Ed ecco puntuale il tentativo – lanciato dall'”esperto” Alessandro Meluzzi – di minare con una balla clamorosa la mia credibilità di giornalista che si occupa da dieci anni della scomparsa di Emanuela Orlandi. Tentativo imprudentemente benedetto da Pietro, fratello di Emanuela
Che la scomparsa della bella sedicenne vaticana Emanuela Orlandi sia stata trasformata da tragedia privata, della sua famiglia che l’ha persa nel 1983, a show e ormai anche a farsa macabra, è cosa nota. Specie ai lettori di questo blog. Ed è ben noto che per tenere in piedi lo show non sono stati risparmiati i numeri e le invenzioni più indecorose, alle quali purtroppo si è arresa anche la magistratura con la devastazione dell’antico cimitero sotterraneo della basilica romana di S. Apollinare. Ormai però si va avanti solo ed esclusivamente a base di frottole e diffamazioni, ed eccetto rarissime eccezioni non c’è giornale o programma televisivo che eviti di sporcarsi nel gioco al massacro altrui. Federica Sciarelli, conduttrice di “Chi l’ha visto?”, che sulle accuse anonime e false ha fatto la sua fortuna negli ultimi 7 anni, per poter continuare ad attirare i gonzi è arrivata ormai a sostenere sia pure indirettamente che la scuola di musica frequentata dalla ragazza vaticana fosse nella basilica di S. Apollinare! Una balla demenziale, utile solo a intorbidire ancor più le acque, visto che quella scuola musicale era al quarto piano del palazzo adiacente e con la basilica non ha mai avuto nulla a che spartire. E’ un po’ come dire che Federica Sciarelli conduce Porta a Porta…. o magari Report. Per dire certe cose ci vuole molto pelo sullo stomaco, oltre a una faccia di bronzo formato kolossal. Che comunque, per quanto kolossal, ha trovato volenterosi imitatori.
Venerdì scorso sono stato infatti avvertito che nel programma televisivo Quarto Grado, aspirante concorrente Mediaset di “Chi l’ha visto?” della Rai, il famoso e spesso esilarante “esperto in psichiatria” Alessandro Meluzzi mi ha tirato in ballo addebitandomi l’esatto contrario di quanto ho in realtà scritto nel mio libro “Emanuela Orlandi – La verità”, edito nel 2008. Ospite di Quarto Grado assieme a Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, e Meluzzi c’era infatti la signora Maria Antonietta Gregori, sorella delle ragazza romana Mirella Gregori scomparsa nel maggio dell’83, per l’esattezza tre settimane prima della Orlandi volatizzatasi la sera del 22 giugno di quello stesso anno. A un certo punto il discorso è caduto sul ritrovamento di un teschio avvenuto qualche anno fa, teschio che secondo Meluzzi doveva essere di Mirella. E quando la signora Maria Antonietta gli ha chiesto da dove avesse mai preso una tale affermazione, “l’esperto in psichiatria” ha bofonchiato: “In un libro di Nicotri”.
Affermazione, quella di Meluzzi, che definire sballata è molto riduttivo. “Una boiata pazzesca”, la definirebbe il vecchio comico Paolo Villaggio. A Meluzzi forse è scappata in buona fede, diciamo, non credo avesse il dente avvelenato per la nostra divergenza su padre Pio alla presentazione di un libro a Roma un paio di mesi fa, relatori lui ed io. Ma molto imprudentemente ne ha approfittato Pietro Orlandi per farsi una risata di scherno, come a dire che io scrivo cazzate. Un modo molto comodo per continuare a latitare nei confronti delle molte domande che gli ho rivolto non solo da questo blog e alle quali è incapace di fornire risposta. Pietro lo scherno lo risevi a se stesso e al suo socio coautore Fabrizio Peronaci per come si sono fatti infinocchiare, infinocchiando a loro volta l’opinione pubblica, dal famoso e fumoso “ex oo7 Lupo”, quello del “tua sorella Emanuela è viva, in manicomio a Londra”, con annessa trasferta a Londra molto strombazzata.
Per capire da soli la cinica disinvoltura di Meluzzi e Orlandi, anche nei confronti della signora Gregori, pubblico qui di seguito l’intero capitolo, non a caso intitolato “La ballata del teschio”, nel quale derido tutti coloro che hanno affermato a suo tempo che quel teschio fosse o potesse essere di Mirella, e non è mancato chi diceva fosse o potesse essere della stessa Emanuela. Dopo il capitolo – che è il 15° del mio libro – potrete leggere il testo che ho pubblicato in alcune pagine su Facebook del telegramma che ho provevduto a inviare alla signora Gregori dopo avere constatato che era impossibile ricevere risposte alle mie telefonate a Meluzzi e Quarto Grado nonché una risposta decente dallo stesso Pietro Orlandi, al quale pure – come agli altri ospiti del programma Mediaset – avevo inviato il capitoletto in questione.
Se mi dicessero che di gentaglia e di gente ambigua non deve essercene in giro poca, non saprei come confutare l’affermazione.
LA BALLATA DEL TESCHIO
Detta così, parrebbe macabra. Ma non lo è. Negli ultimi giorni dell’agosto 2001, nel solito vuoto di notizie estive, i giornali «rivelano» che il 13 maggio, nel giorno del ventesimo anniversario dell’attentato a Wojtyla, il parroco Giovanni Lucci della chiesa di San Gregorio VII, vicina al Vaticano, ha trovato in un confessionale un teschio e che gli inquirenti sono all’opera perché potrebbe trattarsi di quello di Emanuela Orlandi. Alle domande dei giornalisti, il portavoce della Santa Sede, Navarro Valls, risponde di «non avere nulla da dire». Il quotidiano «Liberazione» scrive: «La prima ipotesi presa in considerazione dai servizi segreti del Vaticano e dai carabinieri è che potrebbe essere il teschio di Emanuela Orlandi, la ragazza scomparsa a Roma nel 1983, un altro mistero vaticano che dura da 18 anni, legato con gli oscuri intrecci dell’attentato al Papa». «Quel teschio avrà almeno cento anni – commenta il parroco – altro che Emanuela Orlandi.» Ma le parole del parroco si perdono nel nuovo vento caldo dell’estate…
In attesa dell’improbabile responso degli inquirenti sul teschio, il 3 novembre 2001 il «Corriere della Sera» scrive che «Tredici mesi fa Alì Agca ha scritto una lettera ai servizi segreti turchi offrendo di infiltrarsi in Al Qaeda, andare in Afghanistan e prendere Osama Bin Laden “vivo o morto”». «L’America ci ha consegnato Abdullah Ocalan come un regalo. Se mi liberate io darò Bin Laden all’America, come un regalo», ha scritto nella sua missiva l’uomo che sparò a Giovanni Paolo II. Nella faccenda s’è infilato il solito ex magistrato Ferdinando Imposimato, così che il «Corriere» ne riporta le parole: «Ali Agca era inserito in una rete di islamici che avevano basi in Francia, Olanda, Turchia, Italia, Svizzera e che avevano dato prova di una grandissima efficienza. Da queste basi provenivano anche alcuni dei dirottatori dell’11 settembre. Perciò non sottovaluterei la lettera che ha inviato ai servizi segreti turchi. Agca potrebbe aver lanciato un messaggio con il quale vuol far sapere di conoscere molte altre cose e di essere in grado di rivelarle». Insomma, tanto per cambiare: chiacchiere.
Il 9 novembre i giornali pongono fine all’attesa, creandone però un’altra. Ecco cosa scrive il «Corriere della Sera»: Secondo la perizia eseguita dalla medico legale Carla Vecchiotti consegnata alla procura di Roma, è di una giovane tra i 25 e i 35 anni, morta tra i 15 e i 20 anni fa, il teschio trovato lo scorso 13 maggio, giorno del ventesimo anniversario dell’attentato al Papa, in un confessionale della chiesa di San Gregorio VII, nella omonima via a Roma, vicino al Vaticano. Il ritrovamento potrebbe nascondere un intreccio che lega l’attento al Papa e la vicenda di Emanuela Orlandi.
Secondo il quotidiano «Liberazione», che citava un’ipotesi dei servizi segreti, quel teschio potrebbe essere quello di Emanuela Orlandi, scomparsa a Roma nel 1983 all’età di 15 anni. È probabile che la Procura possa chiedere una proiezione computerizzata del teschio che permetterà al computer di ricostruire il volto della donna. Una volta ricostruito il viso al computer, verrà confrontato con quello di Emanuela Orlandi per verificarne la compatibilità. L’esame del Dna verrà
preso in considerazione solo come ultimo accertamento. In ambienti della procura si fa notare che è presto per dire se il teschio abbia a che fare con la ragazza scomparsa nel 1983, ma gli accertamenti verranno condotti doverosamente, dal momento che la consulenza non escluderebbe «la compatibilità della morte presunta di Emanuela Orlandi in data non definita».
Il 10 novembre la suspence è resa più forte dal possibilismo avvalorato di colpo da tutti un po’. Vediamo per esempio cosa scrive lo stesso «Corriere»: «Una croce senza fine», dicono i genitori di Emanuela Orlandi, che si preparano a vivere altri giorni pieni di angoscia, dopo 18 anni, nella loro casa dentro le mura vaticane. Il teschio fatto ritrovare in una chiesa vicino a San Pietro il 13 maggio scorso, ventesimo anniversario dell’attentato a Giovanni Paolo II, potrebbe appartenere alla ragazza scomparsa. «C’è una compatibilità», ha ammesso ieri il pm Maria Rosaria Minutolo, dopo aver letto la perizia del medico legale Carla Vecchiotti. Al computer si cercherà ora di ricostruire il volto della donna per metterlo a confronto con quello di Emanuela. Se necessario, si farà infine anche la prova del Dna. Emanuela Orlandi, figlia di un messo della Prefettura pontificia, oggi in pensione, sparì nel nulla a Roma il 22 giugno 1983. Aveva 15 anni. Erano le sette di sera quando uscì dalla lezione di flauto, diretta alla fermata dell’autobus. A casa però non è più tornata. Secondo la perizia, il teschio rinvenuto, privo della mascella, sarebbe di una giovane donna, di 25-30 anni, un’europea, morta almeno 15-20 anni fa. Sul cranio risulterebbero segni di violenza: la ragazza fu uccisa. «C’è una compatibilità», ripete il pm. La medicina legale è una scienza abbastanza elastica: se Emanuela, però, fosse morta 15 anni fa, cioè nel 1986, avrebbe avuto all’epoca 18 anni.
E non 25, come indicato nella perizia. «È giusto – osserva il pubblico ministero Minutolo –. Infatti noi prendiamo in considerazione tutte le ipotesi. Purtroppo, sono tante le ragazze di cui in questi anni si son perse le tracce. Potrebbe trattarsi anche di uno scherzo di pessimo gusto. O di un teschio rubato al cimitero chissà per quali scopi».
Messe nere? Satanismo? «Tutte le ipotesi sono al vaglio.» L’avvocato della famiglia Orlandi, Massimo Krogh, ha parlato ieri con Ercole e Maria, il papà e la mamma della ragazza scomparsa. «Attenderemo l’esito di questi nuovi esami – hanno confidato al legale. Purché venga fatta luce». In attesa che si faccia luce, dopo appena sei giorni il teschio cambia padrona. «Forse» non è più di Emanuela, ma «forse» di Mirella… Ecco cosa scrive infatti lo stesso «Corriere della Sera» nella sua edizione online del 16 novembre 2001:
Dopo 18 anni il filo che lega la scomparsa di Emanuela Orlandi e quella di Mirella Gregori non si è ancora spezzato. La storia delle due studentesse, svanite nel nulla a 15 anni, torna a intrecciarsi attorno al cranio ritrovato in un confessionale della chiesa di San Gregorio VII Papa il 13 maggio scorso, ventesimo anniversario dell’attentato a Giovanni Paolo II. L’ultima congettura della procura della Repubblica è che il teschio possa essere appartenuto a Mirella, sparita il 7 maggio 1983. Anche Emanuela fu rapita quell’anno, il 22 giugno, a sei settimane di distanza. Il pubblico ministero Maria Rosaria Minutolo non esclude che il cranio sia da attribuire alla Orlandi, ma avanza anche l’altra ipotesi perché i sequestri delle due studentesse sono sempre stati considerati come pezzi di un unico puzzle.
Con quale faccia tosta o abissale ignoranza dei fatti si possa scrivere che le due ragazze scomparse sono sempre state considerate «come pezzi di un unico puzzle» è un altro bel mistero. I magistrati hanno infatti concluso nel 1997 che i due casi non sono collegati, se non come utilizzo del secondo per intorbidire ancor più le acque e meglio nascondere le reali finalità del primo.
L’articolo del «Corriere» on line conclude così: È certo invece il test del Dna, che confronterà il cranio con i capelli dei genitori delle due ragazze. È l’unica strada possibile per scoprire se il cranio è appartenuto a Emanuela o a Mirella, sempre che non sia stato rubato in un cimitero per un rituale macabro o uno scherzo di pessimo gusto.
L’unico Dna analizzato sarà però quello per mano della fotografa Roberta, quando nel 2003 – come abbiamo già visto – fingerà di inciampare per potersi aggrappare alla madre di Emanuela strappandole così qualche capello.
Dai teschi alle tombe il passo è breve, quasi obbligato. E infatti, il passo verrà iniziato nel 2005 e perfezionato nel giugno 2008, per celebrare secondo le migliori tecniche del marketing il venticinquesimo anniversario del «rapimento».
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QUESTO E’ IL TESTO DEL TELEGRAMMA CHE HO INVIATO POCO FA A MARIA ANTONIETTA GREGORI, LA SORELLA DI MIRELLA OSPITE DI “QUARTO GRADO”. E’ STATA LA SIGNORA MARIA ANTONIETTA A PORRE A MELUZZI LA DOMANDA ALLA QUALE MELUZZI HA RISPOSTO NEL MODO CHE HO PUBBLICAMENTE DENUNCIATO. A SCANSO DI EQUIVOCI PUBBLICO ANCHE I RIFERIMENTI BUROCRATICI DEL MIO TELEGRAMMA. PER OVVIE RAGIONI ELIMINO IL MIO NUMERO DI TELEFONO E INDIRIZZO PRIVATO, COME ANCHE L’INDIRIZZO DELLA GREGORI PUR TRATTANDOSI, MI DICONO ALLA TELECOM, DI UN BAR, ESERCIZIO QUINDI PUBBLICO:
Copia Mittente – Numero Accettazione: 2000005779665
ZCZC 150237070325
IGRM CO IGRM 187
00100 SERVIZIOCALLCENTER 187 03 1103
GREGORI MARIA ANTONIETTA
VIA XXXXX
001XX ROMA
NON E’ ASSOLUTAMENTE VERO QUANTO SOSTENUTO DA ALESSANDRO MELUZZI NELLA TRASMISSIONE QUARTO GRADO. NON E’ CIOE’ ASSOLUTAMENTE VERO CHE IO ABBIA SCRITTO IN UN MIO LIBRO CHE UN TESCHIO TROVATO IN UNA CHIESA APPARTENEVA A MIRELLA. E’ INVECE
VERO ESATTAMENTE IL CONTRARIO: NEL CAPITOLO CHE NON A CASO HO INTITOLATO ” LA BALLATA DEL TESCHIO ” HO DERISO LA MANIA DELLE ATTRIBUZIONI DI QUEL TESCHIO ALLA ORLANDI O A MIRELLA.
NEL CASO SIA VERO CHE A QUARTO GRADO ERA OSPITE ANCHE FRANCESCO BRUNO, LA VOLGARE MENZOGNA DI MELUZZI APPARE ANCORA PIU DA MASCALZONE: E’ STATO INFATTI PROPRIO BRUNO A SUO TEMPO AD AVVALORARE QUELLE DEMENZIALI ATTRIBUZIONI DEL TESCHIO.
QUANDO MI HANNO SEGNALATO LA BUGIA DI MELUZZI HO TELEFONATO IMMEDIATAMENTE A QUARTO GRADO E A UNA SUA REDATTRICE, ILARIA MURA MA NON HO OTTENUTO NULLA. HO IN SEGUITO TELEFONATO E MANDATO MESSAGGI VIA FACEBOOK ED SMS SIA A MELUZZI CHE AL
CONDUTTORE DI QUARTO GRADO, SOTTILE, MA NON HANNO MAI RISPOSTO. POCO FA L HO CERCATA PER TELEFONO AL BAR DI VIA VOLTURNO, MA NON RISPONDE NESSUNO. PUO’ TELEFONARMI IN OGNI MOMENTO AL 338XXXXX. CORDIALI SALUTI.
PINO NICOTRI
MITTENTE:
NICOTRI PINO
VIA XXXXX
MILANO
NNNN
POSTE ITALIANE S.p.A. – SERVIZIO TELEGRAFICO PUBBLICO
UFFICIO DI SERVIZIOCALLCENTER MITTENTE:
TELEGRAMMA N.RO 15023707032501030620121103 NICOTRI PINO
DEL 03/06/12 ORE 11:03
PAROLE 187
IMPORTO EURO 20.76 201XX MILANO
ESCLUSA TASSA DI FONODETTATURA
IVA SECONDO VIGENTE NORMATIVA
Pino,
certo che è un bel casino.
Questa povera ragazza troverà mai pace?
C.G.
x CG
Temo l’abbia trovata da 29 anni.
E’ scandaloso si parli solo di lei, e in chiave strumentale, ma mai o mooooolto raramente della altre migliaia di scomparsi nel frattempo.
pino
Caro Pino,
sono ancora vivo e vegeto,nonostante tutto, ed in forma smagliante!
Non mi stupisco che il Merluzzo Capo, noto Psicbhiatra ex FI,probabilmente ora magari in Procinto di Essere Grillino et magari possessore del Santo Graal,nonchè noto Massone..ect,ect,ect..magari fondatore della Loggia degli Allocchi(Dio benedica gli Allocchi , animali Sacri..!)ectt,ectciùùù,sia in pista per un nuovo giro di Riciclo Ecumenico…
Come sai e come hai scritto, molti ci campano sugli animali sacri !
Viva Il sacro merluzzo,che, come anni fa dissi…(spero ti ricordi ) Noi della aSSOCIZIONE sACRI MERLUZZI, PRENDEMMO LE DOVUTE DISTANZE , in tempi non sospetti !!
cc
ps-Mi raccomando per l’autunno ,appena finito le ristrutturazioni , Vi attendo tutti per una SACRA Polenta et Merluzzo a casa Mia…in Campagna..et come avrai visto da Report, ultimo tv, per il momento ancora esente da Damanhur..sono ecologo,per i cazzi miei , finchè dura,
.finchè non mi verranno ad analizzare la “defecazione”..e stabilire che se non è conforme , mi faranno pagare Tassa per defecazione indebita !
SBAGLIO O LO “SCOOPONE” DI FABRIZIO PERONACI SUL CORRIERE DELLA SERA DI OGGI OLTRE A RIPRENDERE VECCHIE MENATE CHE HO GIA’ ANALIZZATO NEL LIBRO DEL 2002 RIPRENDE ANCHE QUALCOSINA DALLA SEGUENTE LETTERA INDIRIZZATA A ME E DA PUBBLICATA GIORNI FA?
Antonio Goglia
Oggetto: relazione circa la telefonata dell’ americano del 5/7/1983- conclusioni circa l’identità dello stesso americano o del suo mandante.
Gentile Dottore,
quando Emanuela fu rapita avevo quattordici anni, ricordo l’estate afosa e l’ansia per la sorte di questa giovinetta che, ogni sera, speravamo fosse restituita ai suoi genitori.
Vengo subito al dunque e sarò molto breve, mi chiamo Antonio Goglia e sono nato il 31/8/1969, mi sono laureato in Scienze Politiche, ho avuto l’onore di servire nell’Arma dei Carabinieri ed attualmente sono un impiegato del Comune di Napoli.
La vicenda in parola mi ha sempre appassionato ed addolorato, non ho mai perso una puntata di un programma televisivo dove si discutessero sviluppi della vicenda ed adesso che credo di aver capito tutto mi sembrano tutte grosse sciocchezze.
Tutte, tranne la sostanziale solidarietà massonica del clero romano.
Non l’annoierò oltre:alcuni anni fa la trasmissione “Chi l’ha visto” fece risentire la prima telefonata dell’americano e chiese la collaborazione dei telespettatori per la decifrazione del senso di alcuni numeri che l’americano si lasciò sfuggire.
1) Secondo la mia tesi quei numeri corrispondono a quelli del treno che all’epoca da Roma Termini proseguiva per Livorno e Pisa (linea adriatica) fermandosi anche alla stazione di Roma San Pietro (pressi di salita Monte del Gallo) e svolgendo, quindi un servizio di proto- metropolitana comodo ed utile.
2) l’opinione pubblica e gli inquirenti decisero di chiamare americano l’uomo al telefono proprio perché si esprimeva con accento appunto sassone e parlava ad altri nord americani, probabilmente. L’opinione pubblica fu inoltre quasi completamente concorde nel ritenere che l’uomo al telefono fosse non solo americano, ma anche un sacerdote, un prelato, un religioso vicino agli ambienti vaticani.
3) Si, ma chi sono i sacerdoti americani a Roma? Beh, nella capitale ha sede l’American Church of Rome, espressione dei Padri Paolisti (U.S. Episcopal Priests) che ha sede nella Basilica di Santa Susanna a Termini nei pressi dell’omonima stazione collegata a quella di S. Pietro proprio da un treno, successivamente detto Frecciabianca, contrassegnato dal numero 9768, quello citato dal telefonista americano nella telefonata del 5/7/1983.
4) Non c’è dubbio che il treno 9768 fosse molto utile agli Episcopal Priests per spostarsi dalla Basilica di Santa Susanna a Termini alle residenze site alla Via del Monte del Gallo oggi denominate Santa Mater Ecclesiae e tenute, oggi, dalle Suore Teatine.
5) Questa residenza è oggi fortemente raccomandata dal sito della Basilica di Santa Susanna a chiunque voglia visitare Roma, sacerdote o turista che sia.
6)Gentile Dottore, Ella potrà certamente ritrovare che il Papa Giovanni Paolo II autorizzò nel 1981 un programma di ordinazione sacerdotale di Padri Paolisti convertiti previa la frequenza di appositi corsi tenuti dai prelati della Basilica di Santa Susanna. Pensi che solo nel 1981 ne furono ordinati 67. Il programma continuò negli anni successivi ed è naturale pensare che da qualche parte dovessero pure alloggiare. Ma perché non utilizzare la struttura di salita del Monte del Gallo!
Dottore, a telefonare a casa Orlandi quel pomeriggio del 5 luglio 1983 fu un prelato della Basilica di Santa Susanna che riportava indietro i novizi dopo la giornata di lezione: si chiuse in una di quelle cabine insonorizzate presso la stazione Termini, forse assistito da un complice, ma sicuramente incauto nel lasciare che qualcuno lo disturbasse e pronunziasse quel numero che è l’unico indizio che abbiamo.
7) Ma vediamo, chi erano i Santi Prelati, reverendissimi della Basilica di Santa Susanna, al tempo il Cardinale era Humberto Sousa Medeiros, deceduto nel settembre 1983.
8) Fu sostituito dal Suo Vice, colui che dal 1981 si occupava dei Paolisti convertiti, Sua Eminenza il Cardinale Francis Bernard LAW!!!!!! Il Santo Protettore dei pedofili!!!!
Allontanato da Roma nell’84 per precauzione, cacciato da Boston nel 2005 potè forse ricattare i suoi compari romani e ritornare per la messa funebre di Carol Woytila e come arciprte di S.Maria Maggiore
Non ho altro da dire. Mettete intorno al fatto che Vi ho raccontato la cornice che più Vi piace la tela resta quella. Resto a Vostra disposizione solo fate presto e fate che qualcuno non lo faccia sparire o che lo faccia da solo.
Antonio Goglia
Rudy caro,
ho poco tempo..ultimamente…
ma ho letto..
Ricordo ancora oggi….era il 1954…avevo 10 anni….ma come se fosse adesso..ricordo di noi scolari e studenti Siciliani di uno sperduto paese di montagna …manifestare per le vie del corso e gridare nella piazza principale per Trieste…Trieste Italiana …con le bandiere che sventolavano…lo sentivamo davvero e quel sentimento era forte….almeno cosi lo e´ stato per me ….una emozione sincera…bei tempi…eravamo in pieno boom economico.
Dopo solo sei anni….nel 1960 partii per il nord….con la famosa valigia di cartone.
Ma che bel Fascistone eri all’epoca……magari che sso Voi studenti sicciliani , emulli di Chissachi, al posto di Combbattere la Mafia , ardenti ed eroici, combattevate Italici per Trieste a manifestare per l’Italico Suolo..aggartis…dall?isola Secessionista mafiosa senza Stella, Nazionalisti Siculi al posto di Tenere la Sicula Italiota e non Am merikana, su su, per Trieste Italica !
Che Intrepidi paradenti sicillliani studentelli !!
cc
Caro CC
Ci siamo,come sempre siamo nel relativo a 180º per cui ogni cosa ha la sua contrapposizione.Con tante teste di…merluzzo nostrane e non che ci sono in giro e che emanano miasmi putrefatti forse l’unica speranza,oltre la friula, resta un bel chip nel cervello:
Da Repubblica:
http://www.repubblica.it/tecnologia/2012/06/04/news/un_chip_nella_testa_e_la_tecnologia_cre_il_supercervello-36500088/?ref=HREC2-8
Saluti L.
Capitai a Roma all’epoca dei fatti (vivevo in paesi assai lundani e non ero a conoscenza della storia) e fui colpito da tutti questi manifesti che tappezzavano il centro, pensavo si trattasse di una qualche campagna pubblicitaria.
La mia perplessita’ era dovute al fatto che la foto fosse in bianco e nero e ritraeva un volto talmente comune, ordinario che sarebbe potuto appartenere a meta’ delle ragazze italiane. Non si capiva il reale colore dei capelli, se fosse grassa o magra, alta o bassa, e poi quella anomala striscetta che portava intorno alla fronte ? Forse andava in giro cosi’ in quei giorni, suppongo.
Ma anche se qualcuno l’avesse vista, che sarebbe cambiato in sostanza, col cover up che ci deve essere stato. Di Mirella invece, lo seppi solo leggendo il tuo libro, anni dopo ! Ma in quel caso nessun manifesto, almeno credo.
Seconda perplessita’, giorni fa ho visto il fratello in una trasmissione, non so quale e mi ha stupito che portasse l’orecchino, sono retrivo e un uomo adulto, bancario e non un partecipante dell’isola dei famosi, con l’orecchino, mi lascia una sensazione strana.
Terza perplessita': Ammesso che (for argument’s sake) il corpo fosse stato seppellito a S. Apollinare, ma con tutto il clamore che c’e’ stato, magari avrebbero provveduto a spostarlo. Ammesso che sia rimasta un solo unghia di Emanuela, esiste anche la cremazione o meglio l’interramento in una tomba qualsiasi a Prima Porta o in qualche catacomba entro le mura vaticane.
Ma se fosse morta in circostanze strane, si poteva far passare la morte per cause naturali, alla Papa Luciani, per dire…
Non c’e dubbio che sia un rompicapo diabolico.
Sempre con stima
x Ianzo
Quarta perplessità: ma che cavolo (con due zeta) hanno da ridere gli Orlandi a “Chi l’ha visto” e non solo?
Grazie per la stima.
Un saluto.
pino nicotri
x Lanzo
Non vivo in Italia ma negli US da tutta la mia vita adulta.
La striscetta sulla fronte era di moda negli anni 80, ma solo per ragazzine, credo che la prima a lanciarla fu “madonna”.
Mia figlia (se ne avessi avuta una) non l’avrebbe portata se non per giocare a tennis o qualche altro sport e non una striscetta ma un terry cloth per il sudore.
L’orecchino del fratello….dipende in che orecchio.
Destra gay, sinistra straight.
Adesso in ambedue i lobi…
Non credo che abbia alcun significato.
Saluti,
Anita
…che gli iugoslavi si sono ritirati quando gli inglesi han detto loro di andarsene e l’hanno fatto senza opposizione, del resto impossibile – la differenza di un mese cambia assai poco. Uroburo (art. prec. 160)
caro Uroburo,
ho avuto da fare, ma non potevo lasciar perdere questa sua incredibile affermazione!
Ci sono parecchi libri…ma uno in particolare scritto da un colonnello-giornalista neozelandese…non mi ricordo il titolo, ma posso scovarlo, che racconta quelle cinque settimane di convivenza a Trieste “gomito a gomito” con i titini!!!
Dei palazzi pubblici “vigilati” a dx dai neozelandesi e relativa bandiera alleata, a sx dai titini e relativa bandiera rossa con stella.
In alto la bandiera tricolore con stella rossa!
Della violenza dei titini, della gente che scompariva ….dell’aria violenta che si respirava in città, delle continue provocazioni dei titini nei riguardi degli alleati…e molto, molto altro!!!
Se lei mi dice che restituivano le violenze subite…
può anche essere accettabile…
ma che lei affermi che i titini, come agnellini, lasciarano Trieste…
che un mese non cambiò di molto la situazione…
( fu il mese dei massacri peggiori e del riempimento delle foibe…di quelli che ancora non c’erano già finiti)
questa è veramente troppo grossa, anche per questo blog!!!
Se mi indica un recapito, le invio in regalo il libro…giusto per rischiararle le idee!
Buonanotte
Sylvi
Cara Silvy,
ma lei legge? E se legge capisce?
Io ho scritto: “Ai fini di quel che volevo dimostrare – che gli iugoslavi si sono ritirati quando gli inglesi han detto loro di andarsene e l’hanno fatto senza opposizione, del resto impossibile – la differenza di un mese cambia assai poco.
Naturalmente avrebbe cambiato molto per i triestini.”
Quindi: gli iugoslavi se ne sono andati quando gli inglesi han detto loro di andarsene per non essere cacciati a pedate. Punto. Da questo punto di vista una settimana o un mese cambia proprio poco.
Per i triestini ovviamente cambiava molto.
Se scrivessi in turco capirebbe meglio?
Non è che io l’ho scritta troppo grossa, è che lei non capisce una beata fava.
Un saluto U.
caro Uroburo,
ormai dovrebbe essere chiaro che il fatto che io veda le cose da una angolazione diversa dalla sua, non significa che io non capisco “una beata fava”.
Mi resta però una curiosità…-ma su quali libri di storia lei ha studiato?
Io ovviamente, a scuola, su quelli di Gabriele De Rosa che, come lei sa, era cattolico ma non un imbroglione, nè uno storico con le frittate negli occhi.
Scrisse: «Quando si combatte in prima linea, faccia a faccia con il nemico, non si pensa alle ideologie politiche. Anch’ io ero ad El Alamein: ci muoveva il senso del dovere e dell’ onore e il rispetto per l’ avversario».
Capisco che” il senso del dovere, l’onore e il rispetto dell’avversario” in guerra siano merce rara…ma c’era, e ci faceva capire molte cose.
Almeno a livello di soldato combattente, di qualsiasi grado.
Ma poi…nel tempo sono andata avanti negli approfondimenti per conto mio…anche se molto spesso, con tutta la buona volontà, non riuscivo a completare letture forsennatamente faziose, di parte , platealmente tanto parziali da sconvolgere i fatti stessi , di come erano realmente accaduti.
Perchè ci può essere appunto la visione dei fatti da angolazioni diverse…ma poi, se si è onesti ” si gira l’angolo” per vedere l’insieme.
Ecco perchè spesso contesto energicamente la sua visione angolare dei fatti storici.
Il pistolotto per chiarezza di comunicazione!
Non avevo mai letto il testo completo della Conferenza di Yalta se non nelle parti che parlavano della costituzione dell’ONU.
Visitando il palazzo sede della Conferenza…sono rimasta impressionata e bigottita a guardare quelle stanze dove TRE persone decisero dei destini del Mondo. TRE PERSONE che nemmeno sapevano molto di geografia, quella geografia sulla quale c’erano milioni di vite umane delle quali disponevano a piacere.
Da allora ho voluto almeno approfondire “questa geografia dei confini”, anche perchè ho avuto poi modo di capire che altrove cambiavano le lingue, ma non le problematiche e le storie umane.
Qui, nella Venezia Giulia e nel Friuli, i confini allora rimasero sospesi perchè Stalin voleva per Tito il confine al Tagliamento, Curchill odiava talmente gli italiani che stava in bilico a favore di Stalin, Rooseveld era già malato e morirà di lì a poco. S rimandò!
Ma se non ci fosse stato poi Truman che prese in mano una carta geografica dell’Adriatico e,…. mi piace immaginare che qualcuno gli abbia segnato col ditino la costa che va da Lignano Sabbiadoro ( confine del Tagliamento,) e su su e poi giù giù lungo la costa dalmata fino in Albania compresa…ben oltre mille km di Cortina di Ferro …tutto l’Adriatico chiuso in una morsa tremenda , sotto il controllo,
più o meno evidente, di Stalin!!!
( Non c’era ancora evidenza del futuro conflitto con Tito!)
E l’Italia intera, nel Mediterraneo, a fare da cuscinetto fra Comunismo e Capitalismo.
E Truman, finalmente ORDINO’ a Churchill di liberare Trieste.
Se riflette, capirà che questa non è una sua fiaba, e nemmeno mia…basta leggere e ragionare!
Sempre che …forse a lei e a qualcun altro non piacesse questa soluzione!!!
A Togliatti sicuramente sì!
buonagiornata
Sylvi
X Anita
L’orecchino era all’orecchio sinistro, ma non e’ questo il punto, era anche piccolo (l’orecchino !) , se di professione avesse fatto il barman sarebbe stato in armonia con la professione, ma essendo un impiegato di banca stonava. Tu vivi negli States, io in Australia dove nelle banche il personale femminile mi pare superi quello dei maschi, hai mai visto una cassiera con i piercing and/or orecchino al naso, io no. Stessa cosa per i bancari maschi, i mormons, insurance people et cetera.
Si la striscetta l’ho vista in qualche vecchio film americano quando c’erano hippies, ma nella vita reale non me li ricordo.
Poi mi ero dimenticato di far rilevare a Pino, che il volto che appariva sui manifesti sembra notevolmente diverso da quello che appare sulla copertina del libro “Mistero Vaticano” sono certo che prendendo le due foto separatamente pochissimi penserebbero si tratti della stessa persona. Comunque se anche Pino, con la sua esperienza di giornalista d’inchiesta e con la sua pignoleria alla fine non e’ arrivato ad una certezza, figuriamoci io.
Egregio Sig. Nicotri,
ho letto il suo libro Emanuela Orlandi, la verità, e proprio perchè l’ ho letto con attenzione le chiedo: come può chiamare tutto questo ” tragedia privata “.? A me sembra un argomento di rilevanza pubblica..Con stima.
e’ simpatico che Lanzo si alzi alle due di mattina per partecipare a questo blog italicus che langue(rebbe) se non fosse per i deliri senili di certe-i bloggers (con grande rispetto) che rivangano di buona lena certi fatterelli di 60-70 anni fa come se fossero la sepoltura dei gioelli di famiglia, per cosi’ dire…
Non ho seguito da principio la faccenda degli orecchini, in effetti ancora oggi pochi signorini lo indossano a destra se non sono adusi ad effusioni amorose con altri uomini, o per lo meno di ampie vedute in merito. Old habits are hard to die…portare gli orecchini da ambo i lati e’ una cosa molto camp, ma da’ adito a dubbi (bisex, insomma…).
Detto cio’, Lanzo non si offendera’ se dico che l’Australia e’ senza tempo, o meglio 30 anni indietro rispetto ad Europa e GB…mentre NZ e’ 50 anni piu’ indietro, o forse 100…
Infatti qui in Gb e’ da tempo che vedo impiegati di banca con gli orecchini, anche se di impiegate con l’anello al naso ancora non le ho viste, ma forse sono distratto…ma ce ne sono con nose piercing col gioiellino senza vero anello.
C’e’ invece abbondanza di infermieri-e con studs nel naso nei reparti di terapia intensiva, chissa’ poi perche’?
Invece Anita nel Rhode Island vedra’ decine di impiegati con anelli nel naso ed altrove ogni giorno…
Chissa’ poi perche’ Sylvi ce l’ha tanto con gli inglesi e pensa che prendessero ordini diretti da Truman?
Le assicuro che in fondo gli inglesi amano gli italiani, pur essenfdo molto antieuropei in genere.
L’altro giorno mi hanno presentato ad un simpatico Lord a casa sua, un vero signore anche se decaduto…mi ha subito battezzato Franco anche se non sapeva come mi chiamo, e non c’e’ verso di fargli cambiare idea…
Peter
x Peter
Caro Peter,
noi siamo molti anni avanti con il piercing.
E’ proibito per gli impiegati in contatto col pubblico.
Proibito non per legge, ma dai datori di lavoro.
Era diventato uno schifo, nei supermercati molti cassieri, di ambo i sessi avevano anelli, palline d’argento, su tutto il viso, chi piu’ chi meno.
Senza contare tongue piercing.
Anche mia nipote aveva un anello sulle sopracciglie ed uno sul naso.
Adesso che un’altra moda, buchi nei lobi delle orecchie, circondati da un metallo nero, buchi di circa 6-7 millimetri.
Mio nipote, il ex Marine ne ha due, per non contare i tatuaggi che arrivano fino alla mano.
Io gli chiesto: Quando le ossa nel naso come alcune tribu’ africane?
Il bello e’ che per levarsi i tatuaggi e’ una procedura lunga e costosa, pagata da noi tax payers…
Cosa adesso richiesta per trovare impiego ed anche per servire nel Servizio militare.
Fai una ricerca sul significato degli orecchini a destra o sinistra.
Ciao,
Anita
Ti posso anche dire che nel mio vicinato/penisoletta queste cose non si vedono…siamo rimasti un po’ piu’ civili.
x Giusy
Si tratta innanzitutto del dolore di una famiglia, come per ogni caso simile, purtroppo niente affatto raro. Niente affatto raro, ma mai di rilevanza pubblica perché di solito il dolore rimane un fatto, appunto, privato, che i diretti interessati non si sognano mai di esibire e ancor meno di sbandierare, mentre la gente dopo un periodo di solidarietà e interesse, o anche solo curiosità, riprende a pensare ad altro. Qui la rilevanza pubblica è stata trasformata in spettacolo pubblico, in uno show ormai privo di logica e anche della necessaria dignità.
Non vorrei le sfuggisse che i problemi dei cittadini di un altro Stato riguardano innanzitutto il loro Stato. E poiché è dimostrato che in questo caso lo Stato di Emanuela e dei suoi familiari, cioè il Vaticano, NON è interessato alla verità, il nostro Stato, cioè l’Italia, non può farci nulla, o molto poco.
Poiché in questi 29 anni sono scomparsi migliaia di giovani italiani, vorrei ci si occupasse prima di tutto di loro, anche perché ci sono maggiori possibilità di venirne a capo. Invece si parla solo di un caso diventato di moda, morbosamente di moda, solo perché riguarda lo Stato del Vaticano ed è in qualche modo legato alla figura di un papa. E meno male che la nostra è una repubblica laica. Che oltretutto
continua a finanziare i vari privilegi e agevolazioni fiscali di chi è cittadino vaticano, di uno Stato cioè del quale ci accolliamo già una serie di costi, a partire dalla bolletta dell’acqua che se non sbaglio è pagata dal Comune di Roma.
Un saluto.
pino nicotri
x Peter
A parte il fatto che il blog non langue per colpa mia, almeno io porto argomenti, lei solo insulti!
Oppure ci informa di una abbondante ottuagenaria che sta sul trono da 60anni con una sfilza di cani e di parenti diciamo “poco regali” da mantenere. Ma li mantenete voi, almeno quelli!
A me delizia la dignità della Signora e soprattutto le sue deliziose mises con cappellini al seguito!
Noi qui però abbiamo Giorgio e la Sua Clio, altrettanto dignitosi e infinitamente più eleganti; peccato che se ne vadano!!!
Invece certi bloggers emigrati e più realisti della Regina, …farebbero una bella coppia con quel cafone di principe Consorte.
Senza offesa , ovviamente!
Sylvi
X sylvi
guardi cara mia che non sono affatto realista…
come sempre capisce male.
Direi che philip mountbatten e’ l unico non noioso…per cui non mi
offende affatto…troppo onore. mi spiace
che stia male
peter
cara Anita,
mia figlia ha tatuate un paio di farfallette alla caviglia, e un paio di buchi alle orecchie.
Naturalmente, essendo la creativa e la contestatrice dissacrante della famiglia, è andata bene così, anche se continuo a dirle che sarà una gran schifezza quando la pelle comincerà a cedere!
Mio figlio invece è fin troppo formale, razionale alla tedesca e nel vestire assolutamente classico, minimalista…parecchi maglioncini in tinta alla Marchionne …insomma!!
Ricordo che al tempo del suo liceo, ospitavamo giovani tedesche di un liceo gemmellato: arrivavano con una ventina di orecchini per orecchio…alla sera mezz’ora per toglierli e al mattino altrettanto per rimetterli.
Piercing a go go e ovunque tatuaggi.
Le abbiamo portate a Grado…sono rimaste vestite con lo scafandro anche in spiaggia!
Mah!
Però erano carine e gentili!
ciao
Sylvi
L’altro giorno mi hanno presentato ad un simpatico Lord a casa sua, un vero signore anche se decaduto…mi ha subito battezzato Franco anche se non sapeva come mi chiamo, e non c’e’ verso di fargli cambiare idea…
–
–
Questa storia mi sembra di averla gia´ sentita…si tretta di un Lord di quelli…che in Italia parecchi anni fa´incontro un certo Franco a via Veneto. Tra i due ci fu una breve storia…perche´purtroppo Franco dovette partire per il servizio militare. Cosi si persero di vista.
Da quel giorno il Lord che non puo´dimendicare la prestanza fisica e il vigore di Franco….quando incontra un Italiano…lo chiama cosi.
Anche quando ordina una pizza ….”Francoooooo uno piza please”
R
tratta e non tretta …ed un ´ manca
X rodolfo
ma no quel franco lo conosci tu…non fare il modesto e sii franco…
Poi io non porto orecchini…
Peter
x23
Non e´nemmeno di una comicita´ inglese il tuo 23….ma viene dai bassifondi del tuo cervello….e la´non ci sono orecchini che bastano e nemmeno manette.
R
Invece se i teteschi vedono un rodolfo
dicono ‘ che pitza sto rotolfo’
E se e’ detto da loro che sono certe pizze
loro stessi…ed il rampollo silbiano li adora
come veneranda razza superiore…poverallui…
Peter
x25Peter
Datti all´ippica che e´meglio….ci fai piu´figura…
R
Bravo rudy, tu si che sai…ti fai caval
care dalle valchirie….
Peter
Non c´e´ verso….oramai ti ha dato di volta il cervello..
calmati…ragazzo mio…bevi qualcosa…
Mia cara e buona Silvy,
quasi quasi innalzo bandiera bianca e mi arrendo.
Ribadisco che gli iugoslavi (e ad essere sinceri neppure i russi) avrebbero potuto opporsi ad un ordine diretto degli Useggetta, tipo: Sgombrate Trieste, piuttosto che: Sgombrate Berlino. In qualunque modo l’ordine fosse stato dato.
Quando l’ordine è stato dato ha dovuto (DOVUTO, lei mi intende?) essere ottemperato. E’ stata la stessa cosa perfino in Grecia, che aveva un movimento partigiano mica da ridere. Nè iugoslavi nè russi hanno mosso un solo dito, gli iugoslavi si sono limitati a far passare armi e munizioni e ad accogliere i reparti partigiani sconfitti.
Punto, non c’è altro da dire.
Altro che su quali libri ho studiato la storia. Ma cosa accidenti mai ha letto lei? I libri del Borghese! E d’altra parte se capisce i libri come capisce i suoi interlocutori, che Dio ci scampi (e anche ci gamberi e ci calamari).
Io ho detto solo questo, nulla più. E lei mi fa una menata pazzesca per nulla, come al solito.
Suvvia, non mi faccia diventare scortese, la prego …..
Stia di buon animo. U.
xPeter
vedi ragazzo mio , le differenze tra me e te sono evidenti.
Io ho scritto il 21….che non ti toccava direttamente…era neutrale e caso mai diretto al fantomatico Lord.
Tu hai scritto il 23….25…27…
che di comico non hanno niente ma contengono l´offesa personale.
Cosi non va´…questo non e´ ne´ inglese e ne´ zulu´.-
Calmati ….bevi qualcosa, forse ti sentirai meglio.
R
X rodolfo
bere ti fa solo sentire meglio…non stare meglio.
Tu ne sei l esempio vivente…
Peter
x31
No….no….rifugiarti nei meandri della grammatica o della sintassi non porta a niente….tu hai capito…il resto e´solo fuffa.
R
Nun te preoccupa’. Con te non farei mai sottigliezze grammaticali o sintattiche …sarebbero come dire..
.sprecate?!
Peter
xPeter “che langue(rebbe) se non fosse per i deliri senili di certe-i bloggers (con grande rispetto) che rivangano di buona lena certi fatterelli di 60-70 anni fa come se fossero la sepoltura dei gioelli di famiglia, per cosi’ dire…”
–
.
Vedi forse non ti rendi conto delle stupidaggini che vai seminando.
Molto probabilmente ti riferisci a certi miei post dell´argomento precedente.
Ma …balordo che non sei altro…come ti viene in mente di qualificare i miei ricordi o quelli anche di un Nicotri….o Sylvi che negli anni ne hanno raccontato di aneddoti e ricordi della loro gioventu´….come “deliri senili”?
Come ti viene in mente…cosa ti sprona a scrivere sciocchezze dirette ad offendere?
Ma fatti n´esame di coscienza e vatti a cucca´…che e´meglio.
Rodolfo
X rodolfo
ah vedo…era quello il tuo cruccio…
Peter
anche
E pure ginocchia e caviglie…
Peter
caro Uroburo,
io sto di buonissimo animo, anche se in questo momento puzzo di fritto non poco!
Quando faccio la parmigiana la faccio in dosi industriali perchè poi viene ridistribuita equamente… l’amore familiare non ha bisogno di Marx o di Keynes!
E la vera parmigiana si fa con la melanzana fritta in olio di oliva, …qualcuno la fa alla griglia…gli altri…orrore…lessa!
Sono assolutamente d’accordo con lei, Peter non sa quel che scrive,…che gli ordini USA erano ORDINI, non PREGHIERE.
D’altra parte però l’Europa li aveva costretti a intervenire in guerra…e poi avrebbe preteso che si fossero presi i loro morti…e zitti zitti a casa con le loro bare e le loro bandiere???
Vede, senza gli americani, io per portare la mia parmigiana a Trieste avrei dovuto esibire il passaporto!
So che non riguarda il blog….ma informazione è sempre informazione!
saluti
Sylvi
anche….quanto si e´vecchi anche
X sylvi
mmmmmmhhhh….sono contento che ami la parmigiana cotta
come si deve…onore e vessillo della italica penisola.
Guardi che uroburo diceva ordini a titini e russi non inglesi
.i quali non avevano del resto interesse a cedere la sua cara triests
ai ‘rossi’
Buon delirio
peter
xSylvi
non credi che alla griglia sarebbe meglio?
Tu sai quanto olio assorbono le melanzane…l´olio di oliva certamente fa bene… io la mattina con un pezzettino di pane lo bevo direttamente dalla bottiglia….ma l´olio di oliva fritto…non so´fino a quale punto e´sano.
Un saluto
Rodolfo
caro Rodolfo,
hai ragione dal punto di vista della leggerezza.
Uso le melanzane grigliate soprattutto d’estate.
Io metto sotto sale le melanzane per parecchie ore…poi le asciugo perfettamente…sto attenta che l’olio sia alla giusta temperatura.
E’ lungo, ma assorbe molto meno.
Poichè la procedura è lunga, non la faccio molto spesso.
Certo che fritte sono molto più “golose”…e poi i giovani non hanno ancora problemi di dieta.
Accontento loro.
Se Peter permette ricordi…mi ricordo che eravamo a Cefalonia…la nostra gioia era un pezzo di pane sottobraccio e un cartoccio di olive…e tanti meravigliosi paesaggi che ricordavano l’Odissea!
ciao
Sylvi
x Sylvi
I facevo la caponata, dove si rosolano melanzane tagliate a cubetti, rosolavo gli altri vegetali separatamente.
In agro dolce con capperi ed un po’ d’aceto.
Non misuro mai niente, vado ad occhio ed al sapore….
Non usavo olio di oliva ma olio vegetale leggerissimo, Wesson,
cholesterol free, etc…
Non viene assorbito dalle melanzane come l’olio d’oliva, se ne usa pochissimo.
Ne facevo una padellata perche’ la caponata (come la facevo io ) e’ ottima per contorni, ed anche fredda.
La parmigiana non l’ho mai fatta, il sugo rosso non era molto apprezzato in famiglia…si vede che li avevo abituati io….
Facevo la caponata per le feste di famiglia, il papa’ di nuora la cerca ancora……
Adesso la fanno loro, al forno, non ci assomiglia neache, viene acquosa ed insaporita…
—–
Io sto cercando di fare un po’ di lavoro fuori, ha smesso di piovere ma fa freddo…sono solo rientrata per prendere due Tylenol per la mia schiena, non che aiutino un gran che.
Ciao cara,
Anita
….il papa’ di mia nuora….
Cara Silvy,
adesso che ci siamo finalmente accordati su quel che ho detto IO, che ne direbbe di passarmi sottobanco la ricetta della sua parmigiana? Ovviamente con melanzane fritte nell’olio, ekkekkaxxo!….
Si vive una volta sola (ed anche si muore, per fortuna).
Un amichevole saluto, a dimostrazione del fatto che non ce l’ho con lei neanche quando lei mi fa venire i fumi. U.
PS. So bene che la caponata si dovrebbe fare con zucchero ed aceto, ma io invece faccio una padellata di verdure: verdure estive varie, un po’ di olio, sale, odori, fatte andare pian pianino senza alcuna altra aggiunta. Io le trovo squisite.
In casa mia le verdure d’estate si cucinavano così; d’inverno invece patate bollite calde, rape cotte, barbabietole, ed altre verdure di stagione, come cavolfiori, cavoli crudi, insalate varie tra cui dominanti radicchio e catalogna, finocchi e carciofi crudi, uova sode e qualche acciuga. DIO!!!! COM’ERANO BUONE!!!
Ancora un saluto u.
x Sylvi
A proposito di tatuaggi, mia nipote ne ha uno piccolo sulla vita di dietro.
La settimana scorsa notai due macchie nere sopra la caviglia nell’interno….sembravano grappoli d’uva nera…
Erano le impronte dei piedini di Xavier, belle grandi con ghirigori attorno, ed il nome…
Un tatuaggio brutto, nero e troppo grande…
Mia nonna diceva che anche i buchi per gli orecchini erano “avanzi barbari”.
Io me li feci fare di sorpresa, osservavo orecchini in una gioielleria e la commessa mi chiese se ne ero interessata, io risposi; no grazie, non ho nemmeno i buchi.
Ci penso io mi disse, arrivo’ con un vassoio e uno, due e tre’, uscii dal negozio con studs d’oro sui miei lobi.
Mio marito noto’ subito che c’era qualche cosa di nuovo…dalla mia espressione, non ci poteva credere che ero andata contraria alla mia avversione ai buchi per gli orecchini.
Non ci credevo neanche io…. Avevo oltre 50 anni…
Anita
Cara Anita,
“Non ci credevo neanche io…. Avevo oltre 50 anni”…
non e´mai troppo tardi….
R
x Peter
ginocchia e ginocchi sono ugualmente usati e fanno parte del vocabolario italiano.
Anita
X anita
the pun was for rudy….anche ginocchia caviglie…lo so che e’ italiano.
Ginocchio, braccio, orecchio, osso…sono detti nomi sovrabbondanti…
Hanno due plurali ma vi sono differenze.
La maestra sylvi non lo sa perche’ insegnava furlan no italian…
Peter
X anita
es grida di persone, gridi di animali…
Poi il manzoni scovo’ pure le gride…
Peter