Israele/Palestina: non tutti predicano l’odio e portano il cervello all’ammasso

http://www.freedomflotilla.it/2012/10/10/chi-naviga-sulla-estelle-verso-gaza-per-forzare-il-blocco-comunicato-stampa/

http://frammentivocalimo.blogspot.it/2012/10/alessandro-schwed-basta-con-la-guerra.html

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=37247

Chi naviga sulla Estelle verso Gaza per forzare il blocco?

Ship to Gaza svela l’identità del primo passeggero a bordo della Estelle, la nave partita il 6 ottobre da Napoli alla volta di Gaza per interrompere l’assedio.

Passeggero I: Elik Elhanan , Israele

Elik Elhanan , proveniente da Tel Aviv, in Israele, è uno dei passeggeri a bordo del veliero Estelle nell’ultima tappa verso Gaza. Viene da una famiglia molto conosciuta emigrata in Palestina già negli anni ’20. Il padre del nonno materno fu il primo ambasciatore israeliano a Stoccolma. Il nonno materno, Matti Peled, fu il primo generale israeliano a prendere posizione contro l’occupazione nel 1972 e a creare gruppi pacifisti insieme ai palestinesi. Lasciò l’esercito e si dedicò invece a un dottorato in letteratura araba.

Elik, che ora ha 35 anni, ha un passato giovanile di punk. Nel 1995 si arruolò nell’esercito israeliano ed entrò nel corpo dei paracadutisti diventando con il passar del tempo un membro della squadra di élite.

Il quattro settembre 1997 sua sorella Smadar Elhanan, di 16 anni, tornava a casa da scuola sul viale Ben Yehuda a Gerusalemme.Era la prima settimana di scuola e c’era molta gente in giro. Due attentatori suicidi si fecero esplodere quel pomeriggio sul viale Ben Yehuda. Cinque persone persero la vita e venti furono ferite.

Quando Elik venne a sapere dell’attentato chiamò a casa dal reggimento, lo facevano tutti coloro che vivevano a Gerusalemme. Nessuno aveva sentito niente di speciale. Quando chiamò gli aveva risposto un vicino. I genitori erano usciti per identificare la figlia. Lei e la sua migliore amica erano tra i morti.

Dopo la morte di Smadar, la loro madre, Noret Pelled Elhanan, dichiarò che considerava il governo israeliano e la sua politica di occupazione responsabili della morte di Smadar.

Elik lasciò l’esercito dopo aver terminato il servizio militare e viaggiò in giro per il mondo per circa due anni. Si stabilí a Parigi dove prese contatto con attivisti provenienti da tutto il mondo che combattevano contro l’occupazione della Cisgiordania e della striscia di Gaza da parte di Israele.

I suoi genitori sono attivi nell’organizzazione “We lost a child”, un ‘organizzazione per genitori israeliani e palestinesi che hanno perso un figlio o una figlia. Suo padre, Rami, viaggiò due anni fa con un Ship to Gaza interamente ebraico che voleva forzare il blocco, viaggio al quale presero parte molti sopravvissuti all’Olocausto. (Vennero fermati). Elik si uní ai militari che rifiutarono di partecipare alla guerra contro Gaza nel 2002, “Il coraggio di dire di no”. Nel 2004 tornò in Israele e costituí, insieme con palestinesi liberati dalle carceri israeliane, un’organizzazione chiamata “Combattants for peace”.

E ora Elik viaggia a bordo della Estelle (quando scrivo questo stiamo traversando lo stretto di Messina). Considera che il blocco di Gaza è criminale. L’Europa potrebbe facilmente esercitare pressioni su Israele dato che il 40% del commercio israeliano avviene con l’Europa. Ma l’Europa e Israele sembrano aver stretto un accordo che secondo Elik consiste in questo: L’Europa è perdonata per l’Olocausto a condizione di non protestare contro l’occupazione e la repressione che Isarele esercita sui palestinesi.

Maria-Pia Boëthius, membro dell’equipaggio di Estelle

Contatti stampa
Mikael Löfgren, media co-ordinator per Ship to Gaza Svezia: +46 707983643 media@shiptogaza.se
Media team Italia : Paola Mandato +39 335 5712859 freedomflotillaitalia@gmail.com

Approfondimenti
lettera di Elik Elhanan http://www.kibush.co.il/show_file.asp?num=16005
video di Elik Elhanan http://www.youtube.com/watch?v=OI_SIS_XFzk

Foto di Elik Elhanan  fonte : http://hd.se/kultur/2012/10/10/med-rattvisans-kompass/

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Fiorentino d’adozione, ebreo, torinese da parte materna e ungherese da parte paterna, Alessandro Schwed è più noto con lo pseudonimo di Giga Melik con il quale scriveva sul periodico ferocemente satirico Il Male. Scrittore-scardinatore di schemi, esploratore di vari generi di narrazione, giocoliere della tragi-commedia umana, il 9 ottobre ha scritto per Il Foglio il seguente articolo:

Alessandro Schwed : ” Basta con la guerra perpetua “

C’è quel preavviso israeliano all’Iran. Ha lasciato una sensazione forte, a tratti è un vento forte, che poi si attenua, poi è silente. Un’altra guerra si è messa in coda alle guerre della Storia. Il Mediterraneo che si infiamma, altro che Atlantide. Che avvenga-non avvenga l’attacco israeliano ai siti nucleari iraniani, due popoli attendono, dimenticano, di nuovo attendono. Nelle case di Teheran e Tel Aviv chiamano al telefono i parenti nel mondo, parlano di quello che potrebbe succedere. O non parlano con nessuno e la notte sognano la guerra: da qualche parte la paura deve finire. Un’immane pazzia. Il conflitto tra Israele e il mondo arabo, di cui l’Iran non è parte etnica ma religiosa, è così permanente da essere eterno nell’agenda politica mondiale.
Una guerra di guerre, lunga sessantaquattro anni, il cui inizio nel ’900 è visibile in filmati in bianco e nero. Il fatto era, ed è rimasto, che l’esistenza di Israele era un’offesa, Israele non doveva esistere. Poi Israele ha continuato a esistere, ha capitalizzato le guerre vinte prima contrattando la restituzione dei Territori senza riuscirci, e da vari anni, con questa destra in carica, assorbendo in modo implicito, poi sempre più esplicito, i Territori. Netanyahu pare ingoiarli, evitando di contrattare la restituzione, come se fosse un non udente di un governo di non udenti. I Territori contengono la massa crescente dei coloni, un sempre più consistente serbatoio elettorale con cui fare i conti del consenso e degli affari edilizi, della costruzione delle infrastrutture. C’è la onnipresente pervasività fisica, economica, mediatica degli insediamenti israeliani, basta guardare la carta geografica; c’è il macigno della non restituzione dei Territori; la scomparsa dei tavoli della pace; il fine evidente di far prevalere lo status quo; il prender piede, con le ultime ondate dell’Alyà, di nuove stratificazioni etniche e sociali, la degenerazione dell’idea sionista in una cultura pionieristica che ricorda sempre di più la storia del Far West o, peggio, il cinema Hollywoodiano sul Far West e la dissoluzione delle terre indiane. Una semiguerra all’Iran, ma anche un’azione militare ostile nel suo territorio, sarebbe la pietra tombale su qualsiasi accordo futuro per i Territori. Un tale accordo non interessa questo governo di Israele che detiene nei Territori una parte importante del proprio serbatoio elettorale, e che in nome dei propri interessi politici e finanziari, non solo non è interessato alla pace, ma forse le è contrario. Dato che le ragioni di questa ostilità (una terra da restituire, l’aspirazione a uno stato palestinese) sono proprio le ragioni che se rimosse con i sacrifici dolorosi propri di una pace, danneggerebbero irreparabilmente gli interessi politici e finanziari del governo e del suo elettorato. Perché così si fa la pace con un nemico: rintracciando le vere ragioni dell’ostilità, contrattandole con l’offerta di terra e compensazioni che facciano arretrare quell’ostilità, in cambio dell’accettazione di alcuni punti, per esempio il riconoscimento dello stato d’Israele; mentre con minacce e azioni apertamente ostili come un blitz nei siti nucleari iraniani si ottengono subito il logoramento e la rottura di un qualsiasi tenue filo di dialogo. A fronte della mancata volontà israeliana di pace ricercata a ogni costo (magari con sacrifici dolorosi come la restituzione di Gerusalemme est e di Hebron), e anzi si preferisce minacciare l’Iran, si rispecchia in modo uguale e contrario la politica estera, o imperiale dell’Iran. La quale si offre come una ripetizione di quello che faceva la vecchia Urss nella regione, posto che il vero interesse del Cremlino nell’area era di mantenere l’instabilità. Era il tempo in cui, in modo sottile, non veniva realmente sostenuta la causa palestinese, la nascita di uno stato, ma come accade oggi con l’Iran si armeggiava ad apprestare turbolenze, a fare delle aspirazioni palestinesi un’arma di pressione nell’area più delicata del mondo. Dunque, la questione palestinese usata come rubinetto da aprire e chiudere: un’arma contrattuale. La chiave per altre mire e altre trattative.
Ora che la politica estera è stata sostituita dalle intraprese militari portate in giro per il mondo dalle coalizioni occidentali, e la pace-guerra è familiare agli occhi della nostra opinione pubblica, il conflitto israelo-palestinese è paradigmatico quanto al significato universale della parola “guerra”. La lunghissima guerra tra Israele e Palestina illustra come un conflitto possa avere utilità istantanea e alla lunga l’inutilità della peggior beffa. Con la sua guerra di guerre vinte, Israele è riuscito a resistere, mai ad avere vita normale; dall’altro lato, attraversando come impunemente le sconfitte, i palestinesi hanno alimentato il sogno di una Palestina che sorge addirittura al posto di Israele, ma non hanno posto una sola pietra per la nascita dello stato palestinese. E così, se consideriamo la guerra tra Palestina e Israele dal 1948, la vita dei due popoli è paragonabile a quella di una persona di 64 anni che ha vissuto l’intera vita chiusa in casa, al buio, senza avere mai visto il sole. E a me pare che oggi, profondamente, la vita quotidiana di Israele e Palestina ponga la questione filosofica del senso della guerra, la sua incompatibilità col sentire del nostro tempo. Né vinta veramente né persa per davvero, può una guerra continuata al posto della vita essere una forma ufficiosa di società, con la gente che va al lavoro, alla partita, a ballare, e a un tratto parte per Gaza o il Libano? O vive confezionando ordigni, scavando tunnel, sempre un passamontagna sul volto? A Gaza, i ragazzi giocano con la PlayStation, fanno la mitologica parte di Messi, ma fra poco potrebbe partire una fatwa anche sui Blaugrana che hanno ospitato Shalit a una partita col Real Madrid, e così morirà anche questo innocente sogno infantile.
Può una guerra eterna seminare il futuro? E può il sistema delle guerre portate dalle coalizioni come esportazione della pace, divenire un baluardo di civiltà e democrazia? Le vite di Israele e della Palestina dicono di no, che servirebbe l’ordine della pace. Mentre gli esiti della pace armata sono i quaranta morti al giorno in Iraq, l’irriducibilità talebana (con cui già i sovietici fecero i conti), gli attuali oltre duemila morti della coalizione occidentale, il permanere di al Qaida la cui effettiva esistenza appare insondabile, e raggela. La dottrina dell’esportazione della democrazia con la guerra ha fallito e le strade di Baghdad snocciolano morti, del resto come può una pioggia di missili sulle vie della tua città averti educato alla democrazia? Noi che abbiamo visto in tv l’attuarsi dell’ordine attraverso la miniserie dei bombardamenti in diretta, in Iraq, Kosovo, Afghanistan, Libia, abbiamo constatato de visu che la guerra “intelligente” fa crollare le mura dei bunker ma rende monchi e orbi come la guerra antica. La guerra rimane sempre la stessa: un cannibale. Israele potrebbe scegliere, malauguratamente, di agire se nell’imminenza delle presidenziali Obama mostrasse incertezze, a seconda dell’andamento della campagna elettorale; oppure se i repubblicani a un tratto fossero così forti da dettare un ritorno alla dottrina Bush. Certo, non si può attaccare l’Iran per un dibattito televisivo andato male a Obama. Per ora la realtà è che la Casa Bianca dice di avere una visione del nucleare iraniano affine a Israele, ma una diversa valutazione sulla tempistica di Teheran. Seconda cosa, il mondo è attraversato da una crisi economica come metafisica, la sua lunghezza non si piega e non si spiega: una crisi che è come una guerra mondiale invisibile, e sia l’America che il mondo non possono permettersi due contemporanee, fatali guerre mondiali. A fronte del flemmatico palleggio della Casa Bianca che smorza il preavviso israeliano di guerra, il ballon d’essai di Netanyahu torna nel campo di Israele, prigioniero storico della filosofia della guerra preventiva, e trova lo stato ebraico saldato alla propria immobilità, fatta di un sostanziale disinteresse a una pace che non sia la dissoluzione geografico-politica di una possibile patria di Quelli.
Solo i popoli di Israele e Palestina sanno quanto sia insensato il sistema della guerra. Per Israele la guerra è la struttura emotiva dei giorni: gli ebrei israeliani sono usciti dalla Seconda guerra mondiale e dalla Shoah, e sono stati fluidamente ingoiati da una guerra fatta di guerre successive: come se la vita possa costituirsi solamente di guerra, e nella migliore delle ipotesi bisogna essere pronti al suo scatenarsi. In Israele è un dato naturale che ci sia la guerra, o che sia dietro l’angolo, e anzi è pericolosamente sospetto il contrario: una pace lunga significa che Quelli si stanno organizzando. Solo chi vive così da generazioni, sa, consciamente o meno, che a una guerra lunga generazioni corrisponde la depressione, la vita sui nervi e altri passi sul viale dell’angoscia. Con la guerra, nelle famiglie israeliane, hanno fatto i conti uno o molti; e nel vicinato, sul pianerottolo, c’è sempre un vicino, un conoscente che è diventato pazzo per aver perso la famiglia nella Shoah e un figlio in guerra. E così, l’Israele moderno è paradigmatico di come la guerra abbia un’utilità istantanea e un’inutilità assoluta. Il susseguirsi delle guerre vinte, nel peggiore dei casi almeno non perse, ha sviluppato l’odio crescente dei vinti e la stanchezza di quei disgraziati dei vincitori. Questo governo Netanyahu dei preavvisi di guerra esercita un’assenza di ricerca della pace, un’estraneità totale all’azione di ascoltare il prossimo, che è condizione esistenziale di non vita. Non è un caso che l’ultimo eroe di Israele non sia Rabin, che aveva stretto la mano ad Arafat ed è stato assassinato, ma il corpo dimenticato di Sharon: un né vivo né morto che certo non torna a vivere e che misteriosamente non riesce a riposare in pace – metafora inquieta della vita impossibile israeliana. Israele amplia gli insediamenti, costruisce case e infrastrutture: è come se cullasse la tensione. Sta smarrendo la normalità. E’ una vita in stato ebraico di assedio. E in modo paradossale, questo rassegnarsi alla vita come guerra, assomiglia alla sopravvivenza quotidiana del tempo mentale e fisico della Shoah.
Quanto vale per la guerra eterna tra Israele e il mondo arabo, Israele e l’Iran, vale per le reiterate guerre occidentali nel Golfo, nel Kosovo, in Afghanistan, Libia. Per quanto tale modo di operare venga chiamato peace keeping, contingenti di pace, guerra umanitaria, quando volano gli aerei e cadono le bombe, i contingenti non sono di pace. Guerre con “costi umani”, si dice, per non dire morirete a chi sta per morire; guerre con obiettivi limitati, si dice, che colpiranno “solo” le infrastrutture, come se strade, ponti, fabbriche, stazioni ferroviarie siano parentesi della vita. Guerre in tv, come se quell’essere di Baghdad nelle tv di tutto il mondo, la città di Aladino che si immergeva in una fantasmagorica luce verde, rendesse plausibile la pioggia dei missili da crociera Tomahawk sparati dal Golfo, come se la crociera dei tubetti di ferro fosse una capatina in città. “Sono stati sparati 130 missili da crociera” avverte quieto dal teleschermo lo speaker, opzione sorridente della guerra nella vita di famiglia. Uno torna a casa: cara, che è successo oggi? Niente, centotrenta missili da crociera, centrati otto target, e fuoco amico a Kabul – ma nulla, non erano italiani.
All’inizio, le guerre in Kosovo-Afghanistan-Iraq volano alte tra le nubi dello spettacolo televisivo, poi piombano in basso e colpiscono davvero. La guerra corre, ci sono le dichiarazioni dei rappresentanti dei governi. Si presentano ai microfoni in eleganti abiti civili, come se non fossero loro a mandare gli aerei dato che hanno la cravatta. Ci sono quelle dichiarazioni: nessuno ce l’ha coi popoli colpiti, la guerra è contro il regime e i suoi capi. Va da sé che non sono perforati solo i bunker del regime e le ville al mare dei capi: saltano in aria le normali piazze con le normali panchine, le case con i letti e i comodini e se va bene le scuole bruciano con dentro solo i meravigliosi disegni dei figli. Ma le belle strade che legano i quartieri si riempiono dei crepacci delle bombe, diventano strade inutili, e anche se le trasmissioni televisive funzionano ancora e la sera danno un film, la normalità ormai è scappata dalla finestra e nessuno sa dove sia andata. La pietà, quella subentra quando finalmente le macerie sono inquadrate dal basso assieme ai corpi immobili; e risulta veramente strano che oltre alla guerra preventiva non possa esserci la pietà preventiva, ma solo la sterile pietà successiva. Un permanente Vietnam. Un set cine-bombardante che elimina dittatori e rende profughi i popoli. Le case dissolte, le auto carcasse, le popolazioni fuggite, le vie deserte, le tendopoli piene, l’acqua finita, i padri scomparsi – la guerra è stata vinta. Da chi?
Guerra per una pozza d’acqua, come nell’inizio mitopoietico di “2001, Odissea nello spazio” di Kubrick. Lì, poniamo quattrocentomila anni fa, viene ucciso il membro di un gruppo di ominidi ancora privi di parola. Ringhiano, sbuffano, sono dotati di un’andatura incerta. Quando giungono alla pozza, litigano con altri ominidi per il suo possesso: il fatto è che lì si beve. Converrebbe avere la pozza e bere al posto degli altri. Tra gli ominidi c’è una discussione stilisticamente brutale. Le urla sono sempre più forti e ha luogo la prima uccisione della storia. Non originata da una lite individuale, ma come sottende il racconto biblico di Caino e Abele un omicidio-guerra per una contesa tra due gruppi identici ma socialmente diversi. Uno è stanziale e vive presso la pozza, l’altro è un gruppo che arriva da chissà dove per andare chissà dove e adesso ha sete. Per invidia, balordaggine, la prevalenza di un istinto insopprimibile, scoppia la prima guerra umana. Alla pozza di Kubrik, la scoperta di come risolvere il contenzioso e bere solo gli uni e assolutamente nessuno degli altri, avviene per caso: un ominide tira su da terra ’osso di un animale spolpato, reso bianco dal sole, e lo brandisce. Per un’intuizione fatale, colpisce la testa a un contendente, che piomba a terra senza vita. Urlava, ora però è in silenzio, misteriosamente inerte. Tra gli ominidi si diffonde la vertigine: è stata tolta la vita. I compagni del morto fuggono, gli altri giubilano: la morte può essere data, c’è questo potere! In segno di trionfo, lo strumento che ha ucciso un uomo per la prima volta della Storia, l’osso di una preda uccisa e mangiata, viene tirato in cielo. L’osso volteggia in alto, più in alto ancora, cinematograficamente diviene una stazione spaziale orbitante – il tempo è passato in un soffio: l’ominide è un uomo. Fa l’astronauta, comunica a distanze immense. Si nutre in modo funzionale alla vita spaziale, strizza dei tubetti e ingoia sintesi cremose di uova, verdure, carni. Galleggia in assenza di gravità, cammina saltellando su pianeti dove non c’è ossigeno. Ora che non è più il 2001 del film, ma il nostro 2012, sappiamo che dopo avere orbitato nelle stazioni spaziali, l’uomo ha ucciso e uccide come alla pozza dell’acqua. Fa ancora la schifosa guerra. La storia umana passa da un omicidio: tutte le scoperte e le acquisizioni della volontà ne sono intossicate. E in modo appena visibile, un filo sottile che attraversa la lunga stanza della Storia, tutto inizia da un colpo in testa, inferto mediante l’osso di un animale ucciso per nutrirsi – versare sangue, uccidere apparenta con la violenza, la rende una delle cose ordinarie di oggi e di domani. Genesi è l’allegoria di un trauma: rompere l’armonia tra le creature, fu altamente tossico: dalla morte è venuta la morte. Perché la questione della guerra è la questione del Male: è metafisica, muove lo spirito. Ora però, la moderna questione della guerra è che la guerra in tv non seduce più. Non possiamo fantasticare più sulla guerra romantica, i commilitoni, l’avventura. In tv, la guerra fa schifo. Mica è un film, non c’è ritmo. C’è gente in fila per l’acqua, i bambini stano zitti, a un angolo c’è un cadavere. La guerra non è in sintonia con la nostra sensibilità, con gli occhi dei figli a tavola – non è ricevibile. La guerra della giustizia strappa i corpi, lascia odio, è comunque guerra. Certo, talora la guerra è stata utile: se a liberare l’Europa non ci fossero stati gli americani e l’Armata rossa, chissà cosa sarebbe oggi il mondo. Ma siamo nella post Storia, c’è l’attesa di vita, le palestre, il culto del corpo, i viaggi, gli amici dei social network da Milano a Giava: la guerra non è comprensibile, razionalizzabile, assimilabile. Perché ritenere che la guerra risolva, se non è affatto così? Che il dolore fisico non ci sia, quando si vede bene che c’è? Possiamo pensare che se quattrocentomila anni fa non ci fosse stata la lesione dell’armonia universale, versare sangue di altre creature per riempire se stessi di cibo e di possesso; se non avesse prevalso l’impulso di versare sangue come una cosa naturale per nutrirci, una cosa sopportabile, come infatti sopportiamo la convivenza degli occhi miti del bue con la fetta di carne sul nostro piatto. Se tutto questo non fosse mai successo, se non avesse prevalso mors tua vita mea, la Storia sarebbe stata un’altra. Allora non ci sarebbero stati Auschwitz né Hiroshima. Invece, c’è più di una guerra a generazione.
Alla fine abbiamo visto due Gheddafi, quello assalito e sparato, e quello ricomposto in un interno. Di quello assalito si dice che siano stati i francesi ad assalirlo, ma ad assalire è stata la solita guerra. Il secondo Gheddafi è quello di qualche giorno dopo, ricomposto forse in una capanna. Era come se stesse dormendo. Estraneo alla guerra che aveva appena finito di rimbombare, appariva parte intrinseca di una pace sconosciuta sia al lui di prima che a noi di ora. Affacciato al confine di quel mondo col nostro, il suo corpo pacato domandava: “C’era bisogno di tutto questo?”.
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Tribunale Russell: “USA complici di Israele”

La corte privata, nata per la guerra in Vietnam, accusa Washington di fornire sostegno economico e militare e impunità alle violazioni contro il popolo palestinese.
Roma, 11 ottobre 2012, Nena News -
Da New York si alza la voce del Tribunale Russell sulla Palestina: gli Stati Uniti sono colpevoli di complicità con le violazioni dei diritti umani e i crimini commessi da Israele contro il popolo palestinese.

La speciale corte, nata durante la guerra in Vietnam nel 1967, è un corpo privato creato dal filosofo inglese Bertrand Russell e dal francese Jean Paul Sartre e volto a investigare la politica estera americana e l’intervento armato in Vietnam. Dal 2008 – anno dell’Operazione Piombo Fuso contro la Striscia di Gaza – si occupa di Palestina e il suo ultimo atto è giunto nella conferenza stampa di lunedì a New York: dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Washington è responsabile di complicità nella violenta repressione israeliana contro la Palestina.

“Il Tribunale ritiene che il progetto di espansione coloniale israeliana in atto, le sue politiche razziali, così come il militarismo violento non sarebbero possibili senza il sostegno economico, militare e diplomatico degli Stati Uniti – si legge nella bozza del rapporto della corte – Si è creata una situazione per cui Israele ha ottenuto uno status di immunità e impunità per la sua totale mancanza di rispetto delle norme e gli standard del diritto internazionale, con l’aiuto degli Stati Uniti”.

In particolare, secondo il Tribunale, Washington permette a Tel Aviv di lavorare per rimanere uno Stato esclusivamente ebraico “a spese dei diritti umani del popolo palestinese” e in violazione della legge internazionale, in primis della Convenzione di Ginevra e della giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia.

Durante la conferenza stampa, la corte ha inoltre imputato a Israele e Stati Uniti la mancata presenza alla quarta sessione del Tribunale, nonostante i numerosi inviti ricevuti. Nell’ultimo rapporto si elencano le violazioni israeliane, a partire dalla negazione del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e del diritto al ritorno dei profughi palestinesi (garantito dalla risoluzione Onu 194 del 1948), la sistematica violazione delle centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite in merito ai Territori Occupati e del diritto del popolo palestinese a usufruire delle proprie risorse naturale e delle terre.

A cui si aggiungono la costruzione del Muro di Separazione (considerato illegale dalla Corte Internazionale), la creazione di colonie in territorio palestinese, l’espulsione continua di residenti palestinesi dal proprio territorio, la demolizione sistematica di case palestinesi, maltrattamenti e torture nei carceri israeliani e l’utilizzo della detenzione amministrativa contro i prigionieri politici palestinesi.


197 commenti
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  1. Shalom: i fognaturisti...
    Shalom: i fognaturisti... says:

    …anche se si spacciano per pianisti a Fidel Castro non sono degni neppure di leccargli la suola delle scarpe. E neppure le mutande
    sporche.
    Shalom

  2. sylvi
    sylvi says:

    caro cc,

    ho sempre fatto i compiti a casa, io, e avevo o la nonna o la mamma soltanto come presenza fisica.

    Premetto che , anche se non sempre, leggo Enrico Galavotti con interesse.
    ammiro la sua esposizione di problematiche argomentate, approfondite, anche se non sempre mi trova d’accordo su certe sue analisi e conclusioni.
    Non intervengo perchè ciò presupporrebbe un ricominciare a studiare per non dire sciocchezze, e …oramai…penso di non avere nè i modi nè i tempi…nè la giovinezza! Sic!

    Galavotti distingue fra materialismo e idealismo.
    a me pare che la suddivisione sia fatta con l’accetta; tenterò di spiegare perchè!
    Nel tempo passato gli esseri umani, almeno quelli a noi abbastanza vicini e di cui potevamo conoscere le vicende , c’erano i pochi che bene o male avevano regolarmente la pancia piena e potevano quindi rivolgere la loro attenzione ai bisogni secondari, come l’osservazione della natura e lo studio delle società umane, e c’erano i molti che avevano come unico obbiettivo vitale – mangiare, ripararsi, difendersi-.
    Questi ultimi non facevano senz’altro filosofia; si accontentavano di accogliere risposte ideali che potevano venire dalla religione, dalle favole…persino, nel Medioevo, da trovatori e giullari che giravano da castello in castello. Era appunto la speranza!

    Nel corso dei secoli, e Galavotti lo scrive, molte scuole di pensiero materialiste o idealiste si sono date battaglia per imporre la loro concezione della naturalità o della umanità. Con alterne fortune.
    Però l’Illuminismo fu senz’altro movimento culturale e filosofico fondamentale , ma potè imporsi, rivoluzionando il NOSTRO mondo , quello europeo, perchè i “tempi ” erano maturi.
    Mi spiego: Maria Teresa d’Austria nella seconda metà del ‘700 impose l’obbligatorietà della scuola elementare a tutti i Popoli del suo Impero: a maschi e femmine!
    Poco più tardi venne in Francia, dopo la Rivoluzione, e seguirono gli altri Stati europei.
    senza la scuola dell’obbligo che cosa ne sarebbe stato dell’Illuminismo?
    E dell’evoluzione delle masse non più schiave dell’ignoranza?

    Ora: non condivido la definizione di Galavotti fra materialisti onesti che predicano la verità e idealisti che usano ” le belle parole e i buoni sentimenti” per infinocchiare il popolo.
    A me pare che la liberazione delle masse sia cosa complicata, e non dipende nè dal materialismo intellettuale, nè dall’idealismo pretesco.
    In qualche modo e con misure diverse hanno fallito entrambi, finora.
    Galavotti conclude citando i disfattisti che sostituiscono dio al la natura, lo spirito alla materia …come i veri nemici da combattere.
    Io penso che questi distinguo siano già superati o in via di…
    so che anche molti scienziati materialisti esaminano e studiano le “emozioni” come collocazione della forma del pensiero, dell’evoluzione dell’uomo e del suo rapporto con il fuori di lui; senza nessun dio di mezzo.
    Non chiedermi approfondimenti che non possiedo; seguo solo filoni di studio per sentito dire. Ma ci sono e segneranno la storia.
    Certamente questi studi non si rivolgono all’economia e quindi alla soluzione delle sofferenze delle masse e della loro emancipazione , non ancora…
    ma mettono seriamente in dubbio la binarietà materialismo-idealismo.
    I problemi economici?
    I quadri storici ci dicono che alcuni sono andati sulla Luna,…altri, i più,combattono ancora con quei bisogni primari di cui parlavo all’inizio.
    Esaminare le colpe non cancella il fatto.
    Pensare di togliere, nel breve periodo, dalla marginalità e dall’oppressione tutte le masse…è un sogno…ma che è giusto continuare a coltivare perchè è attraverso la battaglia dei sogni che si migliora la realtà.

    Ecco il mio compitino, striminzito ma di più non posso.
    Il mio secondo nipotino è un terremoto e ciò non giva alla mia cultura!

    Sylvi

  3. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    io sono rimasta d’accordo con CC che ci si trova giovedì 1 novembre attorno alle ore 11.30 nel baretto che sta nella piazza davanti all’Ospedale.
    Noi ci eravamo stati già l’altra volta assieme a lui.
    Io sventolerò una bottiglia di grappa Slivoviz , come si conviene dalle nostre parti!!!Eh,eh,eh!
    ariviodisi (arrivederci)!

    Sylvi

  4. Rodolfo
    Rodolfo says:

    x Rodolfo.
    Non si spara mai sulla Croce Rossa….

    E’ sempre la stessa strategia del cassio…
    metti la droga… prostituzione…, gioco d’azzardo e traffico di armi alla stessa stregua di tutti gli atti criminali che ha combinato….i malati di HIV erano trattati alla stessa maniera degli omosessuali…ricordalo..
    oggi in Europa di prostituzione ne trovi da Capo Passero a Stocolma..
    il giuoco d’ azzardo lo mandano avanti i relativi Stati….solo in Italia abbiamo 5 casino’ e tutti al nord…guarda caso…la droga la trovi in tutti i posti basta volerlo…il traffico d’ armi lo praticano tutti i paesi Europei…dov’ e’ il problema.
    Il proplema e’ che tu nemmeno riesci ad ammettere tutto il male che ho gia’ elencato… e cioe’ che ne ha combinati di atti criminali senza fine, con migliaia di esecuzioni …piu’ di 50.000 prigionieri politici …senza contare gli omosessuali e quelli malati di HIV…il suo e’ stato un agire contro la morale rivoluzionaria e sopratutto contro quella umana.
    Riesci a seguire o no?
    O sei strabico e guardi solo in una direzione per cui tutto il male viene da Israele e tutto il bene dagli Arabi?
    Rodolfo

  5. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Salam …
    non sapevo che Castro Fidel avesse sempre le mutande sporche…
    pfui e ratapfui…
    ma se lo dici tu che le hai viste ti credo sulla parola.
    Rodolfo

  6. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    Obama ha caldeggiato gli investimenti nella scienza riconoscendone l’importanza per l’economia. Romney propone un programma che se attuato devasterebbe la ricerca pubblica.

    Lettera a sostegno di Barack Obama firmata da 68 premi Nobel

  7. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    A parte che Castro non è arabo, vorrei consigliarti di contare quanti prigionieri politici vegetano sui gabbi israeliani, quante madri reclamano i loro figli e mariti spariti nel nulla.
    Chissà, forse non sopravvissuti a torture?
    E quante vessazioni i palestinesi devono sopportare i per poter uscire e rientrare nei LORO territori.

    Come vorrei ricordarti che quella sui malati di HIV è una della tue tante balle che racconti.

    Cerca di non alzare troppo il gomito perchè, tra l’altro, ti rendi anche ridicolo. Evidentemente non ne puoi fare a meno.

    Buona giornata.

    C.G.

  8. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xcg
    Si.. si.. si.. si
    torturati e spariti…e dimmi quanti ne sono spariti?
    E come mai quando escono dalle prigioni Israeliane sono ben in carne e sorridenti… se ne conoscono anche di alcuni ….che ne hanno combinata subito qualcuna, per poterci persino ritornare…informati.
    Rodolfo
    e non e’ propaganda ricordalo…

  9. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xSalam
    Che mondo bastardo …quale vergogna e a che punto siamo arrivati.
    Si e’ arrivati al punto che la paura fa 90…per cui se io Cattolico prendo in giro Cristo….Maria Immacolata… e tutti i santi..lo Stato se ne frega e il popolo tutto.. altrettanto….i Musulmani …dato che non si tratta del loro profeta ..del loro Dio(come se ce ne fossero tanti) e della loro religione…naturalmente pure.
    Se pero’ come Cattolico offendo o prendo in giro Maometto e la religione Islamica…corro il rischio che nel mio paese lo Stato mi manda in prigione..i Musulmani insorgono con violenza e i Cattolici pure…per cui se scrivo e prendo in giro chi si fa saltare in aria pensando alle vergini che lo aspettano in Paradiso….mi si risponde con sarcasmo …aggiungendo che si dovrebbe leggere e imparare di piu’ del Corano….che evidentemente capisci benissimo …ma non capisci il Talmud.
    Questo signore…
    http://www.youtube.com/watch?v=sS4F1Y6R134
    e’ un pianista di eccezione conosciuto in tutto il mondo si chiama
    Fazil Say …e’ Turco…quando entra sul palcoscenisco va’ curvo come un vecchio…ma ha solo 42 anni …sembra portare sulle spalle un carico enorme..ma al piano si trasforma e tutti capiscono intuitivamente che li c’ e’ un uomo che suona e agisce con il cuore…
    insomma un pianista e compositore fuori dal comune…
    Il tuo pianista…caro Salam…..suona e compone con il cuore o con che cosa?
    Fazil Say, nato nel 1970 ad Ankara e’ sotto processo e rischia 180 giorni di prigione…perche’ ha oltraggiato i valori religiosi di una parte della societa’ … insultato e disturbato la “quiete pubblica” …
    Il suo crimine?
    Ha twittato ed ha preso in giro una poesia scritta 900 anni fa’ da un poeta Persiano….un certo Ommar Khayyam cosi:-
    “Tu parli di ruscelli dove scorre il vino?.
    Ma cos’ e’ il Paradiso una taverna?
    Tu prometti per premio ad ogni credente … due vergini?
    Ma cos’ e’ il paradiso per te …un bordello? ”
    E ha preso in giro la preghiera della sera detta in tutta fretta dall’ Imam: “Perche’ tanta fretta .. ti aspetta un’ amante o il raki sul tavolo?
    A questo punto giungeremo ….oramai fra poco anche in Europa..
    180 giorni….ma solo se prendi in giro la religione Musulmana…
    Cristo …San Francesco e tutti i Santi….quelli li puoi prendere in giro quanto vuoi…
    Rodolfo

  10. Rodolfo
    Rodolfo says:

    se il link non funziona e a qualcuno interessa …prego
    su youtube cliccare:-
    Fazıl Say “Appassionata” 3rd Movement Variations

  11. Uroburo
    Uroburo says:

    Mio caro e buon Rodolfo,
    intervengo poco nel blog perchè lo trovo di una noia mortale con questo continuo battibeccare sul nulla o sull’ovvio o sull’inutile. Mi limiterei, abbastanza malvolentieri debbo confessare, ad alcune precisazioni.
    Una ad esempio riguarda il suo n. 108 Rodolfo { 19.10.12 alle 22:30 }

    Si calcola che circa il 15% della popolazione adulta e maschile della Palestina sia passata per i campi di detenzione israeliani, per lo più senza processo e senza nessuna accusa, semplicemente per via amministrativa. Nei campi di detenzione, che hanno svariati e differenti obiettivi, la tortura viene usata sistematicamente tutte le volte che le autorità israeliane lo ritengono necessario (a loro).
    Questo semplice e solo fatto sta a dimostrare che lo stato di Israele è uno stato di polizia con una legislazione antidemocratica, indegna di un paese civile e moderno e per di più razzista.
    Tutto questo vale anche quand’anche fosse assodato che gli islamici sono tutti incivili e primitivi, visto che l’applicazione di leggi giuste prescinde dal livello delle persone a cui si applicano.
    Visto che, a suo dire, nei Territori Occupati la gente è ricca, felice e benestante, non si capisce perchè i detenuti dovrebbero uscire dalle carceri israeliani allegri e ben pasciuti: a quanto lei riferisce dovrebbero esserlo sempre. Comunque abbiamo assodato che la sua concezione della democrazia comprende la detenzione senza processo e senza neppure accuse ufficialmente formulate. Allegro mio caro: lei è rimasto solo al Milleseicento! Potenza dell’ebraismo.
    Se lei queste cose le sa taccia e la smetta di dire porcherie; se non le sa taccia, impari e la smetta di fare il cialtrone.
    A volte, come in questo caso, lei diventa una persona infrequentabile.
    Uroburo

  12. Uroburo
    Uroburo says:

    Per Rodolfo
    Un’altra precisazione riguarda le elezioni useggetta. A me importa molto poco, li ritengo ambedue due facce della stessa medaglia.
    Tuttavia solo un cretino può non rendersi conto che l’attuale crisi mondiale è il frutto diretto del monetarismo reaganiano e delle politiche finanziarie messe in atto dalle amministrazioni repubblicane, soprattutto quella di Bush jr. e soci. Gli stati repubblicano sono anch’essi pieni di debiti proprio come l’Usegetta, repubblicano dal 1980 con la breve ed impotente parentesi clintoniana.
    Anche qui lei parla senza sapere nulla e ripetendo come un disco rotto caxxate sentenziate da altri come se fossero dati di fatto mentre sono solo atti di fede che non hanno MAI avuto nessuna conferma. Tutta la finanza repubblicana non sta in piedi e non è mai stata in piedi, ma è esattamente quella che volevano gli ultra-ricchi di Wall Street, che hanno votato Obama, facendogli fare solo quello che a loro piaceva, solo per tenere a freno la rabbia popolare.
    E’ il sistema politico useggetta, con la sua personalizzazione holliwoodiana, che non sta più in piedi. Proprio come le loro finanze. E la Merkel scimmiotta le idee di questi dementi senza neppur sapere che in tal modo sarebbero le stesse banche crucche a rischiare. Infatti vorrebbero rubare i soldi del ricchissimo risparmio italiano per ripianare i loro debiti. E non c’è dubbio che possano arrivarci, vista la straordinaria intelligenza elettorale degl’ittagliani.
    Lei parla proprio per dar fiato alla bocca,come si dice da voi. U.

  13. Shalom: il trombone esalame quivoca sempre
    Shalom: il trombone esalame quivoca sempre says:

    Io ho detto che lui non é degno neppure di leccare le mutande sporche di Castro e lui si inventa che io ho detto che Castro le mutande le ha sempre sporche!
    Quando si ha l’animo roso dall’odio e il cervello imbottito solo di propaganda si diventa sempre più ridicoli.
    Shalom

  14. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xSalam
    Mah…dire cheil Castro ha le mutande sporche e’ come dire che le ha sempre sporche…mica solo qualche volta….
    tu asserendo che ha le mutande sporche… presumo che le hai viste….e non sara’ stato sicuramente un caso…ma certamente la prassi….se no sarebbe stato come fare 6 al lotto.

  15. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Uroburo,
    cialtronerie a parte …lei scrive:-
    “Si calcola che circa il 15% della popolazione adulta e maschile della Palestina sia passata per i campi di detenzione israeliani….
    e riguardo le torture”


    ….che per essere torture…per chiamarsi cosi dovrebbero essere sistematiche….lei ne ha le prove? Potrebbe documentarle?Grazie..
    Rodolfo

  16. La Striscia Rossa
    La Striscia Rossa says:

    Qualcuno era comunista
    Potrà apparire strano, ma il Pci rischia di diventare il convitato di pietra di queste complicate primarie del centrosinistra. Non perché ci sia qualcuno che sia così folle da riportare in vita un partito che è stato sciolto ormai più di vent’anni fa, in quel teso congresso di Rimini che nel febbraio del 1991 decretò la nascita del Pds.
    Quella è storia, ormai. E chi l’ha vissuta in prima persona ricorda che fu una storia dolorosa, scritta con la fatica di una dura battaglia delle idee che non ha uguali nelle vicende della politica italiana. Due congressi, diversi comitati centrali, migliaia di assemblee nel tentativo di salvare il nucleo vitale di un’esperienza che aveva segnato la vita della democrazia italiana. Oggi però il Pci ritorna nelle pieghe dello scontro come se dopo tanti anni restasse aperta quella che un tempo si chiamava la «questione comunista», e cioè l’originalità di un percorso che, con tutti gli errori e le omissioni, è stata parte fondamentale nella costruzione dell’Italia repubblicana. Giorgio Gori, inventore del successo di Mediaset e oggi uomo-immagine di Matteo Renzi, ha rilanciato su Twitter una frase pronunciata da Piero Sansonetti, per lunghi anni giornalista di punta de l’Unità: «L’uscita di scena di Veltroni e D’Alema segna la vera fine del Pci. Il Pci non è finito nel ’91, è finito ingloriosamente oggi». Gori ha fatto sua quella frase e l’ha scagliata nel web perché, come spiega in un’intervista al nostro giornale, rappresenta bene quel che sta accadendo.
    Ma che cosa sta accadendo? L’impressione è che sulle note della rottamazione torni nella politica italiana il fastidio per una storia, l’insofferenza nei confronti di una sinistra libera dal massimalismo e dal radicalismo e che è una forza nazionale di governo. Un approdo che, anche qui con qualche errore, ha tenuto saldo il rapporto con un universo sociale che rischiava di perdere qualsiasi rappresentanza politica, soprattutto nell’era dell’egoismo sociale interpretato da Silvio Berlusconi. Un mondo di operai, impiegati, precari, piccoli imprenditori – potremmo chiamarli i produttori – che nell’eldorado promesso dal Cavaliere non avevano alcun posto e non potevano svolgere alcun ruolo. Allo stesso modo rischiavano di sparire dal vocabolario della politica alcune parole che costituiscono i punti cardinali della sinistra: l’uguaglianza, la democrazia, la giustizia, l’equità, il lavoro. Parole oggi ancora attuali e che segnano l’agenda di tutte le forze progressiste europee.
    È stato proprio Berlusconi, sin dal suo apparire sulla scena politica, il più fervido anticomunista: aveva capito che lì stava l’ostacolo da abbattere, il nemico vero da sconfiggere, la comunità da cancellare per spianare la strada all’Italia padrona in casa propria e al potere assoluto del denaro. Questa «guerra ai comunisti» è stata combattuta anche con la complicità di un modello politico che ha imposto il presidenzialismo come vocazione. Grazie anche ad alcuni cedimenti del centrosinistra, è passata l’idea che bastasse l’uomo solo al comando, che i partiti come organismi collettivi e reti di relazioni fossero ormai un ferro vecchio e che il sistema mediatico e la bella immagine potessero tutto. Si è imposta insomma una politica liquida che ha rischiato di cancellare uno dei tratti distintivi della sinistra: il suo essere popolare, perché fatta di persone con la passione civile, il coraggio delle proprie idee e un profondo spirito di appartenenza a una casa comune.
    Quanto di questa ispirazione venga dalla storia dei comunisti italiani, che sono stati parte centrale della sinistra, non può non essere evidente. Le cose potevano anche andare in un altro modo. Se in quel lontano 1989, di fronte alle immagini del crollo del muro di Berlino, il Pci non avesse avuto il coraggio, e a tratti anche l’incoscienza, di una rottura estrema, oggi di fatto non esisterebbe la sinistra in Italia. Certo, quella svolta ebbe le proprie debolezze culturali e qualche cedimento eccessivo a un nuovismo che rendeva rarefatto il rapporto con le altre forze europee. Però ha consentito di trasferire nel nuovo mondo il nucleo fondamentale di un’esperienza storica che è passata attraverso l’antifascismo, la Resistenza, la Costituzione, la costruzione di una Repubblica democratica fondata sul lavoro e la sua difesa contro gli assalti del terrorismo e delle stragi. Che ha portato sulla scena milioni di uomini e donne che prima non avevano né voce né dignità. Che ha consentito, per la prima volta, di condurre quella sinistra al governo del Paese assicurando all’Italia il suo ancoraggio all’Europa e mettendo in pratica un riformismo che resta forse la stagione più proficua della Seconda repubblica. E che infine ha dato vita al Partito democratico, facendo incontrare quelle culture politiche riformiste che la guerra fredda aveva tenuto contrapposte.
    Non si può dimenticare che a guidare questa lunga marcia tra sconfitte e vittorie, e quindi a difendere il ruolo della sinistra in Italia, c’erano molti di quelli che oggi sono finiti nella lista nera della rottamazione. Forse è un caso, forse anche no.

  17. Shalom: il trombone fognario tracima...
    Shalom: il trombone fognario tracima... says:

    …sempre liquame. E paragoni della minchia sicula-germanica-ammerdicana. Nelle mutande sporche cisi involtola da bravo ingordo coprofilo, con paragoni che sarebbe come dire che se lui beve un caffè o un bicchiere di vino allora significa che beve in continuazione caffè e vino. Povero minus habens.
    Riguardo le prove che chiede a Uroburo basta che si rivolga all’Onu, alle organizzazioni pacifiste israeliane e all’ebreo Richard Falk. O agli avvocati dei palestinesi in galera.
    Shalom

  18. Uroburo
    Uroburo says:

    Okkaxxo! Questa poi!
    Se si tortura qualcuno una volta ogni tanto, occasionalmente, non è una tortura perchè non è un’azione sistematica!
    Proprio come dice la destra italica per i fatti di Genova e gli avvocaticchi yankee per le torture dell’esercito useggetta e della CompagniadellaZia.
    Complimenti caro Rodolfo!
    Questo si chiama proprio arrampicarsi sugli specchi e non quello che dicono Anita e Silvy a proposito del mio rispondere con un altro angolo di visuale.

    Quanto al sistema (anch’esso da avvocaticchio yankee o da esegeta del Talmud) del chiedere le prove, mi viene in mente che gli israeliani hanno chiesto gli atti di proprietà della terra (le prove!) ai palestinesi, ben sapendo che in quelle zone non sono MAI esistiti atti di proprietà perchè tutto veniva trasmesso oralmente. Ma le prove orali non valgono, non per certi interessati mascalzoni.
    Sono proprio i sistemi in uso nel Governatorato Generale, anche se Rodolfo non lo sa.
    Rodolfo chiede le prove, ed evita accuratamente di prender in considerazione il fatto che mezzo milione di persone è stato detenuto senza nessuna accusa. La democrazia degli ebrei?
    Le prove …. Commissioni neutrali ed internazionali non sono ammesse a vedere come si vive nei Territori Occupati, gi istraeliani non le autorizzano. Proprio come i nazisti ad Auschwitz … quindi le stragi razziali naziste non esistono. Dico bene Rodolfo? U.

  19. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    LE PROVEEEEE????!!!!

    Shalom ha indicato dove si trovano, poi ci sono su una miriade di organizzazioni anche israeliane ed ebraiche che documentano la demolizione per rappresaglia contro le famiglie di presunti terroristi di migliaia di case e centinaia di migliaia di ulivi e aranci. Peraltro, la detenzione “amministrativa” rinnovabile sine die, vergogna esistente solo in Israele, è di per sé una evidente forma di tortura. Ci sono anche migliaia di minorenni trattato così, con ostacoli inventati di tutti i tipi per non far arrivare i parenti in visita, fiaccandoli sempre con ore e ore di umilianti attese.
    A proposito di tortura, devo ricordare che era ammessa in forme “lievi” (!) dalla stessa Alta Corte di Giustizia, ovviamente contro palestinesi.
    pino nicotri

  20. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    LE PROVEEEEEE!!!!????

    Indichi Rodolfo e i tizi come lui le prove che Dio ha regalato loro la Terra Promessa, territorio del menga che solo un Dio malvagio poteva rifilare a esseri umani. E meno male che erano i suoi “eletti”, altrimenti se gli stavano sui coglioni avrebbe promesso loro il Polo Sud.
    Indichi Rodolfo le prove che gli ebrei sono il “popolo eletto” e le prove che sono il “popolo santo” (no comment…). Indichi anche le prove che i racconti della bibbia sono veri, demolendo le prove con le quali fior di archeologi ebrei ed israeliani, con in testa Israel Filkenstein, hanno dimostrato che Abramo NON è mai esistito e che anche il resto sono frottole ex post.
    pino nicotri

  21. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    LE PROVEEEE!!!????

    Ecco intanto una (altra) prova che Israele pratica la pirateria:

    Dror Feiler, portavoce di Ship to Gaza Sweden, ha dichiarato che Estelle è stata attaccata alle 10:15 am. Cinque o sei navi militari israeliane hanno circondato Estelle. I soldati, che indossavano maschere, stanno cercando di abbordare la barca. L’attacco è avvenuto in acque internazionali: N31 26 E33 45.

  22. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Il veliero Estelle diretto a Gaza accerchiato e stoppato dai militari
    di Tel Aviv sulle acque internazionali.

    Tra poco ci diranno che il veliero di pace nascondeva bazooka, missili terra-aria, carriarmati Leopard, caccia F15, e un paio di portaerei..

    C.G.

  23. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    FATEVI SPIEGARE DA RODOLFO PERCHÈ LE GUASCONATE MINACCIOSE DI AHMADINEJAD VENGONO PRESE PER ORO COLATO E MINACCE MORTALI MENTRE INVECE LUI E I SUOI COMPARI MINIMIZZANO E FANNO SPALLUCCE PER LE DECINE E DECINE DI FRASI MINACCIOSE CONTRO I PALESTINESI PROFFERITE DA BEN GURION E STERN FINO AD OGGI E A DIFFERENZA DELLE GUASCONATE DI AHMADINEJAD SEMPRE SEGUITE DA FATTI DEPRECABILI DI VIOLENZA A CONCRETA CONFERMA DI QUANTO DA LORO IN PRECEDENZA MINACCIATO.
    Grazie.
    pino nicotri

  24. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C.G.

    Hai dimenticato le atomiche iraniane, che l’equipaggio di Estelle nascondeva subdolamente in tasca (Shalom direbbe nelle mutande).
    Occhio che con un lancio di paracadutisti non ti sequestrino la Lambretta come rappresaglia per il tuo “terrorismo”.
    Un abbraccio.
    pino

  25. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C C

    L’1 vorrei venire con la mia mogliera o signaaaara che dir si voglia, reduci dal viaggio di nozze in Uzbekistan. C’è un alberghetto dove dormire senza farci pelare?
    Abbracci e braci.
    pino
    p.s. Spero tu non ti sia venduto il mio ombrello o che non lo abbia rotto in testa a qualche “ingenuo”.

  26. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    CON L’ENNESIMO ATTO DI PIRATERIA, I 30 PASSEGGERI DI ESTELLE SONO STATI ARRESTATI. ECCO I LORO NOMI:

    Membro del Parlamento Hagen Aksel Norvegia 1953/10/04
    Membro del Parlamento Britton Sven Svezia 14/06/1938
    Membro del Parlamento Kodelas Dimitios Grecia 1979/02/01
    Membro del Parlamento Ricardo Sixto Spagna 1967/07/01
    Membro del Parlamento Diamantopoulos Evangelos Grecia 20/04/1980
    Ex membro del parlamento Manly James Canada 29/10/1932
    Opperdoes Joel Arvid Alexander Svezia 1983/06/20
    Andreasson Charles Bertil Svezia 1965/03/10
    Sarner Daniel Karl-Erik Svezia 1985/12/16
    Uddebrant Lars Johan OS Svezia 1981/06/28
    Widell Anders Nils Olof Svezia 1986/07/11
    Reksten Herman Elias Norvegia 1989/10/06
    Elhanan Elazar Israele 1977/04/01
    Sjöström Nils Johan Norvegia 1963/11/10
    Koivisto Velimati Finlandia 1968/03/01
    Hammervold Jan Petter Norvegia 1944-27-03
    Dror Feiler Svezia 1951-31-08
    Svenberg Kristian Svezia 1947/02/07
    Boezio Maria-Pia Svezia 1947/09/04
    Mor Reut Israele 1982/09/08
    Jamia Finlandia Mika 1959/09/06
    Arau Crusellas Laura Spagna 1980/02/05
    Ramazzotti Stockel Marco Italia 17-09-1947
    Shapira Yonathan Israele 1972/12/02
    Tiktopoulos Mikhalis Grecia 24/12/1946
    Zabale Gouzalet BegoÒa Spagna 1950/09/01
    Stamellos Loukas Grecia 22/06/1979
    Piassas Evangelos Grecia 1947/02/04
    Mattias Gardell Svezia 1959/10/08
    Vinthagen Stellan Svezia 13/10/1964

  27. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    QUALCHE PICCOA PROVA DELLE TORTURE E DEGLI ABUSI CARCERARI ISRAELIANI CONTRO I PALESTINESI

    http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/uk-ready-to-take-on-israel-over-fate-of-children-clapped-in-irons-7888914.html

    http://www.infopal.it/organizzazione-per-i-diritti-umani-1400-malati-tra-i-detenuti-palestinesi/

    http://www.marx21.it/internazionale/medio-oriente-e-nord-africa/7714-tribunale-russell-qusa-complici-di-israeleq.html

    http://www.facebook.com/notes/viviana-codemo/i-passeggeri-della-estelle-sono-stati-arrestati/10151279000835421

    http://www.amnesty.it/rapporto-detenzione-amministrativa-israele

    http://www.infopal.it/i-bambini-palestinesi-subiscono-violenza-nelle-carceri-israeliane/

    Dal 1970 al 1999, pur essendo stata formalmente abolita la tortura, centinaia di migliaia di palestinesi sono stati sottoposti a trattamento disumano nelle carceri israeliane

    “Le due pratiche principali di Israele durante gli interrogatori dei prigionieri palestinesi consistono in torture e maltrattamenti sistematici – secondo le definizioni dei termini universalmente riconosciute… I metodi usati sono le costrizioni a veglie prolungate, prolungati impedimenti nel vedere, mediante uso di bende strettamente legate, arti legati alle sedie in maniera prolungata, costrizione a particolari posture del corpo, risultanti in dolori fisici accentuati, minacce verbali ed insulti.
    Questi metodi sono solitamente combinati con ulteriori abusi: confino in celle strettissime e buie, esposizione a temperature estreme, come ad esempio stanze deliberatamente ghiacciate, privazione prolungata dell’uso del bagno per l’igiene e per i bisogni corporali e trattamento degradante … Le percosse avvengono di routine sia durante gli interrogatori dell’IDF che del GSS. Sedici dei diciannove detenuti da noi interrogati [tra il 1992 ed il 1994] hanno affermato di essere stati aggrediti nelle stanze degli interrogatori. Le percosse ed i calci sono diretti alla gola, ai testicoli ed allo stomaco. Alcuni detenuti sono stati ripetutamente soffocati, altri sono stati sbattuti con la testa contro le pareti …

    L’uso intensivo, costante e combinato dei metodi di tortura infliggono gravi sofferenze fisiche e mentali. La leadership israeliana non puo’ asserire di non essere a conoscenza del fatto che queste pratiche sono la norma, nelle carceri israeliane e nei centri per gli interrogatori. Il numero di vittime e’ troppo grande e gli abusi troppo sistematici”. Rapporto del 1994 della Human Rights Watch “Torture and Ill-Treatment: Israel’s Interrogation of Palestinians from the Occupied Territories.”

    Tortura

    “Amnesty International ha anche osservato che, ai processi, molti palestinesi arrestati con l’accusa di “terrorismo” e torturati dallo Shin Bet “sono in realta’ accusati di essere membri di associazioni illegali o di aver lanciato pietre”. Vi sono inoltre prigionieri di coscienza, come persone arrestate solo per aver sollevato una bandiera. L’articolista di Ha’aretz B. Michael sottolinea che non vi e’ un solo caso in cui lo Shin Bet abbia torturato i prigionieri a causa di uno scenario da “bomba ad orologeria”: “In ogni caso di tortura, lo Shin Bet ha giustificato il suo operato asserendo che si trattava di estorcere confessioni, ma su qualcosa che era gia’ avvenuto, e non su qualcosa che doveva accadere”. Norman Finkelstein, “The Rise and Fall of Palestine.”

    La Commissione ONU contro la Tortura del 1997 prende posizione contro Israele

    “Bet’selem stima che il GSS interroga annualmente dai 1000 ai 1500 palestinesi. Circa l’85% di essi viene torturato durante gli interrogatori …
    La Commissione ONU contro la Tortura ha raggiunto una conclusione inequivocabile … “I metodi di interrogatorio [usati nelle prigioni israeliane] … sono violazioni dell’articolo 16 e sono da considerarsi torture secondo l’articolo 1 della Convenzione. … La proibizione della tortura e’ assoluta e nessuna circostanza “eccezionale” puo’ giustificarne la deroga”. 1998 Report from B’Teslem, The Israeli Information Center for Human Rights in the Occupied Territories, “Routine Torture: Interrogation Methods of the General Security Service.”

  28. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Ricevo e volentieri pubblico:

    I PIRATI ISRAELIANI ATTACCANO ESTELLE. BASTA CON LE COMPLICITA’ CON TEL AVIV! MARTEDI’ 23 TUTTE E TUTTI A PALAZZO CHIGI!

    La marina da guerra di Tel Aviv ha assaltato Estelle, il veliero della Freedom Flotilla 3 diretto a Gaza assediata con il suo carico di umanità e solidarietà. Si tratta dell’ennesimo atto di pirateria e di illegalità commesso dallo Stato di Israele, il solo al mondo ad aver collezionato decine di Risoluzioni dell’ONU disattese e violate, senza per questo aver mai subito alcuna sanzione.
    Oltre ad una ventina fra parlamentari europei ed attivisti, fra cui l’italiano Marco Ramazzotti Stockel, Estelle trasporta 2 alberi di ulivo, 41 tonnellate di cemento, sedie a rotelle, deambulatori, stampelle, stetoscopi ostetrici, libri per bambini, giocattoli, 300 palloni da calcio, strumenti musicali, attrezzature teatrali, radio VHF – per la navigazione ed un’ancora per l’Arca di Gaza, la nave in costruzione per poter esportare le merci dalla Striscia.
    Il viaggio di Estelle è iniziato tre mesi fa dal Mare del Nord ed ha toccato i porti di Svezia, Norvegia, Francia, Spagna ed Italia: ogni tappa è stata segnata da manifestazioni di solidarietà, come a Napoli, dove in migliaia abbiamo salutato la nuova sfida ad un blocco illegale alla navigazione imposto dallo stato di Israele, un blocco che condanna quasi due milioni di persone ad una vita da prigionieri.
    Siamo stanchi della complicità dei governi del mondo con l’arroganza, la violenza e l’illegalità di Israele. Vogliamo la fine dell’assedio di Gaza e dell’occupazione della Palestina. Vogliamo l’affermazione dei diritti umani in Palestina ed in tutti i Paesi che si affacciano sul Mediterraneo.

    CONTRO L’ASSEDIO E L’OCCUPAZIONE 10 – 100 – 1000 ESTELLE!!!

    MARTEDI’ 23, ALLE 17, TUTTE E TUTTI DAVANTI A PALAZZO CHIGI

    Coordinamento Freedom Flotilla Italia

    http://www.freedomflotilla.it

    Adesioni a roma@freedomflotilla.it

  29. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Un break:
    non so se avete letto del Prefetto di Napoli che ha bacchettato un povero prete di quartiere che chiedeva tutela per la popolazione dai continui roghi con annessa puzza della monnezza lasciata per le strade del suo rione, bacchettato perchè verso la collega di questo arrogante (il Prefetto) si è rivolto chiamandola soltanto “signora” e non “signora Prefetto” come pretendeva questo individuo supponente pieno di sè.

    Speriamo che il povero prete antiroghi non faccia la fine come capitò in Sicilia a Don Puglisi.

    C.G.

  30. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x C. G.

    Mi viene un dubbio: forse non è una signora, ma un travestito? Un transessuale? L’unica cosa certa è che il prefetto di Napoli non è un signore….
    Ma la cosa più importante è che la Lambretta è una signora scooter? O un signor scooter? Mah, dubbio amletico.
    Wroom, wroom, wroom!
    pino

  31. Rodolfo
    Rodolfo says:

    PER TUTTI
    QUALI PROVE? QUALI TORTURE? QUALE ATTO DI PIRATERIA?

    definizione di tortura…
    [tor-tù-ra] s.f.
    1 Tormento corporale che si infliggeva a un imputato per estorcergli una confessione SIN supplizio: un prigioniero sotto t.
    2 estens. Qualsiasi atto crudele e violento commesso su una persona per brutalità, sadismo.


    Strumenti di tortura
    Cavalletto.. Culla di Giuda..Disco di Norimberga.. Elettroshock..Forca
    Frusta.. Gabbia sospesa.. Gogna.. Maschera di ferro (chiusa sul capo del soggetto).. Mordacchia..Pera orale..Pera rettale..Pera vaginale
    Supplizio della ruota (Catherine wheel)
    Toro di Falaride (toro metallico entro cui veniva chiuso il soggetto, reso poi incandescente da una fiamma esterna)
    Vergine di Norimberga..

    Metodi
    Torture Fisiche
    Abbagliamento o abbacinamento..Assordamento.. Bollitura a morte
    Bruciatura.. o marchiatura a fuoco..Castrazione..Crocefissione
    Flagellazione, fustigazione..Impalamento.. Mazzolatura
    Molestia sessuale.. stupro.. Mutilazione.. tagli sul corpo.. asportazione delle unghie o dei denti.. Privazione del sonno
    Scorticamento.. Soffocamento.. privazione dell’ossigeno…
    Tortura dell’acqua e Waterboarding, ovvero principio di annegamento
    .. Tratto di corda, contorsione degli arti, slogatura..

    Questo io intendo per tortura sistematica….e per tortura sistematica….caro Uroburo…intendo quella che dura nel tempo e con costanza…se e’ il caso di un poliziotto che torce il braccio o maltratta un delinquente…non si puo’ definire tortura …ed in ogni caso non e’ una cosa sistematica….cioe’ che e’ il sistema di quello Stato…di un caso se magari fosse successo …non si puo’ parlare di uno Stato che pratica la tortura….se no …anche tutti gli Stati Europei sarebbero anche Stati che torturano con sistematica….basta vedere le condizioni delle prigioni Italiane o ricordarsi del caso Melzer in Germania.
    Troiate e nient’ altro quello che andate propagando.
    Quello ai Palestinesi non si puo’ mai definire tortura ma metodi di rieducazione…..come ne esistono anche in Europa.


    Atto di pirateria non direi…..era stata avvisata l’ ONU ed invitata ad intervenire….l’ Estelle ha proseguito la sua rotta….il suo equipaggio sa’ ed e’ cosciente che non riuscira’ mai a passare….il problema non e’ quello che hanno o non hanno a bordo…..
    la questione e’ di principio….se si dice che non si passa NON SI PASSA E BASTA ….non si possono fare eccezioni ….ne’ creare precedenti.
    Israele e’ uno Stato serio….non burattino…bisogna ricordarlo ancora una volta a quelli dell’ Estelle.
    Credo che questo lo capirebbe anche un bambino.
    Rodolfo

  32. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Non si capisce dunque come mai quando i Palestinesi escono dalle prigioni Israeliane……perche’ escono nevvero…siano cosi tutti allegri sorridenti e ben pasciuti e panciuti…
    invece di essere degli stracci….
    o forse credete che trattarli bene sia una forma di tortura?
    Ah be’….se e’ cosi sono anch’ io sono daccordo.
    Rodolfo

  33. Rodolfo
    Rodolfo says:

    AGGIORNAMENTO
    Estelle alle ore 14.30 …. 135 miglia nautiche dalla Striscia di Gaza
    secondo quanto riportato dal sito Freedom Flotilla Italia.. i passeggeri di Estelle hanno ricevuto una chiamata dal Ministero degli Esteri Finlandese… che comunicava di essere stato contattato da quello Israeliano… se la Estelle prosegue il suo viaggio verrà abbordata e fermata in acque internazionali e i suoi passeggeri portati ad Ashdod.
    Uomo avvisato mezzo salvato….per chi vuole capire.
    Non hanno voluto capire? Ben gli sta’….
    Rodolfo

  34. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Eppure a bordo della nave ci sono soltanto aiuti umanitari per la popolazione di Gaza sotto assedio… due alberi di ulivo…come se ne avessero di bisogno..

    41 tonnellate di cemento (materiale per le costruzioni..quasi introvabile nella Striscia a causa dell’embargo israeliano)..
    FALSISSIMO>>> ne passa di cemento dai tunnel a ufo

    sedie a rotelle.. stetoscopi.. deambulatori.. stampelle.. libri per bambini.. speriamo istruttivi e non che spiegano come distruggere Israele… giocattoli.. 300 palloni da calcio… strumenti musicali e attrezzature teatrali..

    Ma non e’ ripeto… quello che hanno o non hanno a bordo…
    e’ necessario non creare un precedente….perche’ poi sarebbe un via vai…ed allora non ci potranno piu’ essere controlli e di armi ne passerranno senza fine.
    Insomma se c’ e’ un blocco …c’ e’ un blocco e basta…
    che vadano verso la Siria …li si che hanno bisogno di aiuti.
    Rodolfo

  35. sylvi
    sylvi says:

    x C.G. e Pino

    io riesco ancora a scandalizzarmi davanti a un prefetto che alza la voce in italiano maccheronico e che umilia un cittadino-prete che fa il suo dovere civico di preoccuparsi anche della salute fisica dei suoi parrocchiani.
    Quella specie di prefetto invece…ci spiega benissimo perchè Napoli è la vergogna d’Italia davanti al mondo!
    Il pesce puzza sempre dalla testa!

    Mi è parso di vedere un fumetto uscire dalla bocca di cotanto prefetto :io sarei io, e tu non sarei…una cazzeruola!!!
    Ma è pretendere troppo che questa gentaglia sappia almeno umiliare in italiano corretto???

    Sylvi

  36. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    …magari pretendeva che gli si facesse il saluto a braccio teso:
    “ave signor avv. dott. cav. prefetto”.

    Se fossi stato don Maurizio gli avrei intonato quella dell’Albertone Sordi:
    “te c’hanno mai mannato a quer Paeseeee, sapessi quanta ggente che c`è stà…”

    C.G.

  37. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    La Lambretta è signora, un pò attempata come tutti noi ma sempre di sostanza…

    Wrom!

    C.G.

  38. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Rodolfo.
    Preoccuparti del “blocco” che tu hai in quella testa, no èh?

    In tutte le TV di Europa, io l’ho visto sul TG svizzero, viene trasmesso il video preregistrato di Marco Ramazzotti Stockel in traduzione simultanea che spiega i motivi della spedizione di pace.

    Devo dirti, un tantino più sostanzioso delle tue patetiche balle.

    C.G.

  39. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xcg
    Macchi’ se ne frega del motivo….i motivi li sappiamo …sono quelli umanitari e sono quelli di forzare il blocco navale.
    Ma tutto questo e’ davvero ragionevole? A cosa porta alla fine?
    Assolutamente a niente….e’ solo una perdita di tempo e di risorse.
    Rodolfo

  40. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Estelle abbordata senza incidenti di sorta dalla Marina Israeliana….
    verra’ scortata verso il porto di Aschdod dove saranno consegnati alla polizia….che naturalmente li torturera’ ben bene …
    R

  41. Uroburo
    Uroburo says:

    Rodolfo { 20.10.12 alle 14:52 } Uomo avvisato mezzo salvato….per chi vuole capire. Non hanno voluto capire? Ben gli sta’….
    ———————————————-
    Ma anche il povero Adolf aveva avvisato …. Non han voluto capire e ben gli sta. Dico bene? O no? Uroburo

  42. Rodolfo
    Rodolfo says:

    No…dice male….molto male… perche’ e’ un paragone del cassio….
    che vuole solo livellare….ma non analizzare il problema di fondo…
    quello principale e REALE.
    R

  43. Rodolfo
    Rodolfo says:

    No gli Ebrei avevano capito da tempo….molti …quello che se lo potevano permettere partirono prima…
    qualcuno doveva pur rimanere…cosicche’ in Europa ne hanno rastrellato un bel po’ di cui 6.000.000 furono trasformati in cenere…
    come lei penso sa’ …
    ma devo andare….caro Uroburo….piu’ tardi saro’ piu’ chiaro.
    R

  44. Uroburo
    Uroburo says:

    Rodolfo { 20.10.12 alle 15:54 } Macchi’ se ne frega del motivo
    ————————————————–
    Curioso come per gl israeliani valga sempre e solo la forza.
    Hanno abolito il diritto.
    Mi sembra un’ottima cosa perchè alla lunga sono cose che si pagano.
    Deus dementet quos perdere vult …. U.

  45. Uroburo
    Uroburo says:

    Cara Silvy,
    avevo pensato di mandare anch’io due righe sull’eccellenza (pardon: Eccellenza) in questione ma poi ho preferito aspettarla al varco.
    Vede cosa sono capaci di fare queste sinistre? Non hanno nessun rispetto per le istituzioni. E il sindacato poi … E’ per colpa di sinistre e sindacati che ci ritroviamo cotesto Sctato da operetta!
    Arrivederci U.

  46. Uroburo
    Uroburo says:

    Rodolfo { 20.10.12 alle 14:36 } Tortura dell’acqua e Waterboarding, ovvero principio di annegamento
    ———————————————-
    Toh, guarda! Il signor Popeye, suo grande amico, diceva che non era una tortura…
    Siete proprio tutti uguali voi fascistoni. U.

  47. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    “Dal 1967, 800.000 ulivi sono stati
    sradicati dai militari israeliani, causando una perdita di circa 55
    milioni di dollari per l’economia palestinese, secondo un rapporto del Ministero dell’Autorità palestinese dell’Economia Nazionale e alla Applied Research Institute di Gerusalemme.”

    “Macchì se ne frega”, direbbe il fondamentalista arabofobo.

    C.G.

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