il velo….hanno gli stessi diritti degli uomini e non lo portano in nessun paese Musulmano dell’ex Unione Sovietica, mentre lo portano invece in tutti i paesi Islamici che hanno patito la colonizzazione Europea….
    come dire che il dominio Russo e’ stato meno violento…di quello del resto dell’ Europa…senza dimenticare che la Russia fa’ anche parte dell’ Europa in buona parte …..cosi Mosca la capitale come San Pietroburgo.
    Abbiamo cosi creato una Russia meno crudele….ed ai paesi Islamici fondamentalistici abbiamo dato un alibi….la crudelta’ Europea…
    Ach che bello….och che bello ….come mi diverto …..come mi diverto….
    ed Israele niente? Nemmeno un piccolo alibi?
    Mi ritorna in mente….chissa’ perche’ in questo momento…
    una pubblicita’ televisiva di tanti anni fa’….forse ancora esistente… dove si vede un tizio che va in bici in mezzo al traffico con un enorme pennello a spalla e trova un vigile che gli dice che non occore un pennello grande per dipingere una grande parete ma un grande pennello.
    Ecco….bisognerebbe trovare un grande pennello per dipingere come si deve e non come si vuole.
    Rodolfo

  17. controcorrente
    controcorrente says:

    Rudolf,
    avevo parlato del solito furbone in anticipo e tu nonostante questo,hai il coraggio di farlo..sei un tipo in gamba…peccato che fai solo “propaganda” e questo ti offusca la mente…!!
    Riusciresti a mettere Israele anche nel caffelatte del mattino , potendo !
    Ma questa volta Israele è solo un paravento…
    Io ho parlato della laicità come fondamento della democrazia..anzi della liberal-democrazia ed è questo principo che tu vuoi nascondere ed offuscare !
    Si potrebbe dunque chiamare Israele un paese liberal-democratico laico ?
    Spero che un giorno lo possa diventare o ridiventare, ma TU non VUOI questo è più che evidente .
    Ti attacchi al passato per confutare il presente..così facendo non rendi un servizio al paese che dici di voler difendere,, solo una scusa , comincio ad avere il sospetto che tu faccia parte di qualche organizzazione che fa finta di appoggiare Israele, in realtà “lo fa odiare” di più nel mondo.
    Io non ci casco , io non odio Israele..tu sì !

    cc

  18. controcorrente
    controcorrente says:

    E tidirò di più….
    Sembrerebbe quasi, dai tuoi scritti passati, che Israele si fidi solo più di se stesso (ti dirò che in fondo in parte ha ragione,L’Occidente cristiano vi ha già tradito una volta) e allora la strategia è stata quella di creare una situazione di stallo permanente, quasi di ricatto
    Se per qualche ragione una masnada di integralisti islamici,guidata da preti fanatici , confinanti (ed è quello che potrebbe succedere), dovesse mai avere una vittoria militare …(per il momento non alle porte) ,ci sarebbe un rischio tremendo di secondo olocausto!
    La tensione permanente produce uno scudo di difesa,sì , ma costringe a vivere in una continua apprensione.
    Gli”altri non sono forti abbastanza per battervi, ma voi non potrete mai avere il controllo della regione medio-orientale, tale da poter vivere entro confini decisamente più sicuri.
    L’occidente cristiano, in parte vi ha già di nuovotradito..creando una situazione di islamizzazione integralista ai vostri confini…(in fondo ci siete voi sui confini, mica loro)…
    L’unica garanzia era come dicevi tu, la creazione di uno stato palestinese (io aggiugerei però anche laico) come cuscinetto..mi pare che eri d’accordo..ma questo non è accaduto !e sono d’accordo con te, in parte anche per colpa degli stati arabi confinanti…!!
    e NON PARLO DI POPLAZIONI, PARLO DI sTATI NATI DOPO LO smenbramento dell’impero turco prima e obtorto collo la fine del colonialismo …dal 45 !
    Detto questo e allora ?
    Fidatevi di quello che dicono i rabbini che in fondo sono dei preti, non molto diversi dai preti islamici !
    Sai qui in Europa e tu lo sai, solo dopo la Rivoluzione francese e quella americana,i Preti hanno cominciato a “ragionare” ,obtorto collo”…!!

    cc

  19. controcorrente
    controcorrente says:

    Ti dico ancora di più ..lungi da me l’idea che Israele debba disarmare,unilateralmente in questo momento, ma le nuove colonie ??
    Già le nuove colonie sono cosa e cosa vogliono produrre ?

    cc

  20. controcorrente
    controcorrente says:

    Bello però quel “Come dire “..peccato che nessuno lo abbia detto…e meno che mai insinuato !!
    Resta il dato di fatto che le donne non portano il velo, hanno gli stessi diritti e gli integralisti non ci sono e quello è un paese di religione mussulmana e nemmeno più sovietico… cos’è a questo punto che ti dà fastidio ? ma che strano ..anche uno che si dice ignorante come te, magari un perchè dovrebbe porselo !

    cc

  21. peter
    peter says:

    x CC

    allora Uroburo dovrebbe spiegare la ‘fesseria’ (virgolette dovute alla mia opinione di cio’, non perche’ non sia una fesseria…) per cui secondo lui gli anglosassoni siano ‘strutturalmente razzisti’.
    Per esempio, ne’ in US o UK o Australia hanno mai mobilitato un intero popolo, e vinto elezioni a man bassa, e perso una guerra disastrosa, per aver promosso ed inculcato l’idea di una fatidica superiorita’ razziale anglosassone, lo spazio vitale mancante, e compagnia bella…
    Il neonazismo e’ molto diffuso, non solo in Germania ma anche in Scandinavia, non e’ mai sopito.
    Nessuno in Europa (o UK) ama gli immigrati, e del resto, perche’ dovrebbero? ma i modi, gli atti e le proporzioni cambiano da paese a paese

    un saluto

    Peter

  22. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Peter,
    mi sembra di essermi espresso chiaramente in un intervento precedent,e su come la penso in”materia”..sull’argomento razzismo tra popoli.
    Ma la tua domanda, che ne sottende un’altra , mi permette di chiarire e rispondere al tuo dubbio sul perché i tedeschi invece degli americani ect,ect
    Forse dimentichi che : dato un sub-strato comune,sono poi le condizioni politiche -economiche dei singoli stati nazione ad esaltare un fenomeno, fino a portarlo al parossismo del caso tedesco.
    Ci sono esempi in chimica !
    Banalmente potrei risponderti.. perché nessun popolo,come quello tedesco fu mai portato nelle condizioni di quello tedesco, dopo aver perso una guerra…la Prima guerra mondiale !
    Genesi del nazismo e poi genesi del razzismo su vasta scala,vanno analizzati alla luce di quell’avvenimento.
    Nulla capita alla cdc..in questo beato mondo !
    Ovviamente è solo un mio parere !

    cc

    Al fine di non essere strumentalizzato dal solito furbone..devo aggiungere che questa mia affermazione,non giustifica un bel nulla !
    Quando andavo alle elementari..e leggevo De Amicis, ero convinto anch’io ,che gli italiani erano brava gente e che l’Italia non stesse combattendo la prima guerra mondiale , ma bensì la Quarta guerra di indipendenza…ma avevo 10 anni e poi sono cresciuto ed ho smesso di leggere Carducci, e De Amicis !!

  23. controcorrente
    controcorrente says:

    ..Nessuno in Europa (o UK) ama gli immigrati, e del resto, perche’ dovrebbero? ma i modi, gli atti e le proporzioni cambiano da paese a paese

    Ho infatti il vago sospetto, che tali sentimenti, siano ricambiati in egual misura dagli altri..

    cc

  24. peter
    peter says:

    x CC

    veramente il tuo commento non risponde alla mia domanda, che era del perche’ il tuo amico lombardo pensa che gli anglosassoni etc etc…

    Never mind…
    Perche’ ti fai meraviglia se dico che non vedo perche’ si dovrebbero ‘amare’ gli immigrati? per me sarebbe sufficiente non discriminarli o cacciarli fuori a pedate. So di adulti e bambini deportati nei paesi africani di origine, dove dubito potranno continuare le terapie qui prese per scontate…pero’ gli danno una piccola scorta di medicinali antimalaria come se andassero in vacanza per un po’…mentre leggevo che altri o altre non potevano essere deportati per ragioni assai nebulose, anche se erano in perfetta salute…rifugiati ‘politici’ di questo o quello…
    In Spagna la disoccupazione e’ al 26%, torme di spagnoli si rifugiano In Germania, UK, Canada e US per mangiare…i giovani spariscono in massa. Che dire? che fare?…
    Come immigrato, non mi sono mai aspettato apprezzamento dalla gente del posto, anche se mi fa piacere se lo esprimono. Ho sempre lavorato piu’ duramennte ed accortamente di tanti altri in posizioni analoghe, bisogna sempre dimostrare di avere o portare qualcosa di piu’, e bisogna sempre guardarsi bene le spalle.

    Un saluto

    Peter

  25. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro CC,
    il tuo ultimo messaggio è interessante perchè ci porta ad una lettura marxiana del fenomeno, anche se nel caso del razzismo l’economia spiega solo una parte del tema.
    La Germania è stata, nella sua lunga storia, affetta quasi solo da razzismo antiebraico, in modo non diverso da come è stato in tutti i paesi d’Europa nel corso di circa 1450 anni (1750, quando l’entiebraismo comincia a venir meno per la lettura illuminista dei fenomeni sociali, meno 300, anno di legalizzazione del Cristianesimo e sua rapida assunzione a religione di stato). Non c’era in Germania un razzismo antislavo, ed anzi i matrimoni misti (ovviamente in parità di ceto) erano frequenti senza particolari problemi.
    La Germania è stato uno dei pochissimi paesi che si sono preoccupati di elevare il livello culturale delle popolazioni indigene delle loro colonie aprendo buone scuole un po’ dappertutto. Le popolazioni l’hanno apprezzato, tant’è che le truppe di colore tedesche hanno combattuto fino alla fine e con pochissime diserzioni.
    I matrimoni misti sono una buona cartina di tornasole per giudicare lo spirito razzista di un popolo: erano accettati senza particolari problemi da spagnoli e portoghesi, francesi, italiani e russi. Mai nei paesi anglosassoni, o se preferite anglo-americani. Non ho notizie sull’Olanda, i Belgi sono stati i peggiori di tutti.
    In Useggetta il problema razziale è ancora ora un problema aperto, basta vedere come votano nel Sud, o forse si potrebbe dire: come NON votano (i negri).
    Per questo la mia opinione è che il razzismo sia una caratteristica diffusa e presente in cotesti paesi più che in altri.
    Il razzismo, che era una componente NORMALE della cultura europea verso la fine dell’Ottocento (si legga Kipling, tanto per fare un esempio) è diventato IL programma di governo della Germania naziszta. Il sorgere del nazismo è strettamente legato alla fine della I GM e ad alcune clausole demenziali del trattato di di Versailles ma anche all’evoluzione della crisi economica degli anni trenta, anche allora nata dai giochini economici useggetta.
    Il razzismo attuale nasce soprattutto dalla paura di perdere il lavoro, cosa per altro giustificata, ed anche dalla prepotenza degli immigrati. E questo è il prodotto delle scelte demenziali della Lega.
    Un caro saluto U.

  26. Anita
    Anita says:

    x Uroburo

    Mah….

    Gli elettori neri hanno dato il 93 per cento di sostegno al presidente Barack Obama.

    Anita

  27. peter
    peter says:

    x Anita ed Uroburo

    infatti dubito che gli impedimenti al voto siano appena paragonabili a quelli degli anni ’60 (o fino agli anni ’60) in diversi stati del Sud. E US e’ l’unico paese occidentale in cui si sia avuto un presidente nero o di colore finora…
    E’ curioso il concetto di matrimoni misti di Uroburo, dato che i polacchi sono persino piu’ bianchi e biondi della media tedesca…a volte prendo per tedeschi anche i russi, finche’ non parlano, o viceversa tedeschi per slavi…Vorrei aggiungere che la prevalenza relativa di vere coppie miste saltava agli occhi dei turisti italiani gia’ 30-40 anni fa, quando si facevano Parigi e poi Londra in treno e traghetto…a Parigi nessuna per strada, a Londra gia’ molte…

    A proposito, gli hotels a Londra, ed anche Copenhagen, Brussels e Parigi, sono tra i peggiori al mondo secondo un sondaggio recente. Per rapporto qualita’-prezzo, minibar, lentezza del servizio…Quelli di molte citta’ americane figurano o tra i primi, o tra gli ultimi posti, a seconda degli stati…Quelli italiani non figurano affatto, senza infamia e senza lode…
    Dai commenti in rete, alcuni hanno detto che si preoccuperebbero se londra fosse la capitale dell’inghilterra, anziche’ del Pakistan o di qualche paese arabo…

    Peter

  28. Uroburo
    Uroburo says:

    Cari Anita e Peter,
    tutte le cronache sono piene di racconti che indicano una certa difficoltà per gli elettori neri ad iscriversi nelle liste elettorali (cosa che è sinonimo di per sè di scarsissima democrazia) in certe contee del Sud.
    Che poi nei ghetti del Nord i negri votino Obama lo si sapeva. Ma a me piacerebbe sapere qual’è la percentuale dei negri votanti negli stati del Sud rispetto al loro numero totale.
    O se preferite: com’è che negli stati del Sud vincono sempre i Tea Party, anche laddove i negri sono la maggioranza o quasi degli abitanti?
    Ma non votano al 93 per cento per Obama? Non capisco!…
    Un saluto U.

    Per Peter
    Guardi che per i nazi gli slavi erano una razza inferiore. Mentre i matrimoni tra slavi e tedeschi erano discretamente diffusi e la classe digggerente slava veniva integrata in quella tedesca senza troppi problemi.

  29. peter
    peter says:

    x Uroburo

    sapevo che gli slavi erano ‘razza inferiore’ per i nazisti, ma evidentemente non lo erano troppo per i tedeschi in genere.
    Infatti nessuno avrebbe notato influenze ‘slave’ nella progenie senza accento polacco, o sbaglio…? Ribadisco che per me sarebbe spesso impossibile distinguerli dal fisico, vi sono tedeschi slavatissimi e slavi germanicissimi, semmai si riconoscono dal modo di muoversi, parlare, mimica, etc.
    Le coppie ‘miste’ certo non sono quelle

    Peter

  30. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro peter,

    se vuole ,il mio amico lombardo è in grado di risponderti da solo..ma il tuo guardarti le spalle in UK ,nonostante il lavorare di più e dimostare ect,ect..magari potrebbe essere un’indizio ,che certo non fa una prova !
    Però è abbastanza evidente che io non credo ad una propensione maggiore degli Anglosassoni al razzismo.
    Il razzismo è fenomeno trasversale a tutti i popoli e culture, ma non fonda i suoi presupposti solo su questioni etniche-nazionali.bensì è anche un fenomeno inter- etnico , dovuto a diversi fattori sociali così come si sono andati sviluppando nella storia economica .
    E’ la cultura della paura del diverso da un lato,che si frammista con la paura della perdita di privilegi o posizioni di rendita dall’altro da un punto di vista meramente economico.
    Quando si saldano i diversi componenti beh si arriva a dei veri e propri genocidi..
    Le varie “ipocrisie” ideali , poi confondono le carte…e ci portano ad analisi solo e sempre parzialemente vere.
    C’è un razzismo nei poveri, come un razzismo nei ricchi !
    ma le conseguenze terrificanti si verificano quando i più vengono convinti che le ragioni dei loro malesseri sono attribuibili a agli “altri” ricchi e poveri che siano che non si identificano con dei criteri (incredibili”) come popolo , e nazione, concetti quanto mai generici, soprattutto se si pensa per esempio a acome è avvenuta la formazione dei grandi stati nazionali in Europa.
    Anglosassone oggi non so cosa diavolo vuol dire e cosa diavolo voglia dire..prima c’erano I Britanni poi angli e sassoni, infine normanni…,ma se per anglo sassoni si identifica la storia e il retaggio della formazione di una nazione imperialista come l?UK allora ..forse storicamente un certo tipo di razzismo si può imputare per primo all?UK.

    cc

  31. controcorrente
    controcorrente says:

    caro Uroburo,
    se siano “marxiane ” o meno certe mie “letture “di fenomeni non lo so, di sicuro sono “letture” che mi forniscono maggiori spiegazioni ,che non altre.
    Prendiamo per esempio le elezioni in USA “argomento appena affrontato…e cerchiamo di vedere l’accaduto sotto un aspetto più “largo” di come abbia potuto votare la “gente di colore” i neri nella fattispecie.

    Negli States si può fare un confronto elettorale serio solo se si analizzano le propensioni nel passato rispetto all’oggi dell
    ‘andamento elettorale nei vari “distretti” e se analizza parimenti la composizione sociale eed economica di come “sono cambiate “le cose nel corso del tempo nei vari distetti elettorali.
    Il primo dato che balza all’occhio è che Obama ha battuto Romney 70 a 30 nelle grandi aree metropolitane..9,5 milioni di voti contro 4 con un vantaggio di 5,5 milioni di voti.
    Le grandi aree urbane degli States rappresentano il 10% della popolazione totale.
    Nel restante 90% Romney ha vinto con un 55 a 53 milioni di voti .
    Inutile sottolineare che il saldo titale va a vantaggio di Obama.
    Un’analisi generalista “presa per buona” è quella dice che obama avrebbe un vantaggio anche nel futuro grazie al voto delle donne in genere (esclusa Anita) e delle “minoranze”.
    Se però per esempio si analizzano attentamente “queste minoranze” sia come sono distribuite sul territorio e i loro spostamenti nel corso degli anni da aree metropolitane ad aree più periferiche e si combina il tuto con una differenziazione di reddito..allora si scopre che
    per esempio di sono differenze sostanziali, prendiamo gli “ispanici”..non sono tutti uguali . portoricani e messicani del bronx hanno un reddito medio di 21.000 dollari all’anno gli ispanici di origine messicana della Kern County (sud california) è di 47.000 mila dollari l’anno.
    I “neri” che sono una minoranza più antica , non lo so ma di certo, ormai vi sono differenziazioni economiche (redditi molto diversi ).
    In parole povere l’analisi superficiale (che comprende anche che so l’abbigliamento della First lady mutato ) a mio avviso , non giustifica l’euforia democratica..in altre parole non c’è un comporatmento elettorale etnico predestinato ed immutabile. nel tempo.Ho anche letto per esempio che negli anni 70 era addirittura il partito repubblicano ad essere preferito dalla popolazione nera.
    A ognuno le proprie conclusioni ,io sono convinto che alla lunga,siano i fattori economici della distribuzione del reddito tra le etnie a sovrastare le varie paturnie ,nelle scelte elettorali del futuro degli States

    cc

  32. sylvi
    sylvi says:

    …perché nessun popolo,come quello tedesco fu mai portato nelle condizioni di quello tedesco, dopo aver perso una guerra…la Prima guerra mondiale ! CC

    Esattamente! E non sono stati sicuramente gli americani a pretendere una punizione così dura!
    E chi fu , nella II GM che tradì criminalmente i cosacchi arresisi fiduciosi?
    E chi avrebbe accompagnato con le armi e sostenuto in ogni sede le pretese di Tito di portare i confini al Tagliamento? Non ancora gli americani!!!
    Non mi piacciono gli inglesi perchè sono, intolleranti,arroganti, supponenti, superbi, razzisti, criminali di guerra e di colonie e …tutte queste”belle” qualità le accompagnano a una decadenza che non accettano.
    Sono borghesi decaduti e incazzati!
    —————————————————————-

    caro CC e anche Uroburo

    non ho avuto modo di rispondere… prima.
    …io non ho affatto detto che non si devono pagare le tasse.

    L?IRAP non è stata quindi una nuova tassa, ma una tassa che ha sostituto altre tasse.CC 98

    NO! E’ stata una nuova tassa regionale che ha sì sostituito altre come l’Ilor…ma ha anche aggiunto la tassa sugli interessi passivi e sul numero dei dipendenti.
    Visco infatti IMMAGINAVA che TUTTE le imprese che pagavano alle banche interessi passivi, avessero GIA’ portato all’estero gli utili, perciò gli interessi passivi andavano tassati come utili.
    Poi, la bella pensata era che gli utili si conteggiassero sul numero di dipendenti, non sul fatturato.
    L’IVA viene pagata su quel che effettivamente e realmente si consuma, non sulla probabilità dei consumi di tutti i cittadini!
    Se si vuole progressività si fa come una volta che c’erano scaglioni alti di Iva per i beni di lusso, cosa che, chissà perchè, l’Europa ha vietato!!!
    Ora, se si vuol essere politicamente prevenuti si può fare un ragionamento del genere , ma non si dovrebbe pretendere di essere governanti e di legiferare a nome di tutti i cittadini e nell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge!
    Questo meccanismo puniva e punisce le PMI, infatti la GI non ha mai trovato il modo di lamentarsi! Chissà come mai!!!

    Strano è anche (CC) il tuo ragionamento sulla diminuzione dei caffè alle macchinette…echissenefrega ,se non aumenta la produzione?
    Significa che l’operaio non ha più le monete del caffè…perchè adesso se lo pagano!?
    Le porte della Tipo cadevano tre lustri fa e non credo che fosse colpa dei bulloni…nè della PMI che poteva averli fatti.
    La Tipo 1600 era vettura di media gamma, non di infima, e si poteva sperare che l’operaio imbullonasse le porte, che raccogliesse con uno scopettino i 3 kg di ferramenta varia che invece io ho raccolto sotto il tappettino del bagagliaio!
    Inoltre la porta mi è caduta a 10cm dal piede, se mi fosse caduta sul piede me lo avrebbe spappolato!
    Ora non so se la Fiat e i sindacati davano ordine agli operai di lasciar laschi i bulloni….suvvia…in generale in fabbrica lavoravano poco e male e gli operai sapevano benissimo di essere tutelati e difesi anche se fossero stati tutto il giorno a rimirarsi l’ombelico!
    Spiegatemi voi perchè l’ Italia per la produttività è agli ultimi posti in Europa! Colpa della PMI?

    Infine vorreste spiegarmi se la Camusso fa la Sindacalista o fa campagna elettorale? Sostiene Airaudo della Fiom o i diritti di tutti i lavoratori, o solo di quelli che gli sono simpatici?
    E quelli che non la pensano come voi sono tutti fascisti o berluschini? Da mandare nei gulag?

    mandi
    Sylvi

  33. controcorrente
    controcorrente says:

    Sinceramente non capisco..cara Sylvi,

    E quelli che non la pensano come voi sono tutti fascisti o berluschini? Da mandare nei gulag?

    cc

    Cos’è? “strumentale” polemica da campagna elettorale,sul modello Dio ti vede Stalin No….dai cara sono passati diversi annetti..dai tempi , nessuno ci casca più !

    Mamma mia quale ardore nella difesa dei cosacchi, ma non erano quelli che dovevano abbeverarsi alle fontane di Roma ..(i cavalli)
    I confini al Tagliamento..ma dai ,che cattivi questi Inglesi,pure razzisti !
    Un nuovo esilarante minestrone , ma non si parlava di razzismo ?Invece siamo andati ai cosacchi,al tagliamento sinceramente non capisco il nesso con il razzismo anglo-sassone !
    Dovresti scrivere un libro ad hoc !

    ———————

    Ma invece una precisione sistemica nel denunciare gli operai fannulloni !
    Ma signora ,..gli operai che votano Lega e sono tantissimi,non sono fannulloni?..
    Una nuova esilirante scesa in Blog, analisi precisa dei guai italiani, indicazioni per il futuro dell’economia italiana ..
    Ma perchè non ti sei presentata in qualche lista ?

    cc

  34. controcorrente
    controcorrente says:

    Mi era sfuggita..cara Sylvi ..

    Questa è una vera chicca !

    ..Sono borghesi decaduti e incazzati!

    Carissima , se sei incazzata con il peter,non è il caso che degradi così la tua dialettica..cerca di rimanere lucida, soprattutto quando non ti rendi nemmeno ben conto delle implicazioni di certe affermazioni.

    cc
    A tal proposito non hai nulla da invidiare a certe polemichette dell’ultima Repubblica di Salò ,con un Duce cotto,che tentava la carta della socializzazione delle fabbriche contro i borghesi decaduti ,che dopo aver puppato dal “suo regime” ora giustamente si stavano preparando ad un futuro diverso nel mondo.
    Piuttosto la polemica ducesca mirava ad accativarsi “i borghesucci”,nell’estermo tentativo di avere un pò di consenso.

  35. sylvi
    sylvi says:

    Ma caro CC,
    a turno, tu e Uroburo , quasi scambiandovi il testimone, mi gratificate di :fascista, destrorsa, berluschina, …il resto preferisco non ricordarlo!
    A me , caro, questo teatrino di…prima le liste…tu sì, tu no, tu in cima tu sotto, giochini sporchi, tu in Calabria tu in Friuli…
    ora corrono come trottole blaterando bla, bla, bla,…
    giocano la partita , dicono loro,…già perchè il nostro destino è la loro partita.
    Finita la partita contano i gol, imprecano sui rigori…e passano alla cassa!
    Non dobbiamo essere populisti, nè demagoghi, …noi popolazzo!!!

    Porta pazienza, ho avuto giornate faticose e la campagna elettorale non contribuisce al buon umore!
    Anzi! Così avrai capito perchè ho fatto politica con l’esempio e con i fatti e mi sono tenuta lontana dalla politica ” sangue e merda” come diceva quel socialista!!!

    Ps: Troppi giovani che vedo in liste varie parlano come i loro vecchi marpioni!

    Sylvi

  36. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    noi ti gratifichiamo…?
    Ma tu potresti dire che sei stata su Marte e noi ti crederemmo.
    Per il resto, sono i concetti che esprimi che ti gratificano, io e Uro,senza scambio di testimoni ,a seconda del giorno e delle fasi lunari, ci “divertiamo” a stigmatizzare i tuoi “concetti” paragonandoli a quelli degli altri, anzi tu sei a volte perfin più diretta ed esplicita ed è per questo che ti avrei visto bene in una bella Lista !
    Magari in una bella “trasmissione televisiva”, ad esprimere concetti così chiari !
    Alcuni bei confronti con i tuoi “avversari “preferiti in TV, in diretta !

    cc
    Di sicuro, avresti fatto miglior figura di quella “bella signora” di cui Crozza ha stigmatizzato la sua notevole verve, nel raccontare le meraviglie del figlio undicenne con gamba rotta, che aveva deciso di fare l’imprenditore fin da piccolo, portando i giornali in bicicletta !
    Eccezzionale !
    Dopo,potreste sempre trovarvi dalla parrucchiera a commentare insieme , le vostre performance televise , come due brave massaie della Sssoccietà civilissima !

  37. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    ho visto, ieri sera, Crozza e anche la signora!
    Anch’io ho avuto il figlio undicenne con la gamba rotta.
    Ingessato come un salame, l’abbiamo portato a Cortina perchè il primario di ortopedia era un friulano che conoscevamo.
    Però, a differenza del figlio della signora , ci trovavamo a bere la cioccolata al Caffè della Posta quando mio figlio esclamò :
    – mi scappa la pipì!- io corsi in macchina a prendere la padella (giravamo organizzati!).
    Quando tornai mi disse avvilito: – già fatto, mamma!-
    – Non preoccuparti- risposi- questo non ti impedirà di sviluppare le tue potenzialità nella vita!

    Ma forse in televisione non avrei saputo raccontare l’aneddoto!
    Ecco uno dei motivi del mio eventuale fallimento della discesa o salita in politica!!!

    Ps: Se fossi stata su Marte avrei preteso di essere creduta nel raccontarlo! Ti pare strano?

    Sylvi

  38. sylvi
    sylvi says:

    Ps x CC

    Sto leggendo Dewey su Micromega .
    Subito dopo …arriva ..Il proletariato è antiquato…non vedo l’ora di arrivarci!!!

    Sylvi

  39. controcorrente
    controcorrente says:

    Seganlo questo intervento di Moni Ovadia a proposito di “razzismo” ed antisemitismo nostrani

    http://leparole-ipensieri.com.unita.it/mondo/2013/01/26/gli-eredi-dei-ragazzi-di-salo/

    cc

    In più rispetto all’Educazione Civica di cui Ovadia denuncia la sua esclusione dall’ordinamento scolastico,… quando c’era ,mi ricordo che il libro rimaneva intonso!!
    Mancava infatti il coraggio o erano una masnada di Insegnanti Pelandroni ?
    No,(non erano pelandroni), mancava il coraggio a quei maestri e professori che già lo erano in tempo di guerra e prima, a spiegare ai ragazzi cos’era la Costituzione , dopo che avevano passato il tempo a rimuovere le pieghe dalle divise di Balilla e Piccole Italiane, per non sfigurare di fronte al Federale,durante le parate.(eh,eh).
    Mi chiedo cosa ne pensasse De Gasperi , Pio XII e le scuole confessionali !
    Probabilmente, un inutile orpello fastidioso, in fondo bastavano i “dieci comandamenti” e il Credo, per insegnare l’Educazione.

  40. controcorrente
    controcorrente says:

    x Sylvina 139
    cara ,non vedo l’ora..ma dal breve presupposto, temo che si dovrà parlare di “semantica”,di cui tu presumo sei una grande esperta !

    cc

  41. Anita
    Anita says:

    x CC

    Quote:
    “(esclusa Anita)”
    ******************

    Ma certamente, Anita e la maggioranza delle donne di buon senso…..

    Anita

  42. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Anita,
    sono felice che il buon senso sia la tua guida.
    Peccato che sia solo il TUO buon senso !
    Ci sono più buon sensi in terra, che stelle nel firmamento !
    Segui la tua stella dunque, e attenta alle congiunzioni sfavorevoli, marte e venere, soprattutto incombono.
    Ah gli astri Anita…!!
    Sono come gli investimenti !
    Va dove ti porta il cuore,si diceva un tempo..oggi si dice va dove ti porta il portafoglio..che a ben pensarci è la stessa cosa !

    cc

  43. sylvi
    sylvi says:

    Pensieri e preghiere.

    A proposito di tutto il bene che Mussolini fece, a parte le leggi razziali!
    Così parlò Berlusconi alla Giornata della Memoria!!!

    Tempo fa parlavo con mia figlia; mi disse allora:
    -Mamma, non c’è bisogno di vederlo di persona; basta guardare l’andatura dondolante, gli occhi vuoti, gli assopimenti improvvisi ovunque si trovi…
    La diagnosi è irrimediabilmente quella parola che comincia per d……………e finisce per e!
    A mio nonno e mia nonna, rivoltati nella tomba, ho sussurrato:
    -portate pazienza, ….e …Signore perdona LUI che non sa quel che dice!
    Ma Tu o Signore bastona quelli che lo votano!
    Amen

    Sylvi

  44. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Anita,
    ho sempre pensato che il tuo buonsenso fosse direttamente collegato al portafoglio.
    A questo punto però un’occhiatina alla composizione del portafoglio lo darei con buon senso.
    Non si sa mai…!!
    Eh,eh..tanto per rassicurare cuore e coronarie !
    E’ una questione di Amore !

    cc

  45. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Cara Sylvi,
    tutto ciò che è politica, vita, passioni, lavoro, denaro, salute e altro, è regolata da quei piatti di bilancia che si chiamano “res secunda” et “res adversa”…e i due piatti difficilmente stanno in perfetto piano.
    Lo sappiamo.

    C.G.

  46. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x cc
    Rivolgendoti alla komare mi hai tolto le parole di bocca.
    Ti ringrazio, uno sforzo in meno.

    C.G.

  47. Anita
    Anita says:

    x CC

    Ognuno puo’ interpretare come vuole…..secondo la mentalita’.
    Vedi hai gia’ levata la parola di bocca a C.G. (parole sue)

    Beh…oggi mi dedico a pagare le tasse….

    I just received my tax return for 2012 back from the IRS. It puzzles me!!!
    They are questioning how many dependents I claimed.
    I guess it was because of my response to the question: “List all dependents?”
    I replied: 12 million illegal immigrants; 3 million crack heads;
    42 million unemployed people on food stamps,
    2 million people in over 243 prisons; Half of Mexico;
    and 535 persons in the U..S. House and Senate.”
    Evidently, this was NOT an acceptable answer.
    I KEEP ASKING MYSELF, WHO THE @#$% DID I MISS?

    Ciao neh,
    Anita

  48. Rodolfo
    Rodolfo says:

    caro cc
    il mio computer e’ stato infestato da un virus per cui non sono riuscito a rispondere ai tuoi post precedenti….lo faro’ e ti raccontero’ anche qualcosa del virus….e’ veramente interessante…ma molto meno nocivo della tua ossessione….ma anche di questo ti raccontero’ …
    fatti sorprendere… ora davvero non ho tempo e ti lascio con qualcosa di mio… esclusivamente per te e di rimbalzo per cg:

    …Abbuffati di ostriche…
    …arraffati i ducati…
    …poi sara’ festa per le larve….
    …e gli eredi rideranno….

    Dunque liberati dalle tue ossessioni….vivrai meglio…piu’ sereno…
    Ti saluto
    Rodolfo

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