Attacco aereo di Israele all’Iran? Tecnicamente impossibile: può servire solo a voler costringere gli Usa a intervenire militarmente

Le guerre peggiori scoppiano d’estate. Forse perché il gran caldo fa impazzire non solo le menti deboli. La prima guerra mondiale iniziò il 28 luglio, la seconda il 1° settembre, l’invasione israeliana del Libano che portò alla mattanza di Sabra e Chatila scattò il 6 giugno. Sta dunque per esplodere anche la guerra di Israele contro l’Iran? Quasi tutti lo danno per certo. Netanyahu, Barak, Lieberman e il loro rabbino di riferimento Josef Ovadia, che prega per “la distruzione dell’Iran”, forse hanno tutte le rotelle a posto, ma sono spinti da uno zelo politico “religioso” (!) tipico dei fanatici pericolosi sotto ogni cielo. E in effetti il governo israeliano sta costruendo caparbiamente la legittimità morale della sua guerra contro Teheran senza tenere in conto – almeno in apparenza – neppure i sondaggi che dimostrano come la gran parte degli israeliani sia contro questa nuova guerra: 42% di no contro il 32 di sì, il resto è incerto. Se poi si dovesse tener presente il parere dei palestinesi che di fatto vivono insaccati in enclave interne a Israele, pari a 2,1 milioni di persone, e quello degli arabi con cittadinanza israeliana, il 20% della popolazione israeliana, pari a quasi un altro milione e mezzo di persone, ecco che quel 42% schizzerebbe molto più in alto. Ma in Israele i non ebrei non hanno molta voce. E la stampa è impegnata a suonare la grancassa a favore del governo  in modo da coprire o diluire le voci critiche. Eccone un buon campionario, scelto non da me, ma da chi è per Israele senza se e senza ma, sempre e comunque, e come se non bastasse spinge anche per la guerra all’Iran: http://www.israele.net/articolo,3513.htm .

Senza contare l’atteggiamento di parte di alcune comunità all’estero, come quella che in Italia si riconosce nella linea isterica di  Informazione Corretta, il cui motto è in pratica l’allucinante e allucinato “Armiamoci e partite”, con la strana pretesa di insegnare agli israeliani cosa devono fare e di spingerli alla guerra restandosene però loro comodamente al calduccio e al sicuro in Italia e altrove lontano da Israele.

Dato che abbiamo nominato il rabbino Ovadia, che nonostante le apparenze e i vestiario bizzarro NON è una innocua figura folkloristica, ma il capo carismatico di un partito di governo e di destra “religiosa” ultra ortodossa, cioè di ultra destra, qual è il partito Shas, vale la pena fare una domanda. Questa: perché quando Ovadia parla di “distruggere l’Iran”, cioè un Paese di 70 milioni di persone, facciamo un sorriso e non lanciamo allarmi, mentre quando, barando sulla traduzione, le stesse cazzate le dice Ahmadinejad nei confronti di Israele, che di abitanti ne ha un decimo dell’Iran, suoniamo le sirene d’allarme e ci strappiamo vesti e capelli invocando la guerra all’Iran?

Se l’invasione dell’Iraq è stata possibile grazie alla frottola avvalorata dagli Usa che Saddam produceva armi atomiche, il colpo all’Iran si basa su più frottole e allarmi assurdi. Si afferma infatti che Teheran sia arrivata ad arricchire l’uranio 238, militarmente inutilizzabile, fino al 20% di uranio 235, l’isotopo utile per produrre una bomba atomica perché molto più instabile e quindi idoneo a innescare la fulminea reazione a catena che scatena l’esplosione. Ma le atomiche si fanno con l’uranio arricchito almeno al 90-95% di uranio 235, mentre con quello al 20% si possono fare solo attrezzature mediche o per altre applicazioni industriali, ma certo non ordigni esplosivi. Arrivare al 90-95% di arricchimento è per gli iraniani semplicemente impossibile. Ma andiamo per ordine

Sono 20 anni che l’establishment israeliano predica l’inevitabilità dello scontro militare con l’Iran. Già nel 1992 il neo primo ministro Yitzak Rabin nella sua prima visita negli Usa si spese non poco per convincere la Casa Bianca che l’Iran è un pericolo troppo grande per gli interessi e la sicurezza di Israele. Però Rabin, che come è noto è finito ucciso da un fanatico israeliano, si oppose alla guerra contro Teheran, come vi si oppose in seguito lo stesso Ariel Sharon, nonostante le pressioni e le pretese dei capi militari. Tra i quali spiccava il generale Ephraim Sneh, uno dei comandanti del raid ad Entebbe del 1976 nel quale perse la vita, unico tra gli israeliani, Yonatan Netanyahu, fratello dell’attuale primo ministro. E’ dal  1993 che Sneh avverte:  “Carthago delenda est”, dove per Carthago non si intende più Cartagine, bensì Teheran: “l’Iran è pericolo strategico per lo Sato di Israele”, usa dire Sneh agitando il suo corposo dossier per dimostrarlo.

E’ proprio Sneh a non lasciare oggi adito a dubbi di sorta: “Non parliamo di risposta a un attacco iraniano: a Israele spetta infatti la prima mossa”. Per giunta, il generale aggiunge: “La rappresaglia iraniana sarebbe dolorosa, ma sostenibile”. Il governo prevede infatti una guerra lampo di soli 30 giorni e un massimo di appena 600 vittime civili israeliane. Chi non è d’accordo perché ritiene non concreta la minaccia di un attacco iraniano e catastrofiche le conseguenze di un attacco israeliano, viene sostituito. E chi ritiene illusoria come sempre l’idea della guerra lampo, detta anche Blitzkrieg con il termine coniato dai tedeschi della seconda guerra mondiale,  non viene ascoltato. Un anno e mezzo fa venne destituito l’allora capo del Mossad, generale Meir Dagan. All’ex capo di stato maggiore delle forze armate Gabi Askhenazi, l’uomo che diresse la sanguinosa invasione di Gaza nota come “Piombo fuso” e che oggi non ritiene realistico un attacco dell’Iran contro Israele, non viene dato credito.

Ma come stanno le cose sul piano strettamente militare? Vediamo.

L’aviazione israeliana non ha portaerei, motivo per cui i suoi velivoli devono decollare da aeroporti israeliani. Non possiede bombardieri a lungo raggio come i B-1 e B-2 degli Usa, e neppure una gran flotta di aerei cisterna per rifornimenti in volo. Israele sarebbe quindi costretta a sorvolare spazi aerei altrui. La via diretta per Natanz, sede di una centrale nucleare ritenuta “sospetta”, a torto visto che un’autostrada trafficata anche da turisti, due anni fa me compreso, vi passa a più o meno 200 metri di distanza,  conta quasi 1.800 chilometri sorvolando Iraq e Giordania. Responsabili militari del cielo iracheno sono gli Usa, che non darebbero certo il permesso di sorvolo visto che non sono d’accordo con Netanyahu.

Non resta che passare sopra l’Arabia Saudita, con un percorso di 2.400 chilometri, o sorvolare la Turchia, su una rotta di 2.200 chilometri. Sia l’Arabia Saudita che la Turchia sono però alleati degli Usa e possiedono una notevole forza aerea, fornita dagli Usa. In più la Turchia fa parte della Nato e ospita una grande base aereonautica a mezzadria con gli Usa che verrebbe a trovarsi proprio sulla rotta dei velivoli israeliani.

Tutto ciò comporta due conseguenze. La prima – anche ammesso che nessuno degli Stati sorvolati abusivamente reagisca – è che sarebbe impossibile l’effetto sorpresa. La seconda è che sarebbero impossibili ulteriori ondate di attacchi israeliani. Infatti, anche se colti di sorpresa al primo sorvolo, in seguito tutti gli Stati in questione, Giordania, Iraq, Arabia Saudita e Turchia sarebbero invece in grado di reagire. E la loro reazione  comporterebbe per Israele conseguenze pesanti, con problemi irrisolvibili. La violazione dei cieli iracheni metterebbe inoltre gli Usa in una posizione con Bagdad più brutta di quella attuale e un’eventuale seconda ondata di bombardamenti provocherebbe quasi di sicuro la crisi definitiva tra l’Iraq e gli Usa.

Come seconda ondata di bombardamenti, a Israele non resterebbero che i missili lanciati dai suoi sottomarini. Ma i missili costano molto più delle bombe e Israele nei sottomarini e navi militari di superficie non ne possiede in grande quantità.

Facciamo ora un po’ di conti: con quali velivoli avverrebbe l’attacco ordinato da Netanyahu? Israele possiede 25 cacciabombardieri  F 151, dotati di 2.500 chilometri di autonomia di volo, e 100 cacciabombardieri F 161, la cui autonomia di volo secondo indiscrezioni israeliane può essere di 2.100 chilometri, ma negli Usa se ne accreditano solo 1.500-1.600. In conclusione, 125 cacciabombardieri in totale potrebbero colpire molti siti iraniani, ma non tutti e non con attacchi multipli. Dopo avere colpito, per tornare in patria avrebbero comunque bisogno di essere riforniti in volo. Ma non ci sono aerei cisterna sufficienti. E comunque al momento della delicata manovra di rifornimento in volo su un Paese sovrano, il cui spazio aereo è stato violato per una aggressione non condivisa, sia i cacciabombardieri che gli aerei cisterna diverrebbero bersagli fin troppo facili.

Insomma, per risparmiare carburante gli israeliani dovrebbero sorvolare la Giordania e l’Iraq, vale a dire due Stati  in rapporti stretti con gli Usa, il che autorizzerebbe il mondo intero a credere che in realtà Natanyahu agisca su mandato o disco verde di Obama. Cosa che renderebbe impossibile per gli Usa di proseguire l’attuale politica nel medio Oriente, vanificando soprattutto quanto fatto in Iraq.

Oppure non resta che utilizzare come aerei cisterna metà degli F 161, cosa possibile se al posto delle bombe li si carica di serbatoi di carburanti. Ma questo significa che l’attacco verrebbe sferrato non con 100, ma solo con 50 degli  F 161 in dotazione a Israele. Se poi dovessero rifornire in volo anche gli F 151, ecco che gli F 161 utilizzabili per l’attacco scendono ad appena 25 velivoli. Sommati agli F 151, viene fuori la cifra di 50 aerei utilizzabili. Come dire che l’attacco dal cielo è fallito in partenza, perché non può assolutamente colpire tutto ciò che secondo gli israeliani c’è da colpire.

Conclusione? Le conclusioni sono due:

+ o si usano solo 50 aerei, con rifornimenti in volo più o meno da tiro al piccione, o se ne usano al massimo tutti e 125, ma per una unica ondata. Impossibile che colpiscano tutti gli obiettivi indicati dai servizi segreti. Impossibile, in particolare, che possano colpire eventuali obiettivi scoperti nel corso e a causa delle operazioni di sorvolo e bombardamento.

+ In ogni caso, i programmi nucleari iraniani, ammesso che puntino davvero alla bomba atomica, verrebbero ritardati per non più di un paio d’anni, ma certo non cancellati.

Neppure Israele si può permettere il lusso di bombardare l’Iran ogni due anni…. Né di praticare in eterno la politica del bombardare a suo piacimento i Paesi che non le obbediscono o, come fa in Iran, di assassinarne gli scienziati atomici e sabotarne con virus informatici gli impianti.. E qui vale la pena di notare che bombardare un Paese o accopparne suoi cittadini costituisce atti di guerra, che da soli legittimerebbero la reazione militare degli interessati. Che però sono evidentemente più saggi e sani di mente di quanto si vuole far credere, visto che si guardano bene dal restituire pan per focaccia. Cosa succederebbe se fosse l’Iran o l’Egitto o la Siria o l’Arabia Saudita a bombardare gli impianti di produzione di armi nucleari di Dimona, in Israele, o a uccidere suoi scienziati nucleari? Forse che Israele ha più diritti degli altri Stati? Certo che no. Certe cose le può fare solo perché è militarmente più potente, ma il diritto non c’entra assolutamente nulla se non il solito diritto del più forte. Che però alla lunga diventa un boomerang e produce disastri, come dimostrano i libri di Storia.

Aggiungo che fa un brutto effetto sentire personalità israeliane vantarsi di “armi segrete la cui esistenza abbiamo tenuto nascosta anche ai nostri alleati americani”, armi segrete che a loro dire garantirebbero la vittoria istareliana. Verso la fine della seconda guerra mondiale c’era un tale di nome Adolfo e un altro tale di nome Benito che promettevano la vittoria parlandosi addosso proprio di armi segrete….

Insomma, il colpo risolutivo come quello che distrusse gli impianti nucleari iracheni a Osirak e l’altro che distrusse la centrale nucleare (per uso civile!) in costruzione in Siria NON è replicabile con l’Iran. Che ha imparato dalla Corea del Nord a costruire a grande profondità tutto ciò che non può correre il rischio di essere bombardato. Dato che ci siamo, varrebbe la pena osservare che non è proprio il massimo della civiltà costringere Paesi sovrani a ridursi come le talpe…. Ma tant’è, abbiamo fatto anche di peggio.

Passiamo ora alla questione dell’allarme lanciato con la scusa dell’uranio arricchito al 20%. Che non serva per fare bombe lo abbiamo già detto. Vediamo ora perché gli iraniani non potranno arrivare a produrre quello arricchito al 90-95% se non in tempi biblici. Per arricchire l’uranio, estraendo il rarissimo 235 dalla gran massa di 238, è necessario trasformare il minerale in gas esafluoruro d’uranio e farlo passare attraverso almeno 40.000 ultracentrifughe. Le quali schizzano via man mano un po’ alla volta dal gas il 238, più pesante del 235, e trattengono quest’ultimo per passarlo ognuna all’ultracentrifuga successiva. In modo che, non prima di 40 mila passaggi successivi, si arrivi ad ottenere piccoli quantitativi arricchiti al 90-95% di uranio 235.

L’Iran però di ultracentrifughe ne possiede al massimo tra le 5 e le 7 mila. Non ha le tecnologie necessarie per costruirle e non troverà mai nessuno che gliene venda altre 35 mila.  Ecco perché l’allarme lanciato per fare accettare all’opinione pubblica l’aggressione all’Iran è un allarme fasullo, basato su una grande frottola. Con buona pace dei giornali secondo i quali  con il minerale arricchito ad appena il 20% l’Iran passerebbe subito a produrre “varie superbombe atomiche”. Come se la Fisica nucleare fosse un’opinione….

Certo, le atomiche si possono produrre anche con il plutonio, ma anche in questo caso ci vuole una tecnologia molto particolare. Tanto particolare che nessuno, onde evitare il ridicolo, solleva questo tipo di allarme contro l’Iran.

Veniamo infine all’ipotesi estrema, e cioè che gli iraniani riescano a lanciare una o due atomiche su Israele. Ipotesi da fantascienza per due buoni motivi. Il primo è che il Segretario di Stato Usa, signora Hilary Clinton, ha già chiarito pubblicamente che il governo di Teheran non farebbe in tempo neppure a mettere il primo missile in posizione di lancio che “verrebbe ridotto all’epoca delle caverne”. Ridotto alla preistoria da una grandinata di missili a testate atomiche lanciati dalle navi Usa di stanza nel Golfo Persico e dintorni.

Il secondo motivo è che anche ammesso, ma non concesso, che gli iraniani facessero in tempo a lanciare ordigni nucleari su Israele, è sicuro che verrebbero comunque cancellati dalla faccia del pianeta dalla rappresaglia Usa e soprattutto israeliana: i missili con testate nucleari di Israele sono infatti già da tempo puntati su una serie di obiettivi iraniani.

Non ha quindi nessun senso parlare di atomiche iraniane lanciate su Israele, si tratta solo di propaganda su un tema che vede l’opinione pubblica tanto ipersensibile quanto del tutto ignorante, alla quale quindi si può dare da bere di tutto per suscitarne le reazioni nella direzione voluta. In Israele e nell’intero Occidente ha fatto presa quanto dichiarato da un intellettuale pur moderato come Benny Morris, studioso che ha smontato quasi tutte le versioni ufficiali, tutte edificanti, sulla nascita dello Stato israeliano mostrandone una ben diversa realtà storica. “Gli iraniani sono spinti da una logica superiore. E lanceranno i loro razzi. Tutto sarà finito in pochi minuti per Israele”.

Parole suggestive, che colpiscono nel profondo, ma che non hanno nessuna base reale. Evidentemente fondate sul razzismo, visto che   bollano gli oltre 70 milioni di iraniani come incivili desiderosi di genocidio altrui e proprio! Perché il grave allarme di Morris non ha nessuna base reale? Due motivi li abbiamo spiegati prima, ma ce ne sono almeno altri due.

Il primo degli altri due motivi è che in Israele c’è Gerusalemme, con la sua Spianata delle Moschee, e ci sono non pochi altri luoghi sacri anche per l’islam, come per esempio la mosche di Abramo a Hebron. Nessuno Stato islamico potrebbe mai arrivare a distruggerli, tanto meno uno Stato retto da una teocrazia come quella iraniana, che non a caso ha dato all’Iran il nome di Repubblica Islamica. Né più e né meno come il Vaticano non lancerebbe mai atomiche su Gerusalemme o Betlemme o Nazareth e Israele non le lancerebbe mai su quella che era Ur, oggi in Iraq, perché da quella città secondo la tradizione provenivano Abramo e la sua gente.

Il secondo degli altri due motivi è che dentro i confini dello Stato israeliano tra palestinesi, 2,1 milioni di esseri umani, e arabi israeliani, un altro milione e mezzo, vivono 3,6 milioni di islamici. Nessuno Stato islamico oserebbe massacrarli se non in una guerra direttamente  contro di loro. E insistere sulla volontà di martirio di TUTTI gli islamici è solo pura demagogia, razzismo della peggior specie. Né più e né meno come dire che tutti i cattolici aspirano al martirio per imitare Cristo o che gli ebrei della Germania nazista accettavano con entusiasmo le camere a gas.

Facciamo ora l’ipotesi che non ci auguriamo neppure da lontano, e cioè che gli iraniani impazziscano e riescano a fare arrivare a destinazione un paio di atomiche. Davvero “Tutto sarà finito in pochi minuti per Israele”, come sostiene non solo Morris? Anche qui, bisogna evitare di dire cose suggestive, patetiche, comprensibilmente dolorose, ma assurde. Come è noto, gli Usa hanno lanciato due atomiche sulle città giapponesi Hiroshima e Nagasaki. Ma né per il Giappone né per le due città c’è stato il “tutto finito in pochi minuti”, eccetto la vita di oltre 150 mila persone, che è comunque un danno mostruoso, inaccettabile. Sia Hiroshima che Nagasaki sono ancora lì dove si trovavano, non sono state cancellate dalla faccia della Terra: pur distrutte, sono risorte. Ancor meno sarebbe quindi cancellabile l’intera Israele.

Per arrivare al “Tutto sarà finito in pochi minuti” ci vorrebbero bombe atomiche o bombe H da almeno 50 megatoni. I sovietici ne fecero esplodere per esperimento una addirittura da 100 megatoni. Ordigni mostruosi, ne basterebbe uno fatto esplodere a una certa altezza sull’Italia per renderne inabitabile a causa delle radiazione almeno un terzo per secoli e secoli. Ordigni quindi di nessuna utilità militare, utili solo come deterrenza estrema. Ma per produrre un ordigno nucleare da 50 o 100 megatoni ci vuole tanto di quell’uranio 235 o tanto di quel plutonio che l’Iran non se lo può neppure sognare. Con una bomba H l’uranio 235 o il plutonio servirebbero in quantità molto minore, perché le H usano le atomiche solo come detonatore per portare di colpo a una temperatura di vari milioni di gradi una massa di elio liquido provocandone così la fusione nucleare che scatena l’inferno. Ma anche le H sono per l’Iran pura fantasia, si tratta di ordigni che non possiede neppure la Cina.

Conclusione? Le conclusioni sono due. La prima è che l’attacco all’Iran NON ci sarà. A meno che Netanyahu punti a coinvolgere gli Usa costringendoli ad accorrere in soccorso di Israele per difenderla dall’inevitabile rappresaglia iraniana. E magari a sabotare la rielezione di Obama per punta all’elezione del candidato repubblicano che s’è già dichiarato pronto ad assaltare l’Iran con Israele. Ma un tale gioco obtorto collo potrebbe non piacere affatto al popolo americano, fallire e travolgere quindi Netanyahu. E’ vero che gli ebrei negli Usa sono oltre 6 milioni e mezzo, Bernardo Valli su Repubblica ha scritto che sono mezzo milione di più di quelli che vivono in Israele, ed è anche vero che sono molto potenti e influenti, ma a parte il fatto che NON è vero che sono tutti pro Israele senza se e senza ma, resta il fatto che il totale degli  statunitensi è oggi di 302 milioni, vale a dire molti ma molti di più dei 6-7 milioni di ebrei. E potrebbero anche non dico incazzarsi, ma svegliarsi accorgendosi finalmente che, come sostengono in molto da tempo, la politica Usa pro Israele sempre e comunque NON fa gli interessi statunitensi. L’eventuale decisione di Netanyahu di attaccare l’Iran per trascinare nel conflitto gli Usa equivarrebbe di fatto a un esproprio del potere decisionale della Casa Bianca, vale a dire a una dichiarazione di guerra di Israele contro gli Usa, né più e né meno. Sono certo che in Israele se ne rendano conto anche nel governo, dove infatti ci sono sei ministro pro attacco all’Iran e sei contrari. Contrari anche il presidente della Repubblica Simon Peres e quasi tutti i capi militari specie quelli dei servizi segreti. E le manovre di Netanyahu per piazzare suoi fedeli nei posti più nevralgici cominiano a somiglia secondo alcuni a un golpe. Ciò non vuol dire che Peres e gli latri contrari all’attacco all’Iran siano diventati di colpo tutti pacifisti, ma semplicemente che preferiscono attaccare l’Iran d’amore e d’accordo e assieme con gli Usa, cosa che non è fattibile prima del marzo 2013, ammesso che alla Casa Bianca a marzo impazziscano di colpo.

La seconda conclusione deriva dall’impossibilità di tenere a cuccia tutti i Paesi arabi o islamici del Medio Oriente e bombardarli ogni volta che pensano alle atomiche. Ed è ancor più impensabile pretendere che mentre Israele ha un poderoso arsenale atomico gli altri Stati debbano invece rinunciarci altrimenti vengono bombardati. In definitiva è legittimo che gli altri Stati limitrofi non gradiscano affatto un tale arsenale e se ne sentano minacciati, come – lo vedremo meglio tra poche righe – fa notare lo scienziato nucleare ed ex tenente colonnello israeliano Uzi Even. Certo, Israele è uno Stato civile, che mai userebbe le atomiche almeno non per primo. Ma ciò che è vero oggi non è affatto detto sia vero anche domani. La Germania del secolo scorso era forse lo Stato più civile e con la cultura più formidabile dell’intera Europa in vari campi. Eppure è poi arrivata al nazismo e ai suoi orrori.

La Storia dimostra che il futuro è imprevedibile e che in futuro può impazzire qualunque Stato, anche Israele.  La conclusione è quindi che l’unica soluzione è il disarmo atomico di TUTTO il Vicino e Medio Oriente, compresa Israele. Da fonti vicine a Netanyahu mi è stato detto due o tre anni fa che Obama ha posto con franchezza questo problema al governo israeliano, proponendo nel frattempo una soluzione simile a quella pakistana: “Per ora vi tenete le atomiche, però le mettete sotto custodia anche nostra”. Se questa richiesta è stata davvero fatta non si può escludere sia uno dei motivi del gelo di Netanyahu&C verso Obama.

La realtà è più prosaica. Oltre alla ferrea volontà occidentale di non perdere il potere di controllo del petrolio mediorientale, che alimenta il mondo, c’è l’altrettanto ferrea volontà di non permettere ai Paesi islamici non filo occidentali di sviluppare grandi capacità industriali. L’Iran ha bisogno delle centrali nucleari non per costruire atomiche di soppiatto, ma per produrre energia elettrica utilizzando meno petrolio in modo da poterne vendere di più e avere così più quattrini per finanziare il suo impetuoso sviluppo industriale e infrastrutturale (strade, ferrovie, metropolitane, porti, ecc.). Israele ha distrutto la centrale nucleare in costruzione in Siria non già per il solito campato per aria pericolo di essere bombardata con le atomiche, ma per impedire alla Siria di poter disporre di energia elettrica in quantità sufficiente per svilupparsi di più e meglio, dato che la Siria non ha petrolio e quindi deve anch’essa spendere somme enormi per acquistarlo all’estero. La destra israeliana non sopporta l’idea di Paesi arabi o islamici industrialmente potenti.

Visto che parliamo di atomiche e Iran, è bene ricordare che l’allora scià di Persia Reza Pahlavi ebbe dagli Usa il permesso di comprare il formidabile laboratorio di fisica nucleare del M.I.T., vale a dire del Massachusett Institute of Technology. Il motivo dell’acquisto lo spiegò con orgoglio lo stesso scià: “Intendiamo arrivare quanto prima alla produzione di bombe atomiche iraniane”. Intenzione che al governo Usa andava bene perché all’epoca l’Iran dello scià era un prezioso alleato confinante con l’Unione Sovietica e faceva comodo poterle eventualmente lanciare contro ordigni nucleari da così vicino. Lo shopping al M.I.T. per fortuna non andò in porto per la decisa ribellione di studenti e docenti universitari, tra i quali primeggiava Noam Chomsky, uno dei massimi intellettuali esistenti al mondo ed ebreo in forte polemica con Israele. Se invece l’affare fosse andato in porto, cacciato lo scià il regime teocratico iraniano le bombe atomiche se le sarebbe già trovate bell’e pronte in casa,  senza il bisogno delle prolungate acrobazie di cui viene accusato ormai da almeno 20 anni. E senza la moria di scienziati nucleari che è opinione diffusa siano stati man mano eliminati dai servizi segreti israeliani.

Il precedente iraniano dimostra che se anche in Israele ci fosse un cambio di regime, cosa che nessuno può onestamente escludere, il suo arsenale atomico non è detto resti in buone mani.

Duole dover rilevare che in Italia intellettuali come Vittorio Messori, cattolico a 24 carati, ha a suo tempo scritto che è inevitabile per Israele usare le atomiche, e usarle per primo, per difendersi dai nemici arabi. Una dichiarazione grave, che purtroppo nessuno ha censurato né contestato e neppure criticato.

Una via d’uscita da questo scenario infernale che si addensa anche sulle nostre teste l’ha suggerita lo scienziato nucleare israeliano Uzi Even: “Chiudere gli impianti nucleari di Dimona, che oltretutto sono tra i più vecchi del mondo, e che prima o poi dobbiamo demolire. Il mondo arabo, e certo anche l’Iran, è convinto che Israele ha un grande arsenale atomico”. Da notare che Even ha lavorato proprio a Dimona con il grado di tenente colonnello. E che ha anche aggiunto, con evidente cognizione di causa: “L’Iran nuclearizzato è qualcosa con cui possiamo convivere”. Una dimostrazione in più che Netanyahu e i suoi supporter mentono sapendo di mentire o hanno una visione distorta del mondo.

Duole dover informare che il libretto “L’Iran e la Bomba”, edito dal giornale Il Sole 24 Ore e  scritto da Giorgio Frankel, accredita a Israele un arsenale atomico assolutamente spropositato per la sola deterrenza e sospetta la produzione anche di bombe H e perfino di bombe N. Quest’ultime sono bombe atomiche a esplosione debole che generano però una tempesta di neutroni capace di ammazzare ogni essere vivente, ma di lasciare in piedi tutti i manufatti, palazzi, industrie, ponti, dighe, ecc. Sia le H che le N sono creature di Edward Teller, un ebreo statunitense. Che come tale potrebbe in linea teorica avere fatto arrivare a suo tempo a Tel Aviv informazioni utili a realizzare anche quegli ordigni. Così come i coniugi Rosenberg, ebrei anche loro ma comunisti, furono condannati alla camera a gas per avere fatto arrivare all’Unione Sovietica le informazioni per produrre bombe atomiche “semplici”, quelle cioè a fissione sperimentate “in corpore vili” sul Giappone. Frankel è un ebreo torinese di origine rumena, niente affatto sospettabile di essere una testa calda islamica o filo islamico. E Il Sole 24 Ore non è certo un organo votato alla sharia.

Teller era di origine ungherese, fuggì negli Usa per evitare le persecuzioni naziste, nel 1991 venne insignito del Premio Nobel per la Pace e il 23 luglio 2003 il presidente George W. Bush lo insignì della Medaglia Presidenziale della Libertà.  Era infatti allora opinione comune che l’esistenza di ordigni così infernali come le H e le N avrebbero messo le guerre al bando della Storia del genere umano. Speriamo sia vero….

236 commenti
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  1. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Il problema della Sicilia e del Siciliani e’ uno solo…l’ho imparato
    a mie spese. Forse pensandoci bene non solo dei Siciliani.
    E’ una storia lunga…forse un giorno ti spieghero’ meglio….ora sono di fretta ….Anita mi aspetta ..
    provvisoriamente ti diro’ solo una cosa …..in Sicilia vige solo un motto..”SI SALVI CHI PUO’ “…il modo e la prassi di salvarsi e’ di poco conto….tutto e’ lecito e tutto e’ permesso pur di tirare avanti….il Siciliano e’ molto abituato ai compromessi.
    Sandro….non e’ stato il tipo dei compromessi…per lui c’ e’ stata solo una soluzione …la Germania…
    e sotto altri punti di vista pur essendo disposto al compromesso sono stato costretto anch’ io ad emigrare.
    Un caro saluto da me e Anita
    Rodolfo

  2. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Peter,
    la ringrazio tanto per le informazioni.
    E’ come per la seconda vittoria: noi la festeggiamo il 25 aprile, tutti gli altri il giorno 8 maggio.
    Ogni paese ha le sue tradizioni e le sue storie. U.

  3. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    parlando con mio marito, il ponticello dei Santi potrebbe portarci a Ovest.
    Niente ancora di certo…io devo risolvere il mio piccolo guaio, vedremo.
    Comunque noi ne approfitteremmo per conoscere qualche piccolo coin da quelle parti che conosciamo poco.
    Noi siamo normalmente molto autonomi, perciò CC si preoccupi di rifilarci i suoi funghi con la polenta taragna, per il resto spero che ai Santi gli alberghi piemontesi e della Vallee non siano tutti chiusi, come usa spesso in Alto Adige!

    Il prosciutto lo manderò prima comunque,; anche se mi sento presa un po’ in giro! Non ho recapiti di Pino, se non la mail.
    Lo manderò : al Parroco della parrocchia di…
    gli scriverò : Reverendo qua le invio questo prosciutto, che non sarebbe per lei ,ma per un…CC di cui so solo il nome di battesimo…se non lo conosce…se lo mangi lei con le sue pecorelle!

    saluti
    Sylvi

  4. peter
    peter says:

    Come prevedevasi….eh eh eh.
    Molto meglio cosi’. Il prosciutto di quella li’ mi andrebbe sicuramente di traverso.

    Peter

  5. alessandro
    alessandro says:

    Cara Sylvi,
    parlo della Sicilia(ma molte cose riguardano anche buona parte del Meridione e e del Centro-Nord, epidemicamente).
    E allora:
    -i progetti ci stanno, non ci stanno le possibilita´per attuarli.Perche?
    -detto in maniera inequivocabile perche´ in Sicilia lo Stato e´ assente
    o, ed e´ la stassa cosa, fortemente compromesso coi poteri mafiosi sia ad alto livello sia a livello locale.Che cosa significa?
    -Che le regole da rispettare non solo regole di democrazia civile ;cioe?
    -:la scelta del luogo deve avere l´approvazione del potere mafioso locale;
    :devi pagare il pizzo;
    :se non hai soldi e non hai ricevuto finanziamenti dallo Stato ne´ prestiti dalle banche la disperazione porta dritto agli usurai:dopodicche´ o paghi o fai parte,per cosi´ dire, della casa.
    Insomma, in Sicilia lo Stato non c´e´e questo perche´ lo Stato centrale non hai mai realmente avuto il desiderio civile e morale e giuridico di sconfiggere la Mafia.E´ facile pensare che cio´ che ha fatto e fa La Mafia con le persone lo ha fatto e lo fa anche con lo Stato.Abbiamo avuto , e si sa, personalita´ sia nel mondo commerciale sia,soprattutto, nel mondo giudiziario che hanno reagito:HANNO AVUTO SEMPRE LO STATO E I MEDIA CONTRO.
    MI chiedi allora se i cittadini meridionali sono vittime:si lo sono.
    Davvero?Davvero!
    E si badi bene che pensare questo non significa essere vittimisti e piangersi addosso significa constatare che il problema della Mafia,della collusione Stato-Mafia ecc.ecc. e´ un problema non risolto.Quando Falcome e Borsellino sono stati ammazzati (e Libero Grassi pure e altri) lo Stato e i media li hanno esaltati:sono stati degli eroi:PERO` IN VITA ERANO NIENTE; LASCIATI SOLI.
    Eppure Falcone in una intervista aveva detto:vedete che considerare una persona un eroe e´ un gioco che non vale la pena giocare;e´ sbagliato:e´ giusto, diceva ancora Falcone, che mi si consideri una persona che sta facendo solo il suo dovere; e aggiungeva:ma questo dovere non basta se non vi e´ poi la reale collaborazione NON DEGLI INERMI CITTADINI MA DELLE ISTITUZIONI TUTTE.
    La volonta´ e l´azione delle istituzioni non ci sono state.
    (recentemente Ingroia e´ stato rimosso dal suo incarico in Sicilia e sbattuto in Guatemala e il sig. B. gli ha anche augurato buon lavoro).
    La pazienza dei siciliani non puo´ coincidere con la morte di fame e,quindi, assente lo Stato, si finisce per diventare delinquenti.
    C´e´ anche chi se ne va perche´ non vuole diventare un delinquente,ma non bisogna pensare ,come Rodolfo, che chi se ne va non ha fatto compromossi;non ha fatto compromessi con lo Stato mafioso e clericale ma ha fatto un compromesso con la propria identita´ sociale e culturale e,quindi, da certi punti di vista, non si e´ mai liberi se la tua terra non e´ libera.
    Il problema allora e´ si che il cittadino siciliano dovrebbe diventare piu´ cives a patto che piu´ cives lo sia lo Stato .
    Quello che dici del rischio d´una violenta azione non esiste.Perche´?
    Semplicemente perche´ esiste un forte e disgustoso apparato poliziesco-militare che t´accoppa anche sei stato facendo un sit-in pacifico.Il colpo di pistola e´ facile.Si e´ circondati da una parte e dall´altra.Due pistole puntate.Dove sono le possibilita´ che dici tu?
    Siamo allora ancora alle parole di Falcone?
    Fino a quando non avremo la volonta´ e il dovere dello Stato di liberarsi dalle connivenze mafiose la sicilia restera´ una regione ingovernabile piena di dissidi per se stessa e per i suoi cittadini.
    Senza una mea culpa dello Stato non ci potra´ essere alcuna rinascita.
    un caro saluto.alessandro.

  6. peter
    peter says:

    x Alessandro

    il problema e’ che in alcune regioni (quella da cui provengo non ne e’ esente, ma non e’ certo la peggiore) mafia e stato sono praticamente la stessa cosa, ovvero la mafia e’ la forma di governo che alcune regioni, la sua di origine in particolare, si sono ‘scelto’.
    Direi che in Sicilia e’ del tutto impossibile, o inconcepibile, avere una carica pubblica di qualsiasi rilievo senza essere mafiosi o collusi con la mafia, solo che non si puo’ dire perche’ sembra brutto, per cui viene negato o vi sono continui tentativi di ridefinire (e magari legalizzare…) la mafia, come se fosse una cosa folkloristica e superata, etc etc.
    So da tempo che in ogni centro vi e’ un padrino del loco, il capo locale, con una gerarchia di varie famiglie o meglio cosche. Il chi e’ chi e’ o deve essere ignoto al di fuori, ma guai se la gente locale lo ignora o finge di ignorarlo…compresa la polizia ed i CC.
    Sessant’anni fa un mio parente faceva il CC da quelle parti, il dettame del suo capo in caserma era di tornare ogni giorno con un bel po’ di multe nel carniere, ‘ma badate bene di non farle a chi non dovete’.
    Vent’anni fa ero in contatto con un compagno di scuola commissario sempre da quelle parti…mi diceva che per avere acqua, elettricita’ e telefono praticamente ovunque, occorreva ‘fare domanda’ al padrino del loco, poi i contatti col comune li aveva lui.
    Il mese scorso ho appreso da un giornale straniero che il ‘governo siciliano’ ha piu’ alti incarichi del governo di Sua Maesta’ (oltre 1800), e che per il suddetto governo ‘lavorano’ oltre 100.000 persone, su una popolazione di appena 5 milioni…in Sicilia vi sono 26.000 guardie forestali, piu’ che in tutto il resto d’Italia, ed il piu’ alto numero di incendi boschivi dolosi, magari appiccati dalle suddette ‘guardie’ per arrotondare lo stipendio (una mia illazione, sia chiaro…).
    Dati, rapporti e cifre di tale genere sono al di fuori di ogni grazia di Dio.
    Leggevo che i sindaci siciliani dimostravano contro le misure di austerity del governo Monti…(mai contro la mafia, immagino).
    Al posto di Monti, abolirei l’autonomia siciliana, darei pieno potere ai prefetti nominati dal governo, scioglierei l’assemblea regionale, sospenderei le garanzie costituzionali, farei commissariare ogni comune con funzionari non siciliani per almeno 20 anni.
    Forse qualcosa cambierebbe

    Peter

  7. alessandro
    alessandro says:

    per Silvy:
    quel 208 era sempre per insistere che ,specie in Sicilia, noi non siamo
    Mamma-Stato;sempre per dire
    al di la´ di spiegazioni consolatorie
    che Mamma-Stato=Mafia
    e che i siciliani son povera gente che tira a campa´:oggi vive domani no.
    Cominciamo a capire questo punto;
    cominciamo a capire la necessita´ dei cambiamenti(peter ha detto qualcosa di interessante alla fine soprattutto).

  8. sylvi
    sylvi says:

    e che i siciliani son povera gente che tira a campa´:oggi vive domani no. Alessandro

    caro Alessandro,

    molti siciliani che ho conosciuto erano intelligenti, orgogliosi, piuttosto focosi nel senso che difettavano di mezze misure…non prendevano in considerazione il grigio…o bianco o nero!!
    Non ho mai confuso in un calderone meridionali in genere…
    il napoletano è altro dal siciliano e anche dal pugliese…eppure li accumuna questa idiosincrasia per lo stato di diritto…
    parrebbe quasi che ubbidire alle regole comuni sia una forma di umiliazione della creatività individuale…ma subito dopo si ubbidisce al camorrista, al mafioso, alla sacra corona.
    Voi mi avete dato molte spiegazioni, altre me le sono date io…compreso il fatto che il nord ha avuto i Comuni liberi, mentre al sud c’erano i latifondisti…ma …oggi tutti i ragazzi sono informati, girano il mondo…perchè quando tornano si rinserrano in quella galera?

    Io, rispetto a Peter, avrei una ricetta forse più costosa ma meno drastica…per ventanni tutti i ragazzi delle scuole dovrebbero passare almeno un paio di mesi all’estero, gemellati con scuole della EU, e ricevere gli ospiti stranieri per altrettanto tempo.
    In ventanni formeremmo cittadini europei, che sanno le lingue e vivono altre realtà.
    Mi rendo conto che anche l’Europa dovrebbe essere disponibile…ma non sarebbe irrealizzabile!
    Qui da noi i bambini delle elementari fanno scambi con gli austriaci!

    buonanotte
    Sylvi

  9. peter
    peter says:

    x Sylvi

    si’, come no…ma mi faccia il piacere. E poi i suoi austriaci glieli raccomando.
    Il punto e’ che tali misure draconiane, autoritarie ma necessarie, presupporrebbero uno stato molto diverso da quello italiano in genere. Ma da qualche parte bisognerebbe pur cominciare.
    In termini di costi finanziari, sarebbero nettamente inferiori alla voragine della regione Sicilia del momento. Su questo non ho dubbi

    Peter

  10. sylvi
    sylvi says:

    caro signore , quello di là della Manica

    ha presente ,, alla vista, una fettina dolcemente rosata, quasi trasparente, con un filino bianco di grasso che la incorona…al tatto dolcemente appiccicosa , al gusto …dolce, con un lieve sentore di bosco mosso dalla dolce brezza salmastra che arriva dal mare…e il profumo? avvolgente, caldo come …??? Lo lascio alla sua immaginazione.

    Lei non la merita, quella fettina. Lei non capisce niente delle dolcezze della vita!

    Sylvi

  11. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Afghanistan, le “inconfessabili verità” dei generali americani

    http://www.osservatorioiraq.it/afghanistan-le-inconfessabili-verit%C3%A0-dei-generali-americani

    Afghanistan, le “inconfessabili verità” dei generali americani. TRa l’altro si legge questa bella frase:
    ‎”dobbiamo fare in modo che la corruzione sia più giusta” . Se se è giusta, e da rendere più giusta, la corruzione è accettata!! Ma non viene in mente a nessuno che la corruzione è una piaga?
    Chissà cosa direbbe Popeye….

  12. alessandro
    alessandro says:

    Silvy, con la sua idea
    in quei vent´anni noi avremo comunque
    un sistema che continuera´ a produrre altra merda;
    dopo avremo,dopo vent´anni di gemellaggio europeo,
    questi fantastici giovani ricchi di esperienza e che parlano
    4 lingue , ai quali il sistema imporra´ le solite regole per produrre
    altra merda.
    Non serve piu´ la coscienza popolare di fronte all´acido.
    Di fronte a mali cosi´ estremi il conservatorismo
    e´, mi creda, un altro male.
    Tu credi che la colpa sia dei cittadini non istruiti?
    Credi nell´istruzione?ecc.ecc.
    Un sistema corrotto vuol dire scuola corrotta e l´Italia investe poco
    in cultura, infatti.
    Quei vent´anni non significherebbero nulla per la Sicilia.
    Come al solito le visioni del mondo son diverse:
    senza giudizi di valore
    tu sei conservatrice e io no.
    Arriveremo sempre a conclusioni diverse, fino a quando avrai
    unpezzo di pane da mangiare e nessuno che ti punta la pistola
    al quale dire dpo l´ultimo master a londra:don´t kill me, please!
    con sorriso amaro,alessandro.buonanotte.

  13. La striscia rossa
    La striscia rossa says:

    Se volete un Paese in cui ognuno è solo e il vincitore si prende tutto, votate per Romney.
    Se invece volete un Paese in cui la prosperità sia condivisa e ognuno sta insieme agli altri allora votate Obama.

    Bill Clinton

  14. peter
    peter says:

    x Sylvi

    ehm, se fuma dubito molto che abbia un odorato ed un gusto cosi’ fini come reclama…
    Del resto, le dolcezze della vita hanno poco a che vedere con una zampa di maiale morto, stagionato, e condito con molta pubblicita’ ed, appunto, immaginazione, o meglio fantasia. Scusi sa…

    ‘giorno

    Peter

  15. peter
    peter says:

    si legge che Draghi ha salvato l’euro ‘contro il volere dei tedeschi’…
    ma sara’ vero?!

    Peter

  16. l'Ingegnere Comunista
    l'Ingegnere Comunista says:

    Marxcapitalismo e la fine del niente.
    Ad ogni crisi le analisi tornano alla critica del capitalismo marxista, segno che nessuno le legge con attenzione!
    Ogni qualvolta si sviluppa una crisi finanziaria, economica e ancora meglio di politica economica, molti dei post keynesiani si affrettano a resuscitare l’analisi critica di Marx, abiurandone però immediatamente la parte rivoluzionaria in quanto una minaccia dello status quo proprio e del sistema.
    In questo caso il basso consenso dei politicanti occidentali, di qualunque colore politico essi siano, l’inefficacia degli stimoli economici e fiscali messi in atto negli ultimi anni e la situazione complessiva non possono che far ritornare in auge una delle migliori analisi di critica del capitalismo mai scritta.

    Per evitare discussioni sulla politica nostrana con il rischio di accendere poi gli animi pensiamo a quei senatori e deputati USA che si rifiutavano di innalzare il tetto del debito, un’assurdità, come se un mutuatario italiano decidesse che non paga più capitale ed interessi sui mutui perchè il suo debito è diventato eccessivo! Per quanto riguarda invece gli stimoli monetari l’evidenza della bassa velocita della massa monetaria, l’inefficacia di trasmissione alle masse monetarie più espanse non può che far pensare al decennio perduto giapponese mentre lo stimolo fiscale da quasi un triliardo di dollari che ha prodotto una riduzione del tasso di disoccupazione centesimale non può non essere visto come uno spreco di risorse piuttosto che una opportunità di crescita.

    Il basso consenso della politica occidentale è il frutto del lungo ciclo del debito marxiano, al contrario del consenso della politica degli emergenti che vede livelli di stima nettamente superiori, sebbene anche loro attualmente attraversino un momento di difficoltà non si può non notare che le manovre degli stessi sono più efficaci a tutti i livelli e quindi anche modelli chiusi come quello Cinese e o Vietnamita vengono considerati e prezzati molto più interessanti che quelli occidentali.

    Ma in realtà per i miei modelli di lungo periodo non siamo ancora alla fine del capitalismo, anzi siamo nel suo pieno ed impetuoso sviluppo, per definirla Elliottianamente siamo ancora in onda 3 maggiore, probabilmente in una sotto onda negativa, molto probabilmente in sotto onda 4 di 3 o qualcosa del genere, fase in cui il ciclo del debito occidentale costringe ad un cambiamento di forza e peso economico a favore del più grande innesto di forza umana all”interno del sistema capitalistico da parte dei paesi emergenti, forza umana che per il momento è entrata principalmente nella fase produttiva dello stesso e non anche nella fase finanziaria, fase che probabilente caratterizzerà sotto onda 5 di onda 3 del capitalismo.

    Le difficoltà finanziarie occidentali non possono che avere un impatto sulle valutazioni azionarie, valutazioni che stanno vivendo e vivranno ancora una fase di contrazione dei multipli tipiche delle fasi correttive, con multipli che si aspettano su livelli intorno ai 5/6 di P/E nel giro di qualche tempo. Come sostiene Parker di MS in queste fasi non sono necessarie correzioni degli utili sebbene è probabile che a breve avremo un fenomeno del genere ma basta solo che i prezzi scendano o comunque non salgano in una fase di riduzione di propensione al rischio da parte degli investitori occidentali sempre più coinvolti nel ciclo della paura legata alla deflazione dei prezzi.

    E finchè i detentori di ricchezza degli emergenti non avranno una maggiore consapevolezza finanziaria è molto probabile che i loro capitali vengano investiti in valori immobiliari e tangibili piuttosto che in valori mobiliari o maggiormente aleatori; è per questo che in questo periodo le azioni patiscono. In occidente la paura di perdere i diritti acquisiti, la ricchezza accumulata, portano ad atteggiamenti di conservazione della ricchezza quasi maniacali mentre gli emergenti sono ancora alle prese con la soddisfazione dei desideri primari, e quindi poco interessati agli effetti moltiplicatori del capitale e della leva finanziaria.

    Siamo in una fase di aggiustamento come mi aspettavo da diverso tempo e come molti per lungo tempo hanno bollato come eccessivo pessimismo, ma questo è esattamente quello che mi aspettavo dal ciclo dei mercati occidentali e la mia esposizione sull’oro a lungo periodo è li a confermarlo.

    Se questo è il quadro in cui ci muoviamo cosa aspettarci dai mercati? Attualmente il pattern grafico sembra molto simile a quello del 2007/2008 e a tale movimento mi sto adeguando sebbene sia solitamente scettico su similitudi grafiche che si avvicendino in un breve spazio temporale; in ogni caso il pattern grafico mostra un evidente top multimensile che ha portato alla degenerazione attuale come il molti articoli del periodo febbraio/maggio evidenziavo. Associato a questo top abbiamo avuto al momento un movimento similare a quello del top del 2007 che vedrebbe svilupparsi entro il mese di ottobre un ulteriore minimo leggermente inferiore al minimo raggiunto nei giorni scorsi prima di un rally corposo. Da notare che il movimento potrebbe estendersi fino all’area 1010/1020 che vedrebbe raggiungere l’area di minimo di luglio 2010 ed un interessante area di fibonacci. Aggiungerei che questo combacerebbe con lo sviluppo armonico di un ciclo a 15 mesi e mezzo o 62 settimane che da qualche tempo sembra battezzare le armonie del mercato.

    Staremo a vedere nel proseguio di queste settimane se questo sarà un movimento probabile; io resto dell’idea che i minimi assoluti visti nel 2008 non dovrebbero rivedersi sullo spoore salvo naturalmente crisi di proporzioni al momento non valutabili anche se stimabili come una crisi che porti a fallimenti ulteriori di stati importanti, al break dell’euro, ad una depressione USA ed ad una recessione emergente. Personalmente non è lo scenario centrale ma la violenza della correzione deve far essere prudenti sebbene la corsa ai safe haven, le liquidazioni dei fondi deve far pensare che linfa per il recupero ai margini dei mercati ne è presente parecchia.

  17. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Lampedusa, naufragio di migranti.
    I superstiti: “50 i dispersi”
    L’incidente nella notte: 54 persone sono state tratte in salvo. Sono tutti tunisini. Ma secondo i loro racconti, il barcone trasportava un centinaio di persone”.

    Ormai non ci si fa più caso, notizie per riempire qualche spazio sui giornali, in fin dei conti sono “soltanto” tunisini.
    Fossero stati europei..
    Mondo porco.

    C.G.

  18. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x CC

    Se poi fossero stati israeliano, o ebrei che fuggivano da uno Stato islamico, ci sarebbe già la guerra.
    mondo di ladri, bugiardi e mascalzoni.
    pino

  19. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    Riprendo da Facebook, gruppo ” Israele e palestina: società democratica oltre i muri”:

    Anna Alina
    http://moked.it/blog/2012/09/04/antisemitismo-al-via-unindagine-dellunione-europea/ e l’antisemitismo giudaico non è contemplato? e l’antisemitismo e al’antisionisto definito tale dalla destra in quanto bolla chi non condivide l’annessione della Samaria e della Giudea? sarebbe ora di incominciare ad analizzare il fenomeno da altri punti di vista. e non è antisemitismo l’islamofobia pro Israele? e non è antisemitismo lìalleanza con la destra antisemita e con infiltrazioni neonaziste in nome dell’antiislam? L’europa è in ritardo su questo e parecchio

  20. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Parecchie navi della guardia costiera….Finanza e persino della Nato..alla ricerca di superstiti….ne sono stati salvati almeno 56…
    questo costa un mare di soldi per un paese gia’ disastrato come il nostro …l’ Italia fa’ il possibile e GC si lamenta .
    Ma di che cosa ti lamenti bacciagaloop che non sei altro…cos’ e’ che si potrebbe fare di piu’ ….non e’ che le colpe sono da ricercarsi altrove?Un saluto
    Rodolfo

  21. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Bacciagalloop= I Siciliani d’ America chiamano cosi gli Italiani del Nord ….quelli con la puzza sotto il naso ….
    R

  22. Rodolfo
    Rodolfo says:

    Poi….credo sia diventata oramai un’ ossessione voler paragonare tutto con gli Ebrei e gli Israeliani.
    R

  23. Asgabot
    Asgabot says:

    Sulle festività americane ho delle informazioni un pò curiose che, a mio avviso, la dicono lunga però su quelle che sono le influenze sulla società usa. Non si festeggiano i Santi (1 novembre) perchè lì domina la festa pagana di Hallowhen. Si festeggia però la data di nascita del rabbino Schneershon, leader defunto di una setta ebraica…..Ai primi di dicembre, quando in Europa si accendono le luci degli alberi di Natale, negli Usa si accendono ……le menorah, i candelabri a sette braccia della tradizione giudaica per festeggiare la festa della luce. Notare che la Pasqua cristiana non è considerata festività nazionale, come in Europa. In compenso tutti i presidenti Usa, compreso il reprobo Obama, non possono mancare alla cena rituale che precede la Pesah ebraica. Questi, a quanto mi risulta, sono fatti sui quali sarei lieto di avere conferme o smentite. Quanto ai “barbari del Nord” vorrei ricordare che a fronte di un Antonello da Messina, vanto della Sicilia, il Veneto può vantare almeno una dozzina di grandissimi interpreti della civiltà pittorica del rinascimento. Non solo : il Nord ha saputo esprimere personaggi di spessore mondiale anche nel campo musicale. Cari Siciliani, con tutto il rispetto per la vostra bella isola (ahimè devastata da mafia, corruzione, degrado ambientale, crisi economica endemica ecc.) dovete ammettere che quanto di bello i turisti vengono a visitare dalle vostre parti (a parte il mare e l’ottina cucina) è stato realizzato da gente venuta da fuori : Greci, Romani, Arabi, Normanni, Francesi, Spagnoli, Inglesi…

  24. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x Rodolfo.
    Sei talmente imbranato che non riesci (proprio non ce la fai..) a capire il senso su quanto scritto.
    Applicati, invece di imparare il brokkolino.
    Non avevi meglio da fare?
    màh..

    C.G.

  25. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S.: non sarà mica che stai percorrendo quella strada komaresca
    del capire fischi per fiaschi?
    Mammamia!

    C.G.

  26. Anita
    Anita says:

    x Asgabot

    Niente di strano sulle festivita’ Americane.

    Halloween si celebra il 31 di ogni Ottobre e non e’ festa nazionale.

    Ogni religione celebra la proprie feste o ricorrenze, i cristiani celebrano il Natale ma non Santo Stefano, Pasqua e’ festa nazionale….la maggioranza dei negozi sono aperti, uffici etc…sono chiusi.
    Non si celebra la “pasquetta”.

    Le Menorah decorano le case degli Ebrei…

    I giorni dei Santi non esistono sui calendari, nel mio Stato si celebra San Giuseppe e Sant Patrick day, San Giuseppe data una forte influenza Italiana…ma non sono giorni di festa…

    Alla Casa Bianca si celebra anche Eid Islamica…

    Mai sentito del Rabbino Schneershon…ed ho diversi amici intimi Ebrei con i quali partecipo alle loro festivita’.

    I diverse case si celebra con la Menorah e…l’albero di Natale.

    Le date variano perche’ gli Ebrei ed i Musulmani vanno col calendario lunare.

    La Menorah ha 9 candele, che io sappia, non 7 ….

    Anita

  27. Anita
    Anita says:

    PS:

    Il Giorno Dei Morti si chiama All Souls’ Day commemorata dai fedeli Cattolici ed anche altre religioni cristiane…ed e’ il 2 di novembre.
    Ma non e’ una celebrazione…

    Rodolfo mi informa che la Menorah ha 7 candele….io ne ho sempre viste 9…forse varia secondo le ricorrenze.

    Anita

  28. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x Peter e Asgabot

    La festa dei morti e di ognissanti è stata istituita dalla Chiesa per assorbire la festa di Halloween, parola che mi pare significhi proprio “tutti i santi” o “tutti i morti”, in uso nei Paesi del nord Europa. Esattamente come il Natale è stato istituito per assorbile il Dies Natalis Solis Invicti in uso tra i romani e che la Chiesa non riusciva a sradicare. Idem per la Pasqua, istituita solo per fregare quella ebraica, infatti la Pasqua NON è a data fissa, come se Gesù fosse resuscitato ogni anno in giorni diversi, ma in date determinate su basi astronomiche. Idem la quaresima e ora non ricordo cos’altro.
    L’evangelizzazione del nord Europa è avvenuta con la spada, impugnata in primis da Carlo Magno, e con la violenza di leggi degne dei talebani. Ma man mano che la violenza e la spada non si possono più impugnare, in Europa, ecco che le usanze popolari tornano a galla, Halloween in testa. Ma già il Natale e la Pasqua hanno assunto un tono festaiolo e consumista come lo avevano rispettivamente i romani e gli ebrei.
    Un saluto.
    pino

  29. peter
    peter says:

    x Pino

    no Pino ti sbagli. Semmai e’ il contrario, infatti l’etimologia di Halloween e’ proprio cristiana.
    Tuttavia si pensa che un festival pagano autunnale esistesse gia’, per alcuni di origine romana, per altri celtica. Forse c’era in entrambi.
    In ogni caso Halloween come tale appare nel XVI secolo ed e’ una festa protestante

    Peter

  30. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Questo bruccolino e’ una barzelletta (vera) usato anche dai mafiosi come i Sopranos….

    E’ lei che non capisce….capeesh?

    Queste sono parole che che si sentono nei quartieri di Little Italy di New York….

    I think I will fix myself a sangweech of cabacol’ with some proshoot and mozarell’ or maybe just a hot slice of peetza.
    he he he :-)

    Mangia, mangia….

    Anita

  31. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Mi dispiace per lei, signora Teresa La Vispa, ma non capisco il giargianese. E non ho nessuna intenzione di provare a capirlo.

    Buonaseeeera.
    C.G.

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