Ultima fermata, Teheran. Ovvero: lo sconvolgimento geopolitico alle porte
Dunque a detta di sempre più osservatori ed esperti la guerra all’Iran è ormai solo questione di mesi. A prendere l’iniziativa sarà Netanyahu, il padre fondatore del riciclaggio dello scontro tra Oriente comunista ed Occidente capitalista in scontro tra Nord e Sud del mondo, cioè in pratica tra mondo giudaico cristiano e mondo islamico. Ovviamente spero che osservatori ed esperti si sbaglino anche questa volta. Però è bene ripercorrere le tappe di questa follia centrata sull’ossessione delle “bombe atomiche di Teheran”, versione aggiornata in salsa iraniana della gigantesca e criminale panzana delle “atomiche di Saddam” servita per invadere l’Iraq. Propongo quindi due scritti non miei: piuttosto lunghi, ma molto documentati e dettagliati. Sono di qualche anno fa, ma sempre estremamente attuali per il contenuto e molto utili per farsi un’idea di come stiano davvero le cose.
1) http://www.eurasia-rivista.org/nucleare-iraniano-storia-politica-diritto-e-strategie/3408/
Estratto da
L’ATOMICA DEGLI AYATOLLAH
Di Vincenzo Maddaloni e Amir Modini
(Ediz. Nutrimenti 2006)
Da più di due decenni l’Iran (terra degli arii) erede dell’antica Persia, è il baricentro dello scacchiere mediorientale. Oggi più di prima molto ha influito la presenza di Forze Armate americane nell’area e il rapido continuo mutamento degli equilibri geopolitici mondiali. Le potenze occidentali che negli ultimi due o tre secoli hanno sfruttato e beneficiato delle risorse del pianeta dovranno ora confrontarsi con la nuova realtà emergente. L’Iran è al centro di quell’area geografica in cui si concentrano le maggiori risorse mondiali di petrolio e gas naturale: è infatti il secondo paese per le risorse (uranio, plutonio), il terzo esportatore di petrolio e subito dopo la Russia per le riserve di gas naturale. Ma il fattore che determina anche l’importanza dell’Iran nel panorama mondiale è la sua importanza culturale.
L’Iran è infatti al centro di quell’area dell’Asia sud occidentale che è in contatto con l’Eurasia, la Cina , l’India, la Russia, il Medioriente, la penisola arabica,: è il punto di incontro di grandi civiltà, quella indiana, quella islamica, quella europea, è soprattutto la culla millenaria della civiltà indo-iranica dove si incontrano la civiltà iranico-islamica (a partire dal VI sec) e quella iranico europea (a partire dal XVII sec).
L’Iran oggi per competere nello scenario globale che si sta avviando verso una tripartizione geopolitica (Stati Uniti, Unione Europea e un’embrionale comunità asiatica (Russia, Cina e Rep: centro asiatiche) deve scegliere un’area con la quale allearsi e il polo geopolitico che riuscirà ad allearsi con l’Iran diverrà la superpotenza del futuro.
L’area dell’Asia sud occidentale che gravita intorno all’Iran con la sua presenza storico-culturale comprende la parte meridionale dell’Asia centrale ex sovietica, il Caucaso, la Turchia orientale, l’Iraq, la sponda meridionale del Golfo Persico, parte dell’Arabia Saudita e dell’Oman, il Pakistan e l’Afghanistan e questa presenza è legata alla natura dell’attuale potere degli ayatollah, vere anime del clero sciita e la componente sciita è quasi sempre predominante nei paesi suddetti.
Avere l’Iran come alleato significa poter gestire le risorse energetiche e dunque governare l’intera economia mondiale poiché l’Europa, il Giappone, la Cina e l’India dipendono da quest’area geografica.
Da tutto ciò si comprende il motivo per cui le Forze Armate degli Stati Uniti sono sbarcate in Iraq. Resta solo da vedere se il processo politico in atto sarà in grado di riassorbire la guerra civile o se offrirà un nuovo pretesto per l’invasione dell’Iran.
Ma veniamo ora all’argomento che ci interessa oggi: lo sfruttamento del nucleare nell’Iran di Ahmadinejiad.
La storia del nucleare iraniano risale alla monarchia dei Pahlavi. Nel 1974 Reza, è in rapporto di amicizia con vari esponenti dell’amministrazione USA (Kissinger sosteneva il rafforzamento dell’Iran in chiave antisovietica e propose l’acquisto di 23 nuovi reattori e l’aiuto di tecnici dell’M.I.T.)
Gerard Ford nel ‘76 aveva autorizzato lo scià a comprare e usare le tecniche innovative per l’estrazione e lavorazione del plutonio, passo sostanziale per arrivare alla fabbricazione di testate nucleari.
Al luglio del ’78 risale l’accordo USA-IRAN sull’energia nucleare (7 mesi prima della rivoluzione islamica) e la cooperazione per la ricerca di giacimenti di uranio. General Electric e Westinghouse fanno una gara per vendere i propri reattori: l’apertura al nucleare sarebbe servita alla pace mondiale perché non solo le compagnie americane avrebbero costruito i reattori nucleari, ma il Pentagono avrebbe continuato a vendere armi e equipaggiamenti all’esercito e alla polizia in cambio di petrolio. L’Iran firma anche contratti con Francia e Germania.
Durante la guerra IRAK-IRAN 1980-1988 gli impianti vennero danneggiati.
Alla fine degli anni ’80 Teheran offrì a Washington e all’Europa Occ. di costruire nuovi reattori, ma ottenne un no deciso per il dilagare del khomeinismo e si rivolse quindi ai russi che accettarono.
CRONOLOGIA
1979: rivoluzione islamica, 16 gennaio: lo scià lascia l’Iran. 1° febbraio: l’ayatollah (ayat Allah = segno di Dio) Khomeini torna in Iran e prende il potere: segue l’abrogazione del diritto di famiglia sostituito da appositi tribunali competenti e riguardante quindi anche il divorzio e la custodia dei figli; divieto alle donne di svolgere la funzione di giudice, imposizione del velo, repressione delle proteste, segregazione delle donne nelle spiagge e negli eventi sportivi. Aprile. referendum : il 98% vota a favore della Rep. Islamica. Novembre: occupazione in Libano dell’Ambasciata USA da parte degli hezbollah. Dicembre: Komeini diventa ufficialmente faqih e controlla la magistratura, il governo e il parlamento
1980 l’Iraq invade l’Iran
1981: rilascio degli ostaggi americani dopo 444 giorni
giugno: il premier Bani Sadr accusato di complotto per rovesciare la Rep. Islamica, fugge in Francia, repressione delle dimostrazioni in suo favore
1984 il parlamento approva la legge che prevede 74 frustate per le donne che non indossano il velo
1985 Iran-Contra Affair. Gli USA cercano di liberare gli ostaggi in Libano offrendo in segreto armi all’Iran. Komeini chiede alle donne di partecipare alla guerra contro l’Iraq
20 luglio 1988 fine della guerra durata otto anni
1989 Komeini muore, Kamenei è nominato leader supremo
e Rafsanjani presidente
1990 l’Iraq invade il Kuwait. L’Iran rimane neutrale, ma denuncia la presenza americana nella regione.
Giugno 1990 devastante terremoto : muoiono 40.000 persone a settembre Teheran riallaccia relazioni diplomatiche con Baghdad.
1995 gli USA impongono sanzioni petrolifere e commerciali all’Iran accusato di sostenere il terrorismo, di produrre armi nucleari e di essere ostile al processo di pace
Novembre :305 donne si iscrivono alle elezioni legislative, il Consiglio dei guardiani ne candida 179
1997 Khatami è eletto presidente con il 69% dei voti
2001 accordo Iran –Arabia Saudita per combattere il terrorismo, la droga e il crimine organizzato
Khatami è rieletto con il 77% dei voti per un secondo mandato
2002 Bush include l’Iran, l’Iraq e la Corea del Nord nell’asse del male. I russi iniziano la costruzione del primo reattore nucleare iraniano a Bushehr
2003 manifestazione contro il regime del clero, 4000 persone vengono arrestate.(e non sono solo studenti)
Annuncio di Khatami che l’Iran produrrà combustibile nucleare per le proprie future centrali civili.
Ispezioni dell’AIEA, ultimatum e l’Iran cede e sospende l’arricchimento dell’uranio. a dicembre firma il protocollo addizionale al Trattato di non proliferazione nucleare
2004 susseguirsi di accuse e di accordi di sospensione dell’arricchimento in cambio della promessa di cooperazione nucleare, commerciale e politica
2005 minaccia della ripresa delle attività di arricchimento dell’uranio, Blair vuole portare l’Iran di fronte al Consiglio di Sicurezza dell’ONU:
24 giugno: Ahmadinejad presidente
La fase più tormentata della vicenda nucleare si sviluppa nel corso del 2005. Bush, dopo la vittoria a giugno di Ahmadinejad come presidente, ricorda che di fronte a una minaccia nucleare “nessuna operazione è esclusa, compresa quella della forza”
Il Washington Post e The Nation sostengono che il piano d’attacco all’Iran elaborato dallo Strategic Command prevede l’uso di armi convenzionali e nucleari su oltre 400 obiettivi utilizzando i “Droni”, aerei senza piloti (oggi in Iraq).
Reazioni europee: nella primavera 2005, primo atto diplomatico con la richiesta di un rinvio del progetto nucleare, cui non fa seguito alcuna risposta. Il 17 settembre 2005 Ahmadinejad all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclama che l’Iran non rinuncerà a produrre energia nucleare per scopi civili usando uranio arricchito (prerogativa riconosciuta dal Trattato di non proliferazione nucleare firmato nel 1974 che permette ai paesi membri di costruire sotto tutela internazionale impianti che comprendono tutte le fasi del ciclo del combustibile nucleare, compreso l’arricchimento).
Nell’agosto 2005 la UE 3 chiudeva la porta a “una proposta iraniana che prevedeva l’abbandono in modo definitivo degli impianti di arricchimento e il solo utilizzo di impianti ad acqua leggera. L’Iran chiedeva inoltre di fare delle joint venture con imprese private e pubbliche straniere, ma ottiene il no di Gran Bretagna e Francia.
Gennaio 2006
Risposta di Israele alla violenza verbale di Ahmadinejiad con la minaccia di bombardare gli impianti iraniani, cui fa seguito da parte dell’Iran l’apertura dell’impianto di Natanz che era sotto il monitoraggio dell’AIEA. L’8 marzo deferimento al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, misure restrittive su commercio e blocco dei capitali all’estero.
Gli USA sostengono che il polonio e il berillio (armi atomiche) sono stati importati in Iran, ma l’AIEA (direttore El Baradei) smentisce dopo le visite ai vari impianti e sostiene di non aver trovato nulla.
L’Iran è l’unico paese al mondo che ha una legge che vieta al Governo e ai vari enti di intraprendere attività nel settore militare, relative al nucleare, e non ha mai aggredito alcun paese: è stato aggredito da Saddam al quale gli occidentali avevano fornito armi chimiche quando stava per perdere. L’Iran è membro dell’ONU e ha firmato quasi tutti i trattati internazionali, tra cui il Trattato di non proliferazione nucleare nel rispetto del quale ha accettato le ispezioni dell’AIEA ai siti deputati allo sviluppo del programma nucleare civile.
Nel 2003 l’Iran aveva proposto la creazione di una zona denuclearizzata nel Medio oriente, appoggiato da Egitto e Giordania, da presentare al Consiglio di sicurezza ONU, ma aveva ottenuto un no degli USA perché implicava il controllo degli armamenti nucleari di Israele (200 testate nucleari disponibili).
NB. Né Pakistan, né India né Israele hanno firmato questo Trattato di non proliferazione nucleare. Anche il Brasile, pur avendolo firmato si oppone ai controlli dell’AIEA la quale teme che il Brasile possa vendere ordigni atomici o esportare uranio arricchito di cui è ricco (ma in quel caso dovrebbe cambiare la sua Costituzione).
La UE dovrebbe impegnarsi a convincere gli USA a togliere le sanzioni contro l’industria iraniana del gas e del petrolio, degli aeromobili e relativi pezzi di ricambio e rinunciare all’obiettivo di un cambio di regime in Iran.perché la pressione costante degli USA determina di fatto un rafforzamento del blocco conservatore in Iran che è un paese a forte tradizione di nazionalismo ed è una delle più antiche nazioni del mondo e con alle spalle una ricca cultura.
Dall’impero del male all’asse del male
Nel gennaio 2005 a Davos Clinton aveva dichiarato che il golpe del 1953 che portò lo scià sul trono contro il governo Mossadegh fu un grave errore dei servizi americani: quell’evento ha minato lo sviluppo della democrazia in Medioriente e l’ha stroncato. Come conseguenza in Iran sono scoppiate lotte sociali e antiamericanismo, una costante che la vittoria degli ayatollah ha contribuito a diffondere. Da parte USA una guerra con l’Iran avrebbe conseguenze imprevedibili. Negli anni ’80 Reagan definiva l’Unione Sovietica l’Impero del male per giustificare il riarmo e il progetto delle guerre stellari. Crollato l’URSS, i potenziali nemici sono diventati l’Iraq, l’Iran, la Yugoslavia di Milosevic, la Corea del Nord, la Siria.
Richard Perle trovò un comun denominatore inventando l’espressione asse del male :oggi Iran, Siria, Libano, agevolati dallo scoppio del terrorismo internazionale.
Il petrolio e il gas
L’80-90% di entrate totali delle esportazioni in Iran sono rappresentate dal petrolio e dal gas e finanziano il 40-50% del budget dello stato. Risale al 1951 la NIOC (national iranian oil co) uno dei più grandi enti petroliferi del mondo, nata con la nazionalizzazione di Mossadegh.
Sono localizzati nella parte sud occidentale del paese ben 32 giacimenti produttivi (25 in terra ferma e 7 sul mare), ma il potenziale potrebbe di molto aumentare sfruttando i giacimenti del Mar Caspio dove però esistono dispute territoriali irrisolte tra Iran Kazakistan, Russia Azerbaijan e Turkmenistan.
Attualmente l’Iran esporta 2,7 milioni di barili verso Giappone, Cina, Corea del Sud, Taiwan e Europa, ma ha difficoltà a raffinarlo e necessiterebbe di investimenti per rendere più efficienti i suoi giacimenti.
Nel 2004 la Inpex, un consorzio giapponese, ha firmato un accordo per lo sviluppo dei giacimenti di Aradegan che ha riserve per 26 miliardi di barili, e cerca l’appoggio di Total, Statoil, Sinolpec e Lukoil. La produzione potrebbe iniziare quest’anno e raggiungere i 260.000 barili al dì.
Anche l’Eni/Agip insieme alla francese Elf hanno contratti by back (spese di investimento in cambio di quote di petrolio) vicino ad Abadan la cui capacità è di circa 3-5 miliardi di barili e giacimenti di petrolio e gas nell’isola di Khark.
Rapporti di amicizia con la Russia
Tra il 1989 e il 1993 l’Iran ha acquistato armamenti russi per 10 miliardi di dollari per riequipaggiare le sue Forze armate dopo la guerra e inoltre tecnologia nucleare e missilistica. Preoccupazione comune : i talibani e l’influenza USA e l’impegno di non permettere a quest’ultima il controllo delle esportazioni di energia in Asia centrale: l’Iran finanzia la costruzione di una ferrovia e un gasdotto dal Turkmenistan a Meshad e di qui ai porti e quindi all’estero.
Per quanto riguarda il gas l’Iran è il 2° produttore di gas dopo la Russia. Il 62% non è ancora sfruttato. Si parla di un gasdotto con la Turchia che potrebbe proseguire per l’Europa attraverso la Bulgaria e la Romania, oppure essere sotterraneo nell’Adriatico. L’Iran esporta gas in India e nell’ottobre 2004 ha firmato un contratto con SINOPEC (Cina) di 100 miliardi di dollari per 30 anni e un accordo con il governo di Pechino per l’esplorazione del Caspio meridionale.
Il pagamento del petrolio in dollari risale a un accordo mediato dallo scià nel 1972-73 con l’Arabia Saudita. Anche l’OPEC (Organizzazione dei Paesi Esportatori di Petrolio) seguì l’esempio e tutti i paesi dovettero dotarsi di dollari per l’acquisto di petrolio
Il che vuol dire predominio globale garantito. Nel 2000 l’Iraq fu il primo a pretendere il pagamento in Euro e quando anche l’Iran espresse la volontà di farsi pagare in Euro o in Yen il pericolo per il dollaro divenne reale e si può dedurre che scopo primario della guerra del golfo non furono le armi di distruzione di massa che non c’erano, né l’esportazione della democrazia, ma la salvaguardia del dollaro, cioè il fondamento dell’impero americano.
Due mesi dopo l’invasione dell’Iraq il programma Oil for Food fu chiuso e il petrolio venne di nuovo venduto in dollari.
Se l’Iran adottasse l’Euro le transazioni del petrolio darebbero alla valuta europea il prestigio di diventare riserva monetaria internazionale e sia i cinesi che i giapponesi sarebbero lieti di diminuire le loro riserve in dollari (oggi svalutati) e maggiori vantaggi andrebbero anche ai russi.
Alla minaccia degli USA di ricorrere al Consiglio di Sicurezza l’Iran risponde che sarebbe come giocare col fuoco e minaccia in caso di attacco militare di interrompere i rifornimenti a Usa e Europa: se ciò avvenisse i prezzi potrebbero schizzare da 70 a 130 dollari al barile e la Cina potrebbe in questo caso liberarsi delle sue riserve in dollari causando un grave deprezzamento della valuta americana.
Perché tanto interesse per l’islam
Tariq Ali, direttore del Newleft Review pakistano dice: “Dimentichiamo l’Islam e pensiamo al petrolio. Se non si trovasse sotto le terre abitate da musulmani dubito che l’Occidente si sarebbe mai occupato dell’Islam. Sono i petrodollari che hanno fatto rinascere l’interesse per l’Islam, dopo la caduta dell’impero ottomano.
Gli stati chiave creati dai poteri imperiali dopo la 1a guerra mondiale Iraq, Kuwait e Arabia Saudita si basavano sugli interessi delle compagnie petrolifere. Le forze democratico-radicali dell’Iran erano state sconfitte dall’intervento anglo-americano (scià) che preferivano un regime corrotto e autocratico.
Per gran parte del XX sec. gli interressi nazionali e delle compagnie occidentali hanno tenuto l’Islam in un angolo politico, una religione del 3° mondo di nazioni ai margini, di ricche élites, di dittatori brutali e popolazioni oppresse: I confini di questo stretto angolo politico si sono rinforzati durante la guerra fredda, quando Urss e Usa usarono il mondo islamico come campo giochi per il loro Great Game. E la lezione mai imparata è che coloro che sono stati manipolati con la violenza useranno prima o poi gli stessi modi per esprimere la loro rabbia e la loro ribellione”.
Dice Amir Modini : Non esiste una guerra di religioni: Il problema reale risiede nella vita e nella sua materialità di ogni giorno. Ci sono tanti integralismi, a partire da quello cristiano per arrivare a quello ebraico a quello indù, quello scintoista e tanti altri.. Il fatto vero è che la maggioranza dei popoli islamici lotta da secoli per liberarsi dal cappio del colonialismo e del neocolonialismo e su questa scia sono nate tendenze estreme e spesso manovrate dal potere di turno..Comunque il riformismo di Khatami non è un’esperienza conclusa, non porrei limite a questa speranza che esprime le istanze di una parte notevole del movimento riformista di tendenza islamica. Nel contempo, dalle parole del leader del movimento studentesco si può dedurre che esiste un movimento riformista più radicale all’interno del paese. Oltre al variegato mondo del riformismo islamista c’è infatti in Iran l’opposizione democratica che risiede nella società civile e nelle comunità iraniane residenti in Europa e in America. Solo la coscienza del comune senso di appartenenza del genere umano e la consapevolezza della brevità di questa esistenza potranno fornire risposte a molte contese e problemi irrisolti.
2) http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=4675108
01/10/2005
Usa-Iran, scontro apocalittico?
di Mir Mad
Oramai è di dominio pubblico che il Pentagono ha pianificato anche l’uso di armi nucleari tattiche contro l’Iran. La dottrina della “guerra preventiva” stile neocon sta facendo un pericoloso salto di qualità e senza preoccuparsi delle inevitabili, devastanti conseguenze per l’intera umanità potrebbe trasformarsi in una “guerra preventiva nucleare”. Secondo quanto ha scritto The Nation (21 luglio 2005), George Bush “ha dato al Dipartimento della Difesa la sua approvazione alla preparazione di diversi scenari per un attacco”. L’autore dell’articolo, Michael Klare, esperto di problemi della difesa, afferma di essere a conoscenza del fatto che i piani del Pentagono già esistono e prevedono l’uso di armi convenzionali e atomiche su oltre 400 obiettivi iraniani già identificati e scelti.
Philip Girali – ex membro della Cia e fonte attendibile, che recentemente ha fornito informazioni sull’Iran a Seymour Hersh- afferma: “A Washington non è un segreto che gli stessi personaggi dentro e attorno l’amministrazione Bush che hanno montato la vicenda irachena, si stiano preparando a fare lo stesso con l’Iran. Il Pentagono, agendo dietro istruzioni dell’ufficio del vicepresidente Dick Cheney, ha incaricato lo “United States Strategic Command” (Stratcom) di elaborare un piano da impiegare in risposta a un altro attacco terroristico contro gli Stati Uniti del tipo dell’11 settembre. Il piano include un attacco aereo su larga scala contro l’Iran, con l’utilizzo di armi sia convenzionali che nucleari tattiche [ le “bunker busters”, ndt ]. In Iran ci sono più di 450 obiettivi strategici di primaria importanza, comprendenti numerosi siti sospetti per lo sviluppo di armi nucleari. Molti di questi sono rinforzati o sotterranei a grande profondità e non possono esser distrutti da armi convenzionali. Da qui l’opzione nucleare. Come nel caso dell’Iraq, la risposta non dipenderà dal fatto che l’Iran sia realmente coinvolto nell’atto terroristico diretto contro gli Stati Uniti. Diversi ufficiali di alto rango dell’Air Force implicati nella stesura del piano sono inorriditi di fronte alle implicazioni di quello che stanno facendo -la preparazione di un attacco nucleare non provocato contro l’Iran- ma nessuno è disposto a compromettere la propria carriera sollevando obiezioni” [Philip Giraldi, “Deep Background”, The American Conservative , 1 agosto 2005 ( Traduzione: G.Garibaldi].
Il piano cui si riferisce Giraldi è il “Conplan 8022″ , già “svelato” da William Arkin lo scorso 14 maggio sulle pagine del “Washington Post” e pubblicato anche da “Newsweek” e appunto è stato elaborato dallo Stratcom, un tempo responsabile soltanto dell’arsenale nucleare strategico, ma recentemente riformato e incaricato di pianificare il “global strike” con opzioni sia convenzionali che nucleari.
Anche se l’autorevole l’IISS – “International Institute for Strategic Studies” – di Londra, nel suo “Ilss Strategic Weapons Programmes, September 6 2005” sostiene che, anche nel caso esista un piano per la costruzione degli armi nucleari, Teheran ha bisogno ancora di diversi anni, – “Pubblic estimates for how long it would take Iran to acquire nuclear weapons range from only a few years to at least a decade”- lo stesso istituto e diversi esperti autorevoli come Arvand Abrahamiayan dell’Università di New York sostengono che tra Usa e Iran “uno scontro è inevitabile” e un scontro del genere -altro che la guerra contro l’Irak- senza ombra di ironia potrà infiammare davvero l’intero pianeta e aprire le porte dell’inferno.
Il presidente Bush, rispondendo alle domande dei giornalisti riguardo alla ripresa dei lavori del programma nucleare iraniano – dichiarato per uso pacifico e sotto il controllo dell’ Iaea e nell’ambito dei trattati di non proliferazione nucleare Npt- ha sostenuto che tutte le opzioni sono sul tappeto. Ha detto anche che “un eventuale attacco aereo israeliano avrà il sostegno degli Stati Uniti”, mentre l’Europa, attraverso il cancelliere Schroder ha dichiarato di non voler seguire né sostenere un intervento militare.
Il piano dovrebbe funzionare cosi: in seguito a spettacolari attentati terroristici in Usa firmati al-Qaeda e bin Ladin -o qualche gruppo di nuova formazione-, attacchi aerei americani potrebbero partire dall’Azerbaijan o dalla base Shindand in Afghanistan oppure dalla base di Khanabad in Uzbekistan che sta per essere trasferita in Turkmenistan (Mary2) o dalle basi in Turchia e in Irak o direttamente dalle navi Usa nel Golfo Persico. Gli attacchi individuerebbero gli obiettivi basandosi sulle informazioni raccolte dai droners, gli aeri spia senza pilota, e sarebbero preceduti o seguiti fomentando le rivolte etniche nelle regioni del Khuzestan e del Kurdestan iraniano, in accordo con certe fazioni scite moderate (ci sarebbero diversi nomi) o filoamericane (Hossein Khomeini, Hassan Sadr per esempio). Il “regime change”, infatti sarebbe conseguenza di rivolte popolari contro il regime impopolare degli ayatollah e con l’aiuto della potente comunità iraniana d’America. Secondo Scott Ritter, l’ispettore dell’Onu per le armi in Irak, con la penetrazione nello spazio aereo iraniano ed altri atti, l’amministrazione Bush è già in una guerra non dichiarata contro l’Iran. Secondo autorevoli analisti: un attacco aereo contro gli impianti nucleari dell’Iran potrebbe essere estremamente incauto e poco saggio perché gli impianti sono sparsi su un vasto territorio e sono nascosti sotto terra e difficilmente identificabili. Inoltre con il prezzo del petrolio arrivato anche a 60-70 dollari l’Iran importante paese produttore insieme al suo seguito scita-petrolifero in Irak e nei vari paesi del Golfo Persico potrebbe causare un collasso all’economia mondiale. Inoltre la storia insegna che da più di 5000 anni i popoli dell’Iran di fronte al pericolo straniero si sono riallineati al potere di turno per poter difendere la propria autonomia e indipendenza.
Scrive Fareed Zakaria su “ Newsweek ” (22 agosto, 2005): un attacco militare straniero rafforzerebbe il supporto popolare al programma nucleare e il sostegno all ‘ impopolare regime. Iran è un paese con una forte tradizione di nazionalismo ed è uno delle pi ù antiche nazioni del mondo.
R.Hunter, ex rappresentante degli Usa presso la Nato durante l’amministrazione Clinton, in un intervista a Radio Farda sostiene: un eventuale attacco all’Iran minaccerà la sicurezza degli Usa per diverse generazioni. Hamid al-Bayati vice ministro degli esteri irakeno ha affermato: se l’Iran avesse voluto avrebbe reso l’Iraq un inferno per gli Usa. Mentre “ar Riaz”, settimanale saudita sostiene: un attacco all’Iran infiammerà tutti i pozzi petroliferi della regione e ciò equivale alla terza guerra mondiale. Jim Leach, in un discorso al Congresso, ha sostenuto che il mondo islamico comprende la logica del nostro intervento in Afghanistan dove “sono stati pianificati gli attacchi dell’ 11 Settembre”, ma non solidarizza con la nostra politica in Iraq che non aveva nessun legame con l’attentato. Secondo Leach se avvenisse un terzo caso d’attacco contro l’Iran si realizzerebbe quel che Samuel Huntington definisce “un scontro pieno tra le civiltà”. La Task Force di Brzezinski, composta da 22 esperti al massimo livello – è stata istituita appunto per monitorare la vicenda e prevenire uno scontro catastrofico – ha tracciato un percorso di lavoro e ha consigliato la Casa Bianca di evitare ogni attacco e cercare di trattare l’Iran come la Cina, dialogando. Lo stesso Zakaria facendo una razionale riflessione propone responsabilmente:
There are lots of reasons to be suspicious of Iran. But the real question is, Do we want to try to stop it from going nuclear? If so, why not explore this path? Washington could authorize the European negotiators to make certain conditional offers, and see how Tehran responds. What’s the worst that can happen? It doesn’t work, the deal doesn’t happen and Tehran resumes its nuclear activities. That’s where we are today.
La troika europea e le trattative.
Dopo lunghissime trattative portate avanti realisticamente e responsabilmente dall ‘ Europa,, Tehran aveva accettato nel Novembre del 2004 di sospendere unilateralmente e volontariamente il progetto di arricchimento dell ‘ uranio, come “ gesto di buona volont à” fino a 31 Luglio del 2005, termine in cui l ‘ Europa avrebbe dovuto presentare delle proposte, per esempio offrendo in cambio rapporti commerciali e garanzie di sicurezza (lo pu ò davvero fare?). Ci ò mentre vari esponenti dell ‘ amministrazione Bush andavano dichiarando ripetutamente e continuamente di avere sul tavolo “ ogni opzione ” , preparavano i piani militari e il plenipotenziario Usa all ‘ ONU, John Bolton dichiarava che ogni trattativa con gli ayatollah “è destinata a fallire ” .
A seguito delle continue e sempre maggiori pressioni di Washington su vari fronti contro l ‘ Iran, il blocco della destra militar-religiosa che a Tehran come a Washington è chiamata neoconservatrice, ha fatto uscire dalle urne presidenziali dello scorso giugno il nome del duro Ahmadinejad, escludendo contro l ‘ aspettativa europea il pragmatico conservatore Rafsanjani. L ‘ Europa allora ha chiesto un rinvio di sei giorni della moratoria per poter presentare le proprie proposte. L ‘ Iran ha risposto di non poter concedere altro tempo e ha iniziato sotto osservazione degli ispettori dell ‘ IAEA (Agenzia delle Nazioni Unite per Energia Nucleare) alcune attivit à di ricerca e la produzione di “ yellow cake ” nell ‘ impianto UCF di Isfahan, attivit à che non riguardano direttamente il ciclo dell ‘ arricchimento dell ‘ uranio e sono riconosciute come diritto ai membri firmatari dei trattati di NPT.
L’Europa, sempre più in affanno tra i due neocon – di Washington e di Tehran – ha avvertito l’Iran che “ogni movimento unilaterale” sarà considerato “ pregiudizievole e non necessario” e renderà “molto difficile” la continuazione delle trattative. Anche se William Pfaff sulle pagine di “International Herald Tribune” (13 agosto 2005) ha sostenuto: “ Alla base della controversia sul programma nucleare iraniano, risiede una posizione americana sul tema della non-proliferazione nucleare che nel lungo periodo non è sostenibile. Buona parte della comunità politica internazionale comprende che le cose stanno così. È forse ora che la comunità politica di Washington scenda a compromessi con questa realtà”.
Affermando ciò Pfaff ha voluto suggerire realisticamente all’Europa la ricerca di soluzioni più equilibrate. Ma finora non sembra che l’Europa abbia potuto produrre un pacchetto accettabile o tale da far camminare il negoziato. Anzi la troika europea (Inghilterra, Francia e Germania), capeggiata in questa fase dall’Inghilterra di Tony Blair, sembra cedere alla posizione dell’amministrazione Bush, atteggiamento che ha portato ad un punto morto le trattative, dando cosi la possibilità ai neocon di poter aprire le porte dell’inferno con la scusa e l’accusa della produzione e dell’accumulo di armi di distruzione di massa da parte di Tehran, rievocando cosi il dramma irakeno.
Nella questione nucleare iraniana sono da tenere presenti alcuni punti:
• A differenza di quel che sostiene Kenneth Pollock sulle pagine di Foreign Affaire – March/April 2005- Non solo non è stata trovata la pistola fumante o “smoking gun” ma nemmeno un qualche elemento pur minimo che possa dimostrare che l’Iran stia portando avanti una ricerca diversa da quella per l’uso pacifico del nucleare. C’è un documento ufficiale e riassuntivo, del novembre 2004, dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica che afferma a chiare lettere che “non esistono prove che l’Iran stia costruendo armi nucleari”.
• Finora qualsiasi attività inerente al nucleare iraniano è stata comunicata agli organismi internazionali di competenza e si è svolta sotto l ‘ osservazione degli ispettori dell ‘ IAEA. Gli ispettori dell ‘ Agenzia hanno avuto sempre e tempestivamente la possibilità di entrare in tutti i siti e negli impianti per rilevamenti e rispettivi controlli.
• L’Iran sotto la presidenza di Khatami è stato promotore, nel 2003, di una proposta per la creazione di un Medio Oriente denuclearizzato. Il progetto, appoggiato dall ‘ Egitto, dalla Giordania e da diversi altri paesi del Medio Oriente, è stato accantonato per la netta contrariet à di Washington. Era pronta anche una risoluzione da presentare al Consiglio di Sicurezza dell’Onu nel dicembre 2003, ma fu ritirata perch é gli Stati Uniti minacciarono il veto. Un ‘ eventuale risoluzione in tal senso avrebbe richiesto il controllo degli armamenti nucleari israeliani gi à esistenti (almeno 200 testate ) e Washington non intendeva permetterlo.
• Oltre Israele, c ‘è il Pakistan del generale golpista Musharaf che possiede il nucleare e non ha firmato, cos ì come non l ‘ ho ha fatto l ‘ India, l ‘ altra potenza nucleare, neanche i Trattati di non Proliferazione Nucleare (NPT). Anche se i generali di Musharaf gestiscono tuttora il bazar dal materiale nucleare, non gli viene chiesto nulla. Il presidente Bush nel contempo promette a Manmohan Singh premier indiano di collaborare con l ‘ India per sviluppo del nucleare e questo contro il trattato stesso che vieta ai membri di collaborare nel settore con i paesi non firmatari.
• Il Brasile è un membro di NPT, eppure dichiaratamente porta avanti un progetto di ricerca nucleare e dichiaratamente non intende aprire gli impianti agli ispettori .
Come sostiene, W.Pfaff : “ alla base della controversia sul programma nucleare iraniano, risiede una posizione americana sul tema della non-proliferazione nucleare che nel lungo periodo non è sostenibile. Buona parte della comunit à politica internazionale comprende che le cose stanno cos ì . È forse ora che la comunit à politica di Washington scenda a compromessi con questa realt à . L’impegno dell’America a bloccare la proliferazione nucleare produce effetti perversi. In un periodo di crescente instabilit à nel Medio Oriente, con gli Stati Uniti impegnati in due guerre in paesi islamici, tale determinazione aumenta il fascino delle armi nucleari per quei governi che non le posseggono, e rinforza il loro valore percepito come punto di forza politico e deterrente contro attacchi stranieri ” .
Pfaff però non prende in considerazione che le motivazioni dell’amministrazione Bush vanno al di là della questione nucleare. L’Iran, che è incuneato tra le risorse energetiche del Golfo persico e il Mar Caspio, sta emergendo come una potenza regionale non solo al di fuori del controllo dei costruttori dell’impero ma che sfida gli Stati Uniti ( vedi: Ilan Barman in Tehran Rising: Iran’s Challenge to the United States) e ha avuto per la prima volta il coraggio d’introdurre verso la metà del 2003 il sistema del “petro –euro” rompendo il monopolio del petro-dollaro e, soprattutto, sta diventando la base energetica di una nuova area geopolitica ( Shanghai Cooperation Oraganization ) con al centro la Cina, che comincia a considerare la sicurezza dei propri fornitori di energia come la propria. Infatti nell’ultima riunione dei governatori dell’Iaea, l’Europa capeggiata da Blair, abbracciando la posizione americana con la risoluzione 2005/77 del 24 settembre scorso, ha voluto mandare il caso iraniano al Consiglio di Sicurezza dell’Onu per le sanzioni, una posizione che ha incontrato la resistenza della Cina e della Russia. Una certa Europa con questo atteggiamento e seguendo la linea di Bush si è resa partecipe della politica dei neocon che ha portato al potere in Iran i neoconservatori d’ispirazione militarista, forse per arrivare allo scontro e avere il pieno dominio del Medio Oriente. Tutto questo sta isolando e indebolendo, in Iran e altrove, lo sviluppo delle lotte civili delle forze democratiche, che, fra l’altro, meriterebbero, da parte dell’Europa, una maggiore attenzione.
Gli ayatollah si preparano alla guerra.
E ‘ noto che l ‘ Iran erede dell ‘ antica Persia è il paese chiave del Medio Oriente e nei secoli ha esercitato un ‘ influenza notevole su tutta la vasta regione che si estende dal Kashmir fino al Mediterraneo. Nel mondo bipolare uscito dagli accordi di Yalta, l ‘ Iran doveva e ha fatto parte del campo americano. Ora che il mondo è caratterizzato da un’unica superpotenza e secondo la logica unilaterale di quest ‘ Amministrazione americana che tende ad annullare i problemi piuttosto che a risolverli, l ‘ Iran non pu ò rimanere fuori controllo, tanto meno esercitare su un ‘ area cosi vasta un ‘ influenza in contrasto con gli interessi degli Stati Uniti. Con la riconquista dell ‘ Iran gli Usa:
• Avranno il controllo quasi totale delle risorse energetiche situate tra Golfo persico e il mar Caspio e tutte le aree annesse. In questo modo è facile avere sotto controllo l ‘ Europa e il Giappone, la Cina e l ‘ India come maggiori importatori e consumatori di idrocarburi, attuali e futuri.
• Terranno sotto osservazione Russia, Cina, India, con un diretto controllo sull ‘ Asia Centrale ex-Sovietica, sul mondo arabo, sul subcontinente indiano,
• Potranno rimodellare a proprio piacimento il turbolento mondo arabo-islamico, instaurando nuovi regimi subordinati nell ‘ ambito del progetto del “Grande Medio Oriente”. E togliendo appoggio finanziario e logistico alla componente combattente (Hamas-Jihad-Hezbollah) di questo mondo per dare mano libera a Israele di gestire la questione palestinese a proprio compiacimento.
• Potranno riordinare le dispute e le contese caucasiche – Abkhazia in Georgia, Karabakh tra Armenia e Azerbaijan, Cecenia, … – secondo gli interessi e i piani di Washington, facendo uscire, con l ‘ aiuto della Turchia, definitivamente il Caucaso e possibilmente l ‘ area transcaucasica dall ‘ influenza russa. Ci ò permetterebbe di garantire nella prima fase la sicurezza dell ‘ oleodotto Baku-Jayhan e spostarlo in seguito verso la pi ù sicura e pi ù economica rotta iraniana che condurrebbe il petrolio nel Golfo Persico e di l à verso i mari aperti per farlo arrivare al consumatore finale con costi minori e sotto la regia e il controllo degli Usa.
• Potranno imporre alla cultura persiana, che ha attratto nei millenni popoli e culture dal Kashmir(la stessa famiglia Khomeini è originaria del Kashmir) fino al Mediterraneo (Libano in particolar modo) la reintroduzione del modello monarchico che ha ingessato nei millenni la mobilit à sociale, utilizzando la potente comunit à iraniana d ‘ America, per poter divulgare l ‘ “american lifestyle” in tutta questa vasta regione.
A Teheran l’ala conservatrice del clero in pieno accordo con la nuova destra proveniente dagli ambienti di Pasdaran e Basigi (l’esercito irregolare e la milizia politica), dopo aver vinto le elezioni locali, secondo il copione hanno messo le mani anche sul settimo parlamento (Majlis) facendoci entrare più di 100 comandanti provenienti dalle file dei Pasdaran e dei vari servizi. L’ultimo assalto dei neocon iraniani è stato contro la Presidenza della Repubblica che facendo uscire dalle urne miracolate dal copione il nome di Ahmadinejad ha estromesso qualsiasi moderatismo, ha costruito un saldo potere di stampo militarista – integralista capeggiato dal leader Khamenei e dagli organi non elettivi che sono i veri detentori del potere.
Conquistato tutto il potere ne hanno cominciato a far parte sostanzialmente pasdaran e uomini provenienti dai vari servizi. Uno dei primi atti del Consiglio di Ministri diretto da Ahmadinejad è stato l’approvazione di un decreto legge che destinava 700 milioni di dollari per la “difesa sacra”. Mentre il leader Khamenei, come Comandante Supremo, togliendo il comando all’esercito regolare (battaglione 88 dell’esercito) e alla polizia di frontiera lo ha passato ai pasdaran nelle cinque regioni occidentali del paese che confinano con l’Irak. E proprio in queste regioni da dove gli americani sperano di fomentare le rivolte popolari, i pasdaran hanno ammassato 250,000 uomini costruendo basi e accampamenti sulle montagne di Zagros. Il leader Khamenei, guida suprema, ha sostituito ministro della difesa, comandante dell’esercito regolare, 11 comandanti pasdaran e 5 comandanti basigi mentre i quadri dirigenti dei ministeri sono stati sostituiti con uomini dei servizi. Il previsto piano di Khamenei per raddoppiare entro il 2010 la spesa militare grazie agli attuali elevati proventi petroliferi verrà anticipato al 2008.
Anche nella capitale ci sono chiari segnali che il regime si sta preparando alla guerra. I ministeri degli interni e delle informazioni sono stati occupati da personaggi radicali. I governatori e i sindaci nominati dal ministero degli interni in maggioranza sono ex pasdaran. Nelle vicinanze di Qom la citt à santa sede dei seminari e del clero si sta ergendo la base militare Fadak su un area vasta 7,2 km quadrati. I vari leader del regime fanno continui viaggi nella citt à santa di Mash-had dove, secondo voci, sono stati costruiti rifugi sotto il veneratissimo mausoleo dell ‘ ottavo imam scita (Reza) che vede sempre presenti milioni di pellegrini sciti e per questa ragione non bombardabile per non suscitare l ‘ ira dei fedeli sciti. Si parla di Va ‘ ez Tabasi come successore di Khamenei nel caso di morte o decesso.
Cominciano a circolare addirittura ipotesi dettagliate sul possibile attacco: le truppe anglo-americane inizierebbero l’offensiva su tre assi, Shalamceh, Hamroon e Arvandrud, per prendere il controllo della regione petrolifera del Khuzestan che produce il 70% del petrolio iraniano. Tenendo sotto controllo i pozzi petroliferi si mantengono stabili i mercati. In questo caso le unità iraniane partendo dal sud del Kurdestan, dalla località Zainalkoosh attaccherebbero gli angloamericani verso Bakubah con l’aiuto della Brigata Badr e degli sciti irakeni.
Gli ayatollah sono convinti che gli attacchi aeri e missilistici Usa prima e poi arriveranno, e come dice Amir Taheri sul “ New York Post” del 21 settembre sperano che ci sia anche una partecipazione israeliana negli attacchi per poter infiammare il mondo islamico e trascinarlo sulle proprie posizioni. Nel quadro di questa logica gli Hezbollah libanesi attaccherebbero Israele e Hamas e Jihad palestinese – i cui leaders sono stati ricevuti nelle settimane scorse da Khamenei – alzerebbero il livello dello scontro. In Afghanistan la componente etnica Tadjika e gli sciti Hazarah, insieme a Hekmatyar, darebbero l’assalto alle forze anglo americane. In Pakistan il 25% dei sciti sono considerati una risorsa mentre si sta lavorando tra i 160 milioni di mussulmani indiani, in parte sciti. Ci sarà la rivolta della maggioranza scita del Bahrain, mentre le minoranze scite sparse in Africa e nella penisola arabica comincerebbero i tumulti. Anche se si tratta di ipotesi, il quadro che emerge è alquanto drammatico ed è allarmante che, nonostante tutto, nonostante gli scenari devastanti per l’intera umanità di una guerra contro l’Iran, le due amministrazioni neocon continuino nei loro preparativi bellici.
di Mir Mad
(fonte: www.megachip.info)
xLinosse
C´e´un trattato di non proliferazione di armi nucleari….quello e´da rispettare…stop.
L´Iran che dichiara di voler usare quell´energia solo a scopi pacifici e sbatte ai quattro venti la distruzione di Israele non e´credibile.
Per uscire fuori da questa situazione e per essere credibile …se non si ha niente da nascondere..l´Iran devve permettere il controllo continuo da parte di tecnici dei suoi impianti.
Altra soluzione non c´e´.
R
x rodolfo
Oh,che sbadato!
Ho dimenticato il trattato di non proliferazione nucleare per il quale chi arriva prima non offende ma si difende ,in modo dimostrato,SOLO E SEMPRE.
L’Irak di Saddam ha permesso il controllo continuo ma forse non era …credibile.
L.
E´anche vero che il trattato che vede l´adesione di tutti gli Stati del mondo vede l´eccezione proprio di Israele e mi sembra anche di Cuba …India e Pakistan. Pero´Israele e´un caso particolare essendo circondata da Nazioni nemiche…pur dunque sapendolo viene tollerato ed accettato.
Un armaiolo non vendera´mai un´arma se sa´che dopo pochi minuti verra´rivolta verso se stesso.
Rodolfo
xLinosse
L´Irak e´stato un errore e molti negli Stati Uniti lo ha ammesso…il problema fu´che era legato anche ad Al Qaida ed alla particolare situazione in quegl´Anni.
Lo stesso errore non si vuole ripetere…dunque si deve costringere l`Iran a sottoporsi ai controlli necessari .. che per altro devono essere assidui e durare nel tempo.
R
“L´Irak e´stato un errore e molti negli Stati Uniti lo ha ammesso…il problema fu´che era legato anche ad Al Qaida ed alla particolare situazione in quegl´Anni.”rodolfo 105
Certo il problema era il supposto legame con Al Quaida e non quello ben definito degli Stati uniti con Al Quaida,pensa che erano alleati sia in Afganistan che in Jugoslavia,come dire ..pappa e ciccia.
L.
Non c´e´male…anche quello lo possiamo chiamare “un mestiere” ….quello del rapinatore.
In Sicilia un uomo si portava dietro il figlio di 10 anni e la moglie per fargli vedere come funzionava.
R
“Un armaiolo non vendera´mai un´arma se sa´che dopo pochi minuti verra´rivolta verso se stesso.”rodolfo 104
Conoscevo il tuo “istinto comico” ma questa barzelletta va oltre ogni aspettativa.
La proporrò come migliore degli ultimi 150 anni.
L.
Sara´una barzelletta….ma ha il suo senso.
R
X rodolfo
Un pacifico pacisofista come te apprezzerà:
Cornelio Fabro:
La «filosofia delle armi» non ha pertanto, il compito di descrivere e commensurare nell’arma la corrispondenza funzionale fra la capacità offensiva e la sua realizzazione distruttiva: essa deve piuttosto scendere nel profondo della coscienza per indagare le situazioni dell’ira e della violenza che l’uso delle armi vi scatena. Prescindendo per ora dal problema giuridico e morale di quello che può, entro certi limiti, dirsi l’uso legittimo delle armi convenzionali, si può e si deve dire che l’uomo armato non è più un uomo, ma è diventato un essere di violenza, ch’è stato strappato al proprio clima originario e lanciato nella frenesia della vendetta. Si dirà che la violenza si può esercitare anche senz’armi, con atti e atteggiamenti ai quali possono seguire danni notevoli e irreparabili, e perfino la morte. Giustissimo, ma qui la violenza resta commensurata al momento presente e in uno spazio umano, mentre la violenza commessa con l’arma ha, per così dire, una struttura antica originale: con l’arma l’uomo si «protende» nello spazio e nel tempo, ciò che quegli atti non possono fare. Si tratta che, a seconda della quantità e della qualità delle armi, l’uomo può dominare un «certo» settore di spazio e di tempo sempre maggiore che gli permette di «sorprendere» l’avversario per sopraffarlo. Con l’arma, l’uomo trasferisce alla possanza e alla supremazia dello strumento la sua volontà di offesa, e questa si amplifica con l’aumento della potenza, dell’intensità e del raggio di azione dell’arma stessa.
Qui non interessa più il rapporto diretto fra le armi e la condotta di guerra, e neppure il problema della discriminazione fra le armi lecite (p. es. quelle tradizionali) ed «illecite» (le atomiche) e tanto meno fra le atomiche dette per ironia o ipocrisia «pulite» o «sporche». Quel che importa rilevare è qualcosa di più semplice ed essenziale, cioè questo: con l’apparire e con l’impiego dell’arma l’uomo è venuto a trovarsi «fuori di sé» in modo disumano, l’arma lo fa «ec-sistere nella doppia perdita» dell’essere proprio e dell’essere altrui. L’arma è il segno della «caduta» dell’uomo. La perdita dell’essere proprio è nel rapporto disumano della vendetta che l’arma afferma e realizza: l’avere, il portare un’arma, è la forma più esasperata di «essere-per-un-altro» ch’è un «essere-contro-un-altro» con la sorpresa dell’offesa e l’offesa della sorpresa ch’è proprio dell’arma. Poi, la perdita dell’essere altrui. Il rapporto disumano che l’arma costituisce è nella sua capacità di «trascendere» le forze effettive proprie operanti nel campo dell’esperienza immediata, per dominare a distanza un «certo» settore di spazio e di tempo. E questo per l’uomo sa di troppo. L’efficacia dell’arma è nel suo potere distruttivo, globalmente inteso, ovvero nella sua efficacia di dominare uno spazio sempre maggiore e di scatenare una efficacia di offesa sempre più rapida e potente rispetto a quanto si suppone possa fare l’avversario.
Possiamo quindi concludere che dal punto di vista ontico, l’arma è intrinsecamente disumana per due motivi: vale a dire a causa della «ec-sistenza» e «trascendenza» di negatività che l’arma conferisce all’essere dell’uomo. Che poi effettivamente l’arma possa apparire – e lo sia stato anche effettivamente – indispensabile all’uomo per sopravvivere, per difendersi dalle fiere, per rintuzzare la violenza e prepotenza altrui, ecc. – ciò non cambia l’essenza dell’arma, né le toglie il carattere ontico di disumanità. L’inevitabilità di fatto del ricorso alle armi, che la storia ha finora mostrato, piuttosto lo attesta ancor più profondamente, in quanto essa rivela che l’essere umano è turbato alla sua radice, scardinato nella sua compagine interiore, sicché, per conservarsi nell’essere, l’uomo deve uscire da se stesso, deve violentare e violentarsi, deve violentare per violentarsi e violentarsi per violentare: deve impegnare il suo essere al non-essere altrui. L’uomo, come «animale armato», è un essere decaduto e privato del suo luogo metafisico (in senso attivo e passivo), qualunque sia l’arma che porta con sé; un randello, un coltello a serramanico o un ordigno nucleare. L’ampiezza, e tanto più la universalità di potenza che una nuova arma può ottenere nello spazio e nel tempo, presuppone quella prima determinazione dell’arma, o piuttosto ciò rivela (in senso ontico) quella prima originaria «caduta» dell’uomo, la sua ec-sistenza e trascendenza di negatività: non per nulla il rapporto dei primi due fratelli ha avuto la sua realizzazione nella prima arma, nel bastone col quale Caino uccise Abele.”
L.
Prescindendo per ora dal problema giuridico e morale di quello che può, entro certi limiti, dirsi l’uso legittimo delle armi convenzionali, si può e si deve dire che l’uomo armato non è più un uomo, ma è diventato un essere di violenza, ch’è stato strappato al proprio clima originario e lanciato nella frenesia della vendetta.
–
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xLinosse
sono arrivato li e non ho letto oltre…non ha senso continuare a leggere.
Le frasi di cui sopra sono estremamente sbagliate e non voglio nemmeno specificare perche´…si capisce da se.
Rodolfo
rodolfo 111
“Lo struzzo nasconde la testa nella sabbia non per non vedere ciò che accade nell’ambiente ma perchè la sabbia è calda è confortevole”
Anonimo del III secolo
L.
Senza l´arma il piu´debole sara´sempre sopraffatto costretto alla schiavitu´dal piu´forte.
L´arma…secondo il mio parere ha permesso anche al piu´debole di potersi difendere dal piu´forte e non solo ….
Rodolfo
La situazione di Israele e´per esempio emblematica….
R
Caro Rodolfo,
a me pare che siano gli israeliani ad aggredire tutti e a non riconoscere alcuna regola della legalità internazionale. Ed è stato così da sempre. Appoggiati da sempre dagli occidentali.
Israele non ha nessun diritto più di qualunque altro paese, ed ha invece il dovere di occuparsi di coloro a cui ha rubato la vita settant’annni fa.
Per voi vale solo la forza, visto che il diritto sono i vostri interessi, in questo proprio come i vostri complici useggetta. Il grave è che ormai potete dettar legge a tutti e fare le vostre politiche autonomamente senza più l’aiuto di nessuno.
Per questo voi siete un pericolo per la pace mondiale e per la stessa esistenza di cotesto pianteta.
Dovrete essere sempre i più forti di tutti perchè quando non accadrà più pagherete il fio della vostra malvagità e tracotanza.
E’ solo questione di tempo ed in queste cose l’oblio non esiste. U.
“L´arma…secondo il mio parere ha permesso anche al piu´debole di potersi difendere dal piu´forte e non solo ….”
rodolfo 113
…per cui è meglio armarsi TUTTI e bene!
Siamo tutti deboli e non solo nella carne.
“Il gatto si morde la coda ,si morde la coda ma non sa che la coda è la sua”.
G.Gaber
L.
Il suo…caro Uroburo e´un discorso qualunquista…..con la debole concorrenza di Linosse.
Rodolfo
In questo,rodolfo,hai ragione sul mio discorso “debole”;il tuo sì che è forte assai,armato ,esistenziale e nucleare che più non si può.
Quando i maestri sono come i tuoi non si può fare altro che seguirne l’esempio.
Avanti a testa bassa con l’elmetto a punta sulla capoccia.
L.
@ Anita
Ripeto quello che le scrissi allora: non sono su altri forum, non ho abbastanza tempo e non conosco nessuna Ercolina. Se a qualcuno piace farsi passare per me, non ci posso fare niente. Non esiste un copyright sui nick e, per dire tutta la verità, non me ne potrebbe importare di meno.
Pensiamo a cose più serie, purtroppo ce ne sono tante.
Quando i maestri sono come i tuoi…
–
Vedi Linosse…anche qui ti sbagli..io non sono altro che maestro di me stesso. Cerco di riflettere e poi mi costruisco la mia personale visione di un problema. Quella che mi sembra piu´giusta.
Io non ho subito lavaggi del cervello…tanto e´ vero che sono stato sempre dell´idea e della necessita´di uno Stato Palestinese.
Questo non me lo puoi togliere….lo sento profondamente e so´che e´giusto…cosi come e´giusto il mio difendere la sicurezza dello Stato d´Israele.
R
x Vox
le gazze saranno animali relativamente intelligenti, ma non sono simpatiche affatto. Finche’ beccano qua e la’ va bene, ma come dicevo predano su uova e pulcini di altri uccelli, una cosa abominevole. Forse e’ per quello che i becchini hanno livrea nera e panciotto bianco…~
Peter
x Anita 88
Anita, tu sei intervenuta proprio mentre io e Vox stavamo praticamente per scambiarci i numeri di telefono…
D’ altra parte, perche’ una giovanotta 30 enne, o anche 40enne, sarebbe mai in dubbio di essere affetta da senilita’ come tu dicevi, sia pure negandolo?
Ehm, senza offesa, allora e’ meglio cosi’, niente scambi telefonici . Non sono mica un emulo di A. Kutcher
Peter
Io non sono come quello che sostiene che sono morti 10 bambini Palestinesi e che c´era qualcuno che si lamentava dell´autoambulanza Israeliana che era accorsa. No….non sono cosi.
Se c´era un qualc´uno era solo un qualc´uno e non un popolo come si cerca sempre di far intendere.
A parte che e´stato un incidente…cosi come ne succedono tanti ed i bambini deceduti sono stati 7 piu´un adulto.
Mi ha colpito tra l´altro qualcosa che non avevo mai sentito e cioe´un post di Peter:-
Peter { 20.02.12 alle 17:29 }
x rodolfo
prova a ricordare all’astuta montanara carnica di quando gridavano ‘forza Etna’…
Peter
–
Ed il post successivo di Sylvi:
sylvi { 20.02.12 alle 17:58 }
x Peter
Già che ci sono!
Non ho bisogno di fare il giro del fumo per risponderle:
– io ricordo anche quando, al tempo del terremoto, quando giocava l’Udinese negli stadi si gridava FORZA TRRREMOTO…ed era l’espressione più gentile!
–
–
Ecco non lo avevo mai sentito…e d´altronte puo´essere veramente cosi?
Certamente che no….per due coglioni non si puo´credere che tutti nel Friuli si augurano la distruzione della Sicilia attraverso un vulcano e che viceversa tutti i Siciliani si augurano la scomparsa del Friuli attraverso un terremoto.
Chi vuol far credere una cosa del genere e´in malafede e non puo´appartenere ad una societa´civile.
–
Dunque io non ho niente contro la pubblicazione di notizie…ma e´un obrobbio volere mistificare secondo i propri gusti.
Rodolfo
x rodolfo120.
Continua,allora,ad essere il maestro di te stesso ma ti consiglio di dedicarci più tempo e sforzo .Purtroppo i risultati ,con gli esempi da te riportati ,non arrivano che a livelli minimi.
Coraggio,volere è potere(ma che non sia troppo!,altrimenti poveri noi)
L.
Martedì grasso, ultimo giorno di Carnevale!
Da piccola la ricordo come una gran Festa…con la nonna , la mamma e le zie che impastavano e friggevano le “fritole”: semplici, con le mele o con l’uvetta.
E la nonna che tirava il collo alla gallina più bella, perchè affermava che:
– se no se copa la galina a Carneval, la se copa par mal!
( Se non si sacrifica la gallina per Carnevale, la si sacrifica per malattia)!!!
E raccontava le storie, sentite anche lei da bambina, sulle feste del Carnevale a Venezia.
Inorridita, ave maria -santa maria! da ” quele là” che, Dio scampi, nel “‘sinquesento je ne era sinquemila, quele sporcacione”!
Ormai adolescente “istruita” rispondevo:
– Nonna ce n’erano più di tredicimila !!! L’ho letto sui libri!-.
Ohh Signor!!! gavè pietà,,,cossa la impara sta tosa a scuola de’ preti???
Invece a Venezia da pochi anni è stata ripristinata la festa del sacrificio del toro , che fu interrotta quando Venezia cadde sotto l’Austria; a significare la caduta definitiva della sua potenza.
Racconto, a naso, la storia : attorno alla metà del 1100 ad Aquileia c’era il Patriarca , ma il Patriarca c’era anche a Grado…vi risparmio il perchè dei due Patriarchi…che ovviamente andavano d’accordo come il can e il gato.
Aquileia invase Grado per appropriarsi delle sue saline;
Grado chiese aiuto a Venezia…che , figurarsi! accorse..di corsa.
Sconfisse Aquileia e prese in ostaggio il Patriarca con mezza Corte.
Per la liberazione degli ostaggi Aquileia si impegnò, per sempre , a mandare per il Carnevale di Venezia un toro, dodici pani e dodici porci per far festa.
I veneziani rinunciarono presto ai porci, animali poco adatti al “decoro della città”, ma non rinunciarono al toro che veniva “giustiziato” tagliandogli la testa, in Piazza la sera del Martedì Grasso dalla corporazione dei fabbri.
Da lì il detto .” tagliar la testa al toro”.
Ora so che il toro di legno, alto nove metri, approntato per quest’anno e sistemato al Fondaco della Dogana in attesa del scrificio, e che stasera dovrebbe essere giustiziato…è ingloriosamente caduto e rotto in pezzi dalle furiose raffiche di bora che hanno imperversato nelle scorse settimane.
Ho sentito che lo avrebbero aggiustato per stasera, ma non so nulla di preciso…comunque sempre un toro di seconda mano quest’anno!
Chiuderà Carnevale la Vogata del Silenzio, emozionante, che ho visto da ragazza e rivedrei volentieri: Venezia illuminata solo da lumini, percorsa , da Rialto a S. Marco solo da imbarcazioni rigorosamente a remi….e il Carnevale vaaa…
Domani Quaresima e …per pranzo…bigoli in salsa per tutti!
Sylvi
x124
addio core…
X Sylvi
Più che del carnevale il 125 è la prima lezione di friul- veneto a tappe forzate!
Guarda che ,per chi voglia ,anche wiki dispensa articoli a volontà.
A carnevale ogni scherzo vale ma che….
non ti faccia male!
L.
caro Linosse
1° volevo fare un break ai vostri discorsi che mi mettono ansia!
2° su wiki si trovano anche i vostri discorsi guerrieri.
3° quel che scrivo io, anche se superfluo e inutile o irritante, è sempre farina del mio sacco.
4° Uso molto parcamente wiki perchè non descrive le emozioni, e …nessuno lo pretende.
Infine nemmeno io ho preteso emozionarti…ci mancherebbe!
E’ una bella giornata, è un vero peccato farsi sangue cattivo!
Vado a vedere se fanno capolino le prime viole…poi ti racconto!
Per le petunie è presto!!!
Sylvi
Restando alla Grecia all’euro e i panni sporchi de noantri.
E se passassimo da quel pugno di sporchi euro a un pugno del pigs euro sulla e alla faccia del merkossi?.
Abbiamo fatto una vita al di sopra delle nostre possibilità, tanto al disopra da non essercene accorti ,adesso ci sottopongono a sacrifici ad libitum per masochisti senza fondo e fondi.
Arrivati a questo punto ,tanto pigs eravamo e pigs continuano a considerarci,perchè non fare una ammucchiata porcina estromettendoci,prima che ci estromettano, volontariamente dall’area euronevrotica ed andare tutti insieme avanti alla porca?
Vedremo come l’Europa unita ovvero la voluminosa Merkel virtuosa del virtuale(il vice carlà lo lasciamo da parte ,tanto presto sparirà), premier de la tetesconia virtuosa che fa i compitini con dovizia ed arzigogoli se la caverebbe .
Infatti:
la Germania ha il debito pubblico in assoluto più voluminoso di tutta Europa. Già la Primavera scorsa Eurostat quantificò il debito pubblico esplicito della Germania in 2080 miliardi di euro: il primo debito dell’eurozona a sfondare la soglia dei 2000 miliardi.
Ma la situazione è ben più grave e pericolosa: se è vero, infatti, che il debito pubblico esplicito tedesco ammonta al 85,8% rispetto al Pil, il debito implicito arriva al 111,8%, portando il divario di sostenibilità ad un inaudito 197,6 %. Ne consegue che il fabbisogno di consolidamento tedesco arriva al 4% netto all’anno.”
A volte il pigs è più sano di chi ha la peste suina:
L.
X Sylvi 128
Come ansiolitico naturale ti consiglio,al posto della lettura dei commenti,Topolino o un bel film tipo Biancaneve e i sette nani,tutto un classico.
Buona visione o lettura.
L.
“Israele non ha mai minacciato di usare la bomba atomica…ne mai lo ha fatto la Russia …l´America…la Francia o l´Inghilterra.
Con la bomba atomica dunque ci si difende ..non si offende come vorrebbe tanto l´Iran.”
Rodolfo
Quando si dice aprire bocca per dargli fiato…
Dico io: che mi sia sognato che gli US ne hanno sganciate due bruciando un centinaio di migliaia di persone come cerini?
màh..
C.G.
xLinosse 129
hai dimendicato che la Germania ha otto volte piu´abitanti della Grecia.
Ora rifai il conto e troverai la sorpresa.
R
xcg
si era in guerra.. ne avrebbero potuto forse anche a fare a meno…ma la guerra si sarebbe protratta.
Poi vedi….e´chiaro che io parlavo dal dopoguerra in poi.
Ad ogni modo…la storia di quelle due bombe la conoscono anche i neonati.
R
IL VIALETTO DELLA CHIESETTA
Le figure dei cipressi che si stagliano in cielo,
nudi, contro gli azzurri cirri, lenti e vagabondi,
stridio di voci infantili, capannelli di donzelle,
ciarliere, sulla soglia dell’antica chiesetta,
le preghiere che sul banco si posano, calpestio
sull’altare che si scioglie e la nera tonaca
già s’adagia comoda nel baldacchino barocco,
ripiega il capo, legge lento e dimesso il messale.
Pasquino
X rodolfo
Se i conti non tornano è perchè si considerano marchesi o principi,insomma altri tipi di nobili.
Il debito pubblico di una nazione non è un debito pro capite.
O no?
L.
x Rodolfo (e x TUTTI)
Gli israeliani NON sono una razza superiore, buona o ottima in blocco, cosi’ come gli arabi e gli iraniani NON sono una razza inferiore, bramosa solo di lanciare bombe atomiche su Israele (massacrando cosi’ anche 4 milioni di musulmani tra palestinesi e arabi israeliani). La smetta quindi di raccontare balle sulle intenzioni “atomiche” iraniane, avvalorando minacce “atomoche” contr Israele che NESSUNO ha mai fatto.
Riguardo l’arsenale atomico della sua amatissima Israele, e’ evidente che le centinaia di ordigni nucleari in suo possesso, comprese a quanto pare bomba H e bombe N, NON hanno una funzione di deterrenza. Per la deterrenza, cioe’ per impedire una invasione o la “distruzione di Israele” (che NESSUNO vuole ne’ minaccia), bastano una dozzina di atomiche. Israele invece ne ha prodotte a centinaia, e qualunque esperto Sto arrivando! bene che una tale abbondanza ha una funzione solo ed esclusivamente OFFENSIVA. Si informi, e si faccia spiegare cos’e’ l’opzione “Sansone” della dottrina politico militare israeliana. Non pensi che vivere in Germania la metta al riparo dalla follia di quella parte del rabbinato criminale ha instillato in vertici politici e militari altrettanto criminali. Accreditare la paranoia di una nuova Masada, quando per giunta non e’ sicuro sia mai stata vera quella dell’epoca dei romani, e insistere a rappresentare il mondo come eternamente in preda alla foja di sterminare gli israeliani o i “semiti”, e’ solo cosa che offende l’umanita’ intera. E ridicolozza sempre piu’ quello che da ebraismo sta diventando israelismo. I governi di Israele e il fasciosionismo, che nulla ha a che vedere con il sionismo, stanno facendo con l’ebraismo la stessa operazione che Costantino fece con il cristianesimo. Che fino a quel momento non era altro che un ramo dell’ebraismo.
NON faccia propaganda, la prego, e soprattutto NON semini odio e disprezzo verso altri Stati e altre popolazioni.
nicotri
Il debito pubblico di una nazione non è un debito pro capite.
O no?
L.
–
–
E cosa sarebbe secondo te?
R
Rodolfo 137
ê banale, quello di una nazione ,come lo è per l’Irlanda,la Spagna,l’Italia,il Portogallo che con la Grecia è considerato “peccaminoso”,da contagio.
L.
Nicotri:-NON faccia propaganda, la prego, e soprattutto NON semini odio e disprezzo verso altri Stati e altre popolazioni.
–
-Quale propaganda? Seminare odio? Non le sembra di esagerare…se ho scritto qualcosa certamente non contro un popolo ma contro il pazzo di Teheran e i suoi seguaci.
Lei continua:-Riguardo l’arsenale atomico della sua amatissima Israele, e’ evidente che le centinaia di ordigni nucleari in suo possesso, comprese a quanto pare bomba H e bombe N, NON hanno una funzione di deterrenza.
–
E a che cosa servono quelle armi secondo lei….per distruggere l´Egitto? Per distruggere il Libano? O per impadronirsi dell´Arabia Saudita…e dell´Iran.
Crede che quell´arsenale serva a questo? Lo crede davvero?
Rodolfo
xNicotri
“Operazione Sansone?”
–
E cos´e´sta cosa……qualcosa che si mangia?
R
Caro Nicotri,
i suoi discorsi non portano a niente e non mi convincono.
Prevenire e´stata sempre buona cosa.Stop
Il pazzo di Teheran ha detto piu´volte di voler distruggere il popolo Ebraico in Israele.Stop
Con uno che parla cosi…invece di trattare… non si possono correre pericoli.-Stop
Che faccia controllare gli impianti e tutti saremo contenti.Stop
Rodolfo
Se Atene piange che non ridano Berlino e le altre.
Debito per abitante. Rapporto debito PIL. Rapporto debito estero GDP fino al 2011
FRANCIA. 66.508. 87%. 235%
SPAGNA 41.366. 67%. 284%
PORTOGALLO 38.081. 106%. 251%
ITALIA 32.875. 121% 163%
IRLANDA 390.969 109%. 1.093%
GRECIA 38.073 166%. 252%
GIAPPONE 15.934. 233%. 50%
U K 117.580. 81%. 436%
U S A 35.156. 100%. 101%
L.
X C.G.
1992-2012
Da “mani pulite” a mani “all’aretino Pietro”
una davanti ,l’altra ditietro.
L.
http://nena-news.globalist.it/?p=17243
USA A ISRAELE: NON ATTACCARE IRAN…«PER ORA»
I leader israeliani, secondo la stampa locale, sono delusi dall’atteggiamento Usa. Ma Washington non esclude la guerra all’Iran. Saranno decisivi i prossimi colloqui tra Netanyahu e Obama
MICHELE GIORGIO
Gerusalemme, 21 febbraio 2012, Nena News – Il «ponte aereo» in corso tra Washington e Tel Aviv avrebbe un solo scopo: impedire un attacco, già nei prossimi mesi, dell’aviazione israeliana alle centrali nucleari iraniane. Lo scriveva ieri Amos Harel sul quotidiano Haaretz, elencando i rappresentanti dell’amministrazione Obama giunti negli ultimi mesi o che verranno in Israele per parlare della guerra all’Iran.
Domenica il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa bianca, Tom Donilon, ha incontrato il premier Netanyahu e ha avvertito, in un’intervista alla Cnn, che un attacco israeliano ora avrebbe un effetto «destabilizzante». Tra qualche giorno è previsto l’arrivo del direttore della National Intelligence, James Clapper. Alla fine del 2011 erano atterrati a Tel Aviv il direttore della Cia, David Petraeus, e il segretario alla difesa Leon Panetta. Il mese scorso è stato il turno del comandante degli stati maggiori Usa, Martin Dempsey, di incontrare i vertici israeliani. Tra qualche giorno sarà Netanyahu ad andare negli States, per il discorso annuale di fronte all’assemblea della lobby filo-israeliana Aipac e, soprattutto, per incontrare Barack Obama. Lo precederà a Washington il ministro della difesa Barak che, secondo Amos Harel, gli americani considerano un accanito sostenitore di un attacco immediato alle centrali iraniane, mentre Netanyahu non avrebbe ancora preso una decisione definitiva.
Washington crede che le sanzioni durissime adottate contro l’Iran – che da parte sua nega di volersi dotare di armi nucleari e ieri ha accolto i cinque ispettori inviati dall’Aiea, l’agenzia atomica internazionale – spingeranno, in tempi stretti, Tehran a fermare l’arricchimento in casa dell’uranio. La Casa bianca però non esclude la guerra all’Iran, anzi. Donilon ha detto che un attacco avrebbe «ora» un effetto destabilizzante, quindi potrebbe ricevere luce verde più avanti. Senza dimenticare che, dovesse uno dei repubblicani, ora impegnati nelle primarie del partito, riuscire a conquistare la Casa bianca in novembre, la guerra all’Iran sarebbe sicura. Dal front runner Romney al rivale Ginrich, i repubblicani gareggiano nel condannare le «esitazioni» di Obama.
E’ opinione diffusa tra gli analisti israeliani che i colloqui tra Netanyahu e Obama saranno decisivi. A Tel Aviv pensano che nessuna sanzione, per quanto dura, sarà sufficiente per modificare i programmi iraniani.
La guerra perciò è sempre più vicina. La vera posta in gioco è la «parità strategica», ossia un Vicino Oriente nel quale Israele non sarebbe più l’unico Stato della regione a possedere (in segreto, con il silenzio-assenso dell’Occidente) l’arma atomica e a dettare le regole del gioco ma dovrà «spartire» questo potere con l’Iran. Ammesso che Tehran intenda davvero dotarsi di ordigni nucleari come sostengono Washigton e Tel Aviv. E’ questo che Barak e Netanyahu intendono impedire, e non, come affermano, proteggere Israele da eventuale blitz iraniano con armi atomiche. L’Iran non può attaccare Israele con armi di distruzione di massa perchè dopo pochi minuti verrebbe incenerito dalle testate atomiche montate sui missili israeliani a lunga gittata «Jericho» e su quelli a bordo dei sommergibili dello Stato ebraico che si troverebbero nelle acque dell’oceano Indiano. I satelliti israeliani (e americani) tengono sotto osservazione l’intero territorio iraniano 24 ore su 24, rendendo impossibile un «first strike», un attacco nucleare a sorpresa.
Se da un lato i venti di guerra spirano sempre più forti, dall’altro qualcuno dubita che Israele sia in grado di colpire le centrali iraniane. Sarebbe un’operazione «ampia e molto complessa», ha spiegato ieri il New York Times. Un raid del genere prevede l’impiego di 100 aerei, chiamati a percorrere circa 1.600 chilometri e ad effettuare rifornimenti in volo, per attaccare simultaneamente diversi siti: il reattore ad acqua pesante di Arak e gli impianti di arricchimento dell’uranio di Isfahan, Natanz e Fordo. Per colpire gli ultimi due, uno sotterraneo, l’altro scavato in una montagna, dovranno sganciare bombe «bunker buster» Gbu-28, che potrebbero non bastare a distruggere gli impianti. Tehran da parte sua reagirà con forza – con missili balistici contro Israele, lanciando attacchi contro obiettivi Usa nel Golfo e provando a chiudere lo Stretto di Hormuz al passaggio delle petroliere -, e ieri ha avviato imponenti manovre di difesa anti-aerea che seguono quelle navali delle scorse settimane.
x Rodolfo
Non mi interessa convincerla. Ahmadinejahd e’ meno pazzo di Lieberman, Barack, Netanyahu. E in Iran nessuno ha minacciato cio’ che lei, intossicato dai fasciosionisti, continua riprorevolmente a sostenere. La prevenzione e’ un diritto anche degli altri, specie di chi ha gia’ assaggiato le invasioni e il colonialismo occidentale. Chi garantisce, oltretutto, che in Israele non prenda il governo un gruppo di fanatici alla Hitler?
Riguardo l’opzione Sansone, si informi.
nicotri
Bene caro Nicotri….l´ho letto su Google….non l´ho sapevo.
Da una parte speculazioni…dall´altra la leggenda…e l´ ultima opzione
appunto che muori Sansone con tutti i Filistei.
Un ´Armageddon insomma. Viva la fantasia.
In quanto ad un ipotetico gruppo di fanatici…per quanto mi riguarda lo escludo a priori…..Israele e´rimarra´un paese Democratico.
Oltre cio´parecchie delle cose nel post di Shalom oggi le ho gia´sostenute .
Un saluto
Rodolfo
Abbiamo fatto una vita al di sopra delle nostre possibilità, tanto al disopra da non essercene accorti
@ Linosse
Si vede che qualcuno ha speso a nostra insaputa…
Poi di Hitler in Medio Oriente ce ne´sono gia´due…
uno a Teheran e l´altro a Damasco …
R
X Vox
A santa insaputa
Si pratica indifferentemente lo stupro ,la violenza ,il razzismo
ma nostra insaputa ,come si fa a saperlo.
Dilaga la corruzione ma chi,ma come….a nostra insaputa.
I vertici a loro insaputa trafficano con maneggi ,derivate tangenti,secanti e conseguenti,colossei,appartamenti,isole come nostra insaputa docet e solerti ,ormai vetusti apprendisti, si lasciano docere.
Nostra insaputa aleggia, nuova maestà, praticando rating(rafting?)su ripide rapide ,avventurosi salti nel vuoto anche al buio ,avventurose scorribande ,assalti non alle banche ma delle banche anche loro insaputevoli.
Insieme a tante cose che a nostra insaputa quando si sapranno?
L
x Rodolfo
Lei è specializzato in calunnie. Da Nasser ad Assad è il millesimo Hitler che vedete, i fanatici sono cosiì imbecilli e mascalzoni da dire che è eguale a Hitler chiunque non piaccia a Israele. Questo siì che è negazionismo! Dire che è un Hitler chi è responsabile forse di mille morti equivale a dire che Hitler ha fatto accoppare solo mille persone. Dovrebbe vergognarsi lei e chiunque altro dica di queste minchiate irresponsabili.
pino nicotri
Ariel Toaff
Ormai ci siamo. Israele e Iran affilano le armi nell’attesa dello scontro ormai imminente. Chi ha ragione e chi ha torto, chi vincera’ e chi perdera’ sono domande ormai senza senso. Perderemo tutti. E pagheremo tutti.
Iran launches aerial defense drill
http://www.ynetnews.com
News, Mideast News: Preparing for strike on nuke sites? Tehran embarks on four-day drill that will include anti-aircraft fire; Iranian official threatens to push oil prices to $150 a barrel