IN ARRIVO DAGLI USA UNA VALANGA DI DEBITI?

In arrivo dagli Usa una valanga di debiti!

Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**

L’accordo di capo d’anno per scongiurare che il fantomatico “fiscal cliff” potesse portare ad uno choc fiscale, alla recessione e al blocco del bilancio dello stato federale Usa, non è una vittoria della stabilità. Dovrebbe invece essere considerato un rischio ulteriore di instabilità per il resto del mondo, in primis per l’Europa. L’evento ha una valenza tutta americana, molto importante per i giochi di potere interni. Sancisce però una politica complessivamente fallimentare, sia dei democratici che dei repubblicani, nella gestione della finanza. Si sono trovati i 600 miliardi di dollari necessari per evitare, almeno sulla carta, che alcune spese per il welfare vengano automaticamente bloccate e alcune agevolazioni fiscali siano cancellate. In realtà l’accordo “partorisce” un aumento del debito per ben 4.000 miliardi di dollari nel prossimo decennio!. La stima non è fornita da una qualche fucina ideologica neoliberista anti Obama, bensì dal prestigioso e indipendente Congressional Budget Office.

Come noto, il Cbo è un’istituzione finanziata dal Congresso per analizzare i costi delle politiche di bilancio. Il suo direttore viene nominato congiuntamente dai presidenti della Camera e del Senato. L’attuale direttore, Douglas Elmendorf è stato scelto nel gennaio 2009 quando entrambi i presidenti erano democratici.

l “fiscal cliff” quindi non è la vera emergenza finanziaria americana. Si è trattato piuttosto di un “preparativo” psicologico. La vera emergenza che gli Usa devono affrontare è invece lo sfondamento del tetto del debito pubblico!  A fine anno infatti il debito pubblico americano ha raggiunto il “ceiling”, cioè il tetto massimo stabilito dalla legge finanziaria di bilancio che è di 16.400 miliardi di dollari, equivalente al 103% del Pil. Sarebbe dovuto bastare fino al 30 settembre 2013, cioè fino alla scadenza del bilancio annuale. Ma così non sarà.

Che succederà adesso? Fino a settembre di fatto non c’è copertura per le spese di bilancio, per tutte le spese. Il ministro del Tesoro Tim Geithner ha detto che il suo Ministero ha già raggiunto il limite dei prestiti possibili e ha affermato che possono trovarsi “altri mezzi per raccogliere fondi per pagare il debito” per un periodo massimo di 6-8 settimane.  Al di là dei trucchetti contabili, il dato è che gli Usa sarebbero tecnicamente già in default!  Una situazione simile si era già creata nell’agosto del 2011, quando il bilancio federale era stato prosciugato e mancavano i soldi per i pagamenti dei dipendenti pubblici, dei fornitori, degli assegni di disoccupazione, delle pensioni, ecc. Allora, come si ricorderà, si decise di alzare il tetto del debito pubblico di ben 2.000 miliardi di dollari!

In poco più di un anno però questi fondi sono stati “bruciati” senza significativi effetti per l’economia americana. Certo sì evitato l’immediato aumento della disoccupazione e della povertà ma non si è rimesso in moto l’economia. Sono mancate una vera strategia di ripresa della produzione e degli investimenti e una più giusta riforma fiscale.

In sintesi, al di là delle note schermaglie ideologiche, gli Usa, sia il governo Obama che il Congresso nel suo insieme, si stanno muovendo verso un ulteriore aumento del debito pubblico. Nulla di nuovo sotto il cielo.  Infatti la politica di crescita del debito e della liquidità è quella che da anni porta avanti la Federal Reserve di Ben Bernanke. Il suo bilancio (balance sheet) è passato da 869 miliardi del 2007 a 2.880 miliardi del 2012. Ben 2/3 dei titoli del Tesoro americano che arrivano sul mercato vengono comprati dalla Fed.

Dopo aver deciso lo scorso settembre l’acquisto di mortgage-backed securities, quei titoli tossici legati ai mutui subprime, per 40 miliardi di dollari ogni mese, la Fed a novembre ha deciso di acquistare mensilmente 45 miliardi di dollari di bond del Tesoro e di altre obbligazioni simili a lungo termine e in cambio di vendere i ben più appetibili titoli a breve scadenza in suo possesso. E’ un altro bel regalo al sistema bancario americano!  Queste decisioni non potranno che produrre uno choc per l’intero sistema finanziario mondiale. I paesi emergenti lo dicono da tempo denunciando i riverberi negativi sulle loro economie e sulle loro monete.

In questo scenario l’Europa è spiazzata. In un sistema globalizzato, dove la finanza opera per vasi comunicanti, i governi europei si sono ingessati con il “fiscal compact”, mentre gli Usa alzano a piacere il tetto del loro debito pubblico.

Inoltre, in un sistema bancario senza riforme, le banche americane sono agevolate dalle politiche della Fed, mentre quelle europee sono compresse dai parametri richiesti da Basilea III.

Purtroppo in Europa c’è chi irresponsabilmente chiede di fare come negli Usa. Secondo noi, invece, queste ricette sono disastrose. Non ci sono scorciatoie, né serve l’illusione psicologica di chi vuol vedere “la luce alla fine del tunnel”. Occorre affrontare insieme e alla radice le cause della crisi globale e rimuoverle, senza nasconderle come si continua a fare.

*Sottosegretario all’Economia del governo Prodi  **Economista

133 commenti
« Commenti più vecchi
  1. Uroburo
    Uroburo says:

    A proposito di adozioni gay
    Premesso che, a mio modo di vedere, lo stato dovrebbe limitarsi a prendere atto delle unioni di fatto, quali che siano. Anche perchè le unioni di fatto hanno un preciso risvolto economico che deve essere normato. Non si capisce perchè sia automatica l’eredità per una concubina convivente donna e non per un uomo appartenente alla stessa categoria. Lo stato registri e non si occupi di faccende che non lo riguardano.
    Premesso anche che i toni da crociata della Silvy mi fanno sorridere; e che si tratti di una crociata è assolutamente certo perchè il tema delle adozioni gay viene da lei brandito come un’arma in qualunque discorso riguardi la sinistra. Vendola è un moderato ed un buon amministratore, ma l’unico tema che lo riguarda sono le adozioni gay. Ekkepppallle kazzoduncane!!!
    Tuttavia io credo che una società abbia il diritto di definire il modello educativo famigliare a cui fa riferimento ed abbia diritto di vietare modelli educativi eterodossi. Questo non riguarda ovviamente la libertà di organizzare la propria vita sentimentale come meglio si crede (la vita sentimentale non è di competenza degli stati) ma riguarda invece il modello educativo famigliare. E visto che i gay (a differenza di una normale coppia adottante) non possono fisiologicamente procreare si adattino a questa loro frustrazione e se ne facciano carico senza pretendere l’impossibile.
    I limiti esistono per tutti, anche per loro.
    Un cordiale saluto a tutti U.

  2. Uroburo
    Uroburo says:

    controcorrente { 19.01.13 alle 11:15 } A mio avviso dovere dei genitori dovrebbe essere quello di sviluppare nei ragazzi il massimo di capacità critiche, di modo che poi loro scelgano …!!
    —————————————————–
    Caro CC,
    le capacità critiche a me sembrano importanti ma meno ed in second’ordine rispetto al senso di identità. Non si sviluppano su un foglio bianco ma su una personalità già strutturata, almeno in parte ed in modo sufficientemente elastico.
    I principi di base di qualunque bambino vengono dalle persone che lo circondano, in particolare dai genitori. Su questi principi di base, adeguatamente elastici, ognuno poi costruisce pian piano con l’esperienza, la riflessione e la rielaborazione il proprio modo di vedere. Essere critici mi sembra meno importante che avere dei fondamenti di pensiero, purche questi non ti impediscano un’evoluzione e soprattutto non ti impediscano di renderti conto che gli altri possono avere fondamenti diversi dai tuoi ma non per questo sbagliati. Che è il principio di base della tolleranza e dell’accettazione della diversità.
    Un caro saluto U.
    PS. Ti manderò la foto della mia pignatta con le opportune variazioni, così mi sai dire se sarebbe possibile farne una simile.

  3. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    vedo che anch’io devo ripetermi e lo farò con un esempio:
    pochi giorni fa un giudice italiano ha sentenziato che un bambino ( che C’E’ GIA’ ed è nato “naturalmente”), potrebbe , POTREBBE crescere meglio con una mamma diventata, DIVENTATA, gay, piuttosto che con un padre violento.
    La Chiesa è insorta, le associazioni gay hanno gridato alla vittoria!
    Approvo una sentenza individuale di assoluto buon senso , e per me l’hanno stravolta, per tirare l’acqua al proprio mulino, i due contendenti!
    Altro sono le tecniche di inseminazione e utero in affitto.
    caro Peter, sia in America che in Inghilterra si sono verificati casi di mercato di utero, di partner pentiti di dover mantenere un bambino non suo, di separazioni gay o etero con bambini strattonati e finiti in case protette, cioè in orfanotrofi!
    E non mi venga a dire che se si legifera sul diritto dei gay ad adottare , poi non si finisce al mercato …gay e etero!
    Legga, si informi…così eviterà di darmi della omofobica solo perchè io ho grande rispetto della vita umana, nel bambino che deve nascere e in quello già nato…mentre condanno gli egoismi adulti e spudorati di chi vuole il diritto a fare ciò che li pare e come gli pare.
    In fondo è ciò che ha detto CC!

    Ps: anch’io sono cresciuta con la sola madre…e mi dicono, almeno chi mi vuol bene, anche abbastanza bene.
    Che c’entra con l’utero in affitto e col mercato di spermatozoi?

    Sylvi

  4. peter
    peter says:

    x Uroburo

    e dagli, caro…veda, il fatto che una persona non possa procreare non comporta, necessariamente, che non abbia capacita’ parentali. Ed il fatto che si possa, non vuol dire che si abbia…infatti almeno il 40% delle persone gia’ al mondo si trovano in famiglie molto ‘disfunzionali’, con gravi carenze affettive, gravi disturbi di crescita, personalita’ molto problematiche di conseguenza, e non tutti potranno poi fare anni di psicoterapie varie per riparare ai danni indotti da famiglie apparentemente ‘normali’, etero, magari pure religiose e pie…
    Sylvi vede i casi limiti e le eccezioni giudiziarie di paesi ‘avanzati’ e libertini oltre misure come UK e US (e non mi risulta che in US coppie gay possano adottare! o no?), mentre io vedo i casi ‘normali’ e senza risvolti drammatici. Quanti divorzi, traumi, casi giudiziari, violenze, ed altro, accadono come ‘eccezioni’ nelle coppie ‘normali’?!
    Poi mi pare si parlasse di adozioni, non di tecniche artificiali, che pure esistono, e che mi lasciano affatto indifferente

    Peter

  5. peter
    peter says:

    preciso che i casi di uteri in affitto ed inseminazioni artificiali riguardano molto piu’ spesso le coppie etero, e primipare attempate, che non quelle gay o lesbiche! vediamo quante volte lo dovro’ ripetere…

    Peter

  6. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,

    negli USA le leggi di adozione per coppie gay variano di Stato in Stato, in generale sono permesse a singola adozione GLBT.
    Non vietano chiaramente congiunta adozione gay. Second-genitore adozione.
    Incluso il mio Stato….
    Nota che non tutti gli Stati riconoscono matrimoni gay.

    Le famiglie ideali esistono certamente, io NON ne sono stata la recipiente…percio’ credo che ci siano troppe varianti per passarne un fermo giudizio.
    I miei stessi nipoti sono cresciuti senza la figura paterna.
    Potrei andare avanti con esempi della mia famiglia ed anche quella di mio marito….nel senso della famiglia ideale, papa’ e mamma.

    Anita

  7. Uroburo
    Uroburo says:

    Leggo solo ora un articolo che mi era sfuggito.
    Lo dedico a Silvy, che non sapendo nè capendo un tubo di economia e di politica industriale discetta quotidianamente sulle colpe de’ sindacati (talvolta reali, ben inteso).
    Qui pare che le colpe del padronato siano maggiori, e per di più pare siano le stesse da sempre: una visione speculativa dell’attività produttiva. Come si sa da sempre.
    Ma naturalmente se il nostro padronato è fatto si squali e di truffatori la colpa è del sindacato, come avrebbe detto il gegnal MarcoTempesta. Approposito del suddetto gegno incompreso: pare che il Banana non condivida la sua tesi che le TV non c’azzeccano per nulla nella creazione dell’opinione pubblica (sive: consenso elettorale). Naturalmente ha torto il Banana e ragione il MarcoTempesta. Ouuhhhhyeaaaahhhhh!…
    Sarebbe da dedicare l’articolo anche al nostro pregevole Rodolfo ma qui la speranza che possa capir qualcosa è ormai ridotta al lumicino.
    In democrazia parlano tutti, compreso coloro che non hanno niente da dire. Chevvvofà? Siamo nati per soffrire …
    Un saluto U.
    ———————————————-
    DALL’ARTICOLO DI SCALFARI SU REPUBBLICA DEL 30.12.2012
    “PER FAVORE PROFESSORE NON RIFACCIA LA DC”

    Post scriptum. I professori Giavazzi e Alesina, delle cui conoscenze economiche ho una riluttante stima, hanno scritto venerdì scorso sul “Corriere della Sera” che il solo modo per tagliare quanto è necessario la spesa corrente dello Stato è il restringimento delle sfere di competenza dello Stato medesimo. Ordine pubblico, giustizia, Difesa, scuola (in parte), assistenza ai vecchi e agli ammalati poveri. Solo restringendo il perimetro pubblico e parapubblico diminuirà la spesa.
    L’obiettivo è 40 miliardi. Come reimpiegarli si vedrà dopo. Queste proposte (ultrabocconiane) si dice siano ben viste anche da Mario Draghi. Io non ci credo ma non ho notizie in proposito.
    Si tratta di vecchi temi del liberismo classico; del resto i proponenti lo sanno benissimo, sono esperti di storia economica. Si tratta di rimettere indietro le sfere dell’orologio risalendo all’epoca gloriosa di Cobden e della lega di Manchester, quando si abolì il dazio sul grano per favorire la nascita dell’industria tessile.
    Di mezzo ci sono stati quasi duecento anni di storia del capitalismo e della democrazia. Ma meritano comunque considerazione. Anche Berlusconi diceva e dice «Meno stato, più mercato». Poi ha fatto il contrario.
    Ma venendo al serio: da trent’anni il grosso delle imprese italiane ha destinato i profitti o a dividendo per gli azionisti o per investimenti finanziari e speculativi. Pochissimo a investimenti nelle aziende per modernizzarne l’offerta e allargare la base occupazionale. Se si vuol restringere la base operativa dello Stato occorre come preliminare che gli imprenditori tornino ad investire nelle aziende, altrimenti non ci sarà più manifattura né nell’industria né in agricoltura.
    Torneremo ai pascoli. Credetemi, non è un obiettivo degno di due bocconiani.

  8. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    che io sia ignorante di politica industriale e di economia è cosa che affermo io per prima, con rammarico ma anche con la percezione netta che per troppi anni sono stata “in tutt’altre faccende affaccendata”.
    Insomma percorrevo altre strade.
    Se io ce l’ho con i Sindacati, con Tutti aggiungerei, non solo con la CGIL, è perchè venendo a contatto, non per sentito dire, con Sindacati, fuori d’Italia, che non confondevano e non confondono, il loro ruolo e il loro compito con quello dei partiti di riferimento,e allora confronto questi sindacati VERI con i nostri che da tempo hanno smarrito i confini fra politica sindacale e politica politicante!
    Ora che il Sindacato sia guidato da ideali e obbiettivi che si rifanno a quelli dei partiti che li dovrebbero mettere in pratica direi che è normale; ma che il sindacato sia diventato il nume tutelare non dei lavoratori ma dei suoi tesserati e solo di quelli (anche dei ladri e dei sabotatori); che faccia smaccatamente politica esso stesso in una confusione di ruoli inaccettabile ; che diventi soprattutto il trampolino di lancio dei sindacalisti verso il Parlamento nazionale e anche europeo…bene credo che sia completamente fuori da ogni concezione seria del proprio compito e servizio.
    Gli imprenditori: tu parli sempre di imprenditori come “padronato di squali e sfruttatori” mettendoli tutti, grandi e piccoli, nello stesso bigoncio…e invece così non è!
    E’ assurdo, e lo sai anche tu, paragonare una GI, molto spesso foraggiata dallo stato con migliaia di piccole imprese che devono vivere soltanto con le loro forze, autofinanziandosi, vessate da tasse ” su previsioni fantasiose di fatturato” e su una burocrazia che presuppone eserciti di commercialisti e di avvocati per difendersene e che la impresa molto spesso non può permettersi!
    Ora, quando a migliaia sono morte, quando si sono suicidati i titolari, qualcuno si accorge che c’è un problema PMI, così come c’è un problema disoccupazione che è la conseguenza inevitabile.

    Tu citi Scalfari parlando di ….da trent’anni il grosso delle imprese italiane ha destinato i profitti o a dividendo per gli azionisti o per investimenti finanziari e speculativi. Pochissimo a investimenti nelle aziende per modernizzarne l’offerta e allargare la base occupazionale….

    questo può valere per le GI…le piccole non investivano e non investono perchè strozzate, come ho detto sopra…i dividendi?
    Che cosa sono? ti direbbero in molti.
    Investimenti finanziari di un imprenditore che fa le sue otto dieci ore più del suo operaio???
    Ti faccio un esempio di cui so: in Germania un imprenditore che inserisce il figlio in fabbrica ( ricambio generazionale), viene detassato di tutte le spese e investimenti per favorirlo.
    In Italia viene punito con aggravio di tasse!
    Le nuove assunzioni in Germania sono accompagnate da detassazioni non solo a livello di Land ma anche a livello comunale quando gli assunti sono del distretto.
    Le tasse poi…tu ne sai quanto me!!!
    Perciò io ritengo che ragionare come fai tu, mettendo nello stesso cesto situazioni del tutto diverse, sia solo perpetuare una situazione del mercato del lavoro che in Italia ha sempre fatto schifo! Non solo non serve a niente, ma ci aiuta a scendere ancora un po’ nel baratro dove siamo diretti.
    Altro che riformismo!

    Ho parlato della Germania, ma in Austria è la stessa cosa e persino nella minuscola Slovenia; la Croazia che entrerà quest’anno nella UE, si sta già attrezzando allo stesso modo, tutti con tassazione che supera di poco il 20%, e in Austria gli operai guadagnano un 30% in più dei nostri. Come mai?
    Questa è ECONOMIA SPICCIOLA!

    buon pranzo!
    Sylvi

  9. Shalom: la giudaicizzazione della Galilea è razzismo
    Shalom: la giudaicizzazione della Galilea è razzismo says:

    http://www.facebook.com/groups/103753553021948/475666879163945/?notif_t=group_activity

    La giudaizzazione della Galilea è razzismo. Il caso di Nazareth

    Nazareth alta per il Sindaco Shimon Gapso è stata fondata per essere ebraica e questa è una missione nazionale . Per questo ha deciso di bloccare l’apertura di una scuola per circa 1.900 alunni arabi, i bambini di una comunità che costituisce circa il 20 per cento della popolazione della città. Questi bambini devono viaggiare ogni giorno e recarsi nelle vicine città arabe,ormai sovraffollateAlta Nazareth è una città mista, che – come Haifa, San Giovanni d’Acri, Lod e Tel Aviv – è obbligata ad aprire scuole per le sue comunità minoritarie. Per tale obbligo, derivante dal principio della parità di diritti per tutti gli israeliani, gli arabi hanno il diritto a proprie scuole sotto l’egida del Ministero dell’Istruzione, non solo nelle città arabe, ma anche nei quartieri arabi delle città miste.Gapso, che a novembre ha chiesto al Ministero dell’Interno di dichiarare la Nazaret araba “ostile allo Stato di Israele,” non sembra di riconoscere il suo obbligo a fornire diversi servizi educativi per i residenti arabi della sua città. Peggio ancora, la sua opposizione a una scuola per i cittadini arabi della città è un chiaro tentativo di “ripulire” la città di quei cittadini,che “minacciano la giudaizzazione della Galilea.Il termine “giudaizzazione della Galilea” è funzionale a legittimare ogni posizione razzista che considera la presenza degli arabi in Galilea o in qualsiasi altro luogo come una minaccia nazionale. Queste posizioni sono apparentemente sostenute da alcuni dei nostri leader nazionali visto che finora non si sono preoccupati di condannare Gapso.Ci si potrebbe aspettare dal ministro dell’Istruzione Gideon Sa’ar di utilizzare immediatamente la sua autorità per ordinare l’apertura di una scuola araba in Alta Nazareth. Gapso fa osservazioni che Sa’ar supporta a quanto pare e così il ministro degli Interni ,pertanto, non resta agli israeliani, siano essi arabi o ebrei,altra scelta che votare per i partiti che combattano il razzismo e la discriminazione .

    2 Nazareth Illit: no a scuole arabe per palestinesi No a scuole arabe a Nazareth Illit. Il divieto è firmato dal sindaco della cittadina a maggioranza ebraica, che sorge su una delle colline della città di Nazareth (considerata la capitale palestinese d’Israele). Oltre 52mila abitanti, di cui il 20% arabi, Nazareth Illit è guidata da una delle amministrazioni più estremiste del Paese.

    Ieri il sindaco, Shimon Gapso – noto per le sue posizioni oltranziste anti-arabe – ha rigettato l’appello presentato dall’Associazione per i Diritti Civili in Israele che chiedeva la creazione di una scuola araba a Nazareth Illit. “Nessuna concessione alla popolazione musulmana, finché sarò io il sindaco – ha detto Gapso – Nazareth Illit è stata fondata per rendere la Galilea ebraica e io devo preservare questo status”.

    La petizione era stata consegnata lo scorso 7 gennaio: nella città, dove vivono anche arabi palestinesi, di fede musulmana, sono già presenti una moschea e un cimitero islamico. “Si tratta di una petizione nazionalista e provocatoria, che intende rompere lo status quo”, ha continuato il sindaco, aggiungendo che ogni simile iniziativa futura sarà rigettata.La richiesta era nata dalle necessità della popolazione araba, consistente minoranza a Nazareth Illit: gli studenti palestinesi non hanno scuole in cui iscriversi e sono costretti a spostarsi nelle città o nei villaggi arabi vicini. “La mancanza di scuole viola il diritto dei residenti arabi all’educazione e viola il principio di uguaglianza nell’allocazione delle risorse pubbliche e municipali – spiega l’avvocato dell’associazione israeliana firmataria, Ashraf Elias – I bambini palestinesi di Nazareth Illit sono privati di un’educazione adeguata e libera nella loro stessa città. Ciò significa che l’autorità locale e il Ministero dell’Educazione non forniscono alla comunità araba le stesse risorse di cui gode quella ebraica”.

    Un’accusa a cui il sindaco Gaspo risponde per le rime: il Comune fornisce agli studenti arabi trasporti pubblici gratis verso le scuole di Nazareth e dei villaggi circostanti. Poca cosa, che non giustifica la totale mancanza di scuole per la comunità palestinese, l’ennesima forma di apartheid all’interno dello Stato di Israele.

    Ma certo Gapso non è nuovo a simili boutade. Poco tempo fa, aveva fatto richiesta al Ministero degli Interni israeliano perché tagliasse i fondi al Comune della città palestinese di Nazareth e la dichiarasse ufficialmente “comunità ostile allo Stato di Israele, un covo terroristico nel cuore della Galilea che attende solo l’occasione per colpire Israele alle spalle”.
    Nena News

  10. Shalom: rapinare ancora il Mali dell'oro e uranio
    Shalom: rapinare ancora il Mali dell'oro e uranio says:

    http://www.fulvioscaglione.com/2013/01/20/mali-uranio-petrolio-e-un-po-di-guerra/

    MALI: URANIO, ORO… E UN PO’ DI GUERRA

    L’intervento militare internazionale nel Mali e le sue ricadute, come la presa di ostaggi in Algeria, hanno fatto riemergere le domande che da decenni ci tormentano. Fino a che punto è lecita questa guerra? Le truppe straniere, prime fra tutte quelle francesi, sono lì per combattere il terrorismo o per servire gli interessi economici delle potenze? E’ un intervento per la democrazia o un atto di neo-colonialismo?

    Uno dei tuareg ribelli del Mali.
    Sembra di parlare non del Mali ma di Iraq, Afghanistan, Libia, e non solo. La risposta dipende dagli ideali di ognuno, perché questi sono temi che si prestano solo a risposte complesse e piene di sfumature. Proviamo intanto con i fatti.

    1. Una guerra lecita? Il pacifista risponderà no, perché nessuna guerra è lecita. Chi invece riconosce la validità degli accordi tra Stati, accetta anche la Risoluzione 2071 del Consiglio di Sicurezza dell’Onu che il 12 ottobre ha approvato un intervento militare in Mali da parte delle organizzazioni sovranazionali africane, l’Unione Africana e la Comunità economica degli Stati dell’Africa Occidentale. La risoluzione dava alle due organizzazioni 45 giorni di tempo per presentare un piano di intervento. Prima che il piano fosse pronto, la situazione nel Mali è precipitata. La Francia è intervenuta con le proprie truppe, visto che i peace keeper africani non si muovevano, e i leader dei Paesi del G8 hanno applaudito, chiedendo intanto ai Paesi dell’Africa di fare il proprio “dovere”.
    2. Paura dei terroristi? La minaccia islamista dei gruppi armati che s’ispirano ad Al Qaeda è più che reale. Respinti dall’Algeria, dove sono stati molto attivi dal 1995 al 2005, questi gruppi sono pian piano scivolati verso Sud per agganciarsi alle battaglie locali in corso. In Nigeria si sono alleati alla setta islamista Boko Haram. Nel Mali hanno infiltrato, fino a controllarla, la lotta dei tuareg per l’indipendenza dal Governo centrale, a sua volta indebolito da un colpo di Stato militare secondo molti ispirato da Nicolas Sarkozy ma realizzato da un ufficiale, il capitano Amadou Aya Sanogo, che tra il 1989 e il 2000 ha seguito sei corsi di addestramento negli Usa. Gli stessi Usa che negli ultimi dieci anni hanno riversato sull’esercito del Mali un miliardo di dollari in “aiuti”. Comunque sia, le milizie tuareg-islamiste erano ormai sul punto di impadronirsi dell’intero Paese, destabilizzando tutta la regione. Con la Somalia in mano agli shaabab, la Nigeria sconvolta dalle stragi degli islamisti di Boko Haram, il Kenya minacciato e gran parte del deserto tra Mauritania, Algeria, Mali, Niger e Chad in balia dei predoni, un eventuale tracollo del Mali rischiava di “somalizzare” l’intera fascia del Sahel. Nessuno poteva permetterselo. A quanto pare nemmeno gli Usa, che infatti hanno espresso pieno appoggio all’intervento francese.

    Il capitano Sanogo, che in Mali ha guidato il colpo di Stato militare.
    3. Gli interessi economici. Sono molti, e forti. Certamente la Francia è in prima fila, perché i Paesi di questa regione sono quelli che più a lungo sono stati colonizzati dai francesi e anche quelli con cui Parigi ha mantenuto i legami più solidi. Uno dei primi viaggi all’estero del presidente socialista Hollande, non a caso, è stato in Algeria. Ma anche quando si parla di vile denaro, le cose sono più complesse degli slogan. Nel 2004, in Mali fu creata l’Autorità per le ricerche petrolifere, che si affrettò ad assegnare 29 concessioni relative a 5 bacini di esplorazione: 9 riservate al Governo del Mali, le altre 20 divise tra Total/Elf (Francia), Baraka (Australia), Sipex (Algeria), PetroPlus (Angola) ed Eni (Italia). Non solo: il bacino Taoudeni, su cui si appuntano le migliori speranze petroliferi del Mali, si estende anche in Niger, Mauritania, Burkina Faso e Algeria. Buttatela in politica o in economia, ecco rappresentato un vastissimo spettro di interessi e concorrenti diversi. Per la cronaca, proprio in questi giorni l’Eni ha deciso di restituire le licenze a causa del basso potenziale riscontrato nei bacini petroliferi finora esplorati.

    4. E l’oro, e l’uranio… Naturalmente non c’è solo il petrolio. Il Mali, per esempio, è il terzo estrattore africano di oro, dopo il Sudafrica e il Ghana, e tra il 2001 e il 2008 ha concesso almeno 60 licenze di esplorazione mineraria ad aziende straniere. E poi ci sono le risorse non ancora sfruttate ma già scoperte. Altro esempio: i giganteschi giacimenti di bauxite(oltre 400 milioni di tonnellate), minerale da cui si ricava l’alluminio, che nei prossimi anni dovrebbero fare del Mali il primo esportatore africano, a spese della Guinea Conakry. E poi il gas naturale, rinvenuto a poche decine di chilometri dalla capitale Bamako, in un giacimento già affidato alle cure della Total. E l’uranio, presente in ottime quantità proprio nel Nord ora dominato dalle milizie tuareg-islamiste, e prima della loro avanzata coccolato da compagnie canadesi e australiane. Il tema dell’uranio rimanda poi al confinante Niger, che ne abbonda, e dove l’azienda di Stato francese Areva domina l’estrazione.
    Difficile dunque stabilire se Francia, Usa e altri Paesi si muovano per stroncare la minaccia dell’estremismo islamico (e proteggere le popolazioni locali che, non dimentichiamolo, sotto questi tipi campano assai male) o se siano in realtà interessati alle ricchezze del sottosuolo. A ben vedere, comunque, c’è poca differenza. Perché il “rischio islamismo” in quella parte dell’Africa è reale. Ma è reale anche il desiderio/bisogno dei nostri Paesi e dei nostri sistemi economici di usare il petrolio, l’uranio, l’alluminio, e il silente mandato che i nostri popoli danno ai politici: quello di procurarsi appunto petrolio, uranio ecc. ecc. Per cambiare politica, dovremmo forse cambiare abitudini.

  11. sylvi
    sylvi says:

    Ho seguito nel TG il funerale di Prospero Gallinari, terrorista, assassino di persone assolutamente innocenti.
    Diceva il giornalista, mille “compagni” a seguire il feretro, dai più famosi (Curcio ecc.) ai ragazzini dei centri sociali e della TAV ( cosa c’entri…solo loro e la polizia lo sanno).
    Pugni alzati, canto dell’Internazionale, recite poetiche e INNI al grande “combattente per la libertà”!!!
    Libertà di assassinio, senza un moto non dico di pentimento, ma nemmeno di ricordo per quei morti, per quella scorta di Moro che aveva l’unico torto di lavorare….!
    E tutti ieri erano fuori di galera, LIBERI, mentre le loro vittime sono sottoterra da decenni.
    Non mi pare che fossero ravveduti, come auspica il nostro CP e il garantismo peloso a 360° dei nostri politici e dei nostri giudici tutelari del Diritto, alla Ingroia e alla De Magistris, ma anche allo stuolo degli avvocati berlusconiani!

    A Gallinari io auguro che Dio abbia pietà di lui; pietà e giustizia soprattutto nell’aldilà:
    Perchè altrimenti mi esprimerei come mia nonna:
    – se no xe giustissia de là, che ciavada che go ciapà!

    Sylvi

  12. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Anche quando ci fu il funerale di Almirante con migliaia di partecipanti, il capo fascista purosangue che in gioventù,( poi mica tanto giovane), sparava di proprio pugno alla schiena, sempre e comunque alla schiena perchè “aveva timore di guardarli in faccia”, prigionieri politici dei quali l’unico torto era quello di voler liberare l’Italia dai puzzoni in camicia nera e in camicia bruna?
    Non mi è dato di sapere che si sia mai ravveduto. Le sue vittime, spesso erano giovanissim e innocenti dato che non avevano niente a che fare con i partigiani. Questo lo so da mio padre che combattè sui Monti Sibillini insieme a mia madre.
    Eppure, ancora oggi viene venerato da quegli sconsiderati orfani del Pagliaccio da Predappio.
    Io mi inkazzerei ANCHE su questo,… gli anni passano per noi che siamo in vita e non per quelli, anche loro sottoterra da decenni.

    Oppure la vogliamo buttare sul noto quaglieggio di una certa signora d’oltreoceano sul fatto che “la guerra è guerra anche se fa male” e che quindi …tutto va ben madama la marchesa?
    Sai Sylvi, sempre per quella questione dei due pesi e due misure.
    C.G.

  13. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xgc
    Si….ma una non esclude l’ altra …ne’ la giustifica…
    questo lo avresti potuto aggiungere….ed allora saresti stato anche credibile.
    R

  14. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Chiaro che una non giustifica l’altra, lo capisce anche un bambino!
    Sono i due pesi e due misure che sono indigesti.
    Guarda te, per esempio, con le tue panzane sul conflitto mediorientale…

    “Ci sono persone che credono di saper tutto ma purtroppo è tutto quello che sanno”.
    (Oscar Wilde)

    Inutile aggiungere che non ne capirai il senso.

    C.G.

  15. controcorrente
    controcorrente says:

    Su una cosa ormai siamo sicuri,anche dopo l’apertura di certi schedari ,dopo il rapimento Moro, i nostri Servizi Segreti, guidati dalla P2 , brancolavano nel buio più pesto….
    E avevano nei loro elenchi noti rivoluzionari del calibro di Petruccioli,e altri noti miglioristi che erano stati nel passato a Mosca, probabilmente a fare i fanghi..mentre per trovare la verità che ovviamente non si troverà mai EH, bastava andare nell’ufficio accanto..
    A dimostrazione di due cose
    A)I brigatisti non solo non capivano nulla della società, ma non avevano mai veramente, nè letto e quindi nè capito Marx e nemmeno Lenin
    B) Furono quindi degli “ottimi servitori ” del potere e di una parte della classe digerente !

    Il resto è coreografia , ma i coreografi non hanno mai fatto la storia,confondono solo con gli “scenari “per non far capire quello che accade veramente dietro le quinte.
    Ma se è per questo, è veramente stato criminale ammazzare tanta gente !
    Per confondere non c’è bisogno di ammazzare, a volte basta perfino solo scrivere su un piccolo blog !

    cc

  16. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x cc.
    Leggo e riporto:

    “Galloni, tra i fondatori della corrente di sinistra della Democrazia Cristiana, grande amico di Aldo Moro anche se mai doroteo, e’ stata unavera e propria miniera di informazioni per i cronisti che hanno partecipato al dibattito legato al libro dello storico Giuseppe De Lutiis. Ha rivelato infatti che gli americani sapevano dove era la prigione di Moro e che il covo dove e’ stato tenuto lo statista durante il rapimento “non e’ quello indicato dai brigatisti”. Inoltre, ha rilevato che Francesco Cossiga, ministro dell’Interno durante il sequestro, “non ha detto tutto”. E qui e’ sceso nel dettaglio:
    “il 9 maggio del 1978 – ha detto Galloni – Cossiga sapeva e si aspettava che Moro sarebbe stato liberato”. E ancora: la mattina del 16 marzo, giorno del rapimento, Moro era uscito presto di casa, intorno alle 9, mentre il dibattito alla camera era previsto per le 10. Infatti, lo statista, al momento del sequestro, si stava recando a casa del segretario della Dc, Benigno Zaccagnini che aveva in mente di dimettersi dalla guida del partito non appena il governo avesse ottenuto la fiducia. Moro andava da lui per farlo recedere da questa decisione, ma come questa
    informazione e’ finita alle Br?. Non basta: lo statista rapito si era
    lamentato spesso del fatto che sia la Cia che il Mossad avessero
    informazioni sulle Br ma non le davano al governo italiano. Insomma, intorno alla vicenda Moro le zone d’ombra sono ancora molte. Per Rosario Priore, il magistrato che ha seguito l’inchiesta Moro, i servizi segreti francesi e la Stasi, che seguiva gli uomini della Raf con i quali le Br intrattenevano stretti rapporti, sapeva che ci sarebbe stato il sequestro del presidente della Dc.”

  17. Uroburo
    Uroburo says:

    sylvi { 20.01.13 alle 16:46 } Ho seguito nel TG il funerale di Prospero Gallinari, terrorista, assassino di persone assolutamente innocenti.
    – se no xe giustissia de là, che ciavada che go ciapà!
    —————————————————————–
    Cara Silvy,
    io non ho mai avuto nulla a che spartire con il partito armato e non li ho mai giudicati “compagni che sbagliano”. Al contrario ho sempre pensato primo che fossero infiltrati da tutti i servizi segreti possibili ed immaginabili (nazionali ed esteri); secondo che, proprio come per gli anarchici dell’Ottocento, “nella loro cieca furia eliminassero sempre gli uomini sbagliati”.
    Ho provato anch’io un certo fastidio per come si è svolto il funerale di Gallinari: troppa esibizione di idee ormai del tutto condannate non solo dalla storia ma addirittura dalla cronaca; un’assoluta mancanza di autocritica di fronte al successivo svolgimento dei fatti che comprendono la perdita di ogni prospettiva rivoluzionaria (posto che la rivoluzione possa essere vista come una prospettiva positiva e gli ultimi cento anni dimostrano quasi sempre il contrario), una restrizione degli spazi generali di libertà per tutti, la fine di ogni possibilità riformista per almeno vent’anni, il sorgere del crassismo (meno peggiore solo rispetto al regime del Banana) e dei governi di pentapartito.
    Tuttavia mi stupisce la tua incapacità a vedere le cose con occhi diversi dai tuoi.
    Tutti i componenti del partito armato hanno pagato i loro conti con la giustizia secondo le leggi vigenti, che valgono per tutti, anche per loro. Da noi non esiste, per fortuna, la pena di morte e l’ergastolo viene trasformato automaticamente in una pena di trent’anni, che gode dei benefici di legge come qualunque altra pena.
    Quel che dici (E tutti ieri erano fuori di galera, LIBERI, mentre le loro vittime sono sottoterra da decenni) vale per qualunque omicida,visto che nessuna condanna può far risuscitare i morti.
    Quanto alla tua nonna, avrebbe dovuto sapere che la giustizia non è di questa terra; e secondo me men che meno nell’altra, visto che si rischia di passare l’eternità, per chi ci crede, in compagnia di certi mascalzoni ingiustamente assurti all’onore degli altari.
    Un saluto U.

  18. controcorrente
    controcorrente says:

    Come Gramellini ricorda nella Stampa del 19 Gennaio, il manifesto elettorale del Sylvio,oltrechè a definirsi : “Gente che ama la gente,che non prova invidia,che odiare non sa “continua con un NOI ,NO interessante Noi NO ….a (riporto) : Camusso,Magistocrazia,Patrimoniale,Fiom,Hamas,(Hamas,ma dai!), La Repubblica (intesa come giornale presumibilmente e non come istituzione esodata,rimpiazzabile dal più agile impero ?), Burocrazia,No Tav,Saviano,Radical chic,IMu,Fannulloni,Intercettazioni,Coop, Littizetto,Santoro, Fazio,Travaglio,Floris,No Global

    _____ ___

    Non c’è che dire ,un bel Minestrone di Nonna “Ghita”, secondo la ricetta più classica,minestrone che avevo evocato in un mio precedente intervento sul Blog, giorni fa , quasi che esistesse un “filo nascosto” di pensiero tra me ed il Vice-Direttore della Stampa, …solo che, continua Gramellini lo incuriosiscono gli “ingredienti”mancanti per completare la ricetta….Gramellini suggerisce Bersani, Monti,Kim Il Sung,il loden, l’eskimo,i rubli di Mosca,gli euro di Francoforte,Equitalia,lo spread,Umberto Eco,Nanni Moretti,la Merkel,Carla Bruni,i cantautori, l’Inter del triplete….

    Non c’è che dire ,Gramellini fa esattamente la ricetta completa del Minestrone di Nonna Ghita , che giro paro ,paro alla Sylvi…per un completo successo della ricetta.

    cc

    Non lo so , ma ho la strana impressione che il manifesto elettorale di Sylvio, si ispiri al nostro Blog e debba ringraziare certi autori di primo piano..come non dimenticare Rudulf con quel Gente che ama la gente e che non odia,che non prova invidia…!

    Infatti Gramellini dice che queste frasi sembrano un Mix di Ghandi e San Francesco..!!
    Solo che, dico IO, San Francesco parlava agli Uccelli…rudolf per fortuna No !

  19. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro CC,
    sto sorridendo al pensiero della psicologia dei sentimenti assunta come chiave della politica, ouuuhhhhyeaaaahhhhh!!!!!
    L’Ebreo (sic! con tutta la vuota rettorica del caso) non odia!
    Lo sa il Rodolfo che ce l’ha chiesto a tutti e venti milioni sparsi per il mondo, uno per uno. Egli SA!

    Tuttavia, per tornare a cose più tragicamente serie, il Banana è in veloce rimonta, il che significa che questo paese ha la memoria corta perfino per cose accadute un anno fa. Epperdipiù il paese ignora che eravamo diventati lo zimbello di tutte le cancellerie d’Europa, e se lo sapesse reagirebbe con un soprassalto nazionalista: votiamo Banana per difendere l’Itttagglianità oltraggiata dallo straniero, ouuuhhhhyeaaaahhhhh!!!!!
    Il risultato finale sarà un paese ingestibile con circa il 40% del parlamento in mano e forze eversive ed antidemocratiche. Mi spieghi come potremo cavarcela? Ma l’importante è fermare i
    kommmmunisti che, com’è noto, divorano abitualmente bambini indifesi, per lo più crudi (e vivi).
    Mentre il Casini e Monti continuano con i loro giochetti democristiani di sempre. Interessante a questo proposito il giudizio impietoso del Financial Time su Monti: “Monti non è l’uomo giusto per guidare l’Italia. Il suo governo ha provato a introdurre riforme strutturali modeste, annacquate fino alla irrilevanza macroeconomica. Ha promesso riforme, finendo per aumentare le tasse. Ha iniziato come tecnico ed è emerso come un duro politico. Molti italiani sanno che (il calo dello spread) è legato a un altro Mario, a Draghi”.
    Siamo un paese bollito e senza più alcuna speranza, mio caro, rendiamocene conto.
    Un saluto rattristatissimo U.

  20. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    D’accordo, hanno pagato la loro pena, secondo le leggi di un garantismo peloso che mi fanno vergognare di uno Stato che dopo due o tre anni di galera rimette in strada ogni sorta di assassini.
    Ma questi, del funerale a Gallinari, hanno voluto strafare; non soltanto liberi, ma senza nessun senso non dico di pentimento, ma di decenza che li portasse a evitare la sceneggiata, i canti e i baci e gli abbracci come fossero reduci di una guerra che non rinnegano.
    Ma la guerra ha un nemico davanti, la guerra ti obbliga ad affrontare il nemico….loro colpirono alle spalle , a caso, nel mucchio.
    A questi vigliacchi con il pugno chiuso si addiceva il silenzio.
    Ci mancava solo che ballassero sulle tombe delle loro vittime.

    Poi…c’è qualcuno che mi spiega che cosa c’entrava la bandiera palestinese sulla bara di un terrorista italiano assassino plurimo?
    Mi attraversano la mente molti strani pensieri!!!

    Buonagiornata
    Sylvi

  21. Uroburo
    Uroburo says:

    PS per CC.
    E mi dimenticavo l’onorevole Spennella, ansioso di un apparentamento elettorale con ‘Sto Race. Un fascista duro e puro (si fa per dire, in realtà come governatore del Lazio ne ha fatte di ogni, quasi peggio di Alemanno come sindaco di Roma) sostenitore dell’ex-RSI.
    Alla fin fine si ritorna sempre a casa …..
    Ciao caro e tanti auguri per il prossimo nerissimo futuro. U.

  22. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Silvy,
    guarda che, come tutti i detenuti, questi hanno goduto di alcune facilitazioni, come l’uscita diurna per lavorare, dopo aver scontato i 2/3 della pena. Quindi approssimativamente vent’anni di carcere. Per essere un garantismo peloso mi sembra neanche poco.
    Gallinari poi è uscito per grave malattia, tant’è che è morto piuttosto giovane.
    Essere pentiti non è un obbligo. A me personalmente meraviglia di più la loro totale assenza di autocritica, ma è anche vero che per fare certe scelte devi essere un po’ paranoico e questi lo erano abbondantemente.
    Secondo le più classiche abitudini itttagliane un qualunque pistola si crede inviato da Dio e si comporta di conseguenza. Il paese paga … ma rapidamente dimentica.
    Un saluto U.

  23. controcorrente
    controcorrente says:

    caro Uroburo,

    che il bananiero sia in rimonta, parrebbe vero…chi non rimonta quando fa “appello” ai sentimenti più reconditi della “pancia “di certi italiani ?
    Evocando da un lato, spettri di un passato ,solo immaginato, in Otalia,mentre, molto più realisticamente ,fisiologicamente parrebbe che a patire di più la fame siano le “panze grasse” che non le panze vuote che hanno sviluppato nel tempo resistenza maggiore !
    Nelle avversità di guerre ed altro, infatti è comprovato che a morire per primi siano quelli 2grandi e grossi ” in quanto patiscono anche solo la mancanza di una sola caloria , per sentirsi in crisi !

    Vedo che si ritorna alla grande famiglia riunita per esigenze economiche…eh,eh.. le sane tradizioni ritornano…ma per carità non sono le condizioni oggettive a determinare il comportamento umano..per carità nel nostro caso è stato un ritorno di fiamma, di ideali antichi che grazie alle crociate idealistiche”dei monti e delle valli sublimi ” hanno ripreso forza, indicando la via !
    Suoceri, consuoceri, zii e zie ,cugini e parenti vari, tutti insieme come il bel tempo che fuu !!

    cc

  24. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Uroburo (II),
    del FT non mi fido ,come qualsiasi cosa in materia economica provenga dalla perfida Albione, tanto meno da un giornale finanziario , per’altro utile in altri casi ,a capire come vanno le cose del Mondo !
    Leggevo che per avere un dato reale del comportamento italico, in questo immane casino “mondiale” che ci obbliga a non fare più i furbi, come nel passato,sarebbe interessante avere una stima dei soldi investiti in operazioni finanziare e speculative, anzichè in investimenti produttivi ,in questi anni bananieri.
    La realtà è che il banana e qui sta il vero disastro ,molto di più delle puttane di Arcore,ha sostanzialmente “sgovernato ” l’Italia.
    A pensarci bene lo “sgoverno” è il metodo di governo da sempre preferito da molti classi digerenti e dalla mafia !

    cc

  25. controcorrente
    controcorrente says:

    Nello sgoverno ,(arte di governo) , è infatti comprovato che prosperano tutti i “parassitimi ” grandi e piccoli che in un sistema democratico elettorale,fanno voti e consenso.
    Nello sgoverno prosperano “i furbi”,che vorrebbero solo il governo sui Sindacati che a dire il vero, almeno alcuni,prosperano pure loro, come quando andavano a cena a “palazzo grazioli”!
    Opere pubbliche solo annunciate,( e solo quelle utili alla mafia), lo stato assente in ogni dove ,miloni di euro che giacciono non utilizzati, vero traino di qualsiasi economia…un vero disastro, che però si badi bene, disastro voluto scientificamente e tutti a prendersela con la CGIL,con Hamas,Pol Pot,e Ho Chi Min, adesso pure con la Cina,che fa la capitalista sic!
    In sostanza la ragionata e scientifica azione nel legiferare leggi inutili.
    E poi tutti a prendersela con I gay,e le lesbiche e la mancanza dei “valori non negoziabili”nella società ….ma va la ,ma va la !!!
    Caro uroburo, abbiamo veramente poche speranze !!

    cc

  26. controcorrente
    controcorrente says:

    alla Sylvi , vengono strani pensieri..!!

    Mia cara, ma è assodato che le BR erano finanziate dalla Jhaad islamica,da Osama Bin Laden ,finanziato dagli Americani e dall’Eni !
    Naturalmente il tutto inquadrato in un complotto anti-ebraico mondiale , studiato a Mosca ai tempi di Brezniev !

    cc

  27. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro CC,
    la tragedia del periodo bananiero, che si è tradotto in 17 anni perduti, è che gli altri paesi non sono rimasti fermi ma hanno fatto il possibile per rimediare ai loro limiti. Ad esempio hanno costruito sofisticate infrastrutture (vedi reti di telecomunicazione, reti di ferrovie ad alta velocità, porti ed aeroporti modernissimi ecc.).
    Noi, PER COLPA DEI MALEDETTI SINDACATI E DELL’INUTILE SINISTRA, ci siamo invece occupati degli affari del Banana. U.

  28. controcorrente
    controcorrente says:

    Me lo ha detto il mio caro amico Putin,che all’epoca ancora all’asilo,già era arruolato nel KGb , stilava particolari del complotto !

    cc

  29. Uroburo
    Uroburo says:

    PS. Pardon mi è scappata una parola:
    “… ci siamo invece occupati degli affari PENALI del Banana”. U.

  30. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    tu che sai tutto di complotti: spiegami perchè sulla bara di un terrorista italiano, che ha “operato” in Italia e ha frequentato le patrie galere, c’era…va bene la bandiera rossa con falce e martello…ci può stare…ma la bandiera palestinese, di un popolo cioè che combatte per la creazione di un suo Stato, che è appena stato riconosciuto “osservatore” all’ONU…
    Che c’azzecca…direbbe il tuo simpatico!

    spiegami qual’è il filo conduttore fra le due bandiere???
    Sai che io sono ignorante.
    Possibilmente rispondi senza andare in giro per gli orti cinesi!

    Sylvi

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