Ultima fermata, Teheran. Ovvero: lo sconvolgimento geopolitico alle porte

Dunque a detta di sempre più osservatori ed esperti la guerra all’Iran è ormai solo questione di mesi. A prendere l’iniziativa sarà Netanyahu, il padre fondatore del riciclaggio dello scontro tra Oriente comunista ed Occidente capitalista in scontro tra Nord e Sud del mondo, cioè in pratica tra mondo giudaico cristiano e mondo islamico. Ovviamente spero che osservatori ed esperti si sbaglino anche questa volta. Però è bene ripercorrere le tappe di questa follia centrata sull’ossessione delle “bombe atomiche di Teheran”, versione aggiornata in salsa iraniana della gigantesca e criminale panzana delle “atomiche di Saddam” servita per invadere l’Iraq. Propongo quindi due scritti non miei: piuttosto lunghi, ma molto documentati e dettagliati. Sono di qualche anno fa, ma sempre estremamente attuali per il contenuto e molto utili per farsi un’idea di come stiano davvero le cose.

1) http://www.eurasia-rivista.org/nucleare-iraniano-storia-politica-diritto-e-strategie/3408/

Estratto da

L’ATOMICA DEGLI AYATOLLAH

Di Vincenzo Maddaloni e Amir Modini

(Ediz. Nutrimenti 2006)

Da più di due decenni l’Iran (terra degli arii) erede dell’antica Persia, è il baricentro dello scacchiere mediorientale. Oggi più di prima molto ha influito la presenza di Forze Armate americane nell’area e il rapido continuo mutamento degli equilibri geopolitici mondiali. Le potenze occidentali che negli ultimi due o tre secoli hanno sfruttato e beneficiato delle risorse del pianeta dovranno ora confrontarsi con la nuova realtà emergente. L’Iran è al centro di quell’area geografica in cui si concentrano le maggiori risorse mondiali di petrolio e gas naturale: è infatti il secondo paese per le risorse (uranio, plutonio), il terzo esportatore di petrolio e subito dopo la Russia per le riserve di gas naturale. Ma il fattore che determina anche l’importanza dell’Iran nel panorama mondiale è la sua importanza culturale.

L’Iran è infatti al centro di quell’area dell’Asia sud occidentale che è in contatto con l’Eurasia, la Cina , l’India, la Russia, il Medioriente, la penisola arabica,: è il punto di incontro di grandi civiltà, quella indiana, quella islamica, quella europea, è soprattutto la culla millenaria della civiltà indo-iranica dove si incontrano la civiltà iranico-islamica (a partire dal VI sec) e quella iranico europea (a partire dal XVII sec).

L’Iran oggi per competere nello scenario globale che si sta avviando verso una tripartizione geopolitica (Stati Uniti, Unione Europea e un’embrionale comunità asiatica (Russia, Cina e Rep: centro asiatiche) deve scegliere un’area con la quale allearsi e il polo geopolitico che riuscirà ad allearsi con l’Iran diverrà la superpotenza del futuro.

L’area dell’Asia sud occidentale che gravita intorno all’Iran con la sua presenza storico-culturale comprende la parte meridionale dell’Asia centrale ex sovietica, il Caucaso, la Turchia orientale, l’Iraq, la sponda meridionale del Golfo Persico, parte dell’Arabia Saudita e dell’Oman, il Pakistan e l’Afghanistan e questa presenza è legata alla natura dell’attuale potere degli ayatollah, vere anime del clero sciita e la componente sciita è quasi sempre predominante nei paesi suddetti.

Avere l’Iran come alleato significa poter gestire le risorse energetiche e dunque governare l’intera economia mondiale poiché l’Europa, il Giappone, la Cina e l’India dipendono da quest’area geografica.

Da tutto ciò si comprende il motivo per cui le Forze Armate degli Stati Uniti sono sbarcate in Iraq. Resta solo da vedere se il processo politico in atto sarà in grado di riassorbire la guerra civile o se offrirà un nuovo pretesto per l’invasione dell’Iran.

Ma veniamo ora all’argomento che ci interessa oggi: lo sfruttamento del nucleare nell’Iran di Ahmadinejiad.

La storia del nucleare iraniano risale alla monarchia dei Pahlavi. Nel 1974 Reza, è in rapporto di amicizia con vari esponenti dell’amministrazione USA (Kissinger sosteneva il rafforzamento dell’Iran in chiave antisovietica e propose l’acquisto di 23 nuovi reattori e l’aiuto di tecnici dell’M.I.T.)

Gerard Ford nel ‘76 aveva autorizzato lo scià a comprare e usare le tecniche innovative per l’estrazione e lavorazione del plutonio, passo sostanziale per arrivare alla fabbricazione di testate nucleari.

Al luglio del ’78 risale l’accordo USA-IRAN sull’energia nucleare (7 mesi prima della rivoluzione islamica) e la cooperazione per la ricerca di giacimenti di uranio. General Electric e Westinghouse fanno una gara per vendere i propri reattori: l’apertura al nucleare sarebbe servita alla pace mondiale perché non solo le compagnie americane avrebbero costruito i reattori nucleari, ma il Pentagono avrebbe continuato a vendere armi e equipaggiamenti all’esercito e alla polizia in cambio di petrolio. L’Iran firma anche contratti con Francia e Germania.

Durante la guerra IRAK-IRAN 1980-1988 gli impianti vennero danneggiati.

Alla fine degli anni ’80 Teheran offrì a Washington e all’Europa Occ. di costruire nuovi reattori, ma ottenne un no deciso per il dilagare del khomeinismo e si rivolse quindi ai russi che accettarono.

CRONOLOGIA

1979: rivoluzione islamica, 16 gennaio: lo scià lascia l’Iran. 1° febbraio: l’ayatollah (ayat Allah = segno di Dio) Khomeini torna in Iran e prende il potere: segue l’abrogazione del diritto di famiglia sostituito da appositi tribunali competenti e riguardante quindi anche il divorzio e la custodia dei figli; divieto alle donne di svolgere la funzione di giudice, imposizione del velo, repressione delle proteste, segregazione delle donne nelle spiagge e negli eventi sportivi. Aprile. referendum : il 98% vota a favore della Rep. Islamica. Novembre: occupazione in Libano dell’Ambasciata USA da parte degli hezbollah. Dicembre: Komeini diventa ufficialmente  faqih e controlla la magistratura, il governo e il parlamento

1980 l’Iraq invade l’Iran

1981: rilascio degli ostaggi americani dopo 444 giorni

giugno: il premier Bani Sadr accusato di complotto per rovesciare la Rep. Islamica, fugge in Francia, repressione delle dimostrazioni in suo favore

1984 il parlamento approva la legge che prevede 74 frustate per le donne che non indossano il velo

1985 Iran-Contra Affair. Gli USA cercano di liberare gli ostaggi in Libano offrendo in segreto armi all’Iran. Komeini chiede alle donne di partecipare alla guerra contro l’Iraq

20 luglio 1988 fine della guerra durata otto anni

1989 Komeini muore, Kamenei è nominato leader supremo

e Rafsanjani presidente

1990 l’Iraq invade il Kuwait. L’Iran rimane neutrale, ma denuncia la presenza americana nella regione.

Giugno 1990 devastante terremoto : muoiono 40.000 persone a settembre Teheran riallaccia relazioni diplomatiche con Baghdad.

1995 gli USA impongono sanzioni petrolifere e commerciali all’Iran accusato di sostenere il terrorismo, di produrre armi nucleari e di essere ostile al processo di pace

Novembre :305 donne si iscrivono alle elezioni legislative, il Consiglio dei guardiani ne candida 179

1997 Khatami è eletto presidente con il 69% dei voti

2001 accordo Iran –Arabia Saudita per combattere il terrorismo, la droga e il crimine organizzato

Khatami è rieletto con il 77% dei voti per un secondo mandato

2002 Bush include l’Iran, l’Iraq e la Corea del Nord nell’asse del male. I russi iniziano la costruzione del primo reattore nucleare iraniano a Bushehr

2003 manifestazione contro il regime del clero, 4000 persone vengono arrestate.(e non sono solo studenti)

Annuncio di Khatami che l’Iran produrrà combustibile nucleare per le proprie future centrali civili.

Ispezioni dell’AIEA, ultimatum  e l’Iran cede e sospende l’arricchimento dell’uranio. a dicembre firma il protocollo addizionale al Trattato di non proliferazione nucleare

2004 susseguirsi di accuse e di accordi di sospensione dell’arricchimento in cambio della promessa di cooperazione nucleare, commerciale e politica

2005 minaccia della ripresa delle attività di arricchimento dell’uranio, Blair vuole portare l’Iran di fronte al Consiglio di Sicurezza dell’ONU:

24 giugno: Ahmadinejad  presidente

La fase più tormentata della vicenda nucleare si sviluppa nel corso del 2005. Bush, dopo la vittoria a giugno di Ahmadinejad come presidente, ricorda che di fronte a una minaccia nucleare “nessuna operazione è esclusa, compresa quella della forza”

Il Washington Post e The Nation sostengono che il piano d’attacco all’Iran elaborato dallo Strategic Command prevede l’uso di armi convenzionali e nucleari su oltre 400 obiettivi utilizzando i “Droni”, aerei senza piloti (oggi in Iraq).

Reazioni europee: nella primavera 2005, primo atto diplomatico con la richiesta di un rinvio del progetto nucleare, cui non fa seguito alcuna risposta. Il 17 settembre 2005  Ahmadinejad  all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama che l’Iran non rinuncerà a produrre energia nucleare per scopi civili usando uranio arricchito (prerogativa riconosciuta dal Trattato di non proliferazione nucleare firmato nel 1974 che permette ai paesi membri di costruire sotto tutela internazionale impianti che comprendono tutte le fasi del ciclo del combustibile nucleare, compreso l’arricchimento).

Nell’agosto 2005 la UE 3 chiudeva la porta a “una proposta iraniana che  prevedeva l’abbandono in modo definitivo degli impianti di arricchimento e il solo utilizzo di impianti ad acqua leggera. L’Iran chiedeva inoltre di fare delle joint venture con imprese private e pubbliche straniere, ma ottiene il no di Gran Bretagna e Francia.

Gennaio 2006

Risposta di Israele alla violenza verbale di Ahmadinejiad con la minaccia di bombardare gli impianti  iraniani, cui fa seguito da parte dell’Iran l’apertura dell’impianto di Natanz che era sotto il monitoraggio dell’AIEA. L’8 marzo deferimento al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, misure restrittive su commercio e blocco dei capitali all’estero.

Gli USA sostengono che il polonio e il berillio (armi atomiche) sono stati importati in Iran, ma l’AIEA (direttore El Baradei) smentisce dopo le visite ai vari impianti e sostiene di non aver trovato nulla.

L’Iran è l’unico paese al mondo che ha una legge che vieta al Governo e ai vari enti di intraprendere attività nel settore militare, relative al nucleare, e non ha mai aggredito alcun paese: è stato aggredito da Saddam al quale gli occidentali avevano fornito armi chimiche quando stava per perdere. L’Iran è membro dell’ONU e ha firmato quasi tutti i trattati internazionali, tra cui il Trattato di non proliferazione nucleare nel rispetto del quale ha accettato le ispezioni dell’AIEA ai siti deputati allo sviluppo del programma nucleare civile.

Nel 2003 l’Iran aveva proposto la creazione di una zona denuclearizzata nel Medio oriente, appoggiato da Egitto e Giordania, da presentare al Consiglio di sicurezza ONU, ma aveva ottenuto un no degli USA perché implicava il controllo degli armamenti nucleari di Israele (200 testate nucleari disponibili).

NB. Né Pakistan, né India né Israele hanno firmato questo Trattato di non proliferazione nucleare. Anche il Brasile, pur avendolo firmato si oppone ai controlli dell’AIEA la quale teme che il Brasile possa vendere ordigni atomici o esportare uranio arricchito di cui è ricco (ma in quel caso dovrebbe cambiare la sua Costituzione).

La UE dovrebbe impegnarsi a convincere gli USA a togliere le sanzioni contro l’industria iraniana del gas e del petrolio, degli aeromobili e relativi pezzi di ricambio e rinunciare all’obiettivo di un cambio di regime in Iran.perché la pressione costante degli USA determina di fatto un rafforzamento del blocco conservatore in Iran che è un paese a forte tradizione di nazionalismo ed è una delle più antiche nazioni del mondo e con alle spalle una ricca cultura.

Dall’impero del male all’asse del male

Nel gennaio 2005 a Davos Clinton aveva dichiarato che il golpe del 1953 che portò lo scià sul trono contro il governo Mossadegh fu un grave errore dei servizi americani: quell’evento ha minato lo sviluppo della democrazia in Medioriente e l’ha stroncato. Come conseguenza in Iran sono scoppiate lotte sociali e antiamericanismo, una costante che la vittoria degli ayatollah ha contribuito a diffondere. Da parte USA una guerra con l’Iran avrebbe conseguenze imprevedibili. Negli anni ’80 Reagan definiva l’Unione Sovietica l’Impero del male per giustificare il riarmo e il progetto delle guerre stellari. Crollato l’URSS, i potenziali nemici sono diventati l’Iraq, l’Iran, la Yugoslavia di Milosevic, la Corea del Nord, la Siria.

Richard Perle trovò un comun denominatore inventando l’espressione asse del male :oggi Iran, Siria, Libano, agevolati dallo scoppio del terrorismo internazionale.

Il petrolio e il gas

L’80-90% di entrate totali delle esportazioni in Iran sono rappresentate dal petrolio e dal gas e finanziano il 40-50% del budget dello stato. Risale al 1951 la NIOC (national iranian oil co) uno dei più grandi enti petroliferi del mondo, nata con la nazionalizzazione di Mossadegh.

Sono localizzati nella parte sud occidentale del paese ben 32 giacimenti produttivi (25 in terra ferma e 7 sul mare), ma il potenziale potrebbe di molto aumentare sfruttando i giacimenti del Mar Caspio dove però esistono dispute territoriali irrisolte tra Iran Kazakistan, Russia Azerbaijan e Turkmenistan.

Attualmente l’Iran esporta 2,7 milioni di barili verso Giappone, Cina, Corea del Sud, Taiwan e Europa, ma ha difficoltà a raffinarlo e necessiterebbe di investimenti per rendere più efficienti i suoi giacimenti.

Nel 2004 la Inpex, un consorzio giapponese, ha firmato un accordo per lo sviluppo dei giacimenti di Aradegan che ha riserve per 26 miliardi di barili, e cerca l’appoggio di Total, Statoil, Sinolpec e Lukoil. La produzione potrebbe iniziare quest’anno e raggiungere i 260.000 barili al dì.

Anche l’Eni/Agip insieme alla francese Elf hanno contratti by back (spese di investimento in cambio di quote di petrolio) vicino ad Abadan la cui capacità è di circa 3-5 miliardi di barili e giacimenti di petrolio e gas nell’isola di Khark.

Rapporti di amicizia con la Russia

Tra il 1989 e il 1993 l’Iran ha acquistato armamenti russi per 10 miliardi di dollari per riequipaggiare le sue Forze armate dopo la guerra e inoltre tecnologia nucleare e missilistica. Preoccupazione comune : i talibani e l’influenza USA e l’impegno di non permettere a quest’ultima il controllo delle esportazioni di energia in Asia centrale: l’Iran finanzia la costruzione di una ferrovia e un gasdotto dal Turkmenistan a Meshad e di qui ai porti e quindi all’estero.

Per quanto riguarda il gas  l’Iran è il 2° produttore di gas dopo la Russia. Il 62% non è ancora sfruttato. Si parla di un gasdotto con la Turchia che potrebbe proseguire per l’Europa attraverso la Bulgaria e la Romania, oppure essere sotterraneo nell’Adriatico. L’Iran esporta gas in India  e nell’ottobre 2004 ha firmato un contratto con SINOPEC  (Cina) di 100 miliardi di dollari per 30 anni e un accordo con il governo di Pechino per l’esplorazione  del Caspio meridionale.

Il pagamento del petrolio in dollari risale a un accordo mediato dallo scià nel 1972-73 con l’Arabia Saudita. Anche l’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) seguì l’esempio e tutti i paesi dovettero dotarsi di dollari per l’acquisto di petrolio

Il che vuol dire predominio globale garantito. Nel 2000 l’Iraq fu il primo a pretendere il pagamento in Euro e quando anche l’Iran espresse la volontà di farsi pagare in Euro o in Yen il pericolo per il dollaro divenne reale e si può dedurre che scopo primario della guerra del golfo non furono le armi di distruzione di massa che non c’erano, né l’esportazione della democrazia, ma la salvaguardia del dollaro, cioè il fondamento dell’impero americano.

Due mesi dopo l’invasione dell’Iraq il programma Oil for Food fu chiuso e il petrolio venne di nuovo venduto in dollari.

Se l’Iran adottasse l’Euro le transazioni del petrolio darebbero alla valuta europea  il prestigio di diventare riserva monetaria internazionale e sia i cinesi che i giapponesi sarebbero lieti di diminuire le loro riserve in dollari (oggi svalutati)  e maggiori vantaggi andrebbero anche ai russi.

Alla minaccia degli USA di ricorrere al Consiglio di Sicurezza l’Iran risponde che sarebbe come giocare col fuoco e minaccia in caso di attacco militare di interrompere i rifornimenti a Usa e Europa: se ciò avvenisse i prezzi potrebbero schizzare da 70 a 130 dollari al barile e la Cina potrebbe in questo caso liberarsi delle sue riserve in dollari causando un grave deprezzamento della valuta americana.

Perché tanto interesse per l’islam

Tariq Ali, direttore del Newleft Review pakistano dice: “Dimentichiamo l’Islam e pensiamo al petrolio. Se non si trovasse sotto le terre abitate da musulmani dubito che l’Occidente si sarebbe mai occupato dell’Islam. Sono i petrodollari che hanno fatto rinascere l’interesse per l’Islam, dopo la caduta dell’impero ottomano.

Gli stati chiave creati dai poteri imperiali dopo la 1a guerra mondiale Iraq, Kuwait e Arabia Saudita si basavano sugli interessi delle compagnie petrolifere. Le forze democratico-radicali dell’Iran erano state sconfitte dall’intervento anglo-americano (scià) che preferivano un regime corrotto e autocratico.

Per gran parte del XX sec. gli interressi nazionali e delle compagnie occidentali hanno tenuto l’Islam in un angolo politico, una religione del 3° mondo di nazioni ai margini, di ricche élites, di dittatori brutali e popolazioni oppresse: I confini di questo stretto angolo politico si sono rinforzati durante la guerra fredda, quando Urss e Usa usarono il mondo islamico come campo giochi per il loro Great Game. E la lezione mai imparata è che coloro che sono stati manipolati con la violenza useranno prima o poi gli stessi modi per esprimere la loro rabbia e la loro ribellione”.

Dice Amir Modini : Non esiste una guerra di religioni: Il problema reale risiede nella vita e nella sua materialità di ogni giorno. Ci sono tanti integralismi, a partire da quello cristiano per arrivare a quello ebraico a quello indù, quello scintoista e tanti altri.. Il fatto vero è che la maggioranza dei popoli islamici lotta da secoli per liberarsi dal cappio del colonialismo e del neocolonialismo e su questa scia sono nate tendenze estreme e spesso manovrate dal potere di turno..Comunque il riformismo di Khatami  non è un’esperienza conclusa, non porrei limite a questa speranza che esprime le istanze di una parte notevole del movimento riformista di tendenza islamica. Nel contempo, dalle parole del leader del movimento studentesco si può dedurre che esiste un movimento riformista più radicale all’interno del paese. Oltre al variegato mondo del riformismo islamista c’è infatti in Iran l’opposizione democratica che risiede nella società civile e nelle comunità iraniane residenti in Europa e in America. Solo la coscienza del comune senso di appartenenza del genere umano e la consapevolezza della brevità di questa esistenza potranno fornire risposte a molte contese e problemi irrisolti.

2) http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=4675108

01/10/2005

Usa-Iran, scontro apocalittico?

di Mir Mad

Oramai è di dominio pubblico che il Pentagono ha pianificato anche l’uso di armi nucleari tattiche contro l’Iran. La dottrina della “guerra preventiva” stile neocon sta facendo un pericoloso salto di qualità e senza preoccuparsi delle inevitabili, devastanti conseguenze per l’intera umanità potrebbe trasformarsi in una “guerra preventiva nucleare”. Secondo quanto ha scritto The Nation (21 luglio 2005), George Bush “ha dato al Dipartimento della Difesa la sua approvazione alla preparazione di diversi scenari per un attacco”. L’autore dell’articolo, Michael Klare, esperto di problemi della difesa, afferma di essere a conoscenza del fatto che i piani del Pentagono già esistono e prevedono l’uso di armi convenzionali e atomiche su oltre 400 obiettivi iraniani già identificati e scelti.

Philip Girali – ex membro della Cia e fonte attendibile, che recentemente ha fornito informazioni sull’Iran a Seymour Hersh- afferma: “A Washington non è un segreto che gli stessi personaggi dentro e attorno l’amministrazione Bush che hanno montato la vicenda irachena, si stiano preparando a fare lo stesso con l’Iran. Il Pentagono, agendo dietro istruzioni dell’ufficio del vicepresidente Dick Cheney, ha incaricato lo “United States Strategic Command” (Stratcom) di elaborare un piano da impiegare in risposta a un altro attacco terroristico contro gli Stati Uniti del tipo dell’11 settembre. Il piano include un attacco aereo su larga scala contro l’Iran, con l’utilizzo di armi sia convenzionali che nucleari tattiche [ le “bunker busters”, ndt ]. In Iran ci sono più di 450 obiettivi strategici di primaria importanza, comprendenti numerosi siti sospetti per lo sviluppo di armi nucleari. Molti di questi sono rinforzati o sotterranei a grande profondità e non possono esser distrutti da armi convenzionali. Da qui l’opzione nucleare. Come nel caso dell’Iraq, la risposta non dipenderà dal fatto che l’Iran sia realmente coinvolto nell’atto terroristico diretto contro gli Stati Uniti. Diversi ufficiali di alto rango dell’Air Force implicati nella stesura del piano sono inorriditi di fronte alle implicazioni di quello che stanno facendo -la preparazione di un attacco nucleare non provocato contro l’Iran- ma nessuno è disposto a compromettere la propria carriera sollevando obiezioni” [Philip Giraldi, “Deep Background”, The American Conservative , 1 agosto 2005 ( Traduzione: G.Garibaldi].

Il piano cui si riferisce Giraldi è il “Conplan 8022″ , già “svelato” da William Arkin lo scorso 14 maggio sulle pagine del “Washington Post” e pubblicato anche da “Newsweek” e appunto è stato elaborato dallo Stratcom, un tempo responsabile soltanto dell’arsenale nucleare strategico, ma recentemente riformato e incaricato di pianificare il “global strike” con opzioni sia convenzionali che nucleari.

Anche se l’autorevole l’IISS – “International Institute for Strategic Studies” – di Londra, nel suo “Ilss Strategic Weapons Programmes, September 6 2005” sostiene che, anche nel caso esista un piano per la costruzione degli armi nucleari, Teheran ha bisogno ancora di diversi anni, – “Pubblic estimates for how long it would take Iran to acquire nuclear weapons range from only a few years to at least a decade”- lo stesso istituto e diversi esperti autorevoli come Arvand Abrahamiayan dell’Università di New York sostengono che tra Usa e Iran “uno scontro è inevitabile” e un scontro del genere -altro che la guerra contro l’Irak- senza ombra di ironia potrà infiammare davvero l’intero pianeta e aprire le porte dell’inferno.

Il presidente Bush, rispondendo alle domande dei giornalisti riguardo alla ripresa dei lavori del programma nucleare iraniano – dichiarato per uso pacifico e sotto il controllo dell’ Iaea e nell’ambito dei trattati di non proliferazione nucleare Npt- ha sostenuto che tutte le opzioni sono sul tappeto. Ha detto anche che “un eventuale attacco aereo israeliano avrà il sostegno degli Stati Uniti”, mentre l’Europa, attraverso il cancelliere Schroder ha dichiarato di non voler seguire né sostenere un intervento militare.

Il piano dovrebbe funzionare cosi: in seguito a spettacolari attentati terroristici in Usa firmati al-Qaeda e bin Ladin -o qualche gruppo di nuova formazione-, attacchi aerei americani potrebbero partire dall’Azerbaijan o dalla base Shindand in Afghanistan oppure dalla base di Khanabad in Uzbekistan che sta per essere trasferita in Turkmenistan (Mary2) o dalle basi in Turchia e in Irak o direttamente dalle navi Usa nel Golfo Persico. Gli attacchi individuerebbero gli obiettivi basandosi sulle informazioni raccolte dai droners, gli aeri spia senza pilota, e sarebbero preceduti o seguiti fomentando le rivolte etniche nelle regioni del Khuzestan e del Kurdestan iraniano, in accordo con certe fazioni scite moderate (ci sarebbero diversi nomi) o filoamericane (Hossein Khomeini, Hassan Sadr per esempio). Il “regime change”, infatti sarebbe conseguenza di rivolte popolari contro il regime impopolare degli ayatollah e con l’aiuto della potente comunità iraniana d’America. Secondo Scott Ritter, l’ispettore dell’Onu per le armi in Irak, con la penetrazione nello spazio aereo iraniano ed altri atti, l’amministrazione Bush è già in una guerra non dichiarata contro l’Iran. Secondo autorevoli analisti: un attacco aereo contro gli impianti nucleari dell’Iran potrebbe essere estremamente incauto e poco saggio perché gli impianti sono sparsi su un vasto territorio e sono nascosti sotto terra e difficilmente identificabili. Inoltre con il prezzo del petrolio arrivato anche a 60-70 dollari l’Iran importante paese produttore insieme al suo seguito scita-petrolifero in Irak e nei vari paesi del Golfo Persico potrebbe causare un collasso all’economia mondiale. Inoltre la storia insegna che da più di 5000 anni i popoli dell’Iran di fronte al pericolo straniero si sono riallineati al potere di turno per poter difendere la propria autonomia e indipendenza.

Scrive Fareed Zakaria su “ Newsweek ” (22 agosto, 2005): un attacco militare straniero rafforzerebbe il supporto popolare al programma nucleare e il sostegno all ‘ impopolare regime. Iran è un paese con una forte tradizione di nazionalismo ed è uno delle pi ù antiche nazioni del mondo.

R.Hunter, ex rappresentante degli Usa presso la Nato durante l’amministrazione Clinton, in un intervista a Radio Farda sostiene: un eventuale attacco all’Iran minaccerà la sicurezza degli Usa per diverse generazioni. Hamid al-Bayati vice ministro degli esteri irakeno ha affermato: se l’Iran avesse voluto avrebbe reso l’Iraq un inferno per gli Usa. Mentre “ar Riaz”, settimanale saudita sostiene: un attacco all’Iran infiammerà tutti i pozzi petroliferi della regione e ciò equivale alla terza guerra mondiale. Jim Leach, in un discorso al Congresso, ha sostenuto che il mondo islamico comprende la logica del nostro intervento in Afghanistan dove “sono stati pianificati gli attacchi dell’ 11 Settembre”, ma non solidarizza con la nostra politica in Iraq che non aveva nessun legame con l’attentato. Secondo Leach se avvenisse un terzo caso d’attacco contro l’Iran si realizzerebbe quel che Samuel Huntington definisce “un scontro pieno tra le civiltà”. La Task Force di Brzezinski, composta da 22 esperti al massimo livello – è stata istituita appunto per monitorare la vicenda e prevenire uno scontro catastrofico – ha tracciato un percorso di lavoro e ha consigliato la Casa Bianca di evitare ogni attacco e cercare di trattare l’Iran come la Cina, dialogando. Lo stesso Zakaria facendo una razionale riflessione propone responsabilmente:

There are lots of reasons to be suspicious of Iran. But the real question is, Do we want to try to stop it from going nuclear? If so, why not explore this path? Washington could authorize the European negotiators to make certain conditional offers, and see how Tehran responds. What’s the worst that can happen? It doesn’t work, the deal doesn’t happen and Tehran resumes its nuclear activities. That’s where we are today.

La troika europea e le trattative.

Dopo lunghissime trattative portate avanti realisticamente e responsabilmente dall ‘ Europa,, Tehran aveva accettato nel Novembre del 2004 di sospendere unilateralmente e volontariamente il progetto di arricchimento dell ‘ uranio, come “ gesto di buona volont à” fino a 31 Luglio del 2005, termine in cui l ‘ Europa avrebbe dovuto presentare delle proposte, per esempio offrendo in cambio rapporti commerciali e garanzie di sicurezza (lo pu ò davvero fare?). Ci ò mentre vari esponenti dell ‘ amministrazione Bush andavano dichiarando ripetutamente e continuamente di avere sul tavolo “ ogni opzione ” , preparavano i piani militari e il plenipotenziario Usa all ‘ ONU, John Bolton dichiarava che ogni trattativa con gli ayatollah “è destinata a fallire ” .

A seguito delle continue e sempre maggiori pressioni di Washington su vari fronti contro l ‘ Iran, il blocco della destra militar-religiosa che a Tehran come a Washington è chiamata neoconservatrice, ha fatto uscire dalle urne presidenziali dello scorso giugno il nome del duro Ahmadinejad, escludendo contro l ‘ aspettativa europea il pragmatico conservatore Rafsanjani. L ‘ Europa allora ha chiesto un rinvio di sei giorni della moratoria per poter presentare le proprie proposte. L ‘ Iran ha risposto di non poter concedere altro tempo e ha iniziato sotto osservazione degli ispettori dell ‘ IAEA (Agenzia delle Nazioni Unite per Energia Nucleare) alcune attivit à di ricerca e la produzione di “ yellow cake ” nell ‘ impianto UCF di Isfahan, attivit à che non riguardano direttamente il ciclo dell ‘ arricchimento dell ‘ uranio e sono riconosciute come diritto ai membri firmatari dei trattati di NPT.

L’Europa, sempre più in affanno tra i due neocon – di Washington e di Tehran – ha avvertito l’Iran che “ogni movimento unilaterale” sarà considerato “ pregiudizievole e non necessario” e renderà “molto difficile” la continuazione delle trattative. Anche se William Pfaff sulle pagine di “International Herald Tribune” (13 agosto 2005) ha sostenuto: “ Alla base della controversia sul programma nucleare iraniano, risiede una posizione americana sul tema della non-proliferazione nucleare che nel lungo periodo non è sostenibile. Buona parte della comunità politica internazionale comprende che le cose stanno così. È forse ora che la comunità politica di Washington scenda a compromessi con questa realtà”.

Affermando ciò Pfaff ha voluto suggerire realisticamente all’Europa la ricerca di soluzioni più equilibrate. Ma finora non sembra che l’Europa abbia potuto produrre un pacchetto accettabile o tale da far camminare il negoziato. Anzi la troika europea (Inghilterra, Francia e Germania), capeggiata in questa fase dall’Inghilterra di Tony Blair, sembra cedere alla posizione dell’amministrazione Bush, atteggiamento che ha portato ad un punto morto le trattative, dando cosi la possibilità ai neocon di poter aprire le porte dell’inferno con la scusa e l’accusa della produzione e dell’accumulo di armi di distruzione di massa da parte di Tehran, rievocando cosi il dramma irakeno.

Nella questione nucleare iraniana sono da tenere presenti alcuni punti:

• A differenza di quel che sostiene Kenneth Pollock sulle pagine di Foreign Affaire – March/April 2005- Non solo non è stata trovata la pistola fumante o “smoking gun” ma nemmeno un qualche elemento pur minimo che possa dimostrare che l’Iran stia portando avanti una ricerca diversa da quella per l’uso pacifico del nucleare. C’è un documento ufficiale e riassuntivo, del novembre 2004, dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica che afferma a chiare lettere che “non esistono prove che l’Iran stia costruendo armi nucleari”.

• Finora qualsiasi attività inerente al nucleare iraniano è stata comunicata agli organismi internazionali di competenza e si è svolta sotto l ‘ osservazione degli ispettori dell ‘ IAEA. Gli ispettori dell ‘ Agenzia hanno avuto sempre e tempestivamente la possibilità di entrare in tutti i siti e negli impianti per rilevamenti e rispettivi controlli.

• L’Iran sotto la presidenza di Khatami è stato promotore, nel 2003, di una proposta per la creazione di un Medio Oriente denuclearizzato. Il progetto, appoggiato dall ‘ Egitto, dalla Giordania e da diversi altri paesi del Medio Oriente, è stato accantonato per la netta contrariet à di Washington. Era pronta anche una risoluzione da presentare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel dicembre 2003, ma fu ritirata perch é gli Stati Uniti minacciarono il veto. Un ‘ eventuale risoluzione in tal senso avrebbe richiesto il controllo degli armamenti nucleari israeliani gi à esistenti (almeno 200 testate ) e Washington non intendeva permetterlo.

• Oltre Israele, c ‘è il Pakistan del generale golpista Musharaf che possiede il nucleare e non ha firmato, cos ì come non l ‘ ho ha fatto l ‘ India, l ‘ altra potenza nucleare, neanche i Trattati di non Proliferazione Nucleare (NPT). Anche se i generali di Musharaf gestiscono tuttora il bazar dal materiale nucleare, non gli viene chiesto nulla. Il presidente Bush nel contempo promette a Manmohan Singh premier indiano di collaborare con l ‘ India per sviluppo del nucleare e questo contro il trattato stesso che vieta ai membri di collaborare nel settore con i paesi non firmatari.

• Il Brasile è un membro di NPT, eppure dichiaratamente porta avanti un progetto di ricerca nucleare e dichiaratamente non intende aprire gli impianti agli ispettori .

Come sostiene, W.Pfaff : “ alla base della controversia sul programma nucleare iraniano, risiede una posizione americana sul tema della non-proliferazione nucleare che nel lungo periodo non è sostenibile. Buona parte della comunit à politica internazionale comprende che le cose stanno cos ì . È forse ora che la comunit à politica di Washington scenda a compromessi con questa realt à . L’impegno dell’America a bloccare la proliferazione nucleare produce effetti perversi. In un periodo di crescente instabilit à nel Medio Oriente, con gli Stati Uniti impegnati in due guerre in paesi islamici, tale determinazione aumenta il fascino delle armi nucleari per quei governi che non le posseggono, e rinforza il loro valore percepito come punto di forza politico e deterrente contro attacchi stranieri ” .

Pfaff però non prende in considerazione che le motivazioni dell’amministrazione Bush vanno al di là della questione nucleare. L’Iran, che è incuneato tra le risorse energetiche del Golfo persico e il Mar Caspio, sta emergendo come una potenza regionale non solo al di fuori del controllo dei costruttori dell’impero ma che sfida gli Stati Uniti ( vedi: Ilan Barman in Tehran Rising: Iran’s Challenge to the United States) e ha avuto per la prima volta il coraggio d’introdurre verso la metà del 2003 il sistema del “petro –euro” rompendo il monopolio del petro-dollaro e, soprattutto, sta diventando la base energetica di una nuova area geopolitica ( Shanghai Cooperation Oraganization ) con al centro la Cina, che comincia a considerare la sicurezza dei propri fornitori di energia come la propria. Infatti nell’ultima riunione dei governatori dell’Iaea, l’Europa capeggiata da Blair, abbracciando la posizione americana con la risoluzione 2005/77 del 24 settembre scorso, ha voluto mandare il caso iraniano al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per le sanzioni, una posizione che ha incontrato la resistenza della Cina e della Russia. Una certa Europa con questo atteggiamento e seguendo la linea di Bush si è resa partecipe della politica dei neocon che ha portato al potere in Iran i neoconservatori d’ispirazione militarista, forse per arrivare allo scontro e avere il pieno dominio del Medio Oriente. Tutto questo sta isolando e indebolendo, in Iran e altrove, lo sviluppo delle lotte civili delle forze democratiche, che, fra l’altro, meriterebbero, da parte dell’Europa, una maggiore attenzione.

Gli ayatollah si preparano alla guerra.

E ‘ noto che l ‘ Iran erede dell ‘ antica Persia è il paese chiave del Medio Oriente e nei secoli ha esercitato un ‘ influenza notevole su tutta la vasta regione che si estende dal Kashmir fino al Mediterraneo. Nel mondo bipolare uscito dagli accordi di Yalta, l ‘ Iran doveva e ha fatto parte del campo americano. Ora che il mondo è caratterizzato da un’unica superpotenza e secondo la logica unilaterale di quest ‘ Amministrazione americana che tende ad annullare i problemi piuttosto che a risolverli, l ‘ Iran non pu ò rimanere fuori controllo, tanto meno esercitare su un ‘ area cosi vasta un ‘ influenza in contrasto con gli interessi degli Stati Uniti. Con la riconquista dell ‘ Iran gli Usa:

• Avranno il controllo quasi totale delle risorse energetiche situate tra Golfo persico e il mar Caspio e tutte le aree annesse. In questo modo è facile avere sotto controllo l ‘ Europa e il Giappone, la Cina e l ‘ India come maggiori importatori e consumatori di idrocarburi, attuali e futuri.

• Terranno sotto osservazione Russia, Cina, India, con un diretto controllo sull ‘ Asia Centrale ex-Sovietica, sul mondo arabo, sul subcontinente indiano,

• Potranno rimodellare a proprio piacimento il turbolento mondo arabo-islamico, instaurando nuovi regimi subordinati nell ‘ ambito del progetto del “Grande Medio Oriente”. E togliendo appoggio finanziario e logistico alla componente combattente (Hamas-Jihad-Hezbollah) di questo mondo per dare mano libera a Israele di gestire la questione palestinese a proprio compiacimento.

• Potranno riordinare le dispute e le contese caucasiche – Abkhazia in Georgia, Karabakh tra Armenia e Azerbaijan, Cecenia, … – secondo gli interessi e i piani di Washington, facendo uscire, con l ‘ aiuto della Turchia, definitivamente il Caucaso e possibilmente l ‘ area transcaucasica dall ‘ influenza russa. Ci ò permetterebbe di garantire nella prima fase la sicurezza dell ‘ oleodotto Baku-Jayhan e spostarlo in seguito verso la pi ù sicura e pi ù economica rotta iraniana che condurrebbe il petrolio nel Golfo Persico e di l à verso i mari aperti per farlo arrivare al consumatore finale con costi minori e sotto la regia e il controllo degli Usa.

• Potranno imporre alla cultura persiana, che ha attratto nei millenni popoli e culture dal Kashmir(la stessa famiglia Khomeini è originaria del Kashmir) fino al Mediterraneo (Libano in particolar modo) la reintroduzione del modello monarchico che ha ingessato nei millenni la mobilit à sociale, utilizzando la potente comunit à iraniana d ‘ America, per poter divulgare l ‘ “american lifestyle” in tutta questa vasta regione.

A Teheran l’ala conservatrice del clero in pieno accordo con la nuova destra proveniente dagli ambienti di Pasdaran e Basigi (l’esercito irregolare e la milizia politica), dopo aver vinto le elezioni locali, secondo il copione hanno messo le mani anche sul settimo parlamento (Majlis) facendoci entrare più di 100 comandanti provenienti dalle file dei Pasdaran e dei vari servizi. L’ultimo assalto dei neocon iraniani è stato contro la Presidenza della Repubblica che facendo uscire dalle urne miracolate dal copione il nome di Ahmadinejad ha estromesso qualsiasi moderatismo, ha costruito un saldo potere di stampo militarista – integralista capeggiato dal leader Khamenei e dagli organi non elettivi che sono i veri detentori del potere.

Conquistato tutto il potere ne hanno cominciato a far parte sostanzialmente pasdaran e uomini provenienti dai vari servizi. Uno dei primi atti del Consiglio di Ministri diretto da Ahmadinejad è stato l’approvazione di un decreto legge che destinava 700 milioni di dollari per la “difesa sacra”. Mentre il leader Khamenei, come Comandante Supremo, togliendo il comando all’esercito regolare (battaglione 88 dell’esercito) e alla polizia di frontiera lo ha passato ai pasdaran nelle cinque regioni occidentali del paese che confinano con l’Irak. E proprio in queste regioni da dove gli americani sperano di fomentare le rivolte popolari, i pasdaran hanno ammassato 250,000 uomini costruendo basi e accampamenti sulle montagne di Zagros. Il leader Khamenei, guida suprema, ha sostituito ministro della difesa, comandante dell’esercito regolare, 11 comandanti pasdaran e 5 comandanti basigi mentre i quadri dirigenti dei ministeri sono stati sostituiti con uomini dei servizi. Il previsto piano di Khamenei per raddoppiare entro il 2010 la spesa militare grazie agli attuali elevati proventi petroliferi verrà anticipato al 2008.

Anche nella capitale ci sono chiari segnali che il regime si sta preparando alla guerra. I ministeri degli interni e delle informazioni sono stati occupati da personaggi radicali. I governatori e i sindaci nominati dal ministero degli interni in maggioranza sono ex pasdaran. Nelle vicinanze di Qom la citt à santa sede dei seminari e del clero si sta ergendo la base militare Fadak su un area vasta 7,2 km quadrati. I vari leader del regime fanno continui viaggi nella citt à santa di Mash-had dove, secondo voci, sono stati costruiti rifugi sotto il veneratissimo mausoleo dell ‘ ottavo imam scita (Reza) che vede sempre presenti milioni di pellegrini sciti e per questa ragione non bombardabile per non suscitare l ‘ ira dei fedeli sciti. Si parla di Va ‘ ez Tabasi come successore di Khamenei nel caso di morte o decesso.

Cominciano a circolare addirittura ipotesi dettagliate sul possibile attacco: le truppe anglo-americane inizierebbero l’offensiva su tre assi, Shalamceh, Hamroon e Arvandrud, per prendere il controllo della regione petrolifera del Khuzestan che produce il 70% del petrolio iraniano. Tenendo sotto controllo i pozzi petroliferi si mantengono stabili i mercati. In questo caso le unità iraniane partendo dal sud del Kurdestan, dalla località Zainalkoosh attaccherebbero gli angloamericani verso Bakubah con l’aiuto della Brigata Badr e degli sciti irakeni.

Gli ayatollah sono convinti che gli attacchi aeri e missilistici Usa prima e poi arriveranno, e come dice Amir Taheri sul “ New York Post” del 21 settembre sperano che ci sia anche una partecipazione israeliana negli attacchi per poter infiammare il mondo islamico e trascinarlo sulle proprie posizioni. Nel quadro di questa logica gli Hezbollah libanesi attaccherebbero Israele e Hamas e Jihad palestinese – i cui leaders sono stati ricevuti nelle settimane scorse da Khamenei – alzerebbero il livello dello scontro. In Afghanistan la componente etnica Tadjika e gli sciti Hazarah, insieme a Hekmatyar, darebbero l’assalto alle forze anglo americane. In Pakistan il 25% dei sciti sono considerati una risorsa mentre si sta lavorando tra i 160 milioni di mussulmani indiani, in parte sciti. Ci sarà la rivolta della maggioranza scita del Bahrain, mentre le minoranze scite sparse in Africa e nella penisola arabica comincerebbero i tumulti. Anche se si tratta di ipotesi, il quadro che emerge è alquanto drammatico ed è allarmante che, nonostante tutto, nonostante gli scenari devastanti per l’intera umanità di una guerra contro l’Iran, le due amministrazioni neocon continuino nei loro preparativi bellici.

di Mir Mad

(fonte: www.megachip.info)

481 commenti
« Commenti più vecchiCommenti più recenti »
  1. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    visto che viaggi in tuta da Moldavo, non dimenticare di metterti al collo “antonettiano” una “parure” di Aglio, per tenere lontani i Vampiri metalmeccanici che succhiano il sangue “missionario” imprenditoriale, in puro stile Marchionniano Fabbrica Italia a la page o pret a porter…!!
    Ah le foglie secche , non bruciarle all’aperto, potresti ritrovare la “vigilessa”,tritale con tritatutto prodotto in Cina e riconcima l’orto in modo naturale.
    Questa sera ,stanca e disfatta,non dimenticare le Orazioni di rito, prima che il sonno dei giusti lavoratori “indefessi”carnici ti avvolga benignamente tra le calde braccia di Morfeo !

    cc

  2. Vox
    Vox says:

    RACCOLTA FIRME
    APPELLO A MONTI CONTRO CACCIABOMBARDIERI F-35

    Liberacittadinanza promuove e aderisce all’appello di Pancho Pardi al Presidente del Consiglio Mario Monti

    Chi lo desidera può firmare qui:
    http://www.liberacittadinanza.it/petizioni/appello-al-presidente-del-consiglio-mario-monti

    Registriamo con soddisfazione che il Presidente del Consiglio ha dichiarato che non intende appoggiare la candidatura di Roma alle olimpiadi del 2020.
    Ci sembra un atto di saggezza.
    Ora dovremmo impegnarci a convincere il governo ad un secondo atto di saggezza: rinunciare all’acquisto immotivato di inutili e costosi cacciabombardieri da guerra.

  3. rodolfo
    rodolfo says:

    Viaggiando da Chiasso a Siracusa e viceversa si legge ad ogni pochi Km. di autostrada—“DIO C´E´” —…non ho letto mai ..”Dio non c´e”.
    Si vede che non c´e´nessuno che abbia il coraggio di scriverlo anche se lo pensa…persino se e´uno stronzo.
    . Se per esempio analizziamo la natura umana…ci accorgiamo che fin dai tempi piu´primordiali l´uomo si e´posto questo problema…
    il problema di Dio.
    Ora…solo osservando le bellezze della natura..il sole….un cielo stellato..l´UOMO e´piu´portato a credere al di la´delle religioni …ad un Dio.
    Alla luce di questo povero pensiero…anche se non credessi in Dio…avrei almeno il buon senso di non dirlo…perche´ non interessa a nessuno…. ma sopratutto il buon senso di non prendere in giro chi crede…ma rispettarlo.
    Rodolfo

  4. rodolfo
    rodolfo says:

    Io credo che il pensiero di Dio…in questo caso della religione ….preso in giuste dosi e con un pensiero critico non puo´far che bene all´animo umano. Quello che succede in una certa parte del mondo per aver mandato a fuoco un paio di libri non e´altro che fanatismo puro e il fanatismo porta sempre alla tragedia.
    Se io vedessi un qualcuno che brucia una Thora´non mi scomporrei piu´di tanto..ne prenderei atto..magari cercherei di sapere perche´lo fa´..magari cercherei di dire qualcosa…di intavolare una discussione..
    anche se so che avrei poche speranze di successo.
    In giuste dosi….in questo mondo tutto fa bene..esagerare porta invece il corpo e la mente ad ammalarsi irrimediabilmente.
    Rodolfo

  5. Uroburo
    Uroburo says:

    “Dio c’è” è frequentemente il modo di dire dei pusher per avvertire i clienti che è arrivata la roba … U.

  6. rodolfo
    rodolfo says:

    Ma che fanno…quando la roba non c´e´?
    Vanno a cancellare la scritta per poi riscriverla….quando la neve e´di nuovo a disposizione? Che fatica….

  7. Anita
    Anita says:

    x Peter

    Caro Peter,

    mi dispiace che la bronchite abbia rovinata la tua vacanza in Portogallo.

    In quanto a cure…innanzi tutto bisognerebbe sapere che tipo di bronchite hai, se e’ virale gli antibiotici non servono, se sospetti che sia dovuta a batteri allora si deve ricorrere ad antibiotici.
    Ma non c’e’ bisogno che te lo dica io.

    Alcuni soggetti soffrono di bronchiti frequenti, anche in questo solo tu puoi sapere se questo e’ il tuo caso.

    Di ritorno a casa assicurati che non sia qualche infezione presa negli alberghi.
    Lab work recommended by me….!!!

    Bevi fluidi, stai ben idratato.
    Un vaporizzatore nebbia fredda o umidificatore puo’ aiutare a diminuire l’irritazione bronchiale.

    Auguri per una pronta guarigione.

    Un affettuoso abbraccio.
    Anita

  8. controcorrente
    controcorrente says:

    Rudy,
    quelli che scrivono che Dio c’è , sono uomini di poca fede, poiché hanno bisogno di vederlo scritto sui muri per ricordarlo.
    Per gli altri il problema non esiste, perché sprecare vernice?

    cc

  9. rodolfo
    rodolfo says:

    xAnita
    il tuo 366 lo potevi pure completare….con “un po´troppo antisemita”
    dato che il 98% di quelle persone indicate nel video sono Ebrei…
    e´come dire che il mondo e´nelle mani degli Ebrei. Mah
    Rodolfo

  10. controcorrente
    controcorrente says:

    Rudy,
    ciccio bello,Vox parlava dell’Occidente, è un vecchio vizio che non passa mai, quello di vedere il mondo da Occidente….in verità nel mondo siamo una minoranza..quindi non ti illudere..panta rei , nonostante il Dio di Abramo , fatti due righe di conti !

    cc

  11. Anita
    Anita says:

    Naturalmente non so il vero motivo per cui siano stati bruciati i Corani.

    Sembra che i prigionieri li usassero per comunicazioni personali, cosa che fanno qui negli US.

    Il che secondo le leggi coraniche consiste in blasfemia severamente punibile.

    Le autorita militari hanno errato, avrebbero dovuto disporre dei Corani secondo i loro comandamenti e da autorita’ musulmane.

    Quello che sta succedendo adesso e’ infuocato da chi era in attesa di uno spunto qualsiasi per creare un caos in tutta la regione ed al di fuori….

    Ma nessuno dice niente in riguardo ai religiosi ammazzati ed imprigionati tutt’ora, niente in riguardo alle chiese a moschee distrutte, Bibbie e Torah desecrate e bruciate…

    Anita

  12. rodolfo
    rodolfo says:

    Non luogo a procedere e l´ex premier Berlusconi , che non si e´ presentato in tribunale ed e´ stato prosciolto. De Pasquale: “Inutile commentare”. Cicchitto: “Innocente”. Di Pietro: “Ancora una volta salvato”

  13. controcorrente
    controcorrente says:

    Dice Carlo Galli su Repubblica :

    …Nulla di più ingannevole, quindi, che l’equiparare sotto la medesima etichetta di ‘borghesè Berlusconi – cioè l’esponente politico che più di ogni altro ha impersonato la trasformazione della borghesia in un informe strato sociale che esprime interessi soltanto economici, alieno dalla cultura, dalla legalità e dal senso dello Stato – e Monti, che, insieme a parecchi suoi ministri, è l’espressione di un mondo borghese ancora capace di porsi obiettivi etico-politici di alto profilo, di interpretare, anche se da un punto di vista particolare, interessi generali e non immediati. C’è borghese e borghese, dopo tutto; e le diverse figure della borghesia non possono essere confuse….

    Dico modestamente io : Saranno i fatti a decidere….,vecchia diatriba quella sugli obiettivi etico-politici di alto profilo e della sobrietà..sì c’è borghese e borghese…,ma se l’etico borghese fa quello che fa farebbe il non etico,sinceramente non me ne frega una sega di nulla,alla faccia dell’eticità individuale…anche i nazisti a modo loro erano etici….

    cc

    ps -buona notte all’etica caro Galli,mi sembra il “suo”un accorrere in aiuto all’etica.., ma quale etica? l’etica della Bocconi?
    L’etica dei salotti ,bene ,liberal e moderati il giusto ?
    Beh certo che il sottoproletario Bossi (dov’è finito)che si mette le dita nel naso e si pulisce il kulo con l’italico drappo , fa un pò schifo…,ma ha raccolto un sacco di consensi dalle PMI etiche!
    Sono etiche le PMI?O produttive ?

  14. Linosse
    Linosse says:

    x rodolfo 374
    qui ad ovest niente di nuovo per chi ha la prescrizione nel DNA.
    Sai per loro la doppia elica ,girando vorticosamente, genera una prescrizione degenerativa;non per tutti eh eh eh(senza virgole,punti e vincoli vari).
    L.

  15. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Linosse,
    sarà mica un problema..personalmente a me non girano neanche un pò…girano per altre cose , molto più consistenti!
    E quando mai la “giustizia è stata una cosa uguale per tutti”?
    Credimi No problem..paturnie per etici-moralisti,ormai..!!

    cc

  16. sylvi
    sylvi says:

    Se non fosse tragico, ci sarebbe da divertirsi come a un bel torneo di ping pong!
    Parlo della ” guerra” Fiat- operai di Menfi!
    E naturalmente gli imprenditori europei e americani dovrebbero venire ad investire in Italia???
    Oppure gli imprenditori italiani dovrebbero assumere gioiosamente a tempo indeterminato???
    Noi siamo tranquilli: da Udine al confine austriaco sono 90km, a quello sloveno 44km!!! E ci fanno red carpet…(lo dico per far contento Peter che forse gli fa bene alla salute!)
    E i giovani italiani si facciano assumere da Landini e dalla Camusso….che mi sa che prenderanno una sberla solenne e un maglione usato da Marchionne!
    La famigerata PMI potrebbe permettersi il lusso di pagare tre operai a casa nullafacenti? Oppure in fabbrica a far danni?
    E sarà una gran vittoria di Pirro quella di radicalizzare un conflitto per motivi ideologici portando all’eventuale chiusura di due fabbriche Fiat.
    BRAVI! Continuino pure a battersi col martello dove tutti sappiamo!
    Qualcuno di voi dica alla Camusso …SVEGLIAAAA!
    Correte all’estero a fare un corso di formazione sindacale…
    vite vite- schnell schnell- speedy – brzo brzo- ràpido….

    x CC e Linosse
    Ho effettivamente un giardiniere moldavo che ormai da anni viene a prestare la sua opera… la tuta è un prestito!

    Sylvi

  17. Linosse
    Linosse says:

    Che bella cosa e nà jurnata en nù mercato a u sole
    Quanta strada per arrivare a******** col suo storico e variegato mercato ,ma ne valeva la pena.
    All’ingresso già ammiccanti recinti con porci e porcelle rosee con i sempiterni glutei all’aria,tutti ben nutriti fanno bella mostra di se,subito seguiti da pollastri , galline,oche e pecurelle già spennate e ben pulite bell’è pronte per l’ultimo sacrificio in fricassea.
    Mirabile la zona,allestita in giornata, con imito-Atene col suo Partenone in bella mostra e tutto il Peloponeso equamente distribuito sulla ridotta superficie.
    Gli acquirenti, come sempre, giocano al ribasso ignari del fatto che ci guadagna sempre sono gli intermediari,solo loro conoscono i prezzi delle merci in bella mostra spolverate ed oliate,col maquillage fresco di giornata.
    Venghino sciori,tutto si compra e si vende se non oggi sarà domani ma vi consiglio di farlo oggi,domani chissà….
    L.

  18. sylvi
    sylvi says:

    cara Anita,

    il tuo curriculum divertentissimo assomiglia anche alla mia fotografia in alcune giornate.
    E’ che non ho mai sofferto di mal di schiena e ora è spesso una novità. Dev’essere l’effetto a leggere certi post del blog!
    Il nipotino diventerà sempre più comunicativo e simpatico; se è gioioso significa anche che è sano e sereno.
    Quando mio nipote sta a casa nostra, mio marito molla tutto e corre a casa! Io sono strabigliata!!!
    Ieri Richi gli ha detto: nonno, io gioco con te perchè ti voglio bene!
    E’ scappato in bagno …ma singhiozzava come un vitello!

    ciao
    Sylvi

  19. Cerutti Gino
    Cerutti Gino says:

    E io invece sbircio le “panzette” delle ragazze o compagne dei miei figli e a volte anche quella di mia figlia e mi dico “fosse la volta buona”.
    Makkè!
    Di regalarmi un nipotino/a neanche se ne parla.

    Pelandroni!
    All’ età di due dei miei maschi avevo già due figli.
    Ma senza televisione in casa.
    E già..

    C.G.

  20. Linosse
    Linosse says:

    x C.G.
    Tempi duri per gli aspiranti padri;per le madri nulla di nuovo :duri erano e duri restano.
    Una dura realtà di 7 miliardi a meno che non si attui la rodolfenintermediensoluzionen.
    Anche i nipotini,naturalmente come i nonni,possono attendere.
    I tempi, dopo essere cambiati,non si riconoscono più tra di loro.

    L.

  21. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    la bavetta alla boccuccia di rose, non ti manca mai parlando di metalmeccanici !
    Ma sicuro mia cara, se gli stabilimenti Fiat se ne vanno dall’Italia la colpa è dei tre operai di Melfi!
    Se non vengono ad investire in Otalia, la colpa è della Fiom, e certo mia cara “boccuccia poetica di rose”.
    Come disse quel “tale” che le PMI votano, con i petali di rose , pulisciti il deretano !

    cc

  22. Vox
    Vox says:

    @ Anita

    Tutti nel video sono ebrei? Davvero?
    E questo cosa significa?
    Sarà mica un atto di antisemitismo?

    A meno che lei e il suo caro amico Rudy vogliate dimostrare:

    a) che le persone indicate non sono multiproprietari
    di banche, corporations e mass media
    b) che le persone indicate non sono ebree
    c) che le persone indicate non esistono

    il video potrebbe anche essere una semplice constatazione dei fatti come sono, nudi e crudi, nemmeno spolverizzati di zucchero a velo.

    Io non ho scritto da nessuna parte che quei signori siano ebrei e non lo dice nemmeno il filmato. Lo ha detto lei nel suo commento.

    Le conclusioni ai posteri.

  23. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro vox,
    generalmente l?Anitona nostra è molto distratta, Lei non ha tempo di leggere certi giornali, ne di vedere certi film, nè certi programmi tv…ma su due cose è precisa e puntuale
    A) Nel cambio dei pannoloni di Alexander
    B) Nelle ricerche accurate su Internette (un vero segugio)

    Peccato che venga brutalmente e sovente colta in fallo quando nella fretta va oltre e trae le conclusioni,,anche delle Cose ” non dette.
    Quando i fatti parlano chiaro, lei mette in moto il retropensiero e scoverebbe persino la vera identità di DIO.
    Un segugio ,come già detto !

    cc

  24. sylvi
    sylvi says:

    caro Faust,

    mi sono messa accanto il bottiglione di grappa e, fra un sorso e l’altro, ti spiego come funziona la Scuola nei Paesi dove la libertà non è soltanto la libertà della lotta di classe, del comunismo chavista e lulista, delle solenni sbornie di uguaglianza che è solo l’uguaglianza dei caporioni che vivono come ricconi…dove le donne hanno la libertà di fare le puttane per guadagnare un soldo…dove i bambini vanno sì, abbastanza spesso, a Scuola, ma imparano solo quello che comanda il partito…in Sudamerica, ma non solo!!!

    Dunque, la Scuola deve essere prima di tutto un luogo di istruzione ed educazione e queste due parole, mio caro diavolo, comprendono una visione del sapere a 360°…non a 180°!
    Mi dirai, per ora non parlo di soldi, che una Scuola cattolica o musulmana o… maxista, aggiungo io, non educano a 360°.
    E allora vanno chiuse…ma non perchè PREDILIGONO il Vangelo o il Corano o il Capitale, ma perchè non indicano altre strade, altri percorsi oltre il proprio.
    Mille volte ho scritto che nei miei studi ho approfondito filosofi cattolici, ma ho studiato, da programma ministeriale, tutti gli altri!
    E all’esame di stato avevo esaminatori esterni comunisti, nemici dichiarati della scuola cattolica.
    Insomma era una Scuola “servizio pubblico” secondo le leggi vigenti e secondo un programma statale unico per tutti gli studenti.
    Queste Scuole devono pagare l’ICI? Credo di no, se sono dichiaratamente “no profit”.
    Tu mi fai, nel tuo post, una bella confusione fra Scuole private laiche non leg. riconosciute e che perseguono un profitto, e le Scuole riconosciute dallo Stato e perciò fornitrici di “servizio pubblico”.

    I soldi! Mia madre, una operaia proletaria, ha mangiato pane e cipolla per sette anni per riuscire a pagare la retta della Scuola cattolica alla figlia. Avresti voluto impedirle la scelta?
    O caricare la Scuola di tasse, mentre mi forniva una educazione che lo Stato non ha pagato?
    Obbligarmi alla Scuola statale, prendere o lasciare…in nome della libertà e democrazia naturalmente!!!
    E i proletari nella mia Scuola c’erano eccome, solo che questo Stato così democratico svenava i lavoratori che avevano fatto quella scelta. Democrazia, naturalmente!
    Certo la Costituzione dice quello che sappiamo tutti…”senza oneri per lo stato”, ma dice anche che la scuola è un diritto inalienabile per tutti i cittadini…non dice che devono per forza frequentare le scuole statali altrimenti “devono” restare analfabeti.

    Concludo dicendo che tutti i partiti, dx e sx, hanno fatto strame della Costituzione, prendendo i pezzi e i brandelli che facevano più comodo! Ma l’art.33 è intoccabile, come l’art. 18 dei metalmeccanici!!!

    Se mio nipote non potrà, volendo, andare alla Scuola privata….poco male …andrà a Scuola privata in Europa!
    Costa poco, credimi.

    mandi biel
    Sylvi

  25. controcorrente
    controcorrente says:

    Cara Sylvi,
    ti chiedo scusa per la frase un pò spinta sul “deretano”, ma spero che tu ti sia ripresa dalla fatica immane della “pulizia foglie”.
    Ho appena visto in TV la storia delle lavoratrici venete della Lux Ottica, che con molta dignità,hanno accettato di fare il turno dalle Cinque a Mezzogiorno con due o più figli piccoli a carico, per cui quasi mi pento di averti chiesto scusa…,mi raccomando però non raccontare più certe storie…fai ridere..pensa prima di scrivere, che poi certe risposte vengono spontanee..cera molta dignità e rassegnazione in quella operaia veneta..spero che un giorno non dimentichino,quello che oggi sono state costrette a subire..
    Domani vai a lavurà e magari pulisci pure i tombini..che poi vi lamentate se viene l’alluvione ..vai a lavurà vai, vai..

    cc

  26. Anita
    Anita says:

    x Sylvi

    Cara Sylvi,
    come ti ho scritto non vedo il bambino di sovente.
    Mia nipote e’ indaffarata, lavora 5 giorni la settimana, dalle 11,00 AM alle 7,00PM.
    Percio’ una lunga visita e’ una rarita’.
    Non avevo visto Xavier dalla vigilia di Natale ed era in una casa piena di invitati.

    Per fortuna mi ero fatta portare su da uno dei capannoni un playpen ancora nuovo, bello grande di oltre un metro quadrato.

    Di questo tipo:
    http://ecx.images-amazon.com/images/I/414eQ96-NNL._AA300_.jpg

    A casa loro hanno quelli che sono rettangolari e di circa la meta’.

    Cosi’ Xavier si e’ trovato in paradiso…ha appena iniziato a sedersi fermamente e crawling solo da un paio di giorni…
    Ma impara presto, l’ho aiutato a stare in piedi aggrappandosi alle sponde del playpen e poi cercava di farlo da solo…rideva beato e contento.

    Ti assicuro che se lo avessi avuto piu’ di frequente sarebbe piu’ avanzato nel suo sviluppo perche’ dopo il plypen cercava di aggrapparsi al coffee table…

    Abbiamo fatta amicizia istantaneamente. (era ora…)

    Mi dispiace per la scelta di mia nipote, il suo compagno e’ un fannullone, ormai stanno insieme per convenienza….
    Lei dice…almeno il piccolo ha un papa’.

    E’ uno di quelli che crede che la fine del mondo si avveri nel novembre 2012, percio’ tutto e’ inutile.

    Scusa le parole in Inglese, non le ho trovate in Italiano.

    Ciao,
    Anita

  27. controcorrente
    controcorrente says:

    Costa poco, credimi…

    Ma non ti vergogni, fila a confessarti domani !

    cc
    Gesù ti guarda e ti giudica!

  28. rodolfo
    rodolfo says:

    La signora o signorina Vox scrive:-
    “Io non ho scritto da nessuna parte che quei signori siano ebrei e non lo dice nemmeno il filmato”.


    Lei con la sua sottile e stupida ipocrisia quel video lo ha cercato apposta.
    Basta leggere sotto i commenti…per capire di cosa si tratta.
    Lo sa come dicono a Napoli ?: “ca nisciun’ è fesso” ed ANITA men che meno::::::::::::: Ma rimane LEI la fessa.

    La signora o signorina Vox scrive:-

    A meno che lei e il suo caro amico Rudy vogliate dimostrare:
    a) che le persone indicate non sono multiproprietari
    di banche, corporations e mass media
    b) che le persone indicate non sono ebree
    c) che le persone indicate non esistono


    Le rispondo volentieri…….
    Le persone indicate sono multiproprietari====MULTIPROPRIETARI
    Le persone indicate sono Ebree===========PERSONE
    Le persone indicate esistono=============ESISTONO

    E ALLORA?
    Allora io le indico i nomi dei 10 uomini piu´ricchi del mondo…tra di loro pero´non trovera´nessun Ebreo…ma anche loro e sopratutto loro hanno in mano l´economia del mondo.
    Carlos Slim Helú
    Bill Gates
    Warren Buffett
    Mukesh Ambani
    Lakshmi Mittal
    Lawrence Ellison
    Bernard Arnault
    Eike Batista
    Amancio Ortega
    Li Ka shing

    Cosa ne pensa? Il primo Ebreo si trova al 17° posto ed e´un Americano.
    Lei ha cercato di proposito quel video….lo ha trovato e lo ha postato ben sapendo il messaggio da trasmettere.
    Vada a quel paese …signora o signorina Fox
    Rodolfo

  29. controcorrente
    controcorrente says:

    Caro Rudy,
    per una volta tanto sono in accordo con te..certa “merda” non ha confini di nazionalità di sangue ,di razza o di nazionalità è una Multinazionale internazionale!

    cc

  30. rodolfo
    rodolfo says:

    Mi domando…qual´e´ lo scopo della signora Vox?
    Mi domando dunque se e´sbagliato accusarla di antisemitismo spicciolo.
    Magari ora spunta Nicotri scrivendo” Stia attento a come parla….qui non esistono antisemiti”…daccordo…ma allora come si spiega il comportamento della signora Vox?
    Rodolfo

  31. rodolfo
    rodolfo says:

    Da Fazio si parla delle disuguaglianze nel mondo.
    Io penso che se una disuguaglianza c´e´…se i ricchi diventano sempre piu´ricchi e i poveri sempre piu´poveri…non e´colpa di una lobby o di chissa´chi….ma solo del sistema che vige in questo mondo.
    E´il sistema che bisogna cambiare e questo puo´essere cambiato solo dai popoli . Se i popoli non sono capaci di reagire …che soffrano dunque e pipa .
    Rodolfo

  32. Vox
    Vox says:

    La faccenda degli ebrei nel video (che ho postato esclusivamente per parlare di sognoraggio bancario) l’ha sollevata Anita.

    E quanto al suo stupido elenco, Bill Gates, Warren Buffett e Bernard Arnault sono sicuramente ebrei.

    E allora? Lei che vuole? Ne sia contento.
    Sta a vedere che ora anche dire che un ebreo e’ ricco e’ un atto di antisemitismo. E a quel paese, dovunque sia, ci vada lei e ci resti, perche’ e’ l’unico posto adatto a uno con un cervello come il suo.

  33. rodolfo
    rodolfo says:

    E quanto al suo stupido elenco, Bill Gates, Warren Buffett e Bernard Arnault sono sicuramente ebrei.


    Sono Ebrei si…ma solo nel suo cervello bacato dall´odio.
    R

  34. rodolfo
    rodolfo says:

    La faccenda degli ebrei nel video (che ho postato esclusivamente per parlare di sognoraggio bancario) l’ha sollevata Anita….
    .
    .
    Ma lei l´ha proposto. Cercato ….trovato e postato di proposito ben sapendo.
    R

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