Romanzo – e verità – di una strage: quella di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. E della perdita della nostra innocenza.

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Questo qui sopra è il link del file dell’intervista che mi ha fatto Radio Città Futura il 3 aprile riguardo le polemiche feroci nate dal film di Marco Tullio Giordana “Romanzo di una strage”. Il film è stato tratto dal libro “Il segreto di piazza Fontana”, scritto dal mio amico e collega Paolo Cucchiarelli, il quale sostiene che a piazza Fontana le bombe erano in realtà due. Una di scarsa potenza messa molto probabilmente dall’anarchico Pietro Valpreda, incolpato subito della strage a mo’ di capro espiatorio e uscito indenne di scena dopo qualche anno di galera grazie al sottoscritto e a Mario Scialoja de L’Espresso. L’altra, di potenza devastante, messa da un provocatore prezzolato somigliante a Valpreda per poterlo incastrare, come in effetti avvenne. Per reazione a quella strage e al disegno autoritario che le stava dietro nacque il terrorismo di sinistra, dagli anni delle bombe fasciste e di Stato agli anni di piombo. Qualcuno – mi pare il sindaco di Milano Giuliano Pisapia – ha detto che il 12 dicembre 1969 noi italiani, e non solo quelli della nostra generazione, abbiamo perso la nostra innocenza. E’ vero.

Prima che Cucchiarelli scrivesse il libro ho parlato con lui un paio di volte, raccontandogli le cose che mi sono tenuto dentro per decenni e alle quali ho accennato a volte nel nostro blog.

Quando mi hanno intervistato non avevo ancora visto il film e non volevo vederlo: meglio guardare avanti che indietro. Per giunta, così in profondità…. Poi su consiglio di Scialoja tre giorni fa sono  andato a vederlo. E oggi a Cucchiarelli ho scritto questa lettera:

“Caro Paolo, il film non lo avevo ancora visto e non volevo vederlo. Poi Mario Scialoja m’ha chiesto un commento al suo blog dedicato proprio al film e alla strage, e m’ha detto che  valeva la pena lo vedessi. Molto potenti, e per me emotivamente insostenibili, le scene delle manifestazioni di massa. Di forte impatto la scena dell’esplosione che si riversa sulla piazza. M’è venuta in mente la scena del film Vajont di Martinelli nella quale l’arrivo dell’onda che spazzerà via mille vite umane e qualche paese è preceduta dal vento spinto avanti in crescendo dall’acqua che avanza tutto travolgendo. Una scena che ferma il tempo. Ti inchioda al dolore. Ti inchioda al riviverlo…. Il vento in arrivo ti succhia via il fiato, ti svuota i polmoni, l’irrompere della massa d’acqua ti annega nei ricordi…

Su Padova si poteva dire molto di più, e su argomenti robusti. Mi ha fatto ridere sentire Pietro Calogero parlare in italiano privo del suo lugubre e involuto accento calabrese. Ho rivissuto tutto, anche perché ricordo tutto e tutti perfettamente, e mi ha meravigliato quante cose mancavano.  Il film poteva colpire più a fondo e più duramente. Sono stato male, davvero male, solo per alcune scene, poche per fortuna.

Del film NON mi è piaciuta la figura di Calabresi, ho trovato molto strana la completa assenza di Andreotti e non credibili le scene degli interrogatori nella questura di Milano così a-storicamente prive di violenza. Suggestiva, ma assolutamente impossibile, la scena in cui  Calabresi sente il tonfo del corpo di Pinelli sul cortile: una forzatura per palati grossolani.

Sofri? Non capisco perché gli rispondi, elevandolo a interlocutore. Prima si decida ad ammettere le sue responsabilità riguardo l’uccisione di Calabresi, piantandola con la barzelletta del “complotti” contro di lui e contro Lotta Continua. I complotti si fanno mirando a un obiettivo. Che cavolo di obiettivo ci poteva essere a “complottare” contro Sofri e altri rimasugli negli anni in cui è stato accusato di quell’omicidio? In ogni caso le sentenze andrebbero rispettate, e non solo quando condannano “gli altri”. E se vogliamo davvero voltar pagina, chi è in grado di riempirne gli spazi vuoti dovrebbe farlo.

Vuoi ridere? Davanti a me, nel mio studio a casa mia, è appese alla libreria sulla mia destra un quadretto sobriamente incorniciato. Contiene la foto della famosa borsa che diedi a Scialoja perché la consegnasse il giorno dopo a Milano al magistrato Gerardo  D’Ambrosio. Consegna che innescò il noto terremoto, che ha portato Valpreda fuori dal carcere e ha catapultato me nel giornalismo, nella vita che ho condotto e che conduco, a Milano da 32 anni e ogni tanto a passeggio in centro passando da piazza Fontana…

Un abbraccio.

pino

P. S. Usciti dal cinema, ho voluto tornare a casa col tram. Numero 15. Dal capolinea di piazza Fontana. Ogni volta che passo per quella piazza guardo verso la banca e penso a come è strana la vita. Loro dalla bomba sono stati massacrati.  Io invece sono stato scaraventato nel giornalismo, ho girato il mondo, ho vissuto amori, amicizie, ho avuto fortuna,  ho avuto più di quanto meritassi e sono qui.  Come posso sentirmi innocente?

Someone was hurt long time ago…

196 commenti
« Commenti più vecchi
  1. rodolfo
    rodolfo says:

    Desidererei non parlare piu´di problemi familiari.
    Piuttosto…com´e´ la situazione in Inghilterra….sono anche li i Falafisti cosi attivi nel fare proselitismo?
    R

  2. rodolfo
    rodolfo says:

    Ho letto il post di un Falafista in un blog….che da conquistare sarebbe prima la Germania che si trova al centro dell´Europa…poi la cosa diventerebbe molto piu´facile per il resto d´Europa…per esempio per l´Italia pensa che l´Islam sarebbe l´ideale …perche´sono sudditi per eccellenza…lumaconi….solo nel collettivo riescono ad essere prepotenti…se no se la fanno addosso…gli Italiani vogliono essere guidati perche vigliacchi…stupidi …pigri e sfaticati…non riescono a prendere il proprio destino nelle mani…solo l´Islam li potra´salvare…e via di questo passo…
    Rodolfo

  3. sylvi
    sylvi says:

    x Peter, e per C.G.

    Da quel che ha raccontato lui, Rodolfo ha quattro figli…una femmina e tre maschi.
    La femmina è grande e vaccinata, in Sicilia si fa la sua vita; i due maschi in Germania hanno pure le loro vite indipendenti.
    Il piccolo è coetaneo del mio nipotino, ed è stato per lui che soprattutto si sono espresse le nostre angosce.
    Io sono stata molto male pensando a questo piccolo, che per quanti fratelli abbia, di un padre, anche nonno, aveva e ha sicuramente, dato che è vivo, bisogno.
    Se è in grado di seguirlo nella sua crescita!!!

    Ecco è qua che Rodolfo non ci arriva.
    Rodolfo gioca…in vari modi…anche con i sentimenti degli altri.
    Nel mio post ho parlato di familismo amorale perchè non ha riconosciuto, dopo anni che scriviamo nel blog, persone con sentimenti e sensibilità…
    scandaloso poi che nemmeno ad Anita, con la quale intratteneva rapporti più frequenti, abbia riconosciuto il diritto alla serenità.
    Può scusarsi fin che vuole!!!, ma di fonte a una donna che la vita ha crudelmente bistrattato, avrebbe dovuto trovare la forza di fermarsi. Non ci è arrivato!
    Questo Narciso ora sa che per poco è stato al centro del nostro universo…ed è contento!
    Ma …a dirla schietta…Beniamino non è molto fortunato.
    E me ne dispiace di cuore!

    Ps: x Peter
    i siciliani sono così???
    Allora ho ragione io che fra Nord e Sud dell’Italia la faglia si allarga sempre di più!

    Sylvi

  4. sylvi
    sylvi says:

    x Rodolfo

    EHHH NO mio caro!!! 151
    Prima ci metti tutti in agitazione per divertirti…o per sapere cose ” che altrimenti non avresti mai sapute” ( parole tue!) poi adesso ci ” comunichi ” che non vuoi più parlare di problemi familiari”.
    Sentimi bene : il bambino non cresciuto, l’infantile sei tu!!!
    Zitto stai tu; hai già parlato anche troppo!!!

    Sylvi

  5. rodolfo
    rodolfo says:

    xSylvi
    Sei riuscita ad offendermi molto piu´degli altri e non hai usato nessuna parolaccia …. ed hai riaperto una ferita quasi rimarginata…
    perche´Anita mi ha perdonato ed e´contenta che il tutto e´stata una bufala .Brava…complimenti.
    Io non avevo riflettuto abbastanza….cioe´ che tramite internet ed un forum si possano instaurare dei rapporti a volte piu´forti che di presenza…e non mi sarei mai immaginato di procurare del dolore ad Anita…se lo avessi saputo…se solo me lo avessi immaginato ….certamente avrei desistito dall´idea.
    Rodolfo

  6. Anita
    Anita says:

    x @#%&$

    Nel 147 Rodolfo scrive:

    “Pare una guerra programmata…ora che si trovano ad ogni angolo(in Germania…ma pare anche in Svizzera) con il loro Corano che offrono gratis… “
    ——–

    L’avevo letto anch’io.
    Mi domando cosa sono dunque tutte le regole che devono e dobbiamo osservare per solo toccare un Corano.
    A Guantanamo e nelle prigioni sono provveduti guanti bianchi ad ogni detenuto, e’ un sacrilegio toccare quel libro santo con le mani non inguantate….

    Ma se vengono distribuiti al pubblico, sospetto che non finiscano tanto bene, cosi’ come il libretti dei Testimoni di Geova, solo che i Testimoni di Geova sono pacifici ed ancora perseguitati e derisi.

    Solo un pensiero….

    Anita

  7. rodolfo
    rodolfo says:

    Sylvi:-“Zitto stai tu; hai già parlato anche troppo!!!


    Si…signora maestra….devo andare dietro la lavagna…all´angolo…
    fuori….o dove piace a me?
    R

  8. Uroburo
    Uroburo says:

    A TUTTI
    Scusate ma Rodolfo ha fattole sue scuse. Ed ha anche spiegato cosa gli era capitato: ha avuto un momento di grossa difficoltà e cui ha reagito in un certo modo. Chi è senza peccato scagli la prima pietra. Per quanto mi riguarda io considero la faccenda chiusa ma questa è solo una valutazione personale.
    Ora però o si accettano le scuse di Rodolfo ed allora si chiude definitivamente il capitolo oppure lo si butta fuori dal Blog.
    Se tal fosse caso, nel pieno rispetto per le prerogative di Pino, io esprimo voto contrario all’espulsione.
    Per quanto mi riguarda Rodolfo può partecipare al Blog in piena tranquillità, penso però che bisognerebbe smetterla con queste continue aggressioni che non dicono assolutamente nulla di nuovo.
    Un saluto a tutti. Magari anche un tantino irritato perchè stare in un blog in cui molti hanno sempre il coltello tra i denti non è poi tanto divertente. Uroburo

  9. Anita
    Anita says:

    x Tutti

    Credo che sarebbe avvisabile finirla con la “stupidata” di Rodolfo.
    Si e’ scusato….si e’ prese le giuste bastonate e direi che l’episodio e’ chiuso.

    —————-

    Sono stata a diversi funerali ebraici, molto dignitosi, di solito dopo la funzione c’e’ un piccolo ricevimento nella Sinagoga stessa.

    La sepoltura e’ quasi come le altre, eccetto che i famigliari e gli amici piu’ intimi gettano una palata di terra sul cofano….
    I loro cimiteri sono spogli, non ci sono vasi di fiori, bandierine, candele votive, etc…

    La famiglia del defunto riceve in casa amici e parenti per 7 giorni, ultimamente 3 giorni bastano. (Shiva)

    Queste sono le usanze negli US, nel New England.

    Anita

  10. peter
    peter says:

    x Sylvi

    se i settentrionali sono in maggior parte come lei, spero che la faglia si allarghi sempre di piu’…

    Peter

  11. peter
    peter says:

    x Uroburo

    mi pare di essere stato il primo ad accettare le sue scuse, cioe’ di Rodolfo, o almeno a prenderne atto…
    Per il resto, pensavo davvero che avesse due bambini piccoli, non uno. Sapevo ovviamente dei due figli cresciuti, mi ero del tutto scordato che avesse anche una figlia.
    Chiusa parentesi

    Peter

    ps
    si rimetta pure la forchetta o il cucchiaio tra i denti, he he he…

  12. peter
    peter says:

    x Anita

    anni fa un mio giovane amico ando’ ad un funerale ebraico. Aveva capelli lunghi e biondi. Il rabbino gli intimo’ di annodarsi i capelli e nasconderli sotto qualche forma di copricapo, o almeno di tenerli legati in modo che si notassero meno…

    ma si puo’???!!!

    Peter

  13. peter
    peter says:

    x Rodolfo

    non ho la piu’ pallida idea di cosa siano, o facciano, i falafisti in Inghilterra…
    L’unica parola simile che so e’ la falafel, un cibo vegetariano mediorientale che non mi e’ mai piaciuto…per cui sto al largo da ristoranti libanesi

    un saluto

    Peter

  14. Anita
    Anita says:

    x Rodolfo 155

    E’ stata la canzone: “U pishi spada”.

    Sinceramente anche Popeye ne era molto disturbato, infatti vedi che cosa aveva combinato….
    Ed anche il non sapere cosa era successo.

    Anita

  15. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Leggete qua quello che scrive su un’altro blog (frequentato anche dalla Komare) quell’individuo di Rodolfo:

    (…) Da denotare l´ipocrisia del blog antisemita di Arruotalibera…..dopo il fatto di Toulouse….non e´stato scritto in quel blog per tutta la giornata un solo post riguardo la faccenda…nessuno ne ha avuto il coraggio…e mi dispiace che almeno una persona di cui non faccio nome …non ne abbia accennato …..silenzio assoluto…il primo post e´stato scritto dallo stesso blogmaster sulla Libia…e sui bambini uccisi dalle incursioni aeree Francesi e Inglesi ….e certamente conoscendo oramai il cervello di quel blogmaster….quasi …o meglio certamente a voler giustificare la morte seminata a Toulouse…..un post che peraltro non ha trovato riscontro tra i blogghisti.
    Chissa´….forse erano troppo occupati a festeggiare l´avvenimento….
    Diversamente sarebbe stata la reazione se i bambini uccisi fossero stati Palestinesi o Arabi….allora ci sarebbe stato un ecatombe…un diluvio di commenti….contro Israele contro gli Ebrei e contro l´America
    Cosi come andrebbe chiuso il sito nazista Holywar……cosi sarebbe necessario chiudere siti quali anche quello di arruotalibera che si e´ rivelato gia´ da tempo un covo di antisemiti….antisionisti…antiamericani e filoarabi…..detiti solo a seminare odio e risentimenti.
    Rodolfo”
    —————————————————————————–
    Non mi piace fare delazione, ma sentirmi dare dell’antisemita da un guitto del genere, nò questo non lo sopporto!
    Caro Pino, a differenza di Uroburo io sarei per l’espulsione immediata dal blog di questo testadicazzo.
    Falso che di più non si può.

    C.G.

  16. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    P.S.: vorrei chiedere alla signora Anita se prende le distanze dalle asserzioni schizofreniche di questo spregevole individuo.
    In attesa.
    C.G.

  17. Shalom: da Benvenuti in Palestina
    Shalom: da Benvenuti in Palestina says:

    CAMPI PROFUGHI – IL MURO – AL-WALAJA

    Stamane visita al Campo profughi di Al aida, a ridosso del Muro della Vergogna. Il campo ospita ca. 5.500 persone, insieme a quello più grande di Deheishe (12.500 ab.) e a quello di ‘Azza (1.000 ab.) costituiscono i Campi appartenenti alla municipalità di Betlemme e affittati dall’ UNRWA per 99 anni. I profughi provengono da villaggi della zona compresa tra Gerusalemme e Beit Jibrin distrutti dagli israeliani agli inizi degli anni ’50. Le case sono fatiscenti, gli spazi verdi inesistenti, l’acqua arriva ogni 20 giorni per 4-5 ore. Il Muro di 12 metri con le sue torri di guardia incombe, taglia, si incunea, sorveglia. Le tante scritte e i famosi murales non sminuiscono il senso d’oppressione. Il nostro accompagnatore ci mostra il locale Centro Culturale ottimamente organizzato dai palestinesi con il contributo di tanti volontari internazionali che qui trovano anche ospitalità. Molteplici le attività che si svolgono: educative, ludiche, fotografia, teatro, danza, taglio e cucito, proiezioni, fitness, sala computer, ecc. C’è anche un piccolo museo di cultura palestinese. Poi tutti fuori con pennelli e vernici a dipingere un muro del campo, insieme a decine di bambini e ragazzi.

    Illuminante anche la visita al villaggio di Al Walaja, posto a sud-ovest di Gerusalemme e adiacente a Betlemme. Nel ’48 il paese fu raso al suolo dalle forze israeliane, ricostruito nelle vicinanze, venne rioccupato dagli israeliani nel ’67 e diviso in due: una parte fu annessa alla municipalità di Gerusalemme, ma i suoi abitanti considerati residenti in Cisgiordania e quindi senza diritti di cittadinanza, tanto meno quello di potersi recare a Gerusalemme; l’altra metà restò nella Cisgiordania sotto ANP e l’occupazione miltare israeliana. Oggi nell’area annessa a Israele vivono ca. 500 persone. Nel corso di una notte divennero stranieri nelle loro case, con demolizioni, espropriazione di terre, divieti di costruzione ed enormi difficoltà ad accedere ai propri campi. Il villaggio, inoltre è sempre più strangolato fra le due colonie di Gilo e Har Gilo. La consueta tazza di thè offertaci gentilmente da un residente, ci ha fatto conoscere altre storie di abusi quotidiani, due suoi fratelli se ne sono andati dopo innumerevoli arresti e pagamenti di riscatti, lui resiste con moglie figli, ma sa che la sua casa sarà prima o poi abbattuta. Ogni tanto lo arrestano per un mese, tanto per tenerlo ulteriormente sotto pressione. Cosa dire a quest’uomo quando ci domanda della “comunità internazionale”?

    Un’altra abitazione, poco più in là avrà il “privilegio” di un tunnel di accesso (già in costruzione) che passerà sotto il Muro che stanno per erigergli intorno. Un’altra il Muro ce l’ha già in giardino! Insomma un’insieme di angherie e crudeltà senza fine che bene interpretano l’essenza fascista di uno stato illegale, razzista, senza confini nè costituzione. Proprio la vera e unica democrazia del Medioriente!

    Incontriamo poi i ragazzi israeliani “anarchici contro il Muro”. Un’utile chiacchierata, si danno da fare, spesso li fermano, come accaduto il 15 aprile quando ci aspettavano con gli striscioni all’aereoporto, sono consapevoli dei privilegi che gli da il loro status e si mettono a disposizione dei palestinesi durante le tante manifestazioni a cui partecipano. Sono antisionisti e credono anch’essi che l’unica soluzione vera possa giungere solo attraverso la realizzazione di una Palestina unica per tutti, senza discriminazioni, con diritto al ritorno per i profughi, una testa un voto.

    Domani giornata di partenze, ci si scambiano gli indirizzi, le proposte di lotta future, il rilancio della campagna BDS (boicottaggio, disinvestimento, sanzioni), le promesse, inshallah! di ritrovarsi in una Palestina liberata. Di sicuro si torna rinforzati dalle lezioni di resistenza apprese in questi giorni.

    Con la Palestina nel cuore!

  18. Shalom: Uri Avneri, ebreo israeliano, lancia Marwan Barghouti come il nuovo Mandela
    Shalom: Uri Avneri, ebreo israeliano, lancia Marwan Barghouti come il nuovo Mandela says:

    http://nena-news.globalist.it/?p=18867

    AVNERY: MARWAN BARGHOUTI E’ IL NUOVO MANDELA
    Di Palestina non si parla più ma l’estensione degli insediamenti colonici dice che la questione è esplosiva. Marwan Barghouti, imprigionato da 10 anni, è la personalità che può unire tutti i palestinesi, spiega l’anziano pacifista israeliano

    URI AVNERY

    Roma, 23 aprile 2013, Nena News – Marwan Barghouti ha preso posizione. Dopo un lungo silenzio, ha spedito un messaggio dal carcere. Alle orecchie degli israeliani il suo intervento suonerà sgradevole, ma per i palestinesi, e per gli arabi in genere, ha un significato preciso.

    Il suo messaggio potrebbe diventare il nuovo programma del movimento di liberazione della Palestina. La prima volta incontrai Marwan nel periodo dell’ottimismo dopo-Oslo (gli accordi di «pace» del 1993, ndt). Allora si stava affermando come leader della nuova generazione di palestinesi, giovani attivisti cresciuti all’interno dei Territori occupati, uomini e donne che si erano fatti le ossa durante la prima Intifada. È un uomo di bassa statura fisica e grande personalità. Quando l’incontrai, era già il leader di Tanzim («Organizzazione»), i giovani del movimento Fatah.

    L’argomento delle nostre conversazioni allora fu la preparazione di manifestazioni e altre azioni non violente basate su una stretta collaborazione tra i palestinesi e gruppi di pacifisti israeliani. Si puntava alla pace tra Israele e un nuovo Stato di Palestina.

    Quando – con gli assassinii di Yitzhak Rabin e Yasser Arafat – il processo di Oslo morì, Marwan e la sua organizzazione divennero degli obiettivi. I leader israeliani che si susseguirono in quegli anni – Binyamin Netanyahu, Ehud Barak e Ariel Sharon – decisero di porre fine all’agenda politica basata sulla soluzione dei due Stati. La brutale operazione «Scudo difensivo» (lanciata dal ministro della difesa Shaul Mofaz, il nuovo leader del partito Kadima) prese di mira l’Autorità palestinese: le sue infrastrutture furono distrutte e molti dei suoi attivisti vennero arrestati.

    Il processo farsa

    Marwan Barghouti fu messo sotto processo. L’accusa sostenne che, in quanto leader di Tanzim, fosse responsabile di diversi attacchi «terroristici» in Israele. Si trattò di un processo farsa, più simile a un’arena di gladiatori che a un procedimento giudiziario. L’aula era piena di sostenitori della destra che strillavano, presentandosi come «vittime del terrorismo». Gli attivisti di Gush Shalom all’interno del tribunale protestarono contro quel processo, ma non ci fu permesso di avvicinarci all’imputato.

    A Marwan furono comminati cinque ergastoli. L’immagine di lui che solleva i polsi ammanettati al di sopra della testa per i palestinesi è diventata un’icona nazionale. Quando ho reso visita alla sua famiglia a Ramallah, era appesa nel soggiorno. In carcere Marwan Barghouti è stato immediatamente riconosciuto come il capo di tutti i prigionieri di Fatah. Ma è rispettato anche dai militanti di Hamas. I leader detenuti di Fatah e Hamas hanno pubblicato diversi appelli congiunti in favore dell’unità e della riconciliazione tra palestinesi. Appelli circolati abbondantemente all’esterno e che sono stati accolti con ammirazione e rispetto.

    I membri della famiglia allargata dei Barghouti giocano un ruolo molto importante nelle vicende palestinesi, nell’intero spettro politico, dai moderati agli estremisti. Uno di loro è Mustapha Barghouti, un medico che guida un partito politico moderato con molti legami all’estero che incontro regolarmente durante le manifestazioni a Bilin e altrove (una volta gli ho detto che quando ci ritroviamo, piangiamo: per i gas lacrimogeni). La famiglia Barghouti ha le sue radici in un gruppo di villaggi a nord di Gerusalemme.

    Oggi Marwan Barghouti è considerato il candidato più autorevole per la leadership di Fatah e la presidenza dell’Autorità nazionale palestinese dopo Mahmoud Abbas. È una delle poche personalità attorno alle quali tutti i palestinesi – quelli di Fatah come quelli di Hamas – possano unirsi. Dopo la cattura del soldato israeliano Gilad Shalit, mentre si discuteva dello scambio di prigionieri, Hamas aveva messo Marwan Barghouti in cima alla lista di detenuti palestinesi di cui chiedeva la liberazione. Una mossa davvero originale, dal momento che Marwan appartiene alla fazione rivale e vituperata (gioco di parole con «rival» e «reviled», ndt).

    Ma il governo israeliano cancellò il suo nome dall’elenco e rimase irremovibile nella sua decisione. E quando Shalit venne finalmente rilasciato, Marwan rimase chiuso nella sua cella. Sicuramente è stato giudicato più pericoloso di centinaia di «terroristi» di Hamas, con «le mani sporche di sangue».

    Per quale motivo?

    I cinici direbbero: perché vuole la pace. Perché sostiene la soluzione dei due Stati. Perché è in grado di unire il popolo palestinese per raggiungere quell’obiettivo. Tutte buone ragioni, per Netanyahu, per tenerlo dietro le sbarre.

    E allora cosa ha detto Marwan al suo popolo questa settimana?

    Chiaramente il suo atteggiamento si è irrigidito. E presumibilmente lo stesso è successo all’intero popolo palestinese.

    «Spezzare ogni collaborazione»

    Marwan ha fatto appello a una terza Intifada, una rivolta di massa non violenta sulla scia delle primavere arabe.

    Il suo manifesto rappresenta un chiaro rifiuto della politica intrapresa da Mahmoud Abbas, che mantiene una collaborazione limitata ma importante con le autorità d’occupazione israeliane. Marwan invita a spezzare tutte le forme di collaborazione, siano esse economiche, militari o di altro tipo.

    Un punto centrale di questa cooperazione è la collaborazione quotidiana dei servizi di sicurezza palestinesi (addestrati dagli Stati Uniti) con le forze di occupazione israeliane. Un accordo che è riuscito a bloccare gli attacchi palestinesi nei Territori occupati e in Israele, garantendo – di fatto – la sicurezza dei sempre più numerosi insediamenti israeliani in Cisgiordania. Marwan invita anche a un boicottaggio totale di Israele, delle istituzioni israeliane e dei prodotti israeliani nei Territori occupati e nel mondo intero. I prodotti israeliani dovrebbero scomparire dai negozi della Cisgiordania e al loro posto dovrebbero essere promosse le merci palestinesi.

    Nello stesso tempo Marwan si batte per porre fine ufficialmente alla pagliacciata chiamata «negoziati di pace». Un termine che in Israele già da tempo non viene più utilizzato. È stato prima sostituito da «processo di pace» e poi da «processo politico» e ultimamente da «problema politico». La semplice parola «pace» è diventata un tabù per la destra e la maggior parte della sinistra. Vero e proprio veleno politico. Marwan propone di ufficializzare l’assenza di negoziati di pace. Basta discorsi internazionali su «rivitalizzare il processo di pace», basta rincorrere personaggi ridicoli come Tony Blair, fine degli annunci di Hillary Clinton e Catherine Ashton, smetterla con le vuote dichiarazioni del «Quartetto». Dal momento che il governo israeliano ha abbandonato la soluzione dei due Stati – che in realtà non aveva mai accettato – continuare a fingere danneggia soltanto la lotta dei palestinesi.

    Al posto di questa ipocrisia, Marwan propone di rinnovare la battaglia all’interno delle Nazioni Unite. Prima di tutto chiedendo di nuovo al Consiglio di sicurezza di accettare la Palestina come Stato membro, minacciando gli Stati Uniti di dover porre il loro veto praticamente contro tutto il resto del mondo. Dopo la bocciatura della richiesta palestinese a causa del veto Usa, andrebbe chiesta una decisione da parte dell’Assemblea Generale, dove la stragrande maggioranza si pronuncerebbe a favore dello Stato palestinese. Sebbene questa decisione non sarebbe vincolante, dimostrerebbe che la libertà della Palestina ha l’appoggio della stragrande maggioranza della famiglia delle nazioni e isolerebbe ulteriormente Israele e gli Stati Uniti.

    Parallelamente a questo percorso, Marwan insiste sull’unità tra i Palestinesi, facendo leva sulla sua considerevole forza morale per mettere assieme Fatah e Hamas. Riassumendo: Marwan Barghouti ha perso la speranza di ottenere la libertà per i palestinesi attraverso la collaborazione con Israele, anche con le forze di opposizione israeliane. Il movimento per la pace israeliano non viene nemmeno più citato. «Normalizzazione» è diventata una parolaccia.

    Non si tratta di idee nuove, ma arrivano dal prigioniero palestinese numero uno, il candidato più rappresentativo per la successione a Mahmoud Abbas, l’eroe delle masse palestinesi: vuol dire che si va verso un orizzonte più radicale, nella sostanza e nei toni.

    Fedele alla pace, ai «due Stati»

    Marwan resta un uomo che crede nella pace, come ha chiarito quando – in una rara recente apparizione in tribunale – ha riferito ai giornalisti israeliani che continua a sostenere la soluzione dei due Stati. Resta anche fedele alla lotta non violenta, essendo giunto alla conclusione che gli attacchi violenti dei giorni andati hanno danneggiato la causa palestinese piuttosto che rafforzarla.

    Vuole bloccare il graduale involontario scivolamento dell’Autorità palestinese verso una collaborazione in stile Vichy mentre l’espansione dell’«impresa coloniale» israeliana procede indisturbata.

    Non è per caso che Marwan ha pubblicato il suo manifesto alla vigilia della Giornata della terra, la giornata mondiale di protesta contro l’occupazione.

    La Giornata della terra è l’anniversario di un evento accaduto nel 1976, durante una protesta contro la decisione del governo israeliano di espropriare ampie zone di terra araba in Galilea e altre parti d’Israele. L’esercito e la polizia israeliana spararono sui manifestanti, uccidendone sei. Il giorno successivo due dei miei amici ed io deponemmo corone di fiori sulle tombe delle vittime, un atto che mi costò un’ondata di odio e denigrazione raramente sperimentata. La Giornata della terra rappresentò un punto di svolta per i cittadini arabi d’Israele e in seguito divenne un simbolo per tutti gli arabi. Quest’anno il governo Netanyahu ha minacciato di fare fuoco su chiunque si fosse avvicinato ai nostri confini. Il premier israeliano ha provato a fare da messaggero per la terza Intifada chiesta da Marwan.

    Da un po’ di tempo ormai il mondo ha perso molto interesse per la Palestina. Tutto sembra tranquillo. Netanyahu è riuscito a spostare l’attenzione del mondo dalla Palestina all’Iran. Ma in questo paese niente è mai davvero fermo. Mentre sembra che non stia succedendo nulla, gli insediamenti stanno crescendo incessantemente e con loro il risentimento profondo dei palestinesi, che vedono che tutto ciò si verifica davanti ai loro occhi.

    Il manifesto di Marwan Barghouti esprime il sentimento quasi unanime dei palestinesi in Cisgiordania e altrove. Come Nelson Mandela nel Sudafrica dell’apartheid, l’uomo rinchiuso in prigione potrebbe rivelarsi più decisivo dei leader all’esterno.

    Traduzione di Michelangelo Cocco

  19. Shalom - ISRAELE: DONAZIONI PER LA COLONIZZAZIONE TERRITORI OCCUPATI
    Shalom - ISRAELE: DONAZIONI PER LA COLONIZZAZIONE TERRITORI OCCUPATI says:

    http://nena-news.globalist.it/?p=18877

    ISRAELE: DONAZIONI PER LA COLONIZZAZIONE TERRITORI OCCUPATI
    Il governo israeliano ha inaugurato una nuova campagna volta ad incoraggiare gli ebrei americani a trasferirsi nelle colonie dei Territori occupati e ad utilizzare le donazioni per l’attuazione di progetti all’interno degli insediamenti.

    MARTA FORTUNATO

    Beit Sahour (Cisgiordania), 23 aprile 2012, Nena News – Utilizzare le leggi inglesi ed americane sulla beneficenza per aumentare le donazioni non tassabili con lo scopo di incentivare la colonizzazione israeliana del Golan siriano occupato. Questa sarebbe l’ultima mossa dell’agenzia ebraica e dello stesso governo israeliano. Ad inaugurarla un annuncio apparso nel sito di Nefesh b’Nefesh, il programma appoggiato e finanziato direttamente dal governo israeliano per incoraggiare gli ebrei del nord America e della Gran Bretagna a stabilirsi in Palestina.

    Questo programma denominato “Andate a nord” è solo l’ultima iniziativa promossa da Israele volta a colonizzare i territori palestinesi occupati nel 1967. Secondo un rapporto pubblicato sul New York Times, negli ultimi dodici anni più di 40 gruppi negli Stati Uniti hanno raccolto 200 milioni di dollari sotto forma di donazioni non tassabili per la costruzione di insediamenti ebraici in Cisgiordania e a Gerusalemme Est. Tuttavia, secondo la legislazione fiscale statunitense, è vietato utilizzare fondi provenienti da beneficenza per scopi politici. Ma il modo per aggirare questo divieto è molto semplice poiché i gruppi religiosi non devono diffondere come vengono impiegati i soldi ricevuti come offerte. E nello stesso tempo anche se le donazioni fatte direttamente ad organizzazioni straniere sono considerate illegali, il Servizio Entrate Tributarie (IRS) permette di fare donare denaro ad organizzazioni americane non-profit che sostengono progetti d beneficenza all’estero.

    E i soldi non servono solo a finanziare le colonie israeliane, ma vengono addirittura utilizzati per la costruzione di avamposti – illegali non solo secondo il diritto internazionale ma anche secondo la legge israeliana – e per l’acquisto di cani da guardia, giubbotti anti-proiettile e fucili.

    “Gli amici di Itamar” è un’organizzazione americana che fornisce finanziamenti esenti da tasse per la colonia di Itamar, nell’area di Nablus, nel nord della Cisgiordania. Ed anche Bet-El, un altro insediamento vicino a Ramallah, ha un’associazione che la sponsorizza e che raccoglie fondi per l’attuazione di progetti.

    Lo stesso discorso vale per Gerusalemme Est. Come spiega Hagit Ofran del movimento israeliano Peace Now, “con il fondamentale aiuto di fondi esenti da tasse, provenienti dagli Stati Uniti e da molte altre parti del mondo, molte ONG israeliane come Elad e Ateret Cohanim finanziano la costruzione e l’espansione delle colonie israeliane a Gerusalemme Est”.

    Ed ora l’ultima mossa del governo israeliano è quella di incentivare la colonizzazione del Golan siriano, occupato nel 1967 ed annesso unilateralmente nel 1981. La situazione di coloro che vivono nelle alture non è tanto diversa da quella dei palestinesi di Gerusalemme Est. Anche i siriani delle Alture infatti non hanno lo status di cittadini ma quello di semplici residenti anche se sono costretti a pagare le tasse al governo israeliano. E le politiche israeliane attuate nel Golan non si discostano di tanto da quelle portate avanti in Cisgiordania: demolizioni di strutture abitative, restrizioni di accesso alla terra, controllo delle risorse idriche. Nel 1967, subito dopo l’occupazione israeliana dell’area, oltre 130.000 abitanti sono stati espulsi dall’area. Oggi la minoranza siriana rimasta– circa 6000 persone, distribuite in sei piccoli villaggi al confine con la Siria – è costantemente minacciata dall’espansione degli insediamenti e dalla politiche di colonizzazione della terra. Che ora, con le donazioni non tassabili provenienti dall’estero, hanno trovato nuova forza e sostegno. Nena News

  20. rodolfo
    rodolfo says:

    Riguardo il mio post.
    Certamente ero in quei giorni molto amareggiato.(Mi ricordava l´attentato di Roma…ed io mi trovavo proprio li.)
    Una notizia che aveva fatto il giro del mondo…ed io che giornalmente leggevo arruotalibera…trovavo che il blogmaster avrebbe potuto spendere due parole per quel vile avvenimento.
    Non posso immaginarmi che non ne avesse sentito parlare.
    Credo che se le vittime fossero state Palestinesi il blog sarebbe strabollito di commenti. Perche´nessuno ne ha parlato rimane un mistero. Ed invece spunto´ appunto quel post in cui si parlava dei bambini Libici uccisi dalle incursioni Inglesi e Francesi…ed io l´ho trovato quasi come un dileggio una irrisione nei confronti dei fatti di Toulouse. In quel post ho sicuramente esagerato…trasportato dall´amarezza….so che arruotalibera….non esistono veri antisemiti ma gente che vorrebbe che la sofferenza dei Palestinesi finisse….ma questa e´una cosa che io stesso ho sempre ribadito….
    la delusione nel blog di arruotalibera (che ora con l´assenza prolungata di Vox sembra un po´ aver cambiato faccia) e´ derivata sempre dal fatto che sembra percorrere un binario unico…che non fa´e non cerca vere soluzioni di pace…che nasconde e mimetizza le colpe…che anche ci sono….dei Palestinesi che bloccano parecchie volte il processo di pace….che spesso prende spunto da notizie false e che nel suo insieme non crede e non vede un futuro nella regione…cioe´ un viale catastrofistico…come lo sa essere solo Nicotri ….io invece sono portato di piu´alla speranza …all´ottimismo…all´idea…da anni oramai …cosicche´non mi sono mai stancato di scriverlo ed Uroburo lo sa e cioe´che alla fine i Palestinesi avranno il loro Stato e che vivranno in pace accanto allo Stato Ebraico….in piena collaborazione.- Questo e´tutto.
    Caro cg….non te ne voglio….anzi ti ringrazio di aver tirato quel post e di averlo pubblicato qui…alle volte certe vigliaccate producono buoni frutti.
    Rodolfo

  21. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Di solito mi baso su quello che leggo, vedo e sento nella mia nazione.

    Se lei vuol fare battaglia con Rodolfo e’ libero di farlo, come io sono libera di appartenere a tutti i forum di mia scelta.
    Lei mi singola, non e’ una novita’……e’ il suo passatempo.

    Le suggerisco di farsi i fatti suoi, se vuole glielo dico in siciliano, lingua di cui lei dovrebbe essere famigliare dato che si prende la briga di andare ad “annaffiare” la base Americana di Sigonella.

    Anita

  22. rodolfo
    rodolfo says:

    Caro cg
    nella vita bisogna anche essere in grado di prendere batoste….anche a lungo.
    A te…con me e´andata sempre male…non hai fatto altro …per anni che fare magre figure…te ne rendi conto?
    Poi ti nascondi su risposte di due parole che non dicono niente….
    oppure vai a rispolverare Dayan…io ti capisco…a nessuno fa´piacere tirare sempre il fiammifero piu´corto .
    Una cosa e´piu´che certa….cercare di salvare il culo come hai fatto tu…io non ci sarei mai riuscito.
    Mi hai fatto ricordare un fatterello successo da ragazzo in Sicilia.
    Avevo prestato dei fumetti ad un mio amico…eravamo tutti e due nei Boy Scouts… dove vige un certo codice quale la lealta´ecc.
    Un giorno gli chiesi i miei fumetti che io volevo cambiare con altri…ma lui mi disse che la madre li aveva strappati.
    Non gli credetti e andai dalla madre che mi consegno´i miei giornaletti. Credo di sapere come si dovette sentire quando lo scopri. Mi insegui per la piazza minacciandomi con un coltellino….e chiamandomi Ebreo….riuscii ad arrivare a casa solo con un piccolo graffio. Anni dopo chiese scusa…. era stato cosi o cosi… sempre il mio piu´grande amico…gli trovai lavoro quando lui me lo chiese ed ancora oggi ci sentiamo.
    Lo so ti capisco….ma quello che hai fatto tu… io non sarei riuscito a farlo ….. mi sarei sentito cosi…come un verme.
    Viceversa so….che non sarei riuscito mai…per due giornaletti a inseguire un mio amico per il paese con l´intenzione di fargli del male. Tu lo sai…suppongo…ci sono uomini cosi e uomini cosi.
    Stammi bene.
    Rodolfo

  23. rodolfo
    rodolfo says:

    Cara Sylvi,
    quella canzone di Endrigo…non l´avevo mai sentita, e´bellissima.
    Io conosco migliaia di canzoni….si vede che usci quando ero all´estero e che non ebbe il successo meritato. Capisco e comunque grazie.
    Rodolfo

  24. rodolfo
    rodolfo says:

    L´ho ascoltata parecchie volte oramai….e penso che passero´la serata a riascoltarla…l´ho fatta un po´mia.
    Rodolfo

  25. Linosse
    Linosse says:

    X Rodolfo che per sentirsi vivo si finge morto.
    Ho letto il 166 di C.G.
    Non è certo la prima volta che su altri blog spargi letame su arruotalibera ,titolare e frequentatori.
    Ti diverti a spacciare informazioni false sulla tua vita o morte scherzando e ridendo senza nessun rispetto,dai dell’antisemita a chiunque non segue il tuo(il tuo?)modo di pensare(pensare?).
    Condisci ipocrisie galattiche con offerse personali inqualificabili per cui non accetto le tue scuse sia per questa tua ultima uscita sia per tutte le altre che hai proposto dopo esserti spalmato su altri blog in modo infamante.
    Con me hai chiuso ,sei anche un vigliacco.
    Mostra il tuo vero volto ,che ormai conosco molto bene, senza nasconderti dietro gli spilli..
    L.

  26. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Guarda coso, le storielle paesane valle a raccontare all’Anita. Se io fossi il gestore del blog ti denuncerei su due piedi per diffamazione e, come contorno, due pedate nel sedere non te le leverebbe nessuno.
    Altrochè dare dell’antisemita a gente per bene senza neanche sapere quello che starnazzi.
    Non ti devi sentire come un verme, lo sei.

    x l’esimia d’oltre oceano:
    Lei può fare quello che più le piace. Figuriamoci.
    Chiedevo soltanto, dato che vi capite, italian brain storm per essere esatti, di prendere le distanze da quanto asserito dall’individuo di cui sopra.
    Guardi che questo blog di “antisemiti” eccetera, lo frequenta ANCHE lei, mia adorata.

    Naturalmente a luglio andrò a fare il mio dovere a Sigonella.
    Le piaccia o meno, è una questione di libertà e di principio.

    C.G.

  27. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,

    piacevole la canzone ” LE PAROLE”, non l’avevo mai sentita.

    Anche il cantante Sergio Endrigo, ha una bella voce.

    Ciao,
    Anita

    ————-

    Ieri sera abbiamo avuto un diluvio, abbiamo ricevuto 4″ = oltre 10cm. di pioggia in poche ore.
    Ne avevamo di bisogno, questa mattina le strade erano pericolose, coperte dai fiori degli aceri, un tappeto color chartreuse.
    Nell’ovest della Pennsylvania ha nevicato copiosamente….

  28. Uroburo
    Uroburo says:

    sylvi { 23.04.12 alle 13:02 } Questo Narciso ora sa che per poco è stato al centro del nostro universo…ed è contento! Ma …a dirla schietta…Beniamino non è molto fortunato.
    154 sylvi { 23.04.12 alle 13:14 } Sentimi bene : il bambino non cresciuto, l’infantile sei tu!!!
    Zitto stai tu; hai già parlato anche troppo!!!
    —————————————————–
    Cara Silvy,
    trovo che i suoi messaggi 153-154 siano la manifestazione di un’inutile ferocia.
    Oltre a tutto se il suo obiettivo fosse realmente quello di difendere il piccolo Beniamino sarebbe bene che lei avesse un minimo di riguardo anche per il di lui padre perchè, notoriamente, un genitore in difficoltà non diventa miglior genitore.
    A meno che il suo obiettivo non sia piuttosto quello di montare in cattedra e di mostrarci quanto lei sia brava. Si sa che il bisogno di esibizione è la molla principale degl’ittagliani tutti, dalla Vetta d’Ittaglia a Capo Passero.
    Forse sarebbe meglio che avessimo un po’ tutti un pochino di quel rispetto e di quella sensibilità che abbiamo accusato altri di non possedere. Non mi pare che il livello medio del Blog sia tanto superiore, con tutte le eccezioni del caso.
    Lo dico a lei ma il discorso vale in generale. Uroburo

  29. rodolfo
    rodolfo says:

    xgc
    Se mi dici il giorno e il posto in cui tu ti troverai li cercando…o odorando, cosi come fanno i cagnolini….il posto giusto per le tue spruzzatine…saro´anch´io li…cosi avremmo modo di conoscerci…
    non ti sembra una bella idea?
    Rodolfo

  30. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    x L.
    Come già postato, le delazioni non mi piacciono.
    Però sentirmi diffamato insieme ad altri con i quali ho stretto amicizia vera come frequentatori di lunga data di questo blog, bèh, non lo sopporto.
    Oltretutto se certe bestemmie provengono da un acclarato vigliacco.

    C.G.

  31. Uroburo
    Uroburo says:

    Caro Pino,
    credo proprio che dovresti dire a tutti di darci un taglio.
    A me non sono mai piaciuti i linciaggi, li trovo anestetici e vili.
    E qui mi pare che ci stiamo arrivando vicini.
    Un saluto Uroburo

  32. sylvi
    sylvi says:

    caro Uroburo,

    1° sicuramente il suo corregionale Berlusconi l’ha già informata che
    TUTTE le donne sono esibizioniste, di natura.
    E già che si esibiscono, tanto vale che salgano in cattedra…
    ( io, sfigata, mai avuto una cattedra con la pedana! massimo un tavoletto con due cassetti che non chiudevano e il registro me lo portavo a casa)!
    2° Rodolfo, sul commento alla mia canzone di Endrigo…ha capito dove volevo andare a parare! Punto.

    Forse, quando si tratta di bambini perdo la pazienza e anche altro.
    La morte è un fatto naturale della vita…per gli adulti!
    Per i bambini è un fatto tremendo, incomprensibile e soprattutto inconsolabile, disperato.
    Lei crede di capire che cosa voglia dire crescere senza chiamare “papà”?
    Credo di No, e perciò pontifica!

    Sylvi

  33. Linosse
    Linosse says:

    Caro Uroboro
    Ti conosco come persona corretta e coerente,questa volta nel caso di rodolfo anche la tua coerenza ha un limite.
    Non si tratta di linciaggio ma di mettere allo scoperto il comportamento di diffamatore senza nessun pudore come Ê DIMOSTRATO dagli interventi precedenti su altri blog re questo ultimo riportato da C.G.
    Non si tratta di offese sulle quali si può passar sopra ma di volontari,insistenti diffamazioni fatte da un vigliacco,uno spregevole vigliacco lo ripeto,che qui fa l’agnellino dopo le malefatte ripetute e la volpe su altri blog che non conosco e ,suppongo,non conosciamo infamando senza che gli si possa rispondere a tono.
    Se un comportamento così ti sembra giustificabile sii più chiaro.
    L.

  34. Shalom: Iran – Perché Netanyahu ha paura della diplomazia
    Shalom: Iran – Perché Netanyahu ha paura della diplomazia says:

    http://www.medarabnews.com/2012/04/23/iran-–-perche-netanyahu-ha-paura-della-diplomazia/

    Iran – Perché Netanyahu ha paura della diplomazia

    23/04/2012
    Original Version: Why Netanyahu’s Afraid of Diplomacy
    I negoziati di Istanbul hanno aperto uno spiraglio sulla possibilità di un compromesso riguardo alla questione nucleare iraniana, in vista dei colloqui di fine maggio a Baghdad; ma Israele teme che un successo negoziale consentirebbe all’Iran di diventare una potenza nucleare virtuale – scrive l’analista Trita Parsi
    ***
    Netanyahu e Obama sono alle solite. L’intransigente primo ministro israeliano, accanto al senatore Joe Lieberman, ha accusato Obama di aver fatto un “regalo” all’Iran durante i colloqui di Istanbul una settimana fa. L’Iran può continuare ad arricchire l’uranio “senza alcuna limitazione” per altre cinque settimane, ha accusato Netanyahu.
    Nulla potrebbe essere più lontano dalla verità, ha ribattuto Obama qualche istante dopo dall’altra parte del mondo, in occasione del vertice dell’America Latina in Colombia. “L’idea che in qualche modo abbiamo regalato qualcosa, o fatto un ‘omaggio’, indicherebbe che l’Iran ha ottenuto qualcosa”, ha detto. “In realtà, gli iraniani hanno ricevuto alcune delle sanzioni più dure, con cui dovranno fare i conti entro pochi mesi, se non approfitteranno di questi colloqui”.
    Le aspettative erano molto basse per i colloqui di Istanbul. Eppure sono stati fatti dei progressi, non perché nessuna delle due parti ha fatto compromessi, ma proprio per la ragione contraria. Gli iraniani hanno lasciato cadere le loro precondizioni per affrontare la questione nucleare, e gli Stati Uniti hanno deciso di risolvere il problema nel quadro del Trattato di non-proliferazione, inviando l’ennesimo segnale implicito che Washington accetterà l’arricchimento dell’uranio sul suolo iraniano, anche se sotto severi controlli.
    Naturalmente, Netanyahu ha torto nel sostenere che l’Iran ha guadagnato tempo. Le leggi dell’universo rimangono le stesse: il tempo passerà indipendentemente dal fatto che le parti negozino o meno. I colloqui consentirebbero agli iraniani di guadagnare tempo solo se il tempo si fermasse miracolosamente ogni volta che la diplomazia cessa.
    (D’altra parte, Obama probabilmente non si farà consigliare da Netanyahu su come costruire la pace. Se lo avesse fatto, saremmo in guai seri.)
    Ma per quanto corretta, la risposta di Obama è ancora insufficiente. Piuttosto che discutere ossessivamente su un “resoconto minuto per minuto” riguardo a chi è “al comando”, o a chi ha concesso di più, egli dovrebbe spostare l’attenzione sul quadro più generale.
    Ecco ciò che conta davvero: siamo arrivati sull’orlo di una guerra disastrosa, ma siamo riusciti ad avviare un processo che può realizzare i nostri obiettivi principali. Siamo in grado di scongiurare un Iran dotato di armi nucleari, e di impedire una guerra catastrofica. I comuni cittadini americani non dovranno continuare ad avere il prezzo della benzina a più di 2 dollari al litro, né la ripresa economica mondiale sarà più in pericolo.
    Invece Netanyahu dovrebbe rispondere alla domanda: Perché teme il successo della diplomazia più del suo fallimento?
    Dietro la retorica e le isteriche argomentazioni, ci sono legittime preoccupazioni israeliane riguardo all’impatto della diplomazia sulla sicurezza del paese. Il governo Netanyahu, e i suoi predecessori a partire dal governo Rabin-Peres, hanno temuto che negoziati proficui avrebbero portato inevitabilmente a un compromesso che avrebbe permesso all’Iran di proseguire limitate attività di arricchimento sul proprio territorio.
    Hanno ragione.
    Ma piuttosto che vedere questo risultato come un compromesso positivo che in fin dei conti impedirebbe all’Iran di costruire una bomba nucleare, Israele teme che ciò consentirebbe all’Iran di diventare una potenza nucleare virtuale, cosa che a sua volta cambierebbe gli equilibri di potere nella regione a danno di Israele.
    Una parità nucleare virtuale nella regione danneggerebbe la capacità deterrente di Israele nei confronti delle organizzazioni militanti palestinesi e libanesi, e ne comprometterebbe la manovrabilità strategica. Danneggerebbe l’immagine di Israele come unico Stato dotato di armi nucleari nella regione e indebolirebbe il mito della sua invincibilità. I giorni in cui la supremazia militare di Israele le consentiva di dettare i parametri della pace e di perseguire piani di pace unilaterali sarebbero finiti. “Non possiamo permetterci una bomba nucleare nelle mani dei nostri nemici, punto e basta. Non occorre che la usino; il fatto di averla sarebbe sufficiente,” mi ha spiegato il navigato politico israeliano Ephraim Sneh in un’intervista per il mio libro.
    Questo cambiamento geopolitico potrebbe costringere un riluttante governo Netanyahu ad accettare compromessi territoriali con i suoi vicini. Probabilmente, Israele non potrebbe permettersi allo stesso tempo una rivalità nucleare con l’Iran e permanenti dispute territoriali con gli arabi.
    In secondo luogo, giungendo a un accordo con l’Iran, gli Stati Uniti ridurrebbero le tensioni con gli autocratici governanti di Teheran. Non ci sarebbe, tuttavia, una proporzionale riduzione delle tensioni fra Israele e l’Iran. Ciò susciterebbe una “paura dell’abbandono” da parte di Israele – l’idea che Tel Aviv dovrebbe continuare a confrontarsi con un Iran ostile nella regione, mentre gli Stati Uniti ridurrebbero i propri contrasti con Teheran e rivolgerebbero altrove la loro attenzione. L’effetto a catena che ciò avrebbe su altre sfide – non direttamente legate a questa – a cui Israele deve far fronte (come la sua battaglia demografica) potrebbe essere decisivo.
    Ci sono tuttavia diverse incongruenze nel ragionamento che è alla base di questi timori. In primo luogo, esso presuppone che Israele debba mantenere gli equilibri di forza regionali a suo favore come misura per la propria sopravvivenza. Questo pone un onere insostenibile sulla società israeliana: la probabilità di riuscire a controbilanciare e sopravanzare un paese quindici volte più grande sul lungo periodo rimane scarsa.
    In secondo luogo, tale ragionamento non tiene in debito conto la possibilità che la diplomazia riduca le tensioni israelo-iraniane. Invece di esprimere una posizione favorevole alla diplomazia, al fine di garantire che le preoccupazioni israeliane siano messe in agenda nel giorno dei colloqui, Israele si è esplicitamente opposta alla diplomazia e ha frapposto numerosi ostacoli al suo successo. Ciò ha posto Israele in rotta di collisione con gli Stati Uniti – il suo più importante alleato, che è desideroso e necessita di un accordo con l’Iran.
    Israele ha bisogno di cambiare il modo in cui interpreta le proprie prospettive di sicurezza. La regione sta cambiando in modo essenziale, ma Israele si rifiuta di adeguarsi alla nuova realtà. Si ostina a restare uguale a se stessa. Non è una strategia che le torna utile.
    Trita Parsi è un giornalista e scrittore di origine iraniana, esperto di questioni mediorientali; è cofondatore del National Iranian American Council
    (Traduzione di Roberto Iannuzzi)

  35. Pino Nicotri
    Pino Nicotri says:

    x TUTTI

    Mi pare che Rodolfo abbia ricevuto un adeguato numero di critiche per la sua deprecabile goliardata. Vi prego perciò di passare oltre. Evitando così di restare prigionieri ancora una volta di un argomento deciso da lui.
    Prima della sua “dipartita” avevo fatto a Rodolfo una dura strapazzata per le espressioni usate mi pare con Vox, perciò quando Anita ha dato la brutta notizia mi sono sentito in colpa. Cosa che per giorni non mi ha fatto sentire a mio agio. Essere toccato a vanvera o per scherzo nelle corde più profonde mi impedisce di avere rapporti normali con il responsabile. Non credo di tratti di permalosità, ma di ritegno o pudore o qualcosa di simile, di cicatrice che resta anche a piccola ferita rimarginata. Ciò non toglie che Rodolfo ha tutto il diritto di partecipare al nostro forum senza dover continuare a pagare pegno per la sua cazzata.
    Ferma restando la mia incapacità che vi ho appena esposto, e che riguarda solo me, voltiamo pagina, E andiamo avanti.
    Un saluto a tutti.
    pino

  36. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Ma di cosa si lamenta?
    Lei vive per diffamare, io la porto sulle mia spalle da anni.

    Nei forum si discute, si contesta, ci si piglia a pugni, ci si stringe la mano.

    Se la pensassimo tutti allo stesso modo, un forum durerebbe un mese….o anche meno.

    Durante gli anni ho trovato in internet diversi partecipanti di questo forum e di quelli precedenti su altri forum, allora?

    Lei mi ha citata diverse volte perche’ ero attiva sul Legno Storto, e lo ha definito come un covo di fascisti….

    Leggo ancora il Legno Storto, sono ancora membra, ma le decine di collaboratori che esistevano anni fa non scrivono piu’.

    C’erano troppi “trolls”, uno si voleva fare piu’ bello dell’altro, i nuovi hanno cacciato i vecchi membri che avano dato vita ad un piccolo website che fiori’ in un giornale online vero e proprio.

    Il caro Ber la pensava come me, un forum e’ una finestra sul mondo.
    Non sempre il paesaggio e’ gradevole, ma si impara che non esiste solo quello.

    Anita

  37. rodolfo
    rodolfo says:

    xSylvi
    Non e´mai bello vivere senza madre o senza padre …questo e´vero….ma senza il padre o la la madre si puo´vivere benissimo….specialmente se il padre o la madre riesce a sostituirlo(a) non facendone sentire la mancanza.
    Io con le donne non sono stato fortunato….spesso per colpa mia e mi fermo li. La prima moglie mi ha lasciato ed ha chiesto il divorzio ottenendolo che i primi due miei figli avevano 2 e 3 anni….Elisabetta ed Alessandro… lei me li ha lasciati ed io li ho allevati senza mai far mancare loro nulla compreso l´amore…aiutato da mia madre che veniva dai miei figli chiamata mamma e non nonna…la seconda moglie sarebbe stata giusta per me… ma se ne andata per un tumore che Rafael aveva solo otto anni…per lungo tempo ho fatto il ragazzo padre …non c´era piu´mia madre….ed io mi sono diviso tra lavoro….lavatrici…fornelli….ferri da stiro….aspirapolveri ecc…. e scuola sopratutto…tanto che Rafael e´stato sempre il piu´bravo della classe…ora va´all´universita´ed e´gia´redattore capo in un giornale sportivo online… goal.com..
    per lui ho fatto davvero da padre e da madre ed e´stata dura…
    ma e´stato bellissimo…e´stata una scommessa che ho vinto.
    Rafael ha vinto nella citta´dove viviamo il Lesewettbewerb…concorso di lettura tra tutte le scuole e classi…a memoria l´unico Italiano ad aver vinto questo concorso….ma quante ore io …lui e il registratore… le virgole …i punti..i toni cattivi….i toni suadenti e dolci …e´stato un capolavoro ed e´stato bello..il libro era Schachnovelle die Stefan Zweig e quale soddisfazione vedere la sua fotografia nei giornali….ma mi ha aiutato molto il teatro fatto da ragazzo insieme ad un maestro quale Luca Morelli.
    La terza se n´e´andata da casa ….e´stata colpa mia…e mi fermo li…
    questa pero´a differenza delle altre se ne e´andata con il bambino e questo mi fa´soffrire….mentre Rafael a fine mese cambia domicilio perche´ non vuole piu´viaggiare due ore e mezza per andare all´universita´….nell´insieme 5 ore di viaggio.
    Questo rimaner completamente solo mi mette angoscia e paura…ma sono sicuro che ce la faro´.
    Non ho niente da rimproverarmi se non la mia irruenza il mio impeto e la mia sincerita´che alle volte puo´far anche male perche´ magari ingiusta o sbagliata…
    non dirmi dunque cosa significa vivere senza madre o padre…io lo so benissimo….ne ho fatto l´esperienza….tu no.
    Un post di gc a cui io ho risposto in modo gentile per quanto mi e´possibile…. ha creato questo caos…per uno che non riesce a riconoscere una sconfitta verbale …
    In ogni caso…. cari tutti, ritorno negli inferi…credo cosi di fare quello che la maggior parte in questo blog desidera…..
    Un saluto a te e a tutti e buon proseguimento
    Rodolfo

  38. rodolfo
    rodolfo says:

    Leggo solo ora il post di Pino Nicotri e ne prendo atto….per cui…anche se a parecchi non piacera´continuero´a partecipare.
    Rodolfo

  39. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    Guardi signora 190 che il sottoscritto in vita sua non ha mai diffamato nessuno. Almeno credo.
    Quindi misuri le parole e non faccia sempre il passo più lungo della gamba come, purtroppo, spesso le accade.
    Se io le sto sulle spalle (lo scriva pure senza la esse, figuriamoci se mi scandalizzo..) le garantisco che è contraccambiata in tutto e per tutto.
    Sempre e soltanto per quanto riguarda il politicamente più o meno corretto, ovviamente. Niente, assolutamente niente di strettamente personale. Anche se lei ha avuto sempre difficoltà a capirlo.
    Grazie e buonasera.

    P.S.: Legno Storto era (era?) un sito neofascista e questo lei lo sa bene.

    C.G.

  40. Anita
    Anita says:

    x C.G.

    Dopo Pino Nicotri, proprietario e gestore del forum, Uroburo ed io siamo ancora i “senatori a vita”, percio’ non metta zizzannie, abbia considerazione.

    La faccenda di Rodolfo e’ CHIUSA!
    Closed, geschlossen, ferme`, cerrada !!!!!

    I am pulling rank….!

    Anita

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