Ci sono belve, ci sono uomini coraggiosi, ci sono vili assassini, ci sono ancora morti e distruzioni
La foto è quella di un ragazzino di 15 anni, Nayef Qarmout, che dopo poco è stato ucciso dagli israeliani che bombardavano per l’ennesima volta Gaza forse per la rabbia di non poter attaccare l’Iran o forse come preparazione all’aggressione all’Iran dopo avere “neutralizzato” Gaza. In ogni caso questa nuova aggressione contro l’enorme campo di concentramento chiamato Gaza avviene chiaramente con il permesso di Obama. La storia di Nayef la troverete in fondo. Prima però riporto qualche commento da Facebook che non ha bisogno di aggettivi perché sono lampanti, e qualche commento sempre da Facebook del professore Ariel Toaff, figlio dell’ex rabbino capo di Roma e romano andato a vivere in Israele, dove è docente universitario di Storia medioevale. Ariel Toaff è l’autore del libro “Pasque di sangue” violentemente attaccato dal parlamento israeliano benché fosse edito in Italia. Tanto violentemente, che Toaff dovette scusarsi ed epurare dal suo libro i passi sgraditi al governo israeliano! A Toaff hanno anche tentato di incendiargli la casa, oltre che creato molti fastidi in campo universitario.
Buona lettura.
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Io spero che Israele reagisca finalmente alla continua aggressione di missili qassam dalla striscia di Gaza dando inizio alla operazione “Piombo Fuso 2″.
Io spero che questa volta ne ammazziamo di più dei 1300 della operazione “Piombo Fuso 1″.
http://www.ynetnews.com/articles/0,7340,L-4201983,00.html
Quelle puttane degli scrittori israeliani di sinistra (Grossman, Yeoshua, Oz) sempre pronti a prodigarsi in ruffianate buoniste e pacifiste molto politicamente corrette per compiacere il loro pubblico di lettori europei radical chic hanno veramente rotto il cazzo!
L’attacco ai laboratori nucleari iraniani è doveroso e necessario!
http://www.informazionecorretta.com/main.php?mediaId=4&sez=120&id=43738
L’uso e l’abuso della Shoah. Netanyahu a New York e alla televisione di Israele: “Ahmadinejad minaccia il popolo ebraico e lo Stato di Israele di una nuova Shoah. Israele, insieme agli USA o da sola, deve impedire che si perpetri un nuovo Olocausto”. Perche’ terrorizzare con lo spauracchio della Shoah? Menachem Begin l’aveva gia’ fatto in occasione dell’intervento israeliano in Libano. Nahum Goldman, presidente del Congresso Mondiale Ebraico, l’aveva allora duramente censurato per questo. Vogliamo lasciare una buona volta in pace la Shoah? La Shah non e’ una carta di credito o tanto meno l’orco delle favole!
La radio dei coloni celebra l’eroismo del deputato dell’estrema destra israeliana che, protetto dalla polizia, si e’ recato a Nazareth per caldeggiare la proposta di transfert nei confronti degli arabi israeliani. Qualche settimana fa a Ben Ari e’ stato negato il visto d’ingresso negli Stati Uniti per la sua adesione al movimento terrorista del rabbino Kahane, messo fuori legge negli USA.
Ben-Ari in Lone Protest in Nazareth
Jerusalem Post: I religiosi nazionalisti dell’estrema destra israeliana, nonostante il divieto della polizia, entrano a Nazareth per manifestare contro i deputati arabi alla Kenesset, chiedendo la loro espulsione da Israele. Nessun provvedimento e’ stato preso nei confronti dei fascisti israeliani e delle loro provocazioni.
Far-right MK defies police and enters Nazareth
I missili di Grossman e quelli di Volli (che se ne compiace da lontano).
David Grossman su Repubblica: Sarebbe un grave errore da parte di Israele attaccare l’Iran.
Il commento saccente di Informazione Corretta: Grossman dovrebbe andare a leggersi i libri di storia.
Riportiamo da REPUBBLICA di oggi, 12/03/2012, a pag. 1-27, l’articolo di David Grossman dal titolo ” Israele, non colpire Teheran ” preceduto dal nostro commento, a pag. 29, l’intervista di Fareed Zakaria a Henry Kissinger dal titolo “Kissinger: Per negoziare bisogna dare legittimità al regime degli…
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Israele li chiama effetti collaterali, ma il suo nome è Nayef Qarmout, 15 anni, ucciso mentre giocava
di Massimo RagneddaCommentaUna trentina di persone uccise in pochi giorni: è il tristissimo, e ancora parziale, bilancio dell’ennesimo attacco israeliano dentro la Striscia di Gaza. Venerdì 9 marzo gli aerei da guerra di Tel Aviv hanno iniziato a bombardare la Striscia di Gaza, massacrando militanti dei gruppi di resistenza palestinesi, ma anche donne e bambini. Gli israeliani li chiamano, con un eufemismo che fa meno male e che risulta essere più telegenico e digeribile per i fini palati occidentali, omicidi mirati, mentre le donne e i bambini uccisi, effetti collaterali.
Chiamateli come volete, ma sotto le bombe israeliane, per l’ennesima volta, sono rimasti i corpi senza vita di 26 persone (bilancio provvisorio). Ed è di una di queste tante vittime collaterali che voglio parlare, poiché ha un nome e un cognome, aveva un volto e un sorriso, aveva voglia di giocare e vivere, aveva sogni e speranze rubate dalle bombe sganciate in uno dei 37 attacchi aerei che Israele ha compiuto in 3 giorni.
Si chiamava Nayef Qarmout di appena 15 anni, colpevole di vivere nella Striscia di Gaza che, secondo le parole del Cardinale Martino, “assomiglia sempre più ad un campo di concentramento” dove gli israeliani portano avanti quello che l’ex ambasciatore francese ed esperto di Medio Oriente, Eric Rouleau, definisce un “genocidio al rallentatore”, dietro il silenzio assordante della comunità internazionale. A Gaza si muore ogni giorno sotto le bombe; si muore per le condizioni disumane imposte da Israele; si muore per l’embargo asfissiante che dal 2007 limita l’ingresso di beni di prima necessità. Il professore di origine ebraiche, William. I. Robinson, docente di sociologia della prestigiosa University of California, Santa Barbara, ha definito Gaza come il ghetto di Varsavia. Un’immagine forte e provocatoria ma che non si discosta di molto dalla verità.
In quel ghetto, Nayef giocava con i suoi compagni di classe, all’uscita della scuola, mentre le bombe israeliane cadevano come pioggia dal cielo, uccidendo indiscriminatamente chiunque si trovasse nei paraggi. E lui, con i suoi compagni di scuola, si trovava proprio lì scalzo a dare due calci ad uno straccio arrotolato, mentre una selva di bombe costosissime e letali, gli rubavano per sempre il sorriso e la vita.
Storie di ordinario massacro in Palestina che da oltre sessanta anni aspetta di vedersi riconosciuta come uno Stato indipendente e che vive ogni giorno sotto il ricatto di uno stato occupante. Se vogliamo capire la violenza in Medio Oriente, non si dovrebbe mai dimenticare che la Palestina non è uno stato libero, ma è occupata militarmente dagli israeliani che, nonostante le varie risoluzioni dell’ONU, agiscono indisturbati violando i più elementari diritti umani.
Pensate per un attimo a cosa sarebbe successo se un missile artigianale dei gruppi di resistenza palestinese (in questi giorni, per ritorsione, ne sono stati sparati centinaia) avessero ucciso un ragazzo di 15 anni israeliano: i media occidentali ne avrebbero parlato per giorni. Si sarebbe trattato di una vittima innocente, frutto del terrorismo e della violenza, e messaggi di cordoglio sarebbero giunti da tutto il mondo. Ma è morto un ragazzino palestinese e la vita di Nayef non vale l’inchiostro di un articolo di giornale (tranne l’articolo di Michele Giorgio su il Manifesto). È stato massacrato, assieme ad altre 25 persone, il quindicenne Nayef Qarmout e la sua vita non vale una riga di giornale o un messaggio di cordoglio nel mondo occidentale.
È evidente che questo massacro alimenterà l’odio e le vendette, in quella spirale di violenza e ritorsioni che allontana la pace. È evidente che questo ennesimo massacro butterà benzina sul fuoco e sarà terreno fertile per il terrorismo e i fondamentalismi. È impensabile credere che si arriverà alla pace se Israele continua la sua occupazione militare e continua a bombardare indiscriminatamente. Israele ha il diritto non solo ad uno Stato, ma a vivere in pace e sicurezza, ma non ha il diritto di massacrare civili innocenti come l’adolescente Nayef Qarmout. Israele, come ogni stato, non ha solo diritti, ma ha anche doveri e non solo verso la Palestina ma verso tutta la comunità internazionale. È ora di dire basta e di fermare il genocidio al rallentatore di Gaza. Restiamo umani avrebbe detto Vittorio Arrigoni: la comunità internazionali blocchi questa violenza.
x cc
Scusa, e che vuoi che facesse SMC se non “tamponare” energicamente l’eresia luterana?
Mi pare che tu abbia elencato, un tanto al kilo, tutte manifestazioni religiose o sommamente laiche un po’ alla rinfusa ma che soprattutto sono state sempre ” cibo” all’ignoranza, all’analfabetismo d’andata e ritorno!
Nel ‘500 e ‘600 Roma era una fogna e mezza Europa una cloaca di ignoranza…la Chiesa Vaticana usava tanto bastone e poca carota …che si sarebbe inoltre mangiata solo nell’Aldilà.
Il Vangelo è stato troppo spesso non Messaggio e Viatico, ma mezzo di potere.
Oggi…fin che S.Gennaro ancora si scioglie …non è che abbiamo molto da ridere…o da sperare.
Però chi ha avuto il potere per contrastare quello clericale, non ha saputo e non sa ancora oggi servirsene.
Non aveva e non ha un Messaggio altrettanto forte e convincente.
Uroburo sa solo dire che questa Nazione è fottuta…può essere ma io non l’accetto, perchè ho passato la vita a cercare di porre rimedio a questa deriva.
DEVO credere che qualcosa sia rimasto!
Ti avevo chiesto seriamente che cosa ne pensi delle mani del fisarmonicista!!!
Ricordo quando faceva i primi esercizi a scuola scompariva dietro lo strumento. una tenerezza!!!
Sylvi
Ps Invece il tuo amico oltremanica non sa leggere e quindi non ha capito che io ho sottolineato S. Pietro.
Che il Colonnato sia arrivato a conclusione dell’opera cento anni dopo mi pare normale nelle costruzioni di Chiese.
Che pittima!
Cara Sylvi,
comprendo le tue preoccupazioni in merito a “quello che resta”..e vedere di ragionare magari con ottica diversa ?
Non necessariamente si deve buttare il bambino con l’acqua sporca,ma almeno ci si rende conto di quello che c’è da fare…
Prima di tutto che c’è veramente un’Oceano di Acqua sporca e che inquina tutto…
Non sarà facile per niente con i secchielli bucati !
cc
x cc
Pio Paschini, nella sua accurata Storia del Friuli…( era un monsignore che studiò a lungo a Roma)…dice che furono circa un migliaio i soldati romani con le famiglie al seguito che giunsero in Friuli.
Combattevano per ricavarsi le strade, che ovviamente costruivano gli schiavi. La centuria l’ebbero quando arrivarono.
Sylvi
X sylvi
lei ha scritto che il colonnago del bernini causo’ la riforma…evidentemente non sa scrivere o pensa a causalita’ retroattiva.
Che schiappa
peter
A SPASSO PER LA “OLD CITY”- INCREDIBILE GITA TURISTICA
Ogni sabato di ogni settimana, di ogni mese, di ogni anno, ha luogo una incredibile, pazzesca gita turistica dei coloni all’interno della città vecchia, la parte araba di Hebron.
I coloni, circondati da decine di soldati armati fino ai denti, ascoltano le bugie di una guida che racconta una versione piuttosto fantasiosa della storia di Hebron: le case all’interno della città vecchia sarebbero state rubate agli ebrei dagli arabi, e per questo i coloni vogliono, un giorno, riprenderne possesso…
Ovviamente durante questo perverso tour agli arabi non è permesso circolare liberamente, devono aspettare che passi il corteo e per “motivi di sicurezza” vengono fermati anche i bambini evidentemente scambiati per nani terroristi travestiti da bambini!
Ma giudicate voi stessi dalle immagini che ho girato chi è il provocatore e il prepotente. Ho deciso di togliere l’audio al filmato (tranne in un paio di occasioni) così avrete modo di riflettere maggiormente su ciò che vedete senza farvi distrarre dai suoni. Inoltre, secondo me, senza audio il tutto risulta ancora più grottesco e irreale…(VIDEO: http://www.youtube.com/watch?v=Csy7ydyBomE&feature=youtu.be )
Avete visto? Vi è piaciuto l’applauso finale di autocompiacimento? Avete per caso contato quante volte viene violato il più elementare diritto umano di libera circolazione? Avete osservato bene come centinaia di persone sono costrette ad aspettare, senza discutere, i comodi di poche decine? In quale altro stato “occidentale”, visto che Israele si vanta spesso di questo titolo, sarebbe tollerata una stupidaggine del genere? E, almeno questa volta, non ci sono stati incidenti, ma ho raccolto molte testimonianze di come a volte i coloni per dispetto, e sotto la protezione dei militari, buttino a terra le merci esposte dei commercianti che hanno la sventura di trovarsi lungo il percorso. Non credo che mancherà occasione di mostrarvi anche questo, visto che questa pagliacciata organizzata al solo scopo di provocare gli arabi, si ripete ogni sabato di ogni settimana, di ogni mese, di ogni anno!
Riporto da Facebook
Gavriel Segre
Lo confesso.
Non sopporto più la retorica e la demagogia buonista a buon mercato dei pacifisti israeliani e degli intellettuali ebrei di sinistra sempre pronti a porgere l’altra guancia, anche a Hitler.
Shalom, shalom al senso critico ed all’intelligenza.
http://www.youtube.com/watch?v=9HqveQItJKU&feature=share
Gavriel Segre
I “nuovi storici israeliani” (Benny Morris, Avi Shlaim, Tom Segev, Zeev Sternhell, Ilan Pappe,…) vanno molto di moda nei circoli culturali filopalestinesi.
E’ oramai un vieto luogo comune parlare di “pulizia etnica della Palestina” citando il “piano Dalet” deciso nella Casa Rossa di Tel Aviv in Yarkon Street il 10 marzo 1948.
E fra gli intellettuali ebrei di sinistra, a furia di prendere per oro…
Lbro “Fabricating Israeli History: The ‘New Historians’ (Israeli History, Politics and Society)”
http://www.amazon.com
sylvi { 14.03.12 alle 15:02 } l’Università di Udine ha conferito la laurea magistrale honoris causa al sig. Collavino, friulano migrato in Canadà … Durante la sua lectio ha detto infine:
– ciò che sono diventato lo devo al Canada che mi ha dato le opportunità, ma lo devo prima di tutto alle basi educative e civiche apprese nella mia terra di origine.-
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Cara Silvy,
ma questo vale per ogni essere umano (e non solo umano): ognuno si porta dentro le basi educative che ha ricevuto, anche la mia gatta. Gli esseri viventi non piovono mica giù dal cielo.
E per di più mi sembra del tutto ovvio che chi riceve una laurea honoris causa faccia un bel panegirico di chi gliela dà, dicendo proprio quello che il donatore vuol sentirsi dire.
Ma noi stavamo parlando dell’essere fieri delle proprie origini. Ed io constatavo che trovo singolare esser fieri di una cosa che si ha senza alcun merito. E soprattutto mi chiedevo che ha mai fatto l’Ittaglia per i suoi emigranti perché costoro dovessero esserne fieri. Nulla ha dato, li ha usati per ripianare i suoi debiti in cambio di nulla.
Lei poi capovolge il problema: io non ho detto che ci si debba vergognare per le proprie origini (anche se faccio sempre moooolta fatica a capire come si possa esser fieri di essere cittadini di cotesto stato di cioccolatai), ho detto che non capisco perché si dovrebbe esserne fieri.
Un saluto U.
x Uroburo
sono d’accordo, anche se questo dovrebbe valere per tutti i popoli. Direi che l’unico orgoglio nazionale degli italiani risiede nel patrimonio artistico del paese, cui quasi tutte le regioni diedero contributi significativi, col primato di Roma, Firenze, Venezia, ma anche Napoli. Arte che comprende musica e letteratura.
Se l’Italia e’ un paese bollito la colpa non e’ tutta degli italiani. Bisogna vedere quale spazio gli altri europei ci hanno dato, la divisione politica millenaria del paese, la chiesa parassitaria che e’ un’entita’ sovranazionale, la dubbia ‘funzione’ italiana come nazione in ambito mediterraneo…direi che vi sono molte scusanti storico-geografiche.
Patetica e penosa e’ la Sylvi, che saltella dallo scannetto austro-ungarico a quello friulano-veneto per il suo smodato narcisismo, e si presenta come italiana (cioe’ da come e’) solo per fare la vittima di Roma, dei terroni, dei sindacati, dei titini, e chi piu’ ce n’ha…
Peter
caro Uroburo,
molto schiettamente le dirò che non ho conosciuto molti emigrati che fossero fieri di essere italiani; friulani o veneti sì!!!
Il neo ingegnere Collavino, dopo 50anni ha ancora casa in Friuli, parla il friulano come me, e ha sempre frequentato i Fogolars Furlans canadesi.
I Fogolars non sono mai stati luoghi di riunione per emigranti frustrati o infelici; sono stati punti di aggregazione per informarsi, coordinarsi e soprattutto per essere da tramite con la cultura e la Scuola della Nazione accogliente.
Non si sono adagiati, hanno frequentato le scuole, si sono diplomati.
E tanto più progredivano nella vita sociale del Paese di adozione, in egual misura mantenevano i contatti con la Piccola Patria.
Almeno la stragrande maggioranza.
Ho visto Fogolars in Europa, mio marito ha visto quello di Toronto e di Vancouver.
In tutti la biblioteca bilingue è imponente e importante.
Hanno organizzato, e organizzano tutt’ora scambi economici e culturali soprattutto per i giovani.
La Regione finanzia , per la sua parte, le attività.
Poi possono esserci le Feste e la grappa…direbbe qualcuno!!!
E anche il S.Daniele e il frico con il Friulano e il Pinot grigio.
Sia come sia , e questo mi ha spesso colpito, sono fieri di essere ciò che sono, dove sono e da dove vengono!
buonanotte
Sylvi
x Sylvi
allora fatevi un blog di ‘fogolars’ della minchia, parlatevi nella vostra ‘lingua’ orripilante, e non scassate le palle a coloro che, nel bene come nel male, si riconoscono come italiani ed affrontano la musica
Peter
x Sylvi.
Quando ci fu da raccogliere fondi per consentire a una bambina siciliana, disabile con gravi disfunzioni cerebrali, di fargli fare una speciale terapia costosissima, il “Fogolar furlan” come del resto tante altre associazioni italiane, fu molto generoso.
Posso attestarlo perchè la lettera la scrissi io e il danaro ricevuto è passato per le mie mani.
C.G.
x CC -41-
“Cara Anita,
come al solito hai ragione ,infatti,”non ne sono sicuro”, ovvero comincio a farmi la strana idea che il “parlar d’altro” sia una strategia,che in genere ha due ragioni:…..”
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Caro CC,
non mi dare troppo credito, a parte il fatto che non ti capisco, non ho la minima idea di cosa discutete.
Come potrei inserirmi nei vostri post? Non sono alla vostra altezza intelletuale…
A) Se mi fai domanda direttamente, senza sarcasmo occulto o ovvio, ti rispondo secondo le mie capacita’.
B) Nessuna strategia, potresti fare la stessa domanda ai vari Shalom, o agli ignoti che postano solo un titolo di un articolo, lenzuolate in Italiano e in Inglese, cosi’, di palo in frasca….
C) Chi dovrei depistare , confondere, intrallazzare..ect,ect…????
Non credo di esserne capace e non varrebbe la pena di spremermi le meninge per un semplice forum di quattro gatti, semmai lo farei alla grande.
Mi prendi per una Mata Hari?
Ma va’….non far ridere i polli.
Anita
CISGIORDANIA: RAPPORTO UE CONDANNA VIOLENZA COLONI
Ma l’Olanda non lo sottoscrive e per un anno ha cercato di impedirne la pubblicazione. Si sono triplicati negli ultimi tre anni gli abusi e le aggressioni compiute dai settler
MICHELE GIORGIO
Gerusalemme, 15 marzo 2012, Nena News – L’Olanda starebbe cercando di impedire la pubblicazione di un rapporto sulle violenze dei coloni israeliani nei Territori occupati palestinesi, redatto dai capi missione dell’Unione europea con uffici a Gerusalemme o Ramallah. Abbiamo ottenuto la bozza del documento da una autorevole fonte europea. Gli olandesi, spiega la fonte, da un anno bloccano la presa di posizione dell’Ue nonostante gli ultimi mesi abbiano fatto registrare un’impennata degli atti di violenza e degli abusi compiuti dai coloni, che hanno preso di mira non solo i palestinesi e le moschee ma anche alcune chiese e persino una scuola arabo-ebraica a Gerusalemme.
Il rapporto era pronto già ad aprile di un anno fa ma le pressioni olandesi (e di altre parti) l’hanno tenuto chiuso nel cassetto per tutti questi mesi. Poi, ad inizio anno, i capi missione dell’Ue (in tutto 22 tra Gerusalemme e Ramallah) hanno deciso di aggiornarlo. L’ultima bozza risale alla fine del mese scorso e, stando alla fonte europea, sarebbe l’ultima e pronta per la diffusione. L’Olanda, uno dei paesi europei più vicini a Israele, però continua ad esprimere riserve sul testo che contiene una netta condanna delle frange più radicali del movimento dei coloni e sollecita il governo Netanyahu ad applicare la legge nei confronti dei cittadini israeliani residenti nei Territori occupati palestinesi.
Il rapporto, nella sua versione aggiornata, prende in esame il cosiddetto «price tag», il prezzo da pagare, ossia le azioni violente contro i palestinesi attuate da coloni in risposta a decisioni del governo israeliano ritenute «favorevoli agli arabi». In sostanza sono i palestinesi a pagare il costo di eventuali (e in verità piuttosto rare) iniziative dell’esecutivo non in linea perfetta con la colonizzazione. Il «price tag» è scattato, ad esempio, tutte le volte (ben poche) che è ordinato lo sgombero di un avamposto colonico costruito in Cisgiordania senza il permesso del governo.
I dati contenuti nel documento riferiscono che nel 2011 i coloni hanno compiuto 411attacchi contro i palestinesi, contro i 266 del 2010 e i 132 del 2009. Aggressioni costate la vita a tre palestinesi e il ferimento di altri 183 (nello stesso periodo sono stati uccisi otto coloni, cinque dei quali appartenenti alla stessa famiglia). Più di 10mila nel 2011 sono stati gli alberi palestinesi tagliati o distrutti perché vicini alle colonie. Infine, ma non per importanza, i capi missione europei sottolineano che il 90% delle denunce palestinesi contro le violenze dei coloni, sono state archiviate . L’Ue quindi scrive che continuerà a monitorare quanto accade nei Territori occupati e a sollecitare Israele a rispettare i suoi obblighi nei confronti delle leggi internazionali. Gli europei ribadiscono che tutti gli insediamenti israeliani in Cisgiordania (circa 130), e non solo gli oltre cento avamposti, rimangono illegali.
Dalle raccomandazioni finali tuttavia è sparita quella che prevedeva restrizioni ai viaggi in Europa per i principali esponenti dell’ala dura del movimento dei coloni, contenuta nel testo preparato un anno fa. Più determinati dei paesi europei, almeno in questa occasione, sono stati gli Usa che hanno negato il visto d’ingresso al deputato ultrazionalista Michael Ben Ari (Unione nazionale) in procinto di partire per Washington con una delegazione di parlamentari della Knesset. La decisione ha fatto infuriare lo speaker del parlamento israeliano, Rueven Rivlin, che ha annullato il viaggio negli Usa. Nena News
ECCO IL VIDEO DEL FUNERALE DEL BAMBINO DELLA FOTO IN ALTO. PIU’ IL FUNERALE DI UN ALTRO BAMBINO PALESTINESE UCCISO DAGLI ISRAELIANI. PER LORO OBAMA NON VERSA LACRIME….
http://www.youtube.com/watch?v=ShD0HR0w_14&feature=related
http://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=BsPtYJsOog0
cara Anita,
quel buontempone di CC parla di intrallazzare, depistare, confondere…e lo dice a noi due, perchè è ben bravo lui a fare tutte queste giravolte.
Inoltre lui è veramente maestro a saltare da palo in frasca e se ti può consolare, spesso nemmeno io, informata un po’ di più sulle vicende italiane, riesco a seguirlo nei suoi ghirigori letterari.
E’ sicuramente colto ma come tu ripulisci il computer di tanto in tanto ( a me lo fa mio figlio!) così lui avrebbe bisogno di un po’ di riorganizzazione dei dati che ha nel cervello!!!
Poi, per intrallazzare, depistare ecc. penso bisognerebbe tenere un archivio aggiornato su tutte le notizie che appaiono, predisporre dei file (suppongo) appositi e tutto un lavoro di copia e incolla…figurati!!!
Mi aiuta ancora una buona memoria che mi permette di cercare ciò che mi interessa…ma faticare per intrallazzare?
Hai ragione, o lo si fa alla grande…o ciccia!!!
Però…ora che ci penso…DEPISTARE alla buona, suvvia,… un paio di blogghisti sospettosi e saccenti…
ci penserò…
buon riposo a te
Sylvi
x il falso Shalom
Finché usa nomi falsi qui per lei non c’è posto.
Caro Peter (e Silvy),
il discorso che lei fa, ovviamente giustissimo, è però molto vecchio e riguarda il rapporto tra la grandezza del passato ed il presente.
Un presente vissuto, questo è il tema, con orgoglio.
E’ chiarissimo che la cultura che ha fatto variamente capo alla penisola italiana è stata preclara in un lontano passato ed ha rappresentato un unicum nello sviluppo culturale dell’umanità, almeno in occidente, per diversi secoli.
La cultura scolastica, il massimo della cultura medievale, ha una grande impronta “ italiana” (Anselmo e Tommaso) anche se i suoi rappresentanti più significativi sono francesi, Abelardo, oppure angli, Bacone e Guglielmo da Occam.
Il Rinascimento è solo “italiano” e l’arte “italiana” rimane all’avanguardia fino a tutto il Settecento.
Italiana è stata per secoli e secoli la musica, che ancora ne usa la lingua. In filosofia Galileo è l’iniziatore del metodo scientifico moderno.
Tutto questo è verissimo è dimostra la straordinaria importanza storica di quell’area che è poi divenuta il nostro paese.
Ma tutto questo passato in qual modo si riverbera nel nostro attuale presente?
Lei cosa penserebbe se gli attuali cittadini di Sparta pensassero di essere gli eredi, sul piano psicologico e del coraggio, di Leonida? O se gli attuali egiziano si ponessero come gli eredi di Ramesse II? Che senso avrebbe esser fieri di essere discendenti di Gengiz Khan per un qualunque pastore mongolo? O per un pecoraio irlandese o scozzese essere discendente di un re?
Io penso che il merito e quindi l’orgoglio debba essere individuale, relativo a quel che ho fatto io, altrimenti hanno ragione i nobili ad esibire litri e litri di sangue blu, pur non avendone alcun merito.
Secondo me noi ci identifichiamo nelle glorie, inalienabili, del passato per non fare i conti con il nostro tragico presenta, proprio come il sottoproletario tifa per la grande squadra e gli sembra di essere un vincitore anche lui.
Ma è un errore, egli rimane comunque il pezzente che è sempre stato.
Un caro saluto U.
PS. E’ ovvio che non sto criticando l’attaccamento alla propria famiglia, alle proprie tradizioni,alla propria lingua. Critico il farne una ragione di fierezza invece che non un dato di fatto.
Io non sarei fiero di avere gli occhi verdi, tanto per fare un esempio, meli terrei come una mia caratteristica. Nè più nè meno della forma delle orecchie.
Un saluto U.
Ariel Toaff
I fiancheggiatori indesiderati e maleodoranti.
Giulio Meotti, un reazionario non ebreo travestito da colono israeliano, il cui foraggiamento parte da lontano e non parla italiano, ha suscitato il netto dissenso anche di intellettuali israeliani dal mainstream come Sergio Della Pergola. Ora se la prende una volta di piu’ con altri noti ebrei “odiatori di se stessi”, infedeli e nemici, in base all”idea che Meotti stesso si e’ impegnato (con chi?) a dare del sionismo e dell’ebraismo. Il problema e’, come si evince dall’articolo, che l’illustre giornalista pronto ad affittare la sua modesta penna per un piatto di lenticchie, non si sa quanto kasher, e’ evidentemente daltonico e non vede differenza alcuna tra Tel Aviv e Karne’ Shomron, tra Haifa e Yizhar, tra Beer Sheva e Kiryat Arba, tra Israele e i territori occupati dai coloni in Cisgiordania. “E’ tutto mio. Anzi e’ tutto vostro”.Il Meotti e’ un altro che non si vergogna di preparare ogni giorno nuove e cervellotiche liste di epurazione, dettategli dagli estremisti clerico-fascisti della destra colonica israeliana con cui disinteressatamente ha fatto lega.
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http://www.informazionecorretta.it/main.php?sez=90
Quanti giornalisti occidentali avevano dichiarato, prima del massacro dei Fogel, che i palestinesi hanno il diritto di attaccare le città come Itamar?
Bruce Bawer, il giornalista americano che vive in Norvegia, è l’autore di un nuovo libro, appena pubblicato, dal titolo “I nuovi Quislings”, una vera e propria sferzata contro la caccia alle streghe e l’isterismo che hanno avvelenato l’Europa dopo la carneficina avvenuta l’anno scorso, nel campeggio di giovani vicino a Oslo.
Il termine “Quisling” è nato in Norvegia, dal nome del politico che ha incoraggiato l’invasione nazista del proprio paese. Nonostante lo splendido libro di Bawer sia incentrato sulla Norvegia, esso getta una nuova luce su un fenomeno che sta mettendo radici profonde: la notte dell’Europa e dei suoi intellettuali, collaborazionisti come lo furono a Vichy.
In tutta Europa scorre un fiume di denaro sporco e insanguinato, che foraggia chi incita al boicottaggio anti-ebraico, isieme alla diffusione di menzogne contro Israele sotto forma di “giornalismo obiettivo” e “ricerca accademica”.
Questo facilita la carriera di quegli intellettuali che tradiscono così la loro professione, demonizzando continuamente lo Stato di Israele.
Oggi a Oslo non ci sono quasi più Ebrei, tuttavia la capitale norvegese è diventata uno dei centri globali del nuovo anti-semitismo.
Gli ebrei sono poco più di un migliaio in città, e cercano di essere il meno visibili possibile.
E’ come durante la Shoah: anche se gli ebrei erano pochi, questo non impedì a poliziotti cresciuti in buone famiglie norvegesi di guidare gli invasori tedeschi fino ad un liceo per arrestare una ragazza ebrea e spedirla ai campi di sterminio.
In un famoso editoriale apparso su ‘Aftenposten’ nel 2006, titolato sarcasticamente “Il popolo eletto di Dio”, Jostein Gaarder, autore del best seller “Il mondo di Sofia”, scrisse che “non dobbiamo più riconoscere lo Stato di Israele, non dobbiamo credere all’idea che esista un ‘popolo eletto di Dio’, il presentarsi come popolo eletto di Dio non solo è stupido e arrogante, ma è un crimine contro l’umanità”.
Il libro di Bawer racconta la storia di Lars Gule, ex presidente dell’Associazione Umanista Norvegese e figura di alto profilo nei circoli culturali norvegesi. Nel 1977 Gule aderì al Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina, il gruppo terroristico responsabile del massacro a Maalot nel 1974, in cui furono uccisi 22 studenti israeliani.
Gule fu incaricato di far esplodere una bomba in Israele nel 10°anniversario della Guerra dei Sei Giorni, ma all’aeroporto di Beirut venne fermato per aver nascosto tra i libri nel suo zaino 750 grammi di esplosivo.
Leggendo il coraggioso pamphlet di Bawer, ci tornano in mente nomi divenuti icone famose, come Gide, Claudel, Romains, Picasso, Malraux e Piaf, così come i nomi d’intellettuali comunisti francesi che nel 1953 organizzarono una manifestazione a Parigi a sostegno della politica sovietica, secondo cui i medici ebrei avevano assassinato dei leaders comunisti.
Sopra tutti spicca il nome di Jean-Paul Sartre, l’incarnazione dell’impegno culturale, il guru umanista che aveva rifiutato il Premio Nobel per la letteratura e fondato il giornale di sinistra Libération.
Durante l’occupazione nazista di Parigi, Sartre fu un cinico profittatore, esclusivamente interessato alla propria carriera letteraria e pronto al compromesso con le autorità naziste. Sartre collaborava alla rivista “Comoedia” finanziata dai nazisti; il suo testo, “Le mosche” ottenne l’approvazione della censura tedesca. La sua compagna, la dea della letteratura, Simone de Beauvoir, lavorò per “Radio Vichy”, la radio nazionale francese filo-tedesca. Dopo la guerra, Sartre ricostruì la sua immagine come “gran resistente”.
Ormai conosceva bene l’esistenza degli orrori nei gulag sovietici, ma non ne parlò mai per “non scoraggiare il morale degli operai di Billancourt”.
Molto meno noto è il suo consenso al terrorismo arabo: quando nel 1972 alle Olimpiadi di Monaco di Baviera 11 atleti israeliani furono massacrati, Sartre scrisse: ” Il terrorismo è un’arma terribile, ma i poveri oppressi non ne hanno altre”.
La lezione che si evince dalla storia di Sartre e dal libro di Bawer stimola a stare all’erta oggi: vale a dire che si deve riflettere sul fascino verso il totalitarismo della jiadh e il terrorismo palestinese da parte degli intellettuali occidentali e sul loro silenzio su questi temi.
Rivela inoltre quanto sia profondo l’odio anti-ebraico che divora le menti dell’élite intellettuale europea. Quando schiere di “martiri arabi”hanno cominciato a farsi esplodere nelle strade di Gerusalemme, Tel Aviv, Afula e Karnei Shomron, quanti intellettuali occidentali espressero questa sartriana, ignorante empatia per la furia omicida?
A quel tempo il Guardian pubblicò un editoriale intitolato “Israele non ha il diritto di esistere”. Oggi, gran parte degli intellettuali europei, accademici, scrittori e giornalisti, sono fra coloro che letteralmente riabilitano il male, giustificando il massacro di ebrei.
Quanti sono i giornalisti occidentali che hanno dichiarato prima del massacro dei Fogel, che i palestinesi hanno il diritto di attaccare città come Itamar?
Tom Paulin, il poeta irlandese, ha sostenuto che “si dovrebbe far fuori i coloni nati a Brooklyn”. Inoltre ha aggiunto: ” Io non ho mai creduto che Israele abbia il diritto di esistere”. (Sembra che si stia avverando una visione nazista, alcune note icone culturali hanno anche parlato di eliminare qualsiasi presenza israeliana dalle istituzioni accademiche e di interrompere qualsiasi cooperazione scientifica con Israele).
Zygmunt Bauman, uno dei sociologi più influenti al mondo, di recente, in un’intervista al settimanale polacco Politika, ha paragonato la barriera di difesa israeliana anti-terrorismo al ghetto di Varsavia, da cui 400.000 innocenti, pacifici ebrei furono eliminati nelle camere a gas di Treblinka.
Non dimentichiamo l’illustre sociologo francese, Edgar Morin, che ha definito Israele “un cancro”. Lo storico tedesco Ernst Nolte, ad un congresso in Italia disse : ”L’unica differenza tra Israele e il Terzo Reich è Auschwitz” e “La simpatia per i palestinesi è più diffusa di quella per le vittime della Shaoh”.
Ma anche l’autore svedese di best sellers, Henning Mankell, che partecipò alla Flotilla pro Hamas, e lo storico italiano Angelo D’Orsi, che si rammarica solo che “forse è troppo tardi” per annullare Israele perché “ lo scandalo è l’esistenza stessa di quello Stato ”.
A.N. Wilson, un importante scrittore inglese, ha “con disgusto” concluso che Israele non ha più alcun diritto di esistere.
Questa egemonia giudeofobica viene esercitata sui quotidiani, cinema, riviste, libri ed eventi culturali. Resta in circolazione come i rifiuti sintetici e come la plastica, non scompare per generazioni. E’ come l’inquinamento.
L’anti-semitismo non stupisce più la gente.
Le mani dei nostri intellettuali occidentali, collaborazionisti come a Vichy, grondano di sangue israeliano.
Giulio Meotti scrive sul Foglio, tiene una rubrica settimanale su Arutz Sheva, scrive per Wall Street Journal, Commentary, Ynet. Ha pubblicato il libro ” E continueranno a danzare ” (Lindau Ed.), tradotto in inglese con il titolo ” A New Shoah” (Encounter Pub.), la storia delle vittime israeliane del terrorismo palestinese.
caro Uroburo,
scendo sul personale, come al solito, ma lei che è intelligente, saprà sicuramente trovare motivi che dal particolare ascendano al generale.
Ho un cugino di una decina d’anni più vecchio di me.
Uno dei tanti nati dalle politiche fasciste di incentivo alla moltiplicazione.
E’ migrato in Francia a 17anni, con una licenza di avviamento professionale e un corso di disegno tecnico.
Quali e quanti siano stati esattamente i sacrifici affrontati, non lo so; so solo che spesso mi diceva che la scuola più efficace erano le umiliazioni patite sul lavoro e la volontà di imparare e migliorare da esse.
Ha fatto una certa strada e vive moderatamente agiato.
E’ uno curioso, che ha girato quasi tutto il mondo, con un particolare interesse per i Paesi che hanno sperimentato e sperimentano Governi di sx.
Non so se è a causa di ciò che un convinto socialista come lui sia così lucido nel giudicarli.
In Italia, e intendo NON il Friuli, ci è è venuto parecchie volte.
Abbiamo organizzato insieme più di un viaggio lungo lo Stivale,
con visite a Città, Chiese, Musei e quant’altro.
Appassionato cinefilo, girava con la sua camera …filmava,filmava e io leggevo le didascalie delle Guide sullo sfondo.
Al rientro in Francia ne faceva , con vera abilità di taglia e cuci, prima delle cassette e poi dei CD che spediva a me, in Canada , in Sudafrica, in Australia.
Era il cocco dei Fogolars di mezzo mondo.
Non ha però dubbi su qual’è la Terra dove vive e dove sarà sepolto; entra in crisi nervosa soltanto quando la grandeur francese sminuisce la civiltà italiana…( italiana intesa come cultura e opere d’arte dell’intera Penisola….x il rompiballe oltremanica).
Ma anche per lui il Friuli è Aquileia romana, i Longobardi, la scuola e la burocrazia di Maria Teresa che ha abolito l’analfabetismo già nel ‘700; e Venezia e la sua democrazia.
E l’alto senso di civismo che respiriamo con il primo vagito.
Ha letto e studiato e ha trovato un luogo e uno spazio comune fra le Nazioni che è ancora il futuro d’Europa.
E siamo perfettamente in sintonia.
Ecco chi sono, caro Uroburo, gli emigrati che possono tranquillqmente, senza ansia e affanno, ma con fierezza, sentirsi veramente cittadini del mondo.
Figli di una grande quercia che si è espansa, ma le radici restano dove sono sempre state.
Il nostro italico presente “pezzente” come lo chiama lei???
Mio cugino dice ridendo che:
– se Atene piange, nessuna Sparta ride!!!
me lo dici tu che hai studiato!-
cordialità
Sylvi
Cara Silvy,
lei mi ha spiegato molto bene perchè suo cugino è molto attaccato al suo paese di origine. Nessun commento da parte mia: prendo volentieri atto.
L’attaccamento alle proprie origini può durare tutta una vita, che ci sarebbe di male?
Questo sentimento però vale per i cittadini di tutti i paesi, com’è giusto.
Noi parlavamo della fierezza di essere italiani e/o friulani. Francamente non ne vedo. Dopo di che suo cugino avrebbe tutte le ragioni ad essere fiero di quel che ha fatto, ed a me sembrerebbe giusto.
Ma io non riesco ad essere fiero di D’annunzio e del Cadorna, del Truce e di Badoglio; di Ciancimino, del Grassi e del Banana, del Bassi e via degradando.
Una sola annotazione sul suo messaggio: faccio un po’ fatica a prendere per regime democratico la Serenissima Repubblica, che era un’oligarchia estremamente chiusa ed occhiuta e, dal Settecento in poi, totalmente parassitaria: Venezia era diventata nulla più che la patria dell’eterno carnevale. La sua indecorosa fine lo dimostra. U.
Un saluto U.
Massimo D’Alema riconosce «grandi meriti al governo Monti» e ricorda agli smemorati di questo Paese «oggi che lo spread è sceso sotto i 300 punti. Ma quando noi nel 2008 lasciammo il governo lo spread era a 34 punti. E Padoa Schioppa non aveva nulla da invidiare ai tecnici di oggi».
Quindi D’ Alema aggiunge: «Monti è stato una svolta straordinariamente positiva rispetto a Berlusconi, non rispetto alla politica. La politica è un concetto più vasto e diverso da Berlusconi».
x Uroburo
siamo d’accordo che nessun popolo possa vivere ‘di rendita’, cioe’ sedersi su allori passati per non fare i conti col presente.
Oggi piu’ che mai l’Italia e’ arretrata e corrotta, ed ai margini della ‘grande’ politica internazionale. Io insisto solo che la colpa non puo’ essere SOLO degli italiani per il presente stato di cose, a costo di passare per fatalista.
In generale, non penso che orgoglio o fierezza nazionali siano buone cose, infatti ci danno molta irritazione quando le ravvisiamo nei tre popoli tradizionalmente ‘arroganti’ d’Europa a detta di tutti (anche asiatici ed africani), cioe’ francesi, tedeschi ed inglesi…loro pero’ possono andare fieri di un livello di corruzione molto inferiore, di una buona organizzazione dello stato e servizi pubblici, e soprattutto di minori differenze di standards e servizi, ovvero discriminazioni, tra aree diverse di ciascun paese al suo interno, a differenza di come accade in Italia tra penisola ed isole, e nella penisola tra nord e sud…
La mia (modesta) cultura classicheggiante non mi ha per nulla aiutato a trovare lavoro, lo ha fatto invece la mia conoscenza delle lingue, che iniziai a studiare seriamente a 16 anni, ebbi almeno il sale in zucca per capirlo a quell’eta’ ed in una zona ai margini di tutto. Ho dovuto forzarmi a dimenticare molte cose apprese in Italia dalle elementari all’universita’ perche’ addirittura nocive e controproducenti in qualunque paese moderno ben organizzato…
Peter
http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/netanyahu-is-preparing-israeli-public-opinion-for-a-war-on-iran-1.418869
Netanyahu is preparing Israeli public opinion for a war on Iran
http://www.haaretz.com
In reference to Netanyahu’s AIPAC speech, Haaretz’s editor-in-chief says that what looks like a preparation for war, acts like a preparation for war, and quacks like a preparation for war, is a preparation for war.
Ariel Toaff
Aluf Ben, direttore di Haaretz: Netanyahu sta preparando l’opinione pubblica israeliana alla guerra con l’Iran “per evitare un secondo Olocausto”.
Sergio Della Pergola questa sera alla televisione israeliana: La societa’ iraniana e’ nella sua stragrande maggioranza una societa’ di tipo occidentale, sensibile ai valori della democrazia e mentamente lontana dalla leadership fondamentalista degli Ayatollah.
http://www.haaretz.com/news/diplomacy-defense/netanyahu-is-preparing-israeli-public-opinion-for-a-war-on-iran-1.418869
Netanyahu is preparing Israeli public opinion for a war on Iran
http://www.haaretz.com
In response to Netanyahu’s AIPAC speech, Haaretz’s editor-in-chief says that what looks like a preparation for war, acts like a preparation for war, and quacks like a preparation for war, is a preparation for war.
Ma la Sanita’ non era gratis e per tutti?
Sanità, i tagli pesano sugli italiani Spesa privata sempre più alta – Repubblica.it
http://www.repubblica.it/salute/2012/03/15/news/sanit_i_tagli_pesano_sugli_italiani_spesa_privata_sempre_pi_alta-31569815/?ref=HREC2-2
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X CC
Non cambio discorso e non cerco di sidetrack-depistare nessuno, mi attengo a quello che leggo ed a quello che ascolto in Italiano ed in Inglese.
Il mio problema e’ che diversi su questo forum seguono solo un unico binario, ciecamente…..
Anita
x Uroburo
Mi sbaglio o abbiamo una cosa in comune?
Gli occhi verdi….???
E’ il colore dalla parte di mio papa’, mia mamma aveva gli occhi blu chiaro.
Mio figlio minore aveva gli occhi verdi come i miei.
Cordiali saluti,
Anita
Cara Anita,
il mio era solo un esempio, non ho gli occhi verdi. Che sono, nel complesso, piuttosto rari.
Conosco una persona che ha gli occhi blu, un blu piuttosto scuro, ma che a volte, secondo le condizioni della luce, appaiono verdi.
Due occhi molto belli.
Un caro saluto e complimenti a lei. U.
Caro Peter,
gli scandinavi farebbero bene ad esser fieri dello stato sociale che
hanno costruito e difeso. Gli inglesi della loro secolare oligarchia democratica. I tedeschi della loro tenacissima volontà di rinascita. Gli olandesi e gli svizzeri della loro capacità di comporre i conflitti sociali.
I greci ne avrebbero un po’ meno se volessero essere fieri di Sparta o Atene o gli egiziani delle piramidi. O noi del Colosseo.
UN saluto U.
x Uroburo
la fierezza implica sempre un giudizio negativo a discapito di qualcun altro. Gli stranieri ammirano la bellezza, varieta’ e ricchezza del patrimonio artistico italiano senza sentirsene offesi o sminuiti, magari ne sono invidiosi senza ammetterlo, e ne hanno spesso fatto man bassa quando hanno potuto, i francesi piu’ di chiunque altro, poi i tedeschi, seguiti a distanza dagli inglesi che almeno pagavano. Questo e’ per Sylvi.
In generale l’orgoglio nazionale e’ una caratteristica negativa, parente stretta del razzismo. Anche l’orgoglio regionale, ovvio, anzi e’ peggiore perche’ piu’ gretto e provinciale
Peter
: faccio un po’ fatica a prendere per regime democratico la Serenissima Repubblica, che era un’oligarchia estremamente chiusa ed occhiuta e, dal Settecento in poi, totalmente parassitaria: Venezia era diventata nulla più che la patria dell’eterno carnevale. La sua indecorosa fine lo dimostra. U.
caro Uroburo,
contesto la sua affermazione sulla democrazia a Venezia.
Intanto ne ‘700 Venezia era una potenza da oltre 700anni appunto ed è vero che si avviava al tramonto.
Ma, e qui dovrei rafforzare le mie affermazioni con documenti ma non ho tempo ora, il sistema di governo della Serenissima era democratico perchè le decisioni del Doge e dei Dieci erano sempre avvallate dal popolo.
Le guerre erano sempre finanziate dal popolo veneziano e le leggi valevano allo stesso modo per tutti, anche per i Dogi e i figli dei Dogi .
Mi meraviglia che uno studioso di storia come lei abbia fatto un’affermazione del genere.
Certo che il Friuli, ad esempio, fu sempre considerato “contado” o anche “terra ferma” da sfruttare per il benessere della Città.
Ma ci sarebbe parecchio da dire per contestare la sua affermazione sulla “oligarchia” veneziana…forse lo era verso la sua fine…infatti cadde!
Buonagiornata
Sylvi
seguiti a distanza dagli inglesi che almeno pagavano. Questo e’ per Sylvi. Peter
BALLE!
Vada a guardarsi le pinacoteche inglesi, si legga bene i cartellini a lato sulla provenienza e la smetta di dire emerite sciocchezze.
Ps: il suo orgoglio di novello suddito di SMB fa veramente piangere i coccodrilli!
S.
http://www.corriere.it/esteri/12_marzo_15/isreale-shalit-padre-dichiarazioni-cruccu_1437629c-6ec8-11e1-850b-8beb09a51954.shtml
Il padre di Shalit: «Se fossi palestinese,
rapirei un soldato israeliano»
Dichiarazioni choc alla televisione di Gerusalemme:
«Pronto a trattare con chi ha sequestrato mio figlio»
MILANO – Per cinque lunghi anni è diventato un volto familiare per gli israeliani e non solo. Noam Shalit, il padre di Gilad, il soldato rapito da Hamas, si è visto tante volte mentre perorava la causa della liberazione del figlio, una sorta di «papà coraggio».
«L’ABBIAMO FATTO ANCHE NOI» – Ora che Gilad è stato liberato, a ottobre nell’ambito di uno scambio con prigionieri palestinesi, Noam, come riporta il Guardian, ha rilasciato diverse dichiarazioni alla tv israeliana. Che hanno scatenato un vero terremoto a Gerusalemme: «Se io fossi palestinese, rapirei un soldato israeliano». Adducendo ragioni di natura storica: le tecniche dei paramilitari sionisti al tempo della guerriglia contro l’occupazione britannica, non erano molto dissimili da quelle dei militanti di Hamas, sostiene Noam: «Anche noi rapivamo i soldati inglesi quando stavamo combattendo per la nostra libertà».
CANDIDATO PER I LABURISTI – Noam, che si candiderà tra le file dell’opposizione laburista alle prossime politiche, ha dichiarato pure di «esser pronto a parlare con chiunque abbia intenzione di parlare con noi». Tradotto, anche con Hamas, cosa che Israele al momento si rifiuta di fare. E sarebbe pronto a stringere la mano del rapitore di suo figlio, qualora questi diventasse il capo del governo palestinese, se servisse:« Se [Hamas] cambia la sua visione ed è disposta a riconoscere l’esistenza di Israele, sì, gli stringerei la mano». Non c’è che dire, un vero terremoto.
Matteo Cruccu
Twitter: @ilcruccu
x Sylvi
di sciocchezze emerite lei potrebbe scriverne un’antologia…delle sue, intendo…
I cartellini li leggo, ed anche se le opere erano fatte in Italia nom erano certo rubate, dato che gli inglesi non hanno mai invaso la penisola, e nella Seconda GM non svuotarono certo i musei italiani.
Invece Carlo VIII, i lanzichenecchi a Roma, Napoleone, gli spagnoli e gli austriaci per secoli…la sua memoria storica e’ pressoche’ inesistente.
Tuttavia e’ anche vero che artisti italiani lavoravano spesso presso le corti straniere, vedi Leonardo, Canova, e tanti altri
Che Venezia sia mai stata una democrazia e’ davvero una barzelletta di pessimo gusto…ma per lei era ‘democratico’ il Friul dei focolari del medio evo, il che e’ tutto dire. Immagino che fosse democratico anche il Fascismo per via del gran consiglio…
Peter
AIC – Alternative Information Center
15.03.2012
http://www.alternativenews.org/italiano/index.php/topics/11-aic-projects/3476-foto-nuove-demolizioni-ad-al-jiftlik-valle-giordano
FOTO: nuove demolizioni ad al-Jiftlik, Valle Giordano
di Marta Fortunato
“Ero a casa con alcuni ospiti, ho visto i bulldozer israeliani arrivare e ho fatto velocemente uscire tutti. Non ci hanno nemmeno dato il tempo di prendere i nostri averi, hanno distrutto tutto” ha raccontato disperato Ibrahim Mubarak Yousef Bsharat, seduto sulle rovine della sua casa.
Ieri pomeriggio l’esercito israeliano è entrato nel villaggio di al-Jiftlik (Valle del Giordano) con 12 jeep militari ed un bulldozer e ha demolito tre case sfrattando 22 persone.
La prima demolizione è avvenuta alle 16 nella comunità agricola di Abu al-Ajaj, nel villaggio di al-Jiftlik. I soldati hanno circondato la casa della famiglia dichiarato l’area ‘zona militare chiusa’.
Ayman Meteb Mahmoud Ideas, la moglie e i suoi cinque figli hanno avuto 30 minuti di tempo per svuotare la casa, ma come ha riferito il proprietario della struttura demolita, “molte cose sono rimaste all’interno. La mia cucina, e tutti gli utensili sono seppelliti sotto le macerie”.
Il resto è stato messo in salvo vicino ai resti della casa: cuscini, vestiti, giochi per bambini, tutto è accatastato in sacchetti, valigie aperte o semplicemente appoggiato per terra. Ayman aveva ricevuto un ordine di demolizione a fine dicembre.
Poco dopo le jeep dell’amministrazione civile e dell’esercito israeliano si sono dirette verso la casa di Ibrahim e l’hanno demolita senza permettere alla famiglia di salvare i propri averi.
“Avevo ricevuto un ordine di stop di costruzione e da quel momento avevo smesso di costruire” ha raccontato il proprietario all’Aic – che cos’ho fatto di male? Vivevo in questa casa da quattro anni, ora dove andrò a vivere?”. Tutto è stato distrutto dai bulldozer, il letto matrimoniale è seppellito sotto le macerie, i trucchi, la spazzola, gli effetti personali, sono tutti a terra, aperti, schiacciati.
L’ultima demolizione è avvenuta prima del tramonto nell’area di Makhroq nel villaggio di al-Jiftlik. Una casa di metallo, utilizzata d’estate dalla famiglia di Sulaiman Tawfiq Daraghmeh, è stata distrutta dai bulldozer israeliani. Dato che il proprietario non era presente, non è stato possibile salvare quanto si trovava all’interno.
Con le demolizioni di ieri, il numero di strutture abitative distrutte negli ultimi tre giorni nella Valle del Giordano è salito a 6. Il 13 marzo infatti le autorità israeliane erano entrate nel villaggio di Fasayil al-Wasta ed avevano raso al suolo 3 tende e 5 baracche per animali.
NON CI POSSO CRERDERE!
Arcore, Berlusconi non paga la luce
il sindaco presenta il conto: 120 euro
Il Comune si era fatto carico dei due lampioni lungo la strada che costeggia la dimora dell’ex premier. Il sindaco pd: “Per colpa dei miei predecessori non pagherà i 2mila euro di arretrati”
PER PETER
Sono d’accordo con il suo n. 80.
Il nazionalismo (regionalismo, campanilismo, localismo ecc.) ha sempre al suo fondo il disprezzo per gli altri. Spesso un disprezzo che nasconde la paura e l’insicurezza di sè e dei propri valori.
Se io sono convinto di me vivo e lascio vivere. Che mi importa di dire che sono superiore agli altri? E’ come per il tifo: ci si identifica nella grande squadra per dimenticare la propria miseria e povertà. Panem et circenses …. U.
Shalom non ha niente altro da fare ma menare fango su Israele e pulire il cu*o a Hamas, Hezbolah, Siria, e Iran. Vergognati!
Caro Samuele,
ma le cose riportate sono vere o false?
E perchè non si mandato inviati internazionali a verificare?
Idem per le bombe ……
Nei Territori Occupati si sta come nel Governatorato Generale …. ma non si può dire che si sta commettendo un genocidio.
X uroburo
a parte quello ma quanto costa l elettricita’ in italia? Mi viene quasi di simpatizzare per il banana….
Peter
Retroscena privee: certi miei p
parentastri cercano da anni di farmi sborsare per ici, acqua, elettricita’…
Io ho suggerito che devolvero’ allora la mia proprieta’ a santa romana chiesa. da allora ogni richiesta e’ cessata…misteri della fede
peter
x Samuele
Egregio caccaviggì più o meno nuragico camuffato da Samuele, premesso che la sua presenza qui non è gradita, se c’è un cinico e ripugnante leccaculo – per giunta nei fatti non solo di Hamas – è lei e non altri.
Shalom oltretutto non fa altro che riportare interventi di israeliani ed ebrei più che rispettabili. Non tutti infatti sono, per fortuna, come chi ci ha rotto i coglioni per anni. Corra ad arruolarsi per la probabile guerra all’Iran. E cerchi di restarci.
nicotri
x uroburo
Ti credevo più intelligente!
x pino
Si, interventi di israeliani di suo gusto che rappresentano una piccolissima minorità.
Che ne pensi delle donne e bambini torturati e ammazzati ogni giorno da Assad con aiuti iraniani? Due pesi due misure?
Ohhhh mio caro Samuele,
cotesti argomenti sono esattamente quelli del buon Popeye, ed anche di altri.
Quella di Assad è una dittatura, quella israeliana è una, sedicente, democrazia … almeno per loro, gli altri non esistono, come diceva il povero Adolf (ed anche l’Useggetta).
Si pretenderebbe che “l’unica democrazia del Medioriente” si comporti in modo diverso da una qualunque dittatura ….
E invece no.
Ed inoltre un popolo, che sia retto da una dittatura o da un qualunque altro sistema di governo, ha comunque il diritto di esistere. Altrimenti aveva ragione sempre il povero Adolf a dire che gli slavi, uebermenschen e per di più retti da dittature, non avevano diritti.
Che è una concezione razzista,proprio come quelle dei sionisti che lei così mal rappresenta.
Io non ho preoccupazioni per la mia intelligenza, tanta o poca che sia mi ha aiutato a vivere ed a fare varie cose interessanti, ma voi canaglioni prima o poi pagherete il fio della vostra soperchieria.
Dovrete essere i più forti per tutto il tempo a venire …. impresa difficile perfino per gli Eletti da Dio.
Un saluto e, se posso darle un consiglio, eviti di comparire nel blog: la trovo sgradevole, chiunque lei sia. Lei sa solo scagliare il sasso e nascondere la mano come tutti gl’ittagliani da quattro soldi. Uroburo
Caro Peter,
le tariffe sono varie secondo il consumo.
Io pago circa 60 euro a bolletta e sono bollette bimestrali. U.
x U.
Scusa una piccola correzione a braccio:
übermenschen= gli eletti (più o meno)
untermenschen= subumani (più o meno)
un caro saluto.
C.G.
x Samuele
In effetti ha ragione Uroburo, credo proprio di avere sbagliato io. Lei mi pare sia Popeye, non Belbo né hvg. Ma allora perché non si firma Popeye? Non la caccia nessuno.
Cosa penso delle vittime siriane? Quello che penso di tutte le vittime delle prepotenze del potere di qualunque Paese e società: sono cose orribili che non dovrebbero accadere. Il dolore è doppio, anzi multiplo: a quello per le vittime palestinesi si somma quello per le vittime siriane, libiche, saudite, quatariote, barhainiane, ecc. I dolori si sommano, non si elidono l’un l’altro, purtroppo. Però riguardo la Siria a me risulta che la tragedia sia molto più piccola di quanto ci si vuol far credere. Il fatto che sia più piccola non significa che non sia una tragedia, o meglio un’altra tragedia. Diciamo che in questi casi ci vengono rifilate una serie di panzane, come per Timisoara e le “bombe A” irachene prima e iraniane oggi, perciò le notizie sulla Siria le prendo con beneficio d’inventario.
Ammetterà, caro Samuele-Popeye, che lei ragiona in modo curioso: quando si possono piangere le vittime palestinesi? Mai, si direbbe: prima vengono quelle israeliane, libiche, iraniane, siriane, saharawiane, nigeriane, tibetane… Poi, se avanzano lacrime, se ne può spremere una, o meglio mezza, per i palestinesi…. Mi scusi: ma…. e le vittime afgane della Nato e dei vostri marines da strage periodica, da My Lai in poi? Che facciamo? Tre pesi e tre misure?
Ciò detto, come non siamo intervenuti in Israele per far rispettare le decisioni dell’Onu così credo non si debba intervenire in Siria e non si doveva neppure intervenire in Libia. Purtroppo, i popoli usano prendersi a bastonate e a fucilate, non è che possiamo o dobbiamo fare i gendarmi del mondo. Pensi se i cinesi o gli iraniani volessero intervenire per aiutare i “padani sfruttati e oppressi da Rona ladrona”! O se dovessero intervenire per aiutare i “pellerossa” o i boscimani africani o gli aborigeni australiani a non scomparire dalla faccia della Terra o a riavere almeno parte del troppo che abbiamo rubato loro. Quattro pesi e quattro misure?
Mi stia bene. E firmi col suo nome.
Un saluto.
pino nicotri
P. S. Una parte minoritaria di Israele e degli ebrei? Bene: e allora? Dove sta scritto che si deve stare con la maggioranza? Non lo sa che i giusti sono sempre in minoranza? Forse che lei in Iran e Siria si schiera con la maggioranza, che è filo governativa? Per fortuna ai tempi di Mussolini e Hitler c’erano anche una parte “minoritaria”, che “faceva comodo” ai tipi come me, altrimenti oggi il mondo o almeno l’Europa sarebbe per intero un luogo infernale. Altro che chiacchiere-
x Samuele
Caro Popeye,
dimenticavo, anche se è un concetto che ho esposto più volte: delle varie tragedie che affliggono il mondo, quella palestinese/israeliana, con annesse eventuali aggressioni all’Iran o a Israele, è l’unica che può sfociare in una guerra mondiale o comunque a base di bombe atomiche. Perciò è il pericolo maggiore contro il quale lottare.
Un saluto.
pino nicotri
Caro Gino,
chiedo venia: hai ragione. U.
le tariffe sono varie secondo il consumo.
Io pago circa 60 euro a bolletta e sono bollette bimestrali. U.
caro Uroburo,
arrivo e leggo questo post strabiliante! 60 euro??
Ma ha letto bene? Oppure lei gira anche con le candele?
A questo punto non oso dire che cosa pago io all’Enel.
Diciamo quattro volte tanto!!!
Ed ho quasi ovunque lampade a basso consumo!
D’accordo, ho casa grande e giardino dispendioso con motorini elettrici…ma è comunque una sproporzione.
Poi, la metà va in accise e tasse sulle tasse, ma questo vale anche per lei!!!
Eppure penso di essere attenta allo spreco!
Lavatrice e lavastoviglie le faccio andare di notte!
Mah.Mah e poi mah!
Ps Stante le cose, non oso dire che cosa pago di metano nei mesi a cavallo fra Natale e la merla!
saluti
Sylvi
x uroburo
Fatico a comprendere la tua logica. Sembra simile a quella che usava Adolf, un maledetto dittatore. Mi dispiace!
x pino
Credevo che se uno piange per i bambini (anche se quindicenni e capaci di sparare razzi) palestinesi potrebbe fare altrettanto o di più per quelli siriani che non hanno razzi da sparare!
Popeye? Ci volesse!
Sparisco!