Il successo di Camilleri è la ribellione della lingua italiana, di origine contadina, alla camicia di forza dei modernismi anglosassoni

In vacanza al mare ho notato che sotto gli ombrelloni in spiaggia sono ancora molto letti i romanzi di Andrea Camilleri, e non solo gli ultimo come  La regina di Pomerania, La moneta di Akragas, La setta degli angeli. Vari anni fa rimasi colpito dallo strepitoso successo de La gita a Tindari: non appena comparve in libreria ne vennero “bruciate” oltre 200 mila copie in poco più di una settimana. E dopo questo blitz, dall’Olimpo dei best seller La gita a Tindari non si mosse per un bel pezzo. Anzi, ci rimase in compagnia di non pochi altri titoli dello stesso autore: un intero blocco di romanzi, per un’occupazione in massa della Hit Parade. Un’abboffata, per quanto incredibile e priva di precedenti, che al tempo de La gita a Tindari era già al suo terzo anno di vita e, a onta dei molti nasi storti, non se ne vedeva la fine.
D’accordo, Camilleri è un buon giallista, un ottimo giallista, e la Sicilia, terra di Sciascia e di Pirandello, è quanto mai adatta ad ambientare suspense di spessore. Ma basta davvero questo a spiegare un successo di dimensioni pantagrueliche? Forse che altri giallisti, anche più bravi di Camilleri, hanno goduto di un così lungo tappeto rosso di vendite? In ogni caso, l’autore de La gita a Tindari era un ottimo giallista anche nei molti anni durante i quali, come ama ricordare, gli editori cestinavano in massa i suoi “romanzetti”, inorriditi dal vocabolario arcaico, spesso dialettale, infarcito di meridionalismi. Un vocabolario accidentato, pieno di cocci, di vestigia agresti, di avanzi di archeologia più che di antiquariato preindustriale. Veri e propri rottami in un’epoca di postmodernismi e relative arie fritte, parole spesso incomprensibili disseminate come pietre in una terra non ancora arata.
Prendiamo per esempio la prima pagina de Il cane di terracotta (Sellerio, 1996), anch’esso vendutissimo. Ci imbattiamo in non pochi termini di significato oscuro, non sempre intuibile: smèusa, incaniato, stizzichi, ciriveddro, bannèra, intìfico pinsèro, gana, a patrasso, arriniscì.
La prima pagina de Il birraio di Preston (Sellerio, 1995), a mio modesto avviso un capolavoro vero, anche di intarsi, regala al lettore sorprese come scantusa, decino, truniata, scatasciante, trimoliare, arrisbigliò, picciliddro, d’incascio, vagnaticcio, timbulata, si susì, il retré. Più avanti, le pagine, per me meravigliose, di Concetta e Gaspàno, con il fantastico dialogo a gesti in chiesa, afferrano alla gola, ma i sentimenti devono farsi largo inciampando tra soro, squetò, trasuta, cilestrino, quadiò, stinnicchiata, muschittera, darrè la tarlantana, acchianava, ascutato, scantata.
Mi è venuto un dubbio, che con gli anni è diventato certezza ed  molto piaciuto, fino quasi a commuoverlo, allo stesso Camilleri: e se il suo maxisuccesso fosse la vendetta dell’anima vera, profonda e incomprimibile della lingua italiana? La vendetta e la rivincita della sua anima arcaica, agreste, contadina, stufa di essere calpestata sull’altare del modernismo più becero e servilmente anglofilo. Ovvero: e se si fosse ribellato il grumo centrale, addirittura strapaesano e un po’ burino, il grumo ancestrale ereditato di sana pianta dal latino, che tuttora scorre nel sangue della lingua italiana e batte nel suo cuore? Definire il latino «langue de paysans», come osò fare nel 1925 il latinista francese Jacques Marouzeau, provocò gli strali del Giacomo Devoto della splendida Storia della lingua di Roma.
Eppure l’origine “paesana” della lingua latina, non più originale e nobile dell’osco o del sannita, è un dato di fatto. Ed è un dato di fatto l’origine altrettanto paesana dell’italiano, più di altri eredi figlio del latino. Può persino essere divertente, in un Paese dominato dalla morale e dalla Chiesa cattolica, ricordare come Marouzeau indicasse che la usatissima parola peccare in latino altro non era se non lo scalciare del cavallo. Ci si immolerebbe forse meno se si sapesse che immolare viene da quella “salsa mola” con la quale i romani aspergevano gli animali prima di sacrificarli agli dèi. Vasco Rossi invoca una vita esagerata, senza immaginare che l’aggettivo non vuol dire altro che “fuori dal campo coltivato”. Così come egregio significa “fuori dal gregge”. E a proposito di greggi, peculiare, pecunia (oggi apprezzata più che mai!) e peculato (così di moda…) sono tutti vocaboli provenienti dall’umile “pecus”, vale a dire pecora. In un’epoca di giustizialismo vero o presunto non è male ricordare, a scanso di equivoci, che giustizia, giureconsulto e giuramento vengono dal giogo, quello dei buoi.
Il sereno come il sazio vengono da “serere”, cioè da seminare. Maturare, che si tratti di una decisione o di un carattere, viene chiaramente dalla frutta e dalle messi. Idem per acerbo ed esacerbare. Imbecille voleva dire “privo di appoggio”, così come stimolare e pungolare vengono dall’incitare gli animali con bastoni acuminati. Decidere, verbo caro ai decisionisti, non significa altro che tagliar rami, così come la buona e la cattiva reputazione, le imputazioni degli imputati e le amputazioni vengono tutte dal potare vigne e alberi da frutta. Notizia che non farà piacere all’ex ministro e sindaco di Milano Letizia Moratti, la parola letizia viene dal “laetamen” dei campi e la parola cultura viene dal coltivarli, così come il verso, anche quello della poesia, l’avversario e il delirare nascono dai solchi e confini d’acqua dei campi coltivati. Il vivere viene dalla vite, quella con i cui grappoli facciamo da millenni il vino. E addirittura i vocaboli forse più importanti, quelli che utilizziamo infatti per indicare la nostra specie di esseri viventi diversi dagli animali, vale a dire le parole umanità e umano, non derivano altro che dall’humus, che è in definitiva la zolla di terra. Per fortuna che si tratta della terra fertile e non arida, come del resto indica la parola umido, che sempre da humus viene o forse lo ha generato. Anche il nostro umore è espresso da un vocabolo che viene da humus…
C’è a dire il vero anche un vocabolo che disturba assai perché mostra come la parola che indica l’attitudine e l’attività più elevata del genere umano, quella che ci distingue dagli animali, ha una origine e un significato francamente mortificanti. Mi riferisco al verbo pensare. Che infatti viene dal pensum, che altro non era se non la quantità giornaliera di lana che le schiave romane dovevano filare ogni giorno per poi – appunto – appenderla agli appositi ganci. Tant’è che in definitiva pensare e pesare si possono considerare etimologocamente come la stessa parola, cosa che riscontriamo quotidianamente in alcune espressioni italiane e dialettali, da “gravato da pensieri”, con gravare che significa pesare, tant’è che un grave altro non è se non un peso,  al modo di dire partenopeo – rozzo ma efficace – “il cazzo non vuole pensieri”, perché questi gli sono di peso. E in effetti se sul “coso” ci appendiamo dei pesi ecco che è tirato verso il basso anziché tirare verso l’alto…
Si potrebbe continuare a lungo. Come si vede, sono tante le parole della lingua italiana che incorporano e risuonano significati più premoderni e campagnoli del previsto. Con buona pace anche del Manzoni e delle risciacquature in Arno. Come dice Umberto Eco: stat rosa pristina…
Si dirà che tutte le lingue antiche hanno inevitabilmente un forte bagaglio “paesano”. Ma non è vero: il greco, il sanscrito, il vedico, lo stesso indoeuropeo e la sua variante indoiraniana hanno un vocabolario che denota origini ben più aristocratiche.
La mia ipotesi, tuttavia, qualche riscontro almeno cronologico lo ha. È infatti curioso come, in definitiva, stando al calendario, il successo di Camilleri sia arrivato quando il Bel Paese “entrava in Europa”, con la camicia stretta, se non di forza, di Maastricht. Ed è parimenti curioso come tale successo sia poi montato man mano che aumentava la dose di modernità varie (Internet, moda e pubblicità in testa) a base di terminologie e/o scopiazzature anglosassoni. Per diventare infine un successo ancor più strepitoso quando il diluvio anglofilo ed esterofilo (purché non si tratti di immigrati, per carità!) vomitato dai mass “midia” è diventato universale, irrefrenabile, un vero e proprio sport, o delirio, nazionale: la New Economy e il “Padania day”, l’“I care” del popolo veltroniano e il “Security day” di quello berlusconiano, il “Crime day” della Confesercenti, gli spot pubblicitari esclusivamente in inglese. Infine, a mo’ di fuochi d’artificio finali, l’imperversare di conduttrici, presentatrici, vallette e ospiti più o meno fisse, ormai su qualunque canale, a dozzine, onnipresenti e onniscienti, tutte buone, tutte brave purché non italiane. Purché parlino “esotico”, storpino cioè la lingua italiana e la riducano a optional in tutti i modi possibili e immaginabili.
Concludo: probabilmente Camilleri ha grande successo perché utilizza una lingua, tutta sua, quanto mai adatta a pescare bene e a fondo nelle memorie più o meno inconsce della lingua italiana minacciate dal diluvio anglo-moderno. La stessa attività del pensare è resa possibile solo ed esclusivamente dalla lingua parlata: quando pensiamo, infatti, pensiamo tramite vocaboli, tramite parole e modi di dire. Inevitabilmente, quindi, anche tramite i loro contenuti sedimentati, che in qualche modo agiscono in noi come rumore di fondo. Gli innumerevoli termini arcaico-dialettali del “camillerese”, da meridionale premoderno, sconfitto e superato dalla Storia, sono il pendant ideale nei confronti di modernità e postmodernità minacciose, incalzanti, nordiche in quanto “anglo”, imposte, vincenti e/o supponenti. Il linguaggio di Camilleri inoltre ci aiuta a ricordare meglio quando, appena una cinquantina di anni fa, eravamo ancora un popolo di emigranti, con le pezze al sedere. Si vede che il benessere e la modernità non hanno cancellato in tutti la memoria. La memoria e un pizzico di nostalgia: se non altro la umana, inevitabile nostalgia del “bel tempo che fu”, l’amarcord. Il vocabolario camillerese pizzica ancora in molti quelle corde…
Si dice che la lingua italiana diventerà, nel vasto mondo, una faccenda priva di importanza e di futuro. Sono cose che succedono, nella Storia. Ma se siamo o saremo in vista degli ultimi fuochi, il successo di Camilleri credo ci dica che molta gente ne vuole e ne vorrà vedere ancora a lungo le fiamme, le faville, il fumo, i tizzoni. E sentirne il calore.
Tutto qui. Ma vi pare poco?
P. S. Una dozzina di anni fa ho pubblicato queste mie considerazioni su La Rivista dei Libri. E come ho detto prima piacquero talmente a Camilleri che intervistato da Gianni Riotta alla Fiera del Libro di Torino del 2000 ebbe a dichiarare: “… e devo dire di essere stato molto contento di leggere in questi ultimi tempi degli interventi sul linguaggio mio, uno di Sofri e uno di un giornalista che si chiama Nicotri, il quale elabora una teoria devo dire per me molto suggestiva, e che quasi mi commuove, cioè a dire che uno dei fattori del successo è il recupero di una lingua italiana praticamente contadina, come passò dal latino e divenne volgare ma proprio con termini contadini, terreni, e che forse, di fronte a questa previsione che abbiamo di perdite di identità varie (che poi bisognerà vedere se è un rischio) noi italiani ci aggrappiamo a quest’ultimo calore di questa lingua”.
286 commenti
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  1. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Uroburo,
    recapitoliamo….se vogliamo prendere alla lettera le sue parole….
    allora se ne puo’ dedurre che fa bene Israele ad essere dura con un mondo che e’ quello dell’ intolleranza e della violenza….di quel mondo che vuole coesistere ….ma solo se a modo suo…di un mondo che non vuole riconoscere l’ esistenza di un popolo e di uno Stato…ma che pretende sempre piu’, senza mai concedere niente…di un mondo chiuso dove la cultura e l’ arte non si puo’ esprimere cosi come vuole…lasciando ad ogni singolo la liberta’ di decidere quello che e’ buono o no.
    Rodolfo

  2. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    IL CANDIDATO ROMNEY CHE VUOLE FARE LA GUERRA ALL’IRAN PER LECCARE IL CULO A ISRAELE ED ESSERE FINANZIATO DALLA LOBBY SIONISTA SE NE STRAFOTTE DI QUASI META’ DEI CITTADINI USA!

    http://www.repubblica.it/esteri/elezioni-usa/2012/09/18/news/gaffe_romney-42748115/?ref=HREC1-3

    Romney, la gaffe che può affossarlo: “Metà degli americani si credono vittime”
    Il candidato repubblicano dice durante una raccolta fondi che non si preoccupa di quel 47% dei cittadini che “dipende dal governo per sopravvivere” e “pensa di aver diritto all’assistenza sanitaria, al cibo, alla casa”. E molti osservatori sentenziano che “con questo ha praticamente perso le elezioni”
    dall’ inviato di Repubblica ANGELO AQUARO

    NEW YORK – Mitt Romney pensa che metà degli americani “credono di essere delle vittime” e “dipendono dal governo per sopravvivere”. Tanto vale dunque non curarsi di questo 47 per cento degli elettori che “pensano di aver diritto all’assistenza sanitaria, al cibo, alla casa” e che naturalmente sono destinati a votare per Barack Obama. Il giudizio sprezzante che il candidato repubblicano dà di metà del paese è stato rivelato da un giornalista della rivista Mother Jones che si è intrufolato in una raccolta fondi. E il video realizzato dal magazine – da sempre impegnato a sinistra: anche alla sinistra di Obama – sta creando negli Usa un tale scompiglio che più di un commentatore – in testa un analista di Bloomberg – ha sentenziato che “con queste dichiarazioni Romney ha praticamente perso le elezioni”.

    “Si tratta di gente che non ha neppure da pagare la tassa sul reddito” dice sprezzante Mitt dei concittadini a cui tra 50 giorni chiederà di votarlo in uno dei passaggi più incriminati del video “e il nostro messaggio sulle tasse da abbassare non ha nessuna possibilità di fare presa su di loro”. Alienarsi metà degli americani, e soprattutto dei più poveri, non spaventa però il candidato miliardario che, fra l’altro, ha rivelato solo gli ultimi suoi anni di denunce fiscali, svelando guadagni per oltre 45 milioni di dollari. “Non spetta a me preoccuparmi di questa gente”, afferma candidamente l’ex governatore del Massachusetts. Tant’è. Il giudizio sui poveretti che sono costretti a campare con gli aiuti dello stato è definitivo: “Non riuscirò mai a convincerli che devono prendersi personalmente cura di se stessi e delle loro vite”.

    Jim Messina, il coordinatore della campagna di Obama, definisce subito “scioccanti” le parole del candidato repubblicano, indignato del fatto che il rivale del presidente si sia dovuto “esprimere a porte chiuse” per dire quello che davvero pensa degli americani. “È difficile servire da presidente di tutti” dice Messina “quando hai intenzionalmente dismesso metà della nazione” in questo modo.

    Le dichiarazioni arrivano nel momento più delicato della campagna elettorale. Dopo le due Convention contrapposte, Barack ha guadagnato un distacco che a seconda dei sondaggi va dai tre ai sei punti percentuali riuscendo a portrarsi avanti soprattutto nei cosiddetti swing states (gli stati in bilico) che dovranno decidere l’elezione: dalla Florida all’Ohio. Romney ha cercato di attaccarlo sul piano della politica estera ma le critiche alla gestione della crisi in Medio Oriente si sono rivelate un’arma a doppio taglio: non si accusa il presidente di tutta la nazione nel momento del lutto. Gli ultimissimi sondaggi ridavano il repubblicano nuovamente in recupero: le dichiarazioni a porte chiuse rischiano adesso di compromettere per l’ennesima volta l’immagine di un candidato che non riesce a convincere gli americani. Anche perché pensa che non vale la pena di convincerne almeno la metà: quelli che si credono vittime, quelli che senza lo Stato e Barack Obama sarebbero perduti. 

  3. Uroburo
    Uroburo says:

    Rodolfo { 18.09.12 alle 1:13 } ….se vogliamo prendere alla lettera le sue parole…. allora se ne puo’ dedurre che fa bene Israele ad essere dura con un mondo che e’ quello dell’ intolleranza e della violenza….di quel mondo che vuole coesistere ….ma solo se a modo suo…di un mondo che non vuole riconoscere l’ esistenza di un popolo e di uno Stato…
    ——————————————–
    Caro Rodolfo,
    direi che lei ha esattamente capovolto il senso di quel che ho scritto.
    Noi – noi europei intendo, quindi NON voi, alla faccia di quell’indicibile dell’onorevole Spennella – siamo a casa nostra e quindi abbiamo il diritto di stabilire a casa nostra le nostre regole. E chi non ci sta può ben rimanere a casa sua.
    Tutto questo deve avvenire all’interno delle nostre leggi ma anche del rispetto per i diritti democratici che per noi europei sono, grosso modo, irrinunciabili. Anche questo ovviamente vi esclude a priori.
    Il che vuol dire, tradotto in pratica, che gli islamici hanno lo stesso diritto di costruire le loro chiese (nel rispetto per i piani regolatori ma interpretati con una certa tolleranza) degli ortodossi russi, tanto per fare un esempio, o dei testimoni di genova. Se possono costoro devono potere anche quelli.
    Invece in Israele i palestinesi sono a casa loro, una casa da cui li avete cacciati or non è molto con la violenza e con l’inganno. Per altro voi ai palestinesi non riconoscete ALCUN diritto, neanche quello di esistere. Avete abolito perfino il diritto di proprietà e l’Habeas corpus, il che vuol dire che non avete più nemmeno le basi di uno stato non dico democratico ma neppure legale e giuridicamente fondato.
    Quindi voi non fate altro che aggiungere illegalità ad illegalità, violenza a violenza, repressione a repressione. Non siete degni di far parte del novero dei paesi civili perchè non lo siete e non lo siete MAI stati.
    Un saluto U.
    PS. Spero che sia superfluo aggiungere che non ho nulla di personale contro di lei ma che il mio giudizio riguarda solo gli accadimenti politici del Medioriente.

  4. peter
    peter says:

    x Uroburo

    beato lei. Con certa gente io non berrei neanche un caffe’ sotto lo stesso tetto, o un bicchiere d’acqua.
    Premesso cio’, direi che i diritti di altri popoli che si inseriscono nel contesto di societa’ profondamente diverse, come quelle occidentali, vanno rispettati, ma cum grano salis. Per esempio, in paesi islamici come Arabia Saudita le altre religioni non sono nemmeno tollerate…come sanzione, direi che i sauditi non dovrebbero essere ammessi in paesi occidentali tout court, dato che qualunque rispetto di diritti deve essere reciproco. Del resto, i sauditi se lo possono permettere per le ragioni che sappiamo.
    In linea di principio, ognuno ‘a casa propria’ puo’ fare cio’ che vuole come dice lei, salvo il rispetto per regole fondamentali come dice l’ONU. Ma cosa fare se la percentuale di immigrati islamici, per esempio, supera una certa massa critica in una regione o in un paese non islamico? non vorrei vedere la sharia dichiarata ‘legge’ in intere citta’ solo perche’ vi vive una maggioranza musulmana piuttosto fondamentalista. Tenga conto che la condanna di Rushdie, poi, venne decretata nelle moschee di Leeds e Bradford, se non erro, gia’ quasi 30 anni fa.

    Peter

  5. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    spero proprio che stia scherzando: senza di lei questo blog sarebbe meno polemico ma anche molto più spento.
    Comunque mi sembra di aver preventivamente risposto alle sue obiezioni. Leed è in Gran Bretagna quindi valgono le leggi inglesi.
    Con il diritto di costruire le moschee e di esercitare la propria religione ma senza quello di coprirsi il viso o altri ancora più improponibili.
    E chi non le rispetta viene semplicemente rimpatriato, a spese sue, con divieto di ritorno. Punto.
    Il caso dell’Arabia Saudita (unica eccezione in qualche modo accettabile, secondo me) è un po’ più complesso. In Vaticano sarebbe possibile erigere una moschea o un luogo di culto protestante, buddista, o dei testimoni di genova? Credo proprio di no. Quindi credo che non sarebbe illogico riconoscere il carattere eccezionale del suolo arabico.
    Il tutto con molta tolleranza, ma anche con molta fermezza. A me ha sempre dato fastidio farmi dare ordini in casa mia, per altro io ho sempre rispettato le usanze degli altri a casa degli altri. Alla lettera.
    Ad esempio: non giravo con vestiti succinti in Turchia se non in spiaggia (nè lo permettevo ad altri). Ordinavo vino ma solo se c’era sulla carta. Ovviamente andavo scalzo nelle moschee. Insomma le banali e normali regole di rispetto.
    Ma i cimiteri apposta per loro se li possono scordare. Altrimenti ….. rimpatrino le loro bare …. a spese loro.
    Un saluto, e non mi deluda. U.

  6. sylvi
    sylvi says:

    x Peter

    Alcune foto di Kate le ho viste su un quotidiano, ma più tardi le vedrò meglio dalla parrucchiera.
    E’ fuori discussione che io compri CHI per farle avere le foto.
    Sono anni , da che l’ha comprata Berlusconi, che non compro NULLA che sia Mondadori e ho anche disdetto l’abbonamento alla rivista che leggevo da quando ero ragazza!
    Quelli che mi definiscono berlusconiana dovrebbero dire se sono capaci loro di un simile boicottaggio!

    Comunque da quel che ho visto è una ragazza con proporzioni normali, forse un po’ troppo magra. Niente di speciale.

    Non so se intende abbandonare il blog per le polemiche continue e…sinceramente, non sempre comprensibili.
    Io le sostituirei con una ricetta, o con un racconto sul suo raccolto stagionale di frutta…sicuramente più interessante.
    Comunque in questo blog ci sono parecchi buoi che dicono cornuti agli asini!

    Sylvi

  7. peter
    peter says:

    x Sylvi

    non tema, mia sorella ha accettato di farsene carico…ed era ora, dopo tutto quello che ho fatto per lei

    Peter

  8. peter
    peter says:

    x Uroburo

    grazie, ma i motivi sono piu’ d’uno. Ed a Pino ho solo dato un’informazione, dato che ci tiene, non certo un avviso o un avvertimento, ci mancherebbe.

    Qui vigono certo le leggi inglesi, ma queste sono soggette a contorsioni interpretative molto pericolose, dato che e’ un paese retto da avvocati.
    Le islamiche possono usare il velo integrale. I sikh sono esentati dall’uso del casco su scooters o moto, dato che li priverebbe del prezioso turbante…Non ricordo quali esenzioni abbiano gli ebrei, ma gli zingari ne hanno moltissime.
    Dicevo, le leggi non impediscono il fondamentalismo. Di recente un chierico fanatico e’ stato estradato, gli avvocati lo tengono ancora sul suolo inglese…
    Semplicemente, l’immigrazione deve essere limitata, oltre il 10% in qualunque regione o territorio sono guai seri.
    Pensi che per essere appena accettato dalla comunita’ locale, ho dovuto raddoppiare il consumo medio di alcoolici…senno’ l’integrazione in paesi nordici e’ impossibile…in Italia ero quasi astemio. Un esempio…

    Peter

  9. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Non ne capisco il motivo. Se si tratta dell’aggressività sempre più offensiva di Rodolfo, l’unica è passarci sopra evitando di raccogliere. Lui la sua hasbara la fa così.
    Un saluto.
    pino
    P. S. Riguardo Camilleri e l’origine contadina dell’italiano, e più in generale delle lingue nate dal latino, direi che è un dato documentato dalle principali parole della nostra lingua. Personalmente preferisco un’origine contadina a una guerriera o religiosa. I contadini, a differenza dei guerrieri e dei religiosi, non hanno mai rotto l’anima a nessuno, eccetto quando spinti dalla fame si sono ribellati.

  10. sylvi
    sylvi says:

    Ma i cimiteri apposta per loro se li possono scordare. Altrimenti ….. rimpatrino le loro bare …. a spese loro. Uroburo

    Bravo!, lo vada a dire alla CGIL e al Sindaco di sx di Udine.
    Ogni extracomunitario, musulmano o no, sa che quando arriva trova nella CGIL tutti gli aiuti legali e paralegali…quelli materiali glieli dà la Caritas.
    Il Sindaco, che si ricandiderà o che spera in una candidatura in Regione, cavalca tutte le demagogie di sx.
    Avesse sentito gli strilli…sono qui, lavorano, hanno i nostri stessi diritti di avere un loro cimitero, siamo leghisti, razzisti, e bla bla bla.
    Sono state raccolte parecchie firme per impedire che il Sindaco spendesse una barcata di soldi per lo spazio e la sala del commiato. Invano.
    Per uno spazio vuoto dove crescono le erbacce.

    Ho visto migliaia di cimiteri, di tutte le religioni, ma quello che in assoluto mi ha commosso fino alle lacrime è stato quello di Sarajevo…quello nuovo, nel campo di calcio della città, nato durante l’assedio cominciato ventanni fa.
    E’ là, su una piccola altura spianata, lo si vede da lontano con una distesa immensa di cippi bianchi candidi.
    Percorrendolo, leggendo le date di nascita e morte, si nota un cimitero soprattutto di giovani e giovanissimi.
    Si riconoscono, e sono la maggioranza, i cippi affusolati dei musulmani, ma poi ci sono quelli degli ortodossi e dei cattolici con le loro croci, ci sono lastre di marmo che raccolgono famiglie intere…
    e sono là, riposano tutti insieme tra i fiori e i cespugli di rovo!
    Si diceva fra noi – allora non è impossibile stare gli uni accanto agli altri.-
    Ma lì c’era un grande, assordante silenzio!

    Appena ci si allontana dalla città, riappaiono i piccoli cimiteri etnici…ognuno con il suo credo.

    Sylvi

  11. alessandro
    alessandro says:

    Per Rodolfo:
    No, non si possono confondere le cose:confondere le cose puo´ significare, come nel tuo caso, mancare di rispetto ai morti.
    -Darwish fu sotto esilio forzato in Libano;di ritorno(nel 1948) trovo´ il suo villaggio raso al suolo;
    -Darwish fu arrestato varie volte;
    -Darwish fu costretto a vagare a lungo da un paese all´altro.
    E´ fortemente ipocrita confondere la vittima con il carnefice .
    Con le tue idee tu non puoi amare la poesia di Darwish;certo non bisogna confondere l´autore con la sua opera ma ,nel caso di Darwish,
    quella confusione non esiste perche´ Darwish fu , fondamentalmente, un poeta civile che tradusse la condizione palestinese in una esperienza umana di valore universale.
    Non si possono,quindi, leggere le poesie di Darwish come se niente fosse(“si , son belle”, trallalla´), no:dietro le sue poesie c´e´ tutta una realta´ che tu neghi a priori.
    Cerchiamo quindi si dire le cose come stanno senza troppi sentimentalismi.
    Le conclusioni sembrerebbero ovvie.
    Darwish non e´ uno di noi:certo, dovrebbe esserlo qualora esistesse
    una reale corrispondenza di valori , di idee, di passioni;ma non c´e´ , indi Darwish non e´ uno di noi.
    Darwish fu un grande poeta arabo palestinese.
    Diamo ai morti quello che gli spetta senza identificazioni , perche´
    ( gli aut aut sono stupidi ma me ne assumo il rischio) o Darwish
    dice il falso o tu sei un pazzo.
    Leggiti l´ Assedio mettendo per un po´ le tue idee da parte(come se tu non sapessi assolutamente nulla) e ti renderai conto che e´ un delitto mettere tutti nello stesso calderone e che, alla fine,non si puo´ non scegliere.
    alessandro.

  12. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Cara Sylvi,
    Non comprendo…
    Mondadori non pubblica solo cose che possono essere a questo o a quello non gradevoli… ma anche cose eccellenti e interessanti a questo e a quello. E’ un peccato per esempio disdire un abbonamento di una rivista che si e’ letta da anni solo e per via di Berlusconi.
    Via….via…carissima….rinnovi l’ abbonamento e metta da parte i risentimenti.
    Un caro saluto da me e Anita
    Rodolfo

  13. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Alessandro,
    i morti ci sono stati dappertutto….a tutti i morti lo stesso rispetto…cosi come al vivo…
    anche Israele e’ vittima e questo ogni giorno da 70 anni…
    anche tra gli Ebrei se vuoi potrai trovare qualche poeta che ti raccontera’ della sofferenza Ebraica….e questo da piu’ di 2000 anni…
    provaci …a leggere qualcosa …ti emozionerai cosi e forse di piu’ di quando leggi Darwish.
    Darwish” E’ ” uno di noi…..solo che io per esempio non sono capace a riportare le mie sofferenze in versi….Darwish invece si….
    Tu vuoi mettere ognuno nel suo calderone….come se le sofferenze dell’ uno fossero differenti dalle sofferenze di un’ altro….di piu’ e di meno….
    cosi mi sembra di aver risposto ai quesiti che hai posto….ricordandoti
    di evitare di percorrere strade a senso unico….potresti causare una tragedia e la colpa sarebbe tua.
    Papa’

  14. Rodolfo
    Rodolfo says:

    x63
    Scegliere?..
    Non mi va di scegliere….se non la frutta o i vestiti….le donne….
    ma nonn tra le sofferenze del genere umano.
    Una vale ESATTAMENTE l’ altra.
    R

  15. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Se si dovesse scegliere davvero tra le sofferenze e i dolori del mondo…
    io sceglierei (non per partito preso) le sofferenze e i dolori procurati a milioni di esseri umani….bambini …donne e vecchi …innocenti e colpevoli solo di essere Ebrei…o testimoni di Geova e altri.. procurate dall’ uomo civile…non dal barbaro o dall’ uomo delle caverne….
    da tutti quelli uccisi barbaramente nei lager nazisti e nelle camere a gas….allora …caro Alessandro, dovresti piangere lacrime amare giorno e notte per tutta la vita….altro che Darwish.
    Papa’

  16. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Nicotri,
    lei scrive….”dell’ aggressivita’ sempre piu’ offensiva di Rodolfo”
    le diro’ che lei non trovera’ mai in questo blog una mia offesa gratuita…mai trovera’ un’ offesa mia che non e’ stata provocata
    gia’ prima da un’ altra offesa. Basta leggere a ritroso.
    Un saluto
    Rodolfo

  17. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    Non è obbligatorio l’orrido biblico “dente per dente, occhio per occhio”, copiato eraltro dal codice Hammurabi e affini come molte altre cazzate bibliche. Esiste per esempio “porgi l’altra guancia”, di matrice cristiana anche se la sua intenzione era evitare le ribellioni degli schiavi. Esiste anche “noblesse oblige”, adatto anche alla nobiltà d’animo, e il dantesco “non ragioniam di lor, ma guarda e passa.
    A parte tutto ciò, esiste anche la semplice e sana buona educazione.
    nicotri

  18. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Rodolfo

    E in ogni caso lei spesso offende per primo. Si faccia lei il giretto a ritroso, partendo magari dall’inizio, 2007 se non erro, e non da quando fa comodo a lei.

  19. Esodato
    Esodato says:

    Non mi importa ora se Nicotri si incazza….o se Nicotri cancella quello che a lui non piace…

    …comanda esso, il siculo-ebbreo-tetesco… questo blog e’ il suo blog…

    CONTENTO Nicotri? con l’uscita di Peter rimarrai tu, Uroburo e il povero CG e qualcun’altro che non risponde come si merita un troll che sabota il blog con la sua monotematica genocida… ( quando Faust scriveva genocidio… gridavi caro blogmaster… gridavi… alle querele che x colpa mia avresti potuto ricevere…e ai danni in pecunia che avresti dovuto pagare… Ora che, isdraeliani genocidi, lo scrive in corretto italiano Uroburo… non reagisci e stai zitto… quindi era Faust che andava invogliato ad andarsene in altro blog… Faust OFFENDE rodolfo… uuuuuhhhh e Uroburo ci mette di suo… Colpa di Faust…) Ora Faust e’ sparito 8come hai scritto tu…) Per entrare nel blog di arruotalibera e leggere uno troll che pubblicizza, diffonde e trolla… un troll che scrive da complice di genocidi… (lo stato d’isdraele…) con la spavalderia del crasso ignorante sciaqquapalle…

    Cari e Care… ma tenetevolo carocaro strettostretto… e auguri…

    un po’ che nun me ne po’ frega de meno… ma tanto x mettere qualche puntino che mancava… e chiedo scusa se scrivo ancora due paroline sulla presenza in questo blog del Boy Toy, siculoebbreotetesco… detto anche il Lazzaro

    Ps: x Uroburo… e Nicotri… due pesi due misure… Uscito Faust, Vox e qualcun’altro x colpa del Lazzaro ( Boy Toy, al momento in missione trollista treccartista, in usa eggetta…) o no??

    NON si risolve il fastidioso voltastomaco con il saltare gli scritti del Boy Toy, complice genocida dei suoi simili… Se nel blog ci son solo i suoi post… e affanna tutti con le sue innocenti domande, insinuazioni, insulti offese… Cosa vuoi saltare x leggere, solo, i post di chi interessa… tutto il blog gira intorno al .esso filoisdraeliano… e alla sua prepotenza volgare, mascherata da buon’uomo… pastore di anime… de li mort… sua… e allora”’?? Con la “sparizione” di Faust e Vox… il blog peggiora e affonda… o in assenza di vecchi frequentatori del blog di Nicotri… e’ migliorato… Voi cosa dite…???
    Fra poco uscira anche Peter e CG… auguri e buon divertimento acchiresta… ( naturalmente chi insulta e’ solo Vox, Faust e Peter e CG e cc…)
    Esodato, cuggino di Faust

  20. sylvi
    sylvi says:

    La “qualificazione” nel mondo del lavoro si è persa da molto tempo ,ora è stata sostituita totalmente con l’automazione,macchine che lavorano senza sosta … e gestite da pochi tecnici (intercambiabile come s’a nienta fusse) 24 su 24 ore.
    Le ultime commesse totesche alla Cina sono di macchine mooolto sofisticate.Linosse

    caro Linosse ,

    tu vedi solo la punta dell’iceberg o soltanto un tunnel.
    Sotto e oltre c’è e ci può essere un mondo nuovo e vecchio nello stesso tempo.
    Tornare all’artigianato automatizzato, alla “bottega” nel capannone. E’ la strada che noi italiani potremmo e dovremmo percorrere, se vogliamo salvarci.
    Tornare alla qualità nella creatività.
    Lasciare la megaindustrializzazione ai tedeschi che sono ordinati e organizzati, agli americani che sono grandi e potenti, ai cinesi che sanno soprattutto copiare le cose fatte da altri…
    noi siamo un popolo individualista e bastian contrario, siamo fantasiosi e immersi dalla nascita in una totale bellezza che succhiamo col latte. La bellezza è nel nostro dna.
    E’ questo che dobbiamo valorizzare.
    Magari ci vorrebbe un po’ di etica, che riteniamo spesso valore dei fessi, ma …quando si stesse annegando, come sta avvenendo e andrà anche peggio… magari un pochina, volente o nolente ce la facciamo venire.
    Ecco, noi potremmo essere artigiani industrializzati; nella moda ne abbiamo di esempi.
    Tutti sono capaci, che so di fare una cucina, noi dovremmo aggiungere quel cenno , tocco di mano italiano, che ne fa una cosa speciale. e potremmo pure produrre quella macchina che ne certifica la specialità.
    Dovremmo, non scherzo, unirci in “corporazioni” (chiamale come vuoi! sindacalindustriali) per essere forti, attaccarci alle Università per la ricerca, e avremmo bisogno di, non più operai, ma artigiani creativi della fabbrica che conoscono il mondo e le lingue, che sono coinvolti, (anche finanziariamente) nel lavoro che fanno.
    Chi vorrà solo scopare il capannone , non aver fastidi e tanto tempo libero… farà l’operaio con salario conseguente, sarà una sua scelta!
    Non ci sarà un padrone, ma un team e un referente.

    Sto scribacchiando idee che mi frullano nella testa, ma che non sono prodotto di mia fantasia, ma nascono da ciò che sento in giro, di come cambia la Confindustria dei Giovani che , copiando dai tedeschi, vuole contatti costruttivi e continuati con G. di Finanza, Agenzia delle Entrate e… Sindacati, se si accorgessero che ci sono altri modi per tutelare i lavoratori!

    Questo potrebbe essere uno sguardo al futuro.
    Per il passato…ho già detto la mia più sopra.
    A proposito…se parlo di furti, ruberie, assenze di poveri perenni malatini,… io non sono affatto infantile.
    In misura minore succede ancora…fin che dura.
    Imprenditore evasore e operaio ladro e infingardo sono la realtà che dovremmo cercare di buttarci alle spalle.
    Forse recupereremmo la forza di batterci vittoriosamente contro chi produce finanza e non lavoro.

    Sylvi

  21. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Nicotri,
    il passato e’ passato……se uno ci sta’ sempre dietro non si viene mai capo a nulla….esattamente come certi post sensa senso che vogliono dir tutto ma alla fine non dicono nulla.
    Lei stesso qualche tempo fa’ ammetteva che ero molto cambiato…in meglio s’ intende.
    In quando al “porgere l’ altra guancia”….questi non son piu’ tempi….oggi chi non reagisce viene affossato senza pieta’….e’ il tempo del “si salvi chi puo” …ed io stesso ho pagato a mie spese.
    Tra l’ altro …”diciamolo”…a volte anche lei non scherza.
    Un saluto
    Rodolfo
    PS….vogliamo discutere…. discutiamo,
    vogliamo offendere …offendiamoci, io sono malleabile.

  22. Anita
    Anita says:

    x Esodato, cuggino di Faust

    Caro Nico,

    insultando Rodolfo con “Boy Toy” insulti anche me…..
    Sai benissimo che e’ ospite a casa mia, ospite gradito e perfetto gentiluomo.

    Ricordati delle caxxate che scrivevi tu e non te le buttiamo in faccia, se hai fatto errori nelle tua vita sei tu che ne paghi le conseguenze….e noi ci preoccupiamo per te….non ti dileggiamo.

    Come stai e come sta “mammetta” ?

    Ciao,
    Anita

  23. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x il commento n. 71

    1) – NON scrivo le puntate del mio blog per i commenti dei pochi forumisti, che oltretutto quasi mai discutono del tema da me proposto e comunque NON incidono sul totale dei lettori. Gli argomenti del blog li scrivo per i lettori, anche se loro non commentano e io intervengo nel forum dialogando con Tizio, Caio o Sempronio. Potrei anche chiudere il blog ai commenti, come fa per esempio Sandro Magister, e non cambierebbe il numero dei lettori.

    2) – Il fatto che ci sia chi evidentemente non sa cosa sia l’educazione NON significa che io debba beccarmi eventuali querele di chi scrive cose da querela.

    3) – Che Rodolfo abbia come sua hasbara il preciso compito di sabotare il blog, sostituendo hvg e Belbo, mi pare legittimo pensarlo. Perciò NON è il caso di dargli corda, tanto è come parlare a una pietra o pisciare su una lastra di vetro: non serve assolutamente a nulla. Non è certo rintuzzando le sue cazzate con cazzate ancora più grandi che si conquista qualcosa di buono.

  24. Esodato
    Esodato says:

    … chiedo scusa al blog della mia intromissione nel blog… Adios!!
    Esco subito…
    buon proseguimento al blog…
    E.

  25. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Anita

    Il fatto che un suo ospite sia a lei gradito e si comporti con lei da gentiluomo NON significa automaticamente che abbia lo stesso comportamento fuori casa sua. Rodolfo spesso in questo blog è di una volgarità insopportabile. Oltre che di onestà intellettuale molto dubbia: per esempio, nel commento 74 ancora una volta dice che “il passato è passato”, poi però attacca la grancassa con la solita solfa del passato degli ebrei, di Israele, ecc., per sostenere l’insostenibile. Altro che due pesi e due misure….
    Un saluto.
    pino

  26. Anita
    Anita says:

    x Pino

    Caro Pino,

    la vita privata non va confusa con opinioni politiche personali.

    Se non erro ci sono stati tempi di “confessioni” indiscrete da parte di altri bloggisti…ricordi di gioventu’ e pensierini non molto onorevoli verso il gentil sesso.

    Cordiali saluti,
    Anita

  27. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Sabotare il blog? Io?
    Io che credevo…. anche nella mia limitata intelligenza…o con il mio cervello di gallina ….come qualcuno ebbe a dire….di arricchirlo….
    perche’ si sa’…anche nelle stupidate ci puo’ essere un fondo di verita’…
    motivo di discussione.
    Una volta Sylvi ha scritto:-“Ma e’ possibile che tutto quello che dice Rodolfo e’ sbagliato?
    Caro Nicotri….vorrei contribuire e mi guarderei bene dal sabotare questo blog….perche’ esso per me…. e’ fonte di passatempo ,vi considero amici….un colloquio tra persone che la pensano in modo diverso non puo’ che far bene al blog…se avessimo tutti la stessa visione della vita e delle cose non ci sarebbe discussione.
    Per questo ….io con il mio comportamento non credo di aver contribuito all’ uscita di Vox e Faust…..credo che siano stati loro che si sono ritirati dal giuoco….perche’ in fondo e’ solo tutto un giuoco no? Dunque divertiamoci….chi discute da villano deve poter sopportare risposte villane….chi discute in modo ragionevole otterra’ delle risposte ragionevoli….io so stare a tavola ….
    qualunque sia la portata….sono duttile e docile.
    Un saluto
    Rodolfo

  28. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    ANCHE BILL CLINTON ACCUSA IL FANATICO NETANYAHU DI AVERE UCCISO IL PROCESSO DI PACE CON I PALESTINESI (E PERCIO’ CON IL MONDO ARABO E ISLAMICO)

    http://thecable.foreignpolicy.com/posts/2011/09/22/bill_clinton_netanyahu_killed_the_peace_process#.UFiuDopGIyQ.tumblr

    Bill Clinton: Netanyahu killed the peace process
    Posted By Josh Rogin Thursday, September 22, 2011 – 2:22 PM Share

    Who’s to blame for the continued failure of the Middle East peace process? Former President Bill Clinton said today that it is Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu — whose government moved the goalposts upon taking power, and whose rise represents a key reason there has been no Israeli-Palestinian peace deal.
    Clinton, in a roundtable with bloggers today on the sidelines of the Clinton Global Initiative in New York, gave an extensive recounting of the deterioration in the Middle East peace process since he pressed both parties to agree to a final settlement at Camp David in 2000. He said there are two main reasons for the lack of a comprehensive peace today: the reluctance of the Netanyahu administration to accept the terms of the Camp David deal and a demographic shift in Israel that is making the Israeli public less amenable to peace.
    “The two great tragedies in modern Middle Eastern politics, which make you wonder if God wants Middle East peace or not, were [Yitzhak] Rabin’s assassination and [Ariel] Sharon’s stroke,” Clinton said.
    Sharon had decided he needed to build a new centrist coalition, so he created the Kadima party and gained the support of leaders like Tzipi Livni and Ehud Olmert. He was working toward a consensus for a peace deal before he fell ill, Clinton said. But that effort was scuttled when the Likud party returned to power.
    “The Israelis always wanted two things that once it turned out they had, it didn’t seem so appealing to Mr. Netanyahu. They wanted to believe they had a partner for peace in a Palestinian government, and there’s no question — and the Netanyahu government has said — that this is the finest Palestinian government they’ve ever had in the West Bank,” Clinton said.
    “[Palestinian leaders] have explicitly said on more than one occasion that if [Netanyahu] put up the deal that was offered to them before — my deal — that they would take it,” Clinton said, referring to the 2000 Camp David deal that Yasser Arafat rejected.
    But the Israeli government has drifted a long way from the Ehud Barak-led government that came so close to peace in 2000, Clinton said, and any new negotiations with the Netanyahu government are now on starkly different terms — terms that the Palestinians are unlikely to accept.
    “For reasons that even after all these years I still don’t know for sure, Arafat turned down the deal I put together that Barak accepted,” he said. “But they also had an Israeli government that was willing to give them East Jerusalem as the capital of the new state of Palestine.”
    Israel also wants a normalization of relations with its Arab neighbors to accompany a peace deal. Clinton said that the Saudi-inspired Arab Peace Initiative put forth in 2002 represented an answer to that Israeli demand.
    “The King of Saudi Arabia started lining up all the Arab countries to say to the Israelis, ‘if you work it out with the Palestinians … we will give you immediately not only recognition but a political, economic, and security partnership,'” Clinton said. “This is huge…. It’s a heck of a deal.”
    The Netanyahu government has received all of the assurances previous Israeli governments said they wanted but now won’t accept those terms to make peace, Clinton said.
    “Now that they have those things, they don’t seem so important to this current Israeli government, partly because it’s a different country,” said Clinton. “In the interim, you’ve had all these immigrants coming in from the former Soviet Union, and they have no history in Israel proper, so the traditional claims of the Palestinians have less weight with them.”
    Clinton then repeated his assertions made at last year’s conference that Israeli society can be divided into demographic groups that have various levels of enthusiasm for making peace.
    “The most pro-peace Israelis are the Arabs; second the Sabras, the Jewish Israelis that were born there; third, the Ashkenazi of long-standing, the European Jews who came there around the time of Israel’s founding,” Clinton said. “The most anti-peace are the ultra-religious, who believe they’re supposed to keep Judea and Samaria, and the settler groups, and what you might call the territorialists, the people who just showed up lately and they’re not encumbered by the historical record.”
    Clinton affirmed that the United States should veto the Palestinian resolution at the U.N. Security Council for member-state status, because the Israelis need security guarantees before agreeing to the creation of a Palestinian state. But the Netanyahu government has moved away from the consensus for peace, making a final status agreement more difficult, Clinton said.
    “That’s what happened. Every American needs to know this. That’s how we got to where we are,” Clinton said. “The real cynics believe that the Netanyahu’s government’s continued call for negotiations over borders and such means that he’s just not going to give up the West Bank.”

  29. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    SONO SEMPRE DI PIU’ GLI ISRAELIANI CHE NON CI STANNO ALL’USO DEI DUE PESI E DUE MISURE IN FATTO DI BOMBE ATOMICHE

    http://www.martinbubergroup.org/documenti/art12-4.asp

    Semi di pace
    di Giorgio Gomel, Confronti, luglio 2012
    “Israele e la bomba” è il titolo di un libro di Avner Cohen, uno studioso israeliano che ha ricostruito la logica e le vicende del programma nucleare del suo paese. Al libro, uscito nel 1998, nonostante l’opposizione della censura militare israeliana, è seguito nel 2010 un altro suo saggio “The worst-kept secret: Israel’s bargain with the bomb”. 
Quali i fatti essenziali? Con il sostegno della Francia, al termine di un negoziato complesso e segreto condotto da Shimon Peres, attuale Presidente di Israele, e Ernst Bergmann, un fisico e a quel tempo Direttore del Weizmann Institute of Science, Israele iniziò a costruire alla fine degli anni ’50 un reattore nucleare a Dimona, nel deserto del Negev. La produzione di armi nucleari prese avvio dopo la guerra del ’67. Sospetti, illazioni, ipotesi iniziarono a circolare sui media mondiali negli anni successivi; la prima conferma dall’interno scaturì dalle rivelazioni nel 1986 di Mordechai Vanunu , un tecnico addetto a Dimona, poi catturato a Roma dai servizi segreti israeliani, trasferito in Israele e condannato a lunghi anni di carcere, ora in libertà. 
La diplomazia di Israele si è conformata nel corso degli anni ad una posizione di “ambiguità” in materia nucleare, secondo la definizione dello stesso Cohen, non ammettendo di possedere armi atomiche e asserendo fin dagli anni ’60 di non volere essere il primo paese a introdurre dette armi nel Medio Oriente. In coerenza con tale posizione, il governo di Israele non ha sottoscritto il Trattato di non-proliferazione nucleare, così come altre nazioni nucleari (India, Pakistan, Corea del nord). 
Quantità e qualità del dispositivo atomico del paese sono ovviamente ignote. Secondo stime della Federation of American Scientists (2007), Israele disporrebbe di un numero compreso fra 75 e 400 testate e di una moltitudine di vettori – missili balistici a medio e lungo raggio della classe Jericho, aerei, sottomarini della classe Dolphin di produzione tedesca. Sottomarini e missili assicurano a Israele una capacità di reazione (“second strike”) a un attacco atomico. Questa capacità è un deterrente essenziale, nella dottrina strategica del paese, data la sua particolare topografia – un paese minuscolo, densamente popolato nei suoi centri abitati, circondato da avversari – e storia politica – la sua legittima esistenza nella regione ancora in forse, non riconosciuta da parte del mondo arabo e sotto ripetute minacce di aggressione da parte dell’Iran. In più, la necessità di “fare da sola” in caso di guerra, priva come è di una garanzia internazionale della propria scurezza e integrità. 
Almeno in due episodi bellici Israele, secondo alcune ricostruzioni, avrebbe posto le sue forze in stato di allerta nucleare in funzione preventiva : l’8 ottobre 1973, nei primissimi giorni della guerra del Kippur sotto l’avanzare degli eserciti egiziano e siriano, e nuovamente durante l’attacco dei missili irakeni Scud sulle città di Israele nel corso della guerra del Golfo del 1991. In più circostanze ha agito in modo offensivo per impedire a paesi ostili di dotarsi di armi atomiche : i due casi più eclatanti sono stati gli attacchi aerei contro il reattore nucleare di Osirak in Irak nel giugno 1981 e contro un presunto reattore in Siria nel settembre 2007. 
Un’ultima notazione, quanto allo scacchiere multilaterale. Già nel 1996 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite esortò le parti a istituire nel Medio Oriente un’area priva di armi atomiche e anche nell’ambito del Trattato di non-proliferazione, rinnovato ed esteso nel 1995, si è fatto appello all’obiettivo di una regione libera da armi di distruzione di massa.
    Ed è proprio il potenziale di disseminazione di armi siffatte che preoccupa di più, a mio parere. La stessa “ambiguità” di Israele, cioè l’ammettere la capacità di costruire l’arma nucleare, pur senza riconoscere necessariamente di possederla, può essere uno stimolo perverso per altri paesi ad emulare Israele, annullando così il suo vantaggio strategico e provocando una corsa pericolosa agli armamenti nella regione. Fra questi, l’Irak degli anni ’80, poi la Libia che fortunatamente rinunciò al programma nel 2003, oggi la Siria, nel marasma della guerra civile e con dotazioni di armi chimiche e batteriologiche. Il caso più grave, oggetto di un serrato negoziato con la comunità internazionale, è ovviamente quello dell’Iran, con le sue velleità egemoniche nell’area. Infine, come antagonisti dell’Iran e potenziali imitatori di un programma nucleare, l’Arabia saudita e gli sceiccati del Golfo persico. 
La stessa deterrenza offerta dalle armi nucleari contro un’aggressione non-convenzionale è messa in discussione all’interno di Israele. Opinionisti e studiosi osservano che la capacità di risposta per un paese piccolo come Israele che sarebbe totalmente devastato da un attacco atomico sarebbe irrilevante. Sarebbe più importante e benefico per la sicurezza del paese un impegno da parte degli stati della regione , verificato puntigliosamente dalle agenzie internazionali, ad evitare di costruire o smantellare, allorchè esistenti, propri arsenali nucleari. 

    Giorgio Gomel

  30. Uroburo
    Uroburo says:

    Cari tutti,
    com’è noto tonsoribus et lapillis, io non condivido nulla di quel che Rodolfo scrive. Spesso neppure di come lo scrive: imparasse a reagire in modo più composto sarebbe meglio.
    Tuttavia qui di gente che scrive in modo non meno volgare di Rodolfo ce n’è tanta. Personalmente non credo che Rodolfo sia un provocatore prezzolato, è uno con le sue idee, secondo me sbagliate ma comunque legittime.
    Se dei progressisti, come ci vantiamo di essere, non sanno rispondere adeguatamente alle opinioni di Rodolfo siamo proprio alla frutta. Ma se qualcuno non sopporta le sue lettere può benissimo non leggerle. Il che vale per tutti, me compreso.
    Tuttavia Rodolfo,come chiunque altro, ha diritto di esporre le sue idee.
    Trovo l’andazzo del blog nei suoi confronti del tutto inaccettabile.
    UN saluto a tutti Uroburo
    PS. Trovo che la risposta di Anita nel suo messaggio n. 75 sia conclusiva; ed anche una ulteriore ennesima prova di eleganza e dignità. u.

  31. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Penso…che Israele sarebbe anche disposta a smantellare i propri arsenali atomici….attraverso un riconoscimento dello Stato
    d’ Israele anche nei confini del 67….da tutto il mondo Arabo e Islamico .
    Se cio’ non si verifica…..come puo’ Israele privarsi di quell’ unica
    chance di sopravvivenza…..anche se minima?
    Cerchiamo di essere realisti e sopra le parti….potrebbe?
    Se qualcuno la minacciasse di morte….lei caro Nicotri si priverebbe dell’ unica arma a sua disposizione per difendere lei e la sua famiglia?
    Rodolfo

  32. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Uroburo

    E infatti nonostante tutto non lo banno. M’era sfuggito il senso di quel “Toy Boy”, piuttosto greve, per il quale mi devo scusare con Anita.
    In quanto a offese e volgarità non lo batte però nessuno, almeno in questo forum.
    ‘Notte.
    pino

  33. alessandro
    alessandro says:

    Per Rodolfo,
    ormai son convinto che su certe cose discutere con te e´ assolutamente inutile, perche´ cambi le carte con troppa disinvoltura e , cosa ancora piu´ grave, non riesci a storicizzare certe cose ;ecco allora che , non storicizzando, parti da premesse sbagliate .
    Quando dici che Darwish e´ ebreo in quanto sinonimo di sofferenza dici qualcosa che ,alla fine, e´ solo un bluff:buono per te, non per me.
    Fottuto dall´universalita´ ebraica non riesci piu´ nemmeno a seguire quello che dici:ti rincoglionisci da te.
    Il passo mentale che tu ti sei fatto e´ questo:
    poiche´ nel passato gli ebrei hanno sofferto e poiche´ anche Darwish ha sofferto allora vuol dire che Darwish e´ ebreo sinonimo di sofferenza.
    Ma come funziona la tua testa?
    Come dire che ,poiche´ in passato, i neri hanno sofferto, Darwish e´ un nero.
    La cosa potrebbe funzionare ,poeticamente, per cui volendo si puo´ fare una poesia e dire:
    noi sofferenti, noi ebrei, noi palestinesi, noi neri.
    Ma il gioco degli specchi non funziona, dagliela a bere a qualcu´altro;non funziona perche´ seguendo il tuo gioco ,alla fine,
    avremmo che tutti sono sofferenti.
    Il tuo grave errore e´ quindi non storicizzare e non capire che ogni eta´ storica ha dei precisi sofferenti e che dietro a quei sofferenti esiste una precisa causa.
    Domandina facile facile:
    di chi e´ la responsabilita´ della sofferenza subita da Darwish?
    Chi cazzo ha raso al suolo il suo villaggio?
    Chi lo ha perseguitato?Chi lo ha esiliato?
    A domande chiare risposte chiare che tu non riuscirai mai a dare.
    Poiche´ non storicizzi te ne esci con un´altra minchiata:ci stanno pure grandi artisti ebrei che hanno sofferto e che hanno lasciato il segno.E chi lo nega.
    Mica son cosi´ tarato da non pensare al Diario di Anna Frank, ai romanzi di Primo Levi( e si potrebbero fare tanti altri esempi).
    E, in quei casi, sappiamo chi sono stati i responsabili ecc.ecc.
    E nel caso di Darwish si riesce anche questo ad ammetterlo o ci mettiamo i se, i ma, il passato, dio, abramo,isacco,giacobbe.?
    I sofferenti sono sofferenti e dietro le sofferenze di qualcuno c´e´ un´origine ben precisa.
    Senza ammettere le responsabilita´ orrende di Israele ,almeno negli ultimi 50 anni, tu non puo´ dire che Darwish e´ un ebreo sinonimo di sofferenza e se lo dici, cosciente o non cosciente, esprimi un´idea disonesta.
    Te lo gia´ detto varie volte :chi ha subito il male dovrebbe avere mille ragioni per non farne.Tu, invece, unilaterale e fanatico, pensi che chi ha subito tanto male puo´ essere legittimato a farne ancora e di piu´e non sono io a farti dire queste cose me tu stesso, con l´orgoglio della razza eletta da dio.
    Sai chi e´, per me, il vero ebreo?
    un uomo che, OGGI, prova vergogna per quanto commesso dallo Stato di Israele.
    Un vero ebreo e´ anche colui che non giustifica il male che ha fatto e fa lo Stato di Israele coprendosi con la giustificazione della diaspora o della shoa.
    Darwish resta,quindi, un palestinese.
    Naturalmente , dopo aver letto queste cose, il tuo cervello cerchera´ non di esaminare quello che ho scritto, ma di trovare subito qualcosa che non quadra e su quella cosa costruire un discorsetto con l´obiettivo di salvarti la faccia, ovvero la faccia di Israele.
    Procedi pure cosi´:niente e´ tanto terribile di costruire discorsi a prescindere dai discorsi.Potrai ,comunque, fare tutti i discorsetti che vuoi ma l´onesta´ sa rispondere obiettivamente a quelle domande di prima sulle responsabilita´ nel caso Darwish e nel caso di tantissimi altri palestinesi privati dei piu´ elementari diritti civili.

    alessandro.

  34. alessandro
    alessandro says:

    dimenticavo:
    le ultime due righe del tuo 65 hanno dentro un´essenza fondamentalmente terroristica.

  35. alessandro
    alessandro says:

    Infine:
    non scegli perche´ bla bla bla bla bla
    ma se dovresti proprio scegliere sceglieresti le sofferenze degli ebrei.
    Non sono le belle parole a salvare una persona ma le parole vere ,oneste e figlie della propria storia.

    buonanotte.

  36. peter
    peter says:

    dopo il post 86, non ho davvero nulla da aggiungere sulla ‘questione Rodolfo’. Penso che Alessandro abbia detto a sufficienza, ed abbia chiarito molte cose sui reali rapporti padre-figlio in merito alle ‘divergenze di opinione’

    ‘notte

    Peter

  37. peter
    peter says:

    x Uroburo

    ‘trovo l’andazzo del blog nei suoi confronti del tutto inaccettabile’
    ‘qui di gente che scrive in modo non meno volgare di Rodolfo ce n’e’ tanta’

    Questi sono puri giudizi ‘politici’. Se fossero reali, lei sarebbe fuori di testa. In inglese, lingua gentile, direi ‘you shouldn’t be in your right mind’…ma l’italiano e’ una lingua di contadini, o cosi’ dicono…

    ‘notte

    Peter

  38. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Beh si….siamo tutti sofferenti…. siamo tutti Ebrei….tranne quelli che sono nati col cucchiaino d’ argento in bocca.
    Solo che mi domando…..se l’ Ebreo non e’ stato e non e’ tollerato….
    che ne facciamo di quest’ uomo sofferente….lo buttiamo nell’ immondizia o a mare come vuole Hamas?
    Non aveva l’ Ebreo ….dopo quello che e’ successo… diritto ad un pezzo di terra dove vivere e potersi finalmente difendere senza essere trasportato come un animale indifeso verso le camere a gas?
    Ora ha uno Stato ….un fucile….ora puo’ difendersi….forse morra’ ugualmente ….ma non sara’ piu’ umiliato e morra’ con il fucile in mano.
    Tutto questo e’ vero a discapito dei Palestinesi….ma qualcuno doveva pagare…. hanno pagato loro che non c’ entravano niente …cio’ e’ riprovevole….ma non dimentichiamo che il 30% degli Israeliani e’ Palestinese…..che se solo avessero voluto avrebbero avuto il loro Stato….e se solo lo vorrebbero possono averlo anche ora….e che sotto certi punti di vista uno Stato gia’ lo hanno.
    Come dire che se solo il mondo Arabo e i Palestinesi avessero voluto quelle sofferenze Darwish se le sarebbe sicuramente risparmiate.
    Gli avvenimenti dal dopoguerra si son susseguiti in modo frenetico….errori ne sono stati fatti da una e dall’ altra parte….tu non ti ricordi degli errori degli uni ….ma di quello degli altri…per cui gli Ebrei si avrebbero dovuti far massacrare una seconda volta….ma che dico una terza ….una centesima volta …solo per far piacere a te ed a quelli come te.
    Puo’ dire un Ebreo….”adesso basta”?
    No? Deve ancora gironzolare per il mondo…non tollerato….odiato….e ucciso?
    Mi dirai….”non e’ vero….. di Ebrei ce ne’ sono in varie parti del mondo vivono e sono tollerati”….. certo…ma non si sa mai….il lupo perde il pelo ma non il vizio….in quel caso ha una difesa in piu’….. non si potra’ piu’ trasportarlo al macello…..perche’ Israele oggi puo’ fare a chiunque….”un culu a cappiennu i parrinu”.
    Le colpe di quella situazione sono da cercare altrove…purtroppo.
    L’ Ebreo infine non ha avuto e non ha colpe….se non quella di voler vivere.
    Papa’

  39. Rodolfo
    Rodolfo says:

    xPeter
    qui non si tratta solo dei rapporti tra padre e figlio…
    e’ solo uno scambio di opinioni tra due forumisti su “UN TEMA”….tra due che si conoscono…. che nonostante tutto e alla fine si rispettano e si vogliono bene.
    Rodolfo

  40. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    Non ho detto che l’italiano è una lingua contadina, ma che ha una origine contadina dovuta al latino che vive nei suoi vocaboli forse più importanti, come una sorta di segni del dna.
    Un saluto “paisan”.
    pino

  41. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x tutti

    Che Rodolfo e Alessandro siano pasre e figlio sono fatti privati loro, che vi prego di tenere fuori dai commenti. Idem per qualunque eventuale rapporto personale tra forumisti.
    Buona giornata.
    pino nicotri

  42. peter
    peter says:

    x Pino

    rilevavo che le origini ‘contadine’ dell’italiano parlato sono dovute al latino medievale, un residuo maccheronico del latino classico, parlato appunto negli atri muscosi e nei fori cadenti, oltreche’ nei campi e nelle officine stridenti per secoli dopo la caduta di Roma, per parafrasare quel tale.
    Tuttavia l’Italiano vero e proprio nasce come lingua letteraria, (con forti influssi del latino e greco classici), il che rimane la ragione per cui sia stato (ed ancora resta) tanto ostico da apprendere dagli strati piu’ incolti delle popolazioni di molte regioni. Ci tengo infatti a notare che tale divario tra lingua ‘ufficiale’ e letteraria da una parte, lingua volgare parlata dall’altra, si nota poco o pochissimo in altre lingue, l’inglese in particolare, ma persino in francese e spagnolo, in cui il popolo parla si’ in modo piu’ semplice, ma sostanzialmente corretto sia nel lessico che nella sintassi. In italiano, no.

    Per cui, caro Pino, la ragione del successo di Camilleri non e’ quella che sostiene lei in modo un tantino manipolatorio, se permette. Sta invece nella rivalsa della lingua parlata ‘contadina’, dialettale o semidialettale, familiare, gergale, ‘zozzona’, contro una lingua ufficiale aulica, formale, difficile, ieratica ed a volte anche teatrale e molto retorica, nonche’ avvocatesca, ma solo nei suoi risvolti peggiori.

    In riguardo al suo ultimo avviso, avrei potuto dire ‘Alessandro verso Rodolfo’, e la sostanza sarebbe rimasta uguale. Del resto, i loro rapporti vengono puntualmente ricordati da chi si firma ‘papa’. In ogni caso, tutto cio’ e’ ‘accademico’

    goodbye

    Peter

  43. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter

    I vocaboli che ho elencato non sono del latino tardo e medioevale. A parte questo, la sua annotazione è interessante. In definitiva, la lingua di Camilleri è la rivincita dell’Italia vera su quella ufficiale, paludata, patinata, televisionata, ripetitiva e ormai senza idee, di fatto parassita dell’Italia vera (e verace). Però il successo di Camilleri è arrivato quando l’invasione e la leccaculeria anglofila è diventata insopportabile. Mah, forse il successo non è arrivato prima perché prima gli italiani avevano ampia possibilità di parlare in dialetto o in italiano antiquato (mio nonno parlava di sè dicendo “io”, ma con i verbi in terza persona: “io diceva”, “io faceva”, ecc.) senza per questo sentirsi buzzurri, fermo restando comunque che gli editori i manoscritti inviati da Camilleri li cestinavano perciò il successo era precluso. Nel sud e a volte anche nel centro Italia si usa ancora oggi per esempio il voi al posto del lei.
    Riguardo l’altro argomento, lasciamo ad altri il cattivo gusto di firmarsi in modo – come dire? – inappropriato, confondendo con il privato uno spazio che è pubblico. Confusione che invito tutti a evitare. Qui siamo tutti single, adulti e vaccinati, oltre che eguali. Parentele e rapporti personali sono fatti privati che è sano restino tali onde evitare inconvenienti e cadute di stile improponibili.
    Un saluto paisan.
    pino

  44. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Caro Pino,
    mentre la ringrazio per il 95…si vede che lei ha capito l’ antifona…
    io con Peter anche in quel caso avrei voluto essere sgarbato come so essere…ma ho evidenziato educatamente cosi come so anche essere….in ogni casopero’ non capisco nel suo 97 dove lei scrive :-“Riguardo l’altro argomento, lasciamo ad altri il cattivo gusto di firmarsi in modo – come dire? – inappropriato”

    -Ma certo che siete dei bei ceffi….non capisco il problema che vi create e il perche’. Cosa c’ e’ e come funziona il cervelletto.
    ANCHE SE E’ UN FORUM….scrivo un post a mio figlio…..ed a me sembra al contrario inopportuno e di cattivo gusto rivolgendomi a lui firmare come Rodolfo… creerei cosi tra me e lui una distanza che non c’ e’ e non SENTO . Il problema tutt’ al piu’ e’ vostro….e qui proprio perche’ voglio essere gentile mi fermo..a buon intenditor poche parole.
    Corradino
    firmerei se sentissi la necessita’ di mantenere le distanze….
    ma oramai ci conosciamo da tempo….nevvero Pino?
    E cosi mi firmo
    Rodolfo
    per mio figlio pero’ …dato che lo SAPETE che e’ mio figlio mi firmo
    “papa” ….vi disturba? Se vi disturba uno psicologo potrebbe certamente spiegare il perche’… eppoi alla fin fine chissenefrega….

  45. controcorrente
    controcorrente says:

    La lingua italiana ,la Sylvi,e il 47% degli americani….!!

    L’altro giorno la maestra prefigurava un’Italia produttrice artigian -industriale di menti abili e sveglie, e tutti gli altri se ho ben capito a “spazzare i capannoni”..
    Modestamente io mi iscrivo tra quelli che non hanno menti agili e sveglie ovvero mi manca una delle componenti essenziali : La cattiveria esistenziale !
    Per cui mi ritroverò a spazzar capannoni.
    Ovvero ,visto che già ci sono i “Robot” a farlo” potrebbe essere un ‘arcaismo ,ma potrei mettere in piedi una fabbrica di scope di saggina ,da fornire almeno un 50% di Italiani,ovviamente dopo che un governo Monti qualsiasi, abbia decretato la chiusura delle fabbriche di Robot da scopa ,per decreto legge !

    Leggo che il 47% dei compatrioti della SIURA ANITA, vive di sussidi e linguisticamente parlando Romney ha così elengantemente spiegato cosa pensa della cosa : ..:Mio padre era nato in Messico,ma da genitori americani,.Se fossero stati messicani avrei una maggior possibilità di essere eletto..ovviamente non senza prima aver elencato le caratteristiche di quel 47% di Americani..
    Ora a mio avviso direi che Romney ha avuto un modo elegante per essere razzista nell’espressione..(che anche Lui pensi alle scope di Saggina?),anche se FORMALMENTE CORRETTO !

    Caro Pino ,
    anche se intervengo poco sui tuoi Blog (ma sovente lo faccio anche con brevi interventi) direi che li leggo sempre .

    Cari Pino e peter,
    interessante il vostro discettare sulle Origini della Lingua.
    Ora vorrei che almeno uno due mi trovasse l’arcaismo che identifica l’equivalente di INSOLENTE.
    Farebbe bene al Blog !
    Infatti INSOLENTE DERIVA DAL LATINO INSOLENTEM COMPOSTO DA IN =NON E SOLENTEM PARTICIPIO PRESENTE DI SOLERE ESSER SOLITO.

    Quindi ciò che non è solito,che urta contro l’abitudine ed i costumi.
    Strano quindi,ma per traslato IMPERTINENTE , SFACCIATO,ARROGANTE nelle parole e nel CONTEGNO !

    Non rispondetemi che si traduce con TESTA DI CAZZO, SAREBBE TROPPO FACILE.

    iN TUTTI I CASI mi serve per la MIA PARTICOLARE galleria di Personaggi, che sta per andare in pubblicazione, ove naturalmente sono compresi anche alcuni forumisti !

    cc

  46. controcorrente
    controcorrente says:

    DOMANDA IMPERTINENTE, SFACCIATA,E ARROGANTE..!

    Ma se il 47% degli Americani vive di sussidi dello Stato,spero abbiano compreso anche i Militari nel novero..,ma gli altri che cacchio fanno,oltre a fare i finanzieri internazionali in puro stile anglosassone e predar risorse nel resto del mondo ,sempre in nome della Democrazia ?

    cc

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