Siria, primo atto dell’assedio geopolitico all’Iran. I documenti Usa però parlano chiaro: NON si tratta di difendere la democrazia, ma solo “gli interessi americani in Medio Oriente”.
Il salto di qualità dell’appoggio dell’Occidente ai ribelli siriani è avvenuto non solo e non tanto con la recente decisione europea, Italia compresa, di un più deciso appoggio militare quanto con la decisione Usa di fornire loro missili terra aria, in grado cioè di colpire qualunque velivolo. Si tratta della stessa decisione che a suo tempo presero gli Usa di fornire i micidiali Stinger terra aria per mettere in grado i ribelli afgani di colpire gli aerei e gli elicotteri sovietici, segnando così il punto di svolta che permise la vittoria dei talebani appoggiati da tempo i tutti i modi da Washington. Per fare un paragone dei nostri tempi: se qualcuno fornisse gli Stinger o i loro equivalenti non made in Usa ai palestinesi, Israele non potrebbe più bombardare Gaza con l’aeronautica.
Ma il salto di qualità voluto dagli Usa segna anche l’inizio di una vera e propria guerra contro l’Iran, anche se combattuta per via indiretta e senza dispiegare grandi armamenti. Per capirlo basta leggere le raccomandazioni intitolate Labirinto Iran fatte al presidente Obama dal Saban Center for Middle East Policy, emanazione della Brookings Institution, che ha sede a Washington. Nata nel 1916, la Brookings è uno dei primi think tank sorto negli Usa e nel 2009, cioè tre anni fa, è stata definita il miglior think tank dal Foreign Policy Think Tank Index. I sei autori del report del Saban Center sono tutti nomi di alto livello, che hanno ricoperto incarichi di responsabilità chi al Dipartimento di Stato e chi al Consiglio di Sicurezza Nazionale, chi nella Cia e nell’azione degli Usa in Iraq, Corea, Pakistan e Afganistan. Non manca neppure un ex ambasciatore in Israele e consigliere personale del presidente Clinton, come Martin Yndik, né un membro dello staff di governo del presidente Obama, come Suzanne Maloney.
Il dato interessante è che loro raccomandazioni fanno parte in un modo o nell’altro della dottrina politico militare Usa, quale sia quella scelta dalla Casa Bianca, per il semplice motivo che prendono in esame nove scenari, tutti quelli possibili e immaginabili nei confronti dell’Iran: dall’invasione militare massiccia a una lunga campagna di bombardamenti aerei, dall’accordo di pace globale al “contenimento” rivelatosi vincente contro l’Unione Sovietica, dalla sobillazione dell’opposizione a quella delle minoranze etniche e al colpo di Stato, dal disco verde a un attacco israeliano allo strangolamento economico tramite l’aggravio sempre più pesante delle sanzioni.
L’altro dato interessante è che nessuno degli autori in nessuno dei nove scenari si maschera con la missione di esportare la democrazia in Iran, ma vanno tutti direttamente al sodo senza ipocrisia parlando solo e unicamente della difesa degli “interessi americani in Medio Oriente”. I sei esperti mostrano anche di avere imparato dall’esperienza in Iraq e in Afganistan, che definiscono fallimentari, soprattutto la prima perché non dotata della quantità di uomini necessari. I sei avvertono che per invadere un Paese e riuscire in qualche modo a “pacificarlo”, cioè a tenerlo sotto controllo, ci vuole almeno un soldato o poliziotto ogni 20 abitanti. E calcolano quindi che una eventuale invasione dell’Iran avrebbe bisogno di almeno 3,5 milioni di uomini in divisa adeguatamente armati.
L’intervento in Siria, già in atto con consiglieri militari non solo inglesi e con massicce forniture di armi ai ribelli, ricalca non a caso lo scenario esaminato dal Saban Center per l’Iran di sobillazione, rivolta e armamento delle minoranze etniche. Ed è esplicitamente previsto dai sei esperti come utile a erodere l’influenza e le alleanze di Teheran in Medio Oriente, un grimaldello per cominciare a far franare il regime iraniano. Ecco perché si può dire che l’attuale “rivoluzione democratica” siriana è la prima tessera militare di una spallata al regime iraniano e che non si tratta di portare la democrazia in Siria, ma solo di badare agli “interessi americani in Medio Oriente”.
In Siria si approfitta del fatto che il clan al governo è composto in maggioranza da alawiti, una minoranza nel Paese così come erano una minoranza in Iran i sunniti del clan di Saddam Hussein al potere. I sunniti in Siria sono la maggioranza, ma eccetto pochi uomini sono tenuti accuratamente fuori dalle istituzioni di governo, che resta saldamente in mano ad alawiti, drusi e cristiani. Le minoranze curda e araba sono in posizione defilata la prima, interessata più che altro alla propria indipendenza e a uno Stato con i curdi turchi e quelli iracheni, e pressoché assente la seconda. I drusi e i cristiani temono che la caduta dell’attuale regime abbia come conseguenza la fine dei propri diritti e anche della propria sicurezza.
Come che sia, le foto dei “patrioti rivoluzionari” siriani mostrano sempre e solo uomini dall’evidente aspetto e comportamento di militari di carriera, mai nessuna donna. Difficile quindi parlare di rivolta spontanea, tanto meno di anelito alla democratica. Non a caso l’Onu parla di stragi ed esecuzioni sommarie anche da parte dei rivoltosi. Tutto ciò ricorda quanto avvenuto in Libia l’anno scorso, quando la cosiddetta “rivoluzione libica” venne innescata da istruttori militari clandestini francesi, inglesi e del Qatar facendo leva sulle solite divisioni tribali. Insomma, un altro intervento occidentale strumentale, questa volta diretto contro l’Iran.
Ciò che rattrista è che si accampano anche stavolta ragioni umanitarie e di democrazia, quando in realtà ci teniamo stretti regimi indecenti come quello dell’Arabia Saudita, uno dei peggiori del mondo, dove vige la Sharia e che tratta le donne come oggetti privi di qualunque diritto, compreso l’andare in bicicletta, giustifichiamo la recente feroce repressione del Bahrain ignorandola completamente, giustifichiamo anche il Qatar, dove la marea di immigrati non ha diritti, e corteggiamo tutti i vari emirati del Golfo gonfi di petrolio e quattrini. Pronti anche ad accogliere nei consigli d’amministrazione delle nostre aziende come comproprietari esponenti di Paesi dove la Sharia è legge!.Alla faccia dell’etica e dei “motivi umanitari”.
La Cina, la Russia e l’Iran sostengono Assad, ognuno per i propri concreti motivi e non certo per questioni etiche o umanitarie. Gli USA, Gran Bretagna, Francia, Arabia Saudita e Turchia sostengono, finanziano e armano i ribelli di certo non per ragioni umanitarie, ma come prima tappa per imbrigliare l’Iran. Nei cui confronti duole che in oltre mezzo secolo la politica occidentale non sia affatto cambiata. Nel 1953 gli Usa e l’Inghilterra organizzarono il colpo di Stato che abbatté in un colpo solo il governo del primo ministro Mossadeq e la neonata democrazia iraniana, spalancando così le porte alla feroce repressione dei militari dello scià e, di conseguenza, alla rivoluzione che ha portato al governo teocratico attuale. Allora come oggi – e come per l’invasione dell’Iraq – il movente è il petrolio. Gli enormi giacimenti di petrolio e gas del sottosuolo iraniano sono essenziali per l’economia occidentale. E nessuno vuole correre il rischio che vadano ad alimentare il colosso Cina, in definitiva il vero obiettivo e incubo degli Usa per la propria egemonia mondiale.
I confini di troppi Stati del Vicino, Medio ed Estremo Oriente, come anche dell’Africa, sono stati decisi da Londra e Parigi. Che ora con gli Usa vogliono disfarli per far tornare alcuni di questi Stati alla frantumazione tribale o etnica per poter continuare a praticare il classico, cinico e feroce “Divide et impera”. Qualcuno dovrebbe avvertire Londra, Parigi, Washington e Israele che il colonialismo è una vergogna ormai per fortuna sepolta dalla Storia.
Questi sono i fatti. Tutto il resto è fuffa.
I soldi della droga e il sistema bancario ombra
Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**
Con l’affaire Libor-Euribor stanno emergendo le “frodi sistemiche” con cui le grandi banche, quelle “too big to fail”, insieme con il loro “settore ombra”, hanno stravolto la finanza e l’economia globale. Riteniamo che sia giunto il momento di indagare anche sui rapporti tra i circuiti del sistema bancario internazionale ed il crimine organizzato.
L’ultimo rapporto dell’UNODC, l’Ufficio dell’ONU sulla droga ed il crimine, stima che nel 2009 il turnover annuale delle attività del crimine organizzato transnazionale, come il traffico della droga e degli esseri umani, la falsificazione dei prodotti ed il commercio illegale delle armi, sia intorno agli 870 miliardi di dollari. Probabilmente il dato è di molto sottostimato.
In ogni caso si tratta dell’1,5% del Pil mondiale e del 7% di tutto il commercio mondiale di beni. E’ quindi l’equivalente di 6 volte la somma che viene devoluta in aiuti e assistenza allo sviluppo dei paesi poveri ed emergenti.
Ben 320 miliardi vengono dal traffico di droga, eroina, cocaina e altri droghe sintetiche, che purtroppo ha reso schiavi” almeno 27 milioni di persone nel mondo. Il rapporto dice inoltre che nel 2010 circa 230 milioni di adulti hanno usato la droga almeno una volta. Si ricordi che nel 2011 la produzione di oppio è aumentata fino a raggiungere le 7.000 tonnellate. L’Afghanistan ed il Myanmar sono il primo e il secondo produttore di oppio al mondo.
Secondo l’UNODC il traffico di esseri umani avrebbe coinvolto almeno 2,4 milioni di persone, in gran parte per il mercato della prostituzione, con proventi di 32 miliardi di dollari l’anno. Il ricavo del traffico di migranti ammonterebbe a 7 miliardi di dollari. La contraffazione di prodotti porta nelle casse del crimine ben 250 miliardi di dollari
Sono cifre imponenti che sostituiscono una vera “potenza di fuoco” per chi non si fa scrupolo nell’inquinare i mercati e la finanza e per chi non ha remore nell’impoverire e destabilizzare paesi, magari con il ricorso alla corruzione, al racket delle estorsioni e alla violenza.
L’UNODOC dice chiaramente che circa il 70% dei questi soldi sporchi viene “lavato” dal sistema finanziario.
Recentemente, in un discorso al Royal Insitute of International Affaire (Chatham House), l’ex capo dell’UNODOC Antonio Maria Costa, ha ricordato che, poco dopo il fallimento della Lehman Brothers, la Wachovia Bank di New York è stata colta con le mani nel sacco in operazioni di riciclaggio di soldi della droga provenienti dal Messico per complessivi 378,4 miliardi di dollari nel periodo 2004-7!
Si rammenti che la succitata banca, in pieno crollo finanziario, nel 2008 fu assorbita dalla Wells Fargo che aveva ricevuto 25 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici per operazioni di salvataggio.
E’ chiaro che per fermare i traffici illegali dei cartelli del crimine bisogna seguire le tracce lasciate dal riciclaggio e dal lavaggio dei soldi sporchi.
A tal proposito è opportuno il massimo coordinamento tra gli organismi preposti alla prevenzione e repressione del riciclaggio, come la nostra UIF prevista dalla legge 231 del 2007.
Perciò, secondo noi, oltre alla pulizia dei titoli tossici, le banche devono essere costrette a ripulire i loro bilanci da eventuali attività criminali.
Il professor Costa ha tra l’altro ricordato che, dopo lo scoppio della crisi finanziaria e nel mezzo di una crisi di liquidità, troppe banche si sono aperte al riciclaggio dei soldi rivenienti da attività illecite e criminose.
Il coinvolgimento di certe grandi banche è evidente nelle indagini del Permanent Subcommittee on Investigations del Senato americano, guidato dal democratico Carl Levin. Esse dimostrano che le filiali internazionali della banca inglese HSBC hanno riciclato i soldi della droga provenienti dal Messico. Si ricordi che la HSBC è anche sotto inchiesta per gli scandali Libor e Euribor.
Le indagini suddette proverebbero che nel biennio 2007-8 la filiale messicana della HSBC avrebbe provveduto al trasporto di 7 miliardi di biglietti verdi alla filiale americana.
Ciò sarebbe stato possibile in quanto la HSBC è una delle 30 banche autorizzate al trasporto fisico dei dollari. Finora un funzionario coinvolto avrebbe ammesso che il 60-70% dei soldi della droga messicana verrebbero “lavati” nel passaggio dal Messico agli Stati Uniti attraverso i “servizi” della HSBC.
Come si evince ancora una volta, l’asse finanziario anglo americano è causa e responsabile non secondario delle distorsioni del sistema bancario.
*Sottosegretario all’Economia del governo Prodi ** Economista
Alle banche salvate dallo Stato piace il rischio
Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**
Un recente paper “Public Recapitalization and Bank Risk” della Banca dei Regolamenti Internazionali (Bri) di Basilea dettaglia come nel periodo 2000-2010 le banche internazionali che sono state salvate da interventi pubblici hanno assunto rischi molti più alti di quelle che non hanno avuto bisogno di salvataggi. E sarebbe stato già grave se fosse avvenuto prima della crisi, ma è sicuramente condannabile che sia continuato anche negli anni della crisi.
In altre parole il loro comportamento irresponsabile rispetto ai risparmiatori, al mercato e a chi ha invece cercato investimenti più oculati, non è affatto cambiato. Come si dice, il lupo perde il pelo ma non il vizio. Perchè non provarci una seconda volta dopo essere stati salvati perchè “too big too fail”?
Lo studio è stato fatto su 87 banche, 40 delle quali sono state salvate dalla bancarotta, in gran parte americane e inglesi. Prima della Lehman Brothers i “prestiti leveraged”, cioè quelli più rischiosi fatti a chi è già pesantemente indebitato, erano aumentati del 53% per le banche salvate e del 43% per le altre.
La crisi ha portato una generale riduzione dei “prestiti leveraged”. Ma mentre per le banche non salvate essi sono diminuiti del 37%, la riduzione delle altre, le “più furbe”, è stata soltanto del 25%!
I risultati del paper della Bri fanno anche una sostanziale critica ai cosiddetti mercati, i moderni dei a cui oggi tutti, economie e governi, si sottomettono supinamente.
Si evidenzia che negli anni precedenti la crisi i credit default swaps (cds), i derivati che dovrebbero assicurare i titoli contro un loro possibile default, hanno fallito miseramente. Essi in verità dovrebbero essere la spia d’allarme se qualcosa non va, ma così non è stato.
Anzi, invece di riflettere una presenza di maggiori rischi con polizze di assicurazione maggiori, i cds hanno avuto costi più alti per le banche sane rispetto a quelle impegnate nei giochi d’azzardo! Evidentemente anche i cds hanno fatto affidamento sul salvataggio pubblico per quelle più esposte al rischio! E’ l’ennesima prova della perversione sistemica di una finanza impazzita.
Il sistema bancario e finanziario internazionale non ha ancora affrontato i suoi problemi di fondo. Al contrario, nonostante i salvataggi, la loro situazione è ancora più rischiosa di prima. Dal canto loro le banche centrali non hanno risolto le cause profonde della crisi. Si sono limitate a rincorrere le banche e la finanza in default mettendo delle toppe ad un Titanic che fa acqua da tutte le parti.
La recente decisione della Federal Reserve di mantenere il tasso di interesse allo 0,25% fino alla fine del 2014 (!) è l’ultima delle toppe. Tale politica, secondo noi, non aiuta l’economia e gli investimenti ma favorisce apertamente le banche in difficoltà. La Fed da tempo insiste che anche la Bce faccia lo stesso. Purtroppo anche l’amministrazione Obama continua a fare pressioni in merito e si è molto risentita del fatto che Francoforte non lo abbia deciso. Infatti il tasso europeo resta allo 0,75%.
Vogliamo ribadire che, mentre molti si affannano a spiegare che per mantenere il sistema bancario a galla serve tanta liquidità ad un tasso dello 0%, uno dei risultati più nefasti di tali politiche è proprio l’inquinamento dei mercati da parte di questa liquidità che diventa massa di manovra per attività speculative.
E quindi più che mai chiaro che non si possono lasciare i mercati e l’economia ancora sotto il dominio della finanza. E’ sempre più urgente la necessità di chiamare in campo il suo curatore fallimentare. Non si tratta di un superman con poteri magici ma di una politica di riforme condivise del sistema.
La prima misura urgente potrebbe essere la reintroduzione negli Usa ed in Europa del Glass-Steagall il principio che, fino al suo abbandono, divideva le attività bancarie tra quelle storiche commerciali e quelle speculative. Potrebbe essere l’atto iniziale di una serie di regole più stringenti per la finanza ed il mondo bancario.
Nelle ultime settimane questa prospettiva ha raccolto degli importanti e inaspettati sostegni anche da quel mondo bancario anglo americano che in passato è stato in prima fila per la sua eliminazione.
Vi è già un acceso dibattito all’interno del Congresso americano. E sono scesi in campo anche Sandford Weill, ex capo del gigante bancario Citigroup e l’editore del settimanale tedesco Der Spiegel e tanti altri.
In questa prospettiva noi riteniamo che Mario Monti possa giocare un ruolo molto importante. Egli è l’unico capo di governo che, essendo sganciato da logiche elettorali, potrebbe anche rispetto ai suoi colleghi europei ed internazionali avere più chance nel sostenere la riforma globale di un sistema finanziario che da troppo tempo langue.
*Sottosegretario all’Economia del governo Prodi ** Economista
La proposta Astrid. Abbattere il debito e rilanciare lo sviluppo
di Mario Lettieri* e Paolo Raimondi**
Abbattere il debito pubblico e contemporaneamente attuare puntuali politiche di sviluppo: questa è la sfida che l’Italia deve affrontare con priorità. Non si può ulteriormente indugiare, ma occorre agire con scelte concrete. Del resto il rapporto debito/Pil, destinato a peggiorare, è un monito per tutti, governo, parlamento, forze economiche e sociali. La nostra situazione è ovviamente aggravata dalla crisi globale. Comunque la sfida è ineludibile, anche se il futuro dell’economia mondiale dovesse inaspettatamente diventare roseo.
Circolano varie proposte. Tutte interessanti. Quella presentata dalla fondazione “Astrid”, guidata da Franco Bassanini e Giuliano Amato, ci sembra la più realisticamente praticabile, per diverse ragioni.
Si tratta di un mix di scelte, invece di uno dei tanti roboanti “colpi risolutivi”, per ridurre in 5 anni il debito pubblico per un importo di 178 miliardi di euro, riportandolo vicino al 107% del pil, come nel 2006.
L’obiettivo è perseguibile attraverso la vendita di immobili di proprietà dello Stato già disponibili per circa 50 miliardi di euro, di cui 30-40 miliardi derivanti dalla vendita di alloggi pubblici alle famiglie che li detengono in affitto.
Il piano prevede anche una rapida definizione dell’intesa con la Svizzera per tassare in modo adeguato i capitali italiani giacenti nelle banche elvetiche. Interessanti sono anche l’aumento dell’acquisto di titoli di Stato a lunga scadenza da parte delle casse previdenziali degli ordini professionali e le misure per l’allungamento delle scadenze dei titoli di debito pubblico diminuendo nel contempo anche la volatilità e il peso degli interessi passivi.
Più problematica potrebbe essere la cessione di partecipazioni statali in società quotate in Borsa, come Eni e Finmeccanica, per le quali, se non ci si vuole privare dei “gioielli di famiglia”, ci sembra opportuno un coinvolgimento diretto della Cassa Depositi e Prestiti.
Lo studio è fondato su valutazioni serie sia dei valori dei beni in discussione che degli introiti previsti. La realizzazione del progetto è programmata in tempi medi senza fughe in avanti. I tempi sono collegati alla realizzazione della spending review. Questa naturalmente dovrà continuare per correggere ed eliminare gli sprechi e molte delle spese superflue delle gestioni correnti non solo a livello statale ma anche a livello regionale dove, come è noto, non vi sono più controlli!
Il documento fornisce anche una sintetica ma molto istruttiva analisi dell’evoluzione del debito pubblico nei passati 20 anni. Si ricorda che nel biennio 1992-94 la crisi dello SME e l’attacco speculativo contro la lira portarono il rapporto debito/Pil dal 104,7% al 121, 2%. La causa fu in gran parte il rallentamento dell’attività economica e l’aumento della spesa per interessi che fu in media del 12% annuo.
Di seguito il rapporto diminuì in maniera costante, tanto da raggiungere nel 2007 il 103,1%. Purtroppo dal 2008 ha ripreso la sua corsa.
Naturalmente la proposta di Astrid non si limita ad interventi correttivi del debito ma sollecita misure strutturali di sostegno per la crescita con il rilancio degli investimenti pubblici in ricerca e infrastrutture e con l’incentivazione degli investimenti privati in innovazione.
Al riguardo c’è molto da fare. Per esempio bisogna privilegiare le attività manifatturiere che decidono di non delocalizzare all’estero e di investire nel Mezzogiorno. Come insegnano gli andamenti dell’ultimo ventennio, abbattere il debito è doveroso ma non basta e si rischia di essere sempre sotto il ricatto di eventi, mercati, spread, agenzie rating, ecc. fuori dal nostro controllo.
Le aspettative indicate nel Documento presuppongono un andamento positivo del Pil a partire dal 2014. E’ in linea con la valutazione del FMI. Comunque la ripresa in Italia ed nell’intera Europa, purtroppo, non è certa e ogni previsione di abbattimento del debito pubblico potrebbe essere messa in discussione.
A nostro avviso occorre privilegiare i meccanismi di rilancio dell’economia accelerando i tempi e l’utilizzo delle risorse disponibili . Le fonti dei nostri investimenti nell’economia reale sono il bilancio dello Stato, i fondi europei, i capitali stranieri e il credito da parte delle banche private. I primi sono fortemente penalizzati dagli effetti della crisi. Le banche continuano a tenere stretti i cordoni della borsa. Gli ultimissimi dati indicano inoltre che a maggio i crediti concessi dal settore bancario alle industrie sono diminuiti dell’1,5% su base annua.
Anche questo dato dovrebbe spingere verso la creazione di uno stabile meccanismo di credito allo sviluppo.
*Sottosegretario all’Economia del governo Prodi ** Economista
x Daniele
Dovremmo chiederci come mai l’Emilia-Romagna, culla dell’inventore del fascismo, sia poi diventata strenuamente comunista…bah!
Qui era molto probabile che gli insegnanti fossero meridionali, come oggi del resto.ed era molto probabile che, soprattutto le donne, impegnate fra: famiglia al sud, trasferimenti, malattie più o meno fasulle,motivi di ricongiungimento al coniuge ecc. ecc. non gli rimanesse molto tempo per studiare se Mussolini avesse fatto “qualcosa di male”, oltre ad asciugare le paludi Pontine!…
Non se la prenda con il cronista che riferisce i fatti!
Ps: nessuno impediva alle colleghe meridionali di aggiornarsi e autoaggiornarsi per sapere ciò che avrebbero dovuto insegnare.
Ma loro latitavano!!! Se ne faccia una ragione.
buonagiornata
Sylvi
x Sylvi
mia cara, ma non le pare che chi insegnava quanto fosse bello il fascismo (ho avuto insegnanti cosi’ anch’io, tranne mio padre…) era fascista e quindi non si trattava, esattamente, di un problema di aggiornamento?
Vorrebbe insinuare che nel prelibatissimo Veneto, e nel suo piccolo Friuli, NON vi fossero anche insegnanti fascisti dopo il fascismo storico???
mah…
Peter
voglio dire, insegnanti fascisti del loco, indigeni, autoctoni, frutto delle viscere della vostra sacrosantissima terra, o come (…) le piaccia metterla. Insomma, non ‘terroni’ del Sud…
Peter
Cara Silvy,
vorrei precisare che non sono mai stato capobidello in vita mia ma sempre e solo bidello semplice. A ciascuno il suo.
Il suo messaggio conferma appunto che non bastano le scuole per avere una cultura pacifista ma sono necessarie certe scuole che insegnano certi valori.
Quanto alla scuola kommmmunista, i dati delle elezioni sindacali la smentiscono clamorosamente: nelle elementari la maggioranza dei docenti erano e restano di destra.
Un saluto U.
E’ ti pareva, i meriodinali hanno portato anche il comunismo al nord.
Allora cosa abbiamo imparato? I meridionali erano o fascisti o comunisti e inoltre sfaticati. Loro sono la causa di tutti i delitti in Italia.
Se ne faccia una ragione lei che il fascismo e comunismo e’ tutto prodotto del nord, come il pariggiano, prosciutto Daniele, ecc. Siete stati voi a contaminare il sud e non viceversa. Anzi avete usato i meridionali per combattere le vostre guerre del giorno usandoli come bersagli per i cannoni nemici.
Se i meridionali hanno ottenuti posti al nord vincendo concorsi forse perche’ piu’ intelligenti oppure il nord non aveva gente qualificata per i posti.
Inutile dare colpa ai meridionali per ogni prurite vera o immaginata.
x Peter
leggo che con Daniele lei ha trovato una buona “spalla”…addirittura siamo tornati ai meridionali che vincono i concorsi ( che non fanno perchè hanno la raccomandazione operante!) perchè sarebbero più intelligenti dei settentrionali…sic, sic, sic!
Specifico però che io parlo di meridionali che fanno toccata e fuga al nord e dopo aver avuto il posto…si ammalano e tornano al sud…tenendo occupata una cattedra al nord e al sud si imboscano da qualche parte.
Doppio danno allo Stato e agli studenti che hanno una girandola di supplenti!
Dei meridionali residenti stabili al nord e che seguono i ritmi scolastici nostri non ho mai avuto niente da ridire!
Soprattutto perchè quasi sempre frequentano i corsi di aggiornamento…purchè siano gratis…” perchè è lo Stato-mamma che ci deve pensare” come ripetono…
Prima dei nuovi programmi…tutti o quasi gli insegnanti avevano formazione fascista, a nord e a sud, poi…ha ragione Uro…alle elementari erano quasi tutti democristiani…ma la collega di cui parlavo sopra…molto più giovane di me, fresca di studi universitari…e soprattutto convinta di essere più intelligente dei friulani!!!
Come lei sa…noi quassù dovevamo essere “evangelizzati” dai terroni!
Quella… aveva la processione dei papà di sx, che andavano a scuola bestemmiando in friulano come carrettieri!!!
Ma chissà perchè al sud la scuola è molto più disastrata che al nord????
Sylvi
x Daniele
Noi del nord contaminiamo il sud restandocene a casa nostra???
Mah!
Sylvi
X Sylvi
Daniele e’ libero di dire cio’ che vuole ma
io lo condivido poco. E’ il benvenuto
sul blog per correttezza ma noti se puo’
che i rispettivi punti di vista sono piuttosto
diversi. E lei non ha risposto alla mia domanda
come al solito…
Peter
Certo che i corsi di aggiornamento
dovrebbero essere gratuiti, ci mancherebbe.
Mica tutti hanno un marito miliardario…
O una moglie
Peter
x Peter
La mia maestra fascistona, rapata dai partigiani, ha continuato a lungo ad insegnare con l’avvento della democrazia…ma mi dicevano che era molto corretta…anche se non credo avesse cambiato idea!
Ma io parlavo di ins.più giovani di me!!! ins. che avrebbero avuto facoltà di informarsi!
Chi non voleva rogne che faceva?….non arrivava con il programma al fascismo, nè tanto meno alla II GM.
Ancora oggi fino alle Medie , ma anche alle superiori…si evita… anche i professori di sx, le ultime pagine del libro di storia restano pressochè sempre intonse!
Credo siamo l’unica nazione che ha lasciato un tale buco nella storia moderna!
Sylvi
X sylvi
La sua logica e’ davvero rodolfiana…
E pure graziana…
Ma davvero secondo lei chi e’ o era fascista
lo sarebbe per scarso aggiornamento????
Oddio forse aggiornandoli gli si direbbe
prego oggi si dice berlusconiani o leghisti.
Ma dubito che tale sia il suo punto di vista…
Mah….
Peter
x Peter
Chi è ideologicamente fascista oggi. o anche stalinista, lo è per scarso aggiornamento…sicuramente!
Che a Berlusconi o a Bossi sarebbe piaciuto fare i ducetti…ci hanno anche provato…ma non occorre che le spieghi che il fascismo fu altro, come lo stalinismo…
ora non sarebbe più possibile…non ci sono le condizioni sia nazionali che internazionali!
Sylvi
Fa scandalo in Israele la pubblicazione di un pamphlet di 72 pagine in cui 30 ex soldati israeliani hanno raccontato come maltrattare i minori palestinesi fosse una “routine”, anche bambini sotto i 10 anni.
Questa la denuncia dai riservisti ‘del gruppo Breaking the Silence’ critico contro gli usi diffusi in parte dell’esercito israeliano, tra cui violenze fisiche, spesso arbitrarie, contro bambini molto piccoli. Intitolato “Children and Youth: Soldiers’ Testimonies 2005-2011″ (Bambini e giovani, testimonianze 2005-2011) il testo copre il periodo relativamente tranquillo successivo alla seconda Intifada.
Ovviamente a questi pezzi di merda nessun magistrato israeliano darà fastidio….
http://moked.it/blog/2012/08/26/davar-acher-odio-di-se/
Israele: “Rachel Corrie morì per sbaglio”.
Rigettata l’accusa di omicidio: Rachel Corrie morì per uno “spiacevole incidente”. Per i genitori e’ stata una sentenza-farsa.
di Emma Mancini
Roma, 28 agosto 2012, Nena News – Israele non è colpevole. Questa la sentenza emessa oggi dal tribunale di Haifa che ha così rigettato l’accusa di negligenza mossa contro lo Stato israeliano per l’omicidio dell’attivista americana Rachel Corrie. Israele si auto-assolve.
A muovere l’accusa contro Tel Aviv erano stati i genitori di Rachel, secondo i quali Israele andava riconosciuto colpevole di omicidio e di aver condotto un’inchiesta incompleta e parziale. Di diverso parere la corte di Haifa: il giudice Oded Gershon ha stabilito che lo Stato non è responsabile per “nessun danno causato” perché si è trattato solo di “uno spiacevole incidente”. Insomma, secondo il tribunale Rachel Corrie è morta per sbaglio ed ne è la sola responsabile perché “non ha lasciato l’area come qualsiasi persona di buon senso avrebbe fatto”.
Ma non solo. La corte di Haifa ne ha approfittato per sottolineare un’altra clausola, fondamentale per la legge israeliana: l’esercito è assolto da ogni accusa perché l’evento evento si è verificato “in tempo di guerra”. Si è trattato, cioè, di “un’attività di combattimento”, conseguente ad un fantomatico attacco subito da Israele poche ore prima nella Striscia di Gaza.
Ventitré anni, residente ad Olympia e attivista dell’International Solidarity Movement, Rachel è morta il 16 marzo 2003, schiacciata da un bulldozer militare israeliano. Un Caterpillar D9-R guidato da un soldato israeliano l’ha uccisa mentre manifestava pacificamente contro la demolizione di case palestinese a Rafah, nella Striscia di Gaza.
Nel 2005, a due anni dalla morte di Rachel, due anni trascorsi senza risposte da parte dello Stato israeliano, la famiglia Corrie ha deciso di muoversi. E ha fatto causa a Tel Aviv. A seguire la loro denuncia, l’avvocato Hussein Abu Hussein che ha accusato lo Stato di Israele di essere responsabile dell’uccisione di Rachel Corrie e di aver condotto un’indagine incompleta e poco credibile.
E così, dopo la lettura della sentenza, questa mattina il primo commento di Cindy Corrie non lascia spazio a commenti: “Sono ferita”, ha detto la madre di Rachel alla stampa. Immediato l’intervento dell’avvocato Abu Hussein, secondo il quale la corte ha ancora una volta garantito l’impunità dell’esercito: “Sapevamo dall’inizio che si trattava di una battaglia in salita per ricevere risposte sincere e giustizia, ma siamo convinti che questo verdetto distorca le prove presentate alla corte”.
Pochi giorni fa, anche l’ambasciatore statunitense in Israele, Daniel Shapiro, aveva espresso le sue preoccupazioni per il modo in cui Israele ha condotto le indagini sul caso Corrie, definendole “una farsa”. Di diverso avviso l’opinione pubblica israeliana che non ha mai mostrato alcun interesse per la morte di Rachel, avvenuta in piena Seconda Intifada, la sollevazione popolare palestinese considerata dallo Stato ebraico un atto di guerra.
Nena News
“( che non fanno perchè hanno la raccomandazione operante!)”
Come fa a saperlo? Hai una palla di cristallo speciale? Ha fatto qualche sondaggio?
Conosce una fascistona meridionale allora sono tutte fascistone meridionale?
Non si rende conto cosa scrive?
Poi la propaganda non ha bisogno di gambe bastano giornali, radio, e tv.
http://frammentivocalimo.blogspot.it/2007/05/israele-shalit-gaza-razzi-e-dintorni.html
Tanya Reinhart: i veri obiettivi dell’esercito israeliano
Qualunque sarà la sorte del soldato Gilad Shalit preso prigioniero, la guerra dell’esercito israeliano a Gaza non è per lui. Come ha riferito ampiamente un analista esperto dei problemi della sicurezza, Alex Fishman, l’esercito si stava preparando da mesi per un attacco e stava continuamente spingendo per metterlo in atto, con l’obiettivo di distruggere le infrastrutture di Hamas e il suo governo. L’esercito ha iniziato l’escalation l’8 giugno assassinando Abu Samhadana, un anziano funzionario del governo di Hamas, e intensificando i bombardamenti dei civili nella Striscia di Gaza. L’autorizzazione governativa per una azione su più vasta scala era stata data il 12 giugno, ma era stata rinviata sull’onda dell’eco mondiale causato dall’uccisione di civili nel bombardamento aereo del giorno successivo. La cattura del soldato ha permesso di togliere la sicura, e l’operazione è iniziata il 28 giugno con la distruzione delle infrastrutture a Gaza e la detenzione in massa della leadership di Hamas in Cisgiordania, che era stata anche questa pianificata settimane prima. (1
) Il governo Israeliano sostiene che Israele ha posto termine alla occupazione di Gaza quando ha evacuato i suoi coloni dalla Striscia e che il comportamento dei Palestinesi costituisce una mancanza di gratitudine. Ma non c’è nulla di più lontano dalla realtà di questa descrizione. Di fatto, come già stabilito nel “Disengagement Plan”, Gaza è rimasta sotto completo controllo militare israeliano, che opera dall’esterno. Israele ha impedito ogni possibilità di indipendenza economica per la Striscia e fin dall’inizio non ha applicato nessuna delle clausole dell’accordo per il passaggio delle frontiere del novembre 2005. Israele semplicemente ha sostituito la costosa occupazione di Gaza con una occupazione a basso costo, che secondo Israele la esenta dalle responsabilità di occupante di gestire la Striscia, cioè il welfare e le vite di 1,5 milioni di abitanti, come stabilito dalla 4th convenzione di Ginevra. Israele non ha bisogno di questo pezzo di terra, una delle più densamente popolate del mondo, privo di ogni risorsa naturale.
Il problema è che non è possibile lasciare Gaza libera, se si vuole continuare a occupare la Cisgiordania. Un terzo dei Palestinesi sotto occupazione vive nella Striscia di Gaza. Se fosse data loro la libertà, diventerebbero il centro della lotta Palestinese per la liberazione, con libero accesso all’Occidente e al mondo Arabo. Per controllare la Cisgiordania, Israele ha bisogno del controllo totale di Gaza. La nuova forma di controllo, che Israele ha sviluppato, ha trasformato l’intera striscia in un campo di prigionia completamente isolato dal mondo. Un popolo occupato sotto assedio con nessuna speranza e senza mezzi alternativi di lotta politica, cercherà sempre delle vie per combattere il suo oppressore. I Palestinesi imprigionati dentro Gaza hanno trovato un modo di disturbare la vita degli Israeliani nelle vicinanze della Striscia, lanciando dei razzi Qassam fatti in casa al di sopra del muro di Gaza contro le città Israeliane vicine alla Striscia. Questi razzi primitivi mancano della precisione necessaria per colpire qualsiasi bersaglio, e hanno raramente causato morti israeliane; ma causano danni fisici e psicologici e disturbano seriamente la vita degli israeliani vicini, sotto tiro. Agli occhi di molti Palestinesi i Qassam sono una risposta alla guerra che Israele ha dichiarato loro. Come uno studente di Gaza ha detto al New York Times, “Perchè dovremmo essere solo noi a vivere nella paura? Con questi razzi, anche gli Israeliani hanno paura. Noi dovremmo vivere insieme in pace, oppure dobbiamo vivere insieme nella paura”.(2) Il più potente esercito del Medio Oriente non ha nessuna risposta militare a questi razzi fatti in casa. Una risposta è ciò che Hamas ha proposto ripetutamente e che Haniyeh ha ripetuto questa settimana – un cessate il fuoco generalizzato. Hamas ha dimostrato in effetti che è in grado di mantenere la sua parola. Nei 17 mesi da quando ha annunciato la sua decisione di abbandonare la lotta armata in favore di una lotta politica, dichiarando un cessate il fuoco unilaterale (“tahdiya” = calma) non ha partecipato al lancio di razzi Qassam fatta eccezione di situazioni di grave provocazione israeliana, come è avvenuto durante l’escalation di giugno. Tuttavia, Hamas rimane impegnato nella lotta politica contro l’occupazione di Gaza e della Cisgiordania. Dal punto di vista israeliano le elezioni palestinesi rappresentano un disastro perchè per la prima volta essi hanno una leadership che intende rappresentare gli interessi palestinesi piuttosto che collaborare con le richieste israeliane. Poiché la fine dell’occupazione è la cosa che Israele non ha nessuna voglia di prendere in considerazione, l’opzione adottata dall’esercito sta nell’attaccare i palestinesi con una forza devastante e brutale. Essi dovrebbero essere affamati, bombardati, terrorizzati con bombe soniche per mesi fino a che non arrivino a comprendere che ribellarsi è inutile e che l’accettazione di una vita da prigionieri è la sola loro speranza di sopravvivenza. Il loro sistema politico eletto, le loro istituzioni e la loro polizia dovrebbero essere distrutti. Nella visione di Israele , Gaza dovrebbe essere governata da gangs in collaborazione con i custodi della prigione. L’esercito israeliano è affamato di guerra. Esso non ha nessun riguardo per i soldati catturati che intralciano la sua strada. Fin dal 2002 l’esercito ha sostenuto che “una operazione sulla falsariga di “Scudo difensivo” a Jenin” fosse necessaria in Gaza. Esattamente un anno fa, il 15 luglio (prima del disimpegno) l’esercito ha concentrato le forze sul confine della Striscia per un’offensiva di questa portata contro Gaza. Ma allora gli USA posero un veto. Rice arrivò per una visita di emergenza che fu descritta come aspra e tempestosa, e l’esercito fu costretto a fare marcia indietro (3). Ora il momento è finalmente arrivato. Con l’islamofobia dell’amministrazione americana al suo apice sembra che gli USA siano pronti ad autorizzare questa operazione a patto che essa non provochi una protesta globale per attacchi eccessivi alla popolazione civile (4). Con il disco verde dato all’offensiva, l’unica preoccupazione dell’esercito è l’immagine pubblica. Fishman martedì ha riferito che l’esercito è preoccupato che “ciò che minaccia di seppellire questo enorme sforzo militare e diplomatico“ siano i rapporti sulla crisi umanitaria a Gaza. Per questo motivo l’esercito dovrebbe farsi carico di garantire un pò di cibo a Gaza (5). Da questo punto di vista è necessario alimentare i palestinesi a Gaza, in modo tale che sia possibile continuare ad ucciderli indisturbati. 13 luglio 2003
Traduzione e editing a cura di ISM-Italia Parti di questo articolo sono state tradotte dall’ebraico da Mark Marshall. Note (1) Alex Fishman, Who is for the elimination of Hamas, Yediot Aharonot Saturday Supplement, June 30, 2006. . http://www.nytimes.com (3) Steven Erlanger, U.S. Presses Israel to Smooth the Path to a Palestinian Gaza, New York Times, August 7 2005. http://www.nytimes.com The planned July 2005 offensive is documented in detail in my The Road Map to Nowhere – Israel Palestine since 2003. http://www.forward.com/articles/8063 (5) Alex. http://www.tau.ac.il/~reinhart
Cari amici,
vi scrivo approfittando di una pausa..per il resto.. tutto Eremo Campagnolo, senza quasi giornali e tv..,per cui, dato che “il lupo perde il pelo ,ma non il vizio”,mi sono ritrovato a leggere pure il Calendario di Frate Indovino..ottima lettura, infatti ho scoperto che il 22 di questo mese il Sole è entrato nella Vergine..da quel momento sto cercando notizie della Vergine ,per sapere com’è andata..!
Sfruttando le” libere associazioni” a partire da questa notizia, sono risalito nuovamente al fatto che l’acqua calda è stata scoperta in Friuli, ma con un dato in più : ” la sua scoperta si deve alla famosa Giovanna, Nonna del Corsaro Nero !
cc
Ho messo via i funghi per gli amici di Autunno , da mangiare come sugo della polenta taragna, come già ho avuto modo di spiegare a Uroburo.
In più propongo all’attento pubblico del Blog, queste tre ricette :
Piccioncini arrosto al rosmarino
Trippa al tritolo
Linguine al C4
Mi sembrano ” intonate” con le recenti notizie apprese sul Blog..che provengono da Oltreatlantico..
salutoni
Ps..
Non so se riuscirò ancora a scrivere assiduamente per un buon periodo..il PC fa le bizze..per la prima volta, non riesco a cavarmela da solo…nulla di male..tanto poi leggo la Sylvi,tutta insieme, in una volta e recupero sulle cose del Mondo,sulla politica internazionale sulla cucina,ectectecte..eh..ehe
cc
ps del ps del ps..
Molto istruttive le delucidazioni storiche sui fascisti e sui comunisti dell’Emilia et Romagna, con le libere associazioni politico-sociali, mancava solo un commento sulle tagliatelle fatte in casa con ragù di carne,e poi era veramente completo..altro che le Ultime pagine di Storia intonse ..questa sì che è vera storia moderna..direi psico-storia per dirla con Asimov, mio aurore preferito !
cc
ps del ps del ps del ps..
l’assoluzione del draghista sionista ,non è una notizia.,.perchè c’era da aspettarsi altro..??
la Sylvi approverebbe quel commento …”aveva solo da stare a casa sua..! come ai bei tempi ..!
cc
…..La talpa ha messo fuori il musetto dalla tana…ha fatto vibrare i suoi baffetti annusando il vento, ha rigirato velocissima gli occhietti sul panorama…e si è rifiondata a capofitto a rosicchiare le radici sottoterra!
Non le piace l’acqua calda!
Fosse nel mio giardino…le rifilerei un fumogeno …nella buca d’entrata e uno in quella d’uscita!!!
Scapperebbe dalla buca di riserva con gli occhiali sul naso e una copia di Frate Indovino a coprire le pudenda!
Ps: io sono Vergine, dalla nascita, e so come trattare il Sole quando entra nel mio Cielo!!!
E anche le talpe!
notte
Sylvi
oddio, Vergine…e te pareva. Ero indeciso tra Vergine, Capricorno o Toro…
Anche la coreana e’ Vergine, e mi da’ sempre filo da torcere.
Vergine con Bilancia sono molto lontani dall’intesa ideale…
Mica e’ colpa della Bilancia se e’ cosi’ perfetta ed equilibrata
Peter
Io cancro (7 luglio) lei cancro (7 luglio)..
dicevano che l’armonia era impossibile.
Due cancri nati addirittura nello stesso giorno, quando mai!
Eppure…
I segni zodiacali sono un gigantesco abbaglio unitamente agli oroscopi. in un rapporto di coppia tutto dipende da noi stessi.
C.G.
Una Vergine con ascendente Ariete e un bicuspide Saggitario-Capricorno. Lo Zodiaco non avrebbe dato una cicca per la durata….invece…però ci siamo rotti per bene le rispettive corna!!!
Comunque è vero, moltissimo dipende da noi…ma anche i più scettici ammettono che esiste una impronta zodiacale che segna il carattere.
L’oroscopo poi, però…quello è una favoletta generica!
xC.G. Sicuramente avrete avuto ascendenti diversi che vi completavano.
Mi dicono che l’ascendente sia fondamentale.
Sylvi
e sfido io….che ti da’ filo da torcere
R
io invece so pesce e nuoto magnificamente nell’ acquario …
x CC
Oggi invece….linguine alle vongole, rastrellate ieri…fresche fresche dall’Atlantico.
Una delizia….
Anita
Demolitions and nonviolent popular resistance in South Hebron Hills
The Israeli army demolishes in the Palestinian villages of Susiya and Khirbet Zanuta while the Popular Resistance Committee organizes a nonviolent demonstration
(Italian follows)
August 29th, 2012
At-Tuwani – In the morning of August 28th 2012 the Israeli army demolished much of the Palestinian village of Khirbet Zanuta and three tents in the Palestinian village of Susiya. A few kilometers away a peaceful demonstration organized by the Popular Resistance Committee of South Hebron Hills protested against the Israeli policies of demolition and remembered Rachel Corrie, on the occasion of the verdict on his death in March 2003.
Around 7:20 a.m. a bulldozer and an excavator, escorted by many vehicles of the army, the Border Police and the District Coordination Office (the branch of the Israeli army which administrate the Occupied Palestinian Territories in C Area), demolished three tents (one of them was a dwelling) in the Palestinian village of Susiya. The structures had already been dismantled in November 2011. Two of these were donated by OCHA (United Nations Office for the Coordination of Humanitarian Affairs). The village, located near the Israeli settlement of Suseya, that is continuously growing, is at risk of evacuation (http://www.operationdove.org/?p=779).
Later, between 8 a.m. and 10:30 a.m., the Israeli army vehicles raided the village of Khirbet Zanuta (http://tuwaniresiste.operazionecolomba.it/?p=1369) where they demolished four wells, four houses (two were caves) and six animal shelters. Some inhabitants tried unsuccessfully to stop the excavator interposing and sitting on the shovel, but they were turned away by the military. The demolition of the wells was carried out in an area where water supply is very critical. The Palestinian village was mostly destroyed.
Palestinian communities of South Hebron Hills are strongly committed to resist the Israeli occupation in a nonviolent way. At 11:30 a.m. a peaceful march of a hundred Palestinians and international activists left from the Palestinian village of Al Mufaqarah towards the Israeli outpost of Avigayil. The action was organized by the Popular Resistance Committee of South Hebron Hills and was attended by representatives of the Popular Committee of Al Masara and of the Jordan Valley Solidarity movement. The demonstrators protested against the policy of demolition and evacuation carried out in the area by the Israeli government, claiming the right to live on that land. Eight villages are currently at risk of evacuation because the area is required by the Israeli army for military exercises (firing zone 918, http://tuwaniresiste.operazionecolomba.it/?p=1343). The event took place on the occasion of the verdict on the killing of Rachel Corrie, the American activist crushed by an Israeli army bulldozer in Rafah in 2003. “The same bulldozer that crushed Rachel is still demolishing our homes,” said one of the representatives of the Popular Resistance Committee, “what we ask today is dignity and justice for Rachel and for our communities.”
Operation Dove has maintained an international presence in At-Tuwani and South Hebron Hills since 2004.
Pictures of the incident: http://snipurl.com/24tgzt3
For further information:
Operation Dove, 054 99 25 773
[Note: According to the Fourth Geneva Convention, the Hague Regulations, the International Court of Justice, and several United Nations resolutions, all Israeli settlements and outposts in the Occupied Palestinian Territories are illegal. Most settlement outposts, including Havat Ma’on (Hill 833), are considered illegal also under Israeli law.]
Due miei articoli per Blitz:
– un caso assurdo di burocrazia alla faccia di una 18enne assassinata:
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/mistero-serena-mollicone-asassinata-11-1330225/
– E la mia proposta di legalizzare e tassare la prostituzione anziché attaccarsi alle bibite gasate e ai superalcolici. Proposta anche di assicurazione obbligatoria per i fumatori, in modo da pagare il danno sociale che provocano col fumo a se stessi e all’intera società:
http://www.blitzquotidiano.it/opinioni/nicotri-opinioni/prostitute-tassa-legalizzazione-meglio-1330222/
Caro Shalom ,
io ti capisco….tu sei uno di quelli del tuo post Nr. 17…con gente come te bisogna rassegnarsi….ci sono stati sempre e sempre ci saranno.
Quelli come te sono capaci di definire Hamas und Hisbollah movimenti sociali progressivi…. solo che lo erano anche le SA e le SS che con varie strategie hanno lavorato per la soluzione finale del problema Ebraico. Tu sotto certi aspetti fai la stessa cosa…cerchi come un forsennato tra i siti tutto quello che puo’ denigrare Israele….se ti imbatti in qualcosa di positivo….mai ti verrebbe in mente di accennarne….cosi come mai ti verrebbe in mente di criticare l’ operato dei Palestinesi….eppure ce ne sarebbe da criticare. Detesto quelli che ragionano a senso unico.
Un saluto
Rodolfo
Caro Nicotri
Una tassa per le prostitute direi che andrebbe a pennello….perche’ no…se lo fa’ per professione dovrebbe pagare anche per l’ assistenza sanitaria e per la pensione ….traendo anche i relativi profitti.
Quella del fumatore…sarebbe anche benvenuta…OK….ma sarei un po’ scettico…..perche’ un fumatore come me versa gia’ indirettamente ‘ allo Stato almeno il 90% del costo di un pacchetto di sigarette.
Su 5 euro lo Stato se ne magna almeno 4…questi sono 120 euro al mese ….sono 1440 euro l’ anno….se dopo 20 anni mi vienre un tumore ….avrei gia’ pagato sui 30.000 Euro….posso avere diritto ad un po’ di cure no? Tutto gia’ pagato da me.
Un saluto
Rodolfo
con 30.000 euro si paga un intervento ortopedico o chirurgico in genere piu’ ricovero, direi, salvo complicanze. Amen Gesu’, niente piu’.
Dare medicine e ricoveri per anni per problemi di cuore, polmoni, arteriosclerosi galoppante (specie in certi casi…), arterie, tumori e compagnia bella, costa molto, ma molto di piu’…
Basta dare un’ occhiata a health economics sull’ internet
Peter
L’ altro ieri in Israele sono cominciate di nuovo le scuole…ma per gli studenti di Sderot e’ stato un giorno accompagnato dalle sirene…gia’ dopo pochi minuti dal suono della campanella …suonavano anche le sirene per cui tutti a correre nei bunker per mettersi al riparo dai Kassam sparati dai terroristi Palestinesi dalla striscia di Gaza.
Da Domenica 26 al Lunedi dopopranzo 27 se ne contavano ben 7.
R
x35
Embe’?
Mica tutti i fumatori si ammalano di cancro al polmone o cose del genere….mentre chi beve una birra….un bicchiere di vino….o una grappa mica e’ alcoolizzato…..pero’ le tasse le pagano tutti sull’ alcool e sul tabacco….allo Stato gli rimarrebbe quel tanto da poter finalmente terminare persino la Salerno-Reggio….e rimarrebbero ancora soldi.
R
Accidenti Pino, come hai fatto ad arrivare sino a Damasco e dare la dritta al ministro (che cita pure la Brookings Institution)?
Un saluto.
– – – – – –
“We believe that the USA is the major player against Syria and the rest are its instruments”. Assad’s Foreign Minister gives his first interview to a Western journalist since the conflict began
http://www.independent.co.uk/news/world/middle-east/exclusive-we-believe-that-the-usa-is-the-major-player-against-syria-and-the-rest-are-its-instruments-8082457.html
I grandi giocatori di calcio fanno correre il pallone, i brocchi invece inseguono la palla fintanto che, ciucchi di correre, moriranno di se medesimi.
Gianni Brera
I grandi stati democratici applicano la democrazia nella loro casa e la rispettano in casa d’altri,-invece gli stati pseudo democratici e fascistoidi scompigliano il quieto vivere e fomentano guerre in casa d’altri; sarà così finchè il loro popolo stanco delle loro bugie li seppellirà sotto i loro sporchi inganni.
un democratico
Le vere vittime di qualsiasi conflitto sono proprio loro: i bambini che si svegliano urlando, con le lenzuola avvolte intorno alle gambe, o, terrorizzati, tremano sotto le coperte.
Le notti dei bimbi palestinesi sono sconvolte dalla repressione israeliana, i loro sonni non sono disturbati da streghe e mostri, ma da elicotteri israeliani, mitragliatrici, soldati in assetto da guerra e carri armati.
La miseria causata dall’assedio israeliano ( e non entro nel merito di colpe o ragioni) e la morte spaventano i bambini dei Territori occupati, le cui notti sono terrorizzate dalle scene di violenza vissute durante il giorno, nel quotidiano confronto con le forze d’occupazione. E loro; i bambini palestinesi non frequentano la scuola, o, la frequentano se esiste, di rado.
caro Pino,
solo un fumatore pentito può portare avanti una crociata antifumo così radicale!!!
Mi piacerebbe anche sapere da dove vengono quei 70/80 mila morti per fumo…sono contati anche i tumori ai polmoni o le malattie cardiache di chi non ha mai acceso una sigaretta?
E quelli che non si assicurano o fumano di contrabbando andranno lasciati morire senza cure?
In questo blog ne ho sentite di belle sulla “disumanità sanitaria US” che non cura i non -assicurati!!!
Due pesi e due misure?
Come avrà capito io sono fumatrice…lo Stato mi vende le sigarette, ci guadagna fior di tasse che io ho già pagato…e poi dovrebbe negarmi l’assistenza che io ho pagato, ancora, per tutti gli anni di lavoro senza, fortunatamente, usufruirne se non in minima parte?
Non le pare che questo Stato sia già sufficientemente strozzino con gli onesti?
Mi perdoni…ma quella di curare solo i fumatori che pagano….e gli obesi? e gli anoressici? e i bulimici?…tralasciando tutti gli altri vizi che non fanno bene alla salute…insomma questa mi pare veramente esagerata!!!
saluti affumicati
Sylvi
x40
Non ho mai letto tante menzogne in cosi poche righe. Complimenti.
R
x Sylvi
Dove ha letto del negare le cure a chi non paga le eventuali tasse assicurative sul fumo?
Mai fumato in vita mia. Solo 5-6 Astoria al liceo, per imitare gli altri, ma non ho capito in cosa consistesse il piacere. Preferivo mangiare frutta, bere latte e andare a campi con la mia prima ragazza, Giuliana: era più gustoso, saporito e divertente.
pino
x Rodolfo
Il danno prodotto dai fumatori, responsabili anche della gran parte di incendi estivi (in Grecia i turisti fumatori avevano ridotto un sasso pelato i mi pare 40 km dell’una volta lussureggiante isola di Karpatos), è tale che si mangia almeno buona parte dell’incasso statale. Il danno sociale consiste anche nella subcultura che trasmettono ai giovani. male fa lo Stato Usa a non mettere in galera i dirigenti delle industrie del tabacco che, è provato, per rendere nicotina dipendenti i fumatori aggiungono ammoniaca al tabacco, per infiltrare meglio i polmoni. Data la enorme quantità di gente uccisa, quei dirigenti meriterebbero la fucilazione. Assieme agli scienziati corrotti che hanno sempre certificato il falso per sostenere la balla dell’innoquità del fumo.
pino nicotri
x Anita
Lei mi fa venire l’acquolina in bocca!
Buon appetito.
pino
43Caro Nicotri,
Lei non sa il piacere di una sigaretta….”dopo”….
R
x La Striscia Rossa
Immagini della galleria fotografica: Scuola e Computer: un connubio ormai indissolubile | tiscali.video
http://video.tiscali.it/immagini/Tecnologia/Scuola_e_Computer_un_connubio_ormai_indissolubile.m22906/345591.html#slideshow
Anita
44caro Nicotri,
non so’….certamente fumare fa male….ma ci sono modi e modi di fumare. Ho visto gente fumare in due boccate un’ intera sigaretta ….gente fumare due o tre pacchetti di sigarette al giorno ….gente che si fumano pure il filtro….questo e’ certamente da biasimare…
io per quanto mi riguarda fumo una decina di sigarette al giorno…
e per i profumi e altra roba contenente nelle sigarette normali… come dice lei….mi compro il tabacco …i filtri …. e le cartine e le sigarette me le faccio da me ….risparmio denaro e anche in salute….che e’ relativa….perche’ pensi, che c’ e’ gente a cui viene il cancro ai polmoni e non ha mai toccato una sigaretta…e c’ e’ gente che muore a cent’ anni con la sigaretta in bocca ….poi ho un particolare modo di fumare per cui inalo solo una parte mentre l’ altra se ne va a rivoli e nuvolette.
Fumare mi calma…..dopo mangiato e’ di prassi e non puo’ mancare con un bell’ espresso alla grappa…..non sa che piacere….e poi come le ho scritto nel 46…..lei non sa’….ed io non saprei nemmeno spiegarle.
Un saluto
Rodolfo
x Sylvi
fumare, bere in eccesso, mangiare troppo, sono scelte personali, ma in societa’ impoverite o indebitate non e’ irragionevole che si penalizzi almeno un po’ chi fa scelte nocive per se’ e la collettivita’.
Il fumo, per esempio, e’ il carcinogeno di gran lunga piu’ formidabile con cui l’ umanita’ sia mai venuta in contatto, ed e’ pazzesco che tale contatto sia volontario (tranne che i poveri fumatori passivi…).
Il cancro al polmone, ed anche alla bocca ed alla gola, sono rarissimi in chi non ha mai fumato (specie quello al polmone, l’alcool contribuisce a bocca, gola, esofago…). Il resto e’ fuffa.
In realta’ tutti i tumori in genere sono piu’ frequenti nei fumatori, chi piu’ chi meno.
Come vede sono tenero, pur essendo un remoto ex fumatore
Peter
La societa’ e’ quella che e’ ….produce e offre’ di tutto…
sta alla ragionevolezza e all’ intelligenza di ognuno di noi saperne godere….e saper distinguere
un caffe’ corretto o due al giorno corrobora….fa’ bene , secondo il mio parere….tre caffettire da sei e una bottiglia di grappa al giorno sicuramente no.
E’ come quando si dice che Breiwik ha fatto quello che ha fatto …perche’ la colpa e’ della societa’ ….bisogna dunque riabilitarlo.
Falso…..falsissimo….Breiwik si e’ fatto intossicare da una societa’ che gli e’ parsa ingiusta….se fosse stato piu’ ragionevole non avrebbe cercato l’ estremo…..per cui e’ giusto che paghi…e certamente non e’ giusto che paghi nel modo in cui ora sta pagando.
Un saluto
Rodolfo