Israele/Palestina: non tutti predicano l’odio e portano il cervello all’ammasso

http://www.freedomflotilla.it/2012/10/10/chi-naviga-sulla-estelle-verso-gaza-per-forzare-il-blocco-comunicato-stampa/

http://frammentivocalimo.blogspot.it/2012/10/alessandro-schwed-basta-con-la-guerra.html

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=37247

Chi naviga sulla Estelle verso Gaza per forzare il blocco?

Ship to Gaza svela l’identità del primo passeggero a bordo della Estelle, la nave partita il 6 ottobre da Napoli alla volta di Gaza per interrompere l’assedio.

Passeggero I: Elik Elhanan , Israele

Elik Elhanan , proveniente da Tel Aviv, in Israele, è uno dei passeggeri a bordo del veliero Estelle nell’ultima tappa verso Gaza. Viene da una famiglia molto conosciuta emigrata in Palestina già negli anni ’20. Il padre del nonno materno fu il primo ambasciatore israeliano a Stoccolma. Il nonno materno, Matti Peled, fu il primo generale israeliano a prendere posizione contro l’occupazione nel 1972 e a creare gruppi pacifisti insieme ai palestinesi. Lasciò l’esercito e si dedicò invece a un dottorato in letteratura araba.

Elik, che ora ha 35 anni, ha un passato giovanile di punk. Nel 1995 si arruolò nell’esercito israeliano ed entrò nel corpo dei paracadutisti diventando con il passar del tempo un membro della squadra di élite.

Il quattro settembre 1997 sua sorella Smadar Elhanan, di 16 anni, tornava a casa da scuola sul viale Ben Yehuda a Gerusalemme.Era la prima settimana di scuola e c’era molta gente in giro. Due attentatori suicidi si fecero esplodere quel pomeriggio sul viale Ben Yehuda. Cinque persone persero la vita e venti furono ferite.

Quando Elik venne a sapere dell’attentato chiamò a casa dal reggimento, lo facevano tutti coloro che vivevano a Gerusalemme. Nessuno aveva sentito niente di speciale. Quando chiamò gli aveva risposto un vicino. I genitori erano usciti per identificare la figlia. Lei e la sua migliore amica erano tra i morti.

Dopo la morte di Smadar, la loro madre, Noret Pelled Elhanan, dichiarò che considerava il governo israeliano e la sua politica di occupazione responsabili della morte di Smadar.

Elik lasciò l’esercito dopo aver terminato il servizio militare e viaggiò in giro per il mondo per circa due anni. Si stabilí a Parigi dove prese contatto con attivisti provenienti da tutto il mondo che combattevano contro l’occupazione della Cisgiordania e della striscia di Gaza da parte di Israele.

I suoi genitori sono attivi nell’organizzazione “We lost a child”, un ‘organizzazione per genitori israeliani e palestinesi che hanno perso un figlio o una figlia. Suo padre, Rami, viaggiò due anni fa con un Ship to Gaza interamente ebraico che voleva forzare il blocco, viaggio al quale presero parte molti sopravvissuti all’Olocausto. (Vennero fermati). Elik si uní ai militari che rifiutarono di partecipare alla guerra contro Gaza nel 2002, “Il coraggio di dire di no”. Nel 2004 tornò in Israele e costituí, insieme con palestinesi liberati dalle carceri israeliane, un’organizzazione chiamata “Combattants for peace”.

E ora Elik viaggia a bordo della Estelle (quando scrivo questo stiamo traversando lo stretto di Messina). Considera che il blocco di Gaza è criminale. L’Europa potrebbe facilmente esercitare pressioni su Israele dato che il 40% del commercio israeliano avviene con l’Europa. Ma l’Europa e Israele sembrano aver stretto un accordo che secondo Elik consiste in questo: L’Europa è perdonata per l’Olocausto a condizione di non protestare contro l’occupazione e la repressione che Isarele esercita sui palestinesi.

Maria-Pia Boëthius, membro dell’equipaggio di Estelle

Contatti stampa
Mikael Löfgren, media co-ordinator per Ship to Gaza Svezia: +46 707983643 media@shiptogaza.se
Media team Italia : Paola Mandato +39 335 5712859 freedomflotillaitalia@gmail.com

Approfondimenti
lettera di Elik Elhanan http://www.kibush.co.il/show_file.asp?num=16005
video di Elik Elhanan http://www.youtube.com/watch?v=OI_SIS_XFzk

Foto di Elik Elhanan  fonte : http://hd.se/kultur/2012/10/10/med-rattvisans-kompass/

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Fiorentino d’adozione, ebreo, torinese da parte materna e ungherese da parte paterna, Alessandro Schwed è più noto con lo pseudonimo di Giga Melik con il quale scriveva sul periodico ferocemente satirico Il Male. Scrittore-scardinatore di schemi, esploratore di vari generi di narrazione, giocoliere della tragi-commedia umana, il 9 ottobre ha scritto per Il Foglio il seguente articolo:

Alessandro Schwed : ” Basta con la guerra perpetua “

C’è quel preavviso israeliano all’Iran. Ha lasciato una sensazione forte, a tratti è un vento forte, che poi si attenua, poi è silente. Un’altra guerra si è messa in coda alle guerre della Storia. Il Mediterraneo che si infiamma, altro che Atlantide. Che avvenga-non avvenga l’attacco israeliano ai siti nucleari iraniani, due popoli attendono, dimenticano, di nuovo attendono. Nelle case di Teheran e Tel Aviv chiamano al telefono i parenti nel mondo, parlano di quello che potrebbe succedere. O non parlano con nessuno e la notte sognano la guerra: da qualche parte la paura deve finire. Un’immane pazzia. Il conflitto tra Israele e il mondo arabo, di cui l’Iran non è parte etnica ma religiosa, è così permanente da essere eterno nell’agenda politica mondiale.
Una guerra di guerre, lunga sessantaquattro anni, il cui inizio nel ’900 è visibile in filmati in bianco e nero. Il fatto era, ed è rimasto, che l’esistenza di Israele era un’offesa, Israele non doveva esistere. Poi Israele ha continuato a esistere, ha capitalizzato le guerre vinte prima contrattando la restituzione dei Territori senza riuscirci, e da vari anni, con questa destra in carica, assorbendo in modo implicito, poi sempre più esplicito, i Territori. Netanyahu pare ingoiarli, evitando di contrattare la restituzione, come se fosse un non udente di un governo di non udenti. I Territori contengono la massa crescente dei coloni, un sempre più consistente serbatoio elettorale con cui fare i conti del consenso e degli affari edilizi, della costruzione delle infrastrutture. C’è la onnipresente pervasività fisica, economica, mediatica degli insediamenti israeliani, basta guardare la carta geografica; c’è il macigno della non restituzione dei Territori; la scomparsa dei tavoli della pace; il fine evidente di far prevalere lo status quo; il prender piede, con le ultime ondate dell’Alyà, di nuove stratificazioni etniche e sociali, la degenerazione dell’idea sionista in una cultura pionieristica che ricorda sempre di più la storia del Far West o, peggio, il cinema Hollywoodiano sul Far West e la dissoluzione delle terre indiane. Una semiguerra all’Iran, ma anche un’azione militare ostile nel suo territorio, sarebbe la pietra tombale su qualsiasi accordo futuro per i Territori. Un tale accordo non interessa questo governo di Israele che detiene nei Territori una parte importante del proprio serbatoio elettorale, e che in nome dei propri interessi politici e finanziari, non solo non è interessato alla pace, ma forse le è contrario. Dato che le ragioni di questa ostilità (una terra da restituire, l’aspirazione a uno stato palestinese) sono proprio le ragioni che se rimosse con i sacrifici dolorosi propri di una pace, danneggerebbero irreparabilmente gli interessi politici e finanziari del governo e del suo elettorato. Perché così si fa la pace con un nemico: rintracciando le vere ragioni dell’ostilità, contrattandole con l’offerta di terra e compensazioni che facciano arretrare quell’ostilità, in cambio dell’accettazione di alcuni punti, per esempio il riconoscimento dello stato d’Israele; mentre con minacce e azioni apertamente ostili come un blitz nei siti nucleari iraniani si ottengono subito il logoramento e la rottura di un qualsiasi tenue filo di dialogo. A fronte della mancata volontà israeliana di pace ricercata a ogni costo (magari con sacrifici dolorosi come la restituzione di Gerusalemme est e di Hebron), e anzi si preferisce minacciare l’Iran, si rispecchia in modo uguale e contrario la politica estera, o imperiale dell’Iran. La quale si offre come una ripetizione di quello che faceva la vecchia Urss nella regione, posto che il vero interesse del Cremlino nell’area era di mantenere l’instabilità. Era il tempo in cui, in modo sottile, non veniva realmente sostenuta la causa palestinese, la nascita di uno stato, ma come accade oggi con l’Iran si armeggiava ad apprestare turbolenze, a fare delle aspirazioni palestinesi un’arma di pressione nell’area più delicata del mondo. Dunque, la questione palestinese usata come rubinetto da aprire e chiudere: un’arma contrattuale. La chiave per altre mire e altre trattative.
Ora che la politica estera è stata sostituita dalle intraprese militari portate in giro per il mondo dalle coalizioni occidentali, e la pace-guerra è familiare agli occhi della nostra opinione pubblica, il conflitto israelo-palestinese è paradigmatico quanto al significato universale della parola “guerra”. La lunghissima guerra tra Israele e Palestina illustra come un conflitto possa avere utilità istantanea e alla lunga l’inutilità della peggior beffa. Con la sua guerra di guerre vinte, Israele è riuscito a resistere, mai ad avere vita normale; dall’altro lato, attraversando come impunemente le sconfitte, i palestinesi hanno alimentato il sogno di una Palestina che sorge addirittura al posto di Israele, ma non hanno posto una sola pietra per la nascita dello stato palestinese. E così, se consideriamo la guerra tra Palestina e Israele dal 1948, la vita dei due popoli è paragonabile a quella di una persona di 64 anni che ha vissuto l’intera vita chiusa in casa, al buio, senza avere mai visto il sole. E a me pare che oggi, profondamente, la vita quotidiana di Israele e Palestina ponga la questione filosofica del senso della guerra, la sua incompatibilità col sentire del nostro tempo. Né vinta veramente né persa per davvero, può una guerra continuata al posto della vita essere una forma ufficiosa di società, con la gente che va al lavoro, alla partita, a ballare, e a un tratto parte per Gaza o il Libano? O vive confezionando ordigni, scavando tunnel, sempre un passamontagna sul volto? A Gaza, i ragazzi giocano con la PlayStation, fanno la mitologica parte di Messi, ma fra poco potrebbe partire una fatwa anche sui Blaugrana che hanno ospitato Shalit a una partita col Real Madrid, e così morirà anche questo innocente sogno infantile.
Può una guerra eterna seminare il futuro? E può il sistema delle guerre portate dalle coalizioni come esportazione della pace, divenire un baluardo di civiltà e democrazia? Le vite di Israele e della Palestina dicono di no, che servirebbe l’ordine della pace. Mentre gli esiti della pace armata sono i quaranta morti al giorno in Iraq, l’irriducibilità talebana (con cui già i sovietici fecero i conti), gli attuali oltre duemila morti della coalizione occidentale, il permanere di al Qaida la cui effettiva esistenza appare insondabile, e raggela. La dottrina dell’esportazione della democrazia con la guerra ha fallito e le strade di Baghdad snocciolano morti, del resto come può una pioggia di missili sulle vie della tua città averti educato alla democrazia? Noi che abbiamo visto in tv l’attuarsi dell’ordine attraverso la miniserie dei bombardamenti in diretta, in Iraq, Kosovo, Afghanistan, Libia, abbiamo constatato de visu che la guerra “intelligente” fa crollare le mura dei bunker ma rende monchi e orbi come la guerra antica. La guerra rimane sempre la stessa: un cannibale. Israele potrebbe scegliere, malauguratamente, di agire se nell’imminenza delle presidenziali Obama mostrasse incertezze, a seconda dell’andamento della campagna elettorale; oppure se i repubblicani a un tratto fossero così forti da dettare un ritorno alla dottrina Bush. Certo, non si può attaccare l’Iran per un dibattito televisivo andato male a Obama. Per ora la realtà è che la Casa Bianca dice di avere una visione del nucleare iraniano affine a Israele, ma una diversa valutazione sulla tempistica di Teheran. Seconda cosa, il mondo è attraversato da una crisi economica come metafisica, la sua lunghezza non si piega e non si spiega: una crisi che è come una guerra mondiale invisibile, e sia l’America che il mondo non possono permettersi due contemporanee, fatali guerre mondiali. A fronte del flemmatico palleggio della Casa Bianca che smorza il preavviso israeliano di guerra, il ballon d’essai di Netanyahu torna nel campo di Israele, prigioniero storico della filosofia della guerra preventiva, e trova lo stato ebraico saldato alla propria immobilità, fatta di un sostanziale disinteresse a una pace che non sia la dissoluzione geografico-politica di una possibile patria di Quelli.
Solo i popoli di Israele e Palestina sanno quanto sia insensato il sistema della guerra. Per Israele la guerra è la struttura emotiva dei giorni: gli ebrei israeliani sono usciti dalla Seconda guerra mondiale e dalla Shoah, e sono stati fluidamente ingoiati da una guerra fatta di guerre successive: come se la vita possa costituirsi solamente di guerra, e nella migliore delle ipotesi bisogna essere pronti al suo scatenarsi. In Israele è un dato naturale che ci sia la guerra, o che sia dietro l’angolo, e anzi è pericolosamente sospetto il contrario: una pace lunga significa che Quelli si stanno organizzando. Solo chi vive così da generazioni, sa, consciamente o meno, che a una guerra lunga generazioni corrisponde la depressione, la vita sui nervi e altri passi sul viale dell’angoscia. Con la guerra, nelle famiglie israeliane, hanno fatto i conti uno o molti; e nel vicinato, sul pianerottolo, c’è sempre un vicino, un conoscente che è diventato pazzo per aver perso la famiglia nella Shoah e un figlio in guerra. E così, l’Israele moderno è paradigmatico di come la guerra abbia un’utilità istantanea e un’inutilità assoluta. Il susseguirsi delle guerre vinte, nel peggiore dei casi almeno non perse, ha sviluppato l’odio crescente dei vinti e la stanchezza di quei disgraziati dei vincitori. Questo governo Netanyahu dei preavvisi di guerra esercita un’assenza di ricerca della pace, un’estraneità totale all’azione di ascoltare il prossimo, che è condizione esistenziale di non vita. Non è un caso che l’ultimo eroe di Israele non sia Rabin, che aveva stretto la mano ad Arafat ed è stato assassinato, ma il corpo dimenticato di Sharon: un né vivo né morto che certo non torna a vivere e che misteriosamente non riesce a riposare in pace – metafora inquieta della vita impossibile israeliana. Israele amplia gli insediamenti, costruisce case e infrastrutture: è come se cullasse la tensione. Sta smarrendo la normalità. E’ una vita in stato ebraico di assedio. E in modo paradossale, questo rassegnarsi alla vita come guerra, assomiglia alla sopravvivenza quotidiana del tempo mentale e fisico della Shoah.
Quanto vale per la guerra eterna tra Israele e il mondo arabo, Israele e l’Iran, vale per le reiterate guerre occidentali nel Golfo, nel Kosovo, in Afghanistan, Libia. Per quanto tale modo di operare venga chiamato peace keeping, contingenti di pace, guerra umanitaria, quando volano gli aerei e cadono le bombe, i contingenti non sono di pace. Guerre con “costi umani”, si dice, per non dire morirete a chi sta per morire; guerre con obiettivi limitati, si dice, che colpiranno “solo” le infrastrutture, come se strade, ponti, fabbriche, stazioni ferroviarie siano parentesi della vita. Guerre in tv, come se quell’essere di Baghdad nelle tv di tutto il mondo, la città di Aladino che si immergeva in una fantasmagorica luce verde, rendesse plausibile la pioggia dei missili da crociera Tomahawk sparati dal Golfo, come se la crociera dei tubetti di ferro fosse una capatina in città. “Sono stati sparati 130 missili da crociera” avverte quieto dal teleschermo lo speaker, opzione sorridente della guerra nella vita di famiglia. Uno torna a casa: cara, che è successo oggi? Niente, centotrenta missili da crociera, centrati otto target, e fuoco amico a Kabul – ma nulla, non erano italiani.
All’inizio, le guerre in Kosovo-Afghanistan-Iraq volano alte tra le nubi dello spettacolo televisivo, poi piombano in basso e colpiscono davvero. La guerra corre, ci sono le dichiarazioni dei rappresentanti dei governi. Si presentano ai microfoni in eleganti abiti civili, come se non fossero loro a mandare gli aerei dato che hanno la cravatta. Ci sono quelle dichiarazioni: nessuno ce l’ha coi popoli colpiti, la guerra è contro il regime e i suoi capi. Va da sé che non sono perforati solo i bunker del regime e le ville al mare dei capi: saltano in aria le normali piazze con le normali panchine, le case con i letti e i comodini e se va bene le scuole bruciano con dentro solo i meravigliosi disegni dei figli. Ma le belle strade che legano i quartieri si riempiono dei crepacci delle bombe, diventano strade inutili, e anche se le trasmissioni televisive funzionano ancora e la sera danno un film, la normalità ormai è scappata dalla finestra e nessuno sa dove sia andata. La pietà, quella subentra quando finalmente le macerie sono inquadrate dal basso assieme ai corpi immobili; e risulta veramente strano che oltre alla guerra preventiva non possa esserci la pietà preventiva, ma solo la sterile pietà successiva. Un permanente Vietnam. Un set cine-bombardante che elimina dittatori e rende profughi i popoli. Le case dissolte, le auto carcasse, le popolazioni fuggite, le vie deserte, le tendopoli piene, l’acqua finita, i padri scomparsi – la guerra è stata vinta. Da chi?
Guerra per una pozza d’acqua, come nell’inizio mitopoietico di “2001, Odissea nello spazio” di Kubrick. Lì, poniamo quattrocentomila anni fa, viene ucciso il membro di un gruppo di ominidi ancora privi di parola. Ringhiano, sbuffano, sono dotati di un’andatura incerta. Quando giungono alla pozza, litigano con altri ominidi per il suo possesso: il fatto è che lì si beve. Converrebbe avere la pozza e bere al posto degli altri. Tra gli ominidi c’è una discussione stilisticamente brutale. Le urla sono sempre più forti e ha luogo la prima uccisione della storia. Non originata da una lite individuale, ma come sottende il racconto biblico di Caino e Abele un omicidio-guerra per una contesa tra due gruppi identici ma socialmente diversi. Uno è stanziale e vive presso la pozza, l’altro è un gruppo che arriva da chissà dove per andare chissà dove e adesso ha sete. Per invidia, balordaggine, la prevalenza di un istinto insopprimibile, scoppia la prima guerra umana. Alla pozza di Kubrik, la scoperta di come risolvere il contenzioso e bere solo gli uni e assolutamente nessuno degli altri, avviene per caso: un ominide tira su da terra ’osso di un animale spolpato, reso bianco dal sole, e lo brandisce. Per un’intuizione fatale, colpisce la testa a un contendente, che piomba a terra senza vita. Urlava, ora però è in silenzio, misteriosamente inerte. Tra gli ominidi si diffonde la vertigine: è stata tolta la vita. I compagni del morto fuggono, gli altri giubilano: la morte può essere data, c’è questo potere! In segno di trionfo, lo strumento che ha ucciso un uomo per la prima volta della Storia, l’osso di una preda uccisa e mangiata, viene tirato in cielo. L’osso volteggia in alto, più in alto ancora, cinematograficamente diviene una stazione spaziale orbitante – il tempo è passato in un soffio: l’ominide è un uomo. Fa l’astronauta, comunica a distanze immense. Si nutre in modo funzionale alla vita spaziale, strizza dei tubetti e ingoia sintesi cremose di uova, verdure, carni. Galleggia in assenza di gravità, cammina saltellando su pianeti dove non c’è ossigeno. Ora che non è più il 2001 del film, ma il nostro 2012, sappiamo che dopo avere orbitato nelle stazioni spaziali, l’uomo ha ucciso e uccide come alla pozza dell’acqua. Fa ancora la schifosa guerra. La storia umana passa da un omicidio: tutte le scoperte e le acquisizioni della volontà ne sono intossicate. E in modo appena visibile, un filo sottile che attraversa la lunga stanza della Storia, tutto inizia da un colpo in testa, inferto mediante l’osso di un animale ucciso per nutrirsi – versare sangue, uccidere apparenta con la violenza, la rende una delle cose ordinarie di oggi e di domani. Genesi è l’allegoria di un trauma: rompere l’armonia tra le creature, fu altamente tossico: dalla morte è venuta la morte. Perché la questione della guerra è la questione del Male: è metafisica, muove lo spirito. Ora però, la moderna questione della guerra è che la guerra in tv non seduce più. Non possiamo fantasticare più sulla guerra romantica, i commilitoni, l’avventura. In tv, la guerra fa schifo. Mica è un film, non c’è ritmo. C’è gente in fila per l’acqua, i bambini stano zitti, a un angolo c’è un cadavere. La guerra non è in sintonia con la nostra sensibilità, con gli occhi dei figli a tavola – non è ricevibile. La guerra della giustizia strappa i corpi, lascia odio, è comunque guerra. Certo, talora la guerra è stata utile: se a liberare l’Europa non ci fossero stati gli americani e l’Armata rossa, chissà cosa sarebbe oggi il mondo. Ma siamo nella post Storia, c’è l’attesa di vita, le palestre, il culto del corpo, i viaggi, gli amici dei social network da Milano a Giava: la guerra non è comprensibile, razionalizzabile, assimilabile. Perché ritenere che la guerra risolva, se non è affatto così? Che il dolore fisico non ci sia, quando si vede bene che c’è? Possiamo pensare che se quattrocentomila anni fa non ci fosse stata la lesione dell’armonia universale, versare sangue di altre creature per riempire se stessi di cibo e di possesso; se non avesse prevalso l’impulso di versare sangue come una cosa naturale per nutrirci, una cosa sopportabile, come infatti sopportiamo la convivenza degli occhi miti del bue con la fetta di carne sul nostro piatto. Se tutto questo non fosse mai successo, se non avesse prevalso mors tua vita mea, la Storia sarebbe stata un’altra. Allora non ci sarebbero stati Auschwitz né Hiroshima. Invece, c’è più di una guerra a generazione.
Alla fine abbiamo visto due Gheddafi, quello assalito e sparato, e quello ricomposto in un interno. Di quello assalito si dice che siano stati i francesi ad assalirlo, ma ad assalire è stata la solita guerra. Il secondo Gheddafi è quello di qualche giorno dopo, ricomposto forse in una capanna. Era come se stesse dormendo. Estraneo alla guerra che aveva appena finito di rimbombare, appariva parte intrinseca di una pace sconosciuta sia al lui di prima che a noi di ora. Affacciato al confine di quel mondo col nostro, il suo corpo pacato domandava: “C’era bisogno di tutto questo?”.
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Tribunale Russell: “USA complici di Israele”

La corte privata, nata per la guerra in Vietnam, accusa Washington di fornire sostegno economico e militare e impunità alle violazioni contro il popolo palestinese.
Roma, 11 ottobre 2012, Nena News -
Da New York si alza la voce del Tribunale Russell sulla Palestina: gli Stati Uniti sono colpevoli di complicità con le violazioni dei diritti umani e i crimini commessi da Israele contro il popolo palestinese.

La speciale corte, nata durante la guerra in Vietnam nel 1967, è un corpo privato creato dal filosofo inglese Bertrand Russell e dal francese Jean Paul Sartre e volto a investigare la politica estera americana e l’intervento armato in Vietnam. Dal 2008 – anno dell’Operazione Piombo Fuso contro la Striscia di Gaza – si occupa di Palestina e il suo ultimo atto è giunto nella conferenza stampa di lunedì a New York: dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, Washington è responsabile di complicità nella violenta repressione israeliana contro la Palestina.

“Il Tribunale ritiene che il progetto di espansione coloniale israeliana in atto, le sue politiche razziali, così come il militarismo violento non sarebbero possibili senza il sostegno economico, militare e diplomatico degli Stati Uniti – si legge nella bozza del rapporto della corte – Si è creata una situazione per cui Israele ha ottenuto uno status di immunità e impunità per la sua totale mancanza di rispetto delle norme e gli standard del diritto internazionale, con l’aiuto degli Stati Uniti”.

In particolare, secondo il Tribunale, Washington permette a Tel Aviv di lavorare per rimanere uno Stato esclusivamente ebraico “a spese dei diritti umani del popolo palestinese” e in violazione della legge internazionale, in primis della Convenzione di Ginevra e della giurisprudenza della Corte Internazionale di Giustizia.

Durante la conferenza stampa, la corte ha inoltre imputato a Israele e Stati Uniti la mancata presenza alla quarta sessione del Tribunale, nonostante i numerosi inviti ricevuti. Nell’ultimo rapporto si elencano le violazioni israeliane, a partire dalla negazione del diritto del popolo palestinese all’autodeterminazione e del diritto al ritorno dei profughi palestinesi (garantito dalla risoluzione Onu 194 del 1948), la sistematica violazione delle centinaia di risoluzioni delle Nazioni Unite in merito ai Territori Occupati e del diritto del popolo palestinese a usufruire delle proprie risorse naturale e delle terre.

A cui si aggiungono la costruzione del Muro di Separazione (considerato illegale dalla Corte Internazionale), la creazione di colonie in territorio palestinese, l’espulsione continua di residenti palestinesi dal proprio territorio, la demolizione sistematica di case palestinesi, maltrattamenti e torture nei carceri israeliani e l’utilizzo della detenzione amministrativa contro i prigionieri politici palestinesi.


197 commenti
Commenti più recenti »
  1. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Farlo capire a persone inutili che mai hanno dubbi data la loro arrogante supponenza (uno, Rodolfo, lo abbiamo qui nel blog) credo sia un’impresa ai limiti dell’impossibile.

    Bella ma tragica la foto del bambino che lancia un sasso contro il carroarmato.
    Per gli inutili, perchè di questo si tratta: di inutili idioti, sarebbero questi quelli che vogliono “buttare a mare” Israele.
    A sassate.

    C.G.

  2. Rodolfo
    Rodolfo says:

    I sassi possono far piu’ male delle bombe…non lo sapevi?
    R

    Un lungo articolo….che a tratti e per molti versi…potrebbe essere rivolto anche ai Palestinesi.
    L’ errore e’ solo nella ricerca di un solo colpevole…. non ci si rende conto di questo…. non si riesce ad essere completamente neutrali ed a riconoscere anche gli errori degli altri….finche’ sara’ cosi….non si fara’ altro che perpetuare una eterna ingiustizia.
    Rodolfo

  3. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Sì, un sasso lanciato contro un mostro d’acciaio da parte di un bambino può far molto male.

    Sopratutto alle coscienze degli ipocriti.

    C.G.

  4. Shalom: il trombone tromboncino di Israele.....
    Shalom: il trombone tromboncino di Israele..... says:

    ….non spiega perché mai allora gli israeliani anziché limitarsi con i palestinesi a tirare pietre gli sparano contro bombe, omicidi “mirati” e massacri vari. Più la demolizione di migliaia di case e decine di migliaia di uliveti, aranceti, ecc.
    Essere buffoni può anche andar bene, ma essere pure disonesti a ciclo continuo e in servizio permanente effettivo è tutt’altra cosa.
    Shalom

  5. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Integro il post Nr.2 ….rimasto come sempre senza risposta dal post
    Nr.3.
    (Un lungo articolo….che a tratti e per molti versi…potrebbe essere rivolto anche ai Palestinesi.
    L’ errore e’ solo nella ricerca di un solo colpevole…. non ci si rende conto di questo…. non si riesce ad essere completamente neutrali ed a riconoscere anche gli errori degli altri….finche’ sara’ cosi….non si fara’ altro che perpetuare una eterna ingiustizia).
    Sorge spontanea dunque una domanda….perche’?
    Perche’ si cerca il male solo da una parte e non si riconosce il male dall’ altra parte della barricata….un male vecchio ed eterno di 2000 anni di storia.
    E’ perche’ sopratutto…certi fenomeni nella societa’ Ebraica non si riscontrano nella societa Palestinese ed in particolare nella societa’ del mondo Arabo.
    Quale potrebbe essere la risposta spontanea?
    ?????????????????????????????????????????????????????????????
    Qui nel teatro “Arruotalibera” abbasso le tende di falso velluto …
    aspettando con trepidazione che qualcuno le ricambi con delle autentiche …e le riapra con delle risposte soddisfacenti.

  6. Rodolfo
    Rodolfo says:

    “Piombo fuso” per esempio non e’ stata una reazione immediata ai cioccolattini che ogni giorno vengono spediti in direzione Israele sud….no…
    ma una reazione dopo anni di pazienza.
    Si e’ voluto …e’ si e’ cercato di eliminare quel fenomeno….che pero’ si nascondeva in mezzo alla popolazione e della popolazione se ne faceva scudo.
    R

  7. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Il titolo di questo topic poi e’ emblematico….
    “Israele/Palestina: non tutti predicano l’odio e portano il cervello all’ammasso”

    Che io pero’ cambierei leggermente….cosi:-
    “Israele: non tutti predicano l’odio e portano il cervello all’ammasso..
    e perche’ in Palestina e nel mondo Arabo tutti predicano l’odio e portano il cervello all’ammasso..
    Rodolfo

  8. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    E la pazienza dei palestinesi, dove la mettiamo?

    Alza piuttosto le tende (di ragnatele) che hai davanti agli occhi e che non ti permettono di guardare oltre al tuo naso.
    Alle canaglie tipo Netha e soci lo status quo sta benissimo così come è, ci sarà sempre uno Zio Sam da tirare per la giacca.
    E si sa, quelli non aspettano altro che tirare fuori il revolver come sentono odore di petrolio.
    Come quello che sta sotto il sottosuolo nei dintorni di Gaza.
    Informati.

    C.G.

  9. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    A proposito di odio, leggiamo cosa le palandrane con i riccioli in testa insegnano ai ragazzini presi tra le reti dell’intolleranza fanatico-religiosa:
    (cito dal Talmud):

    “Dato che i goim servono gli ebrei come bestie da soma, essi appartengono agli ebrei con tutte le loro facoltà e la loro vita:
    “La vita di un goi e tutte le sue capacità fisiche appartengono all’ebreo.”
    (A. Rohl. Die Polem. p.20)

    E’ un assioma dei rabbini che l’ebreo possa prendere qualsiasi cosa appartenga ai cristiani per qualsiasi motivo, anche con la frode; e ciò non può essere definito rubare dato che è semplicemente prendere ciò che gli appartiene.
    ———————————————————————–

    Da notare quanti paralleli con la situazione in quella regione da 60 anni fino ai giorni nostri.

    C.G.

  10. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xgc
    il tuo continua sempre ad essere un giuoco stupido e inconsistente….che non da’ risposta alle mia domanda del post Nr. 5 ….ma la acuisce e la esaspera.
    Un giuoco che non tiene conto della realta’ ….tutto li.
    Per quanto riguarda i Palestinesi….non vedo dove sia stata mai la loro pazienza ne’ la loro perseveranza ….ne’ la loro voglia a collaborare con Israele o a costruire il loro paese….il loro, e’ stato sempre un atteggiamento di rifiuto riguardo l’ Ebreo e lo Stato Ebraico…cio’ vale anche per Stati come la Siria e l’ Iran e nell’ insieme in tutto il mondo Islamico ….una intolleraza che dilaga anche verso il mondo Cattolico.
    Poi….pare davvero che ci sia un paese che galleggia su giacimenti immensi di petrolio….quel paese pare che sia dalle ultime informazioni proprio Israele…
    Rodolfo

  11. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Cara Sylvi,
    http://online.wsj.com/article/SB10000872396390443675404578058301483391978.html
    in quest’ articolo si legge come Hollande cerchi di cambiare la scuola in Francia…e cioe’ niente piu’ compiti a casa…ma a scuola …
    Hollande ha affermato e sottolineato che la scuola è il luogo dove il bambino diventa il cittadino del futuro.
    Questa e’ una realta’ che si puo’ gia’ constatare in molte regioni della Germania.
    Io direi che e’ cosa buona….la dove la famiglia ha oramai fallito deve subentrare lo Stato attraverso la scuola….
    non solo nei compiti…ma anche nell’ educazione dei valori umani.
    Un saluto
    Rodolfo

  12. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Nò, si troverebbero nel sottosuolo dei territori palestinesi occupati abusivamente per manu militari contro ogni regola di diritto internazionale.
    Punto.
    Intrattieniti piuttosto sul tuo razzismo becero e sopratutto ignorante quando accusi altri di acuirne la questione.
    E se ti rimane un ritaglio di tempo, prenditela infine con quei puzzoni che hanno scritto quelle idiozie buone soltanto a fare presa sui cervelli malati e non con chi li riporta (il sottoscritto) per tentare di farti capire che gli uni non sono migliori degli altri per quanto riguarda il fanatismo e l’odio viscerale.
    Quelli difendono la loro terra, voi volete fregargliela un pò alla volta.
    Aripunto.
    C.G.

  13. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S.
    Te l’ho detto più volte, anche se fai il cieco e sordo quando ti devi arrampicare sugli specchi.
    Quei due che si strinsero la mano e cercarono con pazienza un accordo dignitoso per entrambe le parti, uno fu assassinato, un’altro avvelenato.
    Superfluo domandarsi da chi, per chi e per quale motivo.
    Vai.

    C.G.

  14. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Visto che è duro di comprendonio, ripeto: la situazione attuale NON è la “conseguenza dello loro azioni”, bensì la conseguenza di tre azioni di Israele:
    – l’applicazione già nel ’47-’48 del piano D da parte dei terroristi sionisti, che, tra una strage e l’altra, hanno cacciato dal territorio assegnato dall’Onu agli ebrei quasi tutta la minoranza palestinese, oltre 700.000 esseri umani. Una porcheria che ha costretto alcuni Stati arabi a intervenire militarmente nella speranza, purtroppo vana, di poter fermare la barbarie. Della loro sconfitta ne ha approfittato Israele per rubare altra terra. Nella parte assegnata ai palestinesi invece NON c’è stata nessuna cacciata di ebrei. Veda lei chi è stato, tra le due parti, quella più civile e quella più fanatica.
    – La pulizia etnica operata da Israele eliminando da oltre 420 villaggi e paesi palestinesi tutti gli abitanti, variamente deportati. Altro che “l’esilio a Babilonia”! Le famose città di Sderot e Askalon sono delle oltre 420 località “ripulite” e occupate dagli israeliani. Se applaudiamo l’irredentismo istriano e giuliano, se gli austriaci applaudono l’irredentismo altoatesino, che negli anni ’60 uccise non pochi italiani, non vedo perché meravigliarsi se i palestinesi cerchino di fare altrettanto per esempio con Sderot e Askalona.
    – Il colonialista intervento militare di Israele contro l’Egitto quando lo invase per dar man forte ai francesi e inglesi inferociti per la nazionalizzazione del canale di Suez decisa dall’Egitto con Nasser. Intervento militare condito da stragi di prigionieri egiziani compiute dagli uomini di Dayan, il famoso “eroe” israeliano con un occhio bendato responsabile anche della distruzione di 80 moschee “per sradicare l’identità palestinese”.

    Senza questi crimini, uno più odioso dell’altro, non saremmo al punto in cui purtroppo siamo.
    Se lei ogni volta fa la lagna di almeno 2000 anni, ovviamente barando, non si vede perché i palestinesi non possano farne una di appena un secolo o anche meno.
    Smetta di esercitare il suo antisemitismo ce di seminare odio calunniando in continuazione i palestinesi. NON è affatto vero che certe aperture ci sono solo tra israeliani. E’ invece vero che i governi israeliani hanno SEMPRE respinto le offerte palestinesi e arabe, compresa quelle onnicomprensiva e onnirisolutiva del re dell’Arabia Saudita.
    Più lei e i tipi come lei vomitano odio, calunnie e frottole, stile Informazione Corretta, meno Israele avrà appoggi. Soprattutto per la sua pretesa razzista di non diventare lo Stato unico di tutti, palestinesi compresi, con pari diritti e doveri, inglobando anche i Territori occupati. Oltre a non avere una Costituzione e a non avere mai specificato quali sono i suoi confini territoriali, solo Israele ha la vergogna di non definire i suoi abitanti in base alla cittadinanza israeliana, bensì solo in base alla religione: ebrei da una parte, non ebrei dall’altra. Esistono infatti documenti israeliani, come i passaporti, ma non esiste a tutt’oggi – anno 2012 – la cittadinanza israeliana! Se non è una vergogna questa…..

  15. Rodolfo
    Rodolfo says:

    “Una porcheria che ha costretto alcuni Stati arabi a intervenire militarmente nella speranza, purtroppo vana, di poter fermare la barbarie”.

    Ma veramente non mi sembra cosi…la guerra tra Israele e i paesi Arabi confinanti iniziano nel 1948 …proprio quando nasce lo stato Ebraico….. i Palestinesi invece di collaborare e accettare e i fatti… rigettano il piano di spartizione delle Nazioni Unite …due Stati per due popoli… e la coalizione di Stati arabi tra i quali Iraq…. Giordania… Siria ed Egitto attacca Israele che riesce a difendersi e a ricacciare indietro le truppe avversarie….questi sono i fatti… i territori che per le Nazioni Unite spettavano alla Palestina erano …guarda caso cosi come supergiu’ oggi… la Cisgiordania… Gerusalemme est e la Striscia di Gaza… le prime due sarebbero state amministrate dalla Giordania e la terza dall ’ Egitto.
    Rodolfo

  16. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Lei non sa nulla di Storia. Si legga almeno “Vittime” di Benny Morris. Che poi se l’è fatta sotto e per non perdere il posto all’Università ha detto che “Israele deve finire ciò che ha iniziato nel ’48”, così come “gli Usa hanno fatto con i nativi americani”.

    Chiarisco che anche se rispondo ai suoi post non li scrivo certo per lei, perché sarebbe come rivolgersi al muro, ma per gli altri lettori. Onde evitare che gli ingenui, gli onesti e i disinformati abbocchino alla solita stantia propaganda. Che ha portato Israele ad avere al governo gentaglia come Olmert, Barak, Dayan, Netanyahu e l’orrendo Lieberman. Dopo essere caduti così in basso con l’accoppiata Bibi/Avigdor, non si vede dove possa andare Israele se non a sbattere. Purtroppo.

  17. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xNicotri
    “Soprattutto per la sua pretesa razzista di non diventare lo Stato unico di tutti, palestinesi compresi, con pari diritti e doveri, inglobando anche i Territori occupati”.

    Non credo che questa sia una pretesa razzista….un unico Stato insieme ai Palestinesi e’ praticamente impossibile…perche’ in poco tempo si perderebbe quella pecularieta’ che fa’ di Israele uno Stato Ebraico per gli Ebrei.
    A lei non va’ uno Stato per gli Ebrei?
    Quella percentuale del 20% Arabi in Israele e’ piu’ che sufficiente….certamente non ci sono un 20% di Ebrei in territorio Palestinese.
    Rodolfo

  18. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Anzi…gli Ebrei sono stati cacciati da tutti gli altri Stati Arabi…
    lei questo non lo mette nel conto?
    Se gli Arabi hanno potuto cacciare gli Ebrei da quello che ritenevano il loro paese…integrati al 100%….perche’ gli Ebrei non avrebbero potuto cacciare quei Palestinesi dal territorio destinato dalle Nazioni Unite agli Ebrei?
    Rodolfo

  19. Rodolfo
    Rodolfo says:

    In fondo cosa si voleva? Si voleva un Stato per gli Ebrei…e se si fossero lasciati tutti quei Palestinesi nel territorio….Palestinesi che si riproducono come conigli…in quale modo sarebbe potuto sorgere uno Stato per gli Ebrei?
    Rodolfo
    Quale la responsabilita’ invece ….degli Stati Arabi circostanti a non voler accettare il Palestinese?…
    Rodolfo

  20. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Lei ha la curiosa abitudine, tra le altre, di prendere il calendario e capovolgerlo.
    Se Israele insiste a dire che tutti gli ebrei del mondo sono suoi cittadini è ovvio che gli Stati con i quali è in guerra più o meno dichiarata non vedano di buon occhio così tanti “israeliani” in casa loro. O no? In ogni caso, nessuno Stato ha cacciato gli ebrei, sono loro che se ne sono andati più o meno in massa in Israele o negli Usa o in Europa. Nel “terribile” (!) Iran c’è ancora una comunità ebraica che non solo NON ha mai avuto problemi, ma ha anche almeno un posto garantito in parlamento. Cosa che non ha impedito che dal suo seno partisse per l’AIEA un documento falso che “dimostrava” la pericolosità “atomica” dello stesso Iran. In Iraq c’è ancora la comunità i cui avi sono parte di quelli deportati a Babilonia da Nabuccodonosor. Si tratta della parte che quando Ciro il Grande ha detto che potevano tornarsene tutti a casa ha preferito restare nella molto più civile e progredita Babilonia anziché tornarsene in quella pietraia in culo al mondo chiamata Giudea e Gerusalemme.
    Ah, si legga il libro che dimostra come l’ex terrorista Ben Gurion abbia ordinato al Mossad e affini di piazzare qualche bombetta in comunità ebraiche arabe per stimolarsi a fuggire in Israele. Si legga anche come i falashà, oggi trattati a pedate in Israele, siano fuggiti assieme a cristiani e musulmani dall’Etiopia e dintorni a causa della sete e della fame e come Israele fottendosene degli altri abbia salvato con un gigantesco ponte aereo solo gli ebrei, cioè i falashà.
    Se si toglie i paraocchi dal cranio e il veleno dall’animo vedrà che poi vivrà anche meglio.

  21. Rodolfo
    Rodolfo says:

    E qual’ e’ la responsabilita’ degli Stati circostanti Israele a non voler riconoscere lo Stato Ebraico?
    Perche’ nelle loro scuole si insegna l’ odio per l’ Ebreo….mentre nelle scuole Israeliane no?
    E saprebbe elencarmi quali sono le aperture….di cui lei parla del mondo Arabo verso Israele?
    Quali sono nel mondo Palestinese le iniziative per una migliore comprensione dell’ altro?
    Lei sa’ quante ne esistono invece in Israele…dove si cerca di integrare i giovani Palestinesi nella societa’ Israeliana?
    Rodolfo

  22. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Qui abbiamo a che fare con miliardi di Arabi e solo con sei milioni di Ebrei Israeliani e altrettanti nella diaspora….anche se andassero tutti in Israele sarebbero 15 milioni circa….ma andrebbero a stabilirsi in Israele mica in territorio Palestinese.
    Rodolfo

  23. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Certo che se ne sono andati da tutto il Nord Africa….ma se non lo avessero fatto…sarebbero stati uccisi….questa e’ la verita’.
    Rodolfo

  24. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Inutile, Pino.
    Questo, più uno gliela canta e gliela suona e più fa orecchio da mercante piagnucolando che non gli si danno risposte alle sue baggianate. Tecnica vecchia come il cucco e in definitiva, da dilettante, certo è che rende un pessimo servizio ai suoi correligionari. Anche in questo difetta di comprendonio.

    Basta e avanza la foto di quel bambino con un sasso in mano per chiudergli la bocca che spalanca per dare solo aria ai denti.

    C.G.

  25. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Pino.
    Ho letto, tra l’altro, il pezzo di Schwed.
    Rodolfo non lo leggerà mai perchè sa di correre il rischio di informarsi, cosa che rifugge come il diavolo con l’acqua santa.
    C.G.

  26. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Ma poi…..caro Nicotri cos’ e’ questa sua alacrità …questo suo ardore … fervore e zelo per la causa Palestinese….e perche’ parla dei miei paraocchi e del mio veleno …..e non si accorge dei suoi paraocchi e del suo veleno che la costringe a cercare e a trovare ed a incolpare esclusivamente e solo gli Israeliani di quella situazione.
    Perche’ non riesce a trovare il pur minimo manco da parte Palestinese e Araba? E se si….perche’ non ne parla mai?
    Come farebbero i lettori di questo blog….come dice lei….a rendersi conto dei misfatti degli altri se questi vengono solo attribuiti agli Israeliani …mentre i Palestinesi passano per angioletti?
    Rodolfo

  27. sylvi
    sylvi says:

    caro Rodolfo,

    ho tradotto l’articolo in francese, perchè in italiano è incomprensibile.
    Siamo alle solite …l’uguaglianza si fa al ribasso…tutti uguali al minimo.
    Mi vien da ridere, perchè i nostri campioni di sx hanno cominciato così… e i risultati si vedono: un disastro!
    Mi pare però tra le righe dell’art. di aver letto che i francesi non sono d’accordo. Speriamo che vinca il buon senso.
    Vedi, anche se abolisci i compiti a casa, ci saranno sempre genitori che stimolano i figli con letture, visite a musei, viaggi..
    E ci saranno genitori che delegheranno tutto alla scuola…

    Ci saranno famiglie dove si dialoga e ci si confronta, genitori attenti e presenti alle esigenze dei figli, e genitori assenti; famiglie dove , quando non ci sono divorzi, conflittualità, si sta in silenzio o troppo a lungo davanti alla tv.
    E l’uguaglianza è già andata a farsi benedire…e l’intelligenza di un bambino può nel primo caso essere stimolata e nel secondo avvilita.
    Ci sono case con tanti libri, e case senza un libro…ecc. ecc….
    a scuola poi…ci sono maestri e prof bravi, capaci, empatici e maestri e prof ignoranti e scostanti.
    E l’uguaglianza diventa una chimera!
    E’ assurdo e paradossale , direi contro natura, considerare che la sola scuola possa essere educativa…nemmeno i pedagogisti sovietici arrivavano a tanto…caso mai tendevano a togliere direttamente i bambini alle famiglie.
    Facevano prima!
    Da quel che capisco Holland vuol fare le nozze coi fichi secchi, come abbiamo già fatto noi italiani…anche se, almeno da quello che so, in Francia almeno le Scuole sono decenti, i soffitti non ti cadono in testa e palestre e piscine sono numerose.
    Però la crisi c’è anche per loro, e la Scuola avrebbe bisogno di investimenti in ins. aggiornati, in laboratori e strumenti….
    Holland fa la cosa più semplice: propaganda egualitaria di pseudo-sinistra.

    ciao
    Sylvi

  28. sylvi
    sylvi says:

    x C.G.

    Anch’io ho letto l’articolo di Schwed.
    Meno male che c’è qualcuno che ragiona con lucidità.
    Speriamo non sia uno solo!

    Sylvi

  29. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Potrei chiederle simmetricamente: ma cos’è questa sua alacrità, questo suo ardore pro Israele? Inoltre: e cosa farebbe Israele se l’Iran dichiarasse che tutti i palestinesi sono suoi cittadini pur restando in Palestina?

    A parte questo – e a parte la balla colossale che se non fossero emigrati sarebbero stati uccisi, e che sia una balla lo dimostra che quelli che sono ristati non se li fila nessuno – come sempre la sua malignità e propensione alla calunnia la porta ancora una volta a straparlare: io non ho nessun fervore e nessuna alacrità filo palestinese diversa o più grande dal fervore e dalla alacrità per i deboli, gli sfruttati e i poveri. Nonché per il futuro di Israele e degli israeliani, che vanno difesi dalle tendenze suicide e masochiste dei fanatici sionisti arabofobi.

  30. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Cara Sylvi
    Naturalmente anch’ io ho letto l’ articolo di Schwed…molto bello…un gran bel miscuglio….non saprei se definirlo demagocico…
    Al pari di Nicotri…Schwed..che io reputo sinceri nel loro sentire …
    dimenticano completamente da dove arriva il male…
    il male e’ la guerra e il responsabile e’ l’ occidente…che ha fatto solo una cosa degna di nota….averci liberato dal nazismo e fascismo.
    Cosi Israele non dovrebbe agire in modo preventivo ma lasciarsi sorprendere da un Ahmadinejad….perche’ qualcuno e’ SICURO che non riuscira’ mai a costruire una bomba atomica….e dopo aver lasciato Gaza….Israele avrebbe dovuto aver pazienza e non reagire alle provocazioni dei Palestinesi….(che anch’ io potrei dire sarebbero potute essere anche diverse)…ma no….poveri Palestinesi ..forse sarebbe stato meglio cedere a loro anche Asckelon….e mentre ci siamo anche Gerusalemme….perche’ gli Arabi si sarebbero accontentati…gia’ si sarebbero accontentati…questi poveri Arabi….che non farebbero del male ad una mosca…quanto male e quante sofferenze per via dell’ occidente ….e mentre Tel Aviv spariva attraverso una nube radioattiva


    il corpo esanime e pacato di Benjamin Netanyahu si domandava: “C’era bisogno di tutto questo?
    Votala ….girala e sfurriula….siamo siamo sempre ad un punto….e rtorniamo sempre sullo stesso punto….l’ uomo ha imparato ad uccidere….niente da fare “mors tua …vita mea”.
    Rodolfo

  31. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Il problema e’ li….e’ che siamo rimasti a quella fonte d’ acqua.
    Penso che alla fine niente potra’ salvarci….solo un miracolo…
    ed io superottimista come sono….credo ai miracoli.
    R

  32. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xNicotri30
    ….sappiamo benissimo quello che veramente sarebbe successo se gli Ebrei del nord Africa sarebbero rimasti li dov’ erano….e’ sempre facile fare supposizioni….
    molti Ebrei si sono salvati dall’ olocausto perche’ avevano capito..
    lei crede che se fossero rimasti si sarebbero salvati?
    bla bla bla …bla bla bla bla
    R

  33. Rodolfo
    Rodolfo says:

    “Potrei chiederle simmetricamente: ma cos’è questa sua alacrità, questo suo ardore pro Israele?

    No…non e’ esattamente cosi…io ho sempre sostenuto in questo blog che i Palestinesi hanno bisogno e diritto ad un loro Stato…ho messo sempre in risalto la mia compassione per un popolo senza patria…
    non per il popolo che soffre….perche’ quelle non sono vere sofferenze….e quella e’ una situazione creata da loro….
    io ho invece sempre sostenuto che i Palestinesi e il mondo Arabo non ha da far altro che riconoscere lo Stato d’ Israele quale Stato degli Ebrei…
    ho sostenuto che il popolo Palestinese potrebbe avere subito il loro Stato se solo desse allo Stato d’ Israele la sicurezza di poter vivere in pace….Israele ha bisogno di sicurezza….fino a che non la si da’….Israele DEVE agire in modo preventivo….un popolo cosi piccolo attorniato da centinaia di milioni di nemici NON PUO” PERMETTERERSI ERRORI.
    .Au contrair… mon ami…
    voi non ne’ accennate mai a questa necessita’ vitale dello Stato d’ Israele.
    Vi entra questo fattore “nta capa zubba c’ aviti….o no? Minchia….
    Rodolfo

  34. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Sì, ma cosa c’entra con il fregarsi terre altrui?
    Che tipo di sicurezza è quella di sventrare villaggi, raderli al suolo a cannonate per costringere gli abitanti a sloggiare se non sono stati prima fatti a pezzi?
    Tagliare le condutture d’acqua per fregarsi anche questa? Sradicare culture come uliveti per farvi terra bruciata?
    Paura dei razzetti di Hamas, proprio voi che non vi ha fatto mai specie di usare la vergogna come bombe al fosforo gettate su gente inerme?

    E pretendete anche che vi riconoscono come Stato?
    Nel caso ci fossero le condizioni (che non ci sono) da dove a dove, entro quali confini dovrebbero riconoscervi?

    Smettila con i tuoi insulsi bla-bla, ti rendi soltanto ridicolo.
    Anche difronte a te stesso.

    C.G.

  35. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Rodolfo,
    te lo scrivo anche in siciliano, così (forse) riuscirai a capirlo:

    ““PIGGHIA A MUNNIZZA D’U TUO MUNNIZZARU…” –

    C.G.

  36. Shalom: x Nicotri
    Shalom: x Nicotri says:

    Ma perché spreca il suo tempo col trombone tromboncino d’Israele? Più lei gli dimostra che a creare la loro situazione, come la chiama lui, non sono stati i palestinesi ma i terroristi sionisti prima e gli israeliani loro eredi dopo, più lui fa finta di nulla e insiste a seminare odio e falsità. Ed è vergognoso come ignora il passeggero israeliano di Estelle.

    Meglio mandarlo affanculo.
    Shalom

  37. Uroburo
    Uroburo says:

    A me sembra che il tema Palestina si sia ormai esaurito: non vi è alcuna possibilità di mediazione.
    Gli israeliani continueranno con la loro politica genocida con l’approvazione, sempre più faticosa dell’Europa. Ma si stanno attrezzando per farne a meno: come nell’apprendista stregone. l’allievo è uscito dalla minorità e gioca ormai in proprio.
    Non so bene se per l’Europa sarà un vantaggio o una grave perdita ma si sa che i francesi sono sempre i soliti imperialisti d’accatto.

    In Lombardia invece si stanno sempre più scoprendo gli altarini di Comunione e Lottizzazione.
    NATURALMENTE E’ TUTTA COLPA DELLE SINISTRE E DEI SINDACATI.

    E Peter che fine ha fatto? Non se ne sarà mica andato per davvero? Mi dispiacerebbe molto, al di là di tutto.
    Un saluto U.

  38. controcorrente
    controcorrente says:

    Mi vien da ridere, perchè i nostri campioni di sx hanno cominciato così… e i risultati si vedono: un disastro!

    E’ assurdo e paradossale , direi contro natura, considerare che la sola scuola possa essere educativa…nemmeno i pedagogisti sovietici arrivavano a tanto…caso mai tendevano a togliere direttamente i bambini alle famiglie.

    Cara Sylvi,

    beata Sylvi, a te proprio non riesce ,di dire quattro parole,senza incolpare la Sx di tutte le “magagne del mondo!
    Bello l’assist del Rudy..al quale tu hai risposto degnamente..(sentiva la tua mancanza),,,.però se si affronta il problema al contrario si potrebbe dire che “integrando nella scuola anche le esercitazioni” si riesce a recuperare in parte quei vuoti che COMUNQUE LE famiglie che non danno assistenza, mai la darranno, per i più disparati motivi,ovviamente pure quelle colpevoli che mettono al mondo figli perchè lo dice il Papa o berlusconi…ma che colpa hanno i figli !!
    E si raggiunge mediamente un pochetto di eguaglianza…!
    Che è sempre meglio di prima…infatti di insegnanti IMBECILLI ce ne saranno sempre, come di bambini disagiati,COSì COME DI FAMIGLIE benestanti che possono integrare l’educazione scolastica…ed anche perpetuare nell’educazione l’atavica paura dell’eguaglianza (vizio piccolo-borghese classico, che potrebbero essere nella merda, ma quello che conta è essere un passetto avanti nella scala sociale),ovvero un gradino più su per respirare meglio..!!

    Nel caso dell’EX Urss i bambini se li mangiavano ..non ti ricordo più ..lo diceva pure il famoso pedagogo Rosticcerov, che aveva scritto il famoso trattato “come cucinare allo spiedo in mille modi”!
    Ehh quando si ignoraro i fondamentali della pedagogia si finisce sempre per commettere errori…
    Nonostante questo il tasso di analfabetismo parrebbe essere diminuito nel periodo stalinista ovvero i sopravvissuti pare sapessero leggere e scrivere..(sembra neh!)
    In Otalia beh , non ne sono sicuro..ma questo è colpa della sx e dei Sindacati ,…come sempre..

    Ah dimenticavo a casa puoi sempre fare dei ripassi e dei compitini che ti aiuteranno nella vita futura !(lo trovo necessario)
    Ripassa !

    cc

  39. controcorrente
    controcorrente says:

    COMPITO A CASA PER LA MAESTRA SYLVI :

    Leggere, tentando di capire il seguente Post e commentare :

    Perché l’idealismo vince sempre sul materialismo?
    da Enrico Galavotti

    E’ impressionante vedere con quanta forza i filosofi presocratici riuscirono, col loro materialismo, naturalismo e, in fondo, ateismo, a superare le concezioni religiose della mitologia di Esiodo e Omero, e con quanta debolezza dovettero soccombere agli attacchi delle metafisiche platoniche e aristoteliche, così astratte, idealistiche e imbevute di misticismo.

    Molte delle cose scoperte dai filosofi naturalisti verranno riprese solo duemila anni dopo, al tempo dell’Umanesimo e del Rinascimento; altre verranno recuperate ancora più tardi, come p.es. l’atomismo di Democrito. E di tutti i loro innumerevoli testi ci restano solo pochi frammenti: li conosciamo solo indirettamente, solo perché altri (spesso gli avversari) ne hanno parlato.

    Come si spiega questo fenomeno? In una maniera molto semplice: chi professa il materialismo o l’ateismo finisce, in genere, coll’avere scarsa propensione per gli argomenti etici, preferendo di gran lunga quelli di carattere scientifico.

    Ora, il potere politico dominante trova sempre una certa difficoltà a utilizzare questo atteggiamento da intellettuali per rabbonire le masse. Quest’ultime, infatti, per essere meglio ingannate, hanno bisogno di sognare ad occhi aperti, di provare sentimenti, emozioni… E il materialismo, in tal senso, appare troppo freddo, troppo sicuro di sé.

    I materialisti non si rendono conto che ai comuni mortali, abituati alle vessazioni dei potenti, non piace tanto la verità quanto piuttosto la finzione: la verità presumono già di saperla, ed è la loro sofferenza (che ritengono secolare, irrisolvibile), per cui preferiscono fantasticare.

    I materialisti che vorrebbero essere onesti dicendo la verità, escono sempre sconfitti dal confronto con gli idealisti, proprio perché questi sanno vivere meglio il loro “volgare materialismo” dietro la facciata delle belle parole, dei buoni sentimenti (quelli lacrimevoli), dei valori patriottici (che affratellano tanto) e così via.

    Gli idealisti sono così abili che fanno passare i materialisti per gente senza scrupoli, sempre litigiosa, supponente, fanatica, fondamentalmente egoista, in quanto priva di valori sociali condivisibili.

    E i materialisti, ad un certo punto, si rassegnano a questo ruolo trasmesso dai mass-media, e cominciano a discutere solo tra loro, si vantano di avere la verità in tasca, nutrono sentimenti rancorosi, ostentando un distacco fittizio, e soprattutto attendono passivamente che le contraddizioni esplodano da sole, proprio per avere la soddisfazione di dire: “Era da un pezzo che ve lo dicevamo”.

    Insomma, prima i metafisici greci, poi i teologi medievali, poi ancora i filosofi borghesi e ora infine i politici di ispirazione cristiana: tutti mostrano di saper perfettamente comunicare alle classi marginali il modo migliore per uscire dall’oppressione: sperare contro ogni speranza.

    E queste masse, sempre più vaste, sempre più sofferenti, continuano a illudersi che qualcuno, prima o poi, saprà alleviare i loro mali, magari farle anche uscire dalla miseria; e questo qualcuno dovrà per forza essere un idealista, perché solo un idealista ha il senso dell’umanità, è misteriosamente ispirato da dio.

    I veri nemici da combattere sono i disfattisti, quelli che vogliono sostituire dio con la natura, lo spirito con la materia, la fede con la ragione, cioè quelli che vogliono dire la verità, senza sapere che la verità è relativa e che nessuno la conosce.

    Mi scuserà Enrico se l’ho ripostato intero…, ma mi sembra utile !

    cc

  40. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Shalom.
    Il passeggero israeliano di Estelle:

    Il personaggio più in vista del bizzarro equipaggio di Estelle è, senza dubbio, Dror Feiler, portavoce di “Ship to Gaza” . Figlio di Eliezer e Pnina, abitanti di kibbutz (cooperative agricole), Dror è nato a Tel Aviv ed ha servito come paracadutista nell’esercito israeliano. Nel 1970 rifiutò di essere impiegato nei Territori Occupati, diventando uno dei primi refusnik, gli obiettori di coscienza israeliani. Trasferitosi in Svezia, Dror è diventato un artista eclettico, spaziando dalla musica ad altre forme espressive.

    Fino al 2010, Dror è portavoce dell’organizzazione ebraica European Jews for a Just Peace – EJJP (Ebrei europei per una pace giusta)e ha preso parte a diverse manifestazioni pacifiste in Israele e nei Territori Occupati, in particolare contro il “muro dell’apartheid”nel villaggio palestinese di Bi’lin. A causa del suo impegno per la risoluzione del conflitto, gli è interdetto l’ingresso nel paese d’origine, con la conseguente impossibilità anche di andare a visitare l’anziana madre, che vive ancora in Israele.

    Nel 2010, Feiler è stato anche candidato al Parlamento svedese, per il Vansterpartiet (Partito della Sinistra), risultando il secondo più votato del partito nella città di Stoccolma.

    Estelle è un progetto nato dalla società civile, diretto alla società civile, perciò non intende individuare rapporti preferenziali con questa o quella forza politica palestinese. L’obbiettivo è che, laddove falliscono gli attori internazionali incapaci di risolvere la questione palestinese, riescano i tanti Dror Feiler che mettono in gioco sè stessi per disegnare un mondo dove le parole pace e giustizia suonino come una possibile eventualità”.

    (Fonte: Casa della Pace, Milano)

  41. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Marco Ramazzotti Stockel, Italiano a bordo di Estelle
    Posted on 17 ottobre 2012 by paola|

    http://www.freedomflotilla.it/2012/10/17/marco-ramazzotti-stockel-italiano-a-bordo-di-estelle/

    Marco Ramazzotti Stockel – 65 anni, italiano, sposato e padre di due figli, ci tiene molto al suo secondo cognome: “Scrivetelo, per favore, così capiscono che sono ebreo, e che se lotto contro l’occupazione, è proprio per gli ebrei, è a loro che fa male, oltre che ai palestinesi, l’occupazione”.
    “Io sono cresciuto in un paese musulmano, sono vissuto in 12 paesi musulmani, il mondo musulmano è un mondo che mi è profondamente congeniale, gli arabi sono miei fratelli.” dice Marco – “Non è possibile immaginare che un ebreo possa pensare che la propria salvezza, dalle shoah ai progrom, venga dal maltrattare altre popolazioni. I palestinesi sono dei maltrattati.”

    Da oltre 35 anni lavora nella cooperazione per lo sviluppo, come socio-economista e antropologo, capo-progetto e rappresentante di ONG. Ha lavorato in ventisei paesi in via di sviluppo, per ONG italiane e straniere, imprese di progettazione italiane, inglesi, tedesche e francesi, la Commissione Europea, Agenzie delle Nazioni Unite (FAO; IFAD; UNDP; UNICEF; WFP; UNHCR), la Cooperazione Italiana. E’ stato consulente di un Governo Africano e, più recentemente, organizzatore e insegnante a corsi di sicurezza per ONG, missioni religiose e cantieri all’estero. E’ laureato in Diritto internazionale ed è Fellow di Churchill College, Cambridge, Regno Unito.
    “Israele rispetta solo le regole che si dà, non rispetta il diritto internazionale, non rispetta la moralità internazionale perché tratta la popolazione palestinese con un regime di apartheid” – sostiene Marco – “quindi devono essere altri ebrei a dire: “Signori fate una politica estremamente pericolosa. (…) Ma se noi lottiamo e cerchiamo di unirci agli arabi, ai musulmani, noi in realtà difendiamo la popolazione ebraica e la difendiamo sapendo, da ebrei, che siamo sempre stati perseguitati. L’unico modo per combattere la persecuzione è stendere la mano al nemico, non sono le bombe che ci salvano.”
    Marco ha un passato politico nel PCI e nella CGIL-FILCAMS ed è iscritto a ECO, Ebrei contro l’Occupazione e a EJJP, European Jews for a Just Peace dal 2000. Ha partecipato alla Freedom Flotilla per Gaza, Atene 2011, con il gruppo francese.
    Una vita spesa per aiutare gli ultimi, interessi molteplici, un impegno instancabile per la giustizia e la pace.
    “E’ un sogno quello di andare a Gaza per testimoniare da ebreo che siamo fratelli e che Israele deve trovare altre politiche che non siano quelle militaristiche per risolvere il contenzioso tra i due popoli.”

    Marco rappresenta l’Italia a bordo di Estelle , Freedom Flotilla, in rotta verso Gaza .

    Per info:

    Coordinamento Freedom Flotilla Italia:
    Patrizia Cecconi – 3457250308 – p.cecconi@inwind.it
    Media Center Freedom Flotilla Italia:
    Paola Mandato – 3355712859 – paola.mandato@libero.it
    Coordinamento Territoriale Freedom Flotilla Italia di La Spezia/Massa Carrara:
    Tiziano Ferri – 334 1737274 – tiziano_ferri@hotmail.com
    Michele Borgia – 3409462501 – michele.borgia@gmail.com
    Coordinamento Territoriale Freedom Flotilla Italia di Napoli:
    Fortuna Sarnataro – 3498784164 – coll.autorg.universitario@gmail.com
    Dario Chillemi – 338 2739113 – dariochillemi@gmail.com

  42. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Io ammiro lo sforzo di tutti quelli che si prodigano per una soluzione definitiva del problema Israelopalestinese.
    Non credo che Stockel o Feiler possano essere veramente antisemiti …e credo che frasi come:-“L’unico modo per combattere la persecuzione e’ stendere la mano al nemico” sono frasi vere…sentite e libere da ogni retorica.
    Ma….c’ e’ un ma….
    quello della “Freedom Flotilla” ….e’ un modo veramente efficace …porta veramente ad una distenzione dei rapporti tra Israele e i Palestinesi? Per niente…direi..
    al contrario porta ad una escalazione delle emozioni per tutte le parti…mettendo anche sotto una cattiva luce Israele perche’ e’ inutile girarci su’ con tante parole “non passeranno”.
    Chiarito questo…si dovrebbe pensare un po’ di piu’ …
    a chi andrebbero questi aiuti? Ad un popolo che non ne ha urgente bisogno…..ce ne sarebbero ben piu’ … popoli che soffrono veramente la fame e la sete.
    Chiarito questo bisognerebbe vedere a chi ” si stende la mano”…
    si stende la mano ad un popolo che vuole buttare tutti gli Ebrei a mare e che vuole distruggere Israele…e’ vero questo o no?
    Se e’ vero….perche’ si vuole aiutare un popolo che non ha di bisogno e odia Israele?
    Forse che cosi che ….solo perche’ sulla nave ci sono due Ebrei i Palestinesi di Hamas cambiano le loro idee?
    Chi ci puo’ credere?

    Qual’ e’ la realta? Secondo me non c’ e’ soluzione se non con un riconoscimento di tutto il mondo Arabo dello Stato d’ Israele.
    Sarebbe un passo decisivo e da li non si passa…i Palestinesi lo sanno…
    perche’ dunque non afferrano questa occasione? Non ne vale la pena?
    O invece a molti conviene che tutto rimanga cosi com’ e’?
    Qualche tempo fa scrissi che ….se io se avessi potere…inviterei senza che uno sa’ dell’ altro …i capi di Stato di Israele …territorio autonomo Palestinese….Gaza..Giordania…Libano…Siria..Iran..Egitto e Arabia Saudita… credo che basterebbe …anche se ce ne aggiungerei qualche altro per sicurezza….e arrivati a destinazione li rinchiuderei in un bunker per farli uscire solo e quando non si saranno messi daccordo su tutto..per sempre e definitivamente…..i risultati li vedrebbe il mondo intero live in televisione…insomma una cosa tipo conclave …fumata nera….fumata bianca….credo che tutti i popoli del mondo sarebbero daccordo e seguirebbero forse anche per mesi la vicenda…poi quando finalmente si vedra’ la fumata bianca uscire dal camino tutto il mondo sara’ in festa….e vissero felici e contenti.
    Rodolfo

  43. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    il lavoratore italiano fa otto ore al giornox 5 giorni. ( alcuni, non tutti! gli statali ne fanno sei.
    Protestano,…ricordi Bertinotti e le sue sei ore pagate otto?…perchè quello in viore è un orario da sfruttamento!
    Bene!
    Il bambino, nella scuola a tempo pieno, ne fa già sette; vogliamo aggiungerne ancora due per le esercitazioni?
    Oppure aboliamo gli inutili compiti…tanto agli ignoranti poveri non servono…mentre i ricchi andranno nelle scuole private!
    Tu mi parli di un pochina di uguaglianza…come no!
    In galera i galeotti hanno raggiunto l’uguaglianza…facciamo i lagerini per i bambini??? Perchè n mancanza di spazi, laboratori, palestre, piscine…la scuola diventa un lager o quando va bene un babysitteraggio. Altro che educazione o istruzione!

    Tu ti ricordi, quando eri bambino, che avevi la scuola ma anche i tuoi spazi liberi di organizzarti, inventare, annoiarti?
    Quella era una grossa educazione, al pari della scuola.
    Noi ai nostri bambini gli abbiamo organizzato la vita a nostro piacere …ci va bene tutto, purchè stiano lontani e qualcun altro, anche la tv, li tenga occupati. E se non studiano è colpa delle diseguaglianze di ceto!
    E in tutto ciò che cosa ti ha fatto la borghesia?

    I bambini sovietici scampati ai lager veri, e alle varie purghe, saranno senz’altro andati a scuola, ma…lassi e miserelli!…avevano a che fare con la pedagogia di N. Krupskaja, moglie di Lenin e seguace del pedagogista tedesco Kerschensteiner e la sua “scuola del lavoro”.
    Come non bastasse, il pedagogo marxista-leninista Makarenko,
    pedagogo ufficiale in URSS, propugnava la pedagogia di” tipo direttivo”…molto direttivo…perchè -affermava – che una pedagogia di tipo non direttivo avrebbe portato, orrore!!!, all’individualismo!!!
    E Makarenko era la colonna dell’educazione marxista-leninista sovietica!
    Noi, durante il fascismo, avevamo Gentile,…loro, durante il comunismo, avevano Makarenko. Poveri bambini!

    Al compitino che mi hai assegnato cercherò di rispondere.
    Ma alcune cose le ho già dette qui!

    Sylvi

  44. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Che tutto rimanga così conviene alle canaglie che governano alla Kessnet.

    C’è un passaggio di Ramazzotti (Marco) che mi è rimasto impresso:

    “Per noi non vi è alcun dubbio che se i profughi ebrei fossero arrivati in Palestina non con l’intenzione di dominare, …… di spogliare i palestinesi dai loro diritti fondamentali, essi sarebbero stati i benvenuti dei palestinesi, godendo della stessa ospitalità che popoli musulmani avevano offerto agli ebrei durante il corso della storia.”
    ———————————————————————-
    Mi ricorda un vecchio, bello e buono come un pezzo di pane che conobbi quando ero giovane di belle speranze e che mi disse, quando gli chiesi perchè non era possibile una pace tra questi due popoli, che il problema era solo uno “quando siamo arrivati noi qui c’era già qualcuno”.

    La ricordo come se fosse oggi e sono passati circa 40 anni..

    C.G.

  45. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Per questo le Nazioni Unite crearono due Stati dove ognuno poteva vivere tranquillo. La cosa era praticamente fatta…ma a loro non piacque….ne pagano le consequenze fino ad oggi e continueranno a pagarle finche’ non arrivano a piu’ miti consigli e riconoscono
    l’ esistenza dello Stato Ebraico d’ Israele
    .Niente di piu’ facile per arrivare alla pace…ma non vogliono…a loro piace lo status quo…piace vivere alle spalle della comunita’ Internazionale…pochi giorni fa’ altri 10.000.000 di Euro …regalo della Francia…piace non fare niente.
    Rodolfo

  46. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    Constato che purtroppo Rodolfo insiste a dare informazioni false per supportare l’odio contro i palestinesi (e l’intero mondo islamico), infatti insiste a far finta di non sapere che la tragedia è nata perché i terroristi sionisti hanno cacciato dalla zona assegnata dall’Onu agli ebrei, cioè di fatto agli occidentali soprattutto euopei, ben 700 mila palestinesi, hanno ucciso l’inviato dell’Onu conte Volke Bernatotte e man mano cacciato i palestinesi da oltre 400 paesi e villaggi. Questi fanatici con le mani o la coscienza sporca osannano il terrorismo sionista che massacrò una 80ina di ufficiali inglesi con l’attentato all’hotel King David di Gerusalemme al tempo dell’occupazione inglese, attentato che segna la nascita del terrorismo moderno, ma stramaledicono chi li imita contro la loro occupazione. Il solito bergognoso e gaglioffo uso di due pesi e due misure.
    Stufo di commenti che alimentano il falso e di conseguenza l’odio antisemita, mi riservo di cancellare qualunque commento che propalando il falso istiga surrettiziamente all’odio.
    pino nicotri

  47. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Maestra,
    vedo che hai rinviato il “compito”.
    Spero tu abbia inteso che io scherzavo sulla questione russa , a me personalmnte della Pedagia Russa e di Kakarenko, non è mai fregato nulla.
    Gli esili e malnutriti “bambini” ,hanno ributtato nella Merda da cui erano venuti i Baldanzosi Teutonici ed i loro alleati “fascisti italiani”,ungheresi, rumeni ,spagnoli,slovacchi ed al prezzo di venti milioni di MORTI,VENTI, hanno permesso anche loro che “oggi” si possano dire libere “cazzate”, come leggo di sovente.
    Fai il compito assegnato che è meglio !
    Non divagare…non vorrai mica farmi credere che non sei preparata e quindi tergiversi..
    Applicati sul compito !

    cc

  48. sylvi
    sylvi says:

    caro CC,

    per oggi sono “cotta”; ho fatto le mie otto ore di babysitter e a forza di cantar favole e di spupazzare il bimbo…senza paga , senza contributi, ci ho rimesso persino il pranzo che ho servito a tutti…
    insomma, giornataccia con la schiena rotta.
    Il post di Galavotti merita una lettura attenta!

    Sylvi

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